Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
12 November 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
Cagliari e Provincia - Pagina 19
Università
Alice Marras (Unica 2.0) vince la sfida per l'Ersu
 
Alice Marras (Unica 2.0) vince le elezioni all'Ersu e con 1929 voti entra nel cda in rappresentanza degli studenti universitari. A lei è andato il maggior numero di consensi nella sfida con Silvia Caria (Uniti e Liberi, 878) e Alberto Renna (gruppo UxS, 541). A rappresentare i docenti nel prossimo triennio sarà invece Gianmario Demuro (Giurisprudenza) votato da 218 colleghi che l'hanno preferito a Valeria Nurchi (Scienze, 154 consensi) e Francesco Floris (Ingegneria, 88).
Quanto alle votazioni negli organi collegiali di Ateneo i dati disponibili sono per ora solo quelli sul personale tecnico amministrativo. Vince la Cgil che nel cda ottiene la riconferma di Stefano Seu (178 preferenze, 50 voti in meno rispetto a tre anni fa) in “squadra” con il collega Cisl Enrico Gioffrè (144 voti) e Arturo Maullu (135) della Cisal. Non c'è la Uil, assente anche negli altri organi collegiali di ateneo. Gli eletti nel Senato accademico sono della Cgil, Daniela Zedda (194 voti), e della Cisal Mario Agus (155 voti). Nel Senato accademico allargato entrano Giovanni Pilo (Cgil, 144 voti), Maria Rosa Leo (Cisal, 100), Stefania Danese (Cisl, 86), Ninni Pillai (Cisal, 74) e Ornella Demartis (Cgil, 70).
 
2 – L’Unione Sarda
Prov Sulcis - Pagina 23
Ausi, Franco Meloni è il direttore
Iglesias. Nominato nel Cda insieme a Murgia e Ghiani
 
Completate le nomine nel consiglio di amministrazione del Consorzio dell'Università del Sulcis-Iglesiente. Nel corso dell'assemblea che si è svolta nei giorni scorsi sono state formalizzate le nomine di Salvatore Murgia, già preside dell'Istituto comprensivo Satta Pascoli di Carbonia, con incarico di vice presidente operativo; Franco Meloni, del Dipartimento di Fisica dell'Università di Cagliari, direttore e Antonello Ghiani componente del Consiglio di amministrazione in rappresentanza del Comune di Iglesias, di cui è commissario straordinario. Il Consorzio Ausi, presieduto da Tore Cherchi, è l'ente che sostiene l'attività dell'Università di Monteponi. Ne fanno parte Provincia, Comuni di Iglesias e Carbonia, Parco Geominerario, Carbosulcis, Igea. (c. s.)
 
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari - Pagina 27
Sassari
Ateneo, la difesa del rettore
 
Il rettore dell'Università di Sassari, Attilio Mastino, e il direttore amministrativo dell'ateneo, Guido Croci, hanno illustrato alla stampa la situazione sull'indagine ministeriale che un anno fa aveva fatto finire l'Università sassarese sotto la lente di ingrandimento della Corte dei Conti.
Nel dossier dell'ispettore arrivato da Roma, Donato Centrone, venivano evidenziati 39 punti su cui l'Ateneo era stato chiamato a rispondere per presunte irregolarità di vario genere. I giorni scorsi, in risposta alla replica dell'Università, sono arrivate le controdeduzioni dell'ispettore ministeriale. «Su 12 punti - ha spiegato il rettore - sono state accolte le spiegazioni dell'Università, mentre sugli altri 27 ancora da chiarire stiamo preparando una relazione che invieremo agli ispettori al più tardi all'inizio di gennaio». Le contestazioni più gravi mosse dall'ispettore nei confronti dell'Ateneo riguardavano «l'improprio l'acquisto di terreni e immobili» non destinati a immediato uso istituzionale, «con conseguente danno» per il loro mancato utilizzo.
«Forniremo agli ispettori tutta la documentazione richiesta - ha spiegato Guido Croci - perché dimostrare la trasparenza dell'università è anche nel nostro interesse, e comunque siamo già in grado di affermare che non c'è stato nessun danno per l'erario».
 
4 – L’Unione Sarda
Prov Medio Camp - Pagina 29
Montevecchio, un premio alle tesi
Borse di studio: una neolaureata presenta oggi il suo lavoro
 
Oggi alle 17,30, nell'ex Mensa impiegati di Montevecchio, nell'ambito dell'ottava edizione del concorso "Tesi di Laurea Parco Geominerario" si tiene la presentazione delle tesi di laurea di Eleonora Todde "L'archivio della miniera di Montevecchio e gli scioperi degli anni 1949-1979" e di Carlo Panio "Profilo storico del diritto minerario in Sardegna. Il caso Carbonia". Il concorso, curato dal Parco Geominerario, è rivolto a neolaureati che abbiano elaborato e discusso una tesi sulla storia, la cultura e le finalità del Parco. Le tre tesi considerate dalla commissione scientifica più meritevoli saranno premiate con una borsa di 1.500 euro. Al vincitore sarà inoltre offerta l'opportunità di pubblicare sul sito internet istituzionale dell'ente un estratto. (s.p.)
 
5 – L’Unione Sarda
Cultura - Pagina 44
Notizie in breve
Festivalscienza
Ultime battute per il “Festivalscienza” all'Exmà di Cagliari. Si parte oggi alle 9 con il dibattito “Il mistero dei numeri primi”. Tra gli altri appuntamenti, alle 16,30 si parla del radiotelescopio con Nichi D'Amico. Chiusura alle 18 con uno spettacolo di magia-scienza coordinato da Giorgio Häusermann.
Giovanni Floris
Giovanni Floris è l'ospite dell'inaugurazione dell'Anno accademico della facoltà di Scienze politiche di Cagliari, oggi alle 11 nell'aula teatro di via Nicolodi. Terrà una conferenza su “Politica, informazione, populismi”.
Incontro a Sassari
Stasera alle 16,30 nell'aula magna dell'Università di Sassari tavola rotonda del Comitato L Egalitè dedicata a “Il Parlamento italiano dalla prima alla seconda Repubblica”.
 
6 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 24
Macchinari e tubature in tilt, la Pediatria rischia il collasso
Macciotta. Una mamma: anche l'acqua calda è un lusso
 
Il direttore sanitario Melis: spazi ristretti, impianti elettrici e idraulici vetusti, la Regione trascura l'ospedale Civile.
La clinica Macciotta è a rischio collasso. I medici e gli infermieri si dannano l'anima per far funzionare l'ospedale pediatrico cagliaritano, punto d'eccellenza per lo studio e la cura delle patologie dei neonati, ogni giorno, però, ci sono nuove emergenze che amplificano il sentimento d'impotenza di chi lavora tra corsie e incubatrici e le proteste dei genitori dei piccoli ricoverati. Spazi ristretti, macchinari fuori uso, impianti elettrici e idraulici troppo spesso in tilt, ambienti angusti.
LA DENUNCIA Una mamma, che preferisce non vedere scritto il suo nome sul giornale, denuncia una situazione al limite nella clinica pediatrica Macciotta. Una serie di problemi che - secondo la donna - mettono a rischio la salute dei piccoli ricoverati. «Voglio mettere a conoscenza di tutti che il macchinario usato per la risonanza magnetica è guasto da sei giorni». Alla clinica di via Ospedale, in certe parti della giornata, anche i servizi più elementari diventano un sogno. «L'acqua calda esiste solo la mattina». Per non parlare delle lunghe ore d'attesa passate tra i corridoi. «Le poltrone dove dovrebbero riposare i genitori sono fuori uso». La madre chiude la lettera con un'affermazione dettata dallo sconforto per la situazione generale. «Mio figlio continua a non ricevere l'assistenza dovuta».
L'AZIENDA MISTA Gian Benedetto Melis è il direttore sanitario dell'Azienda mista (Università-Regione) che gestisce la clinica Macciotta e l'ospedale San Giovanni di Dio. All'ospedale Civile non ha solo un ruolo dirigenziale: è il responsabile della clinica di Ostetricia e ginecologia, un esperto della materia. «Lo strumento per la risonanza magnetica ha appena ripreso a funzionare. È andato fuori uso lunedì, abbiamo fatto immediatamente la segnalazione alla società incaricata per la riparazione. Purtroppo non è sarda e ha impiegato alcuni giorni prima di risolvere il disservizio. È importante precisare - aggiunge Melis - che la risonanza non è un esame che si esegue in emergenza, ma solo per confermare diagnosi e avvalorare terapie. In caso di necessità sono sempre state a disposizione le apparecchiature del San Giovanni di Dio e del Policlinico di Monserrato».
Discorso a parte per l'acqua calda e le poltrone ormai ridotte a brandelli. «L'impianto idrico è vetusto ed è normale che le tubature colabrodo causino disagi. Non conto più le lettere inviate all'assessore alla Sanità per segnalare i disagi. Purtroppo questo ospedale è trascurato, da anni non riceviamo un centesimo per l'innovazione tecnologica e i pochi soldi finiscono in parcelle per progetti mai realizzati».
ANDREA ARTIZZU
 
7 – L’Unione Sarda
Economia - Pagina 17
Autocertificazione
 
Martedì 30 novembre scade il termine per la presentazione on line definitiva dell'autocertificazione della condizione economica da parte degli studenti iscritti all'Università degli studi di Cagliari. La presentazione oltre tale data (o la modifica oltre la stessa scadenza) implica l'applicazione di una sovrattassa di 40 euro fino alla scadenza della terza rata. Se la modifica o la presentazione avviene dopo il 30 aprile 2011, l'importo della sovrattassa è di 120 euro. Info: www.unica.it.

 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 38 - Cultura e Spettacoli
Italia, un futuro a rischio
Giovanni Floris oggi a Cagliari per «Zona retrocessione»
Un libro di denuncia quello del giornalista che lancia l’allarme sul domani incerto
FABIO CANESSA
 
«Zero tituli». L’espressione usata da Mourinho contro le squadre rivali, diventata famosa, fotografa bene la situazione dell’Italia di oggi lontanissima dai primi posti in tutte le classifiche di merito. In ogni campo. Classifiche e dati preoccupanti che costituiscono la base del nuovo libro di Giovanni Floris: «Zona retrocessione» (Rizzoli).
 L’autore e conduttore di «Ballarò» oggi a Cagliari, alle 11, aprirà l’anno accademico di Scienze politiche con una lectio magistralis dal titolo «Democrazia, informazione, populismi». Nel pomeriggio, alle 16,30 al T Hotel, il giornalista presenterà il suo ultimo libro in un incontro organizzato da Sardinews con Alberto Scanu, di Confindustria, Emanuele Sanna, del Consorzio per l’area industriale di Cagliari e l’ex presidente della Regione Renato Soru.
 - Floris, il libro presenta una serie di classifiche poco confortanti per l’Italia. Quel è la più preoccupante?
 «Forse quella che riguarda la scuola. Fino a quando siamo messi male per il presente è un conto, ma quando scopri che siamo messi male per il futuro le cose diventano ancora più allarmanti. Se unisci il dato della scuola, che i nostri ragazzi vanno peggio di molti loro colleghi europei, a quello del debito che ci vede spostare sulle generazioni future tutti i debiti che abbiamo fatto in passato, scopri che l’Italia sta compromettendo i prossimi anni. E quando si compromette il futuro diventa un problema di fiducia di un popolo in sé stesso. Questo è forse il dato più preoccupante».
 - Fiducia che manca soprattutto ai giovani. Spesso non vedono premiati i propri sforzi anche quando studiano. Come si fa a incoraggiarli?
 «Innanzitutto i premi non vengono dati, si conquistano. Quindi nel momento in cui ti scoraggi rinunci al premio e diventa un circuito vizioso, si compromettono le proprie carte. Il grande problema dei giovani è la disoccupazione e la Sardegna è uno dei posti in Italia dove è ancora più sentito. Ma nel libro mettiamo in mostra come oltre al problema della disoccupazione ci sia il problema di quelli che vengono chiamati i neet. Quelli che non studiano e non lavorano. Persone che possono essersi anche laureate, ma dal momento che il tempo passa e non trovano occupazione le loro cognizioni diventano vecchie e non più adeguate al mercato del lavoro. Quindi il problema in Italia da ogni punto di vista lo prendi è sempre lo stesso: con il presente sconnesso il Paese si sta compromettendo il futuro. È questa la cosa più grave».
 - Futuro nero. C’è il rischio di scendere ai livelli della Grecia?
 «Non serve essere messi male come la Grecia per stare male. Se uno guarda chi sta peggio di lui se la cava sempre. Dobbiamo prendere come metro di paragone chi sta meglio di noi e allora ci accorgiamo che sono troppe nazioni».
 - Tra i problemi, i nemici del Paese si sofferma in particolare sul populismo. Come ci si difende?
 «Con la cultura. E quindi si ritorna alla scuola, allo studio, agli investimenti nel pensiero, alla capacità di ogni persona di elaborare una strategia soggettiva per affrontare l’esistente. Dal momento in cui si abbandona la possibilità di dare una lettura individuale, soggettiva, personale, si abbraccia una lettura facile, semplificata come può essere quella del populismo».
 - Uno degli strumenti del populismo è la televisione. Come si migliora il sistema dell’informazione in Italia?
 «Si è sempre fatta una grande discussione politica sul ruolo di Berlusconi. Proviamo a chiudere gli occhi e guardare il mercato televisivo italiano senza pensare alla politica. È un mercato povero, asfittico, con soli due grandi editori che possono far capo a un’unica persona. Il mercato radiotelevisivo italiano si rilancia con una splendida e semplicissima legge antitrust che sbricioli il mercato: la Rai vende due reti, Mediaset altre due e siamo a posto».
 - Tra le ricette per migliorare la situazione del Paese c’è quella di puntare sull’unicità. E il libro propone un caso che riguarda la Sardegna, il bisso.
 «Il caso del bisso è emblematico. Una cosa che è unica al mondo si riesce a farla sembrare un problema invece di una grande occasione per una regione, per una nazione».
 - La Sardegna torna quando parla di mali culturali e cita accanto a Pompei, e altri posti, Tuvixeddu. Perché non si riesce a sfruttare questo immenso patrimonio?
 «Abbiamo un elenco lunghissimo di posti che basterebbero a tenere in piedi una nazione dal punto di vista culturale e li vediamo deteriorarsi perché manca l’attenzione. Non solo alla cultura, ma a tutto da parte della politica. Quello culturale è forse l’aspetto che emerge più degli altri».
 - Ma allora la serie B è inevitabile o si può sperare in un futuro migliore?
 «Il libro è ottimista. Nel momento in cui la Roma si è resa conto che era in zona retrocessione è ripartita (ride, Floris è noto tifoso giallorosso, ndr). È nel momento in cui prendi atto delle situazioni che stai mettendo le basi per risalire».
 - E qual è la prima mossa da fare per risalire, per uscire dalla zona retrocessione?
 «La prima cosa da fare da cittadino italiano è votare consapevolmente».
 - Andremo presto al voto come si dice? Cosa pensa succederà al governo?
 «Sì, secondo me crisi a breve ed elezioni anticipate, forse a marzo».
 
9 – La Nuova Sardegna
Prima Pagina
Università, Mastino: siamo sereni Sala Cossiga all’Ersu, è polemica
 
SASSARI. L’Università è pronta a chiarire anche gli ultimi dubbi dell’ispettore ministeriale, che ha puntato il dito contro gli incarichi «sospetti» e le spese pazze dell’ateneo. Il rettore Attilio Mastino è sereno: «Non è stato riscontrato danno all’erario». Intanto, all’Ersu, la proposta di intitolare una sala a Cossiga scatena la polemica: il rappresentante degli studenti si oppone.
 
Pagina 9 - Sardegna
Università di Sassari, il rettore è sereno: «Chiariremo tutto»
Istituiremo l’albo dei progettisti per garantire trasparenza nelle procedure di affidamento degli incarichi
 
 SASSARI. Il bicchiere è mezzo pieno, perché «gran parte dei problemi sollevati sono stati superati» e perché «il danno erariale non esiste». È sereno il rettore dell’Università di Sassari Attilio Mastino di fronte a quella che non considera una bocciatura-bis. Anzi: «Il ministero ha accolto positivamente la volontà dell’ateneo di fare chiarezza. E noi continueremo su questa strada: entro due mesi risponderemo alle questioni rimaste in sospeso». Nel frattempo, dopo la bacchettata su spese pazze e contratti «sospetti», l’Università inverte la rotta.
 Accanto al rettore Mastino c’è il direttore amministrativo Guido Croci. Nessuno dei due ricopriva l’attuale ruolo tra aprile e luglio 2009, quando l’ispettore ministeriale Donato Centrone raccolse a Sassari le informazioni e il materiale con cui stilò la relazione sulla situazione amministrativo-contabile dell’ateneo. Al posto di Mastino c’era l’ex rettore Alessandro Maida, al posto di Croci c’era Giovannino Sircana. E siccome l’esperienza insegna, Croci è stato selezionato a settembre fra 30 candidati: non accadde così per il suo predecessore, ex dirigente in pensione nominato con applicazione della normativa generale e non dello statuto universitario. È questo uno dei rilievi mossi nel dossier Centrone: secondo il ministero, può diventare direttore amministrativo solo un dirigente, e Sircana, all’epoca della nomina, non lo era più essendo andato in pensione. Spiega il rettore Mastino: «La legge Bassanini, alla quale l’Università ha fatto riferimento, non impone questi paletti. Dice invece che chiunque può essere nominato direttore amministrativo. E gli atenei prendono spunto dalle normative nazionali». Disquisizioni giuridiche «questa e alcune altre, sulle quali - ribadiscono Mastino e Croci - siamo pronti a fornire ulteriori chiarimenti». Nella risposta alla relazione «di 100 pagine, con circa 1000 allegati», spedita a marzo dall’Università, l’ispettore Centrone dichiara che su 39 rilievi mossi, 12 possono considerarsi superati. Sugli altri 27 permangono forti dubbi, in particolare 9 obiezioni restano in piedi nella loro totalità. Mastino e Croci fanno un ulteriore distinguo: «In realtà - sostengono - su ben 18 il ministero ha richiesto approfondimenti successivi. Dunque è improprio parlare di bocciatura». Tra i 9 rilievi ci sono comunque argomenti «pesanti».
 Per esempio la questione degli incarichi di progettazione assegnati in assenza di fondi effettivamente acquisibili e quelli affidati con procedure non conformi alla legge. Su questo punto, l’Università ha già pronta la contromossa: sarà istituito l’albo dei progettisti e un altro analogo per i fornitori, in modo da garantire trasparenza assoluta nell’affidamento degli incarichi. C’è poi la nota dolente delle società spin-off, quelle in cui, dice e conferma Centrone, non possono essere impiegati docenti a tempo pieno: la legge vieta che svolgano attività da libero-professionisti per privati, perché non è possibile configurarla come trasferimento tecnologico verso il contesto produttivo. Il lavoro delle spin-off, infatti, sottolinea l’ispettore del ministero dell’Economia, non può essere considerato pertinente alla ricerca applicata per l’eccessiva ampiezza dell’oggetto sociale. Anche su questo Mastino e Croci annunciano cambiamenti imminenti: in particolare per quanto riguarda la Porto Conte Ricerche, con la firma di una convenzione (già pronta) per legare l’attività di ricerca regionale all’Università. Ancora, solo parzialmente è stata accolta la controdeduzione a proposito delle spese eccessive sostenute dall’ateneo: l’ispettore, che un anno fa ha puntato il dito contro l’acquisto, definito improprio, di beni e immobili non destinati all’immediato utilizzo istituzionale, attende di conoscere, nel dettaglio, il piano di dismissioni annunciato da Mastino e Croci. Il proposito dell’Università, invitata a compiere scelte meno onerose per il proprio bilancio e per la finanza pubblica in generale, è quello di sciogliere diversi contratti di locazione per trasferire diverse attività in stabili di sua proprietà.
 Tranquillità assoluta, invece, per quanto riguarda l’invio della relazione, da parte di Centrone, alla procura della Corte dei Conti. Dice il direttore amministrativo: «Ogni anno il ministero dispone circa 500 ispezioni come questa. Ed è prassi consolidata che dopo la verifica si comunichi alla procura della Corte dei Conti». Quel che conta, dicono Mastino e Croci, è che non sia riscontrabile, come sembra, danno erariale: «Ma se così fosse, siamo pronti a tutelarci nei confronti dei responsabili».
 
Pagina 9 - Sardegna
PER RISPARMIARE
Spese pazze, stop agli affitti
 
SASSARI. L’elenco è lungo, i progetti in cantiere sono tanti. Alcuni sono già stati realizzati, per altri bisognerà verificare le offerte più convenienti. L’Università punta a risparmiare, ottimizzando i costi così come sollecitato dall’ispettore del Ministero. Per questo motivo, dopo le obiezioni rispetto all’affitto pagato per lo stabile in viale Umberto, che ospita il master in Giornalismo, l’ateneo ha deciso di rinegoziare l’importo con i proprietari: se il prezzo concordato sarà soddisfacente, il master rimarrà lì. Se la cifra dovesse invece rimanere troppo alta, si sposterà altrove, in un altro edificio da individuare. Nel frattempo, il Centro di orientamento e la foresteria di piazza Duomo sono stati trasferiti in via Torre Tonda (a breve l’inaugurazione) e i locali restituiti alla Diocesi. Sarà liberato il magazzino dell’Economato in via del Fiore Bianco e sarà «riempita» Piandanna, dove il palazzo dell’Orto Botanico ospita già la nuova biblioteca della Facoltà di Scienza. Si pensa anche a fare acquisti: occhi puntati sull’ex Brefotrofio, vicino alla chiesa di San Pietro, e sull’istituto dei Ciechi in via Diaz, dove sarà trasferito il dipartimento di Scienza dei linguaggi, attualmente in affitto in via Tempio.
 
10 – La Nuova Sardegna
Prima Pagina
Neurochirurgia, specializzazione impossibile
Non è stata rinnovata la convenzione tra Università e Asl. Il professore non ha reparto
Eppure la scuola è l’unica in tutta la Sardegna Le lezioni? Solo di teoria
 
SASSARI. È il docente di neurochirurgia nella omonima scuola di specializzazione, ma mentre i suoi allievi possono entrare nel reparto di degenza gestito dalla Asl lui deve rimanere fuori perchè l’azienda non ha rinnovato la convenzione con l’università. Le sue lezioni dunque sono soltanto teoriche e la scuola, unica in Sardegna, rischia di diventare una scatola vuota costringendo i laureati a «migrare» verso altre sedi. Sono risultati vani finora i tentativi del preside della facoltà di Medicina Giuseppe Madeddu e dello stesso rettore Mastino per trovare una soluzione.
 
Pagina 23 - Sassari
Allievi in reparto ma il docente resta fuori
La scuola di specializzazione in Neurochirurgia, unica nell’isola, è una scatola vuota
La convenzione con l’università mai rinnovata dalla Asl
Il docente non ha accesso in corsia per mostrare i casi
 
 SASSARI. Più che un corso di studi rischia di essere una scatola vuota. È il caso della scuola di specializzazione in Neurochirurgia della facoltà di Medicina sassarese che, a causa di decisioni prese negli ultimi tempi dai manager della sanità, oggi funziona a metà. Il lato più assurdo della vicenda è che l’insegnante della materia principale non può accedere con i suoi studenti all’unico reparto dove si pratica questa disciplina scientifica.
 Con la grave conseguenza che le lezioni di neurochirurgia sono soltanto teoriche mentre la parte più importante dell’apprendimento dovrebbe svolgersi a contatto con i pazienti nell’unico reparto, ospedaliero e quindi a gestione Asl, che esiste nel territorio. Oltretutto viene di fatto vietato a un clinico universitario di praticare l’attività sia didattica che assistenziale. Tutto, a quando dicono in università, per l’assenza di volontà, da parte dell’azienda sanitaria locale, di accordarsi per una convenzione che veda riconosciuti i diritti del docente ma, indirettamente, anche quelli degli studenti.
 L’inizio della storia risale al 2007 quando con un decreto dell’allora assessore alla Sanità Nerina Dirindin la clinica neurochirurgica dell’università, che era da sempre ospitata nei locali dell’ospedale Santissima Annunziata, entrò a far parte del più ampio settore dell’emergenza. «Senza che ce ne rendessimo conto e in modo assolutamente unilaterale - dice l’attuale preside della facoltà di Medicina Giuseppe Madeddu - la Asl, nel proprio atto aziendale, introdusse l’Unità Operativa di Neurochirurgia cancellando di fatto la clinica come sede assistenziale. È stata una decisione che ha fortemente leso il diritto dei clinici a condurre l’attività in reparto». In particolare il professor Sebastiano Turtas, che in quel reparto aveva lavorato, come universitario in ambito ospedaliero quindi in convenzione, a partire dal 1971 fino al 2007. Lì aveva svolto la sua attività didattica come docente della scuola di specializzazione (è l’unico docente di neurochirurgia oltre al professor Crotti) e sempre dello stesso reparto è stato responsabile dal 2007 al 2008 fino a che la Asl ha bandito il concorso per primario. L’incarico è stato assegnato a Riccardo Boccaletti e da allora la Asl ha comunicato a Turtas che la convenzione non sarebbe stata rinnovata. Da quel momento il docente della scuola di specializzazione non svolge più attività assistenziale ed è forse l’unico caso in cui un professore universitario clinico (almeno in Sardegna) non gode di questo diritto-dovere sancito per legge.
 «In effetti l’attività didattica senza la possibilità di mostrare agli studenti i casi direttamente con i pazienti davanti - dice il professor Turtas - è una grave limitazione. In pratica vedo i miei studenti pochissime volte all’anno per le lezioni teoriche ma è evidente che in questo modo l’insegnamento è monco». Visto che il docente non può neppure entrare in sala operatoria agli studenti i casi vengono illustrati dai medici del reparto che però, specifica il neurochirurgo, non hanno la didattica come loro missione. Fra le conseguenze anche quella che il professore non può svolgere l’attività di tutoraggio nè assistere uno studente che volesse fare la tesi di laurea in Neurochirurgia. Insomma, l’aspetto incredibile della vicenda è che agli specializzandi è permesso accedere alla struttura (cioè il reparto del Santissima Annunziata) ma non al loro docente il quale non li può seguire in tutto l’anno.
 In questo modo la scuola è priva di un coordinamento nella sua articolazione didattica e assistenziale. Ecco perchè buona parte degli studenti sta scegliendo Nuoro o Cagliari per frequentare i reparti di Neurochirurgia.
 La direzione della Asl sulla questione fa un breve commento: «Si era cominciato a parlare di una soluzione all’inizio di quest’anno. Ma poi la discussione si è fermata. Da parte nostra però c’è tutta la disponibilità a riprendere il discorso». Di tutt’altro avviso da parte universitaria perchè lo stesso rettore Attilio Mastino si è impegnato in più occasioni a sollecitare una soluzione «ma - dicono in facoltà di Medicina - senza avere finora ottenuto un risultato soddisfacente».
 A farne le spese per il momento sono soprattutto i laureati che si iscrivono a una scuola di Neurochirurgia dimezzata, nella convizione di completare in modo eccellente la loro preparazione per entrare nel mondo del lavoro».
 
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 33 - Sassari
Niente mensa per gli studenti
Chiuso da giorni il ristorante «convenzionato»
 
 ALGHERO. Di Casa dello studente si parla da anni ma soltanto per pura enunciazione di buoni principi visto che le centinaia di studenti della facoltà di Architettura vengono lasciati nelle maglie del libero mercato degli affitti immobiliari gravando così pesantemente sulle loro famiglie. Alcune ipotesi di interventi, come quello del quale si parlava nel tratto conclusivo di via XX Settembre, non sono stati presi neanche in considerazione in quanto, in previsione, l’Ersu contava di realizzare una struttura di accoglienza nei locali dell’ex Ersat, sempre in via XX Settembre. Dopo oltre un lustro dalla istituzione della facoltà di Architettura niente è quindi cambiato a conferma di un atteggiamento complessivo di superficialità a livelli diversi. Ma ora è sparita anche la mensa, il ristorante dove i giovani abitualmente accedevano è chiuso e non si sa bene quando riaprirà.
 Quindi per gli studenti si verifica una ulteriore prova di disagio e cresce la sensazione di abbandono, o perlomeno di indifferenza, da parte dei riferimenti istituzionali cui è invece demandata la soluzione del problema mensa. Si ha notizia che diversi ristoratori locali, tavole calde e gastronomia da asporto, abbiano affisso le proprie offerte nella bacheca della facoltà. Una sorta di “fai da te”, di disordinato arrembaggio, che denota la mancanza di una programmazione seria sull’offerta dei servizi, Casa dello studente appunto a relativa mensa, ancora più necessaria visto il prestigio acquisito in ambito nazionale dalla facoltà di via Garibaldi. A margine delle carenze segnalate, va aggiunto che la presenza universitaria in città costituisce un elemento rilevante per l’economia algherese.
 
12 – La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Sardegna
Via alle borse di studio per quindici immigrati
 
 CAGLIARI. Quindici borse di studio in favore degli studenti extracomunitari che frequentano le scuole pubbliche secondarie di primo e secondo grado o i corsi di laurea specialistica presso le università regionali. Le borse, bandite dall’assessorato al Lavoro, saranno attribuite sulla base dei voti conseguiti nell’anno scolastico/accademico 2009-2010. L’iniziativa ha l’obiettivo di garantire un contributo economico a sostegno del diritto allo studio degli studenti più meritevoli e favorire il raggiungimento di livelli più elevati di istruzione.
 I candidati possono consultare il bando (termini e modalità) sul sito della Regione (www.regione.sardegna.it/regione/assessorati/lavoro), nella sezione Concorsi e selezioni.
 
13 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Sardegna
Ersu, lite nel cda su Cossiga
Il presidente vuole intitolare «al sassarese illustre» la sala conferenze, il rappresentante degli studenti si oppone
Non c’è danno all’erario, l’invio della relazione alla Corte dei Conti è un atto dovuto
 
 SASSARI. Uno, il presidente del cda, sponsorizza l’intitolazione della sala conferenze in ragione degli alti incarichi ricoperti e della grande popolarità nel Sassarese. L’altro, il rappresentante degli studenti all’interno dello stesso cda, dice che non sarebbe giusto perché in più occasioni ha dimostrato di non amare gli studenti, tutt’altro. Protagonista Francesco Cossiga, il presidente emerito della Repubblica scomparso il 17 agosto scorso. Gianni Poggiu, presidente dell’Ersu, (l’Ente regionale degli studi universitari), vorrebbe scrivere il suo nome sulla targhetta della sala non ancora inaugurata nella sede di via Coppino. E ha proposto l’intitolazione a Cossiga al consiglio d’amministrazione. Da parte di Giosuè Cuccurazzu, 24 anni, iscritto a Scienze politiche, rappresentante degli studenti, è arrivato un no secco: «E non cambio idea», sottolinea. Il motivo: «Francesco Cossiga, senza dubbio un sassarese illustre, politico di spessore, personaggio carismatico e dalla sottile intelligenza, aveva un difetto. Gli studenti, le loro battaglie in difesa del diritto a una buona istruzione, non gli stavano a cuore».
 Durante la riunione del cda, subito dopo la proposta del presidente Poggiu, Giosuè Cuccurazzu ha preso la parola per spiegare il suo rifiuto. E ha ricordato che cosa disse Cossiga, nel 2008, al ministro dell’Interno Roberto Maroni durante le manifestazioni studentesche in piazza a Roma, contro i tagli alle Università: «Gli suggerì di mettere a ferro e a fuoco la città, di pestare a sangue sino a fare sentire il suono delle ambulanze per tutta Roma. Perché - ha spiegato Giosuè - dovremmo intitolare proprio a lui la sala conferenze?». Al no è seguita una controproposta: durante la stessa seduta Cuccurazzu ha chiesto al consiglio d’amministrazione di intitolare la sala agli universitari morti nel crollo della Casa dello studente durante il terremoto all’Aquila nell’aprile 2009: «Mi sembra un atto doveroso, un gesto coerente, che una buona fetta della popolazione studentesca ha già detto di condividere». Bocciata, invece, la “sala Cossiga”: se n’è parlato durante alcuni incontri recenti, anche in occasione dell’ultima assemblea alla facoltà di Agraria durante la quale si è fatto il punto sulla manifestazione del 17 contro la riforma Gelmini-Tremonti.
 L’ultima parola sulla questione spetta al consiglio d’amministrazione dell’Ersu. Oltre al presidente Poggiu e a Cuccurazzu, ne fanno parte Ciriaco Carru (rappresentante dei docenti), Ottaviano Canalis (Udc, indicato dalla maggioranza) e Peppone Masala (Pd, indicato dalla minoranza). Sino a questo momento a esprimere sì senza indugio alla proposta di Poggiu è stato Canalis. Il rappresentante dei docenti inizialmente si è astenuto, nell’ultima seduta ha invece deciso di votare a favore. E Masala, che nella prima seduta si era opposto, successivamente ha deciso di astenersi. Dunque, i conti sono fatti: con 3 voti favorevoli, 1 astenuto e 1 contrario, la “sala Cossiga” passa. Giosuè Cuccurazzu non ci sta e annuncia battaglia. «Noi studenti ci opporremo con forza. E se non dovessimo riuscire a fermare quest’iniziativa, in ogni caso non la chiameremo mai “sala Cossiga”: per noi quello spazio sarà comunque la “sala 6 aprile 2009”».
 Intanto, su Cossiga si litiga anche a Nuoro: il consiglio comunale ha bocciato la mozione di un esponente Pdl che proponeva di intitolargli una via. Il sindaco Sandro Bianchi (Pd) era favorevole, la sua maggioranza invece si è spaccata. (si. sa.)
 
 

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