Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
05 October 2010
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
     
L’UNIONE SARDA
1 - Scienze motorie, figli di un dio minore
2 - Facoltà. Assemblee e presentazioni dei corsi
3 - Cresce il mercato dei “green job”
4 - Cagliari da venerdì capitale cardiologica
      
LA NUOVA SARDEGNA
5 - Nuoro. Corsi all’Ailun
6 - Forum europeo diritto allo studio, premio all’oristanese Martinez
7 - Perfugas. Progetto coinvolge comuni, provincia e università
8 - In Tunisia archeologi dell’Università di Sassari
9 - Sanità. Mastino: «Sassari non è rassegnata ma arrabbiata» 
   

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

   
  
 L’UNIONE SARDA
 
1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 20
Ieri mattina, l’incontro degli studenti alla Cittadella: protesta anche il presidente
Scienze motorie, figli di un dio minore
«Con 80 mila euro di finanziamento rischiamo la chiusura»
L’appello di Floris: «Con 200 mila euro le cose funzionerebbero. Invece, da 110 mila siamo scesi a 80 mila».
«Mi basterebbero duecentomila euro: vi garantisco che il corso funzionerebbe benissimo». È l’urlo di dolore del presidente del corso di laurea in scienze motorie Giovanni Floris. Un urlo che si è levato alto ieri mattina alla Cittadella universitaria di Monserrato nel corso dell’assemblea organizzata dagli studenti che frequentano l’ex Isef. «L’Istituto superiore di educazione fisica otteneva finanziamenti per 800 milioni di lire. Ho chiesto 400 mila euro». Invece, i soldi, anziché aumentare, diminuiscono: l’anno scorso il corso di laurea era finanziato con 110 mila euro; adesso deve arrangiarsi con 80 mila.
LA SITUAZIONE Colpa dei tagli del ministro Gelmini. Ma anche colpa dei vertici dell’ateneo cagliaritano che non bussano a denari per questo corso di laurea. «Di queste nostre necessità, non si è fatto portatore, davanti alle istituzioni, né il rettore né il preside». Così, la situazione è diventata insostenibile. Il presidente ha cercato di mettere qualche pezza, accorpando alcune materie. Ma la coperta comincia a essere troppo corta. E, sia chiaro, non si parla di cifre inarrivabili: i docenti delle materie pratiche (quelli, per intendersi, che insegnano nuoto o atletica) prendono 650 euro lordi; una cifra con la quale vengono retribuite 24 ore di lezioni pratiche, gli esami, le supplenze, l’assistenza nella redazione delle tesi e la partecipazioni alle sessioni di laurea.
GLI STUDENTI Gli studenti sono sempre più esasperati: nell’assemblea di ieri mattina hanno sottoscritto le lamentele di Floris (chiamato, in realtà, per dare risposte). E hanno aggiunto le loro lagnanze. «Pago 1.200 euro l’anno per seguire questo corso di laurea. Vorrei avere quello per cui tiro fuori una cifra così alta», dice Enrica Tocco, rappresentante degli studenti del terzo anno. Che teme per il raggiungimento della sua laurea. «Io», interviene Michele Cocco, «sono finito fuori corso perché lo slittamento dell’inizio delle lezioni provoca quello degli esami». I due studenti siedono al banco della presidenza insieme a Daniele Faedda e ascoltano in silenzio quasi religioso il presidente, accompagnato dalla docente Myosotis Massidda.
I PROBLEMI Perché, per una volta, professori e studenti sono sulla stessa barca. In fondo, i docenti hanno già vissuto le situazioni che i neo laureati si ritroveranno ad affrontare quando entreranno nel mondo del lavoro. La concorrenza delle federazioni sportive che, con corsi di un weekend, danno la patente di istruttori. O la scuola regionale dello sport che sforna tecnici sportivi. Una marea di problemi quella degli studenti del corso di laurea in scienze motorie. «Da quando il corso è gestito dalla facoltà di medicina», spiegano Enrica Tocco e Michele Cocco, «il test d’accesso è soltanto teorico. Sono, invece, scomparsi i test pratici, fondamentali in questa disciplina. Capita, dunque, che entrino nel corso ragazzi che hanno ottenuto un ottimo voto alla maturità ma che, dal punto di vista pratica, non sono assolutamente all’altezza di questi studi». Eppure, nonostante tutti questi problemi, Floris ha una certezza. «In questo corso ci credo. Datemi 200 mila euro e funzionerà alla perfezione». Gli studenti? Giovedì è in programma un’altra assemblea: il giorno dopo, potrebbero anche decidere di andare a chiedere quello che serve direttamente al rettore o alla Regione.
MARCELLO COCCO
 
 
2 - L’Unione Sarda /
Cronaca di Cagliari - Pagina 20
Facoltà. Nonostante il rinvio previsto per l’inizio delle lezioni
Assemblee e presentazioni dei corsi
Assemblee, dibattiti, polemiche presentazione di corsi. Nonostante l’inizio ufficiale dell’anno accademico sia stato rinviato all’11 ottobre dopo il blocco delle attività didattiche disposto dal Senato accademico, ieri le aule magne sono state occupate da studenti, docenti e presidi per la presentazione dei corsi e per discutere della situazione e delle criticità delle facoltà nel quadro della riforma universitaria.
ARCHITETTURA, SCIENZE POLITICHE E ECONOMIA Ieri nelle facoltà di Architettura, Scienze politiche ed Economia si sono incontrati docenti e matricole del 1° anno. Idem a Ingegneria dove il preside ha dato il benvenuto e dato indicazioni organizzative agli studenti del primo anno ed ha presentato i presidenti dei corsi di studio.
SCIENZE Oggi alle 9 nell’aula magna della Cittadella universitaria il preside della Facoltà di Scienze, Luca Fanfani, e i docenti incontreranno gli studenti iscritti al primo anno dei corsi di laurea triennali. E nell’occasione illustreranno le criticità dell’attuale situazione dell’Università italiana in generale e dell’Ateneo cagliaritano nello specifico. E soprattutto le implicazioni sull’organizzazione della didattica nell’ambito della protesta che accomuna le università pubbliche italiane, legate principalmente al taglio dei ricercatori conseguente alla riforma Gelmini. Senza di loro molti corsi salteranno.
LINGUE Domani (alle 14,30) e dopodomani (dalle 10) alla Clinica Aresu saranno invece presentati i corsi della facoltà di Lingue.
 
 
3 - L’Unione Sarda / Economia - Pagina 15
Possono presentare domanda entro il 18 ottobre i laureati disoccupati o in cerca di prima occupazione
Cresce il mercato dei “green job”
Al via un corso per esperto di rete ecologica
La Regione organizza un corso per esperto nella valorizzazione della rete ecologica nell’ambito del progetto “Green future”, finanziato con il Fondo sociale europeo.
Il mondo del lavoro si tinge sempre più di verde. Tra i nuovi “green job” (professioni legate alle energie alternative e al lavoro sostenibile), mansioni molto gettonate al momento, spicca quella del tecnico esperto nella valorizzazione della rete ecologica. Le attività principali a cui si dedica sono la supervisione, la prevenzione e la sorveglianza del patrimonio forestale e faunistico. È un esperto in ecosistemi, sviluppo sostenibile e marketing territoriale. Trasmette a pubbliche amministrazioni, cittadini e istituzioni scolastiche dati ambientali sensibili ed eco-strategie. Inoltre, si interessa della diffusione di nuove prassi ambientali sostenibili e di formazione. Conosce tecnologie e strumenti di monitoraggio sia per la valutazione di impatti e rischi ambientali che per la verifica delle performance ambientali delle aziende e della loro conformità alla legge.
FORMAZIONE La Regione Sardegna nell’ambito del progetto “green future” (finanziato dal Fondo sociale europeo 2007-2013, obiettivo due asse occupabilità) ha dato vita al corso per tecnico esperto nella valorizzazione della rete ecologica. L’obiettivo è quello di formare una figura che conosca i problemi legati alla Rete Natura 2000 (il principale strumento dell’Unione europea per conservare la biodiversità) e per valorizzare queste aree dando vita ad attività imprenditoriali. «Il fatto che la gestione di queste zone verdi sia affidata agli enti locali o ad associazioni di Comuni», ha spiegato Anna Giulia Solinas, direttrice dell’Isogea (l’ente incaricato della formazione), «consente alle popolazioni del luogo di gestire e valorizzare il loro territorio in prima persona». Ad esempio, con la creazione di piccole cooperative in grado di monitorare costantemente queste aree, di portare avanti progetti di educazione ambientale e di valorizzare i prodotti del territorio creando dei collegamenti diretti con le attività produttive preesistenti. Il corso, della durata di 800 ore, è completamente gratuito e ai venti allievi selezionati sarà corrisposta un’indennità di frequenza. Le selezioni si svolgeranno il 26 ottobre nella sede dell’Isogea in via Duca di Genova 70, 72 a Cagliari.
DESTINATARI Possono presentare domanda i laureati in discipline scientifiche (scienze naturali, biologiche, geologiche, forestali e ambientali) sia del vecchio che del nuovo ordinamento. Inoltre, possono candidarsi anche i laureati in bioecologia o biologia marina; in scienze della natura; in gestione dell’ambiente e del territorio e in sistemi forestali ambientali. Si deve trattare di disoccupati in cerca di prima o nuova occupazione con posizione certificata dal Centro per l’impiego.
DOMANDE Le domande di partecipazione (scaricabili dal sito internet www.isogea.it) dovranno pervenire entro lunedì 18 ottobre all’Isogea in via Duca di Genova 70, 72, Cagliari. La consegna può effettuarsi dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13. Per ricevere ulteriori informazioni si può chiamare l’Isogea allo 070.565486 o scrivere all’indirizzo di posta elettronica: isogeacagliari@libero.it.
ALESSIA CORBU
 
