Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
30 July 2010
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA
01 - Progetto Cosmic. Case sarde su Luna e Marte
02 - Nasce l’università del futuro, 8 anni per i rettori e un tetto di 12 facoltà
03 - Lettere. Fuori corso per forza, bloccata all’ultimo esame
04 - Università. Fuorisede, sportello-alloggi
05 - Mereu a Venezia. Il regista sardo in concorso con “Tajabone
06 - Laureandi e dottorandi, sì agli stage al Crs4
07 - Dall’abbandono alla cura del bello
    
LA NUOVA SARDEGNA
08 - Piano casa per Luna e Marte, firma dell’università di Cagliari
09 - Università, la Gelmini incassa il primo sì 
10 - La pensione dei prof? Già nostri i rilievi di Antonietta Mazzette
11 - Sassari. Notizie in breve
 
IL SARDEGNA
12 - Un brevetto tutto sardo per una casa sulla Luna
13 - Voce nel deserto. Un’agitazione senza precedenti
14 - Passa la riforma dell’università
15 - Aperto il museo etnografico. Esposta la collezione Cocco 

 
RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA
 

L’UNIONE SARDA
 
1 - L’Unione Sarda
Estate - Pagina 11
Il professor Giacomo Cao, lo strumento per fabbricare gli elementi costruttivi e il simulante del suolo marziano.
Il mattone del futuro sarà di regolite, il composto ricavato dal suolo del satellite Ricercatori isolani ed Ente spaziale italiano brevettano la nuova tecnica edilizia
CASE SARDE SU LUNA E MARTE
Arte antichissima, praticamente nata con l’uomo: arrangiarsi, contando su se stessi e su quel di cui si dispone. Principio semplice ma da applicare per risolvere un problema estremamente complesso: costruire sulla Luna o su Marte, portando il meno possibile dalla terra. La soluzione l’ha trovata un gruppo di ricercatori sardi che, insieme all’Asi (Agenzia spaziale italiana), ha brevettato ieri un processo per la produzione di "mattoni" ricavabili da materiali presenti nel suolo lunare o marziano. «Il nostro procedimento - spiega Giacomo Cao, coordinatore del progetto e docente di Principi di ingegneria chimica e ambientale all’Università di Cagliari - rende possibile realizzare oggetti che , opportunamente assemblati, consentono la costruzione di strutture per uso abitativo, o anche soltanto protettivo, dato che le condizioni sulla luna o su Marte sono estremamente proibitive, con temperature molto basse, al di sotto dei trenta-quaranta gradi. A ciò si aggiungono tutti i problemi legati a quelle che in gergo tecnico si chiamano possibili piogge di vari meteoriti. Sul nostro pianeta sono precipitazioni sporadiche mentre lì hanno una frequenza molto più elevata».
La risorsa fondamentale è il suolo di cui si conosce la composizione grazie alle esplorazioni umane, sulla Luna, o con sonde in un caso e nell’altro. «Sul mercato - dice Cao - esistono dei simulati, da noi usati, con una composizione minerale, estremamente variegata, analoga a quella del suolo lunare e marziano chiamato regolite». Da questa si parte per ottenere i materiali edili, se così si possono definire. Cao non scende nei dettagli, per comprensibili ragioni di riservatezza. In sintesi, la regolite lunare viene estratta e arricchita di ilmenite (composto in cui sono presenti ferro, titanio e ossigeno) anch’essa disponibile in loco. Su Marte l’arricchimento si effettua in ossidi di ferro. Il tutto viene miscelato e lavorato con un processo produttivo con cui si ottengono gli elementi per la realizzazione delle strutture. L’energia elettrica indispensabile viene invece generata con pannelli fotovoltaici accoppiati a elettrolizzatori o celle a combustibile.
Al brevetto si è giunti nell’ambito dell’unico progetto italiano su due tematiche che fanno capo alla Nasa (l’ente spaziale Usa) definite con gli acronimi Isru e Isfr. Il primo sta per in situ resource utilisation ed è finalizzato all’impiego di risorse disponibili su Luna e Marte da parte di una missione umana. «Questo perché portarle dalla terra avrebbe incidenze enormi sui costi della missione, parliamo di milioni di euro», precisa il professor Cao. Isfr è invece l’acronimo di in situ fabrication and repair , cioè lo sviluppo di tecnologie per la riparazione in loco, sempre per limitare al massimo il trasporto dalla terra. L’esplorazione dello spazio, insomma, si ispira alle strategie di sopravvivenza di Robinson Crusoè, il naufrago nell’isola deserta narrato da Daniel Defoe. Si ritorna quindi all’arte di arrangiarsi.
Alle questioni poste dalla Nasa, i ricercatori cagliaritani (oltre Cao, Alessandro Concas, Gianluca Corrias, Roberta Licheri, Roberto Orrù, Massimo Pisu e Claudio Zanotti) hanno dato risposta con il brevetto depositato ieri insieme all’Asi e ottenuto con il contributo di Cnr, Crs4 e altri partner. Il tutto partendo da un finanziamento di meno di 500 mila euro erogato lo scorso anno dall’Ente spaziale italiano. Dato che controllare l’uso (o meglio, l’abuso) del brevetto su altri pianeti non è cosa semplice, si è corsi ai ripari registrando anche tutti i materiali e tutte le attrezzature che è necessario portare dalla terra, Per le ricadute economiche bisognerà attendere. Quanto? I tempi dipenderanno dalla Nasa.
Stefano Lenza
 

2 - L’Unione Sarda
Cronaca Italiana Pagina 109
Il ddl di riforma approvato ieri dal Senato. Dopo la Camera, sarà la manovra a dover trovare i fondi
NASCE L’UNIVERSITA’ DEL FUTURO
Otto anni per i rettori e un tetto di dodici facoltà
ROMA Limite massimo di 8 anni al mandato dei rettori, sforbiciata al numero delle facoltà, abilitazione nazionale per il reclutamento di professori ordinari e associati, risorse distribuite agli atenei in base alla qualità della ricerca e della didattica e commissariamento per gli atenei in dissesto finanziario: sono alcuni dei punti chiave del ddl di riforma dell’università che ha ricevuto ieri il via libera del Senato per poi passare a settembre all’esame della Camera. Un provvedimento «di regole e di principi», dal momento che gli impegni finanziari saranno stabiliti nella prossima manovra.
RETTORI I rettori non potranno rimanere in carica per più di 8 anni, con valenza retroattiva (oggi ciascun ateneo decide il numero dei mandati). Per loro è prevista pure la “sfiducia”: se un rettore avrà mal gestito l’ateneo potrà essere sfiduciato dal Senato accademico con maggioranza di almeno 3/4 dei suoi componenti. È prevista una netta distinzione di compiti tra Senato e cda: il primo avanzerà proposte di carattere scientifico ma sarà il Cda ad avere la responsabilità di spese e assunzioni.
FACOLTÀ Le facoltà potranno essere al massimo 12 per ateneo e i settori scientifico-disciplinari, attualmente 370, saranno dimezzati. Ci sarà la possibilità di federare università vicine per abbattere i costi.
ABILITAZIONE Per diventare ordinari e associati ci sarà un’abilitazione nazionale (delle commissioni faranno parte per la prima volta anche membri stranieri). I posti saranno poi attribuiti in seguito a procedure pubbliche di selezione bandite dalle singole università. I docenti avranno l’obbligo di certificare la loro presenza a lezione e almeno 350 ore dovranno essere destinate ad attività di docenza e servizio per gli studenti. Gli studenti valuteranno i prof e questa valutazione sarà determinante per l’attribuzione dei fondi alle università da parte del ministero. L’età pensionabile viene fissata in 70 anni per gli ordinari e 68 per gli associati.
TENURE TRACK Sono previsti contratti a tempo determinato (4-5 anni) seguiti da contratti triennali tenure-track , al termine dei quali se il ricercatore sarà ritenuto valido dall’ateneo sarà confermato a tempo indeterminato come associato. Si entra di ruolo in università a 30 anni con uno stipendio che passa da 1.300 a 2.000 euro. Il ministro Gelmini ha annunciato uno sblocco parziale degli scatti stipendiali che erano stati bloccati ai ricercatori universitari.
GOVERNANCE Le Università che hanno conseguito stabilità e sostenibilità di bilanci potranno, d’intesa con il ministero dell’Istruzione, sperimentare una governance flessibile, con propri modelli organizzativi.
MERITO Sarà costituito un fondo nazionale per il merito al fine di erogare borse di studio e di gestire, con tassi bassissimi, i prestiti d’onore.


3 - L’Unione Sarda
Lettere & Opinioni - Pagina 43
FUORI CORSO PER FORZA
Bloccata all’ultimo esame
Il male peggiore dell’università di Cagliari sembrano essere gli studenti "fuori corso". Dietro il ritardo negli studi ci sono sempre tanti problemi. Difficile conciliare vita privata e studio, specie quando si è studenti lavoratori, non foraggiati da mamma e papà. Ci sono anche situazioni ben più grottesche, senza parlare della disorganizzazione cronica dell’ateneo cagliaritano. Indirettamente sto vivendo quello che si sta trasformando in uno psico-dramma. Una persona a me molto cara ha avuto una vita universitaria assolutamente normale, nella media dei voti e nell’anzianità di studio. Ma si trova bloccata da quasi due anni nell’ultimo esame prima della tesi. Respinta più volte da un docente che ha mal digerito il fatto di essere stato scelto come ultimo scoglio prima della tesi. Vorrei chiedere al magnifico rettore: possibile che un solo professore possa, per suo vezzo, condizionare la vita di una persona?
Lettera firmata
   
 
4 - L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 21
Università
Fuorisede, sportello-alloggi
L’associazione culturale “Il paese delle Meraviglie”, in collaborazione con l’Ersu, dal primo settembre al primo ottobre, offrirà uno sportello orientamento-alloggio per tutti gli studenti fuorisede dell’Ateneo cagliaritano, in particolare nuovi arrivati, presso la sala Maria Carta in via Trentino.
Obiettivo del servizio, gratuito, è quello di fornire una guida con tutte le informazioni utili per la ricerca dell’alloggio più idoneo e compatibile con le diverse esigenze di ogni studente. L’erogazione del servizio consisterà nel mettere a disposizione degli utenti non solo l’esperienza del personale dell’associazione ma anche un utile corollario di consigli per la scelta più opportuna dell’alloggio, un fac-simile del contratto per usufruire dei benefici Ersu, un questionario con domande inerenti alle varie caratteristiche degli alloggi da presentare ai locatori, e da un data-base di tutti gli annunci contenuti nei vari siti, giornali e settimanali contenenti offerte di affitto a studenti più gli annunci che perverranno direttamente dai proprietari, catalogati per zona della città, per costo, e per disponibilità di genere.
Proprietari e studenti interessati ad avere informazioni sull’iniziativa possono scrivere una e-mail all’indirizzo: orientamento.meraviglie@gmail.com, oppure visitare direttamente il sito www.paesemeraviglie.com.
 
 
5 - L’Unione Sarda
Estate - Pagina 4
Mereu sbarca a Venezia
Il regista sardo in concorso a Controcampo con “Tajabone”
Nonostante lo stile tutto orientale di Marco Mueller pieno di filosofia wu wei (precetto taoista dell’efficacia del non agire), è difficile dimostrare, come ha tentato di fare ieri a Roma, che quest’anno alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (1-11 settembre) non ci sia una valanga Italia. Per restare ai soli numeri, 41 film italiani di quest’anno contro i 22 dell’anno scorso significano pur sempre qualcosa. Ovvero, per essere appunto matematici, un soffio meno del doppio.
E c’è pure un pezzo di Sardegna con Salvatore Mereu. Il film del regista sardo, Tajabone , sarà in concorso nella sezione “Controcampo italiano”. La pellicola è il frutto di un anno di esperienza coi i ragazzi di due scuole medie di due quartieri difficili di Cagliari: la don Milani di Sant’Elia e la Alagon di San Michele. «L’obiettivo era quello di insegnare il cinema ai ragazzi affinché poi si raccontassero attraverso il cinema», dice Mereu. «In un anno di laboratorio a scuola ho insegnato loro come si dà forma a un’idea e come poi l’idea possa diventare un film. Sono venute fuori tante piccole storie sul vissuto dei ragazzi. Inizialmente non pensavo di farne un film poi, invece, con la “Via col vento” abbiamo deciso di produrlo».
Da Sant’Elia a Venezia il passo è lungo: «Vorrei portare i ragazzi, almeno gli interpreti principali, in laguna. Questa esperienza mi ha insegnato che si può vedere la luce anche nei contesti più difficili». Tabajone è il nome del motivo che uno dei protagonisti canta nel film. «Soprattutto a San Michele», spiega Mereu, «c’è un’umanità varia con tanti ragazzi extracomunitari. Uno dei protagonisti è senegalese, Tabajone nella sua cultura è la giornata in cui gli angeli scendono sulla terra per chiedere notizie sulle condizioni di vita dei mortali».
Mereu ringrazia i presidi delle due scuole cagliaritane, Giancarlo Della Corte e Valentina Savona, oltre al professor Antioco Floris dell’università di Cagliari, che hanno creduto nel suo progetto. Tra l’altro, tutta l’esperienza è stata documentata da Michele Mossa e presto diventerà un film. 
 
  
6 - L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 21
Siglato un accordo-quadro tra il centro di ricerca di Pula e l’Ateneo cagliaritano
Laureandi e dottorandi, sì agli stage al Crs4
Il 9 luglio il Crs4, il centro di ricerca del Parco tecnologico di Pula, ha siglato un accordo quadro di collaborazione con l’Università di Cagliari, per accogliere in tirocinio formativo presso le proprie strutture, gli studenti laureandi e i dottorandi dell’ateneo e supportarli nell’elaborazione della tesi di laurea e nell’attività di ricerca.
«L’Università, nel perseguire le proprie finalità istituzionali, mira al conseguimento dell’eccellenza puntando alla qualità della formazione e su una ricerca scientifica capace di raccordarsi con il sistema produttivo che promuova la crescita economica, sociale e culturale del territorio - si legge in una nota - Inoltre, crede nell’importanza di favorire il completamento del processo formativo degli studenti, realizzando momenti di alternanza tra attività di studio ed esperienze operative in centri di ricerca altamente qualificati quali il Crs4».
Dal canto suo il Centro di Pula sente la necessità di assicurarsi un vivaio di risorse umane di alto livello professionale cresciuto attorno alle sue dotazioni tecnologiche, quali le infrastrutture di rete, gli apparati di calcolo ad alta prestazione e i sequenziatori di Dna, per raggiungere obiettivi di eccellenza di livello mondiale. A tal proposito, il centro è impegnato a creare un polo di riferimento per ricercatori e sviluppatori di applicazioni innovative che coniughino supercalcolo e Ict in numerosi settori quali bioinformatica e biomedicina, biotecnologie, cheminformatica, esplorazione geofisica, idro-meteorologia, produzione energetica eco-compatibile e valutazione del ciclo dell’acqua.
 
 
7 - L’Unione Sarda
Estate - Pagina 12
Dall’abbandono alla cura del bello
C’è, alla fine del percorso, una gigantografia del 1956 che ritrae una tessitrice bosana. La mezza arcata del cortile in cui lavora si riflette - duplicandosi - sulla vetrata, in un affascinante gioco di specchi che rende ancora più intrigante la foto del grande Jean Dieuzaide. Di fronte, una tessitrice desulese fotografata da Guido Costa. Immagini preziose, appartenenti all’Istituto superiore regionale etnografico, che col loro bianco e nero contrastano il colore: quello che da ieri si è impossessato dell’ala della Cittadella dei Musei di Cagliari diventata finalmente - dopo sessant’anni dalla concessione alla Regione - Museo etnografico regionale. Cinquecento metri quadrati di pietra e acciaio, antico e contemporaneo, per accogliere duemila preziosi oggetti della Collezione Luigi Cocco, magistrato di Villasor amante del bello. Acquistata nel 1954 dalla Regione (diciotto milioni di lire) custodita dall’amministrazione regionale e adesso affidata alla gestione dell’Istituto.
Il grande giorno è arrivato, dies aureo signanda lapillo , un giorno da segnare con una pepita d’oro, ha commentato il presidente dell’Istituto Salvatore Liori durante la cerimonia di inaugurazione. Ad aprirla Gianni Filippini, che ha sottolineato per la città e la regione l’importanza dell’apertura del Museo, sono poi intervenuti i sindaci di Cagliari e Nuoro, Emilio Floris e Alessandro Bianchi, e l’assessore regionale alla cultura Maria Lucia Baire, protagonista della serata: «Un momento di assoluta valenza culturale per la Regione, un progetto esemplare sottratto all’incuria, all’inerzia propria della disattenzione e all’abbandono. Un pezzo di memoria di Cagliari che oggi viene restituito alla città e all’Isola intera».
All’inaugurazione dello spazio espositivo, un luogo di grande bellezza strappato in appena otto mesi al nulla, erano presenti anche l’assessore regionale all’Ambiente Giuliano Uras, il vescovo emerito Ottorino Pietro Alberti, don Mosè Marcia, ausiliario del vescovo di Cagliari Giuseppe Mani, (assente). C’era l’ex rettore Duilio Casula, che ricordava i tempi eroici - per l’Università - dell’apertura della Cittadella, e Giovanni Lilliu. Accaldato e perplesso per gli applausi del pubblico. Per lui, abituato ai nuraghi, parlano di tempi forse meno interessanti i duemila pezzi della collezione Cocco, i meravigliosi arazzi, i monili in argento che raccontano la perizia di artigiani e orafi e la ricchezza incredibile della cultura della nostra isola. «Sono il prodotto - ha ribadito l’ingegner Baire - della storia del suo popolo, delle donne e degli uomini sardi che, nella loro fierezza, hanno contribuito nel tempo a creare un forte senso di appartenenza, attraverso usi, costumi, tradizioni uniche al mondo». «La cultura non è un bene indisponibile, a uso e consumo del singolo - ha poi puntualizzato - ma è patrimonio di tutti e appartiene alla collettività che ha il diritto di goderne appieno e, dove possibile, gratuitamente».
Parole sante. Condivisibili da tutti. Eppure stonate per i numerosi dipendenti del Teatro Lirico che hanno partecipato alla cerimonia di inaugurazione, aspettando l’annunciato arrivo del ministro Bondi. In suo onore le coriste della Fistel-Cisl indossavano una maglietta con la faccia di Maria Callas e la scritta “Non zittite la cultura”, distribuivano un «appello alle istituzioni» contro le notizie allarmanti di nuovi tagli. Senza maglietta, ma con uguale preoccupazione, alcuni dipendenti precari del teatro.
Un clima di disincanto, che faceva da contraltare alla festa, al dies aureo signanda lapillo. Eppure uno spazio culturale che si inaugura è un segno di vita, chi può negarlo? Ed è solo l’inizio, ha assicurato la Baire, che ha annunciato l’ampliamento della rete museale regionale con l’apertura, nei prossimi mesi, di altri spazi espositivi a Oristano, Sardara, Sassari, Nuoro. Da stamane (10-19) il museo sarà aperto a tutti. Cagliaritani, sardi, turisti. E sarà del tutto gratuito.
Gratuito e certamente più godibile di quanto non lo fosse ieri. Anche se avere per guida Paolo Piquereddu, direttore dell’Isre e curatore del catalogo, non è da tutti i giorni, né tutti i giorni si possono ammirare i costumi del gruppo folk San Biagio arrivato da Villasor (con la piccola Marta) per far festa alla collezione dell’illustre conterraneo. Suoni di launeddas, alla fine, nel giardino, e il soffiare dolce del vento, a dar refrigerio a Lilliu. Dentro, man mano che si diradava la folla, prendevano forma monili, amuleti, catene, arazzi. Prendeva corpo (sotto una illuminazione fin troppo forte) l’opera dell’ingegno e dell’impegno collettivo. Quella che il presidente dell’Isre ha riassunto in quattro storiche tappe: il decreto del Ministero della Pubblica Istruzione che indica la collezione Cocco un’opera importante per la Sardegna, l’atto del Consiglio regionale che ne decreta l’acquisto, l’atto della Giunta che lo finanzia e infine - ai nostri giorni - «l’atto politico di questo governo regionale che è arrivato a un approdo felice».
Felice e tardivo. «Mia madre sarebbe qui con grande gioia, ma non sta bene», diceva ieri commossa una giovane donna che indossava un monile simile a quelli in bacheca. Cristina Atzeni col fratello Stefano è la pronipote di Luigi Cocco e da oggi condivide con tutti i sardi un’eredità che per lei ha un sapore in più, quello degli affetti.
Maria Paola Masala
 
  
 
LA NUOVA SARDEGNA

8 - La Nuova Sardegna
Pagina 16 - Sardegna
Il piano casa per la Luna e per Marte ha la firma dell’università di Cagliari 
Depositato un brevetto con l’Agenzia spaziale italiana sui materiali adatti a costruire abitazioni sui pianeti 
ROBERTO PARACCHINI 
CAGLIARI. I marziani non fanno più paura e la Luna sembra a portata di fionda. E ora si inizia anche a pensare a un «piano casa» lunare e marziano: ieri mattina l’università di Cagliari e l’Agenzia spaziale italiana hanno depositato un brevetto per realizzare abitazioni nei due pianeti.
Detta così può sembrare un racconto di fantascienza, ma la colonizzazione del satellite della Terra e del pianeta rosso è sempre più presente nei programmi delle agenzie spaziali internazionali (dalla Nasa ai Giapponesi). Da qui l’idea della ricerca, iniziata nel 2009 con un finanziamento di 500mila euro e che ha coinvolto, oltre all’ateneo di Cagliari e all’Asi, anche il Cnr e il Crs4, e alcune società specializzate nell’esplorazione spaziale (come l’Esplora Srl e la SpaceLand Srl). Una spedizione umana su Marte (il presidente Obama ha previsto di arrivarci nel 2030) avrà bisogno di molte cose, ma anche di conoscenze in grado di realizzare delle abitazioni in cui vivere. È difficile però pensare che sia possibile portarsi dalla Terra anche i mattoni o l’acciaio per costruire. Che fare, quindi? «Creare una tecnica per realizzare i manufatti di base in loco, sulla Luna o su Marte - spiega Giacomo Cao, docente di Ingegneria chimica ambientale a Cagliari, capo fila del progetto - per poi costruire le case».
A questo punto il gruppo è partito dall’esame del terreno lunare e marziano (quella che noi chiamiamo terra, prende il nome di regolite) e di alcuni minerali di cui sono ricchi quei pianeti: sulla Luna di ilmenite e su Marte di ossidi di ferro. Ed è lavorando su questi elementi che il gruppo ha inventato una tecnica (innovazione di processo) che, attraverso degli interventi di arricchimento della regolite con l’ilmenite da un lato e con l’ossido di ferro dall’altro, permette di creare un qualcosa che assomiglia molto a dei mattoncini. Materiale che permette di costruire quello che si vuole. Ma non è finito: sulla Luna e su Marte non esiste il cemento. Da qui un altro brevetto: quello per montare questi manufatti.
 Inoltre nel pianeta degli innamorati l’atmosfera è pressochè inesistente, mentre su quello della guerra il 98 per cento è composta da anitride carbonica. Quindi questi materiali «sono stati pensati anche per poter essere utilizzati in quelle condizioni».
«L’interesse dell’Asi, proprietaria del brevetto al 50 per cento con l’Univeristà - spiega Cao - nasce anche dal fatto che in questo modo durante gli incontri delle agenzie spaziali internazionali più importanti, anche l’Italia potrà presentare, su questo tipo di ricerche, dei propri progetti». Infine, per evitare che qualcuno utilizzi queste innovazioni di processo senza renderne conto, il gruppo di ricercatori ha brevettato anche il kit, tutto l’insieme dei materiali e delle attrezzature necessarie per assemblare e creare i mattoncini per il «piano casa» dello spazio.
 

9 - La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Attualità
Università, la Gelmini incassa il primo sì 
Tetto al mandato dei rettori, stop ai ricercatori a vita 
ROMA. È stato approvato ieri dal Senato il Ddl di riforma dell’Università che deve passare a settembre all’esame della Camera. Un provvedimento «di regole e di principi», dal momento - spiegauna nota del ministero - che gli impegni finanziari saranno stabiliti nella prossima manovra. Con la maggioranza hanno votato sì l’Api di Rutelli e la Svp. Il ministro Gelmini parla di «una riforma epocale che introduce il criterio della meritocrazia».
Rettori per 8 anni. I rettori non potranno rimanere in carica per più di 8 anni, con valenza retroattiva (oggi ciascun ateneo decide il numero dei mandati). Per loro è prevista la «sfiducia»: se un rettore avrà mal gestito l’ateneo potrà essere sfiduciato dal Senato accademico con maggioranza di almeno 3/4 dei suoi componenti.
Tetto alle facoltà. Le facoltà potranno essere al massimo 12 per ateneo e i settori scientifico-disciplinari, attualmente 370, saranno dimezzati. Ci sarà la possibilità di federare università vicine (di norma in ambito regionale) per abbattere i costi.
Reclutamento prof. Per diventare ordinari e associati ci sarà un’abilitazione nazionale. I posti saranno attribuiti in seguito a procedure pubbliche di selezione bandite dalle singole università. I docenti avranno l’obbligo di certificare la loro presenza a lezione e almeno 350 ore dovranno essere destinate ad attività di docenza e servizio per gli studenti. Gli studenti valuteranno i prof e sarà determinante per l’attribuzione dei fondi alle università da parte del ministero. Quanto all’età pensionabile viene fissata in 70 anni per gli ordinari e 68 per gli associati.
Novità per i ricercatori. Sono previsti contratti a tempo determinato (minimo 4 massimo 5 anni) seguiti da contratti triennali tenure-track, al termine dei quali se il ricercatore sarà ritenuto valido sarà confermato a tempo indeterminato come associato. In caso contrario chiuderà il rapporto maturando titoli utili per i concorsi pubblici. Il provvedimento abbassa l’età in cui si entra di ruolo in università da 36 a 30 anni con uno stipendio che passa da 1.300 a 2.000 euro.
Università virtuose. Le Università che hanno conseguito stabilità e sostenibilità di bilanci potranno, d’intesa con il ministero dell’Istruzione, sperimentare una governance flessibile, con propri modelli organizzativi.
Il fondo per il merito. Sarà costituito un fondo nazionale per il merito per erogare borse di studio e gestire, con tassi bassissimi, i prestiti d’onore.
 
 
10 - La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Sardegna
PER UNA UNIVERSITÀ PIÙ GIOVANE ECCO LE PROPOSTE DEL PD 
«La pensione dei prof? Già nostri i rilievi di Antonietta Mazzette» 
di Francesco Sanna
SENATORE DEL PD
Antonietta Mazzette, su La Nuova, ragiona sulle “Porte chiuse per i giovani” nell’Università italiana. E critica tuttavia la proposta che il Pd ha portato nella discussione della riforma.
E’ la riforma universitaria approvata ieri dal Senato della Repubblica. Dice la professoressa Mazzette: abbassare l’età del pensionamento dei professori universitari da 70 a 65 anni (sempre che abbiano almeno quaranta anni di anzianità contributiva), avanzata dal PD, apparirebbe ragionevole con una una postilla: “per ogni docente che va in pensione è previsto in tempi rapidi un nuovo concorso aperto ai giovani”. Se manca questa condizione, la proposta sarebbe semplicemente “punitiva”.
Ed ha senza dubbio ragione. Fatto sta che i senatori del PD hanno proposto esattamente questo. Proviamo a leggere insieme il comma 8 del nostro emendamento, e troviamo che “i posti in organico e le risorse finanziarie derivanti dal collocamento a riposo di professori e ricercatori universitari rimangono nella disponibilità dell’ateneo per il reclutamento di personale docente”. Inoltre, il PD ha sempre legato la proposta di pensionamento dei docenti al superamento del blocco del turn-over; un blocco che tuttora mette a rischio la didattica della maggior parte degli atenei italiani, e che, come osserva giustamente Mazzette, rientra nella logica di un progetto di riforma, quello del centrodestra, che sembra avere come obiettivo primario “quello di fare cassa”.
Da parte nostra, invece, nessuna logica di cassa né intenzioni punitive contro nessuno. Al contrario, in seguito alla valutazione dell’attività, gli stessi docenti, dopo i 65 anni potranno continuare a esercitare negli atenei attività didattica e di ricerca con specifici contratti.
L’obiettivo del ricambio generazionale portato avanti dal Partito Democratico nasce più semplicemente dall’esigenza di portare l’Italia (che ha di gran lunga la classe accademica più anziana d’Europa) in linea con gli altri paesi. Sappiamo che molti altri sono i problemi del nostro sistema universitario, su cui - dal sostegno agli studenti meritevoli al contratto unico di docenza, dalle opportunità ampie e selettive per l’ingresso di una nuova generazione di docenti all’abolizione delle figure precarie nell’università - abbiamo presentato altre proposte concrete nei nostri emendamenti. Quasi tutte respinte dal governo. A partire da una questione, fondamentale: questo governo ha ridotto del 20% in tre anni le risorse per il sistema universitario, per il quale già spendiamo molto meno che i nostri partner europei (0,8% del PIL, contro una media dell’1,3%), e continua a non dare risposte su questa fondamentale questione.
Il PD ha proposto una riforma diversa, riteniamo migliore. E ancora, più risorse adeguate a rilanciare gli investimenti nell’università e nella ricerca pubblica. La risposta negativa del Governo ha un solo significato: adottare una riformetta per ridurre i costi e dequalificare il sistema universitario. Per questo ci siamo opposti. Continueremo a farlo.
 
 
11 - La Nuova Sardegna
Pagina 28 - Sassari
IN BREVE
CONCORSO
L’università di Sassari ha indetto una procedura comparativa pubblica per titoli e colloquio, per l’attribuzione di 1 contratto di collaborazione coordinata e continuativa per le attività di esperto in beni culturali storico-scientifici nel museo delle scienze dell’ateneo. I termini per la presentazione della domanda scadono il 2 agosto. Gli interessati possono ritirare copia del bando nell’ufficio concorsi di via Macao 32 o prenderne visione su internet all’indirizzo www.ammin.uniss.it/concorsi.
MEDICINA
Dal 17 al 21 agosto nella facoltà di Medicina, l’associazione «Alfa elica medicina» organizza i pre-corsi formativi «Fuori di test ’10» per la preparazione ai test di ammissione a medicina, odontoiatria e professioni sanitarie, iscrizioni fino a esaurimento posti non oltre il 10 agosto, info: 3485919636, 3209368973 e www.alfaelica.org
CONFERENZA SUL NUCLEARE
Oggi dalle 17 nella sala «Eleonora D’Arborea» dell’Università centrale, conferenza sul nucleare in Sardegna, rappresenterà il Comune l’assessore Vinicio Tedde, interverranno il fisico nucleare Erasmo Venosi, Rita Meloni, Cumpostu, Destefanis, Pili, Perra, Vacca, Copparoni.
 


E POLIS - IL SARDEGNA
 
12 - E Polis / Il Sardegna
Pagina 4 - Argomenti
Giacomo Cao, docente dell’Università di Cagliari
Con i pannelli solari estraiamo la “regolite” che miscelata con gli ossidi di ferro consente la produzione degli elementi che servono per realizzare le opere»
UN BREVETTO TUTTO SARDO PER UNA CASA SULLA LUNA
“Strutture abitative anche su Marte con il mio progetto Cosmic”
Appartamenti, locali e stazioni per la ricerca costruite direttamente sulla Luna e su Marte. Non è fantascienza: in un futuro non tanto lontano probabilmente si potranno costruire strutture abitative sugli altri pianeti conosciuti e già studiati dalle diverse Agenzie spaziali. Un progetto, tutto sardo, che sarà realizzabile grazie alla ricerca che ha come capofila l’Università di Cagliari e coordinata da Giacomo Cao, professore ordinario di Principi di ingegneria chimica e ambientale nella Facoltà di Ingegneria di Cagliari e coordinatore di numerosi progetti di ricerca, tra cui lo “Studio della cinetica
di produzione dell’acido tereftalico” e il “Procedimento per la produzione di bio-petrolio che prevede l’utilizzo dell’anidride
carbonica”.
Professor Cao ieri avete depositato il primo brevetto italiano  congiunto Università di Cagliari e Agenzia spaziale italiana. Di cosa si tratta esattamente?
È un brevetto che prevede un procedimento di fabbricazione di elementi per strutture abitative o industriali sul suolo lunare o di Marte.
In che modo?
Attraverso la generazione di energia elettrica con pannelli fotovoltaici accoppiati a elettrolizzatori, o celle a combustione, sarà possibile estrarre un materiale presente sulla Luna e su Marte che si chiama “regolite”, poi arricchito a seconda del sito con Ilmenite o Ossidi di ferro, che, poi miscelati, consentiranno la produzione di elementi per strutture.
L’Università di Cagliari fa concorrenza alla Nasa?
Il brevetto congiunto con l’Asi consentirà all’Agenzia spaziale italiana di potersi sedere al tavolo con le altre Agenzie, compresa quella americana, e avere sicuramente un brevetto da presentare e poter di conseguenza avere un ruolo determinante al pari delle altre Agenzie. È un importante risultato, anche perché è grazie a un finanziamento di circa 500mila euro dell’Agenzia spaziale italiana che abbiamo potuto svolgere questa ricerca.
Alla pari con i colleghi americani?
Il brevetto depositato si inserisce a pieno titolo nei settori di applicazione che la Nasa ha definito con gli acronimi Isfr (In situ fabrication and repair) e Isru (In situ resource utilisation). Settori che hanno l’obiettivo di consentire alle missioni spaziali, con presenza umana, di estrarre e utilizzare le risorse reperibili sul posto, appunto su Marte e sulla Luna.
Quali sono queste risorse?
Sono l’ossigeno e l’azoto, essenziali per la sopravvivenza umana e senza doversi equipaggiare con scorte abbondanti a bordo, oltre a realizzare materiali e strumenti da utilizzare come “cassette degli attrezzi” per intervenire su piattaforme orbitanti, senza dover necessariamente ritornare sulla Terra.
Un risultato di prestigio.
Sicuramente, sia per l’Università di Cagliari sia per l’Asi. L’obiettivo era quello di creare un know how tutto italiano nell’ambito dei settori trainanti per lo sviluppo di progetti che prevedono l’esplorazione umana su Marte e sulla Luna.
Chi ha partecipato alla realizzazione di questo progetto?
Oltre all’Università di Cagliari, il Dipartimento Energia e trasporti del Cnr, il Crs4, l’Istituto tecnico industriale “Enrico Fermi” di Fuscaldo, e società come Corem srl, Esplora srl e SpaceLand srl.
E gli inventori veri e propri?
Nel brevetto gli inventori designati sono, oltre me, Alessandro Concas, Gianluca Corrias, Roberta Licheri, Roberto Orrù, Massimo Pisu e Claudio Zanotti.
Quanto tempo avete impiegato prima di depositare il brevetto?
Il progetto denominato Cosmic è stato avviato a dicembre scorso, ma complessivamente ci abbiamo lavorato, con una lunga ricerca sulle scoperte già esistenti, per circa due anni.
L’Università di Cagliari sembra particolarmente produttiva. A Marzo, se non sbaglio, avete depositato un altro brevetto per la produzione di combustibili rinnovabili.
Sì. Si tratta di un procedimento per la produzione del biopetrolio, attraverso l’utilizzo delle microalghe
e dell’anidride carbonica prodotta dalle centrali termoelettriche.
Enrica La Nasa

13 - E Polis / Il Sardegna
Pagina 6 - Argomenti
Voce nel deserto
di Radhouan Ben Amara, docente
Un’agitazione senza precedenti
Lo stato di agitazione che vive l’Università Italiana oggi è senza precedente. Con la pseudo-riforma Gelmini e i tagli alla ricerca, alla scuola, all’università colpisce prima di tutto l’intelletto umano stesso; si colpiscono tutti quelli che svolgono professioni intellettuali, la fonte del sapere critico e tutte le sue risorse. E’ un attacco deliberato contro il più importante luogo pubblico di resistenza critica. Il primo atto dei regimi autoritari è sempre stato quello di colpire l’università, la ricerca scientifica, la cultura e il senso critico, per produrre cittadini senza scienza né coscienza: dei veri “Peccore di Panurge”. Tutta la società deve essere coinvolta in questa lotta nobile e santa, per evitare che l’università italiana si avvii a un declino inarrestabile contrassegnato dalla perdita di ogni ambizione di ricerca e innovazione. E’ in ricatto il futuro di tutto il paese. Noi vogliamo un’università autonoma, che vede riconosciuta: una libertà incondizionata di ricerca e d’innovazione; una ricerca della verità. L’università non deve diventare l’azienda produttiva che “la riforma Gelmini”  vuole imporre con tutti i mezzi. Per Noi l’università è anche un luogo di resistenza, di dissidenza e di disobbedienza se fosse necessario. Conformare l’insegnamento e la ricerca alle domande economiche, tecniche e amministrative del momento non è assolutamente un segno di vitalità, ma una perdita e perdizione della sostanza inventiva e creativa. Lo sviluppo di una democrazia cognitiva passa attraverso una riorganizzazione del sapere, che deve richiamare una riforma del pensiero che sappia non solo separare per conoscere, ma ricucire ciò che è stato separato. Non si tratta dunque qui di una riforma programmatica ma paradigmatica e pragmatica che deve interessare la nostra attitudine a riorganizzare
la conoscenza. Non si può improvvisare una riforma dell’istruzione e delle strutture universitarie se non si formano le menti; non si possono riformare le menti se prima non si riforma l’istruzione.
Ogni riforma deve scaturire dall’università stessa, dalla scuola, di tutto il suo apparato, non da un organo politico o un governo che non è in grado di assicurare neanche la sicurezza alimentare ai suoi cittadini e che con l’innovazione e la ricerca investe solo l’8 per cento del Pil!
 
 
14 - E Polis / Il Sardegna
Pagina 9 - Attualità
In Senato. Il disegno di legge va ora all’esame di Montecitorio. Il ministro Gelmini: «È una svolta epocale»
PASSA LA RIFORMA DELL’UNIVERSITÀ
Una legge di «regole e principi» ma per il momento priva delle risorse che arriveranno, secondo l’impegno del governo, con la Finanziaria di settembre. La riforma dell’università riceve il primo via libera dal Senato (con il sì della maggioranza,
di Api e Svp) e passa alla Camera dove approderà per l’esame dopo la pausa estiva. Soddisfatto il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, che ha promesso il recupero di parte delle risorse tagliate, «indispensabili per il
buon funzionamento dell’università», e ha assicurato che arriveranno 40 milioni di euro per ripristinare gli scatti stipendiali meritocratici. «Si tratta di un evento epocale - ha detto - che rivoluziona i nostri atenei e che permette all’Italia di tornare a sperare». Molte le novità contenute nel disegno di legge. Nel testo sono previste nuove regole per il reclutamento di professori e ricercatori; massimo di due mandati (per un totale di 8 anni) per i rettori che, se inadeguati, potranno essere sfiduciati dal Senato accademico. Sarà istituito un fondo per premiare gli studenti meritevoli (ma anche questo è ancora in attesa delle risorse) ed è prevista una netta distinzione tra Senato accademico e Consiglio di amministrazione.
 
 
15 - E Polis / Il Sardegna
Pagina 20 – Grande Cagliari
L’inaugurazione. Una decina di persone hanno manifestato contro i tagli alla cultura
APERTO IL MUSEO ETNOGRAFICO
MA BONDI DISERTA L’INCONTRO
Esposta la collezione del magistrato Luigi Cocco. Sarà visitabile gratuitamente da tutti
Presidio di una decina di lavoratrici del Teatro Lirico davanti alla cittadella dei Musei a Cagliari in concomitanza con
l’inaugurazione del Museo Etnografico regionale. Il sit-in era stato indetto per protestare contro i tagli alla cultura e in
particolare alle Fondazioni dei teatri lirici. Era stato anche preparato un volantino con un comunicato dei sindacati: l’obiettivo era quello di consegnarlo al Ministro della Cultura Sandro Bondi, la cui presenza era stata annunciata per stasera. Assente l’esponente del governo, il documento è stato consegnato alle altre autorità presenti alla cerimonia di inaugurazione.
UN MOMENTO di assoluta valenza culturale per la Regione Sardegna, un progetto esemplare sottratto all’incuria, all’inerzia propria della disattenzione e all’abbandono. Un pezzo di memoria di Cagliari che oggi viene restituito alla
città e all’Isola intera». Con queste parole l’assessore dei Beni culturali Maria Lucia Baire ha inaugurato ieri sera, nella
Cittadella dei musei, il Museo Etnografico regionale che ospita la collezione Luigi Cocco, interdetto per quasi 50 anni alla
fruizione collettiva. Nei cinquecento metri quadri di superficie espositiva trovano spazio i duemila oggetti della collezione
Luigi Cocco acquistati nel 1954 dalla Regione Sardegna dallo stesso magistrato di Villasor, e finora custoditi dall’Amministrazione regionale inattesa del loro allestimento, curato dall’Istituto superiore regionale Etnografico. La
raccolta, frutto della meticolosità del magistrato è composta da tappeti, tessuti, gioielli, monili e amuleti che raccontano la
bravura e la maestria degli artigiani sardi.
Il Museo Etnografico Regionale, che per volontà della Regione sarà fruibile gratuitamente dai visitatori, è solo il primo di una rete museale regionale che sarà ampliata con l’apertura, nei prossimi mesi, di altri spazi espositivi dislocati su tutto il territorio regionale.
All’inaugurazione erano presenti, con l’assessore Baire, il presidente dell’Isre Salvatore Liori, al cui istituto è affidata la
gestione e il funzionamento del museo, l’assessore regionale Giuliano Uras, il sindaco di Cagliari Emilio Floris e l’accademico dei Lincei, Giovanni Lilliu.

 
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