Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
22 July 2010
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 
L'UNIONE SARDA
01 - Sassari. Riforma contestata, Ricercatori in agitazione
02 - Clinica Macciotta. Prematuri, ora viaggiano soltanto i chirurghi
03 - Conferenza alla Pinacoteca di Cagliari
04 - In ottobre il convegno degli storici contemporaneisti
05 - Il firmamento sulla Cittadella
 
LA NUOVA SARDEGNA
06 - Facoltà di Medicina. Pochi docenti, rimandate le iscrizioni
07 - Contro la fibrosi cistica. Finanziata ricerca locale sulla genetica 
08 - Mastino al ministro: ateneo verso la paralisi
09 - Ricercatori: «Non vogliamo diventare una razza in estinzione»
10 - Rotonda di viale Marconi: sperimentazione su studio dell'ateneo
11 - Sassari- Notizie in breve
 
IL SARDEGNA
12 - Ricerca sulla fibrosi cistica sostegno a un cagliaritano
 
 
RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA
 

L’UNIONE SARDA
   
1 - L’Unione Sarda
Provincia di Sassari - Pagina 37
Sassari. Riforma contestata
Ricercatori in agitazione: rischiano di saltare i corsi di laurea dell’ateneo
Rischiano di restare fermi al palo i corsi di laurea dell’Università di Sassari. I ricercatori dell’ateneo sassarese, già in stato di agitazione per protestare contro il disegno di legge di riforma dell’Università, rifiutano di condurre le lezioni per il prossimo ciclo di insegnamenti.
Una decisione in perfetta linea con quanto stabilito dalla legge, che prevede per loro forme di didattica integrativa e di supporto all’interno dei corsi ufficiali, e non la conduzione degli insegnamenti. Insomma, stanchi di essere bistrattati da un sistema nazionale che non riconosce loro dignità e considerazione, i ricercatori hanno deciso di non fare più da tappabuchi. Una presa di posizione che ha fatto squillare i campanelli d’allarme nelle undici Facoltà sassaresi.
In mancanza dei ricercatori che suppliscono alla carenza di docenti accettando la titolarità di numerosi insegnamenti, l’avvio dei corsi diventa impossibile. Questo perché anche la maggioranza dei professori ordinari e associati ha a sua volta rifiutato di coprire con incarichi aggiuntivi gli insegnamenti lasciati vacanti dai ricercatori in agitazione.
Davanti a una prospettiva di tale emergenza, il rettore di Sassari, Attilio Mastino, ha inviato un appello al ministro dell’Università, Maria Stella Gelmini: «Il Senato accademico e il Consiglio di amministrazione dell’Università di Sassari si sono dichiarati vivamente preoccupati in relazione all’avvio dei corsi di laurea e dei corsi di laurea magistrale a partire dal 1 ottobre», scrive il rettore. «I due consessi accademici mi hanno chiesto di segnalarle la gravissima situazione che si sta determinando e hanno espresso la solidarietà ai ricercatori, soprattutto in relazione alle linee portanti del disegno di legge di riforma dell’Università, che potrebbe infliggere un grave vulnus al sistema universitario, dal momento che non riconosce la terza fascia di docenza e il contributo che i ricercatori hanno assicurato in passato in termini di impegno didattico», continua la lettera, virando dall’appello alla forma di protesta condivisa con i ricercatori.
«Il disegno di legge - continua - colloca i ricercatori in un binario morto, prevede come forma di accesso al mondo universitario solo la figura di ricercatore a tempo determinato ripristinando il precariato e non istituisce un numero adeguato di procedure di reclutamento di professori associati riservate ai ricercatori del ruolo a esaurimento». (v. g.)
 
