Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
05 August 2010
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI



L’UNIONE SARDA
1 - Nanomedicina. Dal Mit di Boston a Cagliari per scoprire nuove frontiere
2 - Le proposte di Meloni (Pd): «Ringiovanire le università»
3 - Marmilla. Corsi di laurea a Oristano: incontro ad Ales
4 - E.On: intesa con la Regione e ricerca triennale con l’università di Sassari
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 - Parco Universitat d’Estiu. Accordi tra atenei Sassari, Spagna e Corsica
6 - Energia, su Fiume Santo intesa Regione-E.On
7 - Ateneo Sassari, protocolli con Università di Parakou e Abomey Calavi
 
   
RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA
 
L’UNIONE SARDA
 
1 - L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 18
Il laboratorio di Nanomedicina scelto per tirocini di ricerca
Dal Mit di Boston a Cagliari per scoprire nuove frontiere
È il primo laboratorio di ricerca di una Università statale, operante in questo settore, che viene scelto dal Mit. Un prestigioso riconoscimento per la facoltà di Farmacia e l’Ateneo cagliaritano.
Il Mit di Boston sceglie l’Università di Cagliari per i suoi studenti che vogliano trascorrere un periodo di ricerca all’estero. Ed è il laboratorio di Nanomedicina della facoltà di Farmacia, coordinato dalla ricercatrice Biancamaria Baroli, a superare la “selezione” del prestigioso Massachusetts Institute of Technology e ad aver dato ospitalità a due studentesse Usa, Stephanie Yoon e Mimmin Yen, laureande in biologia e ingegneria biologica. Da maggio a fine luglio hanno lavorato, al palazzo delle Scienze di Cagliari, per un progetto di ricerca sul trattamento dei tumori mediante le nanotecnologie (così chiamate perché fondate su particelle o oggetti tecnologici infinitesimali), progetto finanziato dalla Regione con 75 mila euro. Naturalmente, durante la loro permanenza in città, hanno trovato un alloggio nella foresteria dell’Ersu di via Sassari.
SCELTA DI PRESTIGIO È un’esperienza che contribuisce a dare lustro all’Ateneo cagliaritano: il laboratorio di Nanomedicina, nanotossicologia e medicina rigenerativa è infatti, in questo settore, il primo laboratorio italiano di ricerca di un’università pubblica che viene scelto dal Mit. E a “promuoverlo” oltreoceano è stata la stessa ricercatrice, che a Boston è andata a presentare le ricerche del suo laboratorio in un seminario del Mit e della Tufts University. «Sono molto orgogliosa del fatto che la Regione abbia creduto e investito in un mio progetto - dice Biancamaria Baroli - e che il Mit ne abbia riconosciuto la valenza dello stesso e delle ricerche sviluppate qui a Cagliari: le studentesse americane si sono trovate così bene da voler tornare il prossimo anno, un’esperienza che non si chiude ma apre le porte ad altro».
LA RICERCA Il progetto è stato ritenuto meritevole di attenzione anche dalla Regione che, con i suoi 75 mila euro, finanzia una delle borse per giovani ricercatori, assegnata alla dottoranda Carla Vinci, componente dell’équipe che sta mandando avanti la ricerca sul trattamento dei tumori ossei e cutanei mediante le nanotecnologie. Finanziamenti che aprono la porta all’attività di internazionalizzazione dell’Ateneo cagliaritano, rendendo possibili scambi reciproci di formazione, competenze e cultura tra studenti sardi e stranieri provenienti da Università di eccellenza, come il Mit in questo caso. «Purtroppo i bandi esistenti non vanno tanto in questa direzione - dice la Baroli che, tra le altre, vanta un’esperienza di oltre tre anni al Mit - e sono dedicati solo a strutturati: se ci fosse la possibilità di far partecipare i giovani le collaborazioni scientifiche potrebbero essere più consolidate». Per gli studenti sardi lavorare con studenti stranieri «è anche un’opportunità dal punto di vista linguistico: un’esperienza formativa e importante per un arricchimento scientifico e personale».
(c.ra.)
 
 
2 - L’Unione Sarda
Cronaca Regionale - Pagina 5
l’intervento Le proposte di Meloni (Pd)
«Ringiovanire le università»
Sul tema della riforma universitaria pubblichiamo un intervento di Marco Meloni, responsabile università e ricerca nella segreteria nazionale Pd.
Il professor Di Chiara, nel suo intervento del 26 luglio “Docenti in pensione, il rischio di una riforma”, esprimeva forti perplessità sulla proposta, avanzata dal Pd e sostenuta in un’intervista dal ministro Gelmini, di portare l’età di pensionamento dei docenti universitari a 65 anni. Proposta che, come è noto, non è stata approvata dal Senato ma che merita, comunque, alcune precisazioni. La prima è che l’idea - condivisibile o meno - continua a essere sostenuta solo dal Pd: il governo ha confermato la sua contrarietà, già espressa in Commissione. Quanto al ministro, ha dato un’ennesima dimostrazione della distanza che corre tra le sue parole e i fatti.
Abbiamo comunque conseguito un risultato: rilanciare il dibattito sulla questione generazionale, un’emergenza per il nostro Paese, nell’università come in altri settori. In Italia abbiamo la classe accademica più anziana del mondo occidentale, è un dato oggettivo. I docenti ultrasessantenni sono ben oltre il 20%; in Gran Bretagna, Francia e Germania oscillano tra il 5 e il 10%. Per converso, da noi gli under 34 sono meno del 5% (Francia 22%, Gran Bretagna 27%, Germania oltre il 30%). Oggi, l’università può essere a pieno titolo considerata un simbolo delle difficoltà di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e, più in generale, nella vita adulta.
Il problema esiste, e deve essere affrontato. Lo hanno detto negli anni recenti molti “maestri”, da Eco a Settis («qualità della ricerca e degli studi e ricambio generazionale nella docenza sono problemi che non stiamo affrontando, che si vanno incancrenendo a ogni giorno che passa», scriveva nel 2007). E non è un caso che la proposta sia stata presentata dal professor Livi Bacci, demografo e ora senatore del Pd, che al tema generazionale ha dedicato il saggio “Avanti Giovani, alla riscossa” (Il Mulino, 2009).
Nel merito, la proposta - che in vista del passaggio alla Camera continueremo ad approfondire - porta l’età di pensionamento a 65 anni, come nel resto d’Europa, fatto salvo il periodo contributivo di 40 anni e l’aumento dell’età pensionabile. I docenti in pensione, in seguito alla valutazione, potranno svolgere - con specifici contratti - attività didattiche e di ricerca. E tutte le risorse liberate saranno destinate all’assunzione di nuovi docenti, con lo sblocco del turn-over. Vorremmo adeguare agli standard europei l’età media del corpo docente, equiparando, oltre all’età di pensionamento, quella di accesso alla carriera, con regole chiare e selettive e percorsi più rapidi. Non mi pare un obiettivo così rivoluzionario.
Né è l’unico che si pone il Pd. Abbiamo chiesto una riforma più incisiva e risorse adeguate. Invece, mentre gli Atenei sono al collasso, il testo approvato dal Senato mira a stabilizzare i tagli - quasi il 20% in tre anni - a un sistema su cui investiamo poco più della metà della media Ue; comprime l’autonomia degli Atenei; non prevede alcuna misura per gli studenti meritevoli ancorché privi di mezzi, come vuole la Costituzione; non apre spazi ai giovani ricercatori (le nostre proposte sul reclutamento sono state bocciate); non riduce il precariato, che chiediamo di abolire col contratto unico di ricerca. In ogni caso, una riforma inattuabile perché priva di risorse, affidate ai generici impegni di un governo a cui non si può più credere, perché dalla sua nascita fino ad ora, nel momento del suo fallimento, ha dimostrato di non credere nell’università e nella ricerca pubblica.
Marco Meloni
 
 
3 - L’Unione Sarda
Provincia di Oristano - Pagina 27
Marmilla
Corsi di laurea a Oristano: incontro ad Ales
I corsi di laurea dell’Università di Oristano si fanno conoscere in Marmilla. L’Agenzia di Sviluppo Due Giare ha organizzato per lunedì alle 18,30 ad Ales nella sala dell’Unione dei Comuni l’iniziativa chiamata L’Università ti incontra. «Seguendo la nostra missione di supporto ai giovani saranno illustrate le attività didattiche e le modalità per iscriversi all’università oristanese», ha annunciato il coordinatore dell’Agenzia Diego Loi. ( an.pin. )
 
 
 
4 - L’Unione Sarda
Economia - Pagina 11
Firmata l’intesa con la Regione per ampliare la centrale di Porto Torres. La sede legale resterà nell’Isola
E.ON RADDOPPIA IN SARDEGNA
Al via un impianto fotovoltaico a Fiumesanto. E.On ha già trasferito la sede legale in Sardegna dove continuerà a pagare le tasse: da novembre a oggi la società ha già versato 88 milioni.
E.On punta sulle energie rinnovabili e allarga la propria presenza in Sardegna. Ieri, nella sede del Consiglio regionale di Cagliari la società tedesca ha firmato un accordo con il Presidente della Giunta regionale, con la partecipazione dei consiglieri del Nord Sardegna, per avviare un nuovo impianto fotovoltaico nella zona di Fiumesanto.
GLI IMPEGNI L’intesa raggiunta ieri intende mettere nero su bianco gli impegni che la società ha preso per investire nell’Isola. In fase di approvazione c’è infatti un ampliamento di ulteriori 100 ettari di territorio nella zona di Porto Torres dove già è attiva la centrale elettrica a carbone (procedura avviata il 29 ottobre 2008 con la delibera regionale numero 59/12), con 280 dipendenti. In particolare E.On, rappresentata dai responsabili del gruppo (l’amministratore delegato per l’Italia, Klaus Schaefer, l’amministratore della sezione delle energie rinnovabili, Christophe Jurczak, e il direttore dello sviluppo nel territorio, Paolo Venerucci), collaborerà con l’Università di Sassari per un programma triennale di ricerca sulla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, piano che sarà alimentato con parte dei proventi della compagnia. La società tedesca intende quindi realizzare nuovi impianti per produrre energia elettrica con la tecnologia fotovoltaica, impegnandosi a utilizzare la manodopera e le imprese locali per il 30% delle attività di realizzazione e manutenzione degli impianti. Investimenti che dipenderanno dall’esito positivo delle procedure di autorizzazione ancora in corso. In totale sono 4 i progetti presentati alla Regione, due sono stati già esaminati con le delibere di marzo e del 1° luglio. I tempi e la grandezza dell’impianto si potranno quantificare solo dopo aver ottenuto tutte le autorizzazioni.
RIPERCUSSIONI Importanti saranno le ricadute per l’economia isolana visto che anche la nuova società che si occuperà di rinnovabili avrà la sede legale in Sardegna. «Quello di oggi», ha detto il presidente Ugo Cappellacci, «è un altro passo nel percorso di dialogo che E.On e Regione hanno da tempo intrapreso e segue di pochi mesi un altro accordo, quello del 22 giugno 2009, in cui si confermava il reciproco interesse a realizzare le condizioni necessarie per il nuovo impianto a carbone da 410 MW a Fiumesanto». Impegni confermati dall’amministratore della società, Klaus Schaefer: «Siamo contenti di realizzare questa iniziativa nonostante siamo in tempo di vacanze, è un segno che la Regione crede nel progetto». E.On quindi continuerà a pagare le tasse nell’Isola e da novembre 2009 ad oggi ha già versato 88 milioni di euro.
CENTRALE La firma dell’accordo è stata anche l’occasione per fare il punto sul piano di conversione della centrale elettrica di Fiumesanto, che dovrebbe interamente essere alimentata a carbone. «Ancora non è possibile stabilire i tempi», ha precisato Paolo Venerucci, «tutto dipende dai procedimenti amministrativi». Dopo il rilascio delle autorizzazioni dei ministeri dell’Ambiente, dello Sviluppo economico e dei Beni culturali, e la successiva fase progettuale, sarà bandita una gara della durata di almeno 6 mesi. Dopo l’aggiudicazione servirà un altro anno per realizzare il progetto.
Annalisa Bernardini
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
5 - La Nuova Sardegna
Pagina 27 - Sassari
Il Parco all’Universitat d’Estiu 
Porto Conte infittisce i rapporti con la Spagna e la Francia Oggi arriva nella Rivera del Corallo una delegazione dall’Andalusia 
ALGHERO. Si consolidano i rapporti del Parco di Porto Conte con Francia e Spagna, dopo le positive esperienze dei progetti Ceamat e Retraparc con l’Office de l’Environnement de la Corse e il Parc Naturel Regional de Corse, Poesia als parc con la Deputaciò di Barcellona e l’Universitat Catalana d’Estiu con l’Institut d’Estudios Catalans.
Proprio quest’ultima iniziativa vedrà dal prossimo 16 agosto l’apertura della nuova edizione dell’Universitat d’Estiu a Prades nella Catalogna francese. In rappresentanza del Parco di Porto Conte sarà presente il direttore Vittorio Gazale che si occuperà di una sessione di seminari dedicati all’area protetta regionale di Porto Conte.
Questa mattina è invece previsto l’arrivo ad Alghero di una delegazione della Consejera de Medio Ambiente della Junta de l’Andalucia, guidata da Fernando Molina, coordinatore della Rete dei Parchi dell’Andalusia e del progetto del marchio Andanatura. L’incontro di Casa Gioiosa, con il presidente del Parco Francesco Sasso e il Direttore dell’ente Vittorio Gazale, sancirà un accordo formale tra il Parco di Porto Conte e la Rete dei Parchi andalusa, già impegnati insieme nel progetto Fish NETourism, presentato nel quadro del programma Enpi-Cbc Mediterranean Basin e che vede coinvolti oltre i parchi dell’Andalusia anche quelli di Porto Conte, Asinara e i Parchi di Tunisia, Libano e Egitto, in un programma di valorizzazione delle risorse alieutiche con particolare riferimento alle zone umide ed all’attività di pescatursimo e ittiturismo.
Altro tema dell’incontro sarà incentrato sul marchio dei prodotti naturali, artigianali e turistici che nella regione Andalusa è già una realtà con il programma Andanatura e dal quale la realtà algherese intende acquisire utili indicazioni operative. L’immagine ambientale del Parco di Porto Conte in questa finestra internazionale consentirà inoltre di avere positive ricadute anche in termini di immagine turistica per la città e il territorio della Riviera del Corallo.
«Consideriamo la nostra area protetta non solo come un patrimonio naturale da preservare e tutelare - spiega il presidente del Parco Francesco Sasso - ma anche come una straordinaria agenzia di sviluppo socio-economico in chiave ecosostenibile che sia in grado di garantire una adeguata promozione del territorio. Fare rete con i parchi spagnoli e francesi è per noi assolutamente strategico per intercettare quei flussi turistici che si muovono per le aree protette e che vanno alla ricerca dell’ambiente pulito e soprattutto ricco di specificità naturali.»
 
 
6 - La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Sardegna
Energia, su Fiume Santo intesa Regione-E.On 
CAGLIARI. È stato firmato ieri sera dal presidente della Regione Ugo Cappellacci e dai vertici della società «E.On» un accordo sulla realizzazione di energia fotovoltaica a Fiume Santo. L’intesa è subordinata all’approvazione delle procedure di autorizzazione regionali e ministeriali.
Il testo dell’accordo prevede l’impiego di manodopera e imprese locali, la collaborazione con l’Università di Sassari per un programma triennale di ricerca sulla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e ricadute fiscali consistenti per la scelta di sede legale della «E.On» in Sardegna. «Il gruppo tedesco - ha spiegato il direttore Sviluppo territorio di E.On Italia, Paolo Venerucci - intende realizzare gli impianti e ha dato il via alle procedure di autorizzazione che riguardano un territorio di circa 100 ettari, nel sassarese. Se l’esito sarà favorevole potrebbero esserci anche 200 persone impiegate per la realizzazione». «Questo accordo con la E.On - ha detto Cappellacci - segue di pochi mesi quello del 22 giugno 2009, in cui si confermava il reciproco interesse a realizzare tutte le condizioni necessarie per il nuovo impianto a carbone da 410 MW presso la centrale di Fiume Santo. Con questa intesa - ha concluso - le volontà della Regione e del gruppo E.On si incontrano ancora una volta».
 

7 - La Nuova Sardegna
Pagina 28 - Sassari
In Benin batte il cuore di Perfugas 
Gemellaggio con «ambasciatori» Deiana e Loddo 
GIUSEPPE PULINA 
PERFUGAS. Il Benin, uno degli stati più poveri dell’Africa occidentale, occupa uno spazio speciale nel cuore e nella testa dei sardi. Tra i Comuni che hanno gettato un ponte di relazioni e di solidarietà con il Benin ci sono anche Perfugas e Valledoria che si sono gemellate, rispettivamente, con Abomey e Savalou. A ufficializzare il gemellaggio è stato l’ex deputato Santino Loddo, delegato in Italia per la ricerca e lo sviluppo economico della Repubblica del Benin.
Insieme a Loddo ha fatto parte della delegazione l’ex assessore regionale Luca Deiana, perfughese doc, che in Africa ha rappresentato l’Università di Sassari per formalizzare alcuni importanti protocolli d’intesa. Da qualche giorno, l’ateneo sassarese ha attivato dei protocolli con le Università di Parakou e Abomey Calavi.
Fresca di firma anche la formalizzazione del gemellaggio tra Perfugas e Abomey, centro del Benin dove hanno sede le più importanti sedi istituzionali. Santino Loddo e Luca Deiana hanno trovato ad accoglierli anche i due re del Paese. Nel corso del viaggio, i due delegati hanno toccato con mano l’estrema povertà di una delle regioni meno fortunate dell’Africa.
«C’è tanta povertà - tiene a dichiarare Santino Loddo -, ma c’è anche un senso fortissimo della dignità. Per quanto poveri, gli abitanti di questo Paese africano non sono soliti chiedere l’elemosina ma vorrebbero solo essere sostenuti in un percorso di crescita».
Gli abitanti del Benin chiedono aiuti materiali, ma anche tecnologia e conoscenze. Per loro potrà essere d’aiuto anche il piccolo contributo che potranno fornirgli i Comuni della Sardegna che, gemellandosi con le loro città, in pratica scelgono di adottarle. Dopo Orotelli, Perfugas e Valledoria, il gruppo dei Comuni sardi gemellati con il Benin potrebbe crescere. Santino Loddo sta già spianando la strada perché Laerru si gemelli con il Comune africano di Materi. La scelta toccherà al nuovo sindaco Pietro Moro e alla sua giunta. Per ratificarla, potrebbero recarsi tutti in Benin per la festa annuale di Aomey.
 
 
RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA

Questionnaire and social

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