Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
07 November 2010
Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio stampa e web
 
1 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari - Pagina 49
Sassari. Anno accademico
Appello del rettore: Più fondi per l’Università
 
Una lapide in ricordo di Francesco Cossiga, nel doppio ruolo di docente di diritto costituzionale e di secondo presidente sassarese della Repubblica, è stata scoperta venerdì sera nel loggiato al primo piano dell’Università, al termine dell’inaugurazione dell’Anno Accademico.
L’ha fatto suo figlio Giuseppe, sottosegretario alla Difesa, presenti il rettore Attilio Mastino, il presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo e l’assessore regionale alla Pubblica istruzione Sergio Milia.
Gli interlocutori politici cui qualche minuto prima il rettore aveva rivolto l’invito a mantenere le promesse fatte all’Ateneo. Soprattutto per i fondi Fas (fondi per le aree svantaggiate) indispensabili per «completare gli investimenti edilizi in favore delle strutture cliniche e dei reparti che versano in condizioni di gravi criticità».
Mastino ha ricordato come il taglio dei fondi ministeriali sta creando seri problemi all’Ateneo che vuole perseguire obiettivi di crescita nella didattica e nella ricerca.
La Regione si è impegnata a finanziare con 10 milioni il completamento del polo naturalistico di Piandanna che si è rivelato un pozzo senza fondo (28,8 milioni solo per la prima parte). Ora ospita alcune facoltà e la biblioteca di scienze mentre altre si trasferiranno entro breve tempo.
Una delle preoccupazioni è riuscire a realizzare alcuni progetti per la facoltà di Veterinaria, una volta fiore all’occhiello dell’Ateneo, oggi in difficoltà. Il ministero ha tagliato il numero degli iscritti ma è tutta la Facoltà che rischia di essere tagliata se non supererà a maggio l’ispezione della commissione sanità dell’Unione europea che decide gli accreditamenti.
Oggi sarebbe fuori, a maggio si spera saranno pronti l’ospedale degli animali e l’accordo con privati per disporre di una fattoria.
Ma non ci sono solo ombre. La facoltà di Architettura, che ha sede ad Alghero, è stata dichiarata per la seconda volta la migliore d’Italia soprattutto per l’internazionalizzazione oltre che per la didattica. Nelle sue aule sono stati chiamati a tenere lezioni architetti di mezzo mondo.
Con un sorriso, Attilio Mastino ha incluso fra le cose positive il riconoscimento ottenuto dal ministro Brunetta che ha citato l’Università di Sassari come la più virtuosa in Italia nell’utilizzo delle auto blu.
Secondo il rettore «l’Università deve fondarsi su una continuità urbanistica ideale tra ateneo e territorio, quest’ultimo afflitto da una crisi occupazionale che assegna alla provincia il poco lusinghiero record di disoccupazione.
GIBI PUGGIONI
 
2 – L’Unione Sarda
Oristano e Provincia - Pagina 44
università
Archeologia subacquea, iscrizioni
 
Al via le iscrizioni per la Scuola di specializzazione in Archeologia subacquea, la prima nell’Isola. La Scuola (voluta dalla Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Sassari, in collaborazione con il Consorzio Uno), di durata biennale, sarà ospitata nel Chiostro del Carmine e quest’anno sono ammessi 20 specializzandi. Le domande di partecipazione al concorso di ammissione dovranno pervenire entro venerdì 26 all’Università di Sassari. Le selezioni si terranno a Viterbo, nella Facoltà di conservazione dei Beni culturali dell’Università della Tuscia (il 29 e 30) e in città il 2 e 3 dicembre. «Sarà un punto di riferimento internazionale per l’alta formazione nel campo della tutela, conservazione e valorizzazione dei beni archeologici sommersi», fanno sapere dal Consorzio Uno. «L’obiettivo - precisa Attilio Mastino, rettore dell’Ateneo sassarese - è quello di offrire a livello nazionale e mediterraneo un’ alta formazione». Maggiori informazioni si trovano sui siti internet www.uniss.it o www.consorziouno.it.
 
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 27
«Noi, malati reumatici abbandonati»
Nessun posto letto in ospedale. I pazienti: assistenza carente
Sanità. Le testimonianze di uomini e donne costretti a fare i salti mortali per curarsi
I medici concordi. Molti malati e pochissime strutture di assistenza. «Molti reumatologi fanno i fisiatri».
 
Antonio Loi ha le mani deformate dall’artrite reumatoide. Forse non le avrebbe se gli avessero diagnosticato per tempo la malattia. Marta Cocco ha 25 anni e l’artrite reumatoide gliel’hanno diagnosticata quando ne aveva uno. Per curarla ha trascorso la sua vita tra Milano e la Germania e oggi, grazie alle protesi che le hanno impiantato in Lombardia, non è più costretta in una sedia a rotelle.
Frammenti di storie, tra mille, di malati reumatici. Che in Sardegna, che pure è la regione con la più alta percentuale di malati in rapporto alla popolazione, hanno difficoltà a curarsi. Un paradosso della sanità isolana che per circa 16 mila pazienti oggi mette a disposizione, in tutta l’Isola, solo 13 posti letto, tre dei quali in day hospital.
NESSUN POSTO IN OSPEDALE A Cagliari non c’è un posto letto in ospedale. E se qualcuno, oggi, cerca una struttura pubblica dove curarsi (gli specialisti privati abbondano) ha solo due possibilità: il policlinico universitario, dove un solo medico, Enrico Cacace, gestisce a fatica un ambulatorio al quale fanno riferimento migliaia di pazienti, e il poliambulatorio di viale Trieste, le cui liste d’attesa sono inevitabilmente lunghe. Di più: incompatibili con una diagnosi precoce della malattia fondamentale per evitare costi sociali immensi.
DIAGNOSI PRECOCE «Se non si diagnostica la malattia entro dodici settimane dall’esordio dei sintomi, la malattia può diventare invalidante», sottolinea la reumatologa Alessandra Beccaris. Che ricorda - dati alla mano - che in Italia le invalidità costano 13 milioni di giornate di lavoro, quattro mesi per abitante. Fatte tutte le somme, un costo sociale di 13 milioni di euro.
SPECIALIZZAZIONI BUTTATE Eppure gli specialisti capaci ci sono e l’università cagliaritana e quella sassarese ne sfornano ogni anno di nuovi. «Ma paradossalmente non essendoci spazi in strutture specializzate finiscono per fare i fisiatri o i geriatri», evidenzia Roberto Murgia, referente regionale del Croi, il Collegio dei reumatologi ospedalieri italiani, che assieme a Ivo Picciau, presidente regionale dell’Associazione sarda malati reumatici, ha organizzato ieri una conferenza regionale sull’artrite reumatoide. «Oggi, sulla reumatologia, in Sardegna siamo all’anno zero», denuncia Picciau. «Perché nessuno dei punti concordati con medici e associazioni e inseriti nel piano sanitario regionale è stato attuato. Nessuno».
DOPPIA PENALIZZAZIONE Dunque chi, nell’Isola, ha la sfortuna di ammalarsi, è doppiamente penalizzato: per le sofferenze e per la carenza di assistenza. Valeriano Musiu, ad esempio, ha chiesto un appuntamento con uno specialista e gliel’hanno fissato a un anno di distanza. E così si è curato da solo, peggiorando la sua situazione. «Non abbiamo solo problemi di assistenza reumatologica, ma anche di tempi di attesa per ecografie o risonanze magnetiche che consentirebbero di fare una diagnosi precoce», rileva Mariano Salis, un ammalato.
REGIONE ASSENTE Dalla conferenza, che ha messo assieme medici e pazienti, scienza e problemi concreti, sono partiti siluri verso la Regione. Che non organizzando una efficace rete di assistenza non risparmia. Al contrario, triplica l’aggravio di costi sul Sistema sanitario nazionale. E i costi sociali. Per questo nella sala della Croce rossa, dove si è svolto l’incontro, era stato invitato anche l’assessore Antonello Liori. Che non ha partecipato. E non ha nemmeno risposto all’invito. (f.ma.)
 
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 27
tumori
Quattro gruppi di ricerca finanziati dall’Airc
 
L’Airc, l’associazione italiana ricerca contro il cancro, ha finanziato quattro gruppi di ricerca tra Cagliari e Sassari, che si occupano di tumori epatici e di migliorare lo stadio terminale delle persone affette da tumore. Ogni anno l’Airc, coordinata nell’Isola dalla presidente Daniela De Angelis, riesce a raccogliere circa 500 mila euro per la ricerca. È quanto emerso nel dibattito organizzato ieri al Liceo Dettori, alla presenza di circa 300 studenti e di Amedeo Columbano dell’Università di Cagliari, Elisabetta Dejana della Fondazione Firc di Oncologia Molecolare di Milano, Marta Anna Kowalik dell’Università di Cagliari e dal docente Giorgio Pellegrini.
 
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
«Riforma disastrosa»
Dibattito del Pd contro i tagli all’Università
La preoccupazione dei docenti e dei ricercatori
A Lettere hanno discusso con gli studenti Guido Melis, Silvio Lai e Marco Meloni
ANTONIO MELONI
 
SASSARI. Il disegno di riforma del sistema universitario italiano fa paura. I tagli studiati dal governo rievocano i fantasmi delle soppressioni che in tanti credevano scongiurate.
 Il Partito democratico ha voluto fare il punto e l’altro ieri, nell’aula magna della facoltà di Lettere, sono scesi in campo un deputato, Guido Melis, un segretario di partito, Silvio Lai, e il responsabile nazionale per l’università, Marco Meloni. Dal dibattito scaturito nel corso del partecipato incontro emerge un dato importante: ai timori ora si somma la rabbia di chi, forse, sperava in un’azione politica più incisiva per troncare sul nascere un provvedimento che sembra arrivato al punto di non ritorno. Matteo è uno studente, una manciata d’esami alla laurea: si chiede, e gira la domanda ai rappresentanti del Pd, quale sia la posizione del partito nei confronti della riforma. Chiede anche se sia possibile dirottare una parte delle spese militari sulla ricerca per tentare di compensare i tagli che la scure Gelmini-Tremonti opererà sull’accademia italiana.
 Gabriele, appena laureato, allarga il discorso, parla di diritti civili e ci mette in mezzo perfino il nucleare. A fare autocritica pensa Rodolfo Ragionieri, docente di Scienze Politiche, che taglia corto: «La proliferazione dei corsi, su cui il ddl interverrà con mano pesante, è un’anomalia dovuta alla scorretta utilizzazione dell’autonomia». Guido Melis traccia le coordinate di quella che, senza usare mezzi termini, definisce una restaurazione. Indica quattro punti a cui corrispondono altrettante distorsioni di quel disegno di legge che taccia di «tremontismo». «Perché - spiega - punta a uscire dalla crisi attraverso tagli sistematici e uniformi» e aggiunge «non dimentichiamo che il principale fautore della riforma è proprio Tremonti che nel 2008 negava la crisi e rassicurava che tutto sarebbe andato per il meglio».
 La valutazione di Marco Meloni concede poco spazio all’ottimismo: «Manca un meccanismo chiaro di ripartizione delle risorse senza il quale il sistema tecnicamente non sta in piedi».
 Il rettore Attilio Mastino evidenzia il crescente malcontento del mondo accademico e fa appello all’unità. Durissimo l’intervento di una ricercatrice: «Mi pare che siamo fuori tempo massimo perchè la risposta alla riforma doveva essere già pronta». La replica di Guido Melis non si fa attendere: «Se non ci fosse stata l’opposizione - dice il deputato del Pd - il decreto sarebbe già passato, la nostra azione, se pure apparentemente flebile, è stata un fattore decisivo e credo che la nostra resistenza parlamentare abbia avuto un peso determinante».
 
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Gallura
ECONOMIA E TURISMO
Solo elogi per il corso all’inaugurazione dell’anno accademico
 
 OLBIA. C’era tanta Olbia all’inaugurazione del 449º anno accademico dell’università turritana. Alla presenza del sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli, e del presidente del corso di laurea in economia e management del turismo, Francesco Morandi, il polo di Olbia si conferma sede di eccellenza per la formazione dei nuovi manager del settore.
 Nella relazione del rettore Attilio Mastino il riferimento alla sede gallurese dell’ateneo è ritornata più volte. Occorre «innalzare la qualità aprendo al territorio - ha detto - e ripensare l’offerta fuori sede anche ad Olbia, favorendo i master e le scuole di specializzazione». Ha richiamato poi l’elevata qualità dei servizi offerti agli studenti all’aeroporto Costa Smeralda, sede «che vorremmo sempre più vivace ed aperta». Un accenno anche all’esperienza degli spin-off (società sostenute dall’ateneo per sviluppare idee nate nel proprio contesto), eccellenza recentemente premiata a Roma dal Presidente Napolitano. Tra questi si segnala Tourism plus srl, che fa base ad Olbia, sempre più impegnato nel trasferimento di competenze e nell’innovazione tecnologica a supporto delle imprese turistiche. L’ottimo stato di salute del corso è confermato anche dal trend delle iscrizioni. I nuovi immatricolati, in linea con lo scorso anno, hanno già raggiunto la soglia ottimale dei 150 iscritti. Il polo conferma così il suo ruolo cruciale di avamposto gallurese dell’ateneo nelle strategie di sviluppo della didattica e della ricerca.
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Cagliari
Nasce la scuola specialistica di archeologia subacquea
È la prima in Italia e avrà una durata biennale. Saranno venti gli studenti ammessi
L’ateneo di Viterbo sarà partner scientifico del Consorzio Uno
 
 ORISTANO. Una nascita si festeggia sempre. Stavolta ancor di più perché Oristano ospiterà la prima scuola italiana di specializzazione in Archeologia Subacquea che sarà un punto di riferimento internazionale per l’alta formazione nel campo della tutela dei beni archeologici sommersi.
 Il bando è pubblicato on line sui siti www.uniss.it oppure www.consorziouno.it e le iscrizioni scadono il 26 novembre. Ad organizzare la scuola è la Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Sassari, in collaborazione con il Consorzio Uno. Avrà una durata biennale e sarà ospitata nella sede del Chiostro del Carmine. Prevede un percorso didattico articolato in moduli, laboratori, seminari e ricerche sul campo.
Per l’anno accademico 2010-11 sono ammessi venti specializzandi, la cui ammissione è vincolata ad alcuni requisiti indicati nel bando.
 Le selezioni si terranno a Viterbo, nella Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università degli Studi della Tuscia, e a Oristano.
 La scelta di localizzare le prove d’ammissione non solo in Sardegna, ma anche nell’Ateneo della Tuscia, deriva dalla precisa volontà di aprire ampi orizzonti alla scuola di specializzazione. L’università viterbese rappresenta un partner scientifico di rilievo, essendo stato il primo ateneo italiano ad aver istituito un corso di laurea in Archeologia Subacquea.
 Ora l’ultima evoluzione dell’offerta formativa dell’ateneo sassarese rappresenta un unicum del panorama nazionale, e non solo, dei percorsi di eccellenza. La scuola di archeologia subacquea rappresenta infatti un percorso di alta formazione che ambisce ad attrarre anche studenti stranieri, i quali potranno presentare domanda di ammissione purché in possesso di un titolo di studio equipollente alla laurea specialistica o magistrale in archeologia.
 «La scelta di un polo di eccellenza e di ricerca nel campo dell’archeologia subacquea ad Oristano - spiega il Rettore dell’ateneo sassarese, Attilio Mastino - non è municipalistica, ma risponde a una precisa strategia dell’ateneo che mira al rafforzamento delle sinergie interuniversitarie e internazionali. L’obiettivo - prosegue - è quello di offrire a livello nazionale e mediterraneo un’alta formazione nell’archeologia subacquea e dei paesaggi costieri. L’attività formativa si connette, inoltre, con imprese di ricerca archeologica in Sardegna e in altre regioni del Mediterraneo di alto valore scientifico».
 Ovviamente ci saranno anche ricadute occupazionali. Gli specializzati saranno in grado di operare con funzioni di elevata responsabilità nei livelli amministrativi e tecnici del ministero per i Beni e le attività culturali, nelle Regioni, Province ed enti pubblici territoriali; in strutture pubbliche e private, ed in particolare nei parchi nazionali marini, nelle aree marine protette, nei parchi costieri.
 Altri possibili sbocchi ci saranno in organismi privati come imprese o studi professionali specialistici, operanti nel settore del patrimonio e archeologico sommerso e costiero. Non ultima, l’industria dei servizi culturali, l’editoria specializzata e il web.
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 10 - Cagliari
CAMPIONATI UNIVERSITARI
I podisti del Cruc campioni d’Italia
 
 CAGLIARI. L’Irpinia porta bene ai podisti sardi. Il team dei dipendenti dell’ateneo di Cagliari è rientrato dai campionati italiani con undici trofei. Il Cruc, (Circolo ricreativo università Cagliari) guidato da Stefano Cocumelli, ha vinto il titolo italiano di corsa su strada nella manifestazione tenutasi sul lago Laceno di Bagnoli Irpino.
 
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Sardegna
Plastica del futuro made in Sassari
Il gruppo del chimico Alberto Mariani all’avanguardia nello studio del materiale ultrapiatto
Per separare gli strati di grafene ideato all’università un metodo alternativo
 
 SASSARI. Forse sono stati la musica e la danza a dargli l’ispirazione. Forse il rigore scientifico ha prevalso sulle altre passioni. Quel che è certo è che Alberto Mariani, 47 anni, di professione ricercatore di chimica e ballerino dilettante per puro hobby, ha messo a punto col suo gruppo dell’università di Sassari un metodo all’avanguardia. E per di più in un campo davvero rivoluzionario.
 Grazie agli ultrasuoni e a specifici solventi chiamati liquidi ionici Mariani è riuscito a ottenere altissime concentrazioni di grafene, una forma di carbonio dalle qualità così straordinarie che viene considerato la plastica del futuro, l’oro della nuova informatica e della nuova medicina. Materiale microscopico (mezzo milione di volte più piccolo di una capocchia di spillo), ma giudicato di fondamentale rilievo per l’evoluzione della velocità dei computer e per i farmaci del domani. La scoperta del grafene, avvenuta nel 2004, è valsa poche settimane fa il Nobel per la fisica a due scienziati russi, Andre Geim e Konstantin Novoselov. Le modalità individuate da Mariani e dalla sua équipe per separarlo in strati dalla grafite che la costituisce in un blocco a prima vista compatto e indistinto appaiono destinate a importanti sviluppi.
 Così lo staff sassarese, che lo scorso anno aveva fatto una pubblicazione proprio su questo tema, è stato chiamato a contribuire col proprio lavoro all’edizione speciale di una delle più importanti riviste internazionali di settore, il Journal of Materials Chemistry. Un numero interamente dedicato al grafene, in stampa a marzo 2011 e dai prossimi giorni online.
 Dello staff di Alberto Mariani (padre nato a Romana, madre di Bressanone, laurea a Sassari, dal 1993 in servizio nel dipartimento di chimica, neovincitore - fuori sede - di un concorso per docente associato che comunque lo dovrebbe riportare presto nell’ateneo turritano) fanno parte tre giovani ricercatori. Tutti sardi. Tutti precari. Assegnisti o dottoranti. Sono Valeria Alzari, 28 anni, sassarese, Daniele Nuvoli, anche lui 28 anni, di Florinas, e Sergio Scognamillo, 39 anni, sempre di Sassari.
 Sulla falsariga delle indagini scientifiche condotte in gruppo, l’unica donna dell’équipe nel 2009 ha partecipato a un bando della Regione sui progetti innovativi. «Mi hanno dato 18 trentesimi e sono stata scartata», spiega adesso. E il suo sorriso ironico tradisce come Mariani non sia il solo artista per diletto. Infatti lei stessa, un attimo dopo, confessa: «Non mi occupo soltanto di chimica, nel tempo libero faccio l’attrice nella Compagnia delle arti di Sassari e per me è una passione incredibile».
 Del resto, il suo professore, sul fronte del ballo, è un dilettante per modo di dire. Iscritto alla Federazione per la danza sportiva del Coni, con la società Dance Point di Olbia, è stato sei volte campione sardo: per tre anni di liscio, per due di latino, per uno di standard. La foto di un suo passo di danza in coppia figura persino nel suo sito ufficiale su internet. Ma come coniuga, Alberto Mariani, il suo passatempo preferito con la quotidiana severità delle analisi e delle prove accademiche? «È semplice: la figura stereotipata dello studioso attento solo alle sue ricerche non corrisponde alla realtà - replica lui con cortese e disarmante convinzione - Mi dedico a una cosa e all’altra con estrema cura, e non faccio certo nulla per dare di me un’immagine diversa da quella effettiva».
 Sarà perciò che il suo gruppo partecipa con il piglio altrettanto deciso riservato a una competizione agonistica alla sfida internazionale per isolare gli strati di grafene? Ed è per lo stesso motivo che questo staff ha trovato una soluzione sorprendente capace di rispondere a una serie di problemi pratici? Chissà. Di sicuro, rigore e innovazione, in questi laboratori sassaresi di via Vienna, non mancano.
 «La vita sulla Terra è possibile grazie al carbonio, di norma legato a idrogeno, azoto, ossigeno e ad altri elementi - spiega Mariani - Ma questa sostanza in natura esiste in due forme pure: diamante e grafite. Bene, ogni millimetro di grafite è costituito da 3 milioni di fogli di grafene. Come separarli, allora, dato che ciascuno è pari allo spessore di un atomo di carbonio? Ecco, noi abbiamo ottenuto consistenti concentrazioni di grafene, le più elevate al mondo, attraverso il bombardamento con gli ultrasuoni e l’utilizzo di liquidi ionici, i solventi più apprezzati da chi fa chimica verde perché tra i prodotti maggiormente ecocompatibili e riciclabili». Da qui l’interesse internazionale per lo studio avviato dai ricercatori sassaresi. E i possibili sviluppi nella costruzione di una nuova era fondata su questi strati cristallini bi-dimensionali, grandi appena 0,35 nanometri ma cento volte più forti dell’acciaio, destinati a rimpiazzare il silicio in mille applicazioni.
 
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Sardegna
«La fantasia aiuta la ricerca sul cancro»
Dodicesima giornata dell’Airc nel segno della sensibilizzazione dei giovani e della caccia a nuovi fondi
CHIARAMARIA PINNA
 
 SASSARI. Cos’hanno in comune un ricercatore e un’artista? Molti tratti: in entrambi i casi servono fantasia, intuizione, creatività, inoltre condividono valori come il metodo, la libertà, l’emozione. È emerso durante l’incontro nell’Aula magna della facoltà di Medicina dove, davanti a un pubblico di studenti delle superiori, si è svolta la 12ª giornata dell’Airc, l’associazione per la ricerca contro il cancro. «Arte, ricerca, valori condivisi» del resto, era il tema dominante della giornata nazionale. E’ così che il rigore scientifico dei relatori ha incontrato la dinamicità e la fantasia ma anche la razionalità...e il fatalismo di Cristiana Collu, direttrice del museo Man di Nuoro, indicata da Elle come una delle più brillanti curatrici di arte contemporanea. Quindi ai giovani sono state fornite informazioni sul tumore e la sua incidenza e soprattutto i dati che riguardano la lotta e la prevenzione resa possibile grazie alla ricerca. Dati che, come hanno sottolineato il professore emerito Francesco Feo, e le professoresse Maria Rosa Pascale e Angela Spanu, oggi permettono di classificare la malattia tra quelle curabili e non più «il male inguaribile». «Ma per far marciare i laboratori occorrono i ricercatori, per pagare i ricercatori servono fondi, i fondi non arrivano se non si ottengono risultati, e i risultati si producono solo se è possibile la ricerca», ha spiegato il professor Feo sottolienando le difficoltà in cui si dibattono le università e spiegando che finiti i finanziamenti del Governo i progetti da tempo sono finanziati dall’Airc e dalle fondazioni. «I risutati dell’istituto di Patologia di Sassari sono conosciuti e apprezzati in tutto il mondo», ha aggiunto con orgoglio Giuseppe Madeddu, preside della facoltà di medicina rivolgendosi ai ragazzi tra i quali più di uno il prossimo anno comincerà il difficile cammino che potrebbe portarlo a diventare clinico molecolare, la nuova figura professionale, l’oncologo del futuro che divide il suo impegno tra laboratrorio di ricerca e reparto di diagnosi e cura. Numeri spaventosi «35mila casi di tumore al polmone ogni anno e altrettanti decessi», «40mila tumori al seno ogni anno, colpita una donna ogni dieci, e solo 8 mila decessi», erano ancora nell’aria quando Cristiana Collu in pochi attimi e con l’aiuto di un quandro e di un breve filmato dell’artista albanese Adrian Paci ha impresso una virata. La tela metteva in evidenza la fragilità del corpo umano, «un cristallo, e per ciò prezioso», il corto faceva riflettere sulla morte e il tentativo di esorcizzarla. «Per ciò dobbiamo affrontare anche con un po’ di ironia la vita», diceva mentre il video teneva sospeso l’auditorium costringendo i giovani a riflettere, a cercare di andare oltre le immagini e dargli un significato anche alla luce dei dati appena colti. Un esercizio deduttivo e di introspezione non certo scolastico, cominciato in aula e che si sono portati appresso dopo la conferenza, «voglio capire, forse ho colto il significato, e comunque tutto è stato interessante», commentava Marco Pes, 3ª E dell’Azuni, prossima matricola in Medicina, da ieri ancora più sicuro della sua scelta, mentre la referente provinciale dell’Airc, l’attivissima Ivana Ezza, ricordava di inviare due euro per la ricerca con un sms all’800350350.
 
 
 
 
 

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