Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
14 November 2010
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
   
 
L’UNIONE SARDA
1 - Reumatologia, il ruolo importante del Policlinico
2 - Polo civico. Tra le idee un campus universitario diffuso
3 - Policlinico. Eutanasia, convegno con politici, medici e giudici
4 - Aerei. Deiana: «Chi ha i contributi non può permettersi ritardi così gravi»
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 - La legge finanziaria sposta nuove risorse verso il privato
6 - Dai Caraibi arriva la ricetta migliore per vivere felici 
  

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR
    
  
L’UNIONE SARDA
 
1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 22
L'intervento. Mathieu
Reumatologia, il ruolo importante del Policlinico
Da Alessandro Mathieu, professore ordinario di Reumatologia dell'Università di Cagliari, riceviamo e pubblichiamo.
Come docente ordinario di Reumatologia dell'università di Cagliari desidero ricordare il compimento della decade (2000-2010) dedicata dall'Organizzazione mondiale della sanità a malattie di interesse della mia disciplina. Guardando al presente, va detto che, oltre alla recente istituzione di una struttura complessa (4 letti previsti) presso l'Azienda mista di Sassari, nella Azienda mista di Cagliari, cui partecipa il nostro ateneo, è presente la struttura complessa di Reumatologia da me diretta, che opera attualmente con 8 letti di degenza ordinaria (dei 14 attribuiti, di cui è attesa la completa attivazione). Nell'ultimo decennio la struttura complessa, che comprende una struttura semplice, ha visto l'ingresso di 4 figure di medici specialisti : un ricercatore universitario, e tre medici strutturati del Sistema sanitario regionale che hanno recentemente affiancato i due medici universitari presenti. Da questa struttura un qualificato collega è andato a dirigere la struttura di Sassari come professore ordinario.
Per le degenze ordinarie, nella struttura di Cagliari si tocca il 100% di occupazione letti, con una degenza media in linea con quello nazionale per la complessità della patologia; questa nel 2009 ha avuto un indice superiore a quello medio nazionale. Inoltre la dimensione regionale della provenienza dei casi testimonia la consistenza di polo di riferimento della struttura. La continuità assistenziale nel post-ricovero ai pazienti con malattie reumatiche gravi o potenzialmente invalidanti (lupus e altre connettiviti come sclerosi sistemica e vasculiti, artrite reumatoide, spondilite anchilosante, artrite psoriasica), oltre che alle altre patologie infiammatorie o degenerative (gotta, osteoartrosi, ecc.), è assicurata dall' attività di day hospital e di visite ambulatoriali per il Ssr. Queste ultime sono state incrementate nel 2009 del 30% rispetto all'anno precedente per un totale di 5000 visite e prestazioni specialistiche, mentre nel 2010 si attesteranno intorno alle 6000. A queste si aggiungono le consulenze agli altri reparti interni ed esterni.
Il livello assistenziale di questa struttura deve primariamente dare risposta alle forme reumatologiche sistemiche complesse e complicate. Oltre alle necessità di tali pazienti, il centro si occupa con sessioni ambulatoriali apposite di fornire assistenza per le visite reumatologiche urgenti e non procrastinabili (su specifica richiesta del medico di medicina generale) e per quelle non urgenti programmabili con accesso tramite Cup. Per quest'ultimo tipo di visita, gli ambulatori della struttura evidentemente non possono, per quanto detto sopra, surrogare la rete di ambulatori specialistici territoriali per le visite reumatologiche del livello specialistico di base. In diverse occasioni i responsabili delle strutture reumatologiche di Cagliari e di Sassari hanno espresso il parere che la misura iniziale e immediata più idonea a soddisfare le necessità assistenziali regionali consiste nel potenziamento della rete ambulatoriale specialistica territoriale (aumento delle ore e delle sedi), con adeguato apporto di Specialisti.
Un ultimo cenno alla qualificazione: la qualità dell'intervento specialistico è infatti, oltre alla tempestività, ciò che il paziente richiede maggiormente a tutela della appropriatezza della diagnosi e della terapia e, in definitiva, del proprio destino di malato. Per questo tale aspetto è stato curato in modo particolare: vari medici strutturati, specialisti in formazione e specializzandi di questa struttura reumatologica hanno svolto e svolgono periodi di lavoro e stages in strutture estere e nazionali, confrontando in tutto le modalità assistenziali e traendone la consapevolezza dei propri livelli operativi. Sul piano della ricerca clinica qualificata, tali giovani collaboratori hanno svolto un lavoro consistente e in evidenza sulle migliori riviste scientifiche del settore, in maniera autonoma e in collaborazione con gruppi internazionali e nazionali. Mi auguro che il futuro possa vedere consolidati e migliorati i risultati del nostro lavoro per l'assistenza reumatologica.
ALESSANDRO MATHIEU
 
