Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
16 September 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
Cultura - Pagina 45
Fino al 21 settembre specialisti in cattedra e sul campo per un’analisi dell’arte e delle tecniche
Tutti i suoni del mondo, la storia e le performance
A Cagliari e in Baronia convegno internazionale di etnomusicologia, il confronto con la Sardegna
 
Il primo Simposio dello Study Group ICTM on Multipart Music è una sorta di tour de force di convegni, proiezioni, dibattiti e performance.
Dall’inaugurazione di ieri fino al 21 settembre gli appuntamenti in programma renderanno Cagliari e la Sardegna centri mondiale dell’etnomusicologia per una settimana, con l’arrivo di alcuni degli studiosi più celebri al mondo (da Australia, Stati Uniti, Georgia, Argentina, Lituania, Estonia, Argentina, Portogallo, Francia, Spagna, Inghilterra, Austria, Slovenia, Croazia, Serbia, Albania, Germania, Belgio e ovviamente Italia). Grande attesa per i risultati delle loro ricerche e delle loro analisi, soprattutto nel campo di quella che è nota come “multipart music”, musica a più parti.
CONFRONTO MONDIALE Il convegno è promosso dal comitato della più grande organizzazione mondiale di etnomusicologia, presieduto da Ardian Ahmedaja, con vicepresidente il professore di etnomusicologia nella facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Cagliari Ignazio Macchiarella, che cura il simposio cagliaritano.
Il comitato dipende dal direttivo dell’ICTM (International Council for Traditional Music), organizzazione fondata a Londra nel 1947 che raccoglie specialisti di tutto il mondo. E lo Study Group dell’ICTM è presente per la prima volta in Sardegna con una delle sue iniziative.
Il convegno comprende due sezioni: una (dal 15 al 18) è di carattere teorico e si svolgerà a Cagliari nell’aula magna della facoltà di Lettere e Filosofia. L’altra si svolgerà in Baronia, tra Irgoli, Orosei e Galtellì e sarà costituita da una serie di laboratori pratico-teorici (a cura di Sebastiano Pilosu) sul canto a cuncordu, a tenore e su altre espressioni a più parti della tradizione sarda.
«Durante i convegni affronteremo varie tematiche storiche importanti», spiega Ignazio Macchiarella. «Ad esempio abbiamo già discusso delle prime registrazioni di polifonia dell’archivio di Vienna di inizi Novecento. Ma nei prossimi giorni affronteremo argomenti come la musica croata, le polifonie africane, due sezioni sui Balcani, sulla Catalogna. Quaranta relazioni che sono arrivate al gruppo dirigente dello Study Group dagli studiosi che volevano partecipare all’iniziativa».
Molto interessante sarà anche la possibilità di confrontarsi direttamente con gli artisti sardi, che si esibiranno nelle loro performance canore e musicali e che poi risponderanno alle domande degli studiosi, sulla loro arte e sulle loro tecniche. «Si tratta di una metodologia usata dagli etnomusicologi», prosegue Macchiarella, «si ascoltano direttamente le fonti per imparare direttamente da loro. Certo non per metterci a cantare a tenore anche noi, ma per chiarire dettagli di carattere tecnico e capire meglio come pensano e fanno la loro musica. Del resto a noi interessa soprattutto capire le modalità di esecuzione, i meccanismi del fare musica».
LA MUSICA A PIÙ PARTI Macchiarella in particolare terrà una lezione sulla distinzione tra la “musica a più parti” e la musica polifonica.
«La multipart music si ha quando almeno due persone partecipano allo stesso evento musicale portando dentro la propria identità, ovvero tutte le musiche in cui, più performer, eseguono una parte individuale e individualizzabile. Un esempio sardo è il canto a chitarra con emissione del solista cantore e del chitarrista», spiega lo studioso.
Gli incontri della fase cagliaritana saranno tutti in lingua inglese (la lingua ufficiale dello Study Group), a parte i film su espressioni vocali a più parti (che avranno i sottotitoli), all’interno di una rassegna a cura di Marco Lutzu che si terrà ogni sera dalle 18,45 alle 20 nell’aula magna di Sa Duchessa.
Invece dalle 21,30 al teatro Nanni Loy (in collaborazione con l’Ersu) si darà spazio alla musica tradizionale sarda con concerti de su Cuntrattu seneghesu (Seneghe) e su Tenore Supramonte (Orgosolo) il 15 settembre, di Daniele Giallara ed Emanuele Bazzoni accompagnati alla chitarra da Bachisio Masia il 16, di Roberto Corona, Gianfranco Mascia, Rocco Melis e Salvatore Trebini alle launeddas il 17 e di Su Cuncordu ’e su Rosariu di Santu Lussurgiu il 18.
ANDREA TRAMONTE
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale - Pagina 6
Tagli, la rabbia delle scuole
La Giunta stanzia fondi per studenti e pendolari
Sit-in di protesta ieri mattina di fronte al palazzo della Giunta regionale: un migliaio di docenti e lavoratori Ata hanno protestato contro i tagli decisi dalla riforma scolastica
 
La forza non è quella dirompente dei pastori che hanno paralizzato Cagliari per tutta la giornata di martedì, ma la rabbia è più o meno la stessa e Peppino Loddo, segretario regionale Cgil scuola parla di «mattanza» quando descrive i tagli di docenti e personale vario per l’anno 2010/2011. «Mancano all’appello 1.037 insegnanti e circa 650 lavoratori del settore amministrativo», ripete a memoria sotto il sole davanti a un migliaio di persone assiepate sotto il palazzo della Giunta regionale. Tutti in mezzo alla strada, in viale Trento: nella folla c’è chi protesta sdraiandosi sull’asfalto; chi si improvvisa uomo-sandwich con un manifesto davanti e uno dietro; chi, semplicemente, urla il proprio dissenso e la preoccupazione: «Insegno dal ’98. Da tre anni ero a scuola dal primo giorno. Quest’anno non sono ancora stata chiamata», dice Simona Pirosu, professoressa di Storia e Filosofia.
I TAGLI Quante persone rimarranno a casa? Secondo la stima della Cgil i precari sardi nel settore dell’istruzione sono «tra gli 8 e i 10 mila», spiega Loddo. «Purtroppo nell’anno scolastico iniziato oggi lavoreranno al massimo in 1700». Ma oltre al precariato, nel mirino dei sindacati - alla protesta di ieri hanno aderito anche Cisl, Snal, Gilda e Cobas - sono i tagli all’organico: «Tra docenti e bidelli c’è una riduzione del 5 per cento. Il calo degli alunni però è solo del 2 per cento. Subiamo la mazzata del Ministero, che mette in pericolo il diritto all’istruzione». Secondo i rappresentanti sindacali mancano all’appello rispetto allo scorso anno oltre mille docenti e circa 650 lavoratori Ata.
LE STATISTICHE I numeri forniti dal Coordinamento precari Flc-Cgil parlano, per il territorio di Cagliari di 440 pensionamenti (357 docenti, 83 Ata) e di 180 immissioni in ruolo (133 docenti, 47 Ata), e di una riduzione dei contratti a tempo rispetto al 2008. Al Siotto, ad esempio, ci sono 2 bidelli e un tecnico di laboratorio in meno: «Non abbiamo più neanche la possibilità di fare le fotocopie perché manca la carta e il toner per le stampanti», raccontano Laura Parisi e Giulia Garofalo, professoresse di Filosofia nel liceo classico di viale Trento.
L’INCONTRO MANCATO I manifestanti hanno chiesto un incontro con il Governatore Ugo Cappellacci. Un invito che il presidente della Giunta ha dovuto rifiutare: ieri mattina era in corso una riunione con l’esecutivo. È stata disponibile invece l’assessore alla Pubblica Istruzione Maria Lucia Baire: i sindacati però hanno rifiutato il faccia a faccia («Vogliamo parlare col presidente, l’assessore fino ad ora non ha fatto nulla», ha detto Loddo) con l’esponente della Giunta. «Dispiace constatare la mancata volontà di confrontarsi delle sigle sindacali, in particolar modo della Cgil, che invitate dal capo di gabinetto della Presidenza della Regione, per altro sollecitato qualche minuto prima dagli stessi rappresentanti sindacali, hanno rifiutato di parlare con me», ha precisato Baire.
LE MISURE E proprio ieri la Giunta regionale su proposta dell’assessore alla Pubblica Istruzione ha approvato il piano di riparto, in favore dei Comuni della Sardegna, per l’assegnazione di borse di studio agli studenti. In tutto verranno assegnati sostegni per oltre 7,5 milioni di euro: un finanziamento che verrà suddiviso tra tutti i Comuni della Sardegna (seguendo il criterio della popolazione residente in età scolare) prevedendo una quota minima di 500 euro in favore di tutti i centri. In questo modo saranno garantite risorse sufficienti anche per quelli di piccole dimensioni.
LE REAZIONI La manifestazione contro i tagli al settore scolastico ha suscitato una serie di reazioni in Consiglio regionale, in particolare a sinistra: «Si continua con il più grande licenziamento di massa iniziato negli anni scorsi dal Ministro Gelmini, che prefigura un disegno di ridimensionamento della scuola pubblica italiana e in particolare sarda, che mette a rischio la sopravvivenza stessa delle realtà scolastiche nei piccoli centri delle zone interne della Sardegna», ha detto il consigliere Giuseppe Cuccu (Pd). «Mentre la maggioranza gioca al toto-assessore e il Pdl cerca una soluzione alla sua crisi interna e le ambizioni dei singoli esponenti del centrodestra candidati a funzioni di governo o direzione politica assorbono quotidianamente e interamente ogni loro attenzione, la Sardegna è messa a dura prova dalla crisi economica e produttiva e dal progressivo taglio dei posti di lavoro dei servizi pubblici», commenta Massimo Zedda (Sel).
TRASPORTI Ieri si è parlato anche di un problema strettamente connesso al mondo della scuola: l’aumento delle tariffe di trasporto pubblico. In un incontro tra gli assessori Liliana Lorettu e Maria Lucia Baire e i rettori degli atenei di Cagliari e Sassari, Giovanni Melis e Attilio Mastino, si è discusso delle possibili soluzioni: «Promuoveremo tariffe agevolate per gli studenti», ha annunciato Lorettu. «Contiamo di contenere gli aumenti e verrà istituita la Carta Universitaria per gli studenti che terrà conto dei parametri di reddito e di merito». Durante la riunione è stato quindi stabilito che a partire da quest’anno accademico gli studenti universitari con Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) inferiore a 28 mila euro avranno diritto al 50 per cento di sconto sugli abbonamenti, mentre tutte le altre classi di reddito beneficeranno di una riduzione del 42 per cento. L’intesa prevede inoltre l’impegno di estendere l’agevolazione tariffaria al mese di luglio e di comprendere anche la categoria degli studenti fuori corso.
MICHELE RUFFI
 