 
2 - L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 18
Clinica Macciotta
Bimbi prematuri, ora viaggiano soltanto i chirurghi
Bimbi prematuri fatti salire su aerei dell’Aeronautica e, accompagnati dai genitori, costretti ad affrontare “viaggi della speranza” per sottoporsi a delicati interventi chirurgici negli ospedali pediatrici della Penisola. L’Azienda ora prova a invertire la rotta: evitare ai piccoli i lunghi spostamenti e portare i chirurghi a Cagliari, nella clinica Macciotta. Il primo accordo è già stato raggiunto: il direttore sanitario, Gian Benedetto Melis, e quello del reparto di Terapia intensiva neonatale, Vassilios Fanos, hanno firmato un protocollo d’intesa con l’ospedale pediatrico Pasquinucci di Massa Carrara.
800 GRAMMI I frutti dell’accordo si vedono già. Nei giorni scorsi due cardiochirurghi di Massa Carrara sono sbarcati in città e hanno raggiunto la clinica Macciotta per un delicato intervento su un bimbo prematuro di 800 grammi, con il dotto di Botallo (l’arteria che nel feto normale porta sangue dall’arteria polmonare all’aorta e che alla nascita, quando i polmoni iniziano a respirare, si chiude nel giro di alcune ore) completamente aperto. Nei prematuri è un fatto quasi normale, ma quando il “tubicino” ha un’apertura notevole si corrono diversi rischi (sovraccarico di lavoro del cuoricino e aumento della pressione nell’arteria polmonare) ed è necessario l’intervento chirurgico. Quello che hanno fatto i medici arrivati nel reparto di Terapia intensiva: con una toracotomia hanno sistemato due “clips” chirurgiche per chiudere il dotto. É la prima volta che un intervento del genere viene realizzato in Sardegna. «Con questo accordo», commenta Gian Benedetto Melis, «quando le condizioni dei piccoli pazienti e le attrezzature in nostro possesso lo permetteranno, eviteremo i trasferimento fuori dalla Sardegna, con i disagi enormi per il piccolo e per i suoi genitori. Inoltre il costo per far venire i chirurghi da noi è notevolmente inferiore rispetto alla spesa da affrontare per la trasferta del prematuro e dei familiari, e per il loro soggiorno fuori dall’Isola».
NOVITÀ Intanto oggi Melis, Ennio Filigheddu (commissario dell’azienda mista), Tiziana Frongia (responsabile del progetto), Maurizio Fossarello (direttore della Clinica oculistica), Fanos e Antonello Arru (presidente della Fondazione Banco di Sardegna) presenteranno un’altra novità unica in Sardegna: la Clinica oculistica si è dotata di un importante strumento diagnostico (Retcam) che serve alla diagnosi precoce della retinopatia (causa di cecità) del bambino nato prematuro. (m. v.)
 
 
3 - L’Unione Sarda
Estate Pagina 12
Alla Pinacoteca di Cagliari “Un cavaliere di Santiago nella Sardegna del Cinquecento”
Oggi alle 18, nei locali della Pinacoteca Nazionale di Cagliari, in piazza Arsenale, Alessandra Pasolini, storica dell’arte dell’Università di Cagliari, terrà la conferenza “Un cavaliere di Santiago nella Sardegna del Cinquecento”. Il tema è il quadro di Pietro Cavaro “Sant’Agostino in cattedra” dove verrà individuato il ritratto del cavaliere Salvatore Aymerich. Nell’occasione saranno esposte alcune statuine ex voto di San Giacomo provenienti da Compostela, datate al XV secolo, facenti parte della collezione in esposizione nelle sale della Pinacoteca. Alla conclusione della conferenza seguirà una visita guidata alle opere presenti nel museo che raffigurano San Giacomo. L’iniziativa, curata dal direttore della Pinacoteca, Marcella Serreli, è stata promossa dalla Soprintendenza per i Beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Cagliari e Oristano.
 
 
4 - L’Unione Sarda
Lettere & Opinioni - Pagina 42
La Sardegna esclusa
Colonizzati e soddisfatti
Dal 7 al 9 ottobre presso un noto Hotel di Cagliari si svolgerà l’annuale Convegno degli storici contemporaneisti (http://www.sissco.it/). Il tema attualissimo sarà "La costruzione dello Stato-nazione in Italia", per celebrare i 150 anni della della cosiddetta unità d’Italia. Dalle celebrazioni a carattere nazionale la Sardegna è esclusa. Verranno largamente finanziate dal Governo opere e infrastrutture a Venezia, Firenze, Perugia, Torino, Novara, Imperia, Reggio Calabria, Isernia, Napoli: la Sardegna è esclusa dai grandi finanziamenti. Colpa nostra o di "Roma ladrona"?
Verranno pure sponsorizzate iniziative culturali e anche in questo caso non mi risulta ce ne siano in Sardegna: il convegno di ottobre è finanziato con circa 82 mila euro soltanto dalla Presidenza della Regione autonoma della Sardegna. Parteciperanno una decina di contemporaneisti "continentali" e un solo sardo: Aldo Accardo dell’Università di Cagliari presenterà la relazione "Un’appendice incerta del Risorgimento: Sardegna e Unità d’Italia". In sostanza, la Presidenza della Regione spende oltre 80 mila euro per un convegno internazionale dove viene detto all’universo mondo che la Sardegna sarebbe solo un’appendice incerta dell’Unità d’Italia. Mi pare un modo alquanto bizzarro di investire risorse e proporsi al mondo accademico.
Mi vien da pensare che se non siamo stati inseriti nei programmi e nei finanziamenti per queste celebrazioni una ragione c’è: così vogliamo noi. Mi vien da pensare, inoltre, che quando la Sardegna viene cancellata - per esempio dalle pubblicità turistiche italiane nel mondo - è perché così vogliamo noi. Mi vien da pensare, ancora, che a noi piace essere emarginati e colonizzati: non saremmo altro che un’appendice incerta, un’isola esotica dove i padani vengono per sollazzarsi e costruire le loro ville.
Invece noi siamo l’origine di quello Stato che nel 1861 ha cambiato nome da Regno di Sardegna in Regno d’Italia (poi Repubblica italiana), com’è ampiamente dimostrato. Paolo Fadda ha sottolineato l’importanza non solo storiografica, ma anche sociale, politica ed economica della presa di coscienza di questa evidenza scientifica. Invece ci fa comodo continuare a essere considerati un’appendice incerta dell’Italia. Appendice che esiste realmente quando c’è da prelevare tasse, costruire centrali nucleari o raffinerie. Appendice che è incerta quando c’è da finanziare opere, elettrificare le ferrovie, dare vera continuità territoriale, restituire le quote spettanti dei prelievi fiscali o protestare contro indiscriminate finanziarie.
Mentre noi ci autocolonizziamo la Lega, con la non meglio definita Padania, sta spaccando quello Stato che si vuole celebrare utilizzando falsi miti di cavouriana memoria, tesi a costruire una nazione ancora lontana da venire.
Giovanni Serreli
Storico indipendente
 
 
5 - L’Unione Sarda
Estate Pagina 11
Il firmamento sulla Cittadella
Bisogna abbracciare il lato oscuro se si vuole afferrare il cielo, con i suoi segreti di fulgide stelle. Scappare alla luce, quando questa nasconde alla vista. O inquina, come nella ridente città di Cagliari.
Anche se un posto al buio c’è. «Ma dove non lo scriva», freme un astrofilo che sa di cieli e di mari, intimorito della confidenza fatta. A sentirlo narrare dell’incanto del cosmo e di quella coperta che avvolge la terra come un’amante, chi non vorrebbe avere più occasioni di sollevare lo sguardo al buio, guidati dagli esperti? Restano spenti i lampioni nella Cittadella universitaria di Monserrato, al Dipartimento di Fisica, per la serata di osservazione astronomica dello scorso lunedì, voluta dall’Associazione studenti di biologia della Sardegna. «Questo è il punto più alto della Cittadella, a minor impatto luminoso», spiega Valerio Selis per gli organizzatori, mentre l’astrofisico Manuel Floris dell’Associazione astronomica nuorese bilancia il telescopio. Duecento le teste in fila caotica ma civile, attorno all’apparecchio che ingrandirà la luna e Saturno.
È una lama nelle tenebre il laser puntato dallo scienziato in direzione di Saturno. Indica poi la Stella polare, che si trova seguendo la linea delle due stelle alla base dell’Orsa maggiore. Chi ricorda la bandiera dell’Alaska? «Però questa serata non è ideale, con la foschia diffonde la luce della luna e della città». La sfida lanciata al pubblico è scorgere Alcor, nella costellazione dell’Orsa Maggiore. È la debole stella compagna della splendente Mizar. «Sulla fiducia», commenta uno degli spettatori. Non è solo un gioco se i persiani lo usavano come test della vista per le guardie imperiali. Saturno, a un miliardo di anni luce da noi, è visibile a occhio nudo al pari di Marte, Giove e Venere, in questo periodo. Il pianeta della dea dell’amore si lascia osservare da un mese e mezzo. Giove sorgerà più tardi. Al telescopio il tempo di abituare la vista ed ecco gli anelli di Saturno, composti da materiali ferrosi, silicati e anidride carbonica ghiacciata. Bellezza degli elementi e lezione di geografia astronomica a secoli luce di banchi scolastici da qua. Diminuiscono i nostri pianeti: Plutone è stato declassato ad asteroide grande. Per distinguere stelle e pianeti? Il luccicchìo è proprio degli astri e del loro ardere. E le stelle non sono tutte uguali, per ognuna consideriamo luminosità e distanza. Aiutino per riconoscere i pianeti del nostro sistema solare? Seguire l’eclittica della luna. Vista al telescopio è così invadente, quasi da licantropia, anche se è solo mezza. “Siamo figli delle stelle”, ride lo scienziato citando la canzone: i nostri atomi sono formati dai resti delle supernove, stelle di massa maggiore del nostro sole. Atomi tenuti insieme dalla forza di gravità. Cresce l’interesse, qualcuno si dà appuntamento al Bastione di Saint Remy di Cagliari.
Il 10 agosto una nuova serata (stavolta organizza l’Associazione astrofila sarda). Manuel Floris denuncia lo spreco energetico: «In Sardegna il 50% dell’illuminazione pubblica si disperde verso l’alto. Se l’Isola si dotasse della legislazione di Veneto e Trentino si risparmierebbe la metà». Buone notizie? Sì: niente fine del mondo del 2012: «Se fosse vero i dipartimenti di fisica sarebbe chiusi e gli scienziati andrebbero a godersi la vita». Intanto collega il videoproiettore. Cineforum spaziale sull’asfalto, a ingresso libero. Lo schermo mostra nebulose planetarie e ammassi globulari. Infine la Girandola, una galassia lontana lontana 23,8 miliardi di anni luce. Ancora spazio e tempo. «Tra cento miliardi di anni un ipotetico essere umano osserverebbe una sola galassia», avverte lo scienziato. «Io ci sarò», una voce sotto le stelle.
MANUELA VACCA
 

 
LA NUOVA SARDEGNA

6 - La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Facoltà di Medicina 
Pochi docenti, rimandate le iscrizioni 
CAGLIARI. Il consiglio della facoltà di Medicina ha deciso di rimandare ulteriormente le iscrizioni. Inizialmente si sarebbero dovute aprire, per tutto l’ateneo, il 19 di questo mese, ma l’agitazione dei ricercatori (che hanno negato la loro diponibilità alla didattica per via del blocco delle carriere) aveva spinto a ipotizzare la data del 27. Ieri però il consiglio di facoltà di Medicina ha giudicato la situazione ancora più grave e sospeso il «manifesto degli studi», ovvero la predisposizione dei vari corsi di laurea. Da qui l’ulteriore slittamento delle iscrizioni (visto che ci si iscrive a un corso di laurea). Ma la parola definitiva la dirà il senato accademico, fissato per domani. La protesta è contro il disegno di legge del ministro Gelmini e i tagli della finanziaria che ipotizzano un futuro nero per gli atenei: blocco delle sostituzioni di chi va in pensione e tagli alla ricerca.
 
 
7 - La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Finanziata una ricerca locale che punta sulla genetica 
Contro la fibrosi cistica 
CAGLIARI. La Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica sosterrà un progetto diretto da Roberto Loi, ricercatore della sezione di Oncologia e patologia molecolare del dipartimento di tossicologià dell’università di Cagliari. L’obiettivo della ricerca biennale, finanziata con 50.000 euro, è ottenere un particolare tipo di cellule staminali da cellule epiteliali respiratorie, una via che la fondazione considera importante per la cura della fibrosi cistica. «Il nostro è un approccio sperimentale, cellulare e non farmacologico», spiega Loi, 44 anni, originario di Terralba, ricercatore confermato di patologia generale con una lunga esperienza negli Stati Uniti. «Gravi complicanze polmonari colpiscono la quasi totalità dei pazienti affetti da questa patologia: la strategia del nostro progetto è la somministrazione di cellule staminali prelevate dallo stesso paziente, opportunamente curate in vitro e riprogrammate, che potrebbero riparare il danno all’epitelio polmonare».
La fibrosi cistica è la malattia genetica grave più diffusa in occidante. Nel mondo ne soffrono 70.000 persone. Cinquant’anni fa i bambini nati con questa patologia non superavano l’infanzia, mentre le cure attuali hanno portato ad almeno 40 anni l’aspettativa di vita. In Italia vengono diagnosticati circa 200 nuovi casi l’anno. Ogni settimana nascono circa quattro nuovi malati e ne muore uno. Chi nasce con la malattia ha ereditato da entrambi i genitori che sono portatori sani un gene difettoso, che determina le laterazioni successive.


8 - La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Sassari
Mastino al ministro: ateneo verso la paralisi 
Nuovo appello dopo il perdurare dell’agitazione dei ricercatori che rischia di bloccare i corsi 
Sarà il caos: ordinari e associati non faranno ore di lezione aggiuntive e sessanta professori hanno chiesto di andare in pensione per evitare la liquidazione scaglionata 
SASSARI. Il rettore Attilio Mastino lancia l’appello al ministro dell’Istruzione: «La protesta dei ricercatori che non assicureranno più l’insegnamento, rischia di bloccare dal 1º ottobre prossimo l’avvio dei corsi, la riforma deve definire le forme di reclutamento e il riconoscimento delle legittime prospettive di progressione di carriera». È contenuta in una lettera indirizzata a Mariastella Gelmini la solidarