Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
13 November 2010
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 
 
L’UNIONE SARDA
01 - Giovanni Floris, elogio del dubbio e del senso critico
02 - Paolo Emilio Manconi: “Formazione all’altezza, ecco perché restare”
03 - Alloggi e assistenza: il programma di Alice Marras, miss duemila voti
04 - Ausi, un futuro da università a distanza
05 - Convegno “Le ambizioni di Castello”
06 - Gian Benedetto Melis: il Civile scoppia, al Policlinico posti letto vuoti
07 - Gonnostramatza. I Mori in Sardegna? Un’occasione di riscatto
08 - Pirri. Piano alluvioni, progetto degli ingegneri Montaldo e Saba
09 - Sassari. Ostetricia finisce sott’acqua
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 - Ersu, vince Alice Marras della lista Unica 2.0
11 - Finanziaria. Raddoppiano i fondi per le scuole private 
12 - Sala e via Cossiga, divisi l’Ersu di Sassari e il Comune di Nuoro
13 - Cossiga bocciato, scoppia la polemica
14 - Oristano. Il Salone dell’orientamento di Confindustria
15 - Cagliari. Oggi convegno di farmacologi e psichiatri
16 - La lezione di Pigliaru tra etica e antropologia
17 - Villasimius capofila di un progetto internazionale col Cirem
18 - Nord Sardegna, la crisi si fa sentire: soffrono industria e commercio
  

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR
    
L’UNIONE SARDA
 
1 - L’Unione Sarda / Cultura - Pagina 51
Giovanni Floris, elogio del dubbio e del senso critico
La lectio magistralis del giornalista ha aperto a Cagliari l’anno accademico della facoltà di Scienze Politiche
Pur di una cosa ci affidi / padre, e questa è: che un poco del tuo dono / sia passato per sempre nelle sillabe / che rechiamo con noi, api ronzanti. (Montale, Ossi di seppia)

Fertili e feconde incertezze, le chiama nel chiudere il suo affascinante elogio del dubbio.
Giovanni Floris tiene una lectio magistralis nell’Aula teatro dell’ex Istituto dei ciechi di Cagliari, per l’apertura dell’Anno accademico della facoltà di Scienze Politiche, e lo spazio è troppo piccolo per contenere tutti: autorità, ospiti illustri, e soprattutto loro, gli studenti ai quali è dedicata questa bella mattinata fatta anche di musica (un concerto finale del quartetto Accademia) e di arte (una mostra del sassarese Augusto Moggi). Il signor Ballarò è stato invitato dalla preside Paola Piras, al suo terzo anno di mandato: tre anni fa invitò un grande giurista, Gustavo Zagrebelsky, l’anno scorso Lamberto Cardia (presidente Consob). Ma il quasi quarantatreenne giornalista di origine nuorese - una laurea alla Luiss in Scienze politiche che gli valse il premio Mondoperaio e una lunga esperienza di inviato in Asia e negli Stati Uniti, prima del ritorno a Roma - non soffre di timori reverenziali, e fa benissimo. Presentato dalla professoressa Piras, che sottolinea il peso delle parole e cita De Siervo, Constant, Kavafis e Montale, tratta un tema di perenne attualità: “Politica, informazione, populismi”. Lo fa con parole semplici (la lezione americana?), aneddoti divertenti e una conoscenza profonda e leggera del mondo che lo circonda. Ed è un mondo vastissimo, per una ragazzo che se non avesse amato viaggiare, sarebbe cresciuto «in un fazzoletto di pochi chilometri quadrati, tra Piazza Bologna, Salario e quartiere Trieste, con qualche puntata a Prati o sulla Flaminia».
Floris non lo dice, ma è proprio la sua storia personale a testimoniare l’importanza dell’andare e del tornare, a mettere in evidenza la bellezza del confronto, e l’esercizio della tolleranza. Non spara a zero sull’Italia, nel suo incontro con gli studenti, né elenca drammatiche classifiche mondiali sulla libertà di stampa. Non fa riferimento alle ultime notizie di cronaca nera, rosa, politica o giudiziaria. Non ne ha bisogno. Né questo è il luogo. Gli basta, da osservatore privilegiato, delineare un percorso che porta pacatamente a distruggere tutta una serie di luoghi comuni, a denudare i potenti. Si tratti delle promesse di un politico, «parole vuote, se non le si riempie di responsabilità», o delle notizie troppo facili di un organo di informazione. Gli basta fare a pezzi, col sorriso sulle labbra, il populismo di un Ross Perot, per esempio. Ricordate? Lui, tra gli uomini più ricchi degli Stati Uniti, concorreva alla presidenza con Bush padre e Clinton, e fu sconfitto: «In Italia avrebbe vinto. Tra i suoi programmi c’era la revisione della Costituzione». Non cita una sola volta Berlusconi, non ce n’è bisogno. Ma delinea con tratti netti la personalità del populista: un leader + un popolo contrapposto al leader + una élite. «Il leader populista ama e odia, ha bisogno di amici quanto di nemici. È semplificatore, rozzo, manicheo. Non sopporta le domande, i giornalisti, i contesti che creano confronto di opinioni. Le armi del populista sono la televisione e Internet, trionfo della democrazia tascabile, luogo principe di creazione delle opinioni guidate». Cita la metafora del pescetto informato, del piccolo robot capace di guidare immense colonie di pesciolini veri e affamati verso una rete. Scomoda lo scontro eterno tra potere e giornalismo. Un problema mondiale, non italiano, che riguarda la Francia di Sarkozy e la Spagna di Zapatero, l’Argentina della Kirchner e gli Usa di Obama. Ciascuno di loro - aneddoti alla mano - ha ceduto alla tentazione di attaccare pesantemente la stampa.
E allora che cosa distingue l’Italia dal resto del mondo? Ovvio, il conflitto di interessi: «In nessun altro Paese succede che l’informazione televisiva sia in mano a un solo uomo, che quest’uomo sia il presidente del Consiglio, e tutto ciò in un mercato asfittico. Dove i canali sono pochi, pochi i programmi, pochi i conduttori. E per questo enorme il loro potere». Auspica un mercato più ampio, per il bene della democrazia e del pluralismo, Floris, che citando il suo Ballarò si vanta dell’autorevole qualifica di pollaio che il programma si è beccato. «Per me è un complimento, non un insulto». Ed è una ricchezza riuscire a mettere insieme opinioni diverse, dove una non domini sull’altra, e all’interno delle quali lo spettatore possa a sua volta costruirsene una propria. Non ama, il giornalista- scrittore, «la bipartizione del paese su basi antropologiche che pesca sulla pancia della gente». Quella per cui la destra è ironica e la sinistra incazzata, la sinistra triste e la destra delinquente. «Un qualunquismo in cui cadiamo tutti, quali che siano le nostre convinzioni». E allora, qual è la soluzione? Ridare dignità alla politica, sostituire il cervello alla pancia, il ragionamento all’emotività, la soluzione dei problemi alla denuncia fine a se stessa. E ridare forza all’informazione, arricchendo un mercato troppo chiuso. «Non un canale per una idea ma tanti canali, e tante idee per ciascun canale».
Parla senza enfasi Floris (che poche ore più tardi, al THotel, avrebbe presentato in un dibattito promosso da Sardinews il suo libro Zona retrocessione , perché l’Italia rischia di finire in serie B). Parla con l’accento sardo ereditato dal padre Bachisio e la sua faccia da bravo ragazzo. Che la sua lectio d’istigazione al senso critico sia piaciuta lo dimostra il lunghissimo applauso degli studenti. Quelli ai quali in un’ora tonda filata ha detto che nel migliore dei mondi possibili un giornalista pone domande, un politico non sospende trasmissioni, un populista muore di fame e dovunque prolificano fertili e feconde incertezze.
MARIA PAOLA MASALA
 
