Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
11 November 2010
Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio stampa e web
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 23
Università
Seggi aperti per il rinnovo dell'Ersu: oggi i nomi votati da studenti e docenti
 
Si concludono questa sera le votazioni per il rinnovo del consiglio di amministrazione dell'Ente regionale per il diritto allo studio. I seggi, nelle diverse sedi di facoltà, resteranno aperti sino al pomeriggio e poi, concluse le votazioni, si proseguirà con lo spoglio delle schede. Stasera si conosceranno solo i nomi dei due rappresentanti dell'Università, scelti rispettivamente dagli studenti e dai docenti.
Tra gli studenti la sfida è fra i candidati Alice Marras (Unica 2.0), Silvia Caria (Uniti e Liberi) e Alberto Renna (gruppo UxS): nei loro programmi rivendicano un diritto allo studio comprensivo di tutti i servizi (mensa, biblioteca, sala informatica, trasporti, assistenza sanitaria). Gli altri tre componenti del cda dell'Ersu saranno votati dalla Regione (due dal Consiglio regionale e uno, il presidente, direttamente dal capo della Giunta).
Si vota anche per il rinnovo degli organi di governo dell'Ateneo: cda, Senato accademico e Senato accademico integrato (che si riunisce in caso di modifica dello statuto). In questo caso votano i docenti (ordinari, associati e ricercatori) e il personale amministrativo, ognuno per la propria categoria.
 
2 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari - Pagina 38
Guasila
Patto Comune e scuola contro la dislessia
 
Alleanza tra scuola e Comune per sconfiggere la dislessia. Si è tenuto a Guasila il seminario sulle problematiche legate ai Disturbi specifici dell'apprendimento rivolto a insegnanti e genitori. I docenti universitari Carmelo Masala e Donatella Rita Petretto hanno illustrato le caratteristiche di un problema riconosciuto a livello internazionale che condiziona una parte delle persone (dal 4 al 10 per cento) in età scolare e in tutte le diverse fasi del ciclo di vita. L'istituto comprensivo di Guasila, Guamaggiore, Ortacesus e Selegas aderisce a un progetto di screening per identificare gli eventuali sintomi precocemente. L'amministrazione ha avviato un progetto per la realizzazione di un'aula multimediale a disposizione degli studenti con disturbi di apprendimento. Ci saranno personal computer e programmi (libri parlati e software che trasformano la scrittura in parole) capaci di intervenire sul grado di istruzione. (sev. sir.)
 
3 – L’Unione Sarda
Carbonia - Pagina 27
Dai banchi direttamente alla fabbrica
Accordo tra Provincia, scuole e imprese per tirocini formativi
Lavoro. Studenti o neodiplomati riceveranno un rimborso spese di 300 euro al mese
 
Apprendistato in azienda a spese della Provincia per gli ex studenti e tirocini formativi per chi frequenta le scuole superiori del territorio.
Faranno l'apprendistato in azienda a spese della Provincia. Gli ex studenti o quanti stanno concludendo gli studi, si affacceranno, così, per davvero nel mondo del lavoro mettendo in pratica quello che hanno imparato tra i banchi. Seguiranno dei tirocini formativi mettendosi in tasca anche qualche soldo perché percepiranno trecento euro al mese, per quattro mesi. È, questa, una delle tre azioni finalizzate alla reale integrazione fra scuola e mondo del lavoro, contenute nel protocollo d'intesa firmato dalla Provincia di Carbonia Iglesias con l'Ufficio scolastico regionale, le scuole superiori, l'Università di Cagliari, gli enti di formazione, i sindacati e l'Ateneo telematico “Universitas Mercatorum”. Il programma è, in effetti, articolato in tre indirizzi: tirocini pagati dalla Provincia, orientamento al lavoro dopo il quinquennio di studi alle superiori e sostegno tecnico e burocratico per chi intende già avviarsi verso la strada dell'imprenditoria.
PER GLI STUDENTI La prima delle tre azioni ha una dotazione di centomila euro: la Provincia, d'intesa con le scuole e le aziende, finanzierà tirocini formativi di quattro mesi durante i quali i ragazzi potranno beneficiare di un rimborso di 300 euro al mese.
L'ASSEGNO «Nel momento di crisi che sta affrontando soprattutto il comparto industriale del territorio - sottolinea l'assessore al Lavoro Alberto Pili - questa iniziativa mira ad integrare il sistema dell'istruzione con quello del lavoro». Deve ancora essere definito se i tirocini saranno rivolti ai neo diplomati oppure anche agli studenti di quinta. È un aspetto che verrà discusso domani alle 10,30 nel corso di un workshop nella Grande Miniera di Serbariu durante il quale verranno illustrate anche le altre due azioni con cui la Provincia intende portare avanti la collaborazione fra scuola e lavoro.
PER I NEODIPLOMATI La prima riguarda l'istituzione di uno sportello che fornirà orientamento al lavoro per i ragazzi che, dopo il diploma, non intendono proseguire gli studi. L'altra si prefigge di istituire percorsi rivolti a chi vorrà tentare l'avventura imprenditoriale: «In questa fase - aggiunge l'assessore all'Istruzione Alessandra Pintus - è fondamentale l'apporto delle scuole superiori per concertare in concreto le politiche della formazione». L'incontro di domani è organizzato con il Centro servizi della Camera di commercio e prevede la sottoscrizione del protocollo d'intesa.
ANDREA SCANO
 
4 – L’Unione Sarda
Sulcis Iglesiente - Pagina 31
Iglesias
Aree minerarie, tre tesi di laurea
 
Oggi a palazzo Bellavista a Monteponi (Iglesias) si discute delle possibilità di recupero delle aree minerarie dismesse. L'appuntamento è alle 17,30 col progetto “Tesi di laurea Parco Geominerario”. A esporre i loro studi saranno tre neo dottori in ingegneria: Francesca Contini parlerà della «Inertizzazione degli scarti prodotti da processi minero-metallurgici in alcune aree minerarie della Sardegna», Nicola Cotza de «Gli strumenti di pianificazione e programmazione per il recupero dell'area mineraria di Monteponi», Francesca Melis de «La valorizzazione e il riuso dei siti nell'area di Canal Grande a Nebida». ( m. c. )
 
5 – L’Unione Sarda
Cultura - Pagina 49
Particelle in viaggio verso l'inizio delle domande
 
LHC, il più grande acceleratore del mondo, sta iniziando a regalare i primi risultati. La gigantesca macchina, in grado di far scontrare due fasci di particelle dopo averli sparati in direzioni opposte, all'interno di due tunnel tenuti per anni a 271 gradi centigradi sotto zero, ha fornito le prime immagini delle collisioni tra ioni di piombo. L'acceleratore, attivato il 9 settembre 2008 e bloccato 10 giorni dopo a causa di un incidente, ha ripreso a funzionare il 20 novembre 2009. Quasi un anno di lavoro con fasci di protoni e poi, nella notte tra sabato 6 e domenica 7 novembre 2010, si sono manifestate le prime collisioni tra “pacchetti” di ioni piombo. L'obiettivo è ricreare piccole quantità di plasma di quark e gluoni, nientemeno che uno dei primi stati della materia dopo il Big Bang. Ma anche per rispondere a molte altre domande fondamentali: cosa c'è all'origine della massa? Perché le particelle elementari hanno masse diverse? Esistono altre dimensioni oltre a quella temporale e alle tre spaziali, secondo i modelli di teoria delle stringhe?
Per farlo sono al lavoro migliaia di studiosi provenienti da ogni parte del pianeta coinvolti in quattro esperimenti: Atlas (A Toroidal Lhc ApparatuS), Cms (Compact Muon Solenoid), Lhcb ed Alice (A Large Ion Collider Experiment).
Le frontiere teoriche e sperimentali della nuova fisica sono state al centro di un interessante seminario, svolto ieri pomeriggio al Cagliari Festival Scienza (all'Exmà fino a domani). Protagonisti d'eccezione un fisico sperimentale, Biagio Saitta, e un fisico teorico, Gian Francesco Giudice.
A Biagio Saitta, direttore dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) di Cagliari, abbiamo chiesto quanti sono e di cosa si occupano i due gruppi di Cagliari presenti a Ginevra. «In totale circa 25 ricercatori dell'Università di Cagliari e della locale Sezione Infn lavorano a Lhc. A questi si deve aggiungere un nutrito gruppo di laureandi nel corso oltre dodici anni. I ricercatori di Cagliari sono distribuiti in due esperimenti distinti. Qui va tenuto ben presente che una cosa è l'acceleratore Lhc, “lo strumento”, altro sono i rivelatori, “gli esperimenti”, che operano su di esso. Un gruppo di Cagliari lavora all'esperimento Alice, che si propone di verificare l'esistenza di una nuova fase della materia, chiamata quark-gluon plasma, che si pensa esista in condizioni estreme di temperatura e densità di energia. L'altro gruppo lavora a Lhcb, esperimento dedicato a misure specifiche su particelle contenenti il quark beauty. Entrambi i gruppi sono stati coinvolti nella costruzione di parti del rivelatore. Per Alice: camere traccianti per la rivelazione di muoni. Per LHCb: costruzione di rivelatori di muoni per la zona dove la densità di particelle è elevata e progettazione della parte elettronica degli stessi rivelatori».
A Gian Francesco Giudice, al Cern dal 1993 e autore del volume divulgativo “Odissea nello zeptospazio. Un viaggio nella fisica dell'Lhc” (Springer-Verlag, 2010), che sarà presentato oggi alle 18 nella libreria Piazza Repubblica di Cagliari, abbiamo chiesto perché la comunità internazionale ha intrapreso un'impresa scientifica così impegnativa.
«Il primo obiettivo - spiega Giudice - sarà il Bosone di Higgs, la particella prevista nel “Modello standard” delle particelle. Sono problematiche che possono sembrare al pubblico molto astratte, ma in realtà sono aderenti alle domande che l'uomo si è sempre posto di fronte all'universo: cosa è lo spazio, cosa è il tempo, cos'è la materia. In fondo, lo scopo ultimo non è scoprire una nuova particella, ma le leggi che ci sono dietro. La particella è solo la manifestazione di un fenomeno e noi vogliamo scoprire tutte le leggi della natura che governano quel fenomeno e che ci permettono di comprendere l'intero universo nella sua globale complessità. Noi stiamo esplorando l'ignoto e i risultati potrebbero innescare una rivoluzione di pensiero, un cambio nel nostro modo di concepire il mondo, proprio come è avvenuto all'inizio del Novecento con la scoperta della meccanica quantistica».
ANDREA MAMELI
 
6 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 29
Depressione, il male oscuro della società
Sabato al T Hotel farmacologi, clinici e psichiatri a confronto sulle terapie e sui nuovi farmaci
 
Si ammalano gli adulti, soprattutto donne, ma sempre più anche adolescenti e bambini. Il mal di vivere non guarda in faccia nessuno e chi ne è colpito rischia di mandare in frantumi la propria vita, perdendo ogni contatto con la realtà, isolandosi e chiudendosi in se stessi per mancanza d'interesse verso il mondo esterno.
CONVEGNO Ecco perché di depressione se ne parla sempre di più, soprattutto in tempi di crisi e di forte stress per i cittadini. Sabato, in un convegno al T Hotel (dalle 9.30), ne discuteranno farmacologi, clinici e psichiatri sardi chiamati a confrontarsi sull'ultimo farmaco antidepressivo, l'agomelatina, che rappresenta un'innovazione per il mondo scientifico e una speranza per migliaia di pazienti. Interverranno, tra gli altri, il professor Giovanni Biggio, presidente della società italiana di neuropsicofarmacologia e Bernardo Carpiniello, docente di psichiatria all'Università di Cagliari.
DATI La depressione è una patologia che oggi in Sardegna colpisce il 10 per cento della popolazione (circa 160 mila persone): in realtà questa è soltanto la percentuale che viene analizzata e diagnosticata negli studi dei medici, una grossa fascia di depressi sfugge alle statistiche perché non sa di esserlo o semplicemente per un ingiustificato senso di pudore e imbarazzo. Il futuro è ancor più nero: secondo l'Organizzazione mondiale della Sanità, entro i prossimi dieci anni, la depressione sarà la seconda malattia più diffusa al mondo, dopo quelle cardiovascolari, addirittura la prima nel 2013. «Con tutto ciò che ne deriva sul piano dei costi sociali - sottolinea Biggio - non solo in termini di ricoveri e di terapie visto che il depresso è uno che tende a isolarsi e anche sul lavoro non rende come dovrebbe». L'esigenza di intervenire con soluzioni efficaci sul fronte della terapia è sempre più sentita, anche perché - dice il farmacologo - «l'evoluzione dei farmaci antidepressivi negli ultimi 50 anni non è stata straordinaria: i nuovi sono superiori a quelli del passato solo in termini di effetti collaterali. Per questo ci confronteremo sul nuovo farmaco, che contiene una molecola molto interessante che ha la capacità di incidere sul ciclo del sonno, uno dei disturbi più frequenti nel depresso».
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Sardegna
L’Università resta nel mirino
Il ministero punta il dito contro gli incarichi «sospetti»
Oggi il rettore Mastino replica ai rilievi mossi dall’ispettore
Sassari. Polemica dopo la bocciatura bis della situazione contabile dell’ateneo
SILVIA SANNA
 
 SASSARI. La bocciatura bis su oltre due terzi dei punti contestati è una botta pesante, forse ancora più della prima. Centrone non torna indietro, l’Università resta sotto accusa su questioni gravi.
 Oggi il rettore Attilio Mastino replicherà alle controdeduzioni firmate dall’ispettore ministeriale. Si tratta dello stesso Donato Centrone che un anno fa aveva stilato una relazione nella quale metteva in evidenza diverse incongruenze nella gestione amministrativa e contabile dell’ateneo sassarese, quando rettore era Alessandro Maida (del quale Mastino ha preso il posto nel novembre 2009).
 Alcuni rilievo sono superati, perché i chiarimenti forniti dall’Università nel marzo scorso sono stati accolti positivamente. Ma ci sono altre questioni, esattamente 27 su 39, sulle quali l’ispettore non si è dichiarato soddisfatto dalle spiegazioni dell’ateneo. Dunque, i dubbi restano. E le accuse di irregolarità ribadite riguardano argomenti considerati cruciali, cioè le spese sostenute dall’Università per la realizzazione di aree per la didattica o la ristrutturazione di edifici esistenti. È il caso dell’orto botanico, il gigante di vetro e acciaio a Piandanna: la progettazione iniziò nei primi anni Novanta, l’intervento è stato completato per metà. L’ispettore ministeriale evidenzia l’assenza di azioni nei confronti della Proger Spa, la società incaricata di progettare ed eseguire i lavori: nel 2003, una transazione con l’impresa, dopo un lungo contenzioso, costò all’ateneo quasi un milione e mezzo di euro. C’è poi la manutenzione straordinaria del Palazzo Clemente: anche in questo caso, secondo l’ispettore, il pagamento effettuato all’impresa in seguito a transazione risulta notevolmente superiore al dovuto. E Donato Centrone sottolinea che compito di una buona amministrazione è percorrere la strada meno onerosa, dal punto di vista economico, per il suo bilancio e per la finanza pubblica in generale.
 Non soddisfatto l’ispettore si dichiara anche sui chiarimenti presentati a proposito degli incarichi di progettazione affidati a docenti a tempo pieno e dell’attività svolta dagli stessi all’interno di società spin-off. In quattro pagine di relazione Centrone spiega perché il rilievo, mosso in particolare nei confronti della facoltà di Architettura ad Alghero, non è superato. A gennaio il preside Vanni Maciocco aveva replicato alle accuse di irregolarità sostenendo che, nel caso della società spin-off di Architettura, «gli utili, nei primi tre anni, saranno destinati alla facoltà per il miglioramento della didattica». E che, per quanto riguarda gli incarichi di progettazione, «quando il personale a tempo pieno ha particolari competenze può essere autorizzato dall’Università a fornire consulenze». Secondo la controreplica di Centrone, le cose non stanno esattamente così. Per esempio l’attività delle spin-off non può essere considerata pertinente alla ricerca applicata, dunque l’operato dei docenti al loro interno non può essere indicato come trasferimento tecnologico al contesto produttivo.
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Cagliari
Nasce «l’incubatore d’impresa»
Occasioni di lavoro in proprio per i giovani dopo la crisi dell’industria
Nella bozza del piano triennale del Comune un milione e mezzo di euro per aiutare le nuove realtà
GIANFRANCO NURRA
 