 
2 - L’Unione Sarda / Cagliari e Provincia - Pagina 21
Polo civico. Tra le idee per il rilancio del centro storico, un campus universitario diffuso
«Castello diventi la vetrina dell'Isola»
«Fare di Castello la vetrina delle eccellenze sarde in campo artistico, artigianale, agroalimentare e culturale». È questo uno dei due progetti per rivitalizzare il centro storico che il Polo civico di Cagliari ha presentato ieri nel sottopiano del Municipio. L'altro è quello di fare della città un campus universitario diffuso, «che abbia come fulcro il carcere di Buoncammino». Il progetto è trasformare la casa circondariale (che verrà dismessa il prossimo anno) «in una struttura ricettiva per gli studenti che sia anche luogo di ricerca e aggregazione sociale». È da queste due ambizioni che il Polo civico parte per conquistare il Comune. Il candidato sindaco c'è già: è Massimo Fantola, presente ieri assieme al consigliere regionale dei Riformatori, Pierpaolo Vargiu.
CASTELLO L'idea di fare di Castello la vetrina delle eccellenze sarde è di Galileo Concas (futuro candidato consigliere, ndr) e per realizzarla bisognerebbe coinvolgere «consorzi turistici, aree protette, pro loco e gruppi di azione locale. Sarebbe una grande attrattiva turistica».
CAMPUS BUONCAMMINO L'altra idea è il “campus di Buoncammino”. Il progetto, illustrato dall'ingegnere Paolo Zucca, dal 23enne laureando in architettura, Alessandro Serra (anch'essi candidati), e dal presidente del Polo, Antonello Gregorini vuole «evitare che il carcere, dopo la dismissione, diventi un altro “castello sorcesco”» come il rudere all'angolo tra il Corso e via Maddalena, rifugio di ratti. L'ambizione è «fare di Cagliari un campus diffuso con poli accademici ben collegati tra loro», spiega Serra, «avendo come fulcro Buoncammino».
PROGETTO Il Comune dovrà promuovere un progetto, di concerto con l'Ersu e la Regione, «di partenariato pubblico-privato, a costo zero per l'amministrazione», spiega Zedda. Il concetto è «passare dalla conduzione manageriale della città a quella impresariale», con un maggiore coinvolgimento dei privati nella gestione dei servizi. Il primo passo verso via Roma è compiuto. Si attendono le altre mosse.
MARIO GOTTARDI
 
 
3 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 23
Policlinico universitario. In discussione aspetti etici, legali e scientifici
Eutanasia, convegno con politici, medici e giudici
“Eutanasia”. È il titolo, inquietante, affascinante e ricco di contenuti etici, legali e scientifici del convegno organizzato dall'azienda ospedaliero-universitaria in programma lunedì a partire dalle 9,30 nell'aula rossa del policlinico di Monserrato.
L'evento durerà l'intera giornata e ha l'obiettivo di esplorare l'argomento del fine vita sotto il profilo legale, medico ed etico. La sessione mattutina, introdotta dalla proiezione di alcune scene del film “Million dollar baby”, sarà dedicata agli aspetti legali e scientifici.
Nel pomeriggio, invece, ci sarà una tavola rotonda sugli aspetti etici cui parteciperanno i parlamentari Ignazio Marino e Piergiorgio Massidda, componenti della commissione parlamentare d'inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del servizio sanitario nazionale, i medici Mario Piga e Salvatore Pisu e magistrati Paolo Turco e Paolo De Angelis. I lavori si apriranno con il saluto dei vertici dell'Azienda ospedaliero-universitaria, dell'università, della Regione e della Provincia.
A riaprire con forza il dibattito sull'eutanasia è stato il caso di Eluana Englaro, la donna che ha vissuto in stato vegetativo per 17 anni, fino alla morte sopraggiunta il 9 febbraio del 2009 dopo l'interruzione della nutrizione artificiale decisa dal padre.
 
 
4 - L’Unione Sarda / Economia - Pagina 17
L'esperto
Vettori aerei sotto accusa
«Chi ha i contributi non può permettersi ritardi così gravi»
La continuità territoriale fa le bizze, con orari non rispettati, e le compagnie che promettono di rimediare alla situazione. Intanto a farne le spese sono sempre i sardi. In particolare, i problemi riguardano la “continuità due”, ovvero quella che collega gli aeroporti della Sardegna con Palermo, Napoli, Firenze, Bologna, Verona e Torino.
PROROGA Il regime in realtà è scaduto all'inizio del 2010, tra gennaio e marzo a seconda delle rotte, ma le compagnie continuano a viaggiare in virtù delle sovvenzioni pubbliche. «La Continuità due a differenza di quella principale», spiega il preside della Facoltà di Giurisprudenza di Cagliari, ed esperto di diritto dei trasporti, «riceve dei contributi pubblici e quindi le compagnie devono rispettare le condizioni contrattuali». Fa eccezione Meridiana che ha accettato gli oneri di servizio pubblico prima che si procedesse al bando di gara per assegnare le rotte (dove opera in via esclusiva), e quindi non riceve alcunché. Il decreto, divenuto operativo nel 2007, prevedeva che lo schema di continuità potesse essere prorogato al massimo per 3 anni. «La continuità uno, quella che collega la Sardegna con Milano e Roma e aggiornata nel 2008, prevede invece un meccanismo di rinnovo automatico», sottolinea Deiana.
REGOLE «Non so a che titolo le compagnie continuino a gestire adesso le rotte della continuità due». Se però le società ricevono ugualmente le sovvenzioni, il contratto deve essere onorato. Stesso discorso per chi si è assunto l'onere, sebbene a titolo gratuito, ma in via esclusiva su determinate rotte. È quindi da rispettare anche la frequenza dei collegamenti, ben indicata nel decreto ministeriale 36 del 2006. I voli Meridiana da Cagliari per Torino, ad esempio, dovrebbero partire prima delle 7 e tornare dopo le 21, invece non accade. I ritardi dovrebbero essere controllati dall'Osservatorio regionale ai Trasporti, e in passato per situazioni analoghe si è anche fatto ricorso alla magistratura. «Il vero problema politico», aggiunge Massimo Deiana, «è che dal 2008, quando è stata riscritta la continuità uno in base ai parametri europei, ad oggi non si è riusciti a cambiare niente». Oltre al controllo, quindi, per l'esperto occorre dare un'accelerata alla riscrittura della continuità.
ANNALISA BERNARDINI
    
 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
5 - La Nuova Sardegna / Pagina 21 - Fatto del giorno
Vale la formula del compri due paghi uno 
La scuola a basso prezzo a scapito della qualità di quella pubblica 
La legge finanziaria sposta nuove risorse verso il privato
Sarà per via delle dure proteste di studenti e professori in tutto il Paese o, più semplicemente, per utilizzare al meglio quel clima natalizio ormai incombente del “volemose bene”, sta di fatto che anche l’integerrimo nonché inflessibile ministro dell’Economia Tremonti ha deciso di dare una ripulitina alla Legge Finanziaria, forse anche per addolcire e convincere i finiani che non è ancora tempo di sfiduciare il Cavaliere. Così ritornano in ballo gli 800 milioni d’incremento ai fondi universitari, inizialmente scomparsi, e i 100 milioni per le borse di studio e i prestiti d’onore che sembravano definitivamente accantonati.
Rimangono invece ancora i tagli da 1,4 miliardi per la scuola in generale, già attivati dal 2008, spacciando per “Riforme epocali” i licenziamenti di decine di migliaia di docenti e di personale ausiliario della scuola pubblica; mentre, al contrario, spariscono gli stessi tagli alle scuole private, cosiddette “paritarie”, con un rientro di ben 245 milioni, Una vera manna, a pensarci bene, per questa tipologia di scuola ormai sempre più diffusa in Italia, dai tempi della ministra Letizia Bricchetto, coniugata Moratti: scuole a cui qualcuno ha dato la facoltà di rilasciare titoli equivalenti ai diplomi della scuola pubblica, distinguendo equamente tra “Free school”, “Public school” e “”Pay Tv” (come gorgheggiava allegramente l’attrice Paola Cortellesi).
Niente da dire, naturalmente, sulla validità di parecchie scuole private. Esistono diverse università non statali che, anche dal punto di vista organizzativo, danno del filo da torcere a quelle pubbliche. Personalmente conosco numerose insegnanti di scuola dell’infanzia che lavorano con passione e competenza in quelli che vengono chiamate ancora “asili”, perché le scuole pubbliche non sono più in grado di assorbirle; e conosco anche molti prof con tanto di abilitazione che insegnano negli istituti paritari, pagati come precari da ufficio del lavoro, che s’impegnano come se lavorassero alla Luis.
Ma come si fa a dare credito ad una normativa che finanzia e autorizza chiunque ad aprire una scuola on line in cui si può promettere impunemente un diploma di “4 anni di studio in 1 anno solo” a prezzi scontati? Per non parlare di quegli istituti superiori che regalano ad ogni nuovo iscritto un iPad, che tende a sostituire i docenti e costa quasi 500 euro. Tanto paga Tremonti.
 
 
6 - La Nuova Sardegna / Pagina 45 - Cultura e Spettacoli
Dai Caraibi arriva la ricetta migliore per vivere felici 
Una squadra di psicologi ha lavorato per mesi nell’isola caraibica: «Lì la gente vive meglio» 
MAURO LISSIA 
Nella Cuba povera di Fidel Castro il livello di benessere individuale è più alto che in Italia. A dimostrarlo è una ricerca condotta dall’università di Torino in collaborazione con l’ateneo dell’Avana. E’ stato Dario Galati, ordinario di psicologia generale, ad approfondire lo studio sull’isola della «revoluciòn» per capire com’é possibile che un popolo lontanissimo dai nostri modelli di consumo e dalla nostra ricchezza materiale viva in uno stato di gioia che sembra slegato dalla realtà. Galati è partito da una sensazione personale per arrivare a conclusioni che fanno riflettere: «Lottare per il superfluo è disumano - spiega il docente al termine di un incontro con gli studenti alla facoltà di Scienze della formazione di Cagliari - per questo malgrado lo stato di notevole povertà, i cubani conservano una grande gioia di vivere».
- Gioia di vivere, quello che forse oggi manca alla gran parte degli italiani. Da cosa dipende?
«Dall’assenza di preoccupazioni, dall’essenzialità della vita a Cuba, che scorre senza mutui da pagare, senza l’ansia di raggiungere successo, soldi, beni materiali. I cubani respingono l’idea di lavorare per guadagnarsi il superfluo, sono infinitamente più saggi e più furbi di noi».
- Allora forse Serge Latouche non ha torto, è indispensabile ridurre i consumi, la decrescita economica per tornare a un’esistenza umana.
«I cubani hanno oggi un reddito pro capite che corrisponde in media a un decimo del nostro, ma godono di servizi essenziali come l’assistenza sanitaria gratuita a ben organizzata. Sono poveri, ma dispongono di quanto è necessario».
- Sanità pubblica organizzata meglio di quella europea?
«L’aspettativa di vita media è pari a quella italiana, noi siamo ricchi ma viviamo lo stesso numero di anni. Poi hanno l’istruzione obbligatoria, gratis e di alto livello. Infine un’assistenza sociale vera, che si manifesta in una tessera annonaria che garantisce gli alimenti indispensabili a tutti. E’ chiaro poi che i cubani integrano il loro magro reddito con molteplici attività, tra cui il turismo. Ma il minimo per la sussistenza è assicurato comunque».
- Basta questo a renderli più felici di noi?
«Non hanno fonti di stress. Nessuno ha un conto in banca o un mutuo da pagare, i cubani non possono fare la rata per l’automobile semplicemente perché non possono acquistarne, i trasporti sono pubblici. Ci sono meno impegni, meno compiti gravosi da assumersi, meno problemi, meno bisogni. La vita è più facile».
- Manca forse anche la competizione, tipica dei paesi cosiddetti progrediti.
«Manca del tutto. Noi in Italia ci complichiamo la vita, dedichiamo un’enorme quantità di tempo al lavoro per raggiungere obbiettivi sproporzionati rispetto alle nostre esigenze reali».
- I cubani hanno tempo, il valore più importante.
«Sì, direi che da questo punto di vista la nostra cultura sia una grande fregatura perché i bisogni inutili ci spingono a spendere moltissimo tempo senza alcun beneficio. Le nostre necessità biologiche finiscono tra parentesi perché bisogna guadagnare, investire, avere successo. E’ tutto una lotta e un’attesa. In occidente la felicità sembra sempre rimandata a domani, ma siccome è sempre rimandata a domani a un certo punto ci scontriamo con la morte e la felicità è rimandata a un’altra vita».
- Mentre a Cuba...
«A Cuba si vive il presente, si gode di ciò che offre il presente».
- Come vi siete mossi per dimostrare questa realtà?
«Abbiamo fatto un’indagine sistematica partendo dai parametri economici, poi abbiamo lavorato su un campione dove è stato messa confronto la realtà cubana con quella italiana. Questionari che riguardavano il benessere soggettivo. Per esempio: quali sono le componenti essenziali per essere felici?».
- Le risposte?
«Le risposte dei cubani sono concentrate sulle relazioni affettive estese e meno su successo, denaro e lavoro. Gli italiani fanno anche loro riferimento alle relazioni affettive di coppia, alla famiglia nucleare, ma soprattutto al successo, al denaro e alla sessualità».
- Che invece i cubani non menzionano?
«No, ma i colleghi dell’Avana mi hanno spiegato perché: nessuno in Italia ha citato il pane perché è ovvio che il pane sia un bene quotidiano. A Cuba il sesso è come il pane, si consuma ogni giorno senza neppure parlarne. E’ la normalità».
- Se lo stesso studio si facesse in Italia, per esempio confrontando la Sardegna con il resto del paese, i risultati sarebbero gli stessi?
«Abbiamo fatto qualcosa sul meridione e i dati assomigliano a quelli riscontrati a Cuba. Al nord aumenta il disagio e aumenta il numero dei suicidi perché cresce la fatica necessaria a produrre il reddito».
- Eppure molti cubani, soprattutto molte cubane, scelgono di trasferirsi nel nostro paese o sperano di farlo.
«Perché conoscono gli italiani nella veste dei turisti, simpatici e spendaccioni. Poi quando vengono da noi e vedono quanta fatica bisogna fare per guadagnare quel benessere economico prendono l’aereo e tornano a Cuba. Loro trovano difficoltà ad abituarsi al nostro stile di vita, soprattutto alla fatica di vivere».
- Ci compatiscono.
«Noi tradiamo la nostra biologia, lavoriamo troppo e dormiamo poco, ci neghiamo persino il sesso a causa della fatica. Nessuna donna cubana è disposta ad accettare un marito che la sera è stanco e va dormire senza aver fatto sesso».
- A Cuba esiste la depressione?
«No, è una piaga nostra. Come la sindrome autistica tra la popolazione infantile: in Europa è in aumento, a Cuba è quasi inesistente. Probabilmente perchè il gruppo familiare è largo e gestisce il disagio meglio che nella nostra società. La famiglia estesa assorbe l’ansia, mentre in Italia tutto è lasciato a carico di una o due persone. In un’organizzazione fondata sull’individualismo e sulla famiglia nucleare è più difficile aiutare questi bambini».
- Il suo è uno spot per il regime castrista?
«No, questa filosofia esistenziale è legata solo in parte alla politica: è cultura locale, endogena. Cuba non sarà mai la Padania, forse i cubani potrebbero diventare più produttivi ma resteranno comunque lontani dai nostri moduli di vita».
- L’Italia dovrebbe tenere conto di questi insegnanenti?
«Dovremmo imparare a non sprecare la vita per raggiungere beni e obbiettivi inutili. Non soltanto da Cuba, ma ora anche dal Brasile, la cultura del futuro».

 

 

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie