Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
25 October 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
Primo Piano - Pagina 3
Pecora in cappotto, vino e solidarietà
La notte bianca sotto i portici del parlamento sardo passa senza incidenti. Gli studenti universitari agli allevatori: dovete resistere per noi
 
Una studentessa e un giovane pastore ogliastrino si avvicinano ad un gruppetto di agenti. La coppia porge loro una pila di bicchieri di plastica e, imbracciando un bidoncino da cinque litri, accenna l'intenzione di versare. «Gradite un bicchiere di vino?», la ragazza sorride, «guardate che arriva dal mio paese, Mamoiada. È fatto dalla mia famiglia».
Sono passati cinque giorni, ma sembrano lontanissime le immagini degli scontri di martedì scorso e delle cariche per disperdere gli allevatori. Quel gesto di cortesia verso i rappresentanti delle forze dell'ordine - schierati da giorni davanti al palazzo del Consiglio in via Roma - genera una replica inattesa: «Un bicchiere in servizio non possiamo berlo», sussurra un agente, «ma se ce ne metti un dito lo assaggiamo volentieri». Alla fine ne versa talmente poco che il bicchiere si sporca appena, ma il vino è effettivamente buono, seppure un po' forte.
LA NOTTE BIANCA Sono le 21.30 di sabato notte e sotto il porticato del Consiglio regionale è iniziata da qualche minuto la notte bianca di solidarietà tra studenti e pastori. Quasi una festa, al quinto giorno di presidio permanente degli allevatori. Dalle scalette del piazzale per ore si ascoltano ritmi cadenzati e balli sardi. Al centro del porticato, accanto ad una delle statue di Nivola, un gruppo di pastori e universitari pesca col mestolo da un gigantesco pentolone: pecora “in cappotto” (cotta nel brodo con cipolle e patate e fatta sgrassare) e tutti sono invitati. «Questa è una festa», racconta Stefano Farina, allevatore arrivato da Lanusei, «ci dispiace per i disagi, ma dalla gente stiamo ricevendo continui attestati di solidarietà. Le nostre richieste non cambiano: dai contributi per salvare le nostre aziende all'istituzione di centri di refrigerazione gestiti direttamente da noi per provare a vendere il latte fuori dalla Sardegna. Poi - prosegue - dobbiamo rompere il cartello degli industriali: sono loro che fanno il prezzo del latte, mettendosi d'accordo per tenerlo basso».
I RAGAZZI Poco lontano c'è un banchetto allestito dagli universitari: «I responsabili della crisi dell'agropastorale sono gli stessi che stanno causando la crisi del lavoro e dell'istruzione in Sardegna», si legge in un manifesto firmato “Studenti contro la crisi”, distribuito in due lingue: italiano e sardo. Dall'altro lato della strada, immobili, resistono una ventina di carabinieri del Battaglione e di agenti del reparto Mobile. La serata scorre via tranquilla, senza incidenti, così come il vino, i salumi e i formaggi. «Gli americani non sembrano gradire più il nostro pecorino», sospira Tommaso Lussu, allevatore oristanese, «ora la Regione ci deve aiutare, altrimenti per noi e per i nostri figli non ci sarà un futuro».
SOTTO IL PALAZZO Sono le 23, universitari e curiosi continuano ad arrivare e sotto i portici ci sono oltre trecento persone. La pecora è finita ma non il vino e tra pastori e studenti (specie tra gli universitari nuoresi che studiano nel capoluogo) la solidarietà è stretta anche con le sfide a sa murra . Momenti di allegria che non scacciano la tensione. Le finestre del primo piano del palazzo del Consiglio che danno su via Porcile (da cui pende una pecora di pezza bianca e nera) restano illuminate per tutta la notte. Sono quelle della sala della commissione Bilancio occupata da martedì dal Movimento pastori e dal loro leader, Felice Floris. Gli studenti, vedendolo affacciato, gli urlano di resistere e di non mollare. «Continuate anche per noi», esorta Daniele Mulas, studente di Oschiri. La festa prosegue, sono le 2 e c'è ancora gente che arriva. Lo spazio viene tenuto quanto più possibile pulito, gli organizzatori raccolgono bicchieri e piatti vuoti. Qualcuno cerca un cassonetto dove buttare la spazzatura. Fatica sprecata: dal giorno degli scontri sono scomparsi perché erano stati usati dai manifestanti per sbarrare le strade. E nonostante la notte senza incidenti, l'area resta sorvegliata a vista da decine di agenti.
FRANCESCO PINNA
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 15
Oggi via all'anno sociale
Gli Amici del libro ripartono dalla sede storica
 
Riparte l'attività dell'associazione cittadina degli Amici del libro e per l'occasione ritrova la sua storica sede nel sottopiano del Municipio del Largo Carlo Felice 2. Oggi, alle 17,30, verrà inaugurato l'anno sociale con una conferenza del professor Ugo Carcassi su un tema di grande attualità perché quest'anno si è celebrato l'anniversario del mezzo secolo della vittoria sul male che per millenni ha flagellato l'isola. Tema della conferenza: "1950 - 2010. La malaria, una battaglia vinta?".
IL LIBRO Non è un caso che sia stato chiamato a parlarne un clinico di fama quale Carcassi che si è occupato a fondo dello studio della malattia endemica e che proprio quest'anno ha dato alle stampe per l'editore Delfino il libro "Sardegna e malaria". La pubblicazione da una parte ricostruisce la storia e la diffusione del male nell'isola, dall'altra affronta la malaria sotto tutti i diversi aspetti sanitari con il contributo di quaranta esperti delle università di Cagliari e Sassari. Il professor Carcassi oggi ripercorrerà le tappe della vittoriosa guerra lanciata in Sardegna per eradicalizzare la micidiale anofele responsabile del male.
IL RICORDO DEL 1954 L'incontro si terrà nel sottopiano del Municipio proprio dove il 12 novembre del 1954 era stata ospitata dagli Amici del Libro una mostra fotografica della lotta antimalarica inaugurata dall'ambasciatrice degli Usa Clara Boothe Luce e organizzata dalla Società Dante Alighieri, allora presieduta dall'indimenticato professor Nicola Valle e presente, tra le tante autorità, il sindaco Pietro Leo.
LA CAMPAGNA La vittoria sulla malaria nell'isola ebbe l'effetto di una rivoluzione. L' imponente campagna di disinfestazione fu avviata dagli americani nel 1946 col Sardinian Project. A un anno dall'inizio delle operazioni col Ddt si contarono 39.303 casi. Nel 1948 furono dimezzati, nel 1949 si ridussero a 1314 e nel 1951 ce ne fu uno solo. Nel 1952 la battaglia era vinta: nessun sardo era stato colpito dalle micidiali zanzare anofele che per millenni avevano infestato l'isola minando la salute dei sardi delle pianure e delle coste. Il fatto di aver debellato la malaria non fu solo una vittoria della medicina, ma ebbe effetti eccezionali sulla società e sull'economia.
C. F.
 
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari - Pagina 55
Sassari. Dopo la richiesta di chiarimenti sul Bilancio da parte della Corte dei conti
Sanità, una guerra da quaranta milioni
Asl contro Azienda mista: davanti al giudice per i debiti
Niente più credito della Asl a favore dell'Azienda ospedaliera. I debiti accumulati ammontano a circa 40 milioni. La parola passa agli avvocati
 
Fra Asl n.1 e Azienda mista (Aou) è finito il tempo della diplomazia. Entrambe vivono momenti di grande difficoltà ma la Asl non è più disposta a fare credito all'azienda ospedaliera che avrebbe accumulato debiti per quasi 40 milioni.
I conti esatti verranno consegnati all'avvocato civilista che ha avuto l'incarico dal commissario Paolo Manca di promuovere un'azione civile verso l'Aou se non azzererà i debiti.
I rapporti fra le due aziende sono stati sempre cordiali e corretti ma ora si è giunti ad un punto di non ritorno.
DECISIONI Un peso notevole nella decisione di Paolo Manca lo ha avuto certamente il confronto del luglio scorso con la Conferenza provinciale sanitaria e sociosanitaria in occasione del bilancio 2009. Al commissario era stato contestato uno sbilancio di 23 milioni con accuse di gestione poco oculata se non allegra.
Il suo intervento aveva però chiarito come stavano le cose: «La scorsa settimana, rispondendo alla Corte dei conti che chiedeva chiarimenti sul bilancio 2007-2008, in cui si registrava una perdita di 6 milioni mentre nell'anno successivo le perdite erano quadruplicate, ho detto che occorreva fare delle considerazioni, a partire dagli aumenti contrattuali. A questi dovevano poi essere aggiunti la divisione dall'azienda ospedaliero-universitaria, che ci ha portato ad avere 19 milioni di euro in meno di contributi regionali - ha proseguito Manca - e 37 milioni di euro in più per spese fatte per conto dell'Aou e non restituite, se non a partire dall'anno in corso».
INCERTEZZA Alle dichiarazioni del commissario della Asl aveva replicato l'azienda ospedaliero-universitaria: «Le somme dovute per gli anni 2007 e 2008, in cui abbiamo usufruito degli approvvigionamenti di materiali e prestazioni indispensabili per la continuità di servizi assistenziali erogati dalla Asl, sono già state saldate. Il debito del 2009 ammontava a oltre 42 milioni ma tre versamenti tra l'aprile e il maggio scorsi hanno ridotto il debito a 18 milioni e 584 mila euro».
La differenza è di circa 22 milioni fra quello che sostengono Asl e Aou, ma qualunque sia l'importo occorre sottolineare il fatto che entrambe le aziende stanno vivendo un momento di estrema incertezza e precarietà. Forse ancor di più l'Aou che ancora non ha completato i vertici. Manca sempre il direttore sanitario che la Regione non ha mai nominato. Una delle assurdità di un sistema che naviga a vista e commette gli stessi errori alla base di tanti fallimenti. In tutto questo rappresentano isole felici gli ospedali di Olbia e Nuoro la cui dirigenza ha saputo guardare con lungimiranza al futuro investendo su giovani professionisti e su moderne tecnologie.
GIBI PUGGIONI
 
4 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari - Pagina 17
Dolianova
Tirocinio per laureati e laureandi
 
Un tirocinio nella scuola primaria di Dolianova per tre laureati o laureandi di Scienze della formazione e Psicologia. Lo stage durerà 9 mesi, gli ultimi tre saranno retribuiti con 300 euro. Se dovessero esserci più di tre richieste i candidati saranno chiamati per un colloquio. Inviare la richiesta al fax 0707449335 o alla mail segreteria@comune.dolianova.ca.it entro il 2 novembre (al.pi.)

 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Fatto del giorno
I figli studenti incoraggiano i padri
L’altra faccia del «popolo blu» nella lunga festa tra morra e balli sardi
ELENA LAUDANTE
 
CAGLIARI. Il colpo d’occhio è notevole. E inatteso. Nella notte tra sabato e domenica - “la” notte di solidarietà - il popolo blu del Movimento Pastori si espande fino ad inglobare i suoi figli. In via Roma ci sono proprio tutti: gli studenti arrivati a Cagliari dal cuore agropastorale dell’Isola e quanti, residenti nel capoluogo, hanno ancora a mente l’odore delle greggi respirato dagli avi. Occupano l’intero spazio dei portici; via Porcile è un fiume di teste quanto l’area posteriore del Palazzo.
 Tra tutti i sensi è l’olfatto a dare l’orientamento. Ti guida tra la folla che si accalca in via Roma dalle 21: per i pastori ci sono 1.500 persone, 300 per la Questura. Gente venuta non solo per mangiare la pecora bollita alla faccia dei politici, ma perché seguendo questi odori si rispolverano sensazioni ancestrali, come forse neanche gli allevatori di Felice Floris avevano realizzato. «Davvero non ci aspettavamo tanta solidarietà», confessa Filippo Gioi, un coordinatore dell’Mps. Alle 22 apre le danze enogastronomiche: montone farcito con pomodori secchi e prezzemolo, porchettone, capretto e maialetto da latte (almeno cinque), portati dalle famiglie degli allevatori all’happening pensato dagli universitari. Tripudio di sapori e profumi. A decine si armano di piatti per guadagnare la posizione più vantaggiosa attorno al vassoio. Luigi Farci, cinquantottenne dai grandi baffi, si assicura che ognuno abbia la sua razione di pecora in cappotto con cipolle e patate. Sa di accoglienza, ma anche di abnegazione. «Questa è la prova che gli allevatori sfamano la Sardegna», esclama Andrea, precario trentenne. Un’ora dopo sul coperchio del pentolone resta ancora qualche pezzo di montone, tanta l’abbondanza. Ma forse è perché molti sono scesi in piazza spinti dall’empatia, non solo per allietare il palato. «Da tempo non si vedeva una manifestazione così», commenta estasiato Mauro Mura, il procuratore della Repubblica. Anche se poi sul banchetto del casu marzu non restano nemmeno i vermi. «È una prelibatezza. Quel poco che facciamo lo teniamo per noi», spiega il giovane Alberto, di Desulo. Alla fine del convivio ci pensa donna Laura, da Carbonia, a chiudere in bellezza con un bel caffé, fatto con la moka di casa. Dagli occhi smeraldo sprizza orgoglio quando racconta: «Ne ho preparato un litro e mezzo», e lo ha versato personalmente a ciascuno lo accettasse. Solo adesso, a pancia piena, la festa può decollare. Si formano i vorticanti cerchi di ballerini. Sotto il muretto su via Porcile un capannello si accalca attorno a quattro ragazzi ricurvi che agitano le mani. Giocano a morra ad una velocità che rende difficile contare le dita e capire cosa urlino. A lato delle due squadre, un giovane magro dagli occhi gelidi è tesissimo; stato di concentrazione totale. Inutile sollecitarlo. «Sta contando - spiega uno spettatore - fa da arbitro. Altrimenti sa’, tra le due squadre può finire male». Dalle mani frenetiche ai piedi, altrettanto agili, di Teresa. Di cognome fa Pulloni, ha solo 24 anni ma è già consigliere comunale della sua Oliena («Nessun partito, per carità, sono in una lista civica») e a Cagliari studia Psicologia del Lavoro. Balla alla Su Nugorese con un’amica e un altro studente, Matteo, nuorese di 23 anni. In un istante passano dal ritmo alla riflessione. Parlano di modernità delle aziende agropastorali, della necessità di «sviluppare una coscienza politica per raggiungere nuovi obiettivi». «La nostra tradizione non va confusa col folklore», si anima Teresa. Anche se poi passano tre turisti australiani è chiedono il fazzoletto blu dell’Mps per souvenir. In quale politico credono questi ragazzi? «Nessuno, nessuno». E infatti nessuno degli eletti dal popolo (tranne Claudia Zuncheddu, Rossomori) è uscito dal Palazzo. «Siamo stati noi a non invitarli alla notte bianca», precisa Gioi. «Mangiano già abbastanza».
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Cultura e Spettacoli
Soru e Fausto Bertinotti Due sguardi a confronto sui problemi del Sud
La crisi economica globale riporta al centro dell’attenzione la riflessione gramsciana sulla questione meridionale
MARCO VITALI
 
«Il nostro Gramsci, 120 anni e non li dimostra» è il titolo della due giorni di convegni, dibattiti e spettacolo dedicata ad Antonio Gramsci oggi e domani teatro Nuovo Colosseo di Roma. L’obiettivo dichiarato sin dal titolo dagli organizzatori - l’Associazione Casa natale Antonio Gramsci di Ales e la Casa museo Antonio Gramsci di Ghilarza - è quello di «dimostrare la straordinaria modernità del pensiero del dirigente comunista, imprigionato dal regime fascista per non aver mai abdicato ad un impegno di coerenza e di respondabilità».
 «Antonio Gramsci - dicono le due associazioni che organizzano l’appuntamento romano - deve trasformarsi in un patrimonio comune, un bene prezioso che non appartiene solo alla sinistra ma deve essere condiviso anche con la cultura liberale illuminata». «In un momento difficile di crisi - spiega il presidente dell’Associazione Casa natale - che vede nell’occupazione un tema centrale, le teorie gramsciane sul mondo del lavoro e sul patto solidale tra operai e contadini possono diventare una prospettiva fondante sulla quale costruire una strada comune. Non più il nord operaio diviso dal sud agricolo, territori poveri contro quelli ricchi, ma un patto solidale che crei una nuova armonia. Il discorso si può allargare a tutti i sud e i nord del mondo, chiave di lettura con cui affrontare anche le politiche dell’immigrazione». «Insomma, il pensiero di Gramsci diventa un tassello fondamentale - aggiunge Maria Giovanna Faedda, presidente del Museo Gramsci di Ghilarza - per la costruzione del futuro che vogliamo. Perché, come scriveva l’autore dei “Quaderni”, “il mondo è grande e complicato e ogni azione lanciata sulla sua complessità sveglia echi inaspettati».
 «Il nostro Gramsci, 120 anni e non li dimostra» comincia oggi alle 17,15 con la prima giornata, intitolata «Antonio Gramsci: sardo intellettuale globale». Dopo il saluto del presidente del Consiglio regionale della Sardegna Claudia Lombardo, parleranno i presidenti delle Province di Cagliari, Graziano Milia, e di Oristano, Massimiliano De Seneen. A seguire Attilio Dedoni, presidente della Commissione cultura del consiglio regionale della Sardegna, e gli interventi dei consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Giampaolo Diana, Carlo Sechi, Massimo Zedda e Claudia Zuncheddu, coordinati da Andrea Deffenu dell’Università di Cagliari. Chiuderà la serata la prima nazionale dello spettacolo «Gramsci-Bartòk: dialogo in contrappunto», scritto da Giorgio Baratta sui testi di Antonio Gramsci e Tania Schücht recitati dalle voci di Mario Faticoni e Clara Murtas, sulle musiche di Bela Bartòk eseguite al pianoforte di Silvia Corda
 Domani invece, a partire dalle 16,30, sempre nel teatro Nuovo Colosseo, si affronterà il tema della questione meridionale con un faccia tra Renato Soru e Fausto Bertinotti, coordinati dal condirettore dell’Unità, Giovanni Maria Bellu. All’incontro seguirà la replica dello spettacolo «Gramsci-Bartòk».
 
 

Questionnaire and social

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