 CARBONIA. Lo sguardo è puntato ad un futuro più o meno prossimo. A creare nuove condizioni di sviluppo mettendo a disposizione strutture e servizi in grado di «aiutare le persone» e far crescere l’economia. O, se si vuole, aiutare le persone a «fare impresa». Un modo, questo, che può essere vincente in un’area dove il lavoro dipendente diventa sempre più un miraggio.
 E dove difficilmente potrebbero ripetersi le condizioni ideali degli anni settanta, quando quasi ogni diplomato poteva accedere, poco più che diciottenne, ad uno stipendio fisso nel Polo industriale di Portovesme, ma non solo. Così, ecco l’amministrazione comunale farsi promotrice di un nuovo progetto. «Compito di un comune non è quello di creare posti di lavoro, ma piuttosto quello di creare le condizioni perchè i posti di lavoro siano cerato - ha spiegato il sindaco Maria Marongiu -. Ed è all’interno di questa filosofia che puntiamo nell’immediato i nostri sforzi per la creazione di un “incubatore di impresa”.
 Nella bozza di piano triennale delle opere pubbliche predisposto dalla Giunta abbiamo deciso di mettere a disposizione un milione e mezzo di euro. È molto più che una scommessa. E se il progetto decollerà, come crediamo, potremmo dire di aver messo le basi per una modifica profonda della nostra economia aprendo a nuove prospettive per il futuro».
 In termini semplci, gli incubatori sono strutture attrezzate per assistere e supportare le imprese allo stato nascente, e che offrono un insieme di servizi di tutoraggio e di consulenze attraverso cui consolidarsi e rafforzare la loro posizione sul mercato.
 Una struttura che mette a disposizione professionalità specifiche e che è un punto di riferimento quasi obbligato per muoversi con facilità nel mondo dell’imprenditoria, perchè mette a disposizione ricerche di mercato, consigli, nozioni tecniche, ma anche un aiuto perfetto per percorrere senza traumi le strade della burocrazia.
 «L’ipotesi è quella di creare una struttura che operi in collaborazione con altri Enti e con l’Università e che punti particolarmente alla nascita e allo sviluppo di imprenditoria in settori con elevate prospettive di crescita economica sul territorio - ha proseguito Marongiu - Ciò significa trasferimento tecnologico derivante dalla ricerca universitaria, e offerta di servizi avanzati a favore dei potenziali imprenditori, anche grazie alla community di imprese che si viene a creare».
 La struttura nascerà nell’area della Grande Miniera di Serbariu, che assume sempre più la configurazione di centro propulsivo dell’area, sotto il profilo culturale, ma anche economico e produttivo.
 
9 – La Nuova Sardegna
Prima pagina
Rischi idrogeologici: mega vasche contro le alluvioni
Stasera il Comune presenta ai residenti proposte e interventi immediatamente cantierabili
Dibattito pubblico all’ex Distilleria di Pirri sulla messa in sicurezza
 
 CAGLIARI. Stasera all’ex Distilleria il Comune presenterà i lavori per la messa in sicurezza di Pirri. Questi, per otto mesi, sconvolgeranno il cuore del quartiere. Verranno sistemate le caditoie e potenziata in alcuni punti la rete fognaria. Nel corso della serata verranno presentati anche gli altri progetti dell’Università che prevedono la costruzione di enormi vasche di contenimento della marea di acqua che si forma dopo piogge abbondanti. Questo sistema, nato in Giappone, è comune in Lombardia. Il Comune ha soldi solo per realizzare il primo di questi vasconi.
 
Pagina 1 - Cagliari
Quattro vasconi per salvare Pirri
All’ex Distilleria oggi dibattito sulla messa in sicurezza del quartiere
 
CAGLIARI. Il nome è altisonante, ma per adesso non ci sono abbastanza soldi per trasformarlo in un piano totalmente realizzabile. E così gli abitanti di Pirri devono solo sperare che il brutto tempo non si trasformi in un nuovo disastro. Del resto mettere in sicurezza con un colpo di bacchetta un intero quartiere, una piccola città, dove nei decenni passati si è costruito improvvidamente anche sul letto di antichi fiumi, non è umanamente possibile.
 Oggi all’ex Distilleria, ingresso in via Ampere, alle 17, si svolgerà un dibattito aperto alla popolazione sui lavori per la messa in sicurezza del quartiere. Entro il prossimo mese partiranno i lavori del secondo lotto, primo stralcio, del maxiprogetto “Interventi infrastrutturali per la salvaguardia da eventi eccezionali e manutenzione straordinaria della rete pluviale”.
 L’obiettivo del dibattito, promosso dall’assessorato alla Pianificazione dei Servizi e coordinato dall’assessore Gianni Giagoni riguarda i lavori che per circa 8 mesi interesseranno la zona di Pirri che da via Balilla si estende sino a Monreale e piazza Italia. Dove, con una spesa di 500 mila euro, saranno realizzate opere per far defluire al meglio le acque piovane. In particolare il progetto prevede: la sostituzione delle caditoie esistenti con altre di maggiore efficienza costituite da un pozzetto più capiente (doppio), una griglia più grande e un sifone diverso da quello attuale; la realizzazione di canalette o griglie trasversali nelle strade per garantire una maggiore capacità di raccolta delle acque piovane; l’incremento delle caditoie nelle zone più soggette ad allagamento; la manutenzione straordinaria di alcuni tratti di condotta che, dove necessario, saranno sostituiti con tubature dal diametro ben più ampio che dovrebbe arrivare ad almeno un metro e mezzo. I lavori si inquadrano nel progetto redatto sulla base dello studio commissionato all’Università di Cagliari, dell’importo complessivo di 15 milioni di euro. Il primo lotto, realizzato un anno fa, ha interessato la zona di via Dolianova, via Ampere e le strade della zona maggiormente colpite dall’alluvione dell’ottobre del 2008 e del novembre 2009. «Vogliamo spiegare ai residenti cosa andremo a realizzare - spiega l’assessore alla Pianificazione dei servizi Gianni Giagoni - ma anche raccogliere i loro pareri ed eventualmente le loro perplessità, in particolare sui prossimi interventi che ci accingiamo ad eseguire con uno stanziamento di due milioni e mezzo di euro, già interamente disponibile».
 Una somma con cui sarà appaltato un altro lotto del maxiprogetto da 15 milioni di euro, «che vorremmo fosse condiviso dalla Municipalità e dagli abitanti». Tra i progetti che saranno discussi, e che sono stati analizzati a fondo dal pool di ingegneri dell’Università vi è anche quello di costruire in aree strategiche degli enormi vasconi in cemento armato, di dimensioni volumetriche vicine ai cinquemila metri cubi ciascuno, da collocare nelle aree a monte per intercettare l’acqua che arriva naturalmente verso il centro di Pirri. Sulla collocazione di queste vasche in cemento armato, cosiddette di prima mitigazione, che costeranno circa due milioni di euro l’una, il dibattito inizierà proprio da stasera. Secondo i tecnici comunali l’area ideale dove iniziare la costruzione del primo vascone (che dovrebbe ricevere prima di riversare l’acqua nella normale rete idrica) dovrebbe essere quella vicina alle torri di Monreale. Una altra area ideale per un ulteriore vascone dovrebbe essere vicino alla rotonda di via Cadello. Se si realizzassero quattro vasconi, la criticità per Pirri in presenza di piogge eccezionali si ridurrebbe del 66 per cento. A quel punto con l’adeguamento del sistema fognario, si intercetterebbero le acque in arrivo da ovest, Is Mirrionis, San Michele e Su Planu, durante le piogge. E Pirri potrebbe evitarsi nuove alluvioni.
 
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
Confronto tra esperti alla facoltà di Lettere
«Educare alla libertà per dare senso alla vita»
Privilegiare gioia, felicità e amicizia rispetto a efficacia efficienza e management Necessario un confronto continuo con la realtà
ROBERTO SPEZZIGU
 
SASSARI. «La valorizzazione dell’educazione alla libertà come conquista del senso della vita, in un confronto continuo con la realtà». Questa, secondo il docente torinese Giorgio Chiosso, ordinario di Storia dell’Educazione nell’ateneo piemontese, è l’unica risposta efficace all’emergenza educativa, nel contesto che stanno attraversando scuola e università.
 Partendo dalla presentazione dell’ultima fatica di Felice Nuvoli, docente di Pedagogia generale all’Università di Cagliari, «L’autorità della Libertà», nell’aula Umanistica della facoltà di Lettere, è stato affrontato il problema delle emergenze educative delle principali realtà formative. Di fronte ad una gremita platea, in un incontro organizzato dal Centro Culturale di Sassari e dall’Associazione Universitaria Cattolici Popolari, e con la partecipazione dell’autore e appunto di Giorgio Chiosso, si è provato a chiarire le difficoltà che affronta il nostro sistema educativo. Dopo l’introduzione di Tonino Pinna, docente di materie letterarie nelle superiori cittadine, Chiosso ha esaminato i contenuti dell’opera di Nuvoli attraverso tre punti principali: la capacità di misurarsi con i grandi temi, recuperando parole decisive come gioia, felicità, amicizia, in un sistema educativo sempre più orientato a privilegiare efficacia, efficienza e management; la valorizzazione dell’educazione alla libertà come conquista del senso della vita, in un confronto continuo con la realtà; il richiamo all’autorità, vale a dire un adulto che consapevolmente - innanzitutto con la sua vita - si prende la responsabilità di sostenere il processo di acquisizione della libertà da parte del ragazzo. La seconda parte dell’incontro ha visto l’autore dialogare con i presenti attraverso un appassionante gioco di domande e risposte sul problema educativo: passando dal tema della libertà a quello dell’amicizia tra educatore ed educando-i, fino alla descrizione commossa del rapporto con il suo «maestro» don Luigi Giussani. Nuvoli ha ripercorso i punti della sua fatica letteraria suscitando l’interesse e l’ascolto attento da parte dei numerosi giovani, riproponendo inoltre le parole di alcuni grandi della cultura di tutti i tempi (Agostino, Tommaso, Heidegger, Guardini) e rispondendo alle numerose domande di docenti e studenti presenti.
 
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Sassari
Un master per i presidi
L’Università organizza un corso di formazione per i dirigenti degli scolastici
 
 SASSARI. L’Università degli studi di Sassari organizza tramite il Dipartimento di teorie e ricerche dei sistemi culturali, un master per la dirigenza degli istituti scolastici in convenzione con la Fondazione conferenza dei rettori delle università italiane e con l’Associazione nazionale dei dirigenti e delle alte professionalità della scuola (Anp). Il Master Mundis, che verrà diretto da Antonio Delogu ordinario di Filosofia morale e delegato rettorale per la formazione, intende offrire una formazione specialistica incentrata in almeno tre ambiti culturali e organizzativi di riferimento: leadership educativa e della organizzazione della didattica; gestione e organizzazione delle risorse umane; elaborazione dei compiti istituzionali della scuola rispetto al contesto sociale ed al quadro normativo.
 Il percorso formativo prevede lo svolgimento di sei principali aree didattiche: dinamiche socio-economiche dei sistemi educativi; ordinamento giuridico dei sistemi educativi; gestione strategica della scuola; comportamento organizzativo e comunicazione; sviluppo dell’offerta formativa; etica e responsabilità sociale.
 Il bando di concorso per l’ammissione al Master Mundis è visibile sulla homepage del sito dell’Università di Sassari (www.uniss.it). I termini per la presentazione delle domande di partecipazione all’esame di ammissione per titoli scadono il 27 novembre. Mentre il corso di lezioni inizierà a dicembre.
 
12 – La Nuova Sardegna
Pagina 33 - Cultura e Spettacoli
Giuristi e politici al capezzale del Parlamento
 
 SASSARI. L’idea è di un professore di diritto dell’Unione europea, Paolo Fois, come dire di uno che la materia la conosce a menadito, ma la preoccupazione è di molti, soprattutto sembra essere condivisa in modo trasversale da esponenti di diverse forze politiche. Al centro delle preoccupazioni o delle attenzioni c’è sempre lei, la Costituzione. E sulle ricadute di non poco peso che la Costituzione ha sul Parlamento e sul suo potere finora indiscusso di fare le leggi.
 Per questo domani a Sassari alle 16,30 nell’aula magna dell’università si terrà una tavola rotonda intorno alla quale siederanno, insieme al professor Fois del comitato L. Egalité, Antonino Caruso, senatore della Repubblica del Pdl, Giovanni Meloni, deputato al Parlamento in quota Rifondazione dal 1996 al 2001, Roberto Nania, costituzionalista, ordinario di diritto pubblico all’università La sapienza di Roma, Mario Segni deputato al Parlamento dal 1976 al 1996 e Pietro Soddu deputato dal 1983 al 1994.
 Esperienze diverse in momenti diversi; giuristi e parlamentari dell’attuale e delle passate legislature dovranno discutere, testimoniare e riflettere sulle modifiche nel funzionamento e nel ruolo del Parlamento italiano. Se, e in quale misura la transizione dalla prima alla seconda Repubblica a partire dagli inizi degli anni Novanta abbia già prodotto e continui di fatto a produrre tali modifiche.
 Il dibattito in corso sulla revisione della Costituzione, il conflitto fra potere politico e giudiziario con conseguente e malcelato scontro fra governo e magistratura punta i riflettori sul problema del rapporto tra Parlamento ed esecutivo. Quest’ultimo sempre più incombente e recalcitrante alla ricerca di maggiori poteri anche legislativi per accelerare i processi decisionali, dicono, in none della rapidità e dell’efficienza, ribadiscono. E l’altro il Parlamento già ridimensionato da quello europeo e in qualche modo esautorato in alcune delle sue funzioni dall’uso reiterato dei decreti legge ai quali fa spesso ricorso il governo per far fronte ai provvedimenti urgenti.
 Una prassi affermata quella dei decreti legge previsti dalla Costituzione, ma che come recita la stessa Costituzione, non possono essere reiterati. Un timore condiviso, parrebbe quello di avere una costituzione vivente, materiale, che si stacca sempre di più, sostituendosi a quella scritta, legale. La tavola rotonda dovrà servire, secondo Fois, a fare chiarezza, a capire se tutto questo è prassi. Se c’è qualcosa di cambiato e cosa, e se queste modifiche alla Costituzione siano necessarie. Insomma gli ospiti illustri chiamati a discutere dovranno dire, ognuno dal suo punto di vista, e in base alla sua esperienza, se questa evoluzione è reale o se invece tutto rientra nei canoni e nei dettati della Carta del 1948.
 I segnali che induncono a suscitare allarme non mancano, né mancano interventi significativi che sono serviti a bloccare un governo talvolta impulsivo: il caso Englaro fra tutti. Il decreto legge fatto dall’esecutivo che interveniva pesantemente sulla sorte della ragazza tenuta artificialmente in vita si è arenato al Colle. Napolitano allora si rifiutò di firmarlo, creando un significativo precedente.
 Di questo e altro si parlerà domani a Sassari con un occhio di riguardo per il Parlamento. Per capire innanzitutto. Per fare chiarezza e collocare sul piano storico una situazione che sta caratterizzando questi ultimi anni. Perché come dicono i costituzionalisti: espropriare il Parlamento del potere legislativo andrebbe contro i principi fondamentali della Costituzione.
 
 
 
 
 
 
 
 

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