Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
07 December 2010
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 
    
L’UNIONE SARDA
01 - Azienda mista. Gli universitari verso un nuovo sciopero
02 - Policlinico, caso di tubercolosi. Infermieri: «Non siamo protetti»
03 - Olbia. Borse di studio per universitari
04 - Convegno a Montevecchio
05 - Monteponi: «Un milione e mezzo per salvare l’università»
06 - Alessandro Bergonzoni nella facoltà di Lettere 
   
LA NUOVA SARDEGNA
07 - Monteponi centro d’eccellenza nel Mediterraneo
08 - Nuoro. Riforma Gelmini, tensione all’Agrario
09 - Oristano. Studenti in piazza Secco no alla riforma
10 - Nuoro. Corsi di Histudentes
11 - istruzione. L’Università è solo per i ricchi
12 - Comici, arriva Alessandro Bergonzoni
13 - Un’antica carta sarda ritrovata da tre ricercatori
  
QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR
    
  
L’UNIONE SARDA
  
1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 20
Azienda mista. Considerati lavoratori di serie “B” annunciano azioni legali contro gli amministratori
Gli universitari verso un nuovo sciopero
Il personale universitario che lavora nell’Azienda mista è pronto alla battaglia: tre giorni di sciopero a gennaio, contenzioso legale contro gli amministratori dell’azienda e dell’Università, la richiesta delle dimissioni immediate dei vertici dell’Azienda mista. La decisione è arrivata alla fine dell’assemblea dei lavoratori che aderiscono ai sindacati Cgil, Cisl, Cisapuni e Cisal. La Uil, che condivide la battaglia, ha deciso di non aderire allo sciopero per «non togliere soldi ai dipendenti».
ALL’UNANIMITÀ Una disparità di trattamento che non può più essere tollerata e che, a fine anno, si trasformerà, per i lavoratori “misti” (ospedalieri e universitari) in progressioni di carriera bloccate e nessun aumento di stipendio. «Anche nell’ultima riunione con i vertici aziendali», attaccano i segretari sindacali Emanuele Usai (Cgil), Tomaso Demontis (Cisl), Antonio Strazzera (Cisapuni) e Arturo Maullu (Cisal), «è stata violata la dignità degli universitari che fanno parte dell’Azienda mista con la proposta di briciole in cambio della revoca dello sciopero». Il 31 dicembre è vicino: «La mancata applicazione degli accordi nazionali creerà considerevoli danni economici a ogni lavoratore». Per i sindacati non ci sono alterative: «L’assemblea, all’unanimità, ha approvato la mozione che proclama tre giorni di sciopero a gennaio, autorizza le organizzazioni sindacali ad avviare il contenzioso legale nei confronti degli amministratori dell’Azienda mista e dell’Università e di denunciare l’inefficienza dei vertici dell’Azienda mista chiedendone le dimissioni».
LA UIL Protesta condivisa dalla Uil che però non parteciperà allo sciopero: «La scadenza del 31 dicembre», spiega il segretario Giorgio Mancosu, «è vicinissima e non ci sono più spiragli per continuare la trattativa. Restano solo le strade dell’azione legale e dell’intervento politico. Lo sciopero creerebbe solo un danno economico ai lavoratori e disagi agli utenti». La Uil ha avviato una raccolta firme per manifestare il malcontento dei dipendenti e per chiedere «l’abolizione dell’Azienda mista e la costituzione di un’Azienda sanitaria composta da personale universitario». Mancosu ha scritto inoltre una lettera denuncia al rettore dell’Università, Giovanni Melis: «I 300 colleghi che dal 2007 lavorano nell’Azienda ospedaliera universitaria vivono un profondo disagio. Ogni avanzamento economico o di carriera è stato precluso. Si sentono lavoratori di serie “B” rispetto ai colleghi rimasti in Ateneo, sia rispetto ai colleghi ospedalieri. A pochi giorni dal congelamento degli stipendi di tutto il settore pubblico, non si conosce la consistenza del fondo che dovrebbe finanziare il futuro economico e professionale di questi lavoratori che vivono in un limbo di indeterminatezza e abbandono. Le chiediamo di fare quanto in suo potere per cancellare o limitare i danni alla dignità personale e professionale dei nostri colleghi».
MATTEO VERCELLI


2 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 23
Policlinico. La denuncia
Caso di tubercolosi Gli infermieri: «Non siamo protetti»
«Curiamo un paziente affetto da tubercolosi senza le protezioni previste in questi casi». La denuncia arriva da un infermiere del Policlinico universitario preoccupato per il probabile contagio della malattia. Il paziente, un uomo di circa 70 anni, da giorni è ricoverato nella struttura dell’Azienda mista e da poco è stato trasferito nel reparto di Rianimazione di Monserrato.
I SINDACATI «Ci troviamo dinanzi a un ulteriore pericolo per gli operatori ai quali spesso non vengono praticati i dovuti controlli annuali al fine di valutare il titolo di protezione, operatori in certi casi vaccinati più di venti anni fa», afferma Paolo Cugliara della Fials, Federazione italiana lavoratori sanità. «Abbiamo chiesto a numerosi infermieri se negli ultimi anni erano stati sottoposti alla prova di Mantoux o ad altri controlli che valutassero la protezione nei confronti del bacillo di Koch, ma non abbiamo ottenuto alcuna risposta positiva, in molti casi non erano stati effettuati nemmeno i prelievi ematici obbligatori. Gli operatori - continua Cugliara - venendo a contatto con il bacillo di Koch, divengono dei vettori, quindi potenziali trasmettitori della malattia ad altri pazienti e ai loro familiari». Più cauta la posizione del Cisapuni (Confederazione italiana sindacale autonoma personale universitario). «Se il paziente è in Rianimazione è un fatto positivo: in quel reparto esistono tre filtri a protezione di lavoratori e malati». Del caso specifico preferiscono non parlare. «Certamente il paziente non è stato ricoverato per tubercolosi - sarebbe stato accolto in altro ospedale - questa patologia potrebbe essere stata accertata solo in un secondo momento».
L’AZIENDA Gabriele Finco responsabile della Rianimazione del Policlinico non commenta la notizia. «Non posso confermarla. La diagnosi esatta non è stata ancora fatta». Gianbenedetto Melis, direttore sanitario dell’Azienda mista, la butta sulla politica. «È una protesta strumentale per rafforzare lo sciopero di tre giorni (9, 10 ,11 dicembre) dei sindacati universitari. Venerdì abbiamo avuto un incontro nel quale abbiamo dimostrato di aver attuato le richieste dei lavoratori, risolvendo problemi decennali, eppure la loro linea non si è invertita. Il Policlinico e l’Azienda mista hanno messo in pratica tutte le garanzie per risolvere il problema della trasmissione di certe malattie. Questo atteggiamento è irresponsabile, non si possono usare i pazienti per fatti non dimostrabili».
 
 
3 - L’Unione Sarda / Cronaca di Olbia - Pagina 20
comune
Borse di studio per universitari
L’Assessore alla pubblica istruzione del Comune di Olbia rende noto che sono state pubblicate le graduatorie relative al bando per l’assegnazione di 30 borse di studio per studenti universitari, cittadini italiani e residenti ad Olbia da almeno tre anni. Le graduatorie sono visibili sul sito del Comune www. comune. olbia. ot.it, alla sezione "Comune Informa", oppure negli uffici del Provveditorato o ancora all’ufficio polifunzionale per il cittadino. ( c. c. )
 
 
4 - L’Unione Sarda / Prov Medio Camp - Pagina 30
Guspini
Un antropologo dell’800 e la sua visita in miniera: convegno a Montevecchio
In occasione del primo centenario della scomparsa di Paolo Mantegazza, antropologo, cultore della scienza e scrittore, l’Université Paris-Sorbonne e l’Università degli Studi di Cagliari, in collaborazione con i Comuni di Guspini e Cagliari e la Provincia del Medio Campidano, hanno organizzato un convegno che si terrà sabato a Montevecchio, alle 9, nell’ex sala mensa impiegati. All’incontro, ospitato nella terra di miniere visitata nel 1869 da Mantegazza, sono stati invitati illustri esperti delle più importanti università italiane che racconteranno un personaggio chiave dell’ottocento italiano. (s.p.)


 
5 - L’Unione Sarda / Iglesias - Pagina 25
L’appello Monteponi, comitato di sostegno
«Un milione e mezzo per salvare l’università»
Un milione e mezzo di euro per rilanciare il corso di laurea di Scienza dei materiali. È questa la cifra che sarebbe necessario inserire nella legge finanziaria regionale alla voce Università di Monteponi: considerati i tempi, sembrerebbe assurda. Ma per Mauro Pili, deputato del Pdl promotore di un ordine del giorno approvato alla Camera a sostegno dell’Università, è questione di volontà politica: «C’è la necessità di lanciare questo accorato appello alla Regione, di farlo tutti uniti, al di là dei colori politici». L’ex sindaco di Iglesias, che nel 1996 si ostinò per ottenere l’istituzione dei corsi universitari, lo dice con entusiasmo nel corso della conferenza stampa organizzata ieri mattina a Bellavista (sede dell’Università) per la presentazione del comitato promotore delle iniziative a sostegno di Monteponi, tra cui l’appello da inoltrare la prossima settimana alla Regione.
«Non si tratta di rilanciare il progetto formativo punto e basta - insiste Pili - ma di impegnarci per un progetto di sviluppo che Scienza dei materiali ha dimostrato di poter garantire. Mi riferisco alla ricerca, agli studi per il riutilizzo delle scorie industriali di cui il nostro territorio è pieno».
Il comitato promotore, referente Paolo Collu, anche lui ex primo cittadino di Iglesias («se la Regione c’è, batta un colpo», incalza), ha già raccolto diverse adesioni, tra cui molti volti noti: Giampiero Pinna, ex commissario del Parco geominerario, Anna Maria Landis e Pietro Serio, ex presidi del Minerario, l’insegnante Maria Dolores Dessì, Roberto Frongia, anche lui amministratore comunale quando venne istituito il corso universitario. L’esponente dei Riformatori parla di «una questione strategica per lo sviluppo; non solo dobbiamo riportare qui Scienza dei materiali (attualmente presente solo col terzo e ultimo anno, ndc) ma puntare anche all’istituzione di un corso per la formazione turistica. Ci sono 40 milioni di fondi strutturali non ancora spesi: in rapporto, 1 milione e mezzo è poca cosa».
CINZIA SIMBULA
 
 
6 - L’Unione Sarda / Spettacoli e Società - Pagina 46
Teatro. In scena oggi e domani al Massimo di Cagliari, incontro col pubblico alle 17 in facoltà di Lettere
E se ci rifacessimo il senno?
Alessandro Bergonzoni, urge essere vivi e attivi
L’anima, l’arte, il potere, la potenza, il pensiero, la bellezza, il dentro e il fuori. Nel turbinare glottologico di Alessandro Bergonzoni c’è tutto: il significato e il significante, i segni e i segnali. Segnali di allarme e di urgenza e di urgenze, prima di tutto. Si chiama Urge non a caso lo spettacolo che oggi e domani rappresenta al teatro Massimo di Cagliari alle 21, per la stagione di prosa dello Stabile di Sardegna, (mentre stasera alle 17 tiene una lectio nella facoltà di Lettere e filosofia), uno spettacolo che quasi accidentalmente può definirsi e risultare comico, di sicuro è - come ama dire - «una fotografia del reale. Ma fantastico, immaginifico, pieno di invenzioni». Praticamente un sogno raccontato attraverso la realtà, scorticando le parole, abradendo i significati, forgiando i sensi, piegando per spiegare. Sì, perché quello che a tutta prima a spettatore distratto può sembrare un gioco in realtà lo è.
«Il ludus latino, jouer francese, to play inglese sono traduzioni di giocare ma anche lavorare, suonare, impegnarsi, fare. Il gioco muove una forza prodigiosa, è creazione, potenza formidabile e sovramana e umana che contrasta al potere, è arte. Senza gioco l’arte non esiste e non esiste il teatro se non come ripetizione. Il teatro è invenzione, forza, deve non solo fare il verso ma versi», dice.
Parole che pe(n)sano…
«Sbagliato vedere solo le parole, infatti. Nello spettacolo le parole sono un mezzo, lo strumento, sono utili, servono. Sono fascino e fascinazione del non conosciuto, sono invenzione».
Ma cos’è che “Urge”?
«Urge pensare alla sostanza, rifarsi all’anima, sollevarsi dalle piccolezze, dagli uomini Non-sai più che Bonsai, dalle mancate crescite. Urge portarsi nella piazza interna di ognuno, pensare alto e altro, rifarsi il senno più che il seno come una chirurgia etica e non estetica. Ribellarsi ma nel senso di tornare al bello, alla sostanza delle cose».
La rivoluzione comincia ogni giorno davanti allo specchio, diceva Bob Mould.
«Condivido in pieno. Se non cambiamo noi, ogni giorno, non cambia nulla. Occorre darsi un nuovo assetto dall’interno, non essere più disposti a subire, acquisire nuove consapevolezze, essere nuovi e liberi dall’interno».
Ma insomma con chi ce l’ha Bergonzoni?
«Non si sentirà nello spettacolo nessun nome di politico o altro. Anche se per molti vorrei mettere la dicitura “Nuoce gravemente alla salute”. La mia non è una tournée politica ma di pensiero, di filosofia, di scrittura, di racconto del corpo, del danno, della paura, della vita. Non mi interessa fare la parodia o l’imitazione o esser “contro” qualcuno ma piuttosto esser “per”. Il teppismo culturale di certe trasmissioni della domenica si combatte non subendolo più. Bisogna pensare di essere attivi e vivi e creativi ma non nel senso dei pubblicitari che piazzano Shakespeare per vendere un’auto».
Ma questo costa fatica e la pigrizia vince.
«Io preferirei chiamarla accidia più che pigrizia. È più comodo non fare, non pensare, non essere. Basta vedere come oggi subiamo l’attacco del nuovo Morbo di Cronac, infinite ore in tv a sviscerare morbosamente casi di cronaca. La colpa è anche nostra. C’è una connivenza di ciascuno con questo stato di cose, la benzina la diamo noi e quindi diventiamo vittime di un fuoco amico. Crediamo di essere liberi e invece, attraverso un meccanismo perverso, siamo lo scarico del mercato e della produzione, e non uomini e donne con sogni e pensieri, con corpi e anime».
Lei è testimonial attivo della Casa dei Risvegli dove molte anime paiono prigioniere di corpi.
«Dopo aver visto “Vieni via con me” ho scritto una lettera a Fazio. Quella puntata con Englaro e Welby è stata eccezionale e io ho il massimo rispetto per Welby e Englaro e per scelte tanto coraggiose. Ma prima di parlare di dignità della vita bisogna vedere e raccontare anche altro e non solo un lato. La dignità della vita è anche altrove, in scelte diverse ma non opposte ed è di tutti. Anche qui non “contro” ma “insieme”, senza speculare con violenza assurda in nessun senso e senza pretesi diritti di replica».
Cosa insegnano quelle vite?
«Bisogna vedere le sale di rianimazione, gli stati vegetativi, i gesti, gli sguardi, conoscere quelle vite e non venirne a conoscenza in maniera traumatica e magari strumentale ogni volta che si presenta un caso Englaro. Giro per le scuole con un signore, un amico, che vive dentro uno scafandro, parla con una sintesi vocale e racconta agli studenti cos’è la sua vita e il suo mondo e la grande dignità di tutto questo».
La politica che cosa può fare?
«La politica è solo figlia delle cose che ho detto. Non si può pensare alle leggi, alle norme senza sapere prima dell’umanità, delle leggi del pensiero e della libertà, della letteratura, della bellezza, della cultura».
GIUSEPPE CADEDDU
  
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
7 - La Nuova Sardegna / Pagina 6 - Cagliari
Nasce un comitato per costringere la Regione a riavviare i corsi universitari a Villa Bellavista 
«Monteponi, centro d’eccellenza che ha un ruolo nel Mediterraneo» 
ERMINIO ARIU 
IGLESIAS. «Far ripartire l’Ausi» a Villa Bellavista riproponendo a Monteponi la ricerca a livello internazionale con la facoltà di scienza dei materiali. È questo l’imperativo che il comitato costituito da ex sindaci, consiglieri comunali, studiosi, tecnici, studenti ed imprenditori, si è imposto per riportare ai recenti fasti l’Università del Sulcis Iglesiente.
Ieri mattina a Villa Bellavista, nonostante gli impegni di lavoro di numerosi aderenti, si è formato un comitato che ha come obiettivo di smuovere nuovamente le acque per ridare al territorio dignità culturale. «Nel 1996 - ha detto il deputato del Pdl, Mauro Pili, che in quegli anni indossava la fascia di sindaco di Iglesias - abbiamo abbattuto il muro dell’impossibile ed abbiano realizzato l’ambizioso progetto che era quello di valorizzare a fini scientifici e di ricerca le scorie lasciate dalle attività metallurgiche e minerarie. Oggi però siamo in posizione più favorevole perché intendiamo internazionalizzare la proposta formativa. A Monteponi, in passato, sono transitati migliaia di ricercatori provenienti dai paesi del Nord Africa e del Medio Oriente per apprendere l’arte di come si utilizzano i rifiuti industriale e come si possono evitare gli errori che le società minerarie hanno commesso nell’isola».
Per il deputato del Pdl per riavviare la macchina universitaria occorrono 1.5 milioni di euro che per la Regione sarebbe una cifra abbordabile.
«Certo - ha aggiunto Roberto Frongia - basta essere oculati nella spesa delle risorse pubbliche. Ci sono oltre 40 milioni di euro di fondi strutturali mentre le esigenze dell’Ausi sono abbastanza limitate». Per il comitato cittadino la battaglia si può vincere anche perché il ministro Maria Stella Gelmini si è dimostrata favorevole ad internazionalizzare la ricerca a Monteponi. In prima linea, oltre all’ex sindaco Paolo Collu, si sono proposti gli ex presidi del Minerario Anna Maria Landis e Piero Serio che, nella fase di avvio dell’Ausi, hanno fatto parte del consiglio di amministrazione del consiglio di amministrazione. «Un paese che non investe nella ricerca è destinato ad un ruolo di secondo ordine - hanno detto Landis e Serio - e questo ci deve spronare perché Iglesias e il Sulcis abbiano un ruolo di eccellenza nella formazione universitaria t. Monteponi è un laboratorio a cielo aperto e questa ricchezza va sfruttata». Il mondo politico cittadino ha fatto quadrato, per salvare l’Ausi, ad di là degli schieramenti partitici.
Nei primi due lustri di attività Scienza dei materiali ha visto centinaia di laureati ed il 60 per cento ha trovato occupazione.
 
 
8 - La Nuova Sardegna / Pagina 4 - Nuoro
Riforma Gelmini, tensione all’Agrario 
Gli alunni tentano l’occupazione, interviene la polizia 
Trovato l’accordo con il preside Gli studenti oggi marceranno insieme agli universitari 
MARIA GIOVANNA FOSSATI 
NUORO. La protesta contro la riforma Gelmini non conosce sosta: ieri mattina gli studenti dell’istituto tecnico agrario Bernardo Brau hanno tentato l’occupazione della scuola. Solo tentato, perché il preside Francesco Goddi, fiutate le intenzioni bellicose dei ragazzi, ha chiuso dall’interno il portone d’ingresso dell’edificio. Gli studenti però non hanno voluto sentire ragioni e, approfittando dell’ingresso di una docente, sono riusciti a forzare il portone e a penetrare all’interno dell’edificio. A quel punto Francesco Goddi si è visto costretto a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine. «Non ho ritenuto di poter concedere loro l’autogestione - ha spiegato il preside - A scuola abbiamo laboratori con apparecchiature delicate e sostanze pericolose. Ho dovuto chiedere l’aiuto delle forze dell’ordine. Ma poi la mediazione ha avuto la meglio: ho concesso loro un’assemblea in aula magna e si sono accordati sullo sciopero di domani (oggi per chi legge ndr)».
Gli studenti hanno deciso di aggregarsi alla grande manifestazione promossa dagli universitari nuoresi che si terrà stamattina. Si parte da viale Sardegna, passando per via Lamarmora, via IV Novembre, via Deffenu, via Papandrea, fino ad arrivare in via Salaris. La protesta è stata decisa durante l’incontro che si è svolto ieri mattina a Sa Terra Mala, dove è intervenuto il preside della facoltà di Agraria di Sassari, Pietro Luciano, che ha spiegato ai ragazzi gli effetti della riforma sui due poli universitari di Sassari e di Cagliari. Il corteo di protesta oggi sarà guidato dal presidente dell’Ausf (Associazione universitaria studenti forestali) Giovanni Ragaglia.
Corteo al quale parteciperannoo anche gli studenti degli altri istituti superiori della città. «Nell’incontro di ieri - dice Ragaglia - il preside ha esposto le criticità dell’intero ateneo sassarese, ovvero i grossi problemi a livello di finanziamenti che ricadranno in egual maniera anche sull’ateneo di Cagliari. Criticità che a cascata si ripercuoteranno su Nuoro». Non solo problemi finanziari però. La riforma introdurrà alcuni criteri di valutazione degli atenei, secondo i quali i finanziamenti verranno assegnati in base alla produttività. «Sono dei parametri imposti dal ministero - prosegue Ragaglia - Le università verranno valutate in base al numero di persone della facoltà che hanno trovato lavoro subito dopo la laurea, in base al numero di studenti che passano gli esami o al numero dei fuoricorso. Come sappiamo, sono parametri proibitivi sopratutto nella nostra isola e a maggior ragione nel nostro territorio». Il corteo studentesco di stamattina arriverà nella sede del consorzio universitario dove gli studenti incontreranno la neo presidente Caterina Loi, alla quale chiederanno conto delle politiche immediate degli enti locali in favore dell’università nuorese. Il nodo più grosso riguarda i fondi per la realizzazione del campus universitario.


9 - La Nuova Sardegna / Pagina 6 - Oristano
Studenti in piazza Secco no alla riforma 
TERRALBA. Un corteo rumoroso e colorato per protestare contro la riforma dell’istruzione. Gli studenti dell’istituto superiore cittadino ieri mattina sono scesi in piazza per manifestare contro i tagli all’istruzione e la riforma Gelmini. Circa 200 ragazzi dell’Istituto tecnico commerciale e del Liceo scientifico di Terralba, assieme ad alcuni ragazzi delle scuole di Oristano e alcuni universitari, hanno manifestato per le strade del paese con striscioni e cartelli, attirando l’attenzione dei passanti con fischietti, tamburi e piatti. A fine mattinata si sono poi fermati nella piazza Cattedrale dove hanno continuato a urlare slogan e a mostrare gli striscioni ben decisi a «farsi sentire»: «Abbiamo intenzione di fare altre manifestazioni di questo tipo, non possiamo restare in silenzio davanti a questi provvedimenti che distruggono la scuola e l’università pubblica - dice uno degli studenti dell’ultimo anno -. Per questo abbiamo invitato anche gli studenti delle scuole di Oristano e anche se non in tanti alcuni hanno aderito. Probabilmente domani riprenderemo con le lezioni, ma abbiamo già in programma altre forme di protesta per farci sentire». Lo stesso fermento che agita gli studenti delle grandi città italiane agita gli studenti della provincia, che sono decisi a impedire la morte della scuola e dell’Università pubblica. (c.d.)
 
 
10 - La Nuova Sardegna / Pagina 6 - Nuoro
NUORO. Corsi di Histudentes
L’associazione culturale Histudentes comunica che sono aperte le iscrizioni ai corsi di preparazione per i test d’ammissione alle facoltà scientifiche a numero programmato di studenti. I corsi si svolgeranno febbraio 2011 e fino al 3 giugno, nella sede di Nuoro. L’iniziativa è patrocinata dalla Provincia di Nuoro e dall’Ordine dei medici chirurghi ed odontoiatri della provincia di Nuoro e dell’Ogliastra. Per maggiori informazioni e/o iscrizioni, si consiglia di consultare il sito internet www.histudentes.com. Gli interessati possono anche inviare una email all’indirizzo: info@histudentes.com oppure chiamare al numero 338 8540630 (Francesco Deledda). L’associazione Histudentes ha sede in via Ugo Foscolo 20 (previo appuntamento da concordare via email e/o telefono). (g.c.)
 
 
11 - La Nuova Sardegna / Pagina 26 - Sassari
ISTRUZIONE
L’Università è solo per i ricchi
Avendo un figlio al primo anno di università ho potuto constatare il motivo principale per il quale l’opinione pubblica medio bassa afferma che gli studi universitari se li possono permettere maggiormente i cosidetti «ricchi o molto benestanti». Mi spiego: «Al primo anno accademico, la borsa di studio viene assegnata agli studenti con il più basso reddito Isee, il quale si ottiene dal reddito dell’intero nucleo familiare di cui lo studente fa parte. Se però la famiglia possiede altre abitazioni, basta trasferire la residenza e lo studente risulta a reddito zero. Questo trucco, legalmente previsto, gli permette di ottenere la borsa di studio, quota mensa ridotta, l’alloggio se studente fuori sede e una fortissima riduzione nelle tasse annuali.
Quindi chi non ha la possibilità di accedere al «trucco» se vorrà raggiungere il sogno della laurea dovrà, andare incontro, insieme alla famiglia, a enormi sacrifici. Si cerca di cambiare l’università con varie riforme, l’ultima la tanto chiacchierata riforma Gelmini, ma di cambiare sistema e metodo per accedere alle agevolazioni non se ne parla proprio mai.
Antonio Carboni
 
 
12 - La Nuova Sardegna / Pagina 34 - Cultura e Spettacoli
Comici, arriva Alessandro Bergonzoni
L’attore oggi e domani al Massimo. Spettacoli a Bauladu e Villasor 
CAGLIARI. Dopo Paolo Rossi è la volta di Alessandro Bergonzoni. Il popolare attore sarà il nuovo ospite della Stagione di prosa del Teatro Stabile della Sardegna, oggi e domani alle 21 al teatro Massimo con lo spettacolo «Urge». Bergonzoni arriva a questo nuovo testo per segnalare come «delle differenze trascurate possono realmente cambiare il senso delle cose, come quella tra sogno e bisogno. Ma anche dimostrare che la comicità è fatta di materiali non solo legati all’evidente o al rappresentato. E soprattutto mettere sotto i nostri occhi il suo “voto di vastità” un vero e proprio canone artistico che lo obbliga a non distogliere mai gli occhi dal tutto». Lo spettacolo è firmato dallo stesso Bergonzoni in collaborazione con Riccardo Rodolfi. L’attore si incontrerà questo pomeriggio alle 17 nell’aula magna della facoltà di Lettere con gli studenti universitari. Teatro e musica domani nel centro congressi San Lorenzo di Bauladu dove Gianluca Medas, voce narrante, Andrea Congia, chitarra classica e Enzo Favata, sax e live electronics presenteranno la performance tratta dal romanzo di Sergio Atzeni «Passavamo sulla terra leggeri» all’interno della rassegna «Amanti de sa Ziminera». Per la rassegna «TeatrinVersus» domani alle 20,30 al Teatro di Fueddu e Gestu a Villasor va in scena «Il Naso» da Gogol a cura della stessa compagnia teatrale con Nanni Melis, Maura Grussu, Rossano Orrù, regia di Giampietro Orrù.(w.p.)
 
 
13 - La Nuova Sardegna / Pagina 35 - Cultura e Spettacoli
Scoperta un’antica carta sarda 
Ritrovata da tre ricercatori, è scritta in caratteri greci e risale al 1100 
Era custodita all’Archivio capitolare di Pisa come striscia di rinforzo di un documento dello stesso autore 
PAOLO MERLINI 
SASSARI. Il mondo della ricerca, preso così poco in considerazione dal governo, continua a riservare sorprese. Accade anche in Sardegna, questa volta per merito di tre giovani studiosi: Paola Crasta, nuorese, che ha conseguito un dottorato di ricerca in storia medievale all’università di Pisa e lì continua la propria attività, e i sassaresi Alessandro Soddu, ricercatore di storia medievale, e Giovanni Strinna, che ha concluso un dottorato in filologia romanza a Siena. La scoperta in questione è una pergamena in sardo dell’epoca ma scritta usando caratteri greci sinora sconosciuta. Risalirebbe agli anni compresi tra il 1108 e il 1130. Ma come si è arrivati al suo ritrovamento? La scoperta è stata casuale, e si deve a Crasta, la quale, su indicazione di Soddu, doveva verificare un altro documento della stessa epoca custodito all’Archivio capitolare di Pisa riguardante l’inventario di beni immobili donati dal giudice di Cagliari Mariano-Torchitorio alla chiesa di Santa Maria di Pisa a Sassari. Bene, pare che la pergamena sardo-greca fosse stata, da chissà quanto tempo, utilizzata come striscia di rinforzo per l’altro documento, in caratteri latini. Dal ritrovamento si è passati all’esame di una copia (il documento originale è sempre a Pisa) da parte dei due studiosi sassaresi, che ne hanno constatato l’importanza e soprattutto il fatto che fosse sconosciuto alla letteratura storica sull’isola.
Come spiega Alessandro Soddu, in un articolo che apparirà nel prossimo numero del Bollettino di Studi Sardi assieme agli scritti dei due colleghi, «si tratta di un frammento di mm. 140x138, recante la certificazione da parte del giudice di Cagliari Torchitorio de Gunale di una serie di negozi (in particolare la vendita di un terreno, ndr) effettuati da tale Gosantini Frau. Il documento non presenta, almeno per la parte superstite, alcun legame con il contenuto dell’altra pergamena, se non per l’autore, il giudice Mariano-Torchitorio. Il frammento membranaceo in caratteri greci costituisce una nuova testimonianza ad integrazione della celebre carta sardo-greca conservata negli archivi di Marsiglia, databile agli anni 1081-1089, con cui il giudice confermava la donazione della donnicàlia di Kluso, con servi annessi, in favore della chiesa di S. Saturno di Cagliari, per quanto le differenze paleografiche fra i due documenti - minuscola la carta marsigliese, maiuscola quella pisana - siano in realtà profonde».
Una scoperta non unica, come sottolineano gli stessi ricercatori, appunto per la presenza di una carta precedente qual è quella conservata a Marsiglia, ma sicuramente degna di attenzione. Con una nota di cronaca che la dice lunga sulla considerazione riguardo i nostri ricercatori: Soddu e Strinna hanno appreso la notizia della loro scoperta ieri dal Tg3 regionale, in un ampio servizio in cui uno dei direttori del Bollettino di Studi Sardi, Giovanni Lupinu, glottologo, professore associato all’università di Sassari (l’altro responsabile della rivista è Maninchedda, docente di filologia romanza a Cagliari ma più noto come consigliere regionale del Psd’Az) ne declamava l’importanza. Ma i nomi di Soddu e Strinna non sono stati citati, non è chiaro se per colpa di un taglio nel montaggio del servizio o meno. Certo è che sempre con i tagli la ricerca oggi deve misurarsi.


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