Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
26 September 2010
Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio stampa e web
1 – L’Unione Sarda
Cultura - Pagina 55
Personaggi - Saggio di Mario Isnenghi
Giuseppe Garibaldi, è il momento di parlarne bene
 
È venuto il momento di dire bene di Garibaldi. Così scrive lo storico Mario Isnenghi in apertura del suo Garibaldi fu ferito. Il mito, le favole (Donzelli, pp. 164, € 19,50). Una figura, quella dell'eroe dei due mondi, di cui tre anni fa si è celebrato il bicentenario della nascita ma che oggi, anche in prossimità del centocinquantesimo anniversario dell'Unità, sembra dimenticata se non sottoposta a vere e proprie denigrazioni.
L'autore, professore all'Università di Venezia e autore di studi fondamentali sul Risorgimento e la Grande Guerra, ne ricostruisce la figura stando ben lontano dai toni agiografici. Emerge il Garibaldi uomo, eroe ma tormentato e non esente da contraddizioni, come nell'abbandono della pregiudiziale monarchica dopo Teano che tanto deluse Mazzini.
L'autore dedica pagine importanti alla capacità del Generale di suscitare passione politica e di innescare processi di partecipazione che ebbero il merito, si pensi solo all'associazionismo, di favorire l'incontro tra ceti popolari che rischiavano di essere schiacciati dal nuovo Regno. Capace di suscitare amori al limite del fanatismo, con un culto non esente da connotati mistico-religiosi e di provocare ammirazione in ogni parte del mondo. Non esente, però, dagli attacchi di detrattori implacabili.
Ognuno, insomma, aveva il suo Garibaldi, che si poteva anche rinnegare, come fecero Agostino Depretis e Francesco Crispi subito dopo aver imboccato la strada che li avrebbe portati a ricoprire prestigiosi incarichi istituzionali. O celebrare, come fecero i poeti più famosi tra fine Ottocento e Novecento, da Carducci a Pascoli sino a D'Annunzio, che non a caso scelse lo scoglio di Quarto per organizzare una delle tante manifestazioni interventiste che precedettero l'ingresso dell'Italia nella Prima guerra mondiale.
Un eroe feticcio che poté addirittura essere utilizzato dal nipote Ezio come precursore del fascismo, mentre il fratello Sante, tenace antifascista, cercava di richiamarne la figura in netta contrapposizione con quella di Mussolini. E se infatti il regime fascista non si astenne dal tentativo di utilizzare l'Eroe per giustificare le sue politiche nazionaliste e colonialiste, per gli antifascisti in carcere e in esilio il richiamo al mito garibaldino sarebbe servito da stimolo per coltivare, nell'oppressione della dittatura, il riferimento a quelle idee di libertà che sarebbero dovute ricomparire alla caduta del Duce.
E non è un caso, come ricorda Isnenghi, se i giovani delle brigate Garibaldi durante la Resistenza, poco preparati sul piano politico dopo il lungo inverno del mussolinismo, riuscirono proprio grazie all'immagine del Generale e al fazzoletto rosso ad identificarsi e a creare un proprio tessuto identitario che fornì stimoli importanti durante le lotte partigiane. Saranno poi i socialcomunisti, il 18 aprile 1948, a presentarsi insieme all'appuntamento elettorale sotto l'effigie del Generale, quasi a voler rappresentare una linea di continuità con l'impegno resistenziale ma anche con gli ideali risorgimentali. Un Garibaldi di tutti, che successivamente sarebbe passato per Craxi e avrebbe riempito l'immaginario popolare nei nuovi media. Sino ad essere oggetto degli strali dei leghisti, che l'hanno dipinto come il grande corruttore colpevole di aver voluto realizzare l'Unità d'Italia.
GIANLUCA SCROCCU
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 27
Lo Ierfop lancia la sua campagna di “diritto allo studio”
Gratis per gli studenti ciechi libri, pc e corsi di informatica
 
L'istituto di formazione professionale fornisce gratis testi in linguaggio Braille. In cantiere anche la fondazione “Avanti Sardegna”, per dare «adeguata formazione» alla classe dirigente sarda.
Mettere a disposizione di ciechi e ipovedenti gli ultimi testi scolastici adottati da scuole e università. Questo è l'obiettivo dello Ierfop, Istituto europeo ricerca formazione e orientamento professionale, e del suo presidente e fondatore, Raffaele Farigu, che con l'Unione ciechi d'Europa ha predisposto un servizio di stampa in linguaggio Braille. Basta presentare il titolo del libro e in pochi giorni lo si potrà ritirare gratuitamente. Disponibili anche sintetizzatori vocali, ingranditori e corsi per imparare ad utilizzare il pc e altri ausili informatici. «Strumenti indispensabili per coloro che vogliono proseguire negli studi o formarsi professionalmente».
FINALITÀ «I disabili o si formano professionalmente o sono destinati all'esclusione sociale e all'assistenzialismo», afferma con convinzione Farigu. Quindi il modo migliore per solidarizzare con questi cittadini «è aiutarli a formarsi come uomini, come cittadini e come lavoratori. Solo così potranno partecipare alla vita sociale e non essere un peso». Per queste ragioni Farigu nel 1991 ha dato vita allo Ierfop.
SENZA DATI Ma quanti saranno i disabili che accederanno a questi servizi? «Purtroppo non abbiamo dei dati certi», denuncia Farigu, che traccia anche la strada da percorrere - «costruire una banca dati dei disabili» - e gli ostacoli da abbattere: «La storica negligenza delle istituzioni nei confronti di questi cittadini a cui si è aggiunta la beffa della legge sulla privacy, ogni volta invocata per non dare informazioni necessarie per sapere quanti sono i disabili , dove si trovano e che scuola frequentino».
ISTITUZIONI Un appoggio in questo senso arriva dalla Provincia, «in prima linea per affrontare l'argomento disabilità», come ha affermato il presidente del Consiglio dell'ente locale Roberto Pili, intervenuto alla presentazione dei servizi Ierfop. Farigu, però, auspica anche l'intervento della Regione «per modificare la legge regionale sul diritto allo studio e rendere più agevole ai disabili l'accesso all'istruzione».
NUOVA FONDAZIONE Il motto che Farigu ha voluto per lo Ierfop è «essere protagonisti del proprio destino». Un concetto che sarà alla base anche di “Avanti Sardegna”, la fondazione che il presidente dell'Istituto e politico di lungo corso (è stato rappresentante in tutte le istituzioni elettive, dal consiglio comunale al Parlamento), presenterà nei prossimi mesi e che avrà l'obiettivo di «dare adeguata preparazione alla classe dirigente isolana, di modo che la nostra Isola possa essere di nuovo protagonista delle proprie sorti».
MARIO GOTTARDI
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 34 - Sassari
Le malattie trasmissibili degli equini
Martedì un convegno veterinario con esperti a confronto
 
OZIERI. In programma martedì 28 settembre a Ozieri un importante convegno-corso sulle malattie trasmissibili degli equini organizzato dal Servizio di Sanità animale del Dipartimento di prevenzione della Asl 1 in collaborazione con la facoltà di Veterinaria di Sassari e il Dipartimento equini Agris. La conferenza formativa, che si terrà nella sede del Dipartimento di Ricerca per l’Incremento Ippico, metterà a confronto esperti del settore e prevede la partecipazione degli allievi della Scuola di specializzazione in Sanità animale dell’Università di Sassari. L’obiettivo è quello di fare il punto sulle malattie degli equini e sulla possibile trasmissione delle malattie all’uomo e a questo scopo saranno presi in esame i temi dell’anagrafe equina e delle malattie infettive trasmissibili degli equini. Un’importante occasione di confronto per i sessanta veterinari dell’Asl e per i venti allievi della Scuola di specializzazione in Sanità animale, anche in un’ottica di cooperazione tra Asl e Facoltà Veterinaria dell’Università sassarese. Sono attese le relazioni di Ignazio Cossu, direttore sanitario del dipartimento di ricerca per l’incremento ippico di Ozieri; Marco Pittau, docente di Malattie infettive degli animali domestici all’Università di medicina veterinaria di Sassari; Eva Rigonat, veterinario dell’Asl di Modena nell’area dell’Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche; Eraldo Sanna Passino, docente di Patologia chirurgica veterinaria e presidente della Società italiana di chirurgica veterinaria; Ermenegildo Valvassori, veterinario dell’Asl 5 di Torino Chieri e responsabile del Settore equini dell’Asl di Torino e dell’ippodromo di Vinovo. Il corso prevede anche prove pratiche alla stazione di monta di Su Padru a Ozieri, dove si trovano circa 70 stalloni. L’appuntamento assume ulteriore rilevanza se si considera che proprio sul territorio di competenza dell’Azienda sanitaria sassarese si trovano i due importanti ippodromi della Sardegna, Chilivani e Sassari, nei quali la gestione sanitaria è di competenza dei veterinari sassaresi. «Per questo motivo - spiega il responsabile del Dipartimento di prevenzione dell’Asl 1 Franco Sgarangella - è importante effettuare una vigilanza e un controllo constante in questo territorio». (b.m.)
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 43 - Cultura e Spettacoli
Tutti in fila all’Isre per «Tajabone» di Salvatore Mereu
Il film girato con studenti cagliaritani evento speciale del festival del cinema etnografico
PAOLO MERLINI
 
NUORO. Auditorium del museo etnografico stracolmo ieri per la prima sarda, dopo la Mostra del cinema di Venezia, del film «Tajabone» di Salvatore Mereu, evento conclusivo della quindicesima edizione del Sieff, il Sardinia international film festival, dedicato al cinema antropologico ed etnografico. Sempre ieri sono stati proclamati i vincitori delle quattro sezioni in concorso, a conclusione di un’intensa programmazione (50 film di 25 Paesi diversi per oltre cinquanta ore) durata l’intera settimana. La giuria ha attribuito il Premio Grazia Deledda a “The Third Violine” (Il terzo violino) del tedesco Reinahrdt Björn. Motivazione: «per il ritratto di un isolato paese di montagna in Romania, risultato di un lungo rapporto personale basato sul rispetto reciproco e sull’affezione; tecnicamente compiuto da una troupe formata da una sola persona. L’assenza di commento voice over, e musica esterna, permette di raggiungere un’intensità di esperienza rara ai nostri giorni». Ha ricevuto una menzione speciale in questa sezione il film “17 Augusta” di Alexander Gutman (uno sguardo sulla condizione di cattività di un ergastolano russo). Ex aequo per il Premio per il film più innovativo: tra “O morro da Mangueira como è” di Carmen Opipari e Sylvie Timbert, e il film “Chaiqian (Demolition)” di John Paul Sniadecki. Altro ex aequo nel premio per il miglior film di autore sardo. In questa sezione il riconoscimento è stato attribuito a “Cancelli di fumo” di Francesco Bussalai e ad “Arturo torna dal Brasile” di Marco Antonio Pani. Ancora un ex aequo nel premio per il miglior film prodotto e ambientato in Paesi del Mediterraneo, che va a “Vivre Ici” di Mohamed Zran e a “Arab Essarafa -Au Bas de l’Echelle” di Tarek Ben Ghzaïel.
 A indicare i migliori film della rassegna è stata la giuria internazionale di esperti composta da Frank Heldemann dell’Università di Monaco, Judith McDougall del Centre for Cross-cultural Research dell’Australian National University, Antonio Marazzi, dell’Università di Padova e Rossella Ragazzi dell’Università di Trombe in Norvegia.
 Alla cerimonia di premiazione hanno partecipato l’assessore regionale alla Cultura Maria Lucia Baire, il presidente dell’Isre Salvatore Liori, il direttore Paolo Piquereddu e il sindaco di Nuoro Alessandro Bianchi.
 Quanto a Tajabone, film di Mereu coprodotto dall’Isre, sono stati applauditi oltre all’autore i protagonisti della storia, i ragazzi delle scuole medie di via Schiavazzi e di via Meilogu a Cagliari. Nel film i ragazzi interpretano loro stessi, raccontano i propri sogni, i primi amori. Si confrontano su quello che è un momento fondamentale per la loro crescita come persone. Nasce così Tajabone, non un termine sardo ma senegalese che indica il giorno di una festa musulmana all’interno del Ramadan: la data in cui gli angeli scendono in terra e si occupano di cose buone. «Grazie all’Isre per il contributo e il sostegno fornito, senza il supporto dell’Istituto non avrei mai potuto realizzare e concludere i miei film - ha detto Mereu - nei confronti dell’istituto ho una grande riconoscenza e si può dire che c’è stata in questi anni una condivisione di intenti e di vedute. I miei film, infatti, s’inquadravano bene nel focus e nell’attività dell’Isre, che presta attenzione al taglio documentaristico e etnoantopologico».
 Apprezzati dal pubblico anche i lavori di altri registi sardi proiettati in questi giorni: da Gianni Tetti per “Un passo dietro l’altro”, a Fabio Calzia per “Il Re dei poliziotti” e Carolina Melis per “Le fiamme di Nule”, o Elena Morando, autrice del film “L’evidente armonia delle cose”.
 L’appuntamento con il prossimo Sieff è nel 2012. Il festival ha infatti cadenza biennale: un evento che fa dell’Isre di Nuoro uno snodo centrale della cosiddetta antropologia visuale.
 
 

Questionnaire and social

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