Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
12 September 2010
Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio stampa e web
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale - Pagina 7
Due amori: l'università e Craxi
Così si racconta l'ex rettore e docente Duilio Casula
di CARLO FIGARI
 
Un amore viscerale per l'università. Un'ammirazione incondizionata per Bettino Craxi. Una passione per la musica e la storia. Una vita dedicata alla ricerca, alla medicina, alla famiglia. Ecco Duilio Casula, uno degli ultimi "grandi vecchi" della Sardegna che ha vissuto da protagonista metà del secolo scorso ma che ancora oggi, alla vigilia dei novantacinque anni, si sente un lucidissimo testimone del nostro tempo. Un "barone" tutto d'un pezzo, ormai raro esemplare di una categoria di potere ormai in estinzione. Ogni mattina continua ad andare al Policlinico di Monserrato dove conserva una stanza al piano della clinica medica.
Davvero incredibile per chi non lo conosce, ma assolutamente coerente col personaggio che alle 4,30 ogni santo giorno arrivava nel suo reparto di Medicina del lavoro, nella clinica Aresu. Non ha mai perso quell'antica abitudine. «Dormo solo poche ore, così ho più tempo per lavorare», dice. Dallo studio osserva la "sua" creatura vivere e crescere.
Duilio Casula si considera giustamente il padre non solo del Policlinico, ma dell'intero campus che ospita le facoltà scientifiche. L'ha ideato, si è battuto per trovare i finanziamenti, le aree e per far passare i progetti, ha posto la prima pietra. Mostra le cartelle con i documenti dell'epoca: «Erano previsti 400 ettari nell'area di Monserrato che allora rientrava nel comune di Cagliari, poi scesi a 172. Io ho ridimensionato il progetto a 65 ettari» racconta, ricordando ogni passaggio burocratico, ogni nome di tecnico o politico con una memoria straordinaria.
«Quando sono stato eletto rettore mi sono trovato ad affrontare il gravissimo problema dell'edilizia universitaria. L'ateneo scoppiava di studenti, le aule non bastavano più, ma soprattutto molti edifici cadevano a pezzi. Non si riusciva a far approvare il progetto dal Consiglio comunale. A Roma mi mostrarono una vecchia legge del 1981 che imponeva tempi stretti sia al Comune che alla Regione. In caso negativo il ministero avrebbe provveduto dall'alto con una commissione speciale. Di fronte alla prospettiva di una brutta figura nazionale il Comune finalmente discusse e varò il piano. Al ministero poi seppi che quella legge speciale fu utilizzata solo in altre due o tre occasioni». Unico cruccio mai ammesso, ma comprensibile, il taglio del nastro toccato al suo successore Pasquale Mistretta. Lui era lì come ospite d'onore a compiacersi per un sogno diventato realtà.
Originario di Gesturi, si sente cagliaritano di Castello dove abita dal dopoguerra nello storico palazzo Zapata della famiglia della moglie Clementina Scarpa Asquer, scomparsa lo scorso anno. Due figli, entrambi docenti universitari di prestigio. Ammette di non averli seguiti abbastanza perché troppo impegnato col lavoro. «Però, quando tornavo per pranzo stavamo tutti insieme. Mia moglie e la famiglia mi hanno aiutato molto».
Medico nel 1948, ottiene la prima cattedra nel 1950, poi la docenza in medicina del lavoro di cui sarà capo d'istituto sino alla pensione e presidente della Società italiana degli specialisti. Ha fatto parte del Consiglio superiore della sanità, di numerose commissioni nazionali ed europee. Rettore dal 1979 al 1991. Ma Casula ha avuto anche un ruolo politico importante nel partito socialista sardo, craxiano convinto. Sino alla fine del mito del Garofano quando ha deciso che non si riconosceva più nel Psi e nel nuovo mondo politico nato sulle ceneri della Prima repubblica.
Nello studio di casa si notano subito i suoi interessi, oltre la medicina. Nella libreria i testi sacri di storia della seconda guerra e del fascismo, da Churchill a Mack Smith e De Felice, storia e archeologia della Sardegna, Gramsci e Lussu. E poi libri di musica e tanti Cd di classica: Mozart è l'altra passione. Al centro della parete un grande collage di Cosimo Cannelles che raffigura uno dei famosi scorci di Cagliari. Casula è molto attaccato alla città d'adozione, come abitante del rione "nobile" e come ex amministratore comunale.
«Cagliari è una città bellissima, nessuna può contare una spiaggia come il Poetto, gli stagni, i monumenti. Però è l'unica città d'Europa dove ancora esistono le macerie dei bombardamenti di 67 anni fa. I danni della guerra sono stati riparati solo parzialmente. Basta affacciarsi da queste finestre per vedere le parti in rovina che tanto meravigliano i turisti. Il Comune ovviamente ha difficoltà a ricostruire perché i costi sono enormi. Ci vorrebbe un intervento della Regione e dello Stato. Il problema è che molti edifici sono fatiscenti e che la maggior parte degli abitanti non ha la possibilità economica per rimetterli a posto. Questo è ancora un quartiere popolare e di anziani pensionati. Se poi ci si mettono anche gli ambientalisti, come è capitato per il palazzo Aymerich dove è stato bloccato il restauro di un vero rudere, resterà tutto così».
Come vede Cagliari nel complesso?
«Negli ultimi vent'anni la città è cambiata a vista d'occhio. Devo dare atto soprattutto agli ultimi due sindaci, Mariano Delogu ed Emilio Floris che tra l'altro è stato mio allievo a medicina».
Lei è stato docente e rettore. Come vorrebbe la ricordassero?
«Come un universitario che ha amato l'università, che ha cercato di dare il massimo per il bene dell'ateneo a cui mi sento visceralmente attaccato».
Citi cinque personaggi sardi che secondo lei hanno lasciato un'impronta nel secolo scorso.
«Mi vengono subito in mente i miei maestri e colleghi, insigni cattedratici e scienziati, quali Aresu, Businco, Macciotta, Brotzu. Oltre al caro amico Giovanni Lilliu, padre dell'archeologia sarda».
Al di fuori dell'università.
«Dovrei pensarci. Dico Lussu di cui fui anche medico personale. I presidenti Segni e Cossiga».
Che ricordo ha di Cossiga?
«L'ho conosciuto in tutte le sue cariche e devo dire che è stato un grande statista, ma è chiaro che non tutti possono condividere i suoi interventi e le sue "picconate"».
Lei è stato un vecchio socialista.
«Insieme a Peppino Tocco siamo stati i primi due tesserati del dopoguerra. Ho vissuto tutti i momenti del partito sino all'era Craxi. Ho stimato moltissimo Bettino, è stato un anticipatore. Apprezzavo la sua azione politica e di governo. Ciò che hanno fatto Blair in Inghilterra, gli altri leader socialisti in Europa, Craxi l'aveva già pensato e messo in atto. Ha saputo spezzare un'egemonia in Italia. Alla sua caduta ho deciso di smettere con la politica attiva».
Quando si parla di intitolare una via a Craxi si scatenano le polemiche. Che ne pensa?
«Non vedo perché no. Ammiro la figlia Stefania che si batte per restituire la memoria e per far riconoscere i meriti politici del padre».
Il Psi non esisterà più?
«Non so se potrà rinascere e comunque sarà un partito nuovo, riformista e liberal-socialista. Del resto era quella la linea di Craxi. Se l'Italia avesse seguito la strada riformista di Bettino non ci saremmo trovati nelle condizioni di oggi».
Dopo Napolitano chi vedrebbe al Quirinale?
«Non so, perché non vedo un personaggio carismatico e sopra le parti. In passato c'erano uomini come Leo Valiani, lo stesso Pertini. Oggi posso pensare a Marcello Pera, ma non mi vengono altri nomi».
Vorrebbe andare alle urne o è favorevole a chiudere l'attuale legislatura?
«È difficile uscire da questa situazione perché il nodo è sempre quello della legge elettorale. Io sono per il bipolarismo, che in Italia non è perfetto. Per questo vorrei essere cittadino americano o inglese dove il dibattito politico è inteso correttamente. No, tedesco no. Anche se la Germania è cambiata non posso dimenticare che il nazismo c'è stato. Sono profondamente antifascista, sin da giovane. Mi ricordo troppo bene che all'epoca del Duce non si poteva neppure parlare. Poi abbiamo visto cosa sono stati i regimi totalitari, il nazismo come il comunismo sovietico».
Nella sua libreria si notano i libri di Benedetto XVI.
«Li ho letti tutti. Se non fosse Papa sarebbe comunque un grande teologo, storico e filosofo. Il suo "La difesa della ragione" ci apre gli occhi sulla storia del mondo occidentale che affonda le radici della democrazia nella Grecia classica»:
Torniamo all'università. Oggi è cambiata da quella che lei ha vissuto come rettore e docente.
«L'attuale università si porta dietro gli errori del Sessantotto, ancora risente di quel clima di assemblearismo. In Francia, in Europa hanno superato i blocchi ideologici, da noi no. Ma il vero problema è l'equivoco della laurea breve. Si voleva dare un titolo di dottore a tutti, confondendo i corsi triennali con un vero corso di laurea. È stata un'illusione perché la nostra università non è attrezzata e strutturata come quelle anglosassoni».
Oggi si discute tanto di numero chiuso a medicina. Ma si vuole estenderlo ad altre discipline.
«Sono favorevole al numero programmato in base alle esigenze del paese. Semmai bisogna rivedere i criteri di ammissione. Certo, non è pensabile fare una selezione di tremila studenti con un colloquio, ma i test devono puntare sulla specificità della materia».
L'università è nel caos, si inizia ancora con la contestazione.
«Sarò impopolare, ma credo che la Gelmini sia il miglior ministro degli ultimi anni. È stato capace Berlinguer, ma lo hanno messo da parte. Brava la Moratti che però non ha potuto fare la riforma. La Gelmini sta lavorando per gettare le basi di una nuova università che si porta dietro problemi enormi. Non sarà facile uscire dall'emergenza. Ma bisogna andare avanti».
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 23
Università, al via convegno sui fulmini
 
Comincerà domani alle 9.30, nell'Aula magna della facoltà di Ingegneria, in piazza d'Armi, la Conferenza internazionale sulla protezione da fulmini (Iclp), che andrà avanti fino a giovedì 16 settembre nei locali del T-Hotel. Organizzata dal dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica dell'università di Cagliari (Diee), insieme alle Università di Bologna e Roma.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Cagliari
Piano di sviluppo: mancano le risorse dei soggetti privati
GIANCARLO BULLA
 
VILLAPUTZU. Il convegno sull’accesso al credito che si è svolto venerdì nella sala polifunzionale comunale di via Nazionale, ha fornito utili indicazioni ai 202 soci del gruppo di azione locale «sole, grano, terra» nel Sarrabus, Gerrei, Trexenta e Campidano.
 Il Gal-Sgt è una fondazione di partecipazione costituita il 9 luglio del 2009 con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo sociale, culturale ed economico della popolazione delle regioni storiche in essa rappresentate attraverso l’attuazione del piano di sviluppo locale. Il soggetto capofila è la provincia di Cagliari, rappresentata dall’assessore alle attività produttive Piero Comandini. Dopo il saluto del sindaco di Villaputzu Gianfranco Piu e una breve introduzione del presidente del gal Paolo Maxia ha preso la parola Alfonso Orefice. Il direttore generale dell’assessorato regionale all’agricoltura, dopo aver sottolineato che la regione ha finanziato con tredici milioni di euro il piano di sviluppo locale presentato dal «gal sole, grano, terra», ha sottolineato che molti privati non dispongono delle risorse finanziarie necessarie per coprire la quota di compartecipazione e dare attuazione ai progetti. Al problema si potrebbe ovviare con un intervento ampio da parte del consorzio fidi: «La giunta regionale - ha spiegato Orefice - estenderà attraverso la Sfirs il fondo di garanzia anche al settore agricolo per un importo di dieci milioni di euro e attiverà tutti gli strumenti necessari per aiutare gli imprenditori ad accedere al credito».
 Molto apprezzato è stato l’intervento di Riccardo Delisa, docente del dipartimento di economia dell’università di Cagliari: «Il rapporto banca impresa è molto critico - ha spiegato Delisa - i problemi non sono solo delle imprese ma anche delle banche. Rischiosità, circuiti finanziari, crisi con problematiche forti di accesso al credito. Ad avere i maggiori problemi sono le nuove imprese, quelle già esistenti cercano di razionalizzare». Sono poi intervenuti Paolo Desogus, direttore del Banco di Sardegna, Roberto Orrù della Sfirs, Edoardo Gugliotta dell’istituto per il credito sportivo, Riccardo Barbieri (Fidicoop), Franco Salvato (Finsardegna) e Celeste Zessa dell’assessorato all’agricoltura.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 38 - Inserto Estate
Con «AniMatti» viaggio nel mondo dell’animazione
 
 ALGHERO. Due settimane dedicate al mondo dell’animazione: è quello che ha in serbo «AniMatti», la scuola estiva sull’immagine animata che dal 12 al 25 settembre arriverà nella sede della Facoltà di Architettura. Una vera e propria full immersion didattica.
 Un universo, quello dell’animazione, ormai riconosciuto come uno dei campi più fecondi delle arti visive contemporanee e come uno dei settori più dinamici e più creativi dell’industria cinematografica e degli audiovisivi.
 Il programma di «AniMatti» si arricchisce con alcune iniziative aperte al pubblico e organizzate in collaborazione con il festival «Pensieri e Parole», per aprire una finestra su un mondo fatto di creatività, tecniche, professionalità e un pizzico di divertimento.
 Il programma di «AniMatti» sarà come al solito incentrato sulle attività didattiche, i cui risultati saranno mostrati nella serata conclusiva, il 25 settembre (alle 20 all’Asilo Sella), con la presentazione dei corti realizzati durante le lezioni. Ma ci saranno appuntamenti aperti al pubblico che faranno gola agli appassionati: uno di questi è sicuramente l’incontro sulle tecniche di stop motion con l’animatore e regista Chris Gavin (sabato 18, ore 20, Asilo Sella). Un creativo di primo livello che oggi lavora con la Tandem Films, nota al mondo di Youtube e Facebook grazie alla serie animata di Simon’s Cat e fondata tra gli altri dal premio oscar Daniel Greaves. Le esperienze di Gavin con l’animazione partono dagli anni Novanta e l’hanno visto anche nel team della Warner Bros che ha realizzato «Space Jam»,ù il film in cui Michael Jordan sfidava a basket i personaggi dei Looney Tunes, da Gatto Silvestro a Bugs Bunny. In serata verrà proiettato il suo «Letters from TXT Island», arricchito dalle immagini del dietro le quinte, presentate dallo stesso Gavin.
 Venerdì 17 sarà la volta di Eleni Mouri, docente di animazione al Technological Educational Institute di Atene e impegnata nel campo dei cartoon sin dalla fine degli anni Settanta. A partire dalle 20, all’Asilo Sella, sarà lei a tenere una conferenza sul rapporto fra animazione e pubblicità.
 A chiudere il ciclo di conferenze sarà invece l’art director dello studio Framebyframe Stefano Scotti (lunedì 20 settembre, Asilo Sella), che parlerà del percorso dal progetto al prodotto. Giovani studenti e futuri animatori seguiranno diversi workshop con gli ospiti, a cui si aggiunge il momento dedicato al Moving image Design, tenuto da Nicolò Ceccarelli (ricercatore presso la facoltà di Architettura di Alghero) e Carlo Turri (dottorando di ricerca presso presso la Facoltà di Architettura di Alghero).
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
Veterinaria, intervenga la Regione
I consiglieri del Pd lanciano l’sos: «Occorrono finanziamenti»
Mancano gli standard qualitativi, il mattatoio e l’azienda zootecnica, ma anche le risorse per realizzarli in fretta
Presentata una mozione a Cagliari e a Roma per scongiurare la chiusura della facoltà
 
 SASSARI. Perdere anche la facoltà di Veterinaria, quando l’intero comparto agro-pastorale è in ginocchio, significherebbe la resa di un territorio. Per questo i consiglieri regionali del Pd Mario Bruno, Luigi Lotto, Gavino Manca e Valerio Meloni hanno presentato un mozione per chiedere alla Giunta un impegno finanziario utile a scongiurare il rischio di chiusura.
 Un documento analogo verrà portato a Roma dal deputato Guido Melis e verrà sottoposto all’attenzione del ministro della pubblica Istruzione. L’Sos lanciato dal Pd è urgentissimo: Veterinaria non dispone di alcune strutture indispensabili per ottenere gli standard qualitativi sufficienti a ricevere l’accreditamento dall’Unione Europea: manca il mattatoio e l’azienda zootecnica.
 I tempi per adeguarsi sono strettissimi, perché la valutazione europea è fissata per il 2013. Nel frattempo il ministero ha dato una sforbiciata alle iscrizioni stabilendo per decreto che le matricole ammesse ai corsi da 38 si riducono a 34, e l’Università, per potenziare i servizi, ha già appaltato la realizzazione di un nuovo Ospedale veterinario i cui lavori saranno conclusi entro il 2012.
 Dicono i consiglieri: «È l’unica facoltà veterinaria in Sardegna, è nata nel 1928, è un polo di eccellenza, è il cardine del tessuto economico agro-pastorale, non possiamo permetterci di perderla». La soluzione proposta non è la solita richiesta di una proroga dei termini per l’adeguamento agli standard europei. «Per noi è necessaria un intervento rapido da parte della Regione che consenta alla facoltà di ammodernarsi. Ci sono i fondi Cipe e i fondi Fas (50 milioni) bloccati. A settembre abbiamo il varo della Finanziaria: se la Giunta volesse salvare Veterinaria, potrebbe stanziare un anticipo delle risorse necessarie al rilancio. Prendiamo esempio dalla Puglia, dove si è ricorsi all’assestamento di bilancio dirottando 120milioni di euro sull’università». Se fossero disponibili le risorse, Veterinaria potrebbe stipulare una serie di convenzioni esterne per usufruire delle strutture in via di realizzazione, ovvero il mattatoio, l’inceneritore e l’azienda zootecnica.
 Così i parametri richiesti per la certificazione sarebbero rispettati.

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