Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
10 November 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale - Pagina 9
avvertenze
Tra codice civile e codice penale
I consigli dell'avvocato: «Evitate i trionfalismi»
 
ARZACHENA «Qui fuori ho visto parcheggiate tante belle macchine. Mi auguro proprio che non ve le siate intestate». L'esordio di Carlo Pilia, docente di Diritto civile all'università di Cagliari è da ko. Se gli interventi del magistrato e dell'avvocato penalista avevano aperto più di uno spiraglio di salvezza per i ginecologi bersagliati da denunce per malasanità, il professor Pilia non fa sconti, perché «sul piano della responsabilità civile si registra un trend di progressivo irrigidimento. Ma non siete dei perseguitati: oggi si tende a tutelare le persone in tutti i campi, persino quando va male una vacanza. Il campo della salute non può fare eccezione».
Niente di strano quindi se i camici bianchi si sentono (e sono) nell'occhio del ciclone: «Voi siete in una posizione importante. Il sistema della responsabilità civile tutela in primo luogo il paziente che mette nelle vostre mani la sua vita, la sua salute, la sua autodeterminazione terapeutica e procreativa».
Dopo la terapia choc, Pilia passa ai consigli: «Ricordate che magnificare le caratteristiche dell'ecografo è una sciagura, perché aumentate le aspettative. In pratica, promettete risultati che poi non potete garantire. Quindi, prudenza». Bisogna considerare che l'ecografia è ormai considerato un esame di routine: tutti si aspettano almeno risultati medi, «e questo aggrava la responsabilità dei medici, anche perché, se in penale vige il principio in dubio pro reo, in civile si tutela il paziente».
Quindi, assicurarsi una buona difesa legale e tecnica «che vi consenta di dimostrare, secondo parametri tecnici, che avete fatto tutto ciò che era dovuto. E non dimenticando inoltre, di distinguere la vostra responsabilità da quella della struttura per la quale lavorate».
Infine «non trascurare mai di informare il paziente su ciò che intendete fare e di chiedergli il consenso per ogni esame». In conclusione, «è opportuno dividere i rischi con il paziente, la struttura e una buona assicurazione».
L. S.
 
2 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari - Pagina 29
sinnai
Incontro letterario sull'arte dei “mutetus”
 
Terzo appuntamento domani a Sinnai con la rassegna “Arrubiumorus in literas”, gli incontri letterari proposti dalla sezione locale dei Rossomori. Alle 19, a “Sa dom'e cantu” in via Ariosto 6, sarà presentato il libro di Paolo Zedda “L'arte dei mutetus”.
Il saggio, dedicato alla poesia improvvisata campidanese e parte della collana “Impronte di Parole” curata dal Dipartimento di Filologia dell'Università di Siena, ripercorre la storia della letteratura in versi negli ultimi due secoli.
Sarà presente Aldo Cappai quale moderatore e ci sarà tempo per dare spazio ad alcuni canti della tradizione estemporanea accompagnati da basciu e contra e chitarra. Chiuderà l'incontro una degustazione di malvasia locale.
 
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Nuoro - Pagina 21
Un architetto di Orani lavora alla Sagrada Familia
Un solo italiano lavora nella maestosa chiesa di Barcellona
 
Angelo Ziranu domenica scorsa era in prima fila durante la consacrazione da parte del Papa. Il Padre Nostro in sardo inciso su una porta del'imponente tempio in costruizione da 125 anni.
Un architetto di Orani, Angelo Ziranu, è l'unico professionista italiano a far parte dell'équipe di progettazione della Sagrada Familia, l'imponente chiesa monumentale consacrata domenica scorsa a Barcellona dal Papa Benedetto XVI. All'opera in costruzione dal 1885, lavora un ristretto numero di esperti provenienti da tutto il mondo impegnati a coronare il sogno del maestro del modernismo catalano Antonio Gaudì.
A segnalare l'impegno di Ziranu è il settimanale della diocesi di Cagliari “Il Portico” che ha anticipato un intervista con l'architetto di Orani che sarà pubblicata sul numero in distribuzione da domani. Trentotto anni, tesi di laurea sull'architettura religiosa discussa con il professor Enrico Corti, master a La Sapienza di Roma e, dopo alcune esperienze professionali in Sardegna, tre anni di lavoro a Barcellona in una sfida professionale e umana di cui resterà una traccia indelebile nel nome della Sardegna. «Sul grande portone della facciata principale - annuncia Ziranu- è scritto il Padre nostro in catalano e sulle altre sei porte la preghiera è riportata in 50 lingue, compreso il sardo: Dae su pane nostru de cada die . L'architetto di Orani ripercorre le tappe del lavoro svolto nella chiesa catalana, con la ricostruzione degli studi e dei modelli compiuti da Gaudì nel secolo scorso e andati perduti in un incendio. «Stiamo cercando - ha spiegato Ziranu al direttore de “Il Portico” Sergio Nuvoli - di offrire alla vista del mondo la forza di quest'uomo e il suo impegno per la nuova architettura e il suo nuovo stile».
L'architetto di Orani era in prima fila domenica scorsa durante la consacrazione di una chiesa capace di accogliere già oltre tre milioni di pellegrini all'anno. «Gaudì - dice Ziranu - ha studiato una nuova architettura che creava non solo sulla carta, ma con i modelli, ma buona parte di questo materiale è andato distrutto». L'équipe di cui fa parte Ziranu ha ristudiato le forme e ricostruito i modelli, «portando allo studio esecutivo di tutte le parti mancanti. La parte interna della Sagrada Familia è quasi ultimata, i progetti sono pronti, ma la loro esecuzione dovrebbe richiedere altri 17 anni. Il risultato di questo imponente lavoro di studio e rielaborazione potrà essere apprezzato anche a Cagliari dove Angelo Ziranu fa parte con Antonio Tramontin, direttore del dipartimento di Architettura, del comitato che sta preparando la mostra sul capolavoro di Gaudì visitabile da fine dicembre alla Passeggiata coperta del Bastione.
 
4 – L’Unione Sarda
Iglesias - Pagina 25
Università
Un candidato del Sulcis all'Ersu
 
C'è anche uno studente del Sulcis Iglesiente tra i candidati alle elezioni per il rinnovo del Cda dell'Ersu in programma oggi e domani all'Università di Cagliari. Alberto Renna, 21 anni, iscritto al 3° anno di Infermieristica, punta a far parte della componente studentesca all'interno del Consiglio d'amministrazione dell'Ente regionale per il diritto allo studio e rivolge un appello agli oltre 5 mila universitari del Sulcis Iglesiente: «Il territorio è alle prese con una situazione socio-economica difficile e drammatica e per questo costretto, ancora di più, a tutelare e rafforzare maggiormente il diritto allo studio di noi giovani». Alberto Renna ha delle priorità importanti: «La difesa e il rilancio del Polo universitario di Monteponi e la questione dei trasporti e del pendolarismo sono punti fondamentali del mio programma che rispecchia la vita e le difficoltà di uno studente fuori sede». Renna evidenzia che «spesso e volentieri ci lamentiamo per non essere rappresentati e garantiti nei luoghi dove concretamente si può incidere per migliorare il nostro presente e futuro. Questa è un'occasione unica per far sentire la voce del territorio». ( c. s. )
 
5 – L’Unione Sarda
Commenti - Pagina 13
Sanità: il punto di vista
Tanti baroni, tanti posti letto
di Franco Meloni*
 
Il mondo della sanità è uno di quelli che più ha contribuito alla vittoria elettorale del centrodestra e, dopo l'infausta cura Dirindin, la cosa non è sorprendente.
Oggi però serpeggia una profonda insoddisfazione: si aspettavano tutti una grande rivoluzione che purtroppo non c'è stata anche perché non siamo riusciti a spiegare bene a quale tipo di sanità stiamo pensando per il futuro.
Non credo molto in programmazioni dettagliate di tipo “socialismo reale” ma certo dovremmo tutti insieme, giunta e maggioranza, cominciare a mettere mano almeno alla filosofia generale di quello che ci aspettiamo di vedere di qui a una decina d'anni. In questa sede non è il caso di scendere nel dettaglio dei dati epidemiologici e della composizione della popolazione, basti dire che il trend all'invecchiamento continua stabilmente per cui non è difficile presumere che da qui al 2030-2040 anche in Sardegna gli over sessantacinquenni saranno più del 25 per cento della popolazione. I progressi della ricerca biomedica nonché quelli nelle condizioni di vita, insieme all'apparentemente inarrestabile denatalità, più che allungare la durata massima della vita stanno piuttosto progressivamente modificando la piramide della vita stessa: col passare del tempo sempre più gente vive più a lungo.
La faccenda ha amplissime ripercussioni su diversi aspetti della nostra società tra cui quelli di tipo sanitario e davvero non occorre una laurea a Harvard per capire che gli anziani sono meno esposti alle acuzie rispetto ai giovani, e più esposti invece alle patologie croniche, con le ovvie ripercussioni sul sistema sanitario. Meno letti per acuti negli ospedali e più servizi territoriali per gli anziani sono la evidente conclusione logica ma tutto questo deve essere accompagnato da un ragionamento a più ampio spettro e ad un profondo cambio di mentalità dei nostri medici ed infermieri, a cominciare proprio da quei medici che li devono educare e formare professionalmente, gli universitari.
È di tutta evidenza che finché i “baroni” continueranno a misurare la loro importanza in termini di posti letto, sarà difficile che dall'università escano operatori preparati ad affrontare le sfide del futuro. Noi abbiamo bisogno di ospedali per acuti agili e snelli, che abbandonino la vetusta divisione in specialità come l'abbiamo conosciuta fino ad ora, favorendo la nascita e lo sviluppo di team multidisciplinari che possano offrire un approccio olistico al nuovo tipo di paziente che si troveranno davanti sempre più spesso. Cioè pazienti affetti contemporaneamente da più patologie, tenute sotto controllo con terapie sempre più raffinate che consentiranno condizioni generali eccellenti e una correlata qualità di vita di buon livello. Mantenere reparti con tassi di occupazione del 50 o 60 per cento significa letteralmente buttare dalla finestra la nostra ricchezza: non è forse meglio utilizzare quelle stesse risorse per dare un tipo di servizi di cui la collettività ha più bisogno e per i quali abbiamo invece una lunga lista d'attesa quasi dovunque?
L'Isola dispone di una rete di piccoli ospedali che non bisogna chiudere, bensì riconvertire, perché la dispersione della popolazione rende impossibile territorializzare l'assistenza come hanno fatto in Emilia o in Lombardia. Dobbiamo cioè fare il contrario, “territorializzare gli ospedali”, in sintesi non meno ospedali ma ospedali con meno posti letto, con i servizi di urgenza emergenza e quelli minimi indispensabili alla degenza tradizionale (sono costosissimi!), e che dovranno invece “ipertrofizzare” le strutture dedicate ai servizi diurni, Day Hospital, Day Surgery e Day Service ambulatoriale.
La parola d'ordine della medicina ospedaliera di domani, anche o soprattutto di quella pubblica, dovrà essere “appropriatezza”, con un controllo attento dei tassi di ospedalizzazione, della complessità dei casi (niente patologie banali in ospedali per acuti, niente ricoveri per accertamenti ) e maniacale attenzione alla lunghezza dei ricoveri.
Serviranno percorsi razionali e completi per ogni patologia, in modo da offrire servizi efficienti che consentano nell'arco di poche ore l'esecuzione di controlli prestabiliti. Pure le strutture territoriali dovranno essere ripensate culturalmente ed organizzativamente, per poter affrontare anch'esse con agilità ed efficienza un tipo di medicina diversa da quella che hanno sempre praticato.
*Consigliere regionale Riformatori
 

 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Prima Pagina
Università di Sassari, confermate le irregolarità
 
SASSARI. Dopo le controdeduzioni dell’ateneo, l’ispettore ministeriale Centrone ha ribadito le contestazioni di 27 punti del suo lungo rapporto, per 12 ha accolto in parte le spiegazioni.
 