 
4 - L’Unione Sarda / Cultura - Pagina 45
In cammino per salvarti, cuore mio
Cagliari da venerdì capitale cardiologica: le regole del primario
di LUCIO SALIS
Muoversi, muoversi. Ormai non si cammina più, si sta ore inchiodati al computer, immobili davanti al televisore trangugiando cibo; invece delle gambe si usano le ruote, le mamme porterebbero i piccoli in auto fin dentro l’aula scolastica. E infatti i bambini non camminano, non corrono, crescono obesi. Per gli adulti va ancora peggio: a forza di stare fermi, il cuore “si guasta”. L’allarme arriva dal convegno «Una macchina chiamata cuore: istruzioni per l’uso», che si terrà venerdì (alle 15) e sabato prossimi a Cagliari (Holiday inn hotel). La manifestazione (organizzata dal Servizio Cardiologia del Santissima Trinità, Asl 8, Coni e Scuola regionale dello sport) non è il solito congresso per addetti ai lavori. Articolata in due sessioni, Medicina dello sport e Ipertensione arteriosa, si rivolge alla gente comune, per fornire «consigli, indicazioni, farmaci e terapie su misura». In soldoni, cardiopatici, diabetici, malati di tutte le categorie avranno una buona occasione per sentire dagli esperti come migliorare la qualità della vita. Iniziando subito, perché domenica è prevista un’escursione (a piedi, ovviamente) fra le meraviglie della Sella del diavolo (alle 9, piazzale Cala Mosca). L’invito arriva da Carlo Lai, primario di Cardiologia al Santissima Trinità, da sei anni organizzatore di questa “giornata del movimento”. Quasi una missione, la sua: «La gente deve sapere che camminando di più e mangiando meno si allunga la vita e si vive meglio».
Dottore per i pigri cronici non c’è speranza?
«Il popolo del computer e del telecomando deve capire che bisogna cambiare stile di vita. Non solo per il cuore, ma per tutto l’organismo. Non a caso, al congresso ci saranno cardiologi ma anche ortopedici, fisiatri, diabetologi e altri specialisti».
Cambiare, come?
«Controllando l’alimentazione, riducendo il consumo di sale e grassi animali e praticando attività fisica».
Il risultato è sicuro?
«Lo dice l’Istituto superiore di sanità: il 58 per cento degli eventi positivi fra le malattie cardiovascolari è legato al cambiamento degli stili di vita, il 40 per cento ai farmaci».
Attività fisica, anche per i malati di cuore?
«Per tutti. Il primo consiglio che diamo a chi ha subìto un infarto o altri eventi cardiaci importanti è riprendere a camminare, muoversi, non sentirsi limitato dalla patologia».
Facile a dirsi, magari il malato ha paura.
«Per vincere la paura ha bisogno dei medici che si occupano della riabilitazione. Purtroppo, in Sardegna ci sono solo due centri».
Come fa un malato di cuore a sapere quali sono le attività da praticare?
«Glielo diciamo noi. Facciamo riunioni per insegnare alle persone a non sentirsi condizionate e a riprendere una vita normale, i rapporti con la gente e i rapporti sessuali».
Quali sono le attività sportive più consigliabili?
«La più semplice è la camminata: bastano un paio di scarpe buone. Cagliari ha tanti bei posti per passeggiare: ci vuole buona volontà».
C’è chi ha la tendenza a strafare. Cosa pensa dei trapiantati che fanno la maratona?
«Sicuramente sono persone che vengono controllate da colleghi che hanno dato loro questa possibilità. Il problema grosso è che ci sono persone che fanno attività fisica senza una visita medica preventiva. Il certificato di idoneità sportiva spesso viene visto come un pezzo di carta. Invece, soprattutto per gli atleti master, è uno dei pochi momenti di prevenzione per le malattie cardiovascolari. Per i master è inoltre consigliabile un controllo con l’holter. Non basta il cardiofrequenzimetro».
Quali attività sono assolutamente da evitare per chi soffre al cuore?
«Quelle basate su sforzi improvvisi, come il sollevamento pesi, a meno che non sia praticato con pesi leggeri, sotto controllo».
Consigliabili invece?
«Quelle aerobiche, camminata veloce, corsa, nuoto, bicicletta».
Sport anche per i diabetici?
«Per loro è indicata un’attività costante, perché lavorando di più, consumano di più, hanno meno glucosio in circolo e utilizzano meno insulina e ipoglicemizzanti orali. Stesso discorso per i bambini».
Nessun problema?
«Il problema dei diabetico è l’igiene del piede: non sudare perché se si macera la pelle e si formano delle piccole ferite, guariscono molto lentamente a causa dell’elevato tasso di glucosio nel sangue. Quindi attenti alle scarpe: meglio un paio di scarpe buone che una canadese griffata».
Nell’attività fisica si possono avere anche problemi a ossa e articolazioni. Come evitarli?
«In primo luogo non mettendo a dura prova le articolazioni con il sovrappeso. In questo campo i migliori esercizi li può consigliare il fisiatra. Per le donne in menopausa, che vanno incontro a osteoporosi per carenza di calcio, è consigliabile l’attività fisica all’aperto, perché il sole e il movimento aumentano la disponibilità di calcio».
 
l’esperto Il parere del farmacologo Biggio
Bene il moto ma attenti alla dipendenza da sport
Li conosciamo tutti: sono quelli che vanno a correre alle cinque del mattino, quelli che vivono con un occhio al peso e l’altro al cronometro, quelli che fanno una maratona dietro l’altra, quelli che si riducono pelle e ossa da fare spavento, quelli che se li incontri una sera a cena ti fanno la testa così con la maratona di New York. Medici, avvocati, magistrati, giornalisti, studenti, operai, uomini e donne, la follia per l’attività fisica non conosce barriere. Sono i drogati dello jogging. Sì, proprio drogati: di loro parlerà, venerdì pomeriggio all’Holiday Inn hotel, il farmacologo dell’università di Cagliari Giovanni Biggio, con una lezione magistrale su “Attività fisica, quasi un doping: uso e abuso dell’esercizio fisico”. «Chiariamo subito - spiega il professore - che l’attività fisica, praticata in misura corretta, migliora l’attività cerebrale, il trofismo dei neuroni. Favorisce la nascita di cellule di nuova generazione nel cervello. Oggi ne abbiamo le prove fotografiche, attraverso la risonanza magnetica e i microscopi».
Ma se si esagera che succede? «Oltre ai problemi cardiocircolatori, un’attività fisica eccessiva può influire in misura esagerata sul cosiddetto sistema della gratificazione, quello deputato al piacere, sul quale agiscono le sostanze d’abuso. Il quale, una volta attivato in un certo modo, è difficile da riportare indietro. Perché oggi sappiamo che coi farmaci o i comportamenti possiamo modificare la funzione dei nostri geni attraverso quel fenomeno che si chiama epigenetica. Una funzione di gene modificata significa produrre più proteine di un certo tipo e influire sul sistema di gratificazione. In pratica, l’organismo si abitua a quel livello di gratificazione. E si crea una vera e propria forma di dipendenza già rilevata, ad esempio, negli atleti che fanno uso di steroidi, tipo nandrolone». Gli atleti come i drogati quindi: «Tutto dipende da come si pratica lo sport. Ci sono soggetti più predisposti, che esagerano e magari agiscono da autodidatti, che quando smettono o interrompono mostrano una vera crisi di astinenza». ( l. s. )
    
 
LA NUOVA SARDEGNA 
5 - La Nuova Sardegna / Pagina 7 - Nuoro
NUORO. Corsi all’Ailun
Ecco il calendario autunnale dei corsi dell’Ailun: L’8 ottobre, ore 9,30-14, Giovanni Comandè (Scuola superiore Sant’Anna di Pisa) parlerà di “L’evoluzione della responsabilità sanitaria nella recente giurisprudenza”. Nel pomeriggio, ore 15-19, Carlo Pilia (Università di Cagliari) spiegherà “Strumenti conformativi e rapporto di lavoro in sanità: sanzioni e licenziamento del personale responsabile?”. Il 15 ottobre, ore 9-13, Luca Nocco (Scuola superiore di Pisa) affronterà il tema “Nesso causale e responsabilità sanitaria”; ore 14-18, Simona Cacace (Università degli studi di Brescia) spiegerà “Il consenso informato del paziente al trattamento sanitario”. Il 16 ottobre è il turno di un Seminario itinerante sull’argomento “Percorsi di consenso informato e tutele giuridiche”. Calendario: 9.30-13-30 presso l’ordine dei medici Nuoro; 6 novembre 9.30-13.30 sede ordine dei medici Sassari. Il 22 ottobre ore 9-12 Giovanni La Rocca, presidente della sezione civile del Tribunale di Nuoro, affronterà il tema “La responsabilità civile contabile delle strutture sanitarie”; ore 14-18, Maria Antonietta Foddai (Università di Sassari) e Luigi Arru (presidente dell’ordine dei medici di Nuoro) parleranno di “Scelte terapeutiche tragiche” e responsabilità. Il 29 ottobre, ore 9-13, Maria Angela Zumpano (Università di Pisa) e Natale Giallongo (Università di Firenze) disquisiranno su “Natura della responsabilità e distribuzione dell’onere probatorio”; alle ore 14-18 sarà il turno degli avvocati Giovanni Maria Uda e Luigi Nonne (Università di Sassari) che spiegheranno ai corsisti “La responsabilità delle strutture e gestione del contenzioso nelle aziende ospedaliere”. (mgf)
 
 
6 - La Nuova Sardegna /  Pagina 8 - Cagliari
Ultimo ritratto vince a Padova 
Premio per la foto dell’oristanese Matteo Martinez 
ORISTANO. Matteo Martinez, dopo aver vinto all’inizio dell’estate il primo premio regionale organizzato dall’Ersu dell’Università di Sassari, si è aggiudicato il primo premio assoluto al concorso nazionale Total art in occasione del forum europeo per il diritto allo studio di Padova. La giuria ha valutato positivamente il suo lavoro «Per l’immediatezza, la forza evocativa, la precisione tecnica e l’autonomia espressiva».
La foto, intitolata Ultimo ritratto, è stata scattata a Barcellona e racconta la fucilazione di un uomo circondato dai fantasmi dei morti delle esecuzioni avvenute in altri tempi contro lo stesso muro.
Questa stessa foto all’inizio dell’anno era stata utilizzata nei manifesti 6x3 per annunciare il convegno teologico Gli Immortali e i mortali invincibili tenuto in occasione dell’ostensione del grande polittico degli Immortali.
Un filmato-inchiesta andato in onda nei giorni scorsi per Italia 1 sul fenomeno giovanile degli Emo (condotto dalla “iena” Nadia Toffa e realizzato da Matteo Martinez in qualità di coautore e regista), sta spopolando in rete ed è il più visto di sempre sul sito delle Iene.
 
 
7 - La Nuova Sardegna / Pagina 29 - Sassari
Perfugas. Oggi si presenta il progetto che coinvolge Comuni, Provincia e Università 
«Giovani Anglona» riscopre i poeti sardi 
MAURO TEDDE 
PERFUGAS. Oggi alle 11, nella sala consiliare dell’Unione dei Comuni dell’Anglona e della Bassa Valle del Coghinas, si terrà la presentazione del progetto locale “Giovani Anglona”, un’interessante iniziativa finanziata di recente dall’Anci a valere sulle risorse del fondo nazionale per le Politiche Giovanili per l’anno 2010, finalizzata al recupero e alla valorizzazione della poesia popolare anglonese tra ’800 e ’900, nel rispetto delle varietà linguistiche del territorio, ovvero logudorese e gallurese. All’incontro parteciperanno i sindaci dei comuni aderenti all’Unione (Chiaramonti, Erula, Laerru, Martis, Perfugas, Santa Maria Coghinas, Tergu, Viddalba e Valledoria), nonché i rappresentanti dell’assessorato alla Cultura della Provincia di Sassari (partner di progetto e cofinanziatore), della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Sassari (partner di progetto), nonché i rappresentanti di altri enti ed operatori locali che collaborano al progetto (Pro Loco di Chiaramonti, Erula, Laerru, Martis, Perfugas, Santa Maria Coghinas, Tergu e Valledoria, Biblioteche Comunali e Consulta Giovanile di Martis). Dopo una breve presentazione del progetto si aprirà un momento di scambio e confronto sul tema della valorizzazione e diffusione della cultura immateriale (tradizione orale) di un’area variegata e interessante come quella dell’Anglona. L’Unione dei Comuni comunica inoltre che è stato pubblicato l’avviso per la selezione di giovani ricercatori, di età compresa tra 18 e 35 anni, residenti nei 9 comuni dell’Unione dei Comuni, che, affiancati da un gruppo di esperti, avranno la possibilità di scoprire o riscoprire i poeti anglonesi che, tra il finire dell’800 e i primi del ‘900, hanno scritto pagine indimenticabili nella storia della letteratura sarda. Il lavoro di ricerca porterà alla pubblicazione di un volume. Info: www.unioneanglona.it.
 
 
8 - La Nuova Sardegna / Pagina 34 - Cultura e Spettacoli
I segreti della Uchi Maius islamica 
In Tunisia archeologi dell’Università di Sassari 
E’ già al lavoro una squadra coordinata da Marco Milanese 
LARA GARGANO 
SASSARI. Al via l’ultima campagna di scavo dell’Università di in Tunisia. Dal 1º ottobre per circa un mese il sito romano di Uchi Maius vedrà in azione una troupe di archeologi interassati a far luce sul periodo arabo della città. Missione compiuta per il rettore Attilio Mastino, responsabile di un progetto che ha all’attivo dieci iniziative analoghe da quando, 16 anni fa, fu siglata una convenzione con l’Institut National du Patrimoine di Tunisi, in collaborazione con le Università di Pisa, Venezia, Genova e Cassino. Al centro dell’annosa cooperazione Uchi Maius, città romana su un’area collinare del Governatorato di Bèja, nella Tunisia settentrionale.
Scopo principale dell’ultima fase dello scavo è verificare la presenza di insediamenti islamici sul versante della collina tra la cittadella e il marabout. L’equipe, sotto la guida del professor Marco Milanese, ordinario di archeologia urbana dell’ateneo sassarese, si concentrerà sulle dinamiche stratigrafiche, cronologiche e culturali dell’insediamento. «Sarà posizionata una trincea lunga circa 100 metri e larga 3 - spiega il professore -. E saranno inizialmente dislocati 6 saggi di valutazione di 9 metri quadri. Al loro interno, rimossa la vegetazione, sarà effettuato lo scavo». Ad eseguire l’operazione dodici rappresentanti dell’ateneo sassarese, tra archeologi, dottorandi e laureandi, e tre studenti delle università di Siena, La Sapienza e Pisa. La missione, finanziata dal ministero degli Affari esteri e dalla Regione Sardegna, è diretta da Attilio Mastino per la parte italiana, e da Mustapha Khanoussi da parte tunisina.
«In quindici anni di esplorazioni - dichiara soddisfatto il rettore - abbiamo recuperato circa 500 iscrizioni latine che hanno permesso di ricostruire la storia di una colonia romana, tra Giugurta, Augusto, Severo Alessandro e l’arrivo dei Vandali». Nove sono le zone di intervento, di cui la principale è rappresentata dall’area forense: circa 300 metri quadri sul lato orientale, dove sono state rinvenute tracce del periodo compreso fra l’età claudia e il 207 d.C.
Protagonisti degli scavi gli archeologi dell’Università di Sassari Fabrizio Delussu, Giampiero Pianu, Alessandro Teatini, Raimondo Zucca, Piergiorgio Spanu e Cinzia Vismara. «Con noi hanno lavorato circa 400 studenti italiani e tunisini - aggiunge il rettore -. Una straordinaria esperienza di cooperazione internazionale».
 
 
9 - La Nuova Sardegna / Prima Pagina
Sanità: «Sassari non è rassegnata ma arrabbiata» 
Il rettore Attilio Mastino attacca la Regione. Intanto rischia di chiudere Cardiologia 
Non rinnovato il contratto a due medici della clinica Gravi disagi per i pazienti 
SASSARI. «Non tollereremo più ritardi e disfunzioni da parte della Regione. E poi non è vero che Sassari è rassegnata. Sassari è arrabbiata per essere stata discriminata sotto il profilo politico ed economico». Pronta la replica del rettore Attilio Mastino alle dichiarazioni dell’ex assessore Nerina Dirindin sullo stato della sanità dopo il pensionamento di sessanta medici dall’Azienda sanitaria locale. E intanto scatta l’allarme nel reparto universitario di cardiologia che rischia la chiusura per il mancato rinnovo dei contratti ai medici, un altro duro colpo alla sanità del territorio.

Pagina 19 - Sassari
«Mai più ritardi e discriminazioni» 
Il monito del rettore Attilio Mastino e le accuse all’ex assessore Nerina Dirindin 
GABRIELLA GRIMALDI 
SASSARI. «Non tollereremo più ritardi e disfunzioni da parte della Regione. E poi non è vero che Sassari è rassegnata. Sassari è arrabbiata per essere stata discriminata sotto il profilo politico ed economico». Non si è fatta attendere la replica del rettore Attilio Mastino alle dichiarazioni dell’ex assessore Nerina Dirindin sullo stato della sanità dopo la «fuga» di 60 medici dalla Asl.
La decisione di andare in pensione in massa è stata infatti interpretata, e da alcuni primari confermata esplicitamente, come un gesto di protesta contro l’azienda, commissariata da un anno. Un ulteriore dato negativo da affiancare alla situazione di sfascio in cui versa la sanità cittadina per la palese inadeguatezza delle sue strutture, per i difetti di organizzazione del servizio offerto all’utenza, per la carenza di apparecchiature, ormai vecchie di decenni.
Ma è sulla questione della mancata nomina del direttore sanitario ai vertici dell’azienda ospedaliero universitaria e sull’inesistenza dell’atto aziendale che il rettore Mastino si è sentito di dover dare una risposta decisa. «Nerina Dirindin si chiede perché la Regione non impone con decisione che questi passi vengano fatti immediatamente. Sinceramente non posso non stupirmi di queste affermazioni, che assomigliano molto ad una tardiva autocritica: vorremmo capire quali risorse la Regione ha assegnato all’azienda mista in termini di edilizia e di infrastrutture tecnologiche negli ultimi dieci anni, anche durante il periodo in cui la Dirindin ha rivestito l’incarico di assessore alla Sanità. La città di Sassari non è rassegnata ma è solo arrabbiata per i tanti ritardi, per le decisioni non prese, per gli errori, le omissioni, le incertezze della classe politica. Soprattutto per lo squilibrio nell’assegnazione delle risorse».
Una polemica, quella sulla destinazione dei fondi regionali troppo spesso finiti, si dice, nelle casse delle aziende cagliaritane, che tiene banco da parecchio tempo. Dirottamento sempre smentito dall’assessore regionale Antonello Liori e anche dal Governatore Cappellacci.
Ma il rettore torna sull’assetto dell’azienda sanitaria, nata da un protocollo d’intesa tra la Regione e lo stesso ateneo di Sassari. «Tengo a ricordare - continua Mastino - che l’università ha più volte sollecitato il suo successore, Antonello Liori prima e dopo il commissariamento dell’Aou, a provvedere alla nomina del direttore sanitario dell’azienda ospedaliera universitaria, alla stesura del suo atto aziendale e alla nomina dell’organo di indirizzo (del quale faranno parte per rappresentare l’ateneo il preside Giuseppe Madeddu e la professoressa Lucia Giovanelli). Inoltre non capiamo perché questi provvedimenti, la cui importanza e urgenza è riconosciuta dalla stessa Nerina Dirindin, non siano stati adottati dall’ex assessore quando era in carica». E a riprova il magnifico esibisce un ulteriore sollecito inviato il 28 settembre in cui si sottolinea che l’organo di indirizzo è di vitale importanza per l’azienda mista.
Mastino conclude lanciando un monito e allo stesso tempo un grido d’allarme. «L’università cambierà musica e non ammetterà più ritardi e disfunzioni, che si ripercuotono pesantemente anche sulla formazione del personale sanitario e sulla ricerca e indirettamente sull’ammontare del Fondo di funzionamento ordinario, in decisa diminuzione per una miope politica del Governo in carica».

Cardiologia rischia la chiusura 
È allarme perchè a due medici non è stato rinnovato il contratto Dall’università parte un telegramma per Antonello Liori 
SASSARI. Gli ambulatori di Cardiologia rischiano di chiudere i battenti. Una nuova emergenza va a colpire uno dei cardini dell’azienda universitaria mettendo a repentaglio il diritto alla salute di tanti pazienti che si rivolgono alle cliniche di San Pietro. Il servizio infatti, risulta sguarnito dopo che non sono stati rinnovati i contratti a termine di due medici.
Della grave situazione si sta occupando il rettore Mastino che proprio ieri ha inviato un telegramma all’assessore regionale alla Sanità Antonello Liori sollecitando in intervento immediato.
«Il mancato rinnovo delle due unità - si legge nel comunicato -, aggravato da malattie di altri sanitari, rende impossibile soddisfare livelli essenziali di assistenza cardiologica per i pazienti ricoverati o in attesa di ricovero. I medici in servizio, insufficienti per attività assistenziali primarie, non possono adeguatamente contribuire alla formazione degli specializzandi e alla ricerca».
La scuola di specializzazione in Cardiologia, diretta da Antonello Ganau, è sempre stata un fiore all’occhiello per l’università di Sassari anche se con i ritardi nella nascita dell’azienda mista si era rischiato di perderla perchè l’ateneo, inadempiente, non avrebbe più goduto dei requisiti minimi richiesti dalla legge.
Oggi la prospettiva è addirittura di non poter garantire l’assistenza ai pazienti mentre l’Utic, l’unità di terapia intensiva coronarica, finanziata e perfettamente allestita, non è mai stata attivata. (g.g.)
 
L’INTERVENTO 
Un’unica azienda per salvarci 
ANTONELLO PERU / CONSIGLIERE REGIONALE DEL PDL 
Chi ha interesse a distruggere la sanità sassarese? Davanti al dibattito sulla necessità di accorpare l’Ospedale Civile e l’Azienda ospedaliero-universitaria mi domando come si possa, per difendere qualche piccola rendita di posizione, mettere a repentaglio lo sviluppo futuro dell’assistenza sanitaria a Sassari, condannando il territorio all’inefficienza e all’arretratezza per andare ad avvantaggiare, più o meno inconsapevolmente, altre aree della Sardegna. La separazione tra Asl e azienda mista non è più sostenibile. Non lo è finanziariamente, ma soprattutto non lo è per quanto riguarda le prospettive di sviluppo dell’offerta sanitaria. Non è più ammissibile che, in un territorio come il nostro, esistano due realtà che, seppure in grado di garantire un’assistenza di buona qualità, generano sprechi, diseconomie e talvolta, duole dirlo, inefficienze che si ripercuotono sui servizi offerti ai cittadini. Saranno proprio questi ultimi a soffrire maggiormente per i ritardi nella fusione, poiché non potranno contare su un servizio adeguato, saranno costretti ai ‘viaggi della speranza’ e, più in generale, subiranno un deterioramento nella qualità della vita. Per contro, la scelta della fusione costituisce una risposta concreta a due esigenze vitali del territorio: quella di sviluppare il livello qualitativo dell’offerta sanitaria, coniugando l’indiscussa professionalità degli operatori ospedalieri con la ricerca universitaria, e quella di centralizzare la spesa, riducendo i costi di gestione. E’ un’impostazione strumentale ed ideologica quella che porta a vedere quest’ultima esigenza come un’imposizione da parte della Giunta regionale. Gli alti costi di gestione del sistema sanitario sardo gravano su un bilancio già pesantemente condizionato dal deficit ereditato, intorno ai 260 milioni di euro, che costringe la Regione a un rigoroso piano di rientro. E’ dunque evidente la necessità di impiegare le risorse disponibili nel modo più razionale. E’ fondamentale che l’accorpamento nasca contestualmente alla costruzione di una struttura ospedaliera tecnologicamente all’avanguardia, convogliando le risorse attualmente previste per le due aziende, che ammontano a 120 milioni, verso un grande obiettivo: un nuovo unico ospedale. Se l’accorpamento non dovesse avvenire, l’Università è destinata ad impoverirsi, poiché eccellenti professori, specialisti delle più importanti patologie, saranno costretti ad emigrare. Gli operatori ospedalieri perderanno la possibilità di accedere all’alta formazione. Le risorse finanziarie si disperderanno in mille rivoli, rendendo impossibile la ricerca avanzata e l’acquisto di macchinari all’avanguardia. In compenso, ognuno potrà continuare indisturbato a coltivare il suo orticello, appoggiato dai veti di questa o quella parte politica interessata a boicottare strumentalmente la fusione. Anziché creare le condizioni affinché si possano attrarre a Sassari da tutta la Sardegna persone che necessitano di cure di qualità, si rischia di finire per privilegiare altre realtà da sempre avvantaggiate, come Cagliari, o in rapida ascesa, come Olbia. Sassari corre il serio pericolo di diventare il fanalino di coda della sanità isolana, un’eventualità davanti alla quale si rende indispensabile una grande e unanime mobilitazione del territorio.
 


 

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie