Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
02 October 2010
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
     
L’UNIONE SARDA
01 - Scienze motorie, studenti in assemblea
02 - Consorzio Ausi, ultima chiamata per salvare l'università di Monteponi
03 - Via Premuda. Precedenti: botte e sputi agli studenti diretti alla mensa
04 - L'ingegnere-pescatore: ecco il mio robot degli abissi per il corallo
05 - Lettere. Chi vince i concorsi non ha lavoro. Una vita in graduatoria

LA NUOVA SARDEGNA
06 - Sassari. Ersu-Atp: tariffe agevolate sugli autobus 
07 - Nuoro. Ateneo, crescono gli iscritti ai due corsi nuoresi 
08 - Gallura ultima provincia in Italia per numero di diplomati e laureati 
09 - Sassari. Accordo tra imprenditori asiatici e facoltà di Agraria 
10 - Sassari. Farmacologa Flavia Franconi al meeting internazionale di Parigi 
   

  
 L’UNIONE SARDA
 
1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 25
Scienze motorie, studenti in assemblea
Continua la protesta dentro l'Università. Lunedì alle 10.30, davanti all'aula E della Cittadella universitaria di Monserrato, si svolgerà un'assemblea straordinaria degli studenti di Scienze motorie. «Siamo senza preside, senza fondi, senza docenti e senza strutture: il corso di laurea in Scienze motorie è sulla via della chiusura».
  
 
2 - L’Unione Sarda / Iglesias - Pagina 26
Scelto il vicepreside dell'ente: è Salvatore Murgia
Consorzio Ausi, ultima chiamata per salvare l'università di Monteponi
Il Consorzio Ausi al lavoro per salvare l'Università di Monteponi. Anche se le sorti del corso di studi in Scienza dei materiali sembrano segnate, visto che è attivo soltanto il terzo anno, gli enti che fanno parte dell'Ausi (Provincia, Comuni di Iglesias e Carbonia, Parco Geominerario, Igea e Carbosulcis) stanno tentando di fare il possibile per non perdere per sempre quella che viene definita un'occasione di crescita culturale e di sviluppo dell'intero territorio.
Nei giorni scorsi si è riunito il consiglio di amministrazione, presieduto dal presidente della Provincia Tore Cherchi. Dopo l'elezione del vice presidente (Salvatore Murgia, ex preside a Carbonia) la riunione è stata rinviata a data da destinarsi per esaminare gli altri punti all'ordine del giorno, tra cui la nomina del direttore.
L'intento del cda è fare partecipare ai prossimi incontri il Rettore dell'Università di Cagliari e i componenti di Sardegna ricerche, l'organismo regionale (ex consorzio Ventuno) che ha tra i compiti la promozione della ricerca. Il loro ruolo sarà fondamentale per decidere quale sarà il destino dell'Università del Sulcis.
Già dall'anno scorso, a Monteponi non c'è più la possibilità di accogliere nuove iscrizioni, dirottate all'Ateneo di Cagliari, cittadella universitaria di Monserrato. Resta soltanto il terzo anno e, a meno di un miracolo, sull'Università del Sulcis (che prima di Scienza dei materiali aveva perso Ingegneria ambientale) calerà definitivamente il sipario. ( c. s. )
 
 
3 - L’Unione Sarda / Cagliari e Provincia - Pagina 19
i precedenti
Botte e sputi agli studenti diretti alla mensa
Una strada nota alla cronache. Via Premuda ha i suoi precedenti con i pestaggi agli studenti universitari che si recavano in mensa. Un fenomeno che, dopo l'intervento delle forze di polizia, è praticamente scomparso.
Due presunti aggressori erano stati denunciati l'anno scorso. Erano accusati di essere gli autori di alcuni pestaggi, vero terrore dei ragazzi che frequentano la mensa. Il 14 gennaio 2009 un giovane universitario, era stato avvicinato da un estraneo che gli aveva chiesto un euro. Altri due erano arrivati alle spalle, prendendolo a pugni e strappandogli il portafogli. Infine era partito un calcio in faccia. Tutto per 20 euro. Nel luglio del 2008 un altro studente aveva perso quattro denti, finendo all'ospedale. Per le conseguenze del pestaggio era rimasto in casa per trenta giorni. Quattro mesi dopo ancora botte. Un ragazzo era stato colpito con un calcio dopo aver dato una sigaretta al “branco” appostato nelle vicinanze della mensa. E ancora minacce e sputi ai giovani studenti. Per fortuna da un po' di tempo il rione di San Michele si è ribellato a questa situazione, cercando di scrollarsi di dosso la fastidiosa etichetta di quartiere pericoloso.
  
