Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
01 September 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
Estate - Pagina 10
Tharros, i segreti della tomba del re
PATRIZIA MOCCI
 
San Giovanni di Sinis. Una stretta scala d'accesso consente di entrare in un vano dotato di banconi. Il gioiello che non ti aspetti è nascosto tra i cespugli di macchia mediterranea, nella necropoli meridionale di Tharros. A pochi passi lo splendido mare di Capo San Marco, punta estrema di San Giovanni di Sinis. Il nome la dice lunga: La tomba del re, e fa pensare alla sepoltura di un personaggio importante che poteva permettersi un monumento. Con tanto di corredo e oggetti preziosi, tutti spariti chissà dove: lo sconosciuto scopritore di questa sepoltura monumentale fu, infatti, un tombarolo che si è appropriato di quanto trovato all'interno. In altre parole nessuno scavo, ufficiale, ha consentito di portare alla luce un simile gioiello dell'archeologia, ma solo il lavoro di un anonimo appassionato, che magari poteva essere interessato più al valore
Di questa preziosa testimonianza, finora l'unica venuta alla luce, si sa poco o nulla. Se non che sorge all'interno di quella porzione di necropoli racchiusa in un giardino privato verso Capo San Marco, fuori dal sito archeologico di Tharros (gestito dalla cooperativa Penisola del Sinis). «Si tratta di una tomba inedita e non inserita nei percorsi guidati all'interno del sito: finora nessuno studioso si è mai preso la briga di andare a fondo per scoprire qualcosa di più su questa tomba particolarissima, di cui è stata pubblicata una foto, con disegno e rilievo» spiega l'archeologa Carla Del Vais, direttore scientifico del museo civico di Cabras. «Ora, però, stiamo cominciando a interessarci; siamo convinti che può rivelare elementi significativi per conoscere meglio Tharros». Che aveva una vasta necropoli, tanto che si ipotizza l'esistenza di due centri abitati con due diverse necropoli sorte nelle periferie.
Se invece la città era unica la necropoli si articolava in due zone distinte: una a nord e una a sud rispetto al nucleo. Solo ipotesi che attendono di trovare riscontri: «La zona delle tombe è vastissima, dalla base di San Giovanni fino a Capo San Marco» dice ancora l'archeologa Del Vais. «Solo una minima parte è stata scavata e gran parte degli scavi risalgono all'Ottocento, con gli interventi del canonico Spano e degli archeologi Cara e Nissardi. Tutti i reperti delle grandi collezioni oristanesi e di Cabras arrivano dalla necropoli meridionale. Sono succeduti, purtroppo, anni di violazioni continue. ». Diverse le fasi di sepoltura: «La prima, dal VII al VI secolo avanti Cristo, prevedeva il sistema a incinerazione fenicio con fosse ovali, scavate nella terra o nella roccia, completate dal corredo funerario fatto di ceramiche e oggetti di ornamento. La seconda fase, quella punica, con tombe a camera scavate nella roccia, dotate di vano con accesso gradinato. Questo tipo di sepoltura custodiva un tesoro se si pensa che gli ori di Tharros arrivano proprio da queste tombe».
Sulla necropoli da qualche anno si sta soffermando l'interesse degli studiosi. Nei giorni scorsi è terminata la seconda campagna di scavi nella parte settentrionale grazie alla collaborazione fra il Dipartimento di scienze archeologiche e storicoartistiche dell'università di Cagliari e l'università di Bologna. «Gli studenti hanno lavorato per diverse settimane in questa parte della necropoli poco conosciuta che si sviluppa nella fascia costiera dalla zona del centro visite dell'Area marina Sinis-Maldiventre fino all'ultimo lembo di spiaggia. Quest'anno abbiamo raccolto elementi sulle tombe inviolate e dati sui rituali: come erano disposti i materiali e i defunti. Nella deposizione primaria il defunto veniva incinerato altrove e poi sistemato nella tomba con il corredo ceramico e gli oggetti personali. Dell'età punica abbiamo meno indicazioni, ma abbiamo trovato tracce di bare lignee e resti di chiodi».
 
2 – L’Unione Sarda
Ogliastra  - Pagina 32
Villagrande
Flora sarda da salvaguardare Scienziati a convegno per due giorni
 
«La conservazione e gestione della flora sarda dalla teoria alla pratica». È questo il titolo del seminario scientifico riservato ai tecnici ed allargato alle popolazioni dei Comuni del Gennargentu organizzato dall'assessorato regionale all'Ambiente a Villagrande. L'iniziativa, che si terrà i prossimi 10 e 11 settembre nel Centro fieristico del centro ogliastrino, nasce nell'ambito delle attività promosse dal Servizio tutela della Natura che mirano alla conservazione sul territorio della patrimonio vegetale dell'Isola.
Il workshop, in collaborazione con il Centro conservazione biodiversità del dipartimento di Scienze botaniche dell'Università di Cagliari, riconosciuto tra le strutture scientifiche di riferimento a livello regionale in materia di protezione e conservazione della biodiversità vegetale della Sardegna, si articola in due giornate. La prima, teorica, vedrà la partecipazione di esperti del settore che riuniti in un nutrito compitato scientifico, si soffermeranno su i problemi di conservazione della flora sarda, degli impatti causati sulla stessa dai cambiamenti climatici, ma anche su casi specifici come quello della Dactylorhiza elata orchidea sull'orlo dell'estinzione. Introdurrà i lavori il professor Mauro Ballero.
La seconda giornata prevede attività pratiche e dimostrazioni “in situ” in due località Riu Correboi e Is terre's molentes. L'iniziativa è aperta a chiunque voglia partecipare e mira al coinvolgimento dei cittadini di Villagrande, gli attori principali di ogni azione di conservazione reale delle essenze vegetali sul territorio. All'appuntamento interverranno l'assessore regionale alla Difesa delll'Ambiente, il direttore generale dell'Ente foreste, i presidenti delle Province di Nuoro e Ogliastra, i sindaci di Villagrande, Arzana, Desulo, Fonni e Talana.
GY. FE.

 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Università, regge il fascino del medico
Sono 1.868 gli iscritti ai test della facoltà di Medicina contro i 165 posti disponibili
BETTINA CAMEDDA
 
CAGLIARI. L’Università riapre i battenti tra immatricolazioni e rate da pagare. E se per migliaia di studenti è già tempo di esami, per gli iscritti al primo anno di un corso di laurea a numero chiuso è obbligatorio sostenere il test di ammissione.
 Tra le facoltà a numero chiuso Medicina e Chirurgia, Farmacia, Architettura, Scienze della Formazione, Scienze MM.FF.NN. oltre ai corsi di laurea in Ingegneria civile (200 posti) e Ingegneria biomedica (150) della facoltà di Ingegneria e al corso di laurea in Beni Culturali (200) della facoltà di Lettere e Filosofia.
 I primi a sottoporsi alla prova selettiva saranno i futuri medici iscritti al corso di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia e al corso di laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria, che svolgeranno il test rispettivamente il 2 e il 3 settembre (date fissate a livello nazionale).
 Secondo una prima stima il numero degli iscritti ai test d’ingresso per il solo Corso di Medicina e Chirurgia dell’ateneo cagliaritano è di 1868 a fronte dei 165 posti disponibili. Sono invece circa 744 gli iscritti alla prova selettiva di Odontoiatria a fronte dei 17 posti a disposizione. La prova di ammissione, che in questi giorni è stata duramente contestata dal preside della facoltà di Medicina di Napoli per la sua superficialità, è uguale per tutti i corsi di laurea della facoltà di Medicina e Chirurgia e consiste in 80 quesiti: quaranta di cultura generale e ragionamento logico, diciotto di biologia, undici di chimica e undici di fisica e matematica.
 La correzione degli elaborati sarà effettuata dal Cineca, il consorzio interuniversitario, che attribuirà un punteggio sulla base delle seguenti indicazioni: 1 punto per ogni risposta esatta, - 0,25 punti per ogni risposta sbagliata e 0 punti per ogni risposta non data.
 Gli immatricolati alle facoltà con accesso libero di Economia, Scienze Politiche, Giurisprudenza, Lingue e Letterature straniere, Lettere e Filosofia e Ingegneria invece dovranno sostenere una prova di valutazione della preparazione iniziale obbligatoria.
 Le modalità e la data della prova variano a seconda della facoltà scelta così come il numero dei quesiti a cui si dovrà rispondere e gli argomenti trattati.
 Qualora l’esito delle prova non fosse positivo sarà comunque possibile immatricolarsi ma lo studente avrà degli obblighi formativi da recuperare durante l’anno.
 Ad ogni modo l’immatricolazione per gli studenti di tutti i corsi di laurea dovrà essere fatta entro il 29 settembre e perfezionata entro il 18 ottobre. Per gli iscritti agli anni successivi al primo è già stato emesso l’avviso di pagamento della prima rata che, diversamente dal primo anno, è calcolata sulla base della fascia reddituale dello studente.
 Da oggi sarà comunque possibile presentare l’autocertificazione per eventuali modifiche sul pagamento da effettuare, nel caso in cui il reddito sia diverso.
 
Pagina 2 - Fatto del giorno
Test per l’università
Un esercito di candidati tremila solo a Medicina
Diecimila aspiranti nei principali corsi scientifici a numero programmato. A Sassari posti in aumento
di Pier Giorgio Pinna
 
SASSARI. Numero chiuso e test universitari: riparte la carica. Domani mattina tremila candidati all’assalto di Medicina in Sardegna: assedieranno il palazzetto dello sport di Sassari e la Cittadella di Monserrato. A Cagliari i posti restano 172, 1.872 gli aspiranti. A Sassari aumentano leggermente rispetto al 2009 (131 per 1.203 concorrenti): «E nei prossimi anni è già deciso che da noi crescano ancora per dare una risposta al calo complessivo dei medici in Italia», spiega Giovannino Massarelli, presidente del corso di laurea e supervisore delle prove.
 Se il battesimo del fuoco comincia con Medicina, nei prossimi giorni via ai test anche in altre facoltà. Come sempre preceduti da polemiche, discussioni, giudizi contrastanti. Oltre che dalla consueta bagarre sulle scuole private di preparazione, sui manuali migliori, sui mesi di studio in vista di prove ritenute da molti tanto impegnative quanto opinabili ai fini di un’efficace selezione.
 Complessivamente, per i soli corsi scientifici, nell’isola i candidati sfiorano i diecimila. A Sassari, in Veterinaria, i posti disponibili passano da 32 (+2 riservati a extracomunitari) a 34 (+5), con 300 candidati. Sempre nell’ateneo turritano restano 17 (+2) a Odontoiatria, con 533 domande. «Mentre nel capoluogo di regione per lo stesso tetto, più un altro posto destinato a uno studente cinese, gli aspiranti dentisti sono 734», dice l’ingegnere informatico Andrea Casanova, che da anni svolge un imponente studio statistico sull’andamento dei quiz.
 A Sassari oltre 1.500 le richieste d’iscrizione al primo anno delle professioni sanitarie (370 posti, 10 indirizzi). A Cagliari 3.360 (più di 400 solo per Scienze motorie) per 420 posti (+23 destinati agli studenti di Paesi non europei). Anche in questo caso le possibili iscrizioni lievitano leggermente.
 Un’analisi delle sorprese che i nuovi test riserveranno si potrà fare solo tra qualche giorno. Quello di domani a Medicina è un quizzone omogeneo in tutt’Italia: come sempre, due ore di tempo e 80 domande a risposta multipla. Poi toccherà a odontoiatri, architetti, professioni sanitarie. Ultimi, il 20 settembre, gli aspiranti insegnanti. Ogni altra facoltà può in autonomia stabilire tetti: con prove attitudinali o a eliminazione diretta.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Fatto del giorno
Architettura al top
La facoltà di Alghero stupisce ancora: è la migliore d’Italia per il secondo anno
 
SASSARI. Ora c’è più ottimismo. La conferma in vetta di Architettura è vista con favore ad Alghero: «La valutazione servirà forse a scongiurare i tagli definitivamente», dicono prof e studenti. Nei mesi scorsi dalla Regione non erano più arrivati i consueti 900mila euro annuali (più gli arretrati). Soldi destinati alle spese dei collaboratori della facoltà, ai contratti con lo staff interno, alla gestione di specifici versanti della didattica.
 C’erano state così proteste e manifestazioni. Nelle ultime settimane la giunta (in particolare l’assessore Baire) ha ripreso in mano la questione. E adesso a Sassari come ad Alghero la speranza è che i fondi vengano presto sbloccati nonostante il possibile rimpasto in vista nell’esecutivo regionale.
 Nel frattempo arrivano i primi commenti sulla posizione nella classifica Censis-Repubblica. «Già l’anno scorso la nostra facoltà era risultata prima in Italia con un risultato lusinghiero perché di nuova istituzione - osserva il preside, Vanni Maciocco - Il nuovo riconoscimento premia una intera comunità di apprendimento, studio e ricerca per la sua voglia di fare, imparare, progettare». Secondo il docente, la conferma deriva dalle condizioni di una offerta formativa «costruita negli anni della fondazione della facoltà, perseguita in tempi di difficoltà, senza dubbio capace di altre sfide». «La scommessa è di formare nella nostra regione una cultura dell’architettura, della città e del territorio, di dare fiato a una voce presente e riconosciuta nello scenario nazionale, di attivare dialoghi con altre realtà urbane e territoriali in una dimensione europea e internazionale», sottolinea il preside.
 Il quale, analizzando poi i parametri considerati dalla classifica Censis e basati su produttività, didattica, ricerca e internazionalizzazione, afferma: «“Imparare facendo”, learning by doing, è il motto della facoltà, che come si è visto sta dando risultati ottimi. L’internazionalizzazione, su cui abbiamo ottenuto il punteggio massimo raggiungibile, registra un successo dovuto anche alla collaborazione dei tanti partner italiani e stranieri con cui collaboriamo per i tirocini, gli Erasmus, gli Erasmus placement, lauree e corsi congiunti, scuole estive, laboratori, convegni, seminari e conferenze, scambi di docenti e studenti».
 «Ma in ultima analisi un altro ordine di punti fondamentali riguarda la modernizzazione - conclude Vanni Maciocco - Nella nostra facoltà infatti sono molteplici le attività che vengono gestite attraverso un sistema di comunicazione telematica». (pgp)
 
Pagina 2 - Fatto del giorno
LA GUIDA   di «Repubblica», 715 pagine, è all’11ª edizione.
 
Curata da Aurelio Magistà, contiene classifiche con la valutazione di atenei e facoltà, speciali sulle novità nel mondo accademico alla luce della Riforma Gelmini, consigli sull’orientamento, offerte sulla didattica, alternative alla laurea.
 Il Censis, nel collaborare per la parte scientifica con «Repubblica», esamina tutti gli atenei nazionali: 57 statali, una ventina privati e alcuni stranieri operativi sul territorio nazionale. Complessivamente, più di cinquecento facoltà.
 Oltre all’attenzione per il ventaglio informativo, indagini mirate. Nella mappa ci si destreggia agevolmente tra notizie utili, cronaca, storia, statistiche, siti consigliati, news, riferimenti alle città.
 
Pagina 2 - Fatto del giorno
Servizi, gli atenei dell’isola perdono punti
Crescono solo alcune facoltà, spazio agli scambi internazionali
CLASSIFICHE Novità negative e pochi exploit nel rapporto Censis-Repubblica
 
SASSARI. Arretrano gli atenei di Cagliari e Sassari. Peggiora la valutazione di tante facoltà sarde. Migliora quella di poche altre. Mentre Architettura di Alghero, per il secondo anno di fila, si conferma al top: raggiunge il primo posto con 105,3 punti su 110, seguita a ruota da Ferrara e Venezia Iuav.
 Sempre numerose, e tutte degne di nota, le novità del rapporto Censis-Repubblica sull’andamento delle università nazionali. Una radiografia che tiene particolare conto di alcuni parametri di riferimento: servizi offerti agli iscritti, borse di studio, strutture, web, internazionalizzazione. E ne esclude invece altri che di solito vengono tenuti in grande considerazione nelle differenti classifiche annualmente elaborate da diversi istituti e periodici, come Almalaurea, ItaliaOggi, Il Sole 24 Ore, Campus, AlphaTest.
 La guida torna utile proprio in questo periodo. Quando le future matricole che hanno appena lasciato le scuole superiori decidono quale indirizzo sceglere per proseguire i loro studi. E proprio quando il governo sembra intenzionato ad accelerare la riforma voluta dal ministro Gelmini.
 Nel 2009 Sassari figurava in testa per i servizi offerti tra gli atenei con meno di 20mila iscritti. Oggi passa dal 1º al 3º posto, dopo Trento e Siena. Continua però a precedere importanti sedi accademiche: Trieste, Urbino e Venezia Ca’ Foscari.
 Questi, per l’ateneo turritano, i voti attribuiti nel report: servizi 85, borse e contributi 110 (il massimo), strutture 106, web 99, internazionalizzazione 90 (il minimo è 66).
 Cagliari va dalla 6ª all’8ª posizione tra le università di maggiori dimensioni (da 20mila a 40mila studenti). Al 1º posto di questo elenco c’è Pavia, poi Genova e Perugia. I voti di Cagliari: servizi 80, borse e contributi 95, strutture 83, web 92, internazionalizzazione 83. La media è pari 86,2. Inferiore a quella di Sassari, fissata a 99,2, sempre su 110.
 Per la voce sulle strutture l’indicatore adottato tiene conto di precisi fattori: posti nelle aule, nelle biblioteche, nei laboratori e numero degli impianti sportivi (parametrati su mille allievi). Circa il giudizio sui servizi ci si è basati sulla quantità di pasti erogati nelle mense per ciascun iscritto e su quella degli alloggi disponibili. Per le borse ci si basa sul loro numero e su quello delle borse di lavoro part-time e collaborazione. Per il web l’analisi concerne sia la facilità di fruizione dei siti sia i loro contenuti.
 Nell’esame più approfondita fatto facoltà per facoltà, dunque, viene ribadito l’ottimo standard di Architettura ad Alghero (mentre l’omologa cagliaritana continua a non venire valutata in quanto di troppo recente costituzione). Nel dettaglio delle singole voci Alghero, che fa comunque capo a Sassari, ottiene 110 per la produttività, 107 per la didattica, 94 per la ricerca e il massimo (110) per i rapporti internazionali. I suoi quasi 600 iscritti possono ritenersi soddisfatti.
 Meno consolanti le considerazioni su alcune delle altre 20 facoltà dell’isola. Ma non è il caso di Agraria (l’unica sede regionale è a Sassari), che in un anno passa dal 15º al 9º posto. E neppure d’Ingegneria (a Cagliari la sola facoltà per la Sardegna), che va dalla 23ª alla 20ª posizione. O a Sassari di Legge, che sale di 7 postazioni (ed è 22ª con un punteggio complessivo di 85), e di Scienze che ne recupera 2 (da 13ª a 11ª). O, a Cagliari, di Lingue, che guadagna 6 caselle, andando dal n. 16 al n. 10, e di Medicina (da 30 a 25).
 Nella classifica Censis-Repubblica Economia a Sassari transita dal 20º posto del 2009 al 26º (su 50 facoltà italiane), a Cagliari da dal 29º al 31º. Farmacia nell’ateneo turritano si sposta dall’8ª alla 16ª casella e a Cagliari sempre dall’8ª alla 17ª.
 Tra le 45 facoltà di Giurisprudenza nazionali il capoluogo di regione dell’isola si colloca 32º e recupera due posizioni rispetto allo scorso anno (voto finale 79,5). Lettere e filosofia: Sassari è 35ª (32ª nel 2009), Cagliari 37ª (era 34ª). Lingue e letterature straniere: Sassari è 12ª (era 10ª). Medicina a Sassari passa da 23ª a 27ª su un totale di 39 sedi. Veterinaria, nell’isola presente solo nel Capo di sopra, va dal 5º al 7º posto tra le 14 facoltà italiane. A Cagliari Scienze della formazione, unica nella regione, dal n. 17 al n. 19. Scienze matematiche, fisiche e naturali: Cagliari dal n. 20 al n. 21. Infine, Scienze politiche: Sassari arretra di 10 caselle (da 6ª a 16ª su 30), Cagliari di 4 (dal n. 15 al n. 19).
 Più in generale, comunque, rispetto ad altri atenei, le posizioni delle facoltà sarde si confermano dignitose. A penalizzarle in questa classifica sono soprattutto i valori attribuiti ai rapporti e ai contatti con l’Europa e con il resto del mondo. Specie per quanto concerne le relazioni accademiche e gli scambi scientifico-culturali tra professori e ragazzi di altri Paesi.  (pgp)
 
5 – La Nuova Sardegna
Prima Pagina
Sanità, a casa venticinque impiegati interinali
L’azienda ospedaliera universitaria non ha rinnovato i contratti: sostituiti da altri precari
I licenziati protestano: «Turn-over? No, questa è epurazione politica»
 
 SASSARI. Un giorno prima della scadenza del loro contratto a termine, 25 dipendenti dell’Azienda Mista hanno ricevuto la mazzata per telefono: «Non siete stati riconfermati». Così gli interinali che da circa due anni prestavano servizio nel settore amministrativo, a sorpresa si sono ritrovati senza lavoro. Molti di loro, ieri mattina, si sono presentati per protestare davanti agli uffici dei dirigenti dell’Aou. La risposta è stata: «Si tratta di un semplice turn-over». Ma gli ex impiegati pensano ad un’epurazione di tipo politico, che nei prossimi giorni potrebbe causare disagi all’utenza.
 
Pagina 19 - Sassari
Aou: la mattanza degli interinali
Dall’oggi al domani venticinque impiegati si sono ritrovati senza lavoro
LUIGI SORIGA
 
 SASSARI. La mattanza è cominciata di primo mattino, con una telefonata che cala come una mannaia: ci dispiace, ma da domani lei deve cercarsi un nuovo lavoro. Questo il benservito dell’Azienda ospedaliero universitaria a 30 dipendenti con contratto a termine. Erano stati assunti circa due anni fa attraverso le agenzie interinali, svolgevano mansioni amministrative e dall’oggi al domani, senza una motivazione convincente, si ritrovano a spasso.
 Ieri mattina davanti agli uffici dei dirigenti dell’Azienda mista c’è il finimondo. A un giorno prima della scadenza dei contratti, nessuno si aspettava una simile sforbiciata: su 54 unità, 30 non vengono riconfermate. Prenderanno il loro posto altri giovani provenienti da diverse agenzie interinali, in attesa che venga bandito il concorso per le assunzioni definitive. «Questa operazione ha tutta l’aria di essere un’epurazione politica - si lamenta un ex dipendente - i nuovi dirigenti appena insediati fanno piazza pulita del personale assunto dalla precedente gestione, che faceva riferimento ad un’altra parte politica. In pratica come noi siamo stati assunti dal centrosinistra, così i nuovi interinali verranno reclutati dalla dirigenza del centrodestra».
 Il direttore amministrativo Piero Tamponi, alla richiesta si spiegazioni da parte degli ex dipendenti, non si è scomposto più di tanto e ha parlato di fisiologico turn-over.
 «La differenza è che noi siamo stati assunti per potenziare i servizi - spiega un altro ex impiegato - non abbiamo sostituito alcuno. Quando l’Azienda mista ha aumentato gli uffici ticket o gli addetti al cup, si è rivolta alle agenzie interinali Adeco o E-work e via dicendo, e ha chiamato noi per incrementare il proprio organico. Ora invece sta prendendo nuove persone, che probabilmente non hanno la nostra efficienza operativa, e fa fuori i dipendenti senza un motivo plausibile».
 Infatti, a quanto pare, non è mai stata mossa una critica sulle capacità degli addetti agli sportelli. Un precario, si sa, in genere tende a difendere con i denti il proprio posto, e l’unica arma che può mettere in campo è la produttività: «I numeretti alle file ticket giravano eccome - dice un impiegato - voglio vedere adesso se i nuovi assunti, con meno esperienza sulle pratiche quotidiane, riusciranno a tenere un ritmo simile. Noi ci abbiamo impiegato almeno 6 mesi a entrare a regime».
 Chi ha perso il lavoro non riesce proprio a spiegarsi l’utilità, da un punto di vista funzionale e organizzativo, di una simile decimazione. «Se l’intento era quello di preparare il terreno alle nuove assunzioni a tempo indeterminato tramite concorso, in modo da non dover più ricorrere alle agenzie interinali, perché per questa parentesi di tempo che servirà a preparare i bandi, non hanno prorogato i nostri contratti? E soprattutto, dato che sapevano da tempo la loro intenzione di fare tabula rasa, perché hanno aspettato l’ultimo giorno a darci la notizia?».
 In verità, già a fine mattina, qualche ripensamento c’è stato: dei 30 non riconfermati, 5 sono stati reintegrati alle loro mansioni. Così, tra tutti coloro che avevano appena perso il lavoro, si è riaccesa la speranza e si è innescata una snervante attesa della telefonata salvatrice. «Probabilmente si sono accorti che senza qualcuno d’esperienza gli uffici si sarebbero fermati. Voglio vedere cosa succederà tra qualche giorno, quando le file cominceranno ad allungarsi e chi è al computer non saprà dove mettere le mani».
 
 

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