Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
23 July 2010
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA
1 - Fibrosi cistica, nuove speranze per i pazienti
2 - Università a Nuoro, rimane il commissario
3 - A Nureci c'è un tesoro di fossili
4 - Oristano. Caldo: ventole all'Università, chiostro devastato 
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 - L’ateneo a un bivio, senato accademico decide sulle iscrizioni
6 - La riforma in Senato, il ministro Gelmini chiede tempi brevi
7 - Decleva: «Fatto positivo, senza fondi però non si va avanti»  
 
RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA
 

L’UNIONE SARDA
 
1 - L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 21
Finanziato un importante progetto di Roberto Loi, ricercatore dell'Università
Fibrosi cistica, nuove speranze per i pazienti
Importante riconoscimento della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica per Roberto Loi, ricercatore della sezione di Oncologia e Patologia molecolare del Dipartimento di tossicologia dell'Università diretto da Amedeo Columbano.
La prestigiosa fondazione ha infatti deciso di destinare parte di un contributo ricevuto dalla Philip Watch al finanziamento del progetto diretto da Roberto Loi: l'obiettivo della ricerca, finanziata con 50mila euro, è ottenere un particolare tipo di cellule staminali da cellule epiteliali respiratorie. Ciò potrebbe consentire, nel prossimo futuro, di riuscire a intervenire direttamente sulle cellule epiteliali del malato che, una volta corrette e reimpiantate nei polmoni del paziente, potrebbero dar corso ad una continua rigenerazione del tessuto polmonare sano. Si tratta di un progetto di durata biennale, che - a parere della Fondazione - «avvicina sempre di più alla cura definitiva della fibrosi cistica». La Fondazione ha finanziato nell'anno in corso 23 nuovi progetti.
Roberto Loi, nato a Terralba 44 anni fa, è ricercatore confermato di Patologia generale e insegna in facoltà di Farmacia. Nel suo curriculum, tra le altre esperienze, cinque anni di studi al National Institute of Health di Bethesda e tre nell'Università del Vermont.
 
 
2 - L’Unione Sarda
Nuoro e Provincia - Pagina 33
università
Il commissario rimane al suo posto
Nessuna volontà di porre fine al commissariamento ma solo ordinaria amministrazione. Il commissario del consorzio universitario nuorese Tore Cocco fa la precisazione dopo le voci seguite ad un incontro dei due soci dell'organismo: il presidente della Provincia Roberto Deriu e il sindaco Sandro Bianchi.
«Nella riunione dell'assemblea generale del consorzio del 20 luglio - si legge in una nota di Cocco - è stato trattato esclusivamente un punto all'ordine del giorno: Comunicazioni del Commissario. Si è parlato di attività meramente amministrative in scadenza e di nient'altro». A quanto sembra di capire, neanche l'incombenza della data ultima del 31 dicembre prossimo prevista dalla Finanziaria regionale per la costituzione del consorzio universitario Nuoro-Oristano sembra aver rimesso in moto la macchina.
 
 
3 - L’Unione Sarda
Estate - Pagina 10
A Nureci c'è un tesoro di fossili
Centinaia di antichi abitanti del mare della Marmilla di venti milioni di anni fa sono già affiorati nel curioso colle a poche centinaia di metri dal centro abitato di Nureci. Ma fra qualche mese quella terrà sarà scavata. E verrà alla luce un tesoro geologico e paleontologico unico nel bacino del Mar Mediterraneo. Nel Comune di poco più di 400 abitanti il progetto culturale della valorizzazione dei fossili è giunto alla fase cruciale. Lo ha testimoniato un convegno regionale nell'ex Montegranatico.
D'altronde Nureci è un paese di pietra. Nel centro storico da anni è ritornato l'acciottolato ed i portali hanno ritrovato il loro antico splendore così come le fontane. Ed in un percorso fra i ritmi della civiltà agropastorale segnato da diversi murales si arriva in una casa contadina dove adesso sono esposte le opere in argilla di Pinuccio Sciola. Ma le pietre più importanti per Nureci sono i fossili. Muru 'e Cubeddu ne custodisce una delle più alte concentrazioni di tutto il Mediterraneo. «È uno dei pochi siti dove una sequenza di strati mostra tutti i documenti legati proprio all'evoluzione del bacino del Mediterraneo», ha spiegato il paleontologo Carlo Spano, dell'Università di Cagliari che da anni studia il giacimento assieme al collega geologo Sebastiano Barca. Proprio quest'ultimo ha ricordato: «Non è solo un mucchio di conchiglie ma anche di rocce. Ecco perché occorre conoscere i fossili ma anche le formazioni litologiche».
Due scienze che insieme ci conducono in un viaggio affascinante sino a 23 milioni di anni fa quando Marmilla e Sarcidano erano coperti dal mare. Il testimone più autorevole e prezioso di questo passato sono le turritelle, residui di molluschi che i musei di tutta Europa custodiscono gelosamente sotto teche. A Muru 'e Cubeddu se ne trovano decine in appena un metro cubo di roccia. La Regione ha deciso di tutelare il colle dichiarandolo monumento naturale nel 2008. Il Comune di Nureci aveva iniziato questo percorso di valorizzazione sette anni prima. Ora si fa sul serio. Una delle patrie dei fossili nell'isola sarà finalmente resa fruibile a tutti gli appassionati.
ANTONIO PINTORI
 

4 - L’Unione Sarda
Oristano e Provincia - Pagina 31
il caso
Caldo all'Università, ecco le ventole
Chiostro devastato
Uno scempio in un palazzo storico, tutelato dalla Soprintendenza (che evidentemente ad Oristano chiude gli occhi), architettato da chi dovrebbe insegnare proprio la difesa dei “pezzi” storici come il Chiostro del Carmine. Il Consorzio Uno (società presieduta da Gianpietro Pili, sindaco di Terralba, e diretta da Eugenio Aymerich) che gestisce l'Università ha mal pensato, per eliminare il caldo in alcune aule al piano terra, di piazzare le ventole dei condizionatori sopra le finestre a due metri di altezza dalla strada. Tre in tutto: gli operai hanno bucato il muro dell'edificio sorto oltre tre secoli fa, fatto passare i cavi e fissato sulla parete esterna le zanche per reggere i tre ventoloni. Orribili, a detta di tutti, e piazzati senza chiedere autorizzazioni. «Sono gli stessi che si trovano anche nella facciata di via Carmine», fanno sapere dall'università. Come dire, perché davanti vanno bene e dietro no? E infatti il problema è proprio questo: chi ha detto che certi obbrobri sono accettabili? È impensabile che per eliminare il caldo l'unica soluzione sia quella di piazzare queste ventole sopra ogni finestra. È impensabile che non esistano altri sistemi meno brutti, meno invasivi e più ecocompatibili. Ed è incredibile che certi scempi avvengano nella culla del sapere e nell'indifferenza di tutti. ( m. m. )
 
 

 
LA NUOVA SARDEGNA

5 - La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Dequalificazione o blocco dei corsi 
L’ateneo a un bivio, oggi il senato accademico decide sulle iscrizioni 
Sit-in dei ricercatori in rettorato: «La riforma del governo ha messo in ginocchio tutti» 
ROBERTO PARACCHINI
CAGLIARI. L’università a un bivio: o iniziare l’anno accademico 2010-11 con un’offerta formativa limitata, o rimandare le iscrizini. Il che significa - secondo alcuni - rischiare di far saltare l’anno universitario. Questo il problema che oggi dovrà affrontare il senato accademico.
L’altro ieri il consiglio di facoltà di Medicina ha approvato una mozione in cui si chiede il rinvio del manifesto degli studi (la predisposizione dei corsi di laurea e degli insegnamenti) per il prossimo anno accademico. Il documento sarà proposto oggi al senato accademico. E per questa mattina il coordinamento dei precari ha invitato tutte le componenti dell’ateneo e gli studenti a mobilitarsi davanti al rettorato in contemporanea alla riunione.
Se il disegno di legge del ministro Mariastella Gelmini venisse approvato «così com’è, l’anno prossimo non avremo neanche i consigli di facoltà in cui litigare, come ha fatto osservare un collega di Medicina», sottolinea Paola Devoto, del coordinamento dei ricercatori. Le proposte governative prolungano e aggravano il blocco delle assunzioni, impedendo la formazione di molti insegnamenti. Per via di questi inteventi nel corso di laurea in Fisica, ad esempio, non vi sarnno più i tre insegnamenti di fisica delle particelle elmentari, astronmia e fisica dei materiali, ma uno solo. Ma ora la situazione rischia di diventere ancora più critica.
Su 466 ricercatori dell’ateneo, hanno aderito all’indisponiblità didattica per il 2010-11 in 323 (diecimila in tutta Italia). I motivi della protesta sono condivisi sia dal rettore Gianni Melis che dai presidi. Sino ad oggi, infatti, queste figure hanno ricoperto, in media, da uno a quattro insegnamenti. E tutto in termini di volontariato, senza compensi aggiuntivi. Invece nel disegno di legge ministeriale si tratta la categoria come «un vuoto a perdere», un settore professionale in via di esaurimento, con in più pesanti riduzioni economiche. Come dire: sei bravo e ti impegni, contribuisce a dare un’offerta formativa più completa? E allora ti penalizzo.
In pratica, proseguendo in questo modo, i corsi universitari perderanno quasi tutti gli insegnamenti facoltativi, quelli che tendono ad aprire nuovi scenari e a creare dei ponti tra le varie discipline (di confine). Non solo: viste le difficoltà del ricambio per chi va in pensione, saranno a rischio anche alcune materie obbligatorie ricoperte temporaneamente dai ricercatori.
Come accennato, oggi il senato accademico si troverà di fronte a un bivio: accettare di dare un’offerta formativa indebolita dalla mancanza di diversi insegnamenti, oppure rimandare ulteriormente le iscrizioni. Queste si sarebbero dovute aprire il 19 scorso, ma le difficoltà per la didattica ha portato a ipotizzare lo start per il 27 di questo mese. Uno slittamento ulteriore, secondo alcuni presidi, rischierebbe di mettere in dubbio il prossimo anno accademico, almeno per alcune facoltà, con una forte penalizzazione per gli studenti. La questione è legata anche ai quiz di ingresso obbligatori (come in Medicina) con date fissate - ai primi di settembre - per tutti gli atenei: almeno quaranta giorni dopo l’apertura delle iscrizioni. Da qui la data del 27. Nello stesso tempo, però, l’università rischia davvero una profonda dequalificazione. La parola passa quindi al senato accademico.
 
 
6 - La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Attualità
Oltre quattrocento gli emendamenti. Il relatore Valditara: più risorse e scatti degli stipendi 
Università, voto entro l’estate 
La riforma in Senato, il ministro Gelmini chiede tempi brevi 
ROMA. Accompagnato dall’eco delle proteste in atto in tutta Italia contro la riforma dell’università e i tagli che colpiscono didattica e ricerca, il disegno di legge Gelmini è arrivato ieri in Senato con un carico di 438 emendamenti, 80 dei quali firmati dalla maggioranza.
In aula per l’esordio del ddl (la discussione si aprirà solo martedì prossimo), il ministro Maria Stella Gelmini ha indicato i tempi per l’approvazione: «Sicuramente prima della pausa estiva, quantomeno al Palazzo Madama» ha detto, sottolineando il carattere «riformista» del progetto, «forte» e «frutto di una grande concertazione». Ma l’iter comincia gravato dalla certezza dei tagli che colpiranno il sistema universitario (1,5 miliardi in cinque anni), una decisione basata su questioni di cassa che crea malumori nella stessa maggioranza. È stato il relatore del provvedimento, Giuseppe Valditara, del Pdl, che ha parlato di una riforma ispirata da «responsabilità e merito», a sollecitare il ripristino degli scatti di stipendio per i 60 mila professori e ricercatori italiani e a chiedere al governo maggiori finanziamenti: «Se nella Finanziaria di ottobre non saranno ridate risorse adeguate, non si potranno fare assunzioni di personale e i ricercatori non avranno adeguate prospettive di carriera». A Valditara si deve uno degli emendamenti destinati a modificare il ddl, ovvero l’introduzione di un esame obbligatorio d’inglese per i ricercatori, mentre sono state scritte in casa Pd due proposte che già fanno discutere: il sistema «intra moenia», già in vigore tra i medici, anche per i docenti universitari (che dovrebbero versare all’ateneo una quota del reddito extra-universitario) e l’abbassamento dell’età pensionabile da 70 a 65 anni. Per il senatore Pd Mauro Ceruti la riforma è già «fallita» ed è «un enorme taglio che colpisce gli atenei, i ricercatori, gli studenti e i giovani»: «Senza sostegno alla qualità della formazione e della ricerca, il merito non potrà emergere e senza sostegno al diritto allo studio non potrà emergere il merito degli studenti meno abbienti». Ddl bocciato anche dall’Unione universitari, che torna a chiederne il ritiro: «Irricevibile».
La riforma introduce le regole che rivoluzioneranno l’università, prima fra tutte l’«esame» sull’efficienza degli atenei che sarà affidata all’Agenzia di valutazione del sistema universitario (Anvur), i cui «rapporti» saranno determinanti per la distribuzione di parte dei fondi pubblici. Professori e ricercatori saranno reclutati con nuove regole: per i primi viene introdotta l’abilitazione nazionale, con commissioni estratte a sorte; per i secondi, stop al tempo indeterminato: potranno avere al massimo due contratti a termine di durata triennale ed entro questo termine dovranno conseguire l’abilitazione per diventare «associati» o resteranno fuori. Incarichi a termine anche per i rettori: due al massimo il numero dei mandati, ciascuno di quattro anni; il «magnifico» potrà essere sfiduciato dal Senato accademico. Quest’ultimo sarà separato dal Consiglio di amministrazione, che dovrà avere almeno tre membri esterni (per lo più del mondo delle imprese) su undici. Viene infine introdotto un fondo per premiare gli studenti meritevoli, slegato dal reddito, e i professori migliori: i docenti saranno valutati ogni tre anni, con blocco degli scatti di stipendio in caso di giudizio negativo. (m.r.t.)
 
 
7 - La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Attualità
IL PRESIDENTE DEI RETTORI 
«Fatto positivo, senza fondi però non si va avanti» 
ROMA. «Se fosse approvata, la legge potrebbe essere considerata un fatto positivo per l’università perché da trent’anni non si fanno provvedimenti organici: ma le norme non saranno di per sè sufficienti se non ci sarà un recupero sostanziale del taglio di risorse decise nel 2008 e che entrerà in vigore nel 2011». Enrico Decleva, rettore dell’Università statale di Milano e presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui) promuove la riforma Gelmini, ma ricorda che sul provvedimento pesa la minaccia della drastica riduzione dei fondi pubblici - 1,5 miliardi di euro in cinque anni. Senza un cambiamento di rotta, dice, «la riforma non potrebbe andare avanti». A partire da uno dei suoi elementi centrali: la valutazione degli atenei, con incentivi economici ai più virtuosi: «O le risorse aumentano, o ci distribuiremo solo i tagli, e si arriverà al collasso, anche se con velocità diverse, mentre a livello internazionale per contrastare la crisi si investe, o quantomeno non si riducono gli stanziamenti per educazione e ricerca».
Quanto al rischio di «precarizzazione» denunciato dai ricercatori con l’introduzione della formula dei due contratti a termine, per un massimo di sei anni, «la legge deve essere più chiara»: «Nel senso che l’università, al secondo contratto, deve prevedere la disponibilità di risorse per trasformare in associato il ricercatore che superi l’abilitazione nazionale: se questo accadrà, gli effetti saranno positivi. Oggi i ricercatori a tempo indeterminato sono 25 mila, è necessario per didattica e ricerca che almeno un terzo diventi associato». (m.r.t.)
 
 
RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA

Questionnaire and social

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