Pagina 10 - Sardegna
Università di Sassari, l’ispettore rilancia le accuse d’irregolarità
 
SASSARI. Nel 2009 il Dossier Centrone era stato uno dei motivi che avevano infiammato la campagna per l’elezione del nuovo rettore. Ora, dopo che i vertici dell’ateneo hanno replicato ai rilievi di una relazione romana con pesanti accuse alla gestione accademica, arrivano le controdeduzioni dell’ispettore ministeriale. E quel Donato Centrone che non aveva fatto dormire sonni tranquilli a molti ribadisce le contestazioni su 27 punti accogliendo in parte le spiegazioni dell’università su altri 12. Di tutto, comunque, informa la procura della Corte dei conti.
 È quindi uno scossone con pochi precedenti. Da un lato, si apre la strada alla verifica dei giudici contabili. Dall’altro lato, per l’ateneo turritano (e in particolare per la vecchia dirigenza) è un secondo, duro, smacco. Il funzionario incaricato delle verifiche non ritira la gran parte dei rilievi. Soprattutto non torna indietro sulle questioni importanti, quelle che toccano le responsabilità di chi era alla guida dell’università, compreso l’allora Cda.
 Mesi fa alle contestazioni avevano replicato subito l’ex rettore, Alessandro Maida (in carica per 12 anni, nel novembre 2009 sostituito da Attilio Mastino), oltre a diversi docenti e dirigenti chiamati in causa. Tra loro, il professore e preside di Architettura, Vanni Maciocco. Poi le posizioni più generali dei vertici dell’ateneo sassarese - dall’edilizia universitaria ad altre specifiche attività finite nel mirino perché considerate anti-economiche o sbrigate con eccessiva disinvoltura - hanno trovato sintesi nella replica ufficiale inviata al Miur dal nuovo rettore.
 Poche ore fa, l’ultima svolta con le controrisposte ministeriali. Argomentazioni che vale la pena di esaminare più da vicino, sia pure in pillole. Ecco infatti che cosa sostiene Centrone nella nuova analisi.
 Il giudizio è di accoglimento (o di sospensione della valutazione in attesa di chiarimenti) su una serie di questioni contabili, sulla regolarità di posizioni contrattuali e compensi per alcuni dipendenti e professionisti esterni, sulla formalizzazione di altre procedure amministrative. Ma, come si può leggere nella nuova relazione, Centrone in tutti gli altri casi non considera sufficienti le precisazioni fornite dall’ateneo sassarese. E i problemi rimasti aperti non sembrano di poco conto. Anzi, sono gli stessi per i quali il protagonista delle verifiche sollecita l’intervento della Corte dei conti di Cagliari.
 L’ispettore conferma per esempio come «improprio l’acquisto di terreni e immobili» non destinati a immediato uso istituzionale, «con conseguente danno» per il loro mancato utilizzo.
 Valuta come «indebita» l’erogazione d’incentivi alla progettazione al netto degli oneri previdenziali a carico dell’amministrazione sassarese, sostenendo «che vanno riviste le liquidazini dei compensi in parola».
 Ribadisce l’irregolarità «nell’attribuzione per oltre 5 anni a professionista esterno di continuativo incarico di consulenza per progettazione e direzione di opere edilizie». Una procedura che, sostiene, non è prevista dalle norme per l’attribuzione d’incarichi su lavori pubblici.
 Ancora. Per Centrone restano da chiarire gli impropri riferimenti per la determinazione dei compensi su progettazione e direzione dei lavori sulla base delle tariffe previste da una legge del secondo dopoguerra. Vengono poi ritenuti «irregolari gli incarichi» dati «in assenza di fondi attendibilmente acquisibili e in difformità della programmazione approvata, con conseguente responsabilità per i progetti non utilizzati». Così come sono giudicati irregolari quelli «attribuiti con procedure e presupposti non conformi alle leggi».
 Rilancia ancora, l’ispettore Centrone, la bordata contro la facoltà di architettura algherese. Spiegando in quasi 4 delle 14 pagine del suo nuovo dossier «l’illegittima autorizzazione per docenti a tempo pieno allo svolgimento di attività libero professionale in società cosiddette di spin off». E sostenendo ancora una volta che i professori impiegati full time in ateneo sono tenuti a non lavorare nello stesso tempo per i privati all’esterno. Non debbono far passare come trasferimento tecnologico verso il contesto produttivo questa loro attività. Analogamente respinto da Centrone come non pertinente alla ricerca applicata, «per l’eccessiva ampiezza dell’oggetto sociale», il lavoro svolto da queste stesse imprese.
 «Si resta in attesa di conoscere l’esito degli accertamenti sull’effettività dello svolgimento di attività libero professionale da parte del dottor Erasmo Meloni e dell’ingegnere Giuseppe Gaeta», scrive ancora l’incaricato ministeriale. Per osservare quindi «l’omessa attivazione dell’azione di responsabilità verso la Proger Spa per errori di progettazione», errori che avrebbero determinato l’aumento di costo nella costruzione dell’Orto botanico in via Piandanna.
 I rilievi finali riguardano il rinnovo di funzioni dirigenziali a termine «in assenza di deliberazioni del Consiglio d’amministrazione», la carenza di motivazione nella istruttoria di molti atti collegati, la regolarità dell’ultimo incarico conferito nel 2006 al direttore amministrativo Giovannino Sircana, afferma l’ispettore, «in violazione di norme statutarie e di legge».
 Insomma, quello di Donato Centrone è a tutti gli effetti un j’accuse dettagliato e documentatissimo. Un atto d’accusa con riferimenti alle precise regole e disposizioni che disciplinano la vita della pubblica amministrazione. Inevitabilmente, dopo la bagarre suscitata dalla prima relazione, le sue controdeduzioni non mancheranno così di provocare già da oggi altre polemiche.
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Ersu, gli universitari alle urne
Rinnovo del cda dell’ente, tre candidati in corsa
 
 CAGLIARI. Due giornate intense per gli studenti universitari che, tra oggi e domani, sceglieranno il futuro rappresentante degli studenti nel consiglio di amministrazione dell’Ersu per il triennio accademico 2010/2013. Un ruolo importante all’interno dell’ente che ha il fine istituzionale di garantire i diritti degli studenti e di offrire loro i servizi necessari durante il percorso di studio. Tre i candidati che si giocano la poltrona che nello scorso triennio ha visto all’attivo Paolo Pirino: Alberto Renna di UxS, Alice Marras della lista Unica 2.0 e Silvia Caria di Uniti e Liberi. Una lunga campagna elettorale, la loro, iniziata con la normale presentazione del programma che dalle facoltà si è poi estesa anche sul web, con video, proposte e obiettivi da portare avanti. Come ha fatto Alberto Renna, 21 anni, iscritto al terzo anno del corso di laurea in infermieristica: «Il mio slogan è “dopo anni di buio voltare pagina non basta, occorre riscrivere tutti insieme una nuova storia del diritto allo studio” affrontando i problemi dell’ateneo cagliaritano a partire dai trasporti come ctm, Trenitalia e Arst, e dal costo eccessivo dei biglietti. Intendiamo poi attivare una carta unica con convenzioni con locali, negozi di informatica, librerie e trasporti. Da parte mia c’è tantissima voglia di fare». Altrettanto determinata Alice Marras, studentessa di Filosofia di 22 anni: «Il mio programma si fonda sul concetto di cittadinanza studentesca. Cagliari non è considerata una città universitaria e lo studente è visto come un peso. Proponiamo anche una carta studenti a livello europeo in grado di offrire oltre a convenzioni anche l’assistenza sanitaria che a Sassari è già concessa. Auspichiamo inoltre che venga ripreso e rimodulato il piano di residenzialità del 2009». Studia invece Ingegneria meccanica la terza candidata Silvia Caria, di 22 anni: «Mi sono candidata perché il diritto allo studio è un valore fondamentale che va difeso e soprattutto è un diritto di tutti dato che paghiamo la tassa Ersu. Negli ultimi piani inutilizzati della sede amministrativa di via Sassari vogliamo poi ricreare con l’allestimento di internet point, biblioteche e sale studio un luogo di appoggio per gli studenti che viaggiano». Le elezioni studentesche avverranno in concomitanza con quelle dei rappresentanti del personale docente e tecnico-amministrativo in Senato accademico e in Cda dell’Università e con l’elezione dei rappresentanti del personale docente nel Cda dell’Ersu.(b.c.)
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Sassari
L’Università riapre i termini per 100 borse di studio Erasmus
 
SASSARI. L’Università di Sassari ha pubblicato un bando straordinario di circa 100 borse Erasmus per il secondo semestre 2010-11. I termini per la presentazione delle candidature online scadono il 16 novembre e potranno entrare in graduatoria gli studenti iscritti alle facoltà di Agraria, Architettura, Farmacia, Giurisprudenza, Medicina, Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Scienze Politiche e Veterinaria. Info si possono trovare sulla homepage del sito dell’Ateneo: www.uniss.it.
 Il Programma Erasmus permette agli studenti delle università dei Paesi dell’Unione Europea di trascorrere un periodo di studio presso un’altra università europea senza aggravi di tasse e con la garanzia del riconoscimento degli studi effettuati e dei crediti formativi conseguiti. Gli studenti che partecipano al programma Erasmus hanno diritto a speciali borse di studio finalizzate ad alleggerire i costi del soggiorno all’estero e a particolari privilegi che consentono loro di usufruire dei servizi e delle strutture dell’università ospitante, di partecipare alle attività didattiche, di sostenere gli esami, di curare la preparazione della tesi di laurea, di svolgere dei tirocini.
 
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Fatto del giorno
Tremonti: mancano due miliardi
«Esigenze per sette, la copertura arriva a cinque»
ALESSANDRO CECIONI
 
 ROMA. Servono sette miliardi e ce ne sono solo cinque. Giulio Tremonti, ministro dell’Economia, incontra i capigruppo della maggioranza (compresi i dissidenti del Fli) e spiega che ci sono «esigenze per sette miliardi e allo stato ci sono 5 miliardi di copertura». Due le strade a questo punto: o ci si ingegna a trovare i due miliardi che mancano, o si limano di due miliardi le «esigenze». La scelta sarà fatta a breve, già oggi il maxiemendamento potrebbe vedere la luce.
 Per ora si sa che i soldi servono agli ammortizzatori sociali in deroga (1 miliardo e mezzo), all’Università (1 miliardo), alle missioni all’estero (800 milioni per sei mesi), a Comuni e Regioni (1 miliardo in meno di tagli), alla detassazione dei salari di produttività (800 milioni). In più c’è la mazzata del Veneto, promessa fatta da Berlusconi ieri a Padova.
 Quanto alle fonti di finanziamento sono sempre i risparmi alla spesa a farla da padrone e a scatenare polemiche. Prendiamo l’Università. Futuro e libertà ha messo come condizione per dare il via libera al maxiemendamento che fosse garantito un miliardo alle università italiane. L’ha ottenuto. E la ricerca? Niente, denuncia il Pd, anzi, peggio: «Ultimi colpi di mannaia sulla ricerca italiana i presidenti degli enti di ricerca sono stati informati dal ministro Gelmini di una sostanziale riduzione del fondo ordinario 2011, si parla del 15-20% in meno rispetto a quest’anno».
 Fra i ministeri più sforbiciati c’è quello dell’Ambiente retto da Stefania Prestigiacomo che ha incassato l’elogio del capo dello Stato per la sua difesa del budget, ma che poco sembra invece poter fare sui tagli che stanno arrivando: da 1,6 miliardi di fondi disponibili a 500 milioni. «Con queste cifre - dice Stefania Prestigiacomo - metà dei parchi italiani chiuderanno, i più piccoli. L’ambiente è una scommessa persa». Seguono i numeri. Oggi i parchi possono contare su circa 48 milioni e mezzo di euro, nel 2011 dovrebbero arrivare a 27 milioni. «Non bastano neppure per pagare gli stipendi», dice Federparchi, schierata con il ministro.
 Sforbiciate ai ministeri, da una parte, misure di contenimento della spesa o di lotta all’evasione dall’altra. Più la caccia ai residui di bilancio. I cinque miliardi di copertura già individuati - fanno sapere dal ministero - provengono da un fondo della presidenza del Consiglio (1 miliardo e mezzo), da videopoker e slot machines puntando soprattutto sulla lotta all’evasione (1 miliardo), dalla messa all’asta delle frequenze. Da quest’ultimo capitolo il governo spera di ricavare almeno 2 miliardi e mezzo. Ma è un calcolo molto difficile. Ed è forse per scongiurare brutte sorprese che ieri c’è stato un lungo colloquio alla Camera fra Tremonti e il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, il maggiore esperto di frequenze presente nella compagine di governo. Quanto ai soldi che mancano, i famosi due miliardi, si potrebbe agire con una misura «una tantum» come lo stop alle somme non ancora impegnate dalle pubbliche amministrazioni, o con la sempreverde all’evasione.

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