3 – L’Unione Sarda
Economia - Pagina 14
i manager sardi
Gli angeli dell’innovazione
 
Sviluppare e rafforzare il sistema della microeconomia isolana, favorendo l’incontro tra domanda di capitale di finanziamento e competenze. Un incontro oggi reso possibile grazie al Ban Sardegna, che aderisce all’Iban, l’associazione italiana dei Business angel, investitori privati e “informali” nel capitale di rischio di imprese e start-up di piccola o media dimensione. Delle opportunità per la creazione di impresa se n’è parlato ieri in un convegno alla Cittadella universitaria di Monserrato, organizzato proprio dal Ban isolano in collaborazione con la società Promea (che raggruppa enti pubblici e privati, e si occupa di consulenza alle aziende), con lo scopo di ampliare i propri orizzonti, dando un’opportunità ai portatori di idee nuove non solo a soggetti del mondo accademico.
BUSINESS ANGEL In questo senso anche nell’Isola si sta sviluppando la figura del Business angel, di solito ex titolari di impresa, manager in attività o in pensione, che dispongono di mezzi finanziari, know-how ed esperienza. Il loro scopo è di “accompagnare” nella prima fase di vita la futura azienda, dallo start-up alla piena riuscita economica. Una figura professionale molto conosciuta a livello europeo, e che in Sardegna sta iniziando a muovere i primi passi. Si stima che in media per la fase di start-up i Business angel investano poco meno di 150.000 euro a progetto, e che nell’Isola ci siano una trentina di idee imprenditoriali già pronte. Alcune solo sulla carta, altre complete anche di business plan, per le quali una trentina di figure regolarmente iscritte al Ban sono pronte a investire i propri capitali.
LE REAZIONI «Esiste un grande fermento imprenditoriale», ha detto Paolo Cherchi, amministratore delegato Promea e vicedirettore Bic Sardegna, «anche se sappiamo che questo non risolverà il problema economico della Sardegna, è pur vero che anche dalla microeconomia arrivano segnali di ripresa». «Stiamo raccogliendo i primi frutti di un lavoro che dura da anni», ha proseguito il segretario generale Iban Sardegna Vito Meloni, «perché avere idee imprenditoriali non basta. Occorre unire il progetto in tutte le sue fasi con i capitali. Noi permettiamo proprio lo start-up effettivo». Che la Sardegna possa avere potenzialità ne è convinto anche Tomaso Marzotto Caotorta, segretario generale Iban: «Qui», ha detto, «esiste una cultura imprenditoriale che potrebbe prendere piede solo grazie a una politica regionale che riconosca un valore virtuoso alle piccole imprese, come la defiscalizzazione locale».
FABRIZIO SERRA
 
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 20
«Basta con gli infermieri stranieri»
La soluzione: più posti nei corsi promossi dagli atenei sardi
Denuncia del presidente del collegio: su 6100 assistenti sanitari 1300 non sono italiani
La richiesta supera la domanda, ma l’Università non riesce a coprire le esigenze
 
Il numero chiuso all’Università impedisce la formazione di infermieri che siamo costretti a importare dall’estero. Ecco un paradosso tutto sardo. La disoccupazione ha raggiunto il record storico e cosa facciamo? Reclutiamo laureati in assistenza sanitaria da Romania, Brasile, Perù, Bolivia: nella provincia di Cagliari circa un quarto degli infermieri è straniero. Il collegio professionale lancia l’allarme: «Creiamo disoccupati in Scienze della formazione, di contro una facoltà che offre un’assunzione certa non copre il fabbisogno provinciale. Un’assurdità».
LA DENUNCIA Pierpaolo Pateri, presidente provinciale del collegio degli infermieri, parte dai numeri. «In Sardegna ci sono 11 mila 627 assistenti sanitari iscritti all’albo: il grosso è nel capoluogo con 6107, seguito da Sassari con 2916, Nuoro 1824 e Oristano 780». Dov’è il problema? «La facoltà di Medicina del Policlinico universitario, l’unica che può rilasciare la laurea che poi offre la possibilità di iscriversi al collegio, quest’anno accoglierà solo 270 studenti (a Sassari i posti sono 235). Un numero insufficiente per soddisfare le esigenze», afferma Pateri. Quanti ne servirebbero? «Almeno il doppio. Le carenze di personale sono croniche: il numero degli infermieri laureati non riesce a coprire il turn over dei pensionamenti. C’è poi da aggiungere che il nostro è un lavoro tipicamente femminile», aggiunge Luciano Serra, segretario del direttivo. «In città sono 4774 le infermiere e ogni anno circa 250 ricorrono all’astensione dal lavoro per maternità».
LA PROTESTA Pateri fa una premessa. «Sia ben chiaro, nessun razzismo, ma c’è qualcosa che non funziona se esportiamo disoccupati e importiamo lavoratori che potrebbero tranquillamente essere formati qui». Perché siamo diventati il paese della cuccagna? «C’è molta richiesta e non riusciamo a soddisfarla. Così siamo diventati terra di conquista. Gli stranieri sono attratti dai soldi: in Romania un infermiere guadagna 300 euro al mese, da noi può arrivare a 1500». Quali sono i problemi con gli assistenti sanitari stranieri? «Prima di tutto la lingua», afferma Pateri. «Hanno difficoltà soprattutto con gli anziani che, magari, parlano in dialetto». C’è poi l’aspetto del titolo di studio. «Il riconoscimento è sulla carta, compariamo la loro preparazione con alcuni parametri».
LA POLEMICA Pateri lancia la provocazione. «Ogni anno ci convocano all’incontro con rettore, preside di Medicina e assessore per fissare il numero dei posti per il corso di studi universitari. E ogni anno è la stessa storia. Non vogliono capire il problema. O meglio, per tutelare gli interessi di alcuni baroni danneggiano la nostra categoria. Mi devono spiegare - si chiede il presidente del collegio - perché sforniamo laureati in Scienze della formazione che finiranno per allungare le liste dei disoccupati e non puntiamo su una professione che offre la certezza matematica di un’assunzione a tempo indeterminato? E poi - aggiunge il presidente - è meglio in caso di necessità lasciare la Sardegna con un titolo di studio che offre molte possibilità piuttosto che da muratore».
IL CONSIGLIO In attesa che rettore, preside e assessore riescano a far combaciare gli interessi delle varie lobby, il presidente del collegio cagliaritano suggerisce una scappatoia a chi vuole laurearsi in assistenza sanitaria. «Non rimane che emigrare - conclude Pateri - e iscriversi nelle facoltà di città dove le domande non coprono i posti, come Bologna, Firenze, Milano o Verona, laurearsi e poi tornare nell’Isola».
ANDREA ARTIZZU
 
5 – L’Unione Sarda
Commenti - Pagina 12
Pecche e significati della legge elettorale
Il (labile) confine tra politico e giuridico
 
Si avvia a conclusione un’estate insolitamente calda sotto il profilo politico. Fra le altre questioni, in questi mesi si discute spesso di legge elettorale: specie nei momenti in cui il ritorno anticipato alle urne sembra inevitabile. La modifica delle norme sul voto non richiede maggioranze qualificate o procedure rafforzate. Anche per questo motivo quelle elettorali sono fra le poche riforme che si sono realizzate durante questa, ormai quasi ventennale, fase di transizione politico-istituzionale.
Il sistema attuale è di tipo proporzionale con premio di maggioranza: attribuito su base nazionale per la Camera dei deputati, dove vince chi prende più voti, e su base regionale per il Senato, dove, invece, vince chi prende più regioni. Potrebbe, dunque, non esserci coincidenza nei risultati delle due Camere. Non è però questo rischio d’ingovernabilità, del quale ha fatto le spese l’ultimo governo Prodi, l’unico aspetto problematico della legge. Da segnalare anche l’indicazione del candidato premier nella scheda, che contrasta con alcuni principi costituzionali, come il divieto di mandato imperativo previsto dall’art. 67, per il quale: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.
Per la nostra Costituzione, infatti, l’indicazione del Primo ministro viene espressa dal presidente della Repubblica e non dal Corpo elettorale. Il nome sulla scheda non ha, in pratica, funzione diversa da quella del simbolo del partito: ossia far capire l’orientamento politico degli aspiranti parlamentari. Nel Parlamento nazionale si resta in carica per cinque anni senza alcun vincolo giuridico nei confronti di un partito o di una persona. L’importante è che un governo ci sia, non che sia sempre lo stesso dal primo all’ultimo giorno della legislatura. Situazione opposta è quella del Consiglio regionale, il cui destino è indissolubilmente legato a quello della Giunta, come dimostra lo scioglimento anticipato che fece seguito alle dimissioni di Renato Soru.
È però evidente, passando dal profilo giuridico a quello politico, che sarebbe ben difficile giustificare un nuovo esecutivo senza una missione ben precisa e circoscritta, un’emergenza da risolvere. Forse anche per questo si parla in continuazione dei difetti dell’attuale sistema di voto. Se mai dovesse esserci un nuovo governo, l’urgenza di una nuova legge elettorale potrebbe rappresentare la sua ragion d’essere di fronte all’opinione pubblica.
RICCARDO DELUSSU
(Università di Cagliari)


6 - L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 21
IL CONGRESSO DI NEUROSCIENZE
Nel 2020 la depressione sarà la prima malattia invalidante

In Sardegna sono circa 160 mila i depressi in cura, altrettanti quelli che ne soffrono ma non ricorrono ai medici. E tra dieci anni, secondo l’Oms, la depressione sarà la prima patologia invalidante. Se ne parlerà da mercoledì prossimo a sabato al congresso internazionale della Società italiana di Neuropsicofarmacologia presieduto dal neurofarmacologo Giovanni Biggio che si terrà al centro congressi della Fiera. È attesa la presentazione di un nuovo antidepressivo.
Tra i temi che verranno trattati anche quelli legati all’alcolismo, ansia, stress, schizofrenia e tossicodipendenze. Il congresso, dal titolo “Dall’epigenetica alle basi della neurobiologia sperimentale e clinica”, si occuperà di problematiche serie anche per l’Isola. Dalla prima sbronza, che anche in Sardegna si attesta intorno agli undici/dodici anni, ai trattamenti di riabilitazione dalle droghe, ai disturbi bipolari passando per il 10 per cento di popolazione affetta da depressione. All’appuntamento internazionale ci si soffermerà anche sul ruolo della genetica, delle terapie mediche, dell’ambiente e del supporto socio-assistenziale nelle malattie neuropsichiche.


 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Università, i ricercatori non cedono
Riunita l’assemblea in vista dell’incontro nazionale di Roma
 
CAGLIARI. Acque sempre più agitate, all’università, sul fronte della vertenza dei ricercatori. Uno scontro che si inasprisce di giorno in giorno e che ha assunto, per certi versi, i toni del ricatto e dell’intimidazione. L’assemblea dei ricercatori di Cagliari, si è riunita, ieri, nell’aula magna della facoltà di Ingegneria, per ribadire una serie di punti: l’indisponibilità ad assumere carichi didattici non obbligatori come forma di protesta, la volontà di non assumere incarichi di docenza anche nel caso questi fossero retribuiti, la validità delle richieste espresse nel documento della Rete 29 Aprile, la volontà di collaborare con gli studenti, i professori e il personale tecnico amministrativo e con tutte le altre componenti del mondo accademico, della ricerca e della scuola che si sono mobilitati nella difesa dell’Università, della Ricerca e del diritto di tutti all’istruzione e alla cultura. Nel corso della riunione è stato dato il pieno mandato ai rappresentanti nell’assemblea nazionale della Rete 29 Aprile il prossimo 17 settembre a Roma. È stato, inoltre, rivolto l’invito a dimettersi dalle commissioni di autovalutazione a qualunque livello (Gav), a votare contro l’affidamento o la supplenza di corsi finora tenuti dai ricercatori - tutti i docenti mobilitati a fare altrettanto - a vigilare con attenzione che i compiti didattici dei ricercatori indisponibili non contemplino attività che contribuiscano al completamento dei Cfu dei corsi e i consigli di Facoltà a rinviare l’inizio dell’anno accademico come segno di protesta e a vigilare che le eventuali rimodulazioni dell’offerta didattica causate dall’indisponibilità dei ricercatori non vadano a detrimento della qualità dell’offerta formativa
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Fatto del giorno
L’università batte cassa
E sui ricercatori di Bologna la Cgil va all’attacco
Grido d’allarme del Consiglio nazionale: mancano 279 milioni di euro
 
 ROMA. «L’Ateneo di Bologna deve ritirare l’ultimatum lanciato ai ricercatori anti-Gelmini». Il sindacato nazionale della scuola interviene nella «scelta molto grave» presa dal Rettore dell’Università Alma Mater, Ivano Dionigi, che insieme al senato accademico ha deciso di sostituire i ricercatori che aderiranno al blocco della didattica manifestando, così, contro il disegno di legge del ministro dell’Istruzione.
 E intanto sulla situazione delle Università interviene il Cun (Consiglio universitario nazionale), che lancia l’allarme per il taglio di 279 milioni di euro contenuto nel decreto ministeriale: «Le università rischiano il collasso».
 Su Bologna Mimmmo Pantaleo, segretario generale Flc-Cgil denuncia che «la decisione è grave perché intende vanificare la giusta rivendicazione dei ricercatori a tempo indeterminato di non essere messi nel limbo del dimenticatoio e dei precari». Auspicando un dietrofront del rettore, Pantaleo annuncia per i primi giorni di ottobre una mobilitazione nelle università per «contrastare le politiche scellerate del governo».
 Immediata la replica di Dionigi: «Non si tratta di ultimatum, ma di una misura necessaria e dovuta di verifica della disponibilità, già annunciata e adottata da altri atenei, volta a garantire i livelli essenziali dell’offerta formativa programmata».
 Secondo le indicazioni dell’ultimatum, entro domani alle 13, sul tavolo del rettore deve arrivare una lista con i nomi dei ricercatori disponibili ad insegnare. I ribelli che contestano il ddl restano fuori. E per sostituirli, l’ateneo ricorrerebbe a bandi per professori a contratto.
 «Credo sia una procedura inusuale sostituire delle persone che, legittimamente, stanno scioperando» commenta con preoccupazione Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil.
 A conclusione di una giornata fitta di incontri, dall’Alma Mater sono arrivati segnali positivi. «Dopo le affermazioni del rettore - spiega Marco Meloni, responsabile Università e ricerca della segreteria del Pd - tutta la comunità accademica condivide la necessità di dialogo e unità di intenti. È in gioco la qualità del sistema universitario italiano».
 Una qualità messa a rischio dall’allarme lanciato dal Consiglio universitario nazionale. Il Cun parla di università al collasso a causa del decreto ministeriale che alleggerisce di circa 279 milioni di euro agli atenei. Per la prima volta infatti, il Fondo di finanziamento ordinario (Ffo), sul quale si basa la vita delle università pubbliche, subisce quest’anno un taglio del 3,72 %, per una disponibilità finale di 7.206 milioni di euro, a fronte dei 7.485 del 2009.
 Per il presidente del Cun Andrea Lenzi «il continuo taglio di risorse all’università rende poco credibile la sua sopravvivenza».
 
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Sardegna
Geni sani per combattere la talassemia: addio trasfusioni
Scoperta dell’università di Parigi, un paziente trattato con successo
 
ROMA. Il primo malato di beta-talassemia è stato trattato con successo con la terapia genica: introducendo la versione normale del gene responsabile della malattia (il gene per la molecola beta-globina), il paziente, che prima poteva sopravvivere solo grazie a trasfusioni mensili, non ha avuto più bisogno di trasfusioni per ben 21 mesi di seguito.
La notizia, molto importante per la Sardegna, che ha un’altissima percentuale di malati, è stata pubblicata sulla rivista Nature. L’uomo, che è stato seguito da Marina Cavazzana-Calvo, leader del team clinico che lavora presso l’Università di Parigi, con la collaborazione di Philippe Leboulch del Brigham & Women’s Hospital e Harvard Medical School di Boston, grazie alla cura può lavorare a tempo pieno come cuoco in un ristorante parigino. «È un successo molto importante - dice Lucio Luzzatto, direttore scientifico dell’Istituto Toscano Tumori - che corona, con il trasferimento all’uomo, i risultati di sperimentazioni iniziate molti anni fa su animali da Michel Sadelain, con cui ho collaborato io stesso quando ero allo Sloan-Kettering di New York». La beta talassemia è una malattia ereditaria che dipende da un difetto genetico che porta a una insufficiente produzione dell’emoglobina, la molecola che, viaggiando nei globuli rossi del sangue, traghetta l’ossigeno alle varie parti del corpo. Negli individui sani adulti l’emoglobina è fatta dall’assemblaggio di 4 proteine, due alfa-globine e due beta-globine. Nei beta-talassemici una mutazione genetica impedisce la produzione di beta-globine quindi l’emoglobina non si forma e la alfa-globina si accumula provocando gravi danni all’organismo. I pazienti sono trattati con ripetute trasfusioni. I ricercatori hanno prelevato cellule staminali del sangue del paziente e corretto il difetto genetico con la terapia genica, per poi reiniettare le cellule corrette nel malato. Il gene sano, introdotto nel Dna delle staminali con un vettore virale, ha permesso all’uomo di produrre da sè quantità sufficienti di emoglobina sana e quindi di non essere più dipendente dalle trasfusioni.
 
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Tutti depressi nella città del sole
Due cagliaritani su dieci hanno i sintomi, solo la metà va dal medico
Nel corso dei lavori verrà presentato un nuovo farmaco già in commercio
 
 CAGLIARI. Un cagliaritano su dieci, dai diciottenni agli ottantenni, assume regolarmente antidepressivi. Un altro soffre di depressione ma non ricorre ai medici, né di base né specialisti. Il suo male oscuro si manifesta in mille modi, dall’insonnia al mal di schiena, dalle vertigini alla inappetenza, ma alla fine è sempre riconducibile a un complesso disturbo dell’umore.
 Secondo l’organizzazione mondiale della sanità, tra dieci anni la depressione, nelle sue svariate forme sarà la prima patologia invalidante del pianeta. Una patologia senza emisferi e longitudini. Dalle Americhe all’Asia, passando per l’Africa e la vecchia Europa, il dato epidemiologico registra solo leggere variazioni: almeno una persona su dieci è depressa. Mille le cause, svariate le cure; l’unica certezza è che solo un approccio multidisciplinare al problema, una visione laica e non manichea degli strumenti a disposizione può alleviare se non risolvere i problemi.
 Di questo di altri temi si discuterà dalla settimana prossima, da mercoledì a sabato alla Fiera, al congresso nazionale della Società italiana di Neuropsicofarmacologia. Presieduto da Giovanni Biggio, ordinario di neuropsicofarmacologia alla facoltà di Scienze dell’Ateneo, il simposio, spazierà dall’epigenetica (relazione tra i geni che non comporta cambiamenti nel Dna ma che può provocare modifiche nell’individuo) alle basi della neurobiologia sperimentale e clinica.
 Diversi i temi trattati, dalla prima sbronza, che anche nelle aree urbane sarde si attesta intorno agli undici/dodici anni, ai trattamenti di riabilitazione dalle droghe, ai principali settori delle neuroscienze e della farmacologia. In particolare verranno presentati studi sul ruolo della genetica, delle terapie mediche, dell’ambiente e del supporto socio-assistenziale nelle malattie neuropsichiche. In rilievo anche la ricerca di base e applicata. Inoltre, dibattito aperto su stress, disturbi del sonno e dell’umore, effetti delle droghe e dell’alcol in adolescenza, declino cognitivo negli anziani. Saranno oltre 150 i relatori presenti da tutte le maggiori università e centri di ricera del mondo.
 Le lezioni magistrali saranno invece tenute da due dei più autorevoli scienziati al mondo: Daniel Robert Weinberger (Bethesda Naval Medical Center del Maryland, Usa) e David Nutt (London College). All’appuntamento prenderanno parte tutti i principali specialisti isolani, di tutte le “scuole”: Gian Luigi Gessa, Maria Del Zompo, Luca Pani, Gino Serra, Franco Marrosu, Leonardo Tondo, Maurizio Melis, Liliana Lorettu, Bernardo Carpiniello, Alessandro Zuddas, Walter Fratta, Andrea Molari.
 «Nel corso del congresso - ha detto Giovanni Biggio - verrà ufficialmente presentato un nuovo principio attivo, nelle farmacie italiane da appena due giorni: si tratta dell’agomelatina, che utilizza lo stesso principio della melatonina, e regola non solo il ritmo sonno veglia, ma anche il ritmo dello degli ormoni dello stress, che se prodotti in quantità eccessiva e per periodi troppo lunghi diventano veri e propri “killer” del cervello. Insieme a questa funzione la nuova molecola mantiene le capacità degli altri farmaci». La soluzione per i due cagliaritani su dieci che accusano disturbi?
 Dipende, perché anche se la neuropsicofarmacologia, come ha ricordato Giovanni Biggio, ha fatto passi da gigante, scoprendo che alcune malattie sono legate a geni di vulnerabilità che ci portiamo dentro sin dal concepimento, alla fine si scoprirà che non sono i geni a determinare il destino di un uomo, ma il suo stile di vita. Insomma, aria sana e cibo genuino valgono più di una pastiglia. Forse.(g.cen.)
 
 

Questionnaire and social

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