Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
21 November 2010
Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio stampa e web
1 – L’Unione Sarda
Economia - Pagina 21
Per 20 giovani disoccupati è previsto anche un tirocinio
Turismo e servizi, 285 mila euro per le nuove imprese dell'Oristanese
 
Il Comune di Oristano punta sull'impresa turistica. In pista 285 mila euro di cui 190 mila recuperati da un finanziamento regionale e 95 mila erogati dalle casse del palazzo di piazza Eleonora. L'iniziativa “Fai un'impresa a Oristano” vede coinvolti non solo il Comune ma anche il Consorzio Uno, la Camera di commercio della Provincia e l'Agenzia del lavoro.
DESTINATARI I beneficiari sono venti aspiranti imprenditori, disoccupati e inoccupati, con meno di 35 anni che intendano frequentare un corso per apprendere le competenze necessarie a creare una nuova impresa giovanile a Oristano. L'attività deve riguardare il settore del turismo o i servizi connessi. Sono considerate imprese giovanili le società e le cooperative costituite “interamente” da disoccupati o inoccupati tra i 18 e i 35 anni o “in maggioranza” tra i 18 e i 29 anni. Possono concorrere anche le ditte individuali i cui titolari abbiano meno di 35 anni e siano sempre disoccupati o inoccupati.
INCENTIVI Le agevolazioni previste si configurano come contributi in conto capitale secondo gli aiuti “de minimis”. Il tetto massimo del finanziamento è pari al 70 per cento (50 mila euro). Pertanto, è indispensabile partecipare con una quota minima del 30 per cento con fondi propri. Sarà data priorità alle proposte imprenditoriali che vedano protagoniste le donne o che siano da realizzarsi nella borgata marina di Torre Grande.
FORMAZIONE Il percorso formativo, della durata di 64 ore, è curato dal Consorzio Uno e dall'ateneo di Oristano e prevede un tirocinio di tre mesi organizzato dall'Agenzia regionale per il lavoro. Al termine, gli aspiranti imprenditori dovranno elaborare un progetto imprenditoriale con cui parteciperanno alla selezione per ottenere i finanziamenti comunali.
MODALITÀ Le istanze devono essere presentate entro giovedì 16 dicembre. Il bando è disponibile sul sito www.or.camcom. it.
ALESSIA CORBU
 
2 – L’Unione Sarda
Economia - Pagina 21
Energia
Un programma di sviluppo da 103 milioni
 
Il ministero per lo Sviluppo economico ha approvato, con un decreto che risale allo scorso 27 ottobre, il Piano operativo 2010 per la ricerca di Sistema elettrico nazionale. In totale sono stati predisposti 103 milioni di euro di investimenti. Di questi 58 milioni sono destinati alle imprese operative nel settore. Tra gli obiettivi c'è quello di stimolare lo sviluppo di tecnologie energetiche innovative, efficienti e competitive e favorire la collaborazione con università e organizzazioni di ricerca. A breve sarà anche elaborato un bando di gara specifico.
Altri 45 milioni di euro saranno ripartiti, nell'ambito di precisi accordi di programma, tra Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) e Rse spa (Società di ricerca sul sistema energetico). Il primo avrà a disposizione tre milioni di euro per attività relative alla produzione di energia elettrica e alla tutela ambientale con il coinvolgimento di istituti universitari. L'Enea, invece, potrà contare su otto milioni di euro per attività relative alla razionalizzazione e al risparmio nell'uso dell'energia elettrica e allo sviluppo delle conoscenze sul nucleare. Il terzo soggetto, infine, si occuperà di governo, gestione e sviluppo del sistema elettrico nazionale. ( c.e. )
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Fatto del giorno
CRISI DELLA PASTORIZIA
Perché nonostante le spese non riusciamo a far decollare il nostro formaggio pecorino?
Che fine hanno fatto gli incentivi per la ricerca, la promozione e la valorizzazione del prodotto?
Giuseppe Pulina
FACOLTÀ DI AGRARIA DI SASSARI
 
Come è ampiamente noto, l’aritmetica non è democratica e la logica è una scienza esatta. Nel primo caso la maggioranza che sbaglia i conti non prevale su una minoranza, per quanto sparuta, che li fa giusti; nel secondo caso da premesse false non possono derivare conclusioni vere. Queste verità, apparentemente astratte, si possono applicare nel contesto dell’attuale crisi del latte ovino, al così detto accordo (denominazione di parte Cappellacci-Prato) o tregua armata (denominazione di parte Mps). Vediamo perché nei punti principali.
1) Prezzo del latte. La base di conto sulla quale è offerto oggi il prezzo del latte è sommariamente la seguente: 1 Kg di pecorino romano vale 4,5 euro; i costi industriali di trasformazione sono di 1,5 euro per cui restano 3 euro per remunerare i 6 litri di latte necessari per produrlo. Il risultato di questa operazione aritmetica è 50 cent al litro, che è il prezzo che sta girando in campagna. L’accordo/tregua assicura un prezzo minimo di 75 cent al litro, cioè 25 cent in più rispetto al prezzo base. Per finanziare questo incremento occorrono 100 milioni di euro, ma l’accordo ne prevede solo 10. Chi metterà gli altri 90?
2) Consorzio latte. Organismo associativo di secondo livello che avrebbe dovuto gestire e valorizzare il comparto ovino della Sardegna. Il Consorzio ha ricevuto dal 2002 dal Cipe, sulla base di un accordo di programma, 55 milioni di euro quale contributo di un investimento complessivo vicino ai 100 milioni. Il progetto si è prolungato nel tempo ed è terminato, dopo varie tribolazioni e rimodulazioni, soltanto nell’ottobre scorso. In esso erano previsti incentivi finanziari per oltre 8 milioni per migliorare la qualità del latte, per la promozione dei prodotti e per la ricerca di nuove tecniche di allevamento e di prodotti innovativi. Che fine hanno fatto questi soldi, o meglio, che risultati hanno dato? Considerato il quadro attuale, pochi o nulla.
3) Ricerca. Impresa collettiva di produzione di conoscenze i cui risultati sono pubblici, soprattutto se finanziata dalle pubbliche tasche. Nel progetto Cipe erano previsti per attività di ricerca incentivi (molti dei quali a copertura del 100% delle spese) per circa 3,6 milioni di euro. Non è dato di sapere quali risultati siano stati ottenuti e dove siano stati pubblicati e, soprattutto, se siano stati prodotti in maniera economica, cioè a un costo compatibile per unità informativa a quello medio delle strutture di ricerca.
4) Valorizzazione. Insieme di azioni finalizzate a migliorare la posizione commerciale di un prodotto attraverso la divulgazione di sue specifiche caratteristiche tradizionali o innovative. Nel caso del pecorino romano, particolarmente bisognevole di cure (vedi sopra), gli incentivi del progetto Cipe sono stati spesi nel tentativo di migliorare la posizione del prodotto nel mercato Usa (poco e niente si è fatto recentemente in Italia, però). Il Consorzio latte e il Consorzio tutela del pecorino romano, grazie ai finanziamenti Cipe di cui sopra, hanno fatto sbarcare a New York il soprascritto e la professoressa Anna Nudda (che hanno prestato la loro opera a titolo gratuito) i quali hanno coinvolto il collega americano Mark MacGuire, della Idaho University, in una conferenza stampa di particolare innovatività nella sede del New York Times. E allora? Beh, il rock and roll da cinquant’anni domina la scena musicale mondiale trovando in sé motivi sempre nuovi e per questo è sempre molto amato. Se facessimo lo stesso per il nostro pecorino?
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 43 - Cultura e Spettacoli
Piccoli migranti crescono
La difficile condizione dei figli degli emigrati nel convegno organizzato dall’Unicef a Sassari
Luigi Manconi: «Estirpare le radici della xenofobia»
MICHELE SPANU
 
 SASSARI. Il 20 novembre del 1989 l’assemblea delle Nazioni unite approvò la Convenzione dei diritti dell’infanzia. Oggi, in tutto il mondo, questa storica tappa di civiltà viene ricordata con una giornata dedicata ai più piccoli: un’occasione ideale per riflettere, ma soprattutto per aprire gli occhi, sui diritti che sono ancora negati per milioni di bambine e bambini in ogni angolo del mondo. Malnutrizione e abusi sono solo una parte delle ingiustizie che devono affrontare i piccoli nel Terzo mondo. Nell’ Occidente «civilizzato», infatti, le ingiustizie non sono da meno. Basti pensare ai drammi che subiscono i tanti minori venuti in Italia da lontano, abbandonati, senza tutele. Ecco perché a Sassari l’iniziativa è stata celebrata nei giorni scorsi con un convegno che ha portato sotto i riflettori la difficile questione dei minori stranieri nel nostro Paese.
 La tavola rotonda, organizzata dall’Unicef Sardegna, si è svolta giovedì pomeriggio nell’aula magna dell’università di Sassari. Il titolo, «Piccole donne (e uomini) crescono» è stato scelto per far capire che i bambini devono essere i primi a godere del riconoscimento dei diritti universali dell’uomo.
 Il dibattito, moderato dalla giornalista di Rai News 24 Iman Sabbah, si è aperto con i saluti di Paola Manconi, presidente Comitato regionale dell’Unicef. L’avvocato e costituzionalista Ernesto Maria Ruffini ha poi aperto la serie degli interventi con una riflessione sulla responsabilità degli adulti nei confronti dei più piccoli, soprattutto quelli che arrivano in Italia, accompagnati dai loro genitori, alla ricerca di un lavoro dignitoso e che invece dopo pochi mesi si ritrovano con un decreto di espulsione in mano.
 Luigi Manconi, presidente dell’associazione «A buon diritto», ha messo l’accento sulla questione xenofobia. Un atteggiamento che nasce, più che dall’odio, dalla mancanza di memoria. «Abbiamo dimenticato che noi italiani, con i nostri figli, siamo stati i primi ad emigrare in maniera massiccia verso l’America. Se ci ricordassimo di questa grande avventura nazionale, probabilmente il nostro atteggiamento verso i migranti, e i loro figli che vivono nel nostro Paese, sarebbe diverso». La xenofobia, dunque, non è una piaga che esiste soltanto in certi ambienti politici e sociali. Vincenzo Spadafora, presidente nazionale Unicef, ha ricordato che i maggiori condizionamenti xenofobi, nel 53 per cento dei casi, provengono dalla famiglie. Ecco perché è fondamentale investire nella formazione dell’opinione pubblica. Per il responsabile Unicef è fin troppo facile interessarsi dell’infanzia in occasione di disastri. Un caso su tutti: Haiti, dove l’emergenza non è di certo finita, ma i riflettori dei media occidentali si sono spenti già da mesi sui piccoli abitanti di quell’isola.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 36 - Nazionale
Università, mai più «somari» ai test d’ingresso
Un’associazione preparerà gli studenti alle facoltà scientifiche
GIANLUCA CORSI
 
 NUORO. Figuracce colossali al momento dei test d’ingresso all’università? No, grazie. Almeno questo sembrerebbe il senso dell’iniziativa dell’“Associazione Culturale Histudentes” che, con il patrocinio della Provincia di Nuoro e dell’Ordine dei medici delle province di Nuoro e dell’Ogliastra, ha organizzato i primi corsi di preparazione per i test d’ammissione alle facoltà scientifiche a numero programmato di studenti. È un modo per arginare il fenomeno degli “studenti-somari”, che in più di un’occasione ha provocato imbarazzo. «La scelta di fondare quest’associazione a Nuoro - spiega Irene Sanna, giovane laureata in biologia - non è casuale, ma nasce soprattutto con l’intento di valorizzare ulteriormente il nostro territorio». I primi corsi avranno inizio il 2 febbraio 2011 e andranno avanti fino al 3 giugno, per un totale di 148 ore (8 a settimana suddivise in due incontri da due ore ciascuno) in cui verranno affrontate materie di indirizzo come anatomia e biologia, chimica, logica e interpretazione testi, fisica e matematica. I corsi avranno per filo conduttore il programma ministeriale e i compiti proposti negli ultimi anni per le facoltà di medicina, veterinaria, professioni sanitarie e, in generale, per tutte le facoltà scientifiche.
 «Nell’ottica dell’orientamento all’Università - continua Sanna - sono previste diverse simulazioni d’esame, con tanto di prove ministeriali (e non), ed in cui verranno spiegate le procedure d’esame e di iscrizione».
 Si tratta di un’iniziativa che potrebbe contribuire a invertire la tendenza del flop agli esami d’ingresso all’università, spesso dovuta anche alla scarsa dimestichezza dei ragazzi nell’utilizzo dei test a risposta multipla. Insomma: i ragazzi sardi non sono dei somari, ma soltanto poco allenati ai test. Ogni anno, infatti, sono circa 8 mila gli studenti che s’immatricolano all’università: quasi la metà è chiamata alla prova dei test d’ingresso. Gli ultimi dati, relativi alle prove d’ammissione alla facoltà di Medicina, avevano dato il solito responso: Sassari e Cagliari ultime nella graduatoria nazionale.
 «Per questo motivo - conclude Irene Sanna - l’iniziativa patrocinata da Provincia e Ordine dei medici può rappresentare un’opportunità importante per molti studenti interessati alle facoltà scientifiche a numero chiuso, senza dimenticare l’utilità che corsi del genere possono avere per l’orientamento alla scelta giusta».
 Chissà che l’iniziativa di Histudentes non serva davvero a chiarire le idee a chi, spesso, sceglie una facoltà senza troppa convinzione, col risultato di rimanere poi uno studente-fantasma. Intanto le iscrizioni ai corsi sono già aperte. Chi vuole può rivolgersi al sito internet www@histudentes.com, all’associazione (via Ugo Foscolo 20) prenotando al numero 349 7327006.
 
 
 

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