 
4 - L’Unione Sarda / Cronaca Regionale - Pagina 9
Il robot degli abissi e il corallo
L'ingegnere-pescatore: ecco il mio prototipo (vietato)
FERTILIA Anni Ottanta, autunno. Nel momento in cui la pesca del corallo era bloccata, dalla Sardegna si erano trasferiti in Toscana: manutenzione del già vetusto cavo Sacoi, non lontano da Porto Ferraio, Isola d'Elba. Un collega di lavoro quel giorno tardava a risalire. Quando, terminato la decompressione, l'ometto con la muta era ormai a pelo d'acqua, dal basso è arrivato l'imprevedibile non previsto. Un flash da cinema, drammaticamente vero. «Squalo bianco, una bestia enorme, più grande della barca». Un lampo, del sommozzatore non se n'è più saputo niente e su quel poco che è stato ritrovato si può stendere il velo del rispetto. «Facendo questo mestiere si moriva e si muore. Ci piacerebbe che ci dessero il diritto di non crepare ma sembra che questo sia il minore dei problemi». Il passaggio dal ricordo del pescecane a questo intreccio di tubi metallici che fa bella mostra di sé sulla nave non è automatico. Ma un legame c'è. Perché il robot senza nome, presentato ufficialmente alla comunità scientifica (e accolto con forti perplessità dai biologi) durante un convegno 15 giorni fa, potrebbe rappresentare una scappatoia per gli uomini del corallo. Fausto Troisi, 61 anni, da Cosenza, naturalizzato sardo fin dentro il midollo, garantisce: «Siamo pescatori nel 2010, non si può pretendere che il tempo si fermi solo per noi. Poter utilizzare quest'oggetto ci consentirebbe di limitare i rischi. Sperimentiamolo con la supervisione degli scienziati, se poi è causa di danni ce ne liberiamo. Ma proviamolo, la Regione ci aiuti: chiediamo troppo?».
PRIMA FERMATA PORTO TORRES Un fratello militare in aeronautica trasferito dalla Penisola all'aeroporto di Fertilia e una passionaccia per il mare. Il giovane studente del Politecnico di Torino aveva un motivo doppio per trascorrere le vacanze dell'Isola. «Inizialmente volevo fare il pilota di caccia, mi sembrava il mio destino, ma non era compatibile con l'Università». Comunque ha completato gli studi, è diventato ingegnere nella facoltà più ambita. Poi ha preso il coraggio a due mani e ha parlato chiaro con i familiari: farò il pescatore. Detto fatto: si è trasferito in Sardegna, primo lavoro negli impianti del cloro del polo chimico di Porto Torres. Ha preso moglie, un medico di Alghero di bellezza leggendaria. Nel tempo libero, studiava da corallaro. Un maestro mitico, Dino Robotti, vecchissima scuola. La prima immersione ufficiale - a 110 metri tanto per gradire - a 30 anni. I tempi erano maturi per il nuovo discorso ufficiale: voglio comprare una barca e vivere sul mare. Ha chiesto un prestito sullo stipendio fra le perplessità, per usare un eufemismo, della compagna. «Mia moglie piangeva ogni mattina quando mi preparavo per uscire in barca, c'è voluto il tempo e la sua intelligenza per adattarsi».
IL CLUB DELLE VEDOVE Fra cinismo e bolle blu, la realtà oggi in Sardegna è fatta di un gruppo di operai dei fondali poco più folto di una squadra di calcio. Dai tempi dell'ingegno, la croce di Sant'Antonio che arava i fondali senza pietà, alle concessioni regionali individuali, stagione di sei mesi, la possibilità di pescare due chili e mezzo di corallo al giorno. Gli anziani sono oggettivamente pochi, in tanti finiscono nei cieli dell'oro rosso senza possibilità d'appello o si portano dietro disabilità importanti. Qualche giovane arriva ancora, richiamato da un lavoro con fascino ad altissima tensione e possibilità teoriche di fare un sacco di quattrini in pochissimo tempo. «Quando li vedo seduti al bar che fanno gli spacconi, io guadagno duemila euro al giorno, mi infurio: ma dove? Ma quando?». Lui ha trent'anni di onorato servizio, forse potrebbe ritirarsi a meritato riposo, ma non si rassegna: «Questo è un mestiere a rischio e ai propri cari non si lascia nulla: sapeste quante giovani vedove ho conosciuto. Almeno il 10 per cento di noi non conosce la stanchezza dell'età adulta. Se hai un garage, la banca l'accetta come garanzia. Una barca no. Se mio figlio mi dicesse che vuol fare il mio lavoro, lo farei fuori io». I prezzi del corallo, comunque, restano di livello. Cento euro le punte, mille euro quello più pregiato fino a due-tremila, fuori mercato i grandi rami che uno sogna per tutta la vita di portare a galla. Spesso solo desiderandolo.
DALL'ALBA AL TRAMONTO Si esce alla 5 del mattino, si torna quando fa buio. «Abbiamo pescato dappertutto, da Bosa all'Africa alle Hawaii. Ma lavorare fuori ti distrugge, e poi da Alghero alla Planargia c'è il corallo più pregiato del mondo». Sulla barca restano almeno due persone, quelle che comunicano col sub attraverso laringofono o lavagna: «Ci può essere un incidente, il momento in cui ti devono recuperare è sempre soggetto a improvvisate . Se il tuo marinaio ha un infarto, tu che fai?». Ore di salita e discesa, ormai per il corallo si arriva a oltre 130 metri. Decompressioni lentissime. Qualche volta, quando il dio delle previsioni meteo gioca a sorpresa un brutto tiro e occorre far rotta verso il porto all'istante, a 22 metri si crea un incidente che ti fa tornare a galla in un baleno per poi buttarsi dentro un serbatoio salvavita: una sorta di camera iperbarica, se non fosse che non c'è medico tascabile e tutto è affidato all'esperienza del pescatore. Da Santa Teresa di Gallura a Sant'Antioco, da Cagliari ad Alghero, tutti i mari sono paese. «In Gallura tanti anni fa si trovava il corallo già a 40 metri, oggi non si può pescare sopra gli 80». Cinque anni fa gli è capitata una brutta esperienza, di quelle che ti fanno sorvolare la vita a mille all'ora: è rimasto paralizzato per metà, il recupero è stato lento e oggi conserva un formicolìo su tutto il corpo che gli rinfresca i ricordi ogni giorno. «Ma ogni stagione ci sono almeno un paio di occasioni in cui esci vivo per miracolo, perché la fortuna a quell'ora passava di lì». Sperando che non sia in ritardo.
TECNOLOGIA MON AMOUR Fausto Troisi non è un pescatore di corallo assimilabile all'iconografia classica. Genere lupo di mare, quelli che negli anni '70 erano ricercati con gusto dalle turiste sporcaccione del Nord Europa appassionate di esotico e salsedine. Non ha dimenticato di essere un ingegnere e ha collaborato attivamente con scienziati di ogni ordine e grado. Vent'anni fa, era già finito sui giornali di mezza Europa perché aveva costruito una sorta di sottomarino (giallo, ça va sans dire ) per cercare rami di corallo. «Allora era rivoluzionario ma aveva grandi problemi di recupero. Se si incagliava a 120 metri di profondità, diciamo che il brivido era assicurato». Insieme all'Università di Sassari stava studiano un programma informatico rivoluzionario: «L'immagine del corallo, ripresa da una telecamera calata in fondo al mare, veniva decodificata da un algoritmo che attribuiva un colore. Troppo piccolo? Era rosso, da non raccogliere. Altrimenti verde». Un semaforo degli abissi, finito per ora in soffitta.
ALIEN VA SOTT'ACQUA Un complicato intreccio di tubi d'alluminio a creare una forma vagamente quadrata, motore elettrico alimentato dalla superficie, zoccoli gialli. Piccole eliche che spuntano qua e là per salire, scendere, girare. Mille occhi (telecamere) in ogni angolo e luci per illuminare la strada. Sotto coperta, una consolle con schermo al plasma e comandi da playstation di lusso. Un costo da fuoriserie al top di gamma. Troisi è uno che investe perché gli sembra un dovere etico. Uomo dei fondali sì, ma imprenditore: «Ci immaginano come trogloditi che devono tirar su i pasti per la famiglia, punto. Assassini del mare. Bugiardi. Invece per me questa è un'impresa che risponde a tutte le regole. Investire, fare ricerca, salvaguardare la risorsa che mi dà il pane, guadagnare denaro. E salvarmi la pelle, magari». Il robot che sta sperimentando le discese in mare oggi è solo un prototipo. Domani potrebbe esserci anche un braccio mobile, manovrato dalla barca, per tagliare il ramo di calcare. Alcuni biologi non ne hanno una gran concetto. Anzi. Il ragionamento scientifico, volgarizzando, è: se un corallaro, in 20 minuti di immersione, raccoglie tot, una macchina in 8 ore potrebbe fare razzìa. E i fondali - specie quelli più preziosi ma più frequentati della Sardegna nordoccidentale - non sarebbero in grado di reggere nuove invasioni barbariche.
IL DIRITTO A SALVARSI Troisi non sfugge alla sfida. E ribatte: «La macchina consente di scegliere, di non prendere a casaccio perché l'aria sta finendo e non puoi buttar via l'immersione. Possiamo raccogliere due chili e mezzo di corallo al giorno? Bene, controllateci, fissate un tetto stagionale anche più basso. Ma dateci la possibilità di sperimentare il robot, di lavorare dalla superficie quando i tendini non funzionano più, l'artrosi ti spezza in due, le gambe tremano. E non a cent'anni: a 60, oggi». La legge in questo momento esclude la possibilità che il robot entri in funzione. L'Università di Sassari si è dichiarata disponibile a fare i controlli, la Regione poi dovrebbe rimettere le mani nelle norme. «È sacrosanto tutelare il corallo, fare leggi restrittive, vigilare. E tentare di non far crepare noi?». Il paradiso (dei fondali) può attendere.
LORENZO PAOLINI
paolini@unionesarda.it
 
 
5 - L’Unione Sarda / Lettere & Opinioni - Pagina 47
In 70 mila aspettano un'assunzione guadagnata solo sulla carta
Una vita in graduatoria Chi vince i concorsi non ha lavoro
Ho sempre avuto la speranza di poter entrare a lavorare nella Pubblica amministrazione, dopo la laurea in Giurisprudenza e dopo tanti concorsi. Il 27 ottobre 2010, in Piazza Montecitorio a Roma vi sarà una manifestazione a tutela dei 70 mila vincitori ed idonei dei concorsi pubblici che aspettano d'essere assunti. Il dato numerico è assurdo, ma la cosa tragica è che nel frattempo vengono assunti a tempo indeterminato e senza concorso i precari (vedi 404 posti all'Inail) e gli interinali (1.700 nell'Inps). Intanto, i concorsisti gettano via la propria esistenza in libri ed esami che durano anche svariati anni. Solo chi vive questa condizione di nuovo povero, cui viene rubata la speranza di lavorare, può capire la nostra frustrazione!
HODER PUDDU - CAGLIARI
La Costituzione è dalla sua parte, gentile lettore. Ma un groviglio di leggine, cavilli, sentenze contraddittorie ed interessi non sempre limpidi vanifica le sue competenze e il suo impegno. Così come il diritto dei cittadini a contare su pubblici uffici organizzati «in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione». Che non è un'utopia bislacca, ma quanto prevede la Costituzione all'articolo 97. Specificando, al terzo comma: «Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge». Chiaro, no? Eppure oggi i concorsi sono le eccezioni, mentre la norma sono il precariato e le (sempre più rare) stabilizzazioni di massa.
Questo rovesciamento di principi è cominciato una ventina d'anni fa, quando Governo e Parlamento si videro costretti a contenere un debito ormai fuori controllo. Mettendo, fra l'altro, un freno alle assunzioni facili negli enti pubblici. Blocco della spesa, blocco del turn-over, concorsi ridotti al minimo. Però Comuni, Province, Asl, ospedali, università e via elencando non potevano mica fermarsi. Poteva essere l'occasione di razionalizzare uffici e personale. Invece alti burocrati e politici (che spesso coincidono) hanno trovato più convenienti i precari. Vuoi mettere la flessibilità e la fedeltà (al “benefattore”, non all'amministrazione!) di chi vive appeso a un filo? Nel frattempo, chi affronta i pochi concorsi sopravvissuti marcisce nelle graduatorie, se non ha santi in paradiso. Come da mesi denunciano, su questa stessa rubrica, gli operatori socio-sanitari che hanno superato le selezioni bandite dalle Asl, ma si vedono scavalcati dagli interinali.
DANIELA PINNA
    
 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
6 - La Nuova Sardegna / Pagina 31 - Sassari
ERSU-ATP 
Tariffe agevolate sugli autobus 
SASSARI. È stata attivata una convenzione Ersu Sassari-Atp per agevolare i trasporti urbani degli studenti universitari. L’Ersu Sassari, infatti, contribuirà al pagamento di una quota degli abbonamenti annuali e mensili, a valere sulle tariffe Atp studenti valide sino al 30 giugno 2011. Per la richiesta di abbonamento Ersu, gli studenti interessati dovranno recarsi negli uffici Atp di via Caniga 5 presentando la certificazione di iscrizione universitaria o dichiarazione sostitutiva su modulo Atp, scaricabile dal sito www.atpsassari.it; una fototessera e la certificazione dei redditi sul modello Isee (redditi 2009) se possessori di requisito per le tariffe agevolate studenti. Gli abbonamenti mensili agevolati saranno disponibili presso le casse degli uffici mensa dell’Ersu e potranno essere rilasciati solo a seguito di presentazione della “Card Atp Uno” rilasciata presso gli uffici Atp a seguito di presentazione della documentazione sopra descritta. Per agevolare il rilascio della Card necessaria all’acquisto degli abbonamenti l’Atp resterà aperta oltre che dal lunedì al sabato, dalle 7.45 alle 12, anche nelle giornate di martedì 5 e giovedì 7 ottobre, dalle ore 15 alle 18 solo per gli studenti.
 
 
7 - La Nuova Sardegna / Pagina 4 - Nuoro
Folla di autorità alla riapertura degli uffici dell’Ersu in via Salaris 
ATENEO, SVOLTA OTTIMISTA 
Crescono gli iscritti ai due corsi nuoresi 
ANTONIO BASSU 
NUORO. Università nuorese: si riparte. Ieri, in concomitanza con la riapertura degli uffici dell’Ersu (Ente regionale per il diritto allo studio universitario) di via Salaris, presenti il magnifico rettore dell’ateneo sassarese Attilio Mastino, il presidente dell’Ersu Giovanni Poggiu, il sindaco Sandro Bianchi, il commissario liquidatore del Consorzio universitario nuorese Salvatore Cocco, l’ex assessore provinciale all’Università Franca Carroni, il presidente dell’Isre Salvatore Liori e il vescovo della Diocesi Pietro Meloni, che ha impartito la benedizione, è emersa, in maniera forte e decisa, la volontà di rilanciare e potenziare la didattica.
«Col ripristino del servizio del diritto allo studio - ha detto Poggiu - si vuole dare una risposta agli studenti e alle famiglie, ribadendo l’impegno delle istituzioni locali a riavviare il programmato rilancio dell’Università, nonostante il territorio delle zone interne denunci una forte sofferenza socio-economica».
In prima linea, insieme al magnifico rettore Attilio Mastino e al presidente dell’Ersu, ci sarà il primo cittadino nuorese Sandro Bianchi, senza nascondere le difficoltà che si sarà chiamati a superare nel corso dell’aspro cammino che resta da percorrere. Gli atenei turritano e cagliaritano si dicono convinti di riuscire a superare la situazione d’impasse, impegnandosi a portare avanti insieme la battaglia per il potenziamento dell’Università nuorese, aprendola anche alla partecipazione degli studenti dei Paesi del Mediterraneo. Il che significa garantire al Consorzio barbaricino la massima collaborazione promuovendo nuovi corsi, master e borse di studio. Grazie anche al ruolo che sarà chiamato a svolgere l’Ersu. Nuoro, insomma, dovrà essere un punto di riferimento importante, su cui riporre la fiducia per il futuro.
Salvatore Cocco e Franca Carroni non hanno nascosto il loro ottimismo, a patto che la Regione garantisca la sua attiva e convinta collaborazione, dando fiato e gambe al terzo polo universitario nella Sardegna Centrale. Il tutto col supporto del corpo docente dell’Università di Sassari per potenziare e sviluppare ulteriormente le facoltà di Scienze forestali e Scienze ambientali. Insieme a un sistema di efficienti servizi. Soprattutto perché investire sui giovani significa moltiplicare il numero dei laureati e professionalizzarli nel momento in cui fanno il loro ingresso nel mondo del lavoro.
Per fare tutto questo - ha detto il commissario liquidatore Cocco - è necessario riscrivere gli accordi con la Regione, integrandone i contenuti. Specie mentre si registra la rilevante partecipazione degli studenti, con la richiesta di nuove iscrizioni alle due facoltà locali.
 
 
8 - La Nuova Sardegna / Pagina 4 - Gallura
Il caso. All’Expò il seminario sulla programmazione e sullo sviluppo del territorio 
ISTRUZIONE, BOCCIATA LA GALLURA 
La provincia è ultima in Italia per numero di diplomati e laureati 
L’analisi di Marcetti: «Da noi la ricchezza significa solo reddito» 
ALESSANDRO PIRINA 
OLBIA. La regina del turismo è l’ultima della classe. Poca voglia di studiare e subito al lavoro. Olbia-Tempio è il fanalino di coda in Italia per numero di diplomati e laureati. Un primato sconfortante per una realtà che continua a crescere con una popolazione giovanissima. Sopra i 19 anni ha superato l’esame di maturità appena il 23% contro il 30 della media regionale e il 33 di quella nazionale.
La percentuale sale quando si parla di giovani tra i 19 e i 35 anni. In questo caso i diplomati arrivano al 41%, ma si tratta comunque di un numero basso rispetto al resto dell’isola (48) e, ancor di più, del Paese (54). A fornire i dati è Carlo Marcetti, docente universitario e padre fondatore del Polo universitario, durante un convegno organizzato dalla Provincia. «La Gallura si trova ai primi posti per qualità della vita, è una terra in cui si vive bene, ma purtroppo poi va a occupare gli ultimi gradini della graduatoria nella formazione e nello studio. Olbia Tempio è al 106 posto sul totale delle 107 province per la presenza di laureati tra i 29 e i 30 anni di età». La situazione peggiora ulteriormente quando si fa la distinzione tra maschi e femmine. Con i primi che sono appena il 34% dei diplomati tra i 19 e i 35 anni. Un dato negativo, soprattutto se confrontato col resto della Sardegna, dove i maschi arrivano al 41% e soprattutto dell’Italia, dove uomini e donne sono alla pari. «Da noi il concetto di ricchezza spesso si misura in termini di reddito - ha aggiunto Marcetti -, ma non può essere così. E’ necessario investire su formazione e risorse umane». A dargli man forte l’intervento di Settimo Nizzi, che da sindaco diede il via alla nascita dell’università. «È la grande sconfitta della mia vita - ha detto il deputato Pdl -. Io mi auguravo che con l’università sarebbero migliorate le cose, ma purtroppo dopo 6 anni i risultati sono al di sotto delle attese». La discussione sui dati scolastici è venuta fuori da un dibattito, a cui hanno preso parte Salvo Manca, direttore del Consorzio Costa Smeralda, e Nino Nicoli, ex-assessore nella giunta Murrighile, nell’ambito di un convegno sul ruolo della Provincia. Un meeting, aperto dal presidente Fedele Sanciu e dall’assessore alla Pianificazione Uccio Iodice, sull’importanza della programmazione.
 
 
9 - La Nuova Sardegna / Pagina 22 - Sassari
La cantina Piero Mancini ha già siglato un accordo per esportare 80mila bottiglie all’anno 
IL VINO SARDO NELLA GRANDE CINA 
Siglato un accordo tra gli imprenditori asiatici e la facoltà di Agraria 
In cantiere diversi progetti Studenti di Pechino frequenteranno il corso di enologia 
GABRIELLA GRIMALDI 
SASSARI. I cinesi vogliono imparare a fare il vino. I sardi vogliono far conoscere all’emergente paese asiatico la cultura enogastronomica. Mancava soltanto un accordo che è stato appena siglato tra la facoltà di Agraria e l’associazione Sardegna-Cina.
L’obiettivo è creare una collaborazione continua con la presenza di studenti cinesi nel corso di laurea in enologia attivato a Oristano ma anche far sbarcare in Asia i nostri prodotti.
Proprio quest’ultimo aspetto è stato affidato all’entusiasmo e alla determinazione di alcuni imprenditori cinesi coinvolti nel progetto dai rappresentanti dell’associazione Sardegna-Cina. A presentare l’iniziativa assieme al preside della facoltà Pietro Luciano ieri in aula magna c’era la presidente dell’associazione Yan Wang, una «vulcanica» signora che ha fatto della nostra isola la sua secoda patria. Ex docente dell’università della Moda a Pechino ha deciso di stabilirsi ad Alghero dove si occupa ancora di moda. L’idea di abbinare a questo settore quello del vino le è venuta considerando la forte espansione del mercato nel suo Paese d’origine e la capacità di acquisto di un numero sempre più elevato di persone.
«Il mercato cinese è molto vasto ma è anche difficile - ha detto Yan Wang -. Come associazione abbiamo già mosso diversi importanti passi per far conoscere ai cinesi le caratteristiche del buon vino. In Cina esistono già cantine, anche una di Sella e Mosca, ma è necessario ampliare il bacino di offerta. Il fatto che studenti vengano qui a studiare l’enologia contribuirà a diffondere la cultura europea».
Anche il preside di Agraria si è dimostrato convinto di questa iniziativa: «Sono in cantiere diversi progetti di ricerca e auspichiamo che l’accordo con l’istituto di tecnologie viticole della città di Peng Lai sia ufficializzato».
In questi giorni è presente a Sassari anche uno degli imprenditori coinvolti negli scambi culturali ed economici tra Sardegna e Cina. Ieri nel corso della presentazione ha spiegato come è arrivato alla decisione di passare dal settore del mattone a quello dell’importazione di vini.
«Già vendevo vini francesi - ha detto Jia Lin Jin - ma poi ho conosciuto la vostra realtà e adesso mi attiverò per portare in Cina anche il vermentino».
E infatti la cantina Piero Mancini ha già siglato un accordo con la Beijing YiLianHe International Wines per la fornitura di 80 mila bottiglie all’anno tra bianchi e rossi di pregio.
 
 
10 - La Nuova Sardegna / Pagina 11 - Sardegna
«Ricerca di genere», la farmacologa Flavia Franconi al meeting internazionale di Parigi 
UNA SASSARESE TRA GLI ESPERTI DELL’UNESCO 
SASSARI. «Gender, Science and Technology»: è il tema del meeting di esperti indetto dall’Onu e dall’Unesco e svoltosi a Parigi per il quale sono stati selezionati dodici studiosi provenienti da tutto il mondo. Tra questi c’era anche, in rappresentanza dell’Italia, Flavia Franconi, che ha portato a Parigi un po’ di aria di Sardegna perché vive dal 1986 a Sassari, dove è professore ordinario di Farmacologia cellulare e molecolare della facoltà di Farmacia. Toscana, 63 anni, Franconi ha pubblicato più di 160 studi su riviste internazionali.
Ma di cosa si è parlato nel meeting? «Ci siamo trovati a Parigi, nella sede dell’Unesco, per dettare le nuove linee guida - spiega Franconi - che devono essere approvate nel campo della scienza e tecnologia dagli stati membri». Non erano presenti soltanto esperti in medicina, ma anche ingegneri e studiosi di tecnologia spaziale. «Il lavoro svolto in questi giorni è utile anche nel disegnare la direzione giusta per le agenzie che si occupano di donare fondi alla ricerca. Nel mio campo ovviamente la ricerca è quella biomedica e di genere».
Il fine del meeting Gender, Science and Technology, i cui lavori hanno preso il via il 28 settembre e si sono conclusi ieri, è quello di catturare l’attenzione mondiale verso tutti i campi della scienza. Un’attenzione che sarà massima quando dell’esito dei lavori del meeting si occuperà l’Assemblea generale dell’Onu nel 2011. Cos’è esattamente lo studio del genere? «Quando nell’ambito della ricerca medica si parla di sesso, si fa esclusivamente riferimento al fattore biologico - dice Franconi - Il genere invece è nient’altro che il sesso, trasformato dai fattori ambientali. In questa disciplina ci si occupa del modo in cui l’ambiente circostante modifica la parte biologica».
Una questione di cultura insomma. «Ciò che mi ha colpito particolarmente è l’attenzione agli studi del genere da parte dei Paesi africani - continua Franconi - che notoriamente consideriamo arretrati. Devo dire che in questo campo sono più avanti di noi, perchè svolgono un buon insegnamento nelle scuole, che da noi è quasi assente». Lo studio che Franconi ha presentato agli altri esperti ha portato alla stessa docente di Farmacia un risultato molto apprezzato: «Sono estremamente contenta di aver partecipato ad un evento di questo livello. Ho avuto modo di dare vita alle mie idee, che prima erano soltanto teoria, ora possono avere delle conseguenze pratiche. La possibilità di scambiare le proprie opinioni con altre culture è un’esperienza fantastica, soprattutto nel campo scientifico. Tutto ciò che ho presentato è stato recepito: c’è stata un’ottima risposta da parte di tutti».
Lo studio che Franconi ha presentato, «Sex and Gender Analysis in Medical and Pharmacological Research», potrebbe arrivare a risposte in termini pratici. Già nel 2009 il lavoro svolto dalla studiosa e dalla facoltà di Farmacia dell’università di Sassari ha portato ad un finanziamento di circa 230mila euro da parte della Regione Sardegna, finalizzato alla ricerca di base.
E non soltanto questo. Quattro anni fa la facoltà di Farmacia si è dimostrata una delle migliori in Italia, aprendo un Dottorato in farmacologia di genere. Un’iniziativa che ha formato, tra le altre cose, due dottorande, che già da ora hanno ricevuto diverse richieste di lavoro dall’estero. (v.l.)
 
 

 

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie