Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
27 November 2010
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 
L’UNIONE SARDA
01 - Senato accademico visita il palazzo occupato da ragazzi e ricercatori
02 - Università, pausa del governo Ma le proteste non si fermano
03 - Vini sardi. «L’Australia e l’Asia si battono con la ricerca»
04 - Fermati i pusher della casa dello studente
05 - Policlinico. Rivolta in corsia dei malati oncologici
06 - Università di Nuoro. Il Consorzio da un mese è senza guida
 
LA NUOVA SARDEGNA
07 - Cagliari, anche i presidi sul tetto. Lunedì «veglia funebre»
08 - Sassari, una lunga notte asserragliati nel rettorato 
09 - Atenei occupati e blitz sui monumenti
10 - Perché l’Italia è in caduta libera
11 - Sassari. Dibattito su donne e politica
12 - Sassari. Indagine sulla mobilità di un team di studiosi dell’ateneo
13 - Cagliari. Spacciava all’università studente finisce in cella
 
QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR
    
  
L’UNIONE SARDA
   
1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 29
Università. Il Senato accademico visita il palazzo occupato da ragazzi e ricercatori
BARONI E STUDENTI UNITI NELLA LOTTA
Ieri esami sul tetto. Critiche al rettore: ci vuole più coraggio
Il Senato accademico ieri si è unito alla protesta di ricercatori e studenti, saliti sul tetto del Palazzo delle scienze.
«Oggi la migliore forma di opposizione è fare il proprio dovere», affermano Silvia Mura, 25 anni, iscritta in farmacia, e Valentina Valentini, 41 anni, ricercatrice di farmacologia, che ha interrogato e dato un bel 30 a Silvia, sua studentessa. L’originale forma di protesta è avvenuta ieri sul tetto del Palazzo delle scienze, occupato da tre giorni da ricercatori e studenti mobilitati contro la riforma dell’università. Contro il disegno di legge Gelmini ha preso posizione anche il Senato accademico, ma la sua decisione è considerata troppo debole dagli universitari.
BLOCCO DELLE LEZIONI Tra i colleghi di Valentina Valentini c’è Valentina Onnis, ricercatrice di Chimica farmaceutica con 64 pubblicazioni scientifiche in riviste internazionali. «Se passa la riforma sospendiamo le lezioni per tutto l’anno accademico». In pratica il blocco dell’Università di Cagliari. Infatti molti insegnamenti, per l’indisponibilità dei ricercatori a fare didattica (a cui non sono obbligati), sono stati spostati dal primo al secondo semestre. Proprio quando molti professori ordinari e associati andranno in pensione, e quindi il carico didattico sarà ancora maggiore per i ricercatori, che passeranno dall’attuale 40 al 60 per cento del corpo docente.
IL SENATO SUL TETTO Sul tetto ieri mattina c’era attesa per l’arrivo dei rappresentanti del Senato accademico, che a fine mattinata si sono uniti a studenti e ricercatori nella protesta, dopo aver approvato una mozione in cui «auspica la più ampia partecipazione alla mobilitazione» prevista per martedì, giorno della votazione finale della riforma alla Camera. Giunto sul tetto, il rettore Giovanni Melis ha spiegato che «l’Università sollecita la più ampia partecipazione alla mobilitazione ma nessun blocco delle lezioni». Un nulla osta ai presidi per favorire la protesta.
STUDENTI Agli studenti però la rassicurazione del rettore non è bastata. Nicola Usala, eletto in Senato con la lista Unica 2.0, che ha vinto con ampio margine le recenti elezioni universitarie, è stato netto: «La situazione è grave, non sono ammissibili prese di posizioni blande. Si sarebbero dovute sospendere le lezioni per un giorno». La mozione è stata votata all’unanimità, ma il senato si è diviso su un emendamento di Unica 2.0, votato, oltre che dai tre rappresentanti degli studenti, anche dal preside di Architettura, Antonello Sanna, e da Antonio Funedda, esponente dell’area di Matematica. Tra gli studenti si è espresso in modo contrario Roberto Mura, della lista Uniti e liberi.
VEGLIA FUNEBRE Enrico Lallai, iscritto in Lettere e coordinatore di Unica 2.0, ha fermato Melis prima che andasse via. «Ci conceda almeno di poter rimanere la notte qui per organizzare la veglia funebre dell’università», una serie di eventi culturali che andranno avanti per tutta la notte tra lunedì e martedì al Palazzo delle scienze, fino al momento della votazione a Montecitorio, che verrà proiettata su maxischermi anche nell’aula magna della facoltà di Ingegneria e nella Cittadella universitaria di Monserrato.
FRATTURA Melis alla fine ha concesso il Palazzo ma il gesto distensivo non ha fatto venir meno l’amarezza di chi ha passato la notte all’addiaccio. Come ogni evento straordinario, anche la visita del Senato accademico, è stata immortalata in una foto di gruppo. Gli studenti però non hanno partecipato. Frattura per un giorno. Tutti uniti di nuovo solo martedì, quando si deciderà la sorte degli atenei italiani.
MARIO GOTTARDI
 

2 - L’Unione Sarda / Cronaca Italiana - Pagina 11
Il ministro Gelmini agli studenti: non fatevi strumentalizzare
Università, pausa del governo Ma le proteste non si fermano
ROMA Il Parlamento si è preso una pausa. La protesta no. Le occupazioni di facoltà, «tetti» e monumenti sono continuate anche ieri in tutta Italia e in molti atenei andranno avanti, weekend incluso, fino a martedì, quando la riforma dell’università tornerà in aula, alla Camera, per riprendere il cammino. Dal capitolo su parentopoli.
Giornata di quiete politica nelle sedi istituzionali, ma di fitti dialoghi a distanza. Il ministro Gelmini dai microfoni di RadioAnch’io è tornata ad attaccare i baroni «che fanno lobby in Parlamento» e ha invitato gli studenti a non farsi strumentalizzare né da loro né dai centri sociali. Ai ragazzi ha parlato anche via web, dal suo canale su Youtube. «Questa riforma vuole aiutarvi, non danneggiarvi. È nel vostro interesse. Si tratta di un disegno di legge indispensabile per migliorare la vostra condizione all’interno degli atenei». Ma il terreno comune tra mittente e destinatari sembra essere solo quello della rete. Al ministro, Link, una delle associazioni studentesche impegnata nelle contestazioni, ha risposto picche con una video-lettera eloquente: «Questo Governo dovrebbe solo avere la decenza di ritirare il ddl e andarsene a casa». A duellare non sono soltanto manifestanti e ministro. Anche tra i rettori si registrano spaccature evidenti. Nel corso della seduta dell’assemblea della Crui c’era stato un invito al Presidente Decleva a evitare dichiarazioni a sostegno della riforma. Ma si sono levate diverse voci critiche, a cominciare da quelle dei rettori degli atenei sardi, Attilio Mastino (Sassari) e Giovanni Melis (Cagliari), e de La Sapienza, Luigi Frati secondo il quale «gli studenti di centrodestra e centrosinistra sono preoccupati per il proprio futuro, studiano e non hanno prospettive di lavoro». Intanto a Venezia un gruppo di alcune decine di studenti ha preso ieri possesso della balconata centrale della Basilica di San Marco per un’azione dimostrativa; a Genova un migliaio di studenti, universitari e studenti delle superiori, hanno occupato la stazione ferroviaria stendendo striscioni sui binari; all’Aquila assemblea sul tetto nonostante la neve; a Pisa alcune centinaia di studenti hanno sfilato in corteo per le vie del centro lanciando uova contro la sede di Confindustria; e a Torino, restano occupati Palazzo Nuovo e alcune aule del Politecnico e delle Facoltà Scientifiche.
 
 
3 - L’Unione Sarda / Economia - Pagina 19
Le cantine: 7,5 milioni di investimenti per migliorare la tipicità dei prodotti, ma serve più promozione
VINI SARDI, LA QUALITÀ È VINCENTE
«L’Australia e l’Asia si battono con la ricerca»
Secondo le cantine sarde la qualità dei vini è la ricetta vincente per battere la concorrenza che viene dall’Australia e dell’Asia.
Il 51,3% delle superfici coltivate a vigneto si trova in paesi extra europei. Con i suoi 780 mila ettari l’Italia raggiunge la percentuale del 10,4% di quella complessiva. Il dato sardo si attesta allo 0,3%: 26 mila ettari di superficie vitata, il 3,3% di quella nazionale. Paesi come quelli asiatici, australiani e americani diventano sempre più forti e aggressivi. Per l’Isola la sfida con i mercati internazionali del vino è difficile, ma non impossibile. A patto di investire in qualità (e quantità) e insistere sulla promozione dell’immagine della Sardegna. È quanto è emerso ieri al T Hotel di Cagliari durante la presentazione del Progetto Vino e Sardegna Convisar, iniziativa che, per la prima volta, vede sei cantine, diverse per produzione e volume di affari, impegnate in un percorso di miglioramento della qualità della filiera.
IL PROGETTO Inserito nel programma quadro dedicato alla ricerca scientifica e tecnologica e sottoscritto dai ministeri dell’Economia e dell’Università e dalla Regione, il progetto è nato nel 2008 con un investimento di sette milioni e mezzo di euro per tre anni (il 30% a carico delle imprese). Ne fanno parte l’Argiolas di Serdiana, la Cantina Li Duni di Badesi, la Cantina delle Vigne di Piero Mancini di Olbia, le cantine sociali Mandrolisai di Sorgono, Gallura di Tempio e Trexenta di Senorbì. «Un’aggregazione indispensabile per concentrare le risorse umane, tecniche, culturali e finanziarie in funzione del miglioramento delle tipicità sarde», ha spiegato il presidente del Convisar, Carlo Giua. Diverse le partnership pubbliche e private attivate mentre 50 ricercatori universitari lavorano intersecando settori come viticoltura, enologia e genetica. L’equipe ha già studiato 90 ettari di terreno con diversi obiettivi: allargare l’area dei vitigni pregiati, ideare tecniche enologiche e sperimentare nuovi vini.
I NUOVI MERCATI Tutto questo dovrà tradursi in maggiore competitività economica. Gianni Nieddu (Università di Sassari), responsabile scientifico del Convisar, considera che «la produzione vitivinicola sarda rappresenta il 2% di quella nazionale, l’1% di tutte le esportazioni. Ma i nostri vini a denominazione di origine controllata e garantita rappresentano il 35% della produzione sarda, mentre migliora il livello delle cantine private e aumentano i riconoscimenti nazionali e internazionali». Segno che l’Isola comincia a farsi notare. Per Mariano Murru direttore tecnico di Argiolas «vendiamo in Nord Europa e negli Stati Uniti e ci muoviamo bene anche nell’Est Europa e in Asia. Ma occorre fare di più per far conoscere il prodotto Sardegna». Piero Mancini, dell’omonima cantina, concorda e ricorda che spesso i produttori sardi devono fare i conti con colossi internazionali.
LA REGIONE Per l’assessore alla Programmazione, Giorgio La Spisa, intervenuto al convegno, c’è una disponibilità a studiare strategie mirate alla promozione «purché elaborate con azioni di marketing selettive legate ai diversi prodotti. Ma, avverte, per essere competitivi a livello globale occorre investire sulla qualità senza trascurare l’incremento della quantità delle produzioni».
CARLA ETZO
 
 
4 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 27
Via Trentino. Un ventenne è stato arrestato, i tre coetanei denunciati: avevano marijuana e hascisc
Fermati i pusher della casa dello studente
Per gli inquirenti non ci sono dubbi: i quattro giovani fermati giovedì notte in via Trentino, davanti alla casa dello studente, sarebbero gli spacciatori di riferimento per gli universitari fuori sede che vivono nelle abitazioni dell’Ersu. Fornitori ufficiali per festini a base di marijuana e hascisc.
I CONTROLLI I carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Cagliari erano impegnati in una serie di controlli nelle varie facoltà cagliaritane, in agitazione contro il decreto Gelmini. Mercoledì notte un gruppo di giovani studenti e ricercatori era arrivato a occupare il tetto del Palazzo delle scienze. Così le forze dell’ordine hanno iniziato a presidiare sedi universitarie e case dello studente. Durante un appostamento davanti all’edificio dell’Ersu di via Trentino, i militari, coordinati dal capitano Paolo Floris, hanno notato quattro giovani. Hanno deciso di fermarli e perquisirli, trovandogli addosso diverse dosi di droga “leggera”.
ARRESTO E TRE DENUNCE Solo uno dei quattro è finito in manette, gli altri tre sono stati denunciati. Bruno Addari, studente quartese di 20 anni, aveva un grammo di hascisc e otto di marijuana. Trentatré dosi in tutto. Il giovane, su disposizione del pm di turno, è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente ed è in attesa del processo per direttissima. Gli amici sono stati denunciati per lo stesso reato. D. C., ventenne quartese, anche lui studente, aveva poco meno di un grammo di marijuana (due dosi), mentre D. L., 20 anni di Quartu, due dosi di marijuana e sei semi di canapa indiana. Il quarto ventenne, M. L, di Seulo ma domiciliato a Cagliari, è stato trovato in possesso di 680 euro in contanti (sequestrati perché considerato provento dell’attività di spaccio). In casa i carabinieri hanno recuperato due cartucce calibro 20 a pallettoni: per questo M. L. è stato denunciato anche per detenzione abusiva di munizionamento. (m. v.)
 
 
5 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 32
Policlinico. Un giorno e mezzo di proteste contro il trasferimento in un’altra ala dell’ospedale
Rivolta in corsia dei malati oncologici

Di lasciare i compagni di stanza e affidarsi alle cure di altri infermieri, proprio non ne volevano sapere. Così ieri mattina i pazienti del “blocco D” del reparto di oncologia del Policlinico di Monserrato si sono opposti con veemenza alla decisione dei medici di trasferirli in un’altra ala dell’ospedale.
LA PROTESTA Alla fine hanno avuto ragione loro: la direzione sanitaria per non creare disagi, soprattutto psicologici ai pazienti, ha deciso di riportare tutti dove stavano prima. Un dietrofront che ha rimesso tutti d’accordo ma che è stato preceduto da un giorno e mezzo di disagi e insolite proteste che hanno coinvolto anche i malati non ricoverati nel presidio ospedaliero.
«Quando sono arrivata al Policlinico con mia madre che doveva sottoporsi alla terapia», racconta Jessica Lai, «ci hanno detto che contrariamente al solito dovevamo recarci in un altro reparto. Non ce l’aspettavamo proprio. Arrivate nel posto indicato abbiamo trovato altre pazienti disorientate che non sapevano dove andare per sottoporsi alle visite o per fare la terapia. Gli stessi medici e infermieri non sapevano come organizzarsi». La confusione era totale, aggiunge Lai, ed è allora che è scattata la protesta. «Assieme ad altri pazienti siamo andati a protestare in direzione. Ci hanno risposto che il trasferimento era indispensabile».
Il trasloco da un reparto all’altro è stato deciso dagli stessi medici dei reparti oncologici per migliorare il servizio. Lo spiega il direttore sanitario Gian Benedetto Melis che spiega la decisione poi revocata: «Venti pazienti oncologici in uno stesso reparto sono un impegno notevole per il personale. Per questo abbiamo pensato di dividerli nei due reparti in modo da rendere l’assistenza più efficiente». Avvenuto lo spostamento è però scoppiata la rivolta in corsia.
DECISIONE REVOCATA «Per non creare problemi psicologici ai pazienti», aggiunge Melis, «e dopo aver capito che molti non avevano gradito per nulla il trasferimento, abbiamo deciso di ripensarci e di riportare i malati nelle stanze che hanno occupato finora. L’altro reparto, dunque, sarà utilizzato dai nuovi ricoverati».
Già ieri pomeriggio la rivolta si è placata e gli animi si sono rasserenati: i pazienti sono rientrati nelle proprie stanze e anche i malati non ricoverati che si devono sottoporre alle terapie potranno farlo nel reparto dove si recavano di solito.
GIORGIA DAGA 
 
 
6 - L’Unione Sarda / Nuoro e Provincia - Pagina 25
Università
Il Consorzio da un mese è senza guida
Consorzio universitario senza nocchiero: Comune e Provincia, liquidano il commissario liquidatore. Con una delibera di fine ottobre maturata all’indomani di due incontri congiunti delle due giunte ma finora passata in sordina, è stato revocato il mandato a Salvatore Cocco che ricopriva l’incarico da maggio del 2009. Intanto il tema Università nuorese ha agitato la seduta del Consiglio comunale di giovedì. Bocciata con 13 contrari e 10 favorevoli la mozione di “Città in Comune” sull’avvio di un tavolo tecnico ad hoc in cui affrontare la questione, in aula è scoppiata la bagarre e le accuse di indolenza. «Siamo fortemente preoccupati di fronte alla mancanza di una progettualità - lamenta Paolo Manca di “Città in Comune” - il 31 dicembre scade la possibilità di usufruire della copertura economica prevista dall’emendamento Capelli-Dedoni alla Finanziaria regionale, che subordina l’invio di risorse a Nuoro alla nascita del polo della Sardegna centrale. Finora però non abbiamo visto grandi interlocuzioni con Oristano: bocciano la nostra proposta ma non comunicano alternative». Polemiche anche dalla maggioranza: «Una politica fallimentare», è stata la glossa di Mondino Deiara, dai banchi dei socialisti dalle cui fila tra l’altro arriva anche Paola Demuru l’assessore competente fresca di insediamento. Preoccupazione anche da parte dell’Associazione sostegno università Sardegna Centrale che, dopo un incontro con il presidente della Provincia Roberto Deriu, rende pubblico il suo «disorientamento» e si chiede: «Nuoro e le sue Istituzioni vogliono effettivamente l’Università?». ( fr. gu. ) 
 
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
7 - La Nuova Sardegna / Pagina 2 - Fatto del giorno
Cagliari, anche i presidi sul tetto 
Coinvolto il senato accademico. Lunedì «veglia funebre» 
CAGLIARI. Salgono sul tetto del Palazzo delle Scienze anche i rappresentanti del senato accademico. Dopo la conclusione della sessione in rettorato di venerdì mattina, i senatori si sono esposti alle domande dei giornalisti e all’ obiettivo delle telecamere per rendere pubblica la loro posizione contro la «Riforma Gelmini».
La docente di Medicina Giovanna Maria Ledda, anche lei presente sul tetto in veste di senatrice accademica, motiva la presenza dei suoi colleghi: «Noi - ha detto - testimoniamo il disagio dell’intero ateneo, i tagli previsti dal ddl stanno rendendo impossibile il rispetto del diritto allo studio e l’università sarda sta passando il suo momento più buio». Segue la stessa linea la mozione approvata ieri dall’organo accademico, che invita gli studenti a partecipare in massa alla mobilitazione prevista per il 30 novembre.
«Gli studenti sono fortemente critici», sostiene Marco Meloni, rappresentante del CdS, per il quale «la presenza del rettore e dei presidi è apprezzabile».
Anche il preside della facoltà di Architettura, Antonello Sanna, parla di emergenza, condivide la volontà di dover dare una risposta alla manovra istituzionale e assicura che «il mondo universitario è probabilmente diviso sulle modalità di espressione del dissenso, ma è sicuramente unito nelle sue finalità». Il preside di Ingegneria Massacci aggiunge: «La condizione di indigenza dell’università pubblica dura da decenni, il nostro Paese nel campo dell’istruzione spende la metà di tutti i Paesi civili del mondo».
Anche il rettore Giovanni Melis sale sul tetto, ma la sua visita dura poco, giusto il tempo necessario per accettare la richiesta da parte degli studenti di poter utilizzare una parte della struttura per celebrare la veglia funebre dell’università. Un’iniziativa lanciata da «Unica 2.0» per stimolare la partecipazione studentesca alla protesta, che consiste in una notte bianca al palazzo delle Scienze per lunedì sera, in occasione della vigilia della discussione alla Camera. L’evento sarà aperto a tutti e durante la sera non mancheranno attività culturali, proiezioni, dibattiti, sessioni acustiche e reading. Gli studenti stanno già stilando una lista, tipo quelle del programma «Vieni via con me», con istanze e principi sui quali dovrebbe essere fondata l’università pubblica.
 
 
8 - La Nuova Sardegna / Pagina 2 - Fatto del giorno
Incontro con Mastino
Sassari, una lunga notte asserragliati nel rettorato 
ANDREA MASSIDDA 
SASSARI. Nell’aula del rettorato designata come quartier generale dell’occupazione campeggia un enorme ritratto di Eleonora d’Arborea con in mano una spada. Un’icona già diventata simbolo della pacifica battaglia che studenti, ricercatori, docenti e persino il rettore Attilio Mastino stanno combattendo insieme per scongiurare l’approvazione della riforma del sistema accademico disegnata dal ministro Mariastella Gelmini. In attesa del verdetto parlamentare, che arriverà martedì prossimo, ieri è cominciato il presidio della sede dell’ateneo. E stamattina gli studenti di tutte le scuole superiori e di tutte le facoltà si ritroveranno alle dieci in piazza d’Italia per manifestare il proprio dissenso occupando una sala del palazzo della Provincia.
In rettorato, tuttavia, ieri il clima era molto sereno. Di notte l’aula occupata è diventata un ricovero per una decina di studenti che ha scelto di dormire lì arrangiandosi con sacchi a pelo e materassini. Per cena una pizza, mentre dai computer portatili arrivavano comunicazioni sulle clamorose azioni di protesta nel resto d’Italia e sul commento di Emilio Fede al Tg4 (riferendosi agli studenti scesi in piazza ha detto: «andrebbero menati»).
Intorno alle sette di sera, di ritorno da Roma, il rettore Mastino ha riferito a studenti e docenti quanto è emerso nella Conferenza dei rettori italiani (Crui). E cioè che un cospicuo numero di «magnifici» sarebbe schierato con i manifestanti.
Di mattina nell’aula occupata si sono addirittura svolte alcune lezioni. Nel frattempo giungevano i messaggi di solidarietà, come quello di Giovanni Maria Canu, presidente per il Nord Sardegna della Confederazione italiana agricoltori, che ha voluto incontrare gli studenti personalmente. Proprio come faranno stasera i cassintegrati della Vinyls, attesi in rettorato per le 16,30.
 
 
9 - La Nuova Sardegna / Pagina 2 - Fatto del giorno
Atenei occupati e blitz sui monumenti 
L’appello del ministro su YouTube: «Studenti, non fatevi strumentalizzare dai baroni» 
ROMA. Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Mariastella Gelmini lancia un appello agli studenti su YouTube perché non si facciano strumentalizzare «da baroni e centri sociali». La risposta arriva in fretta: in tutta Italia, ragazzi e ricercatori prendono possesso dei luoghi simbolo. Giovedì il Colosseo, la Torre di Pisa, la Mole Antonelliana. Ieri la basilica di San Marco a Venezia, il Duomo di Messina, i palazzi comunali di Bologna e Siena.
Mentre i blitz si moltiplicano, nel pomeriggio da Roma arriva l’annuncio che rischia di gettare nuova benzina sul fuoco delle proteste: Futuro e libertà martedì voterà «sì» al disegno di legge. Lo conferma il presidente della Camera Gianfranco Fini: «Riforma positiva, ma la protesta è un campanello d’allarme».
Ovunqe la tensione cresce. A Bari i ricercatori espongono il lutto. A Genova un migliaio di studenti blocca la stazione; a Cagliari e Sassari, nei presidi occupati, si organizza una «veglia funebre» per lunedì, vigilia dell’approvazione del decreto. A Trento un gruppo di manifestanti contesta il ministro dell’Interno Roberto Maroni, invitato a una cerimonia, a Pisa un corteo si trasforma in un lancio di uova contro la sede di Confindustria. In serata viene bloccato l’ingresso del teatro regio di Torino, dove si apre il Torino film festival. Occupazioni a Urbino, Torino, Udine, Perugia, Genova, Catania, Pisa, presidio di docenti a Palermo, assemblea permanente a Cosenza. Alla «Sapienza» di Roma, salgono sui tetti per solidarietà il presidente dei Verbi Angelo Bonelli, Mario Tozzi, docente e conduttore tv, e il regista Paolo Virzì.
La rabbia che monta, trainata dai contatti via Internet, convince il ministro Mariastella Gelmini ad affidare un appello a YouTube: «Ragazzi, questa riforma vuole aiutarvi, non danneggiarvi. Non favevi strumentalizzare, questo ddl è per voi, per eliminare privilegi e sprechi, spazzare via concorsi truffa e parentopoli». Poi ribadisce ai microfoni Rai: «Dovrà essere una riforma vera, organica, o sarà ritirata». Dunque niente «accordini e compromessi al ribasso» e due stoccate: ai baroni, che fanno «lobbing in parlamento», e al segretario del Pd Pierluigi Bersani che il giorno prima è salito sui tetti: «Rischia di legittimare gli eccessi». Rispondono attraverso YouTube gli studenti del coordinamento Link: «Restiamo stupefatti di fronte a tante falsità». Risponde Bersani: «Ministro arrogante. È lei che ha mandato sui tetti gli studenti: io sono andato a trovarli». Oggi gli studenti saranno in piazza a Roma con i lavoratori della Cgil, e il sindacato, con il segretario Susanna Camusso chiede il ritiro della riforma.
 
 
10 - La Nuova Sardegna / Pagina 2 - Fatto del giorno
Perché l’Italia è in caduta libera 
FERDINANDO CAMON (fercamon@alice.it) 
La crisi economico-finanziaria potenzia e accelera le altre crisi, che in ogni Paese sono latenti. Da noi sono latenti la crisi dell’unità nazionale, a cui ogni settimana il Veneto infligge un colpo mortale; la crisi della protezione naturale, come s’è visto nel Veneto; la crisi ambientale, come si vede a Napoli; la crisi della sicurezza, anche se non dobbiamo farci trascinare dalla furia polemica di Saviano e accusare il partito dell’attuale ministro dell’Interno: onestà c’impone di riconoscere che questo ministro raccoglie più successi dei precedenti. Ma ciò non basta a farci credere che la vittoria sia sicura, né tantomeno che sia prossima.
Siamo nel pieno di una crisi occupazionale, specialmente tra coloro che cercano il primo impiego: la giovane generazione di oggi sta peggio della giovane generazione di un quarto di secolo fa. Perdura la crisi della scuola e dell’università, dove non c’è ricambio d’insegnanti, non c’è un sistema di selezione del personale e di premio del merito. Nell’università non s’è ancora trovato un metodo per troncare la mafia accademica, che per essere accademica non è meno mafia dell’altra, e ha lo stesso risultato di soffocare il merito e creare clan.
Soffriamo di una doppia crisi politica: la maggioranza emersa dalle ultime consultazioni s’è sfaldata, e il metodo in uso in tutte le democrazie, di far ricorso alle elezioni, da noi non è praticabile, perché siamo anche in una crisi del sistema elettorale.
Il sistema elettorale impiegato nelle ultime elezioni cade sotto le accuse di tutti, quelli che han vinto e quelli che han perso. Accuse pesanti. Si dubita perfino che sia un sistema rispettoso della Costituzione. Io son convinto che non lo è. Facendo eleggere non i prescelti dagli elettori, ma i prescelti dai partiti, di fatto toglie il potere al popolo e lo dà ai partiti. È un sistema adatto a un golpe. Questo concetto non gira, perché siamo anche in una crisi del sistema informativo: non su tutti i giornali puoi esprimere un concetto del genere, né in tutti i tg.
È in crisi l’idea di patria e di cittadinanza: non sappiamo chi possa dirsi italiano e chi no, se sia una questione di sangue (solo il figlio d’italiani è italiano) o di suolo (solo chi è nato in Italia è italiano), cioè un dato, o una questione di storia, cioè un prodotto (chi lavora con noi è dei nostri). Eravamo cattolici, lo era anche chi non lo era, perché, come diceva Benedetto Croce, nessuno poteva ritenersi al di fuori: il Cristianesimo era in tutto, scuola, famiglia, società, diritto. Adesso è diffuso un vezzo per cui se dici male della Chiesa sei «in», se dici bene sei «out». Siamo in piena crisi della cultura: non credo che il ministro dell’Economia abbia pronunciato l’espressione «con la cultura non si mangia», ma quando le famiglie non hanno soldi, i primi beni a cui rinunciano sono libri, dischi, teatro, cinema, quadri, spettacoli, giornali. Nella corsa al si salvi chi può vince l’egoismo più barbarico e primordiale. Lombardia, Veneto, Liguria, Piemonte e Marche (anche la Sardegna di fatto si è defilata) non vogliono dare una mano alla Campania, che ha il problema di smaltire i rifiuti. Dire alla Campania «i vostri rifiuti ve li dovete mangiare», come dice Gentilini, non significa «vorrei aiutarvi ma non ce la faccio», ma significa «sono contento che stiate male, vorrei vedervi morire». Qui occorrono tanti cambiamenti. Ma prima di tutto deve cambiare lo strumento che permette i cambiamenti, e cioè il sistema elettorale. Chi è d’accordo su questo si preoccupa per noi. Chi non è d’accordo si preoccupa per sé.
 
 
11 - La Nuova Sardegna / Pagina 26 - Sassari
Dibattito su donne e politica 
Preferenza «di genere», da un seminario proposte per la legge elettorale 
SASSARI. «Donne e politica, una questione di democrazia cambiare la legge elettorale della Sardegna». È il tema di un seminario organizzato dal Csu (Centro studi urbani dell’Università) e dalla scuola di dottorato in Scienze sociali - indirizzo Scienze della governance e dei sistemi complessi - lunedì 29 alle ore 16 nell’aula magna dell’Università centrale. Le riflessioni prenderanno spunto dalla legge elettorale della Campania che introduce la «preferenza di genere». L’incontro avvierà una riflessione critica sull’effettiva rappresentanza delle donne nelle assemblee elettive che resta significativamente inferiore a quella maschile. «Il Csu e il dottorato in Scienze della Governance considerano questo tema una questione sostanziale di democrazia - spiegano gli organizzatori - giacché a tutt’oggi viene negato nei fatti l’equilibrio della rappresentanza politica dei due sessi, peraltro sancito dalla Costituzione, ma mai applicato nella prassi politica. L’iniziativa sarà l’occasione per avanzare proposte di modifica della legge elettorale della Sardegna e per ipotizzare l’introduzione di strumenti normativi efficaci per garantire che l’universo femminile abbia un reale accesso alla politica».
Di tutto ciò parleranno Attilio Mastino, rettore dell’Università; Antonio Fadda, direttore del dipartimento di Economia, istituzioni e società; Simonetta Sotgiu, magistrato di Cassazione; Carla Sepe, già funzionaria della Presidenza della Repubblica; Maria Grazia Giannichedda, docente di sociologia dei fenomeni politici. Interverranno, inoltre, esponenti del mondo politico e giuridico. Coordinerà i lavori Antonietta Mazzette, coordinatrice del Csu e dell’indirizzo di dottorato.
 
 
12 - La Nuova Sardegna / Pagina 21 - Sassari
Paura sugli autobus Il 73% dei sassaresi non si sente sicuro 
Indagine sulla mobilità realizzata da un team di studiosi dell’ateneo 
SASSARI. Il problema non è il costo del biglietto o la rapidità degli spostamenti. E nemmeno la frequenza delle fermate. La realtà è che il 73,3 per cento dei sassaresi a bordo del mezzo pubblico non si sente sicuro. È uno dei dati più significativi della ricerca «La governance della mobilità locale», presentata ieri nella sala «Sassu» del Conservatorio. L’indagine, commissionata dall’Atp a un team di ricercatori dell’università sassarese, è destinata ad accendere il dibattito.
Dai dati emersi nel corso dei lavori, moderati dal presidente dell’Azienda trasporti pubblici Leonardo Marras, filtra un quadro chiaro delle criticità di un settore portante per l’economia del territorio, eppure ancora gravato da una serie di problemi spinosi.
Studiando i risultati scaturiti dall’analisi della domanda e offerta di mobilità, in città e nell’hinterland, i ricercatori, guidati da Mauro Tebaldi, hanno isolato alcuni elementi di fondo.
Primo fra tutti la mancanza di coordinamento dei protagonisti principali sulla scena del trasporto pubblico locale. Come dire che chi dovrebbe non comunica abbastanza rendendo ancora più difficile il governo di un ambito delicato come quello della mobilità dei cittadini. Mancherebbe, secondo l’analisi dei ricercatori, una cabina di regia capace di coordinare le diverse tipologie di trasporto, nell’ottica di ciò che gli addetti ai lavori chiamano «intermodalità»: autobus e metrò leggero, in questo caso, che dovrebbero agire in sinergia.
A complicare le cose c’è il fatto che il territorio si presenta come un sistema di satelliti, i centri minori, che gravitano sul pianeta principale, la città di Sassari. «Si dovrebbe - spiega invece Marco Calaresu, uno dei curatori dell’indagine - ripensare il territorio come un’area vasta e distribuire i flussi su diversi centri non solo da e per Sassari». Una visione di tipo consortile, insomma, dove Sassari, Alghero, Porto Torres, Sorso e Castelsardo stiano dentro un sistema unico per fare gioco di squadra. Poi c’è da lavorare, e non poco, sull’atavico individualismo dei sardi (i sassaresi non fanno eccezione) che porta a un uso smodato dell’automobile, magari per fare soltanto poche centinaia di metri.
Ma non basta. «Anche quando i cittadini fossero virtuosi - fa notare Mauro Tebaldi - la sommatoria dei virtuosismi non dà come risultato la soluzione del problema». Da qui l’esigenza di affrontare la questione sul piano politico e istituzionale mettendo al centro dell’azione l’esigenza di mobilità dei cittadini: «Risanare i bilanci e acquistare mezzi nuovi sono iniziative lodevoli - prosegue Tebaldi - poi però bisogna rimboccarsi le maniche e risolvere i problemi». Il presidente della Provincia Alessandra Giudici ha detto di essere convinta che buona parte della soluzione sta nel passaggio di competenze dalla Regione alla Provincia «Che deve essere - ha tenuto a precisare - anche passaggio di risorse non solo di oneri».
Dal canto proprio, il presidente Leonardo Marras ha presentato con orgoglio un’azienda ormai orientata verso il completo risanamento, un parco mezzi totalmente rinnovato e tanti progetti nel cassetto, con precedenza assoluta alla dotazione, su ogni autobus, di un sistema di videosorveglianza che risponda in modo adeguato alla domanda di sicurezza dei cittadini.
«C’è ancora molto da fare - ha concluso il sindaco Gianfranco Ganau - ma ormai andiamo verso la costituzione di un’area vasta».
La ricerca, pubblicata dalla casa editrice «Il Mulino», è il risultato di un lavoro certosino, basato su una serie di rilevazioni che hanno impegnato i ricercatori di Scienze politiche nel decennio 1998- 2008.
L’auspicio dei curatori è che questo sia il punto di partenza per far fronte a un problema da cui dipende non solo lo sviluppo economico, ma anche la soluzione del disagio quotidiano di ogni cittadino.
 
 
13 - La Nuova Sardegna / Pagina 2 - Cagliari
Spacciava all’università studente finisce in cella 
CAGLIARI. Un giovane è stato arrestato e tre sono stati denunciati con l’accusa di spacciare droga tra gli studenti dell’università. Sono stati individuati giovedì sera dai carabinieri vicino alla Casa dello Studente e alla Facoltà di lettere e filosofia. A Bruno Addari, studente di 20 anni di Quartu sono state sequestrate 33 dosi di hashish e marijuana. Piccole quantità di droga leggera sono state trovate addosso anche a due quartesi di 20 anni che avevano con sè marijuana e semi di canapa indiana. A un quarto giovane, uno studente di Seulo che vive a Cagliari, i militari guidati dal capitano Paolo Floris hanno trovato 680 euro in contanti, considerati il ricavato dell’attività di spaccio. Il ragazzo aveva anche due cartucce calibro 20 a pallettoni.

 

 

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