 
2 - L’Unione Sarda / Commenti - Pagina 13
Formazione all’altezza
Ecco perché restare
L’intervista a Marcovalerio Melis richiede qualche considerazione da parte di chi, come me, dirige una Scuola di Specializzazione della Facoltà medica di Cagliari. Melis formula accuse generiche e poco documentate su argomenti alquanto delicati. I temi potranno magari colpire la fantasia dei giovani medici, abituati a seguire le vicende di Grey’s Anatomy o di ER, o anche fare pensare “finalmente uno bravo, che non ha paura dei baroni”. Ma la visione dell’accademia mi sembra parziale e non riflette la complessità dell’attività della nostra università e in particolare della Facoltà di Medicina. La sua descrizione dei direttori di Scuola offende alcuni di noi che dedicano all’insegnamento ai medici della propria Scuola tutto l’impegno possibile, la propria sensibilità e capacità. Potranno esserci anche a Cagliari, come in altre università, Scuole poco efficaci o mal organizzate, ma esistono anche quelle che possono competere con quelle europee.
Melis offende anche gli specializzandi, molti dei quali si impegnano con intelligenza e rigore, svolgendo compiti ben diversi da quelli da lui descritti (“scribacchini in reparto o divaricatori in sala operatoria”). Inoltre, l’apprendimento passa anche attraverso le lunghe ore passate in sala operatoria a reggere una valva ed osservare il chirurgo più anziano che opera. Si partecipa e si impara la tecnica, man mano si acquisirà la competenza per affrontare in sicurezza compiti più complessi. L’intervistato dice che prima di andare negli Usa non era in grado di interpretare un elettrocardiogramma, ma la grande maggioranza dei miei studenti pre-laurea lo sa fare. Melis forse non tiene conto di quante risorse culturali ed economiche ci siano volute perché potesse presentarsi degnamente alla New York University School of Medicine. Da quanto dice sembrerebbe che tutto il merito sia suo. Ragioni un poco sul fatto che anche qualcun altro possa aver contribuito (forse anche nel presentarlo). Spesso si tende a sottovalutare la cultura “teorica” e a sopravvalutare quella “sul campo”. Per esperienza, la cultura “teorica” è quella che richiede maggior tempo e impegno. La migliore università italiana l’ha privilegiata: direi che i risultati non sono male. Molti dei nostri allievi, completata la formazione post-laurea, si presentano agli atenei stranieri e bruciano le tappe raggiungendo ottimi traguardi accademici, scientifici e sanitari. Infine, la frase che mi è parsa meno adeguata era “in America contano i risultati e quelli soltanto”. A Cabras chi si esprime in questo modo viene soprannominato calandi (“scendine”, verosimilmente da quella grande altezza in cui ti sei collocato).
PAOLO EMILIO MANCONI
Ordinario di Medicina interna - Università di Cagliari
 
 
3 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 23
Ersu. Alice Marras nel cda
Alloggi e assistenza: il programma di miss duemila voti
Alice Marras, ventitrè anni di San Gavino, è la nuova rappresentante degli studenti nel Cda dell’Ersu, l’Ente regionale per il diritto allo studio universitario. Laureata in Filosofia, è iscritta al primo anno della laurea magistrale in Scienze Filosofiche. Nelle elezioni di mercoledì e giovedì Marras, supportata dalla lista Unica 2.0 (area centrosinistra) ha raccolto 1929 voti, superando di oltre mille preferenze Silvia Caria, appoggiata dalla lista Uniti e Liberi (vicina a Comunione e Liberazione ed espressione del rappresentante uscente) e Alberto Renna, sostenuto dalla lista Università per gli Studenti.
Sebbene ci sia stato una sorta di ribaltone rispetto al risultato di tre anni fa, la vittoria di Alice Marras era ampiamente prevista e conferma la lista Unica 2.0 come la più rappresentativa all’interno delle varie facoltà, seguendo il successo dell’anno scorso. «È stato fantastico e, anche se ero molto fiduciosa, non mi aspettavo di certo un risultato e un distacco così ampio» racconta Marras. Molti i fattori che, secondo lei, hanno portato a questa affermazione: «È stato decisivo l’aver proposto soluzioni ragionate, valide e realizzabili per tutti i problemi che hanno i servizi offerti dall’Ersu, oltre all’aver dato speranza ai tanti studenti che erano rassegnati ad un’idea di università gestita solo dai poteri forti, autoreferenziali tra di loro». Senza dimenticare «la nostra ferma opposizione alla riforma Gelmini, che continueremo a contrastare su tutta la linea», spiega.
Ora la palla passa nel suo campo e spetterà a lei trasformare in fatti i tanti obiettivi elencati nel programma presentato agli elettori: «Abbiamo bisogno immediatamente», prosegue, «di una nuova carta degli studenti che attesti la nostra cittadinanza studentesca anche all’estero». Nei primi cento giorni, inoltre, si impegna «a dare una risposta concreta ai tanti ragazzi fuori sede che hanno bisogno dell’assistenza medica in città». Urgente, anche se di difficile soluzione in tempi brevi, il problema degli alloggi: «Mi impegnerò», afferma concludendo, «nel contrasto al fenomeno degli affitti in nero ma, nello stesso tempo, vorrei che si riprendesse in mano il progetto del nuovo campus: sono tanti gli studenti che ne hanno diritto e che restano fuori dalle graduatorie a causa dei pochi posti disponibili». (d.g.)
 
 
4 - L’Unione Sarda / Iglesias - Pagina 31
Le lezioni saranno organizzate utilizzando internet. Proseguirà l’attività di ricerca
Ausi, un futuro da università a distanza
Nell’Ateneo del Sulcis corsi in Pubblica amministrazione
Per l’Università dal Sulcis si apre una nuova prospettiva; l’organizzazione di corsi di Pubblica amministrazione tramite internet.
Il corso in Scienza dei materiali si avvia all’epilogo, ma l’Università di Monteponi non è morta. Il Consorzio Ausi non demorde, anzi rilancia e annuncia l’istituzione dei corsi “e-learning” in Pubblica amministrazione. Ciò vuol dire, già a partire dal prossimo anno accademico, insegnamento a distanza e con l’ausilio della rete internet, che sarà possibile grazie a una convenzione stipulata con l’Università di Cagliari.
IL RILANCIO È solo il primo risultato ottenuto dal Consorzio che sostiene la sede di Monteponi, di cui fanno parte Provincia, Comuni di Iglesias e Carbonia, aziende. «Il nostro obiettivo è rilanciare l’attività della sede universitaria - spiega Tore Cherchi che, in qualità di capo dell’esecutivo provinciale è anche presidente del Cda dell’Ausi - ci sono difficoltà oggettive, come quelle legate alle risorse, ma il nostro impegno è e continuerà ad essere forte per dare nuove prospettive a Monteponi, soprattutto attraverso l’attività di ricerca». Al riguardo Cherchi si rivolge alle aziende che operano nel polo industriale: «Da parte del territorio hanno il massimo sostegno, ma chiediamo anche un impegno da parte loro affinché investano sulle attività scientifiche e di ricerca inerenti le loro attività».
IL CDA Se fino a qualche mese fa le sorti di Monteponi sembravano segnate per sempre, la decisa volontà politica da parte del Consorzio Ausi sembra avere aperto nuovi spiragli. Intanto pochi giorni fa è stato completato l’assetto interno con tre nuove nomine: Salvatore Murgia, ex preside a Carbonia, è vice presidente; Franco Meloni, del Dipartimento di Fisica, direttore e Antonello Ghiani, commissario straordinario del Comune di Iglesias, componente del Cda. «Ora abbiamo tutte le figure indispensabili a rendere l’ente pienamente operativo e il prossimo passo sarà quello della costituzione di un comitato scientifico».
Nella sede dell’Università del Sulcis è da poco iniziato il terzo e ultimo anno del corso di studi in Scienza dei materiali. Già dall’anno scorso non c’è più la possibilità di accogliere nuove iscrizioni, dirottate alla cittadella universitaria di Monserrato e il terzo anno conclude l’esperienza iniziata nel 1997.
FINE CORSO «Una scelta sofferta ma inevitabile perché il Sulcis era la sede ideale», dice Anna Musinu, presidente del corso di laurea. Ma, secondo Cherchi, c’è una soluzione: «Se per l’Università questo territorio è davvero strategico per il corso in Scienza dei materiali, possono decidere di spostarlo da Monserrato a Monteponi. Noi faremo la nostra parte».
CINZIA SIMBULA
 
 
5 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 31
“Le ambizioni di Castello”, convegno
“Le ambizioni di Castello”, è il titolo del convegno in programma oggi alle 11 nella sala Search, sottopiano del Municipio, in Largo Carlo Felice. Organizza il Polo Civico. Saranno presentati due progetti che potrebbero rivitalizzare l’area dei tre poli universitari attorno a Buoncammino e il quartiere di Castello. Interventi di Aldo Accardo, Alessandro Serra, Paolo Zedda e Galileo Concas.
 
 
6 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 25
San Giovanni di Dio. In caso di necessità i pazienti verranno trasferiti a Monserrato
«MAI PIÙ MALATI RICOVERATI NEI CORRIDOI»
Melis: il Civile scoppia, ma al Policlinico i posti letto sono vuoti
Il direttore sanitario Gian Benedetto Melis: la responsabilità dei ricoveri in corsia è dei responsabili delle Unità complesse.
Basta con le brande nei corridoi del San Giovanni di Dio. Senza privacy e dignità per i ricoverati. D’ora in poi le divisioni mediche e chirurgiche del più antico ospedale del capoluogo potranno ricoverare i pazienti fino a occupare i posti letto disponibili. Lo stabilisce una circolare del direttore sanitario dell’Azienda mista (Regione-Università), Gian Benedetto Melis, che mette a nudo una vicenda scandalosa. Perché se i reparti del Civile scoppiano, i letti del Policlinico universitario di Monserrato rimangono vuoti. È accaduto anche che pazienti inviati dal pronto soccorso abbiano dovuto attendere tutto il giorno prima di essere sistemati. Più che un problema logistico, sembra quasi una ripicca tra vertici aziendali. A farne le spese i malati.
LA DENUNCIA Il direttore sanitario, in una nota inviata ai responsabili medici del San Giovanni di Dio e del Policlinico e all’assessore regionale alla Sanità, fotografa una situazione «che non può più essere sopportata». Facendo riferimento alle numerose segnalazioni di malati dell’ospedale Civile costretti a passare la degenza senza un minimo di riservatezza, esposti alle correnti d’aria e curati, molto spesso, con terapie che avrebbero bisogno di ben altri ambienti, Melis ricorda che «per gli accordi presi, il Policlinico universitario avrebbe dovuto avere quotidianamente disponibili da sei a dieci posti letto nei reparti medici, chirurgici e neurologico». Insomma, un tira e molla dai toni sempre molto accesi. «Il mese scorso la direzione medica di Monserrato ha dato disponibilità di zero posti letto . Solo dopo molte insistenze - aggiunge Melis dal suo ufficio con vista sull’Orto botanico - siamo riusciti a ricoverare sette pazienti». Il corto circuito nell’Azienda mista è evidente. «I responsabili delle Unità operative complesse (Uoc) del Policlinico si sono lamentati, viceversa, che alcuni posti letto sono rimasti vuoti perché dal pronto soccorso non sono stati inviati pazienti». Gian Benedetto Melis indica il motivo dei disagi. «Le notizie inviate dalla direzione medica di Monserrato sono lontane dalla realtà e non controllate».
LA SOLUZIONE Niente più pazienti ricoverati fuori dalle stanze del San Giovanni di Dio. Belle parole, ma come renderle realtà? «Prima di tutto - aggiunge Gian Benedetto Melis - è bene precisare che è finito lo scaricabarile: la responsabilità di ricoverare ingiustificatamente in ambienti non adibiti all’assistenza è dei direttori dell’Uoc. In pratica, una volta che il Civile avrà raggiunto il numero di posti letto consentiti, i reparti internistici di Monserrato dovranno bloccare i ricoveri di routine e programmati non urgenti per consentire gli accessi dei malati che provengano dal Pronto soccorso».
ANDREA ARTIZZU
 
 
7 - L’Unione Sarda / Cultura - Pagina 52
Nuova lettura a Gonnostramatza
I Mori in Sardegna? Un’occasione di riscatto
I mori distruttori di villaggi e responsabili di razzie cinque secoli fa nelle zone interne dell’isola? La storia ci ha consegnato questa teoria sulle invasioni barbaresche nell’isola. Nella chiesa di San Paolo, nelle campagne di Gonnostramatza, dove sorgeva il villaggio scomparso di Serzela, c’è un’epigrafe che ricorda la distruzione di Uras ad opera dei mori guidati da Barbarossa. Proprio a Gonnostramatza nel convegno sulle incursioni barbaresche è stata data una nuova lettura del fenomeno. Ovvero barbari che hanno spesso solo dato il colpo di grazia a villaggi già indeboliti da conflitti interni tra feudatari sardi.
Ma soprattutto l’arrivo dei mori ha rappresentato un’occasione di riscatto sociale per i sardi delle classi più povere, dominati da un sistema feudale che era troppo opprimente. La scelta della sede dell’iniziativa culturale, organizzata da Comune, Cnr e Istituto di Storia dell’Europa mediterranea, non è stata dunque casuale. A Gonnostramatza si trova il museo dei Turcus e Morus, nell’ex Montegranatico, l’unico nell’Isola a raccontare il rapporto fra la Sardegna ed i barbari.
Lo spagnolo Emilio Sola Castano, dell’Università di Alcadà de Henares, parlando di torri costiere, ha sottolineato il concetto di frontiera non solo come scontro, ma anche come apertura fra popoli e culture. Sullo stesso filone l’intervento dello studioso Giovanni Serreli che ha detto: «L’arrivo dei barbareschi è stato un riscatto sociale per molti sardi, relegati ai margini della società. Tanti isolani, dopo essersi convertiti e aver seguito i barbari, hanno conquistato successo e prestigio in terra africana. E non sono tornati in Sardegna». Infine sulla presunta distruzione di Uras del 1515 il suo pensiero è quello della collega Maria Grazia Mele: «Barbarossa ha trovato un villaggio già allo stremo per i conflitti fra feudatari sardi. Gli ha solo dato il colpo di grazia».
ANTONIO PINTORI
 
 
8 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari - Pagina 31
Pirri. L’assessore Gianni Giagoni ha illustrato il piano agli abitanti delle aree a rischio
PERICOLO ALLUVIONI, ECCO LE NUOVE OPERE
Saranno realizzati vasconi di raccolta dell’acqua piovana
 Il piano di opere previsto dal Comune per far fronte al pericolo alluvioni a Pirri è stato illustrato giovedì scorso.
Un sistema di vasche per accumulare grandi quantità d’acqua in caso di piogge violente e alleggerire in pochi istanti la portata delle condotte di smaltimento: il ripristino dell’equilibrio idrogeologico di Pirri sarà basato su questo tipo d’impianto che, secondo un progetto dell’Università, curato dagli ingegneri Nicola Montaldo e Andrea Saba, potrà evitare allagamenti e danni alle abitazioni in situazioni limite, come quella dell’ottobre 2008. Il tutto senza drastiche modifiche alle condotte i cui lavori (imponenti vista la grave situazione) comporterebbero il blocco della viabilità di Pirri per anni.
IL PROGETTO Commissionato dal Comune è stato presentato agli abitanti di Pirri giovedì sera in un incontro organizzato dall’assessorato alla Pianificazione dei servizi. «Si tratta di un aggiornamento del precedente che ha tenuto conto delle osservazioni del Comitato tecnico regionale», ha spiegato l’assessore Gianni Giagoni. «Realizzare nuovi collettori larghi cinque metri», ha precisato, «significherebbe devastare il territorio, mentre con le vasche è tutto più semplice. Le varie condotte, ovviamente, subiranno un adeguamento, anche se di minore portata». Il costo complessivo degli interventi è di circa 15 milioni di euro.
GLI INTERVENTI Sono tre le vasche che nasceranno in altrettanti punti strategici, a monte rispetto al centro abitato, capaci di sostenere 23,8 millimetri d’acqua in mezz’ora. Un primo lotto, per il quale sono già disponibili 3 milioni, prevede un impianto da 1,8 milioni di euro nella zona di via Stamira capace di assorbire 15 mila metri cubi d’acqua provenienti dal colle di San Michele e Barracca Manna e poi riversarli gradualmente nella rete: questo eviterà allagamenti nella zona di via Balilla e piazza Italia. Nel lotto rientra anche la realizzazione di una nuova condotta in via Balilla. Nelle opere da realizzare successivamente, invece, una vasca di uguale capienza nascerà in via Su Planu, e una terza da 50 mila metri cubi nella zona di via Cadello-via Santa Maria Chiara. Saranno realizzate su aree comunali già individuate provvisoriamente. Per la scelta definitiva, il portavoce del Comitato contro il dissesto idrogeologico di Pirri, Tonio Vincis, chiede un’assemblea pubblica.
INDENNIZZI Novità anche sui risarcimenti per i beni immobili e le attività produttive danneggiati nel 2008: gli abitanti che hanno ricevuto la prima rata dovranno presentare la documentazione necessaria a ottenere la seconda entro tre mesi dal ricevimento della prima. «Questa proroga è una piccola vittoria di tutti quegli abitanti in difficoltà economiche che non avevano potuto ultimare i lavori», ha spiegato Vincis, «ricordiamo che chi non presenta la documentazione sui lavori avvenuti perde anche la prima rata».
PROTEZIONE CIVILE Giagoni ha poi ricordato che ci sono 500 mila euro pronti da spendere per la lotta alle alluvioni e, nel frattempo, la Protezione civile continuerà a monitorare le strade, com’è avvenuto nei giorni scorsi di maltempo. Inoltre, un’ordinanza del Comune prevede che, in caso di allerta meteo, gli abitanti dei quartieri a rischio (zona via Dolianova e via Mara) potranno parcheggiare le auto nel piazzale della piscina di Terramaini, evitando danni ai veicoli e permettendo interventi più efficaci da parte dei volontari.
NICOLA PERROTTI
 
 
9 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari - Pagina 33
Sassari. Lasciate nel degrado le cliniche universitarie. L’ultimo episodio è di due settimane fa
Ostetricia finisce sott’acqua
Tubi rotti all’alba, in tilt reparti e sale operatorie
Le sale operatorie sono state chiuse e gli interventi programmati sono stati fatti slittare. In serata la situazione era migliorata ma ancora lontano da quella che dovrebbe essere la normalità per un reparto ospedaliero.
Reparti allagati, sale operatorie fuori uso, interventi chirurgici rinviati. Questa volta c’è voluto l’intervento dei vigili del fuoco per la Clinica ostetrica e ginecologica dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari. Come due settimane fa, a mandare in tilt due piani (il terzo e il quarto) del palazzo Materno infantile in viale San Pietro, è stata la rottura di alcune tubazioni nei bagni del quinto piano.
PARALISI L’allarme è scattato nel cuore della notte quando al quarto piano delle Cliniche è iniziato a piovere dal soffitto. L’acqua ha invaso in pochissimo tempo i locali del reparto, e non si è fermata lì. Le perdite sono arrivate presto anche il terzo piano. A causare gli allagamenti, ancora una volta sono state le tubature dei bagni: troppo vecchie per resistere alla pressione dell’acqua, hanno ceduto paralizzando due reparti. Per liberare i locali dall’acqua sono intervenuti i vigili del fuoco: per oltre un’ora i pompieri hanno lavorato sodo per svuotare le stanze allagate. Le ripercussioni dell’incidente diventato ormai la norma per le Cliniche universitarie, si sono fatte sentire durante la giornata sui pazienti e sull’attività dei reparti.
SALE OPERATORIE CHIUSE Le sale operatorie sono state chiuse e gli interventi programmati sono stati fatti slittare. In serata la situazione era migliorata ma ancora lontano da quella che dovrebbe essere la normalità per un reparto ospedaliero. Il 27 ottobre sempre la Clinica ostetrica dell’Azienda ospedaliero universitaria era rimasta bloccata a causa dello stesso inconveniente: tubi rotti e sale operatorie allagate. Un guasto che aveva fatto perdere la pazienza al direttore della Clinica, Salvatore Dessole. Il direttore esasperato per le condizioni di assoluta precarietà in cui il suo reparto è costretto a lavorare, si era presentato dal rettore dell’Università, Attilio Mastino, per denunciare quanto accaduto.
REGIONE SOTTO ACCUSA Mastino non aveva perso tempo e aveva scritto di proprio pugno una lettera tutt’altro che tenera all’assessore regionale alla Sanità, chiedendo interventi di manutenzione urgenti e indispensabili per ridare dignità, decoro e funzionalità alla struttura del Materno infantile: «Questo è soltanto l’ultimo episodio che mostra la situazione di progressivo degrado della struttura che attualmente versa in condizioni assolutamente indecorose. Inoltre è stata segnalata più volte l’inagibilità dei servizi igienici della clinica ostetrica, un disservizio che causa pesanti disagi alle partorienti», aveva scritto il rettore. I guasti ai bagni del quinto piano erano stati riparati a tempo di record e l’attività della clinica era tornata alla normalità dopo ventiquattro ore di emergenza.
DEGRADO Il palazzo che ospita il Materno infantile è rimasto invece al limite dell’agibilità, trattandosi di un ospedale. Lo stabile è fatiscente, i reparti e lavorano in condizioni difficili soprattutto a causa dell’inadeguatezza dei locali e l’inconveniente è sempre dietro l’angolo. Come ieri, ancora tubi rotti, ancora allagamenti, ancora ospedale in tilt.
VINCENZO GAROFALO
    
 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
10 - La Nuova Sardegna / Pagina 2 - Cagliari
Ersu, vince Alice Marras della lista Unica 2.0 
CAGLIARI.Cambio della guardia nel consiglio di amministrazione dell’Ersu dopo la tornata elettorale.
È Alice Marras per la lista “Unica 2.0” la nuova rappresentante degli studenti nel consiglio di amministrazione dell’ente per il diritto allo studio che prenderà il posto di Paolo Pirino della lista Ichnusa.
Con quasi 2000 voti, la studentessa ventiduenne di Filosofia ha sbaragliato la concorrenza con un netto distacco dai due candidati avversari.
La lista “Uniti e liberi con Silvia Caria” ha infatti raggiunto 878 preferenze. Si è invece fermato a 541 voti Alberto Renna per la lista “UxS”.
B.C. 
 
 
11 - La Nuova Sardegna / Pagina 16 - Attualità
FINANZIARIA A RISCHIO COPERTURA 
Dubbi dei tecnici della Camera. Raddoppiano i fondi per le scuole private 
MANOVRA E CONTI PUBBLICI
Gasparri attacca Napolitano che replica «Ho chiesto scelte chiare e priorità» 
VINDICE LECIS 
ROMA. La Finanziaria non ha una copertura adeguata. Sul provvedimento, mentre procede un faticoso viaggio in commissione Bilancio della Camera, piovono i dubbi dei tecnici di Montecitorio che contestano «la congruità» delle stime del Governo sugli effetti delle norme sugli accertamenti fiscali introdotte nel maxi emendamento alla legge di stabilità. Che si tratti di un provvedimento ad alta tensione lo dimostra l’attacco del capo dei senatori del Pdl Gasparri al presidente Napolitano: «Facile esternare sui tagli mentre tenere ferma la spesa è difficile» afferma in un’intervista radiofonica. E il Capo dello Stato deve così precisare di non aver mai detto «non fare tagli» ma di aver invece invitato «a un’assunzione di responsabilità nel fare delle scelte e stabilire delle priorità».
L’altalena del confronto in commissione ha vissuto momenti d’incertezza nella discussione e nel voto su un emendamento Udc sui fondi Fas dove si è sfiorata una nuova sconfitta del governo, evitata solo dalla conferma del voto favorevole da parte dei finiani. Fli, infatti, sta «salvando» la maggioranza sui vari punti in discussione dimostrandosi essenziale per evitare la disfatta sul campo di Pdl-Lega. Ad esempio, la commissione approva l’incremento a 100 milioni del fondo per l’editoria che nel testo tremontiano era fermo a 60. Mezzo Pdl vota contro con dichiarazioni molto dure nei confronti di Fli.
Nel maxi emendamento il governo riappaiono i fondi per le scuole private e ritocca i finanziamenti per l’Università ripristinando i fondi per le borse di studio. Per le paritarie si tratta di un tesoretto di 245 milioni, tagliato nella prima versione del provvedimento. «Si compie - attacca il segretario della Flc -Cgil, Domenico Pantaleo - il solito gioco delle tre carte. Si incrementano di 800 milioni i fondi per l’università, la cui ripartizione, tra concorsi fondo ordinario e diritto allo studio, non è chiara ma si confermano i tagli di 1,4 miliardi previsti dal decreto fiscale del 2008». Altro che risorse per l’Università, accusa il Coordinamento nazionale ricercatori universitari «nel 2011 il settore sarà a quota meno 576 milioni di euro».
Nel confronto pesano i rilievi dei tecnici della Camera che a proposito delle stime sugli accertamenti fiscali definite non congrue perchè «non suffragate da oggettivi elementi di riscontro». In pratica non si vede «elevato grado di certezza» sul fronte delle entrate e i dubbi si concentrano proprio sull’una tantum da 2,4 miliardi che arriverebbe dall’asta delle frequenze.
Il ministro Galan si dichiara moderatamente soddisfatto per l’agricoltura ma si «aspetta altro». Fortemente critiche molte forze sociali. Il Coordinamento dei centro servizi del volontariato lamenta il dimezzamento dei fondi del 5xmille mentre il fronte di tutte le organizzazioni dei consumatori chiede il ripristino delle detrazioni fiscali del 55% per la riualificazione energetica negli edifici. L’ecobonus è rivendicato anche dal presidente di Rete Imprese e Confcommercio Carlo Sangalli. Dalla Cgil arriva la preoccupazione per il ridimensionamento del welfare. Bersani, lader del Pd, boccia la legge di stabilità: solo tagli, afferma, «è una manovra inaccettabile»
    
 
12 - La Nuova Sardegna / Pagina 9 - Sardegna
Sala e via Cossiga, divisi l’Ersu di Sassari e il Comune di Nuoro 
SASSARI. Una piazza, un monumento, un edificio, in fondo c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ma giù le mani dalla sala conferenze dell’Ersu: lì, in uno dei luoghi simbolo dello studio universitario e delle battaglie in difesa del diritto alla cultura, la targa con il nome “Francesco Cossiga” non ci sta a far nulla. E non solo lì: secondo il consiglio comunale, sarebbe fuori luogo anche in una strada di Nuoro.
È l’altra faccia del presidente emerito della Repubblica, senatore a vita, protagonista della storia politica italiana, a non convincere gli studenti sassaresi, o almeno un gruppo numeroso, e a spaccare il consiglio comunale di Nuoro. L’ombra di Gladio, il ruolo nel sequestro Moro durante gli anni di piombo, l’atteggiamento duro verso chi occupa le piazze: è questo, il Cossiga politico non del tutto esplorato, a fare dire no alla proposta di intitolargli una sala all’Ersu di Sassari, sua città natale, e una via a Nuoro, città alla quale era molto legato.
Con Giosuè Cuccurazzu, rappresentante degli studenti nel consiglio d’amministrazione dell’Ersu, c’è il popolo di Facebook. Che ieri, per tutto il giorno, ha commentato la notizia e dichiarato di approvare la scelta di Giosuè e anche la sua controproposta. Al presidente dell’Ersu Gianni Poggiu, nuorese, in quota ai Riformatori, promotore della sala conferenze “Francesco Cossiga”, il rappresentante degli studenti ha detto che sarebbe molto meglio una “sala 6 aprile 2009”. No all’intitolazione a chi «a Maroni, nel 2008 - spiega Giosuè - quando gli studenti manifestavano in piazza a Roma contro i tagli alle Università, disse di pestare a sangue fino a far sentire il suono delle ambulanze in tutta la città». Sì, invece, «a chi studiava come noi, per costruirsi un futuro, e una disgrazia gliel’ha impedito - scrive Elena su Facebook -: per me quella sarà la sala 6 aprile 2009, in ricordo dei ragazzi morti nel crollo della Casa dello studente all’Aquila». E c’è chi, come Silvia, propone di contattare il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, di origini sassaresi, per proporgli subito l’idea. No a Cossiga anche da parte di Michele, che commenta così: «Questa storia dimostra come ai piani alti l’Ersu sia visto soltanto come un qualsiasi ente pubblico, da utilizzare a scopi politici». Mentre secondo Tonino, quando «ci sono personaggi di questo livello sarebbe buon gusto evitare proposte del genere, perché si sa in partenza che portano solo violente discussioni che peggiorano la sua già discussa memoria». Di sicuro, la polemica avrà degli strascichi. E non è detto che il cda dell’Ersu, che con tre voti favorevoli, un astenuto e un voto contrario (quello di Cuccurazzu) ha già approvato l’idea di intitolare la sala a Cossiga, non torni sui suoi passi. Anche perché gli studenti annunciano che sulla questione non molleranno la presa.
Per ora, il presidente dell’Ersu Gianni Poggiu non si pronuncia, è probabile che decida di affrontare la discussione in occasione della prossima seduta del cda. Parlano, invece, i suoi concittadini nuoresi delusi dalla scelta fatta dal consiglio comunale: la decisione di non dedicare una via al presidente della Repubblica ha suscitato molte polemiche, soprattutto tra gli esponenti del centrodestra. La mozione era stata portata in aula da un consigliere del Pdl e aveva ricevuto il voto favorevole dell’opposizione e di una parte della maggioranza, tra cui anche il sindaco Sandro Bianchi (Pd). Mentre un’altra fetta della coalizione di centrosinistra si è espressa contro e ha giocato il ruolo decisivo. In realtà i poteri del Consiglio sono limitati, la scelta finale spetterà alla Giunta. Ma il giudizio negativo dell’aula pesa come un macigno. E fa vergognare un po’ il deputato del Pdl Bruno Murgia, «una pessima figura, anzi un’indecenza», che si domanda: «Perché la via dedicata al comunista Tito non scandalizza nessuno?».
 
 
13 - La Nuova Sardegna /
Pagina 2 - Nuoro
Cossiga bocciato, scoppia la polemica 
Molte critiche alla decisione del Comune di non dedicare una via al presidente 
IL DIBATTITO
Venerdì il consiglio ha affondato la mozione Pdl col voto contrario di gran parte della maggioranza 
GIOVANNI BUA 
NUORO. «Un peccato», «un’indecenza», «una pessima figura». La decisione del consiglio comunale di Nuoro di negare una via al presidente emerito Francesco Cossiga fa discutere. Non foss’altro che per una questione di «delicatezza» nei confronti del figlio Giuseppe, sottosegretario alla Difesa, che di recente si è speso per portare la Brigata Sassari a Pratosardo.
Il giorno dopo la clamorosa bocciatura (ma anche nella sua città natale Sassari a Cossiga l’Ersu ha negato l’intitolazione di un’aula) l’impressione prevalente è quella di una discussione che in molti avrebbero preferito evitare. Che ha lacerato la maggioranza (parte del Pd ha votato contro la mozione presentata dal Pdl Giuseppe Montesu, il sindaco ha votato a favore, molti, di entrambi gli schieramenti, hanno abbandonato l’aula). E che ha costretto la città a dare, per prima in Italia, un giudizio storico ufficiale (e negativo) su una personalità tanto controversa quanto autorevole. Risultato: «Abbiamo fatto una pessima figura».
Parole del deputato del Pdl Bruno Murgia (che in molti sospettano abbia messo lo zampino nella «velenosa» mozione).
«La bocciatura mi sembra assurda - spiega - e denuncia una grande arretratezza culturale che purtroppo Nuoro continua ad avere. Il mondo è cambiato, la politica con lui, ma questo non sembra essere arrivato qui. Dove ancora si ragiona con schemi stantii, datati. Dimostrando di essere una città profondamente ideologicizzata. L’ultimo avamposto di un dibattito che non ha nulla a che vedere neanche con gli ambienti avanzati delle sinistre radicali del mondo».
«Mi hanno riferito - continua Murgia - che sono state lette parole di quando Cossiga era ministro degli Interni. Decontestualizzandole da un periodo storico particolarmente difficile. Anni di piombo, guerra fredda. Non è questo il modo di giudicare una persona. Né di archiviare un uomo, per di più un sardo, che ha attraversato da protagonista la storia del secolo scorso. Arrivando a ricoprire le massime cariche esprimibili dal nostro ordinamento». «Fa specie poi - chiude Murgia - che a condannare Cossiga sia la stessa sinistra che, quando si è trattato di incassare il via libera per il governo D’Alema, evidentemente non aveva tutti questi dubbi sulla sua persona. Il fatto poi che in città ci sia una via dedicata al dittatore comunista Tito e che probabilmente Nuoro sarà l’unica città d’Italia a non avere via Cossiga penso si commenti da sé».
Dello stesso avviso Franco Mariano Mulas, sindaco di Nuoro negli anni in cui Cossiga era ministro dell’Interno, e per dieci anni direttore generale dell’Asl: «Posso dire solo che mi dispiace - spiega - anche perché Francesco Cossiga era molto legato a Nuoro. E spesso parlava bene della nostra città, della nostra sanità (Cossiga venne ricoverato a Nuoro nel 2006 per un’infezione virale ndr), di noi insomma. Io penso che avrebbe meritato che gli dedicassimo una via. Sia come presidente della Repubblica, sia come sardo che ha portato in alto il nome della nostra terra nel mondo. Sarebbe stato doveroso rendergli omaggio. Anche perché riconoscimenti simili, e anche maggiori, sono stati dati a persone che li meritano sicuramente meno di lui. Ecco, posso solo dire che mi spiace. E che, col voto di venerdì, abbiamo perso una bella occasione».
 
 
14 - La Nuova Sardegna / Pagina 2 - Oristano
Il Salone dell’orientamento ha dispensato a piene mani idee e consigli agli studenti che frequentano la quarta e quinta superiore 
UNIVERSITÀ O LAVORO? ORA IL BIVIO FA MENO PAURA 
Numeri da record per l’iniziativa organizzata per il terzo anno consecutivo da Confindustria 
Altissimo indice di gradimento per le simulazioni dei test d’ingresso alla varie facoltà 
MICHELA CUCCU 
ORISTANO. Numeri da “tutto esaurito” per il “Salone dell’orientamento”, la rassegna, giunta alla terza edizione, organizzata dalla Confindustria con l’obiettivo di fare conoscere agli studenti in procinto di conseguire la maturità le opportunità sul loro futuro. Sul cosa fare da grandi, insomma, vera e propria domanda da un milione di dollari in tempi di crisi come questi. Però gli studenti degli istituti superiori, arrivati da ogni angolo della provincia, accompagnati dai loro insegnanti, hanno accolto volentieri l’invito a schiarirsi le idee seguendo percorsi guidati per scegliere tra università e lavoro.
Sicuramente, fra i più gettonati dei vari stand allestiti in diverse sedi, dagli uffici della Confindustria alle aule consiliari di Provincia e Comune, passando per l’ex Asilo Sant’Antonio, solo per citarne alcune, è stato il Chiostro del Carmine.
La sede dell’Università oristanese ha infatti aperto le porte a tante comitive di studenti che si sono mostrati particolarmente interessati ai cartelloni che illustravano l’offerta formativa del Consorzio Uno, ma anche ai laboratori dove hanno potuto avere un assaggio di quelle che saranno le lezioni pratiche, nel caso decidessero di frequentare una delle facoltà gemmate.
L’indice di gradimento è schizzato altissimo, poi, per la simulazione dei test di ammissione, con tanti ragazzi che dopo avere compilato i questionari, apparivano addirittura soddisfatti.
«Si è vero, gli studenti hanno dimostrato di apprezzare molto questa iniziativa - spiegava il giorno dell’apertura del salone Rosanna Lai, referente per l’orientamento dell’università -. Già da oggi abbiamo registrato un alto numero di iscritti, cento, ad esempio, ai laboratori».
Loro, gli studenti, si attardavano per leggere con attenzione i pannelli illustrativi. «Sarebbe affascinate frequentare Archeologia subacquea», commentavano ad esempio due studentesse della quinta liceo scientifico. La facoltà di Economia era invece “terreno” per gli studenti di ragioneria. Molti però confidavano di avere fatto una scelta lontana dalla loro città. Come Maria Grazia, studentessa del Mossa: «Vorrei studiare economia, perciò la mia è una scelta obbligata». Qualcuno andrà fuori Sardegna, «Magari a Pisa, a studiare informatica»; però Fedja, originario della Bosnia, aggiungeva «Ci sarebbe anche Scano Montiferro, ma devo informarmi meglio».
L’informazione, appunto, è l’obiettivo di questa vera e propria fiera tutta dedicata agli studenti. Molti interessati alle simulazioni per la readazione di un curriculum o le possibilità di fare impresa, magari in cooperativa.
Alcuni, tante ragazze, confessavano però di ambire a indossare una divisa. Così si sono recati subito allo stand dell’Esercito, allestito all’ex Asilo Sant’Antonio, per capire come poter frequentare l’accademia militare.
Una iniziativa, insomma, che ha dispensato idee e consigli. Ora non resta che metterli in pratica.
 
 
15 - La Nuova Sardegna / Pagina 2 - Cagliari
Oggi convegno di farmacologi e psichiatri, parlano Biggio, Carpiniello e Nivoli 
L’agomelatonina, nuova frontiera per affrontare anche depressione e ansia 
CAGLIARI. Oggi al Thotel dalle 9.30 esperti farmacologi e psichiatri si confronteranno sul grande tema della depressione e il farmacologo ordinario all’Università Giovanni Biggio parlerà dell’agomelatina, farmaco in uso dal 13 settembre scorso anche in Italia che si affianca alle altre medicine che svolgono un’azione antidepressiva, ma, probabilmente, con qualche beneficio in più e alcuni effetti collaterali in meno. Da un anno il principio attivo circola in Germania, Gran Bretagna e Spagna e oltre i farmacologi adesso hanno comunicazioni sull’azione del farmaco anche i clinici. Oggi infatti gli aspetti clinici verranno trattati da Bernardo Carpiniello, direttore della clinica psichiatrica dell’Università di Cagliari. Non può essere considerato alla stregua di un antibiotico in presenza di un’infezione, quindi che spazza via i batteri e quindi cura del tutto la malattia, ma questa molecola (spiega il professor Biggio) agisce con meccanismi innovativi. «Attiva i recettori della melatonina, una sostanza che il cervello produce e che, per esempio, normalizza il ritmo sonno-veglia... oltre a questo l’agomelatonina modula il trofismo dei neuroni. Così come i muscoli si atrofizzano se stanno fermi in una ingessatura, così i neuroni quando c’è uno stress prolungato e intenso corrono il rischio di indebolirsi. Quando succede questo non siamo più in grado per esempio di adattarci alle situazioni. Inoltre ha anche un altro effetto molto interessante: l’agomelatonina ha la capacità di mobilizzare due molecole del cervello importanti per la sfera cognitiva, che ci consentono di destreggiarci in situazioni diverse, che danno il piacere di intervenire in una discussione, capacità molto attenuate nei depressi. Ecco direi che l’agomelatonina potenzialmente è un antidepressivo e un anti-ansia. Sicuramente non altera la sessualità e non fa ingrassare».
 
 
16 - La Nuova Sardegna / Pagina 35 - Cultura e Spettacoli
La lezione di Pigliaru tra etica e antropologia 
Una giornata di studi in occasione della ristampa delle sue opere 
Mannuzzu: «Nei suoi confronti un enorme debito di riconoscenza» 
NUORO. Sono tanti i sardi che sentono di avere un debito di riconoscenza nei confronti di Antonio Pigliaru. Tra questi lo scrittore Salvatore Mannuzzu e il preside della facoltà di scienze politiche dell’università di Sassari, Virgilio Mura, che hanno ricordato il grande intellettuale orunese nella giornata di studi organizzata dalla biblioteca Sebastiano Satta di Nuoro. L’occasione, d’altra parte, era imperdibile: la presentazione della collana del Maestrale, intitolata “I quaderni di Antonio Pigliaru”, che ripropone la pubblicazione di alcune opere fondamentali, da tempo ormai fuori commercio. Un passo in avanti, insomma, affinché quel debito di riconoscenza che la Sardegna vanta nei riguardi di uno dei suoi figli più illustri venga estinto.
Un debito che - come ha ricordato il moderatore del convegno, l’avvocato Priamo Siotto - è legato non soltanto all’opera capitale “La vendetta barbaricina come ordinamento giuridico”, ma anche all’intenso dibattito culturale promosso dalle pagine della rivista “Ichnusa” (1949-1965). E il grande antropologo e giurista, nato a Orune nel 1922 e morto a Sassari nel 1969, ai dibattiti non si sottraeva di certo. Come dimostrano alcuni dei primi sei titoli della nuova collana editoriale: dal saggio sul sistema penitenziario italiano al testo che affronta la questione dell’obiezione di coscienza. «Libri dalla prosa non facile - ha spiegato l’editor del Maestrale, Giancarlo Porcu -, tanto che leggerli sembra dare l’impressione di scalare una parete di grado elevato. Eppure si tratta di testi che, al di là dell’oggetto specifico trattato, sfociano sempre in ragionamenti di portata più universale».
Salvatore Mannuzzu, da parte sua, ha ricordato di aver conosciuto Pigliaru quando, dopo l’esperienza del carcere stava cercando di riprendersi la sua vita. Da quest’esperienza scaturiranno le “Meditazioni sul sistema penitenziario italiano”. Mannuzzu, infatti, è stato il primo di tanti studenti sardi che si sono laureati con Pigliaru all’università di Sassari. Da allora l’autore di “Procedura” afferma di aver accumulato tanti debiti nei riguardi del professore e poi amico. Una personalità non identificabile esclusivamente con i suoi libri, ma capace di travalicarli. Pochi sanno, ad esempio, che era stato proprio lui a introdurre la consuetudine di celebrare la giornata del 25 aprile a Sassari. «Pigliaru - ha affermato Mannuzzu - ci insegna a dire “noi”, e a capire che senza quel “noi” non c’è vera vita». E quel “noi”, scritto per la prima volta nel libricino del 1954 sul sistema penitenziario italiano (noi detenuti), e riproposto nella famosa formula “noi pastori” (attualissima) nel 1959, anno in cui scrive “La vendetta barbaricina”, Pigliaru lo lascia in dote ai posteri.
Se Mannuzzu è stato il primo a laurearsi con Pigliaru, Virgilio Mura è stato uno dei suoi ultimi studenti e collaboratori. Anche in questo caso, dunque, il debito di riconoscenza è doveroso. Mura ha curato la prefazione del “Promemoria sull’obiezione di coscienza”, scritto tra il 1966 e il 67, quando il dibattito sulla coscrizione militare obbligatoria era molto in auge in Italia. Ancora una volta Pigliaru aveva partecipato attivamente al dibattito, giungendo alla conclusione che fosse necessario «coniugare ragioni dell’individuo e ragioni dell’ordinamento». Infine la studiosa Alessandra Pigliaru ha presentato il “Comitato Archivio Antonio Pigliaru”, che si prefigge l’obiettivo di riordinare i 65 quaderni, i numerosi carteggi e tutti i documenti dell’indimenticato autore della “Vendetta barbaricina”.
 
 
17 - La Nuova Sardegna / Pagina 3 - Cagliari
Gestione acque, intese con l’Africa 
Villasimius capofila di un progetto che vede coinvolti Tunisia e Marocco 
JACOPO BULLA 
VILLASIMIUS. “Tourmedeau”, il progetto di cooperazione internazionale, finanziato dall’Unione Europea attraverso il programma Ciudad, che ha come obiettivo lo sviluppo di un sistema per la gestione sostenibile delle acque nelle aree turistiche del Mediterraneo, e che riguarda anche la Sardegna sudorientale adesso è visitabile anche su Facebook.
Il progetto è stato presentato presentato da un partenariato composto dal comune di Villasimius, dall’ente regionale per la gestione delle acque in Sardegna, dalla sezione del Cirem del centro ricerche economiche nord sud dell’università di Cagliari, dalle municipalità di Ajim (Tunisia), Al Hoceima (Marocco), dall’ecole nazionale d’ingenieurs de Sfax (Tunisia) e dall’università Moulay Ismail Meknes (Marocco).
Il programma Ciudad finanziato dal European Neighourhood partnership instrument mira ad aiutare i governi locali della regione turistica del Mediterraneo a migliorare la loro capacità di pianificazione per uno sviluppo urbano sostenibile, integrato e di lungo periodo, nel rispetto dei principi di buon governo.
«Il progetto - spiega il sindaco di Villasimius Tore Sanna - intende contribuire a promuovere il dialogo e la cooperazione tra le amministrazioni pubbliche delle due sponde del Mediterraneo con la finalità di migliorare la sostenibilità in ambito urbano per mezzo di una più efficiente gestione pubblica dei servizi idrici».
Il progetto prevede tra l’altro lo scambio di esperienze e il trasferimento di competenze, l’ampliamento e il completamento di un impianto di trattamento delle acque reflue in Tunisia.
Alla fine del mese di settembre i sindaci di Villasimius Tore Sanna e di Ajim Ben Yahya Kamel hanno sottoscritto il protocollo d’intesa.
«La delegazione tunisina - sottolinea il sindaco Tore Sanna - durante la permanenza ha visitato l’impianto di trattamento delle acque reflue e l’area marina protetta, due dei principali attrattori turistici del territorio, che pongono il comune di Villasimius in primo piano in campo nazionale ed internazionale nei processi innovativi di gestione ambientale». Uno degli obiettivi del progetto è anche la riabilitazione delle attività agricole tradizionali. L’obiettivo è che attraverso gli scambi di esperienze nascano occasioni produttive reciproche, con la sponda sud del Mediterraneo.
 
 
18 - La Nuova Sardegna / Pagina 19 - Sassari
Assunzioni, crollo nel Nord Sardegna 
La crisi si fa sentire: soffrono industria e commercio 
IL DOSSIER Il rapporto Excelsior di Unioncamere 
PAOLETTA FARINA 
SASSARI. Non è roseo l’andamento dell’occupazione nel Nord Sardegna nei settori dell’industria, del commercio e degli altri servizi. A vedere la dettagliata analisi contenuta nel rapporto del Sistema informativo Excelsior della Camera di Commercio, termometro che si è dimostrato già più che affidabile, la quota delle assunzioni non stagionali a fine 2010 subirà un crollo dell’8,2%. Si salvano solo le costruzioni, con 150 occupati in più rispetto all’anno precedente, settore che «pur essendo tra quelli - è scritto - che risentono maggiormente della crisi economica, nel contempo mostra una forte dinamicità fra entrate e uscite di disoccupati».
Giovani e lavoro. Solo un dato per far emergere le luci (poche) e ombre (tante) della situazione di stallo del mercato del lavoro, ma stare a guardare non aiuta e allora bisogna pensare al futuro. Futuro che passa attraverso le giovani generazioni per le quali è importante avere le idee chiare su quale strada intraprendere e quale corso di studi scegliere. Perchè competenze e specializzazioni nell’era della globalizzazione rappresentano la carta vincente.
Ne è convinto Gavino Sini, presidente della Camera di Commercio del Nord Sardegna e della Confcommercio sassarese che sta dando vita a un progetto per coinvolgere le scuole, nell’ottica di quel più stretto rapporto con le imprese che può fare la differenza nella comune battaglia per lo sviluppo e il lavoro. Dice Sini: «Dalle imprese arriva una forte domanda di personale qualificato, con alte competenze tecniche e specialistiche. Ad esempio, c’è domanda di laureati e tecnici nell’area economica e tecnico-organizzativa. La scuola, purtroppo, prepara solo per una parte delle conoscenze che sono necessarie. E ora al neo occupato si chiede di avere già quella maturità che un tempo si acquisiva pian piano con l’esperienza lavorativa».
Scuola e imprese . Per questo Gavino Sini ritiene che debba esserci una collaborazione forte tra mondo scolastico e imprese per l’alternanza scuola-lavoro. «Il nostro obiettivo è di organizzare una serie di incontri per coinvolgere i ragazzi delle ultime classi degli istituti superiori, ma anche del primo anno di università, insieme con le famiglie, nella scelta del percorso più opportuno e più in linea con le richieste del mercato - afferma il presidente della Camera di commercio del Nord Sardegna -. Vedo che le famiglie si impegnano per far studiare i loro figli ma lo fanno, come dire, senza convinzione, certo anche per il clima di incertezza o per difficoltà oggettive a comprendere su quale tipo di formazione scolastica sia meglio puntare. La Camera di commercio può essere la cerniera ideale per facilitare la sinergia tra scuola e lavoro e su questo vogliamo concentrarci».
I numeri della crisi. E ora ritorniamo ai numeri della crisi, sempre secondo il rapporto Excelsior, elaborato dall’Istituto «Tagliacarne» di cui Gavino Sini è presidente. Le previsioni relative al 2010 per il Nord Sardegna, quindi per le Province di Sassari e Olbia, indicano un totale di 9510 assunzioni programmate a fronte di 11.530 uscite, con un saldo negativo, quindi, di 2020 unità e una diminuzione dell’occupazione del 3 per cento che peggiora il dato dell’anno scorso (- 1,9%). Scende anche la quota delle imprese che nel Nord Sardegna prevedono di assumere: dal 28% del 2009 al 22% di quest’anno.
Ma le assunzioni a tempo indeterminato sono in calo da tre anni. Nel 2006 l’industria prevedeva di reclutare 1490 lavoratori, nel 2007 sono scesi a 1150 e quest’anno si sono oltre che dimezzati a 520. Stessa solfa per il commercio, passato dalle 1500 nuove assunzioni del 2005 alle 1350 nel 2007 e alle 580 dell’anno in corso. Infine un risultato sul quale riflettere in positivo. Diminuiscono i contratti a tempo determinato (dal 52% al 37,9%, sotto la media nazionale) e aumentano i posti fissi del 3,4%, piccolo segnale di maggiore stabilità nei rapporti di lavoro.
 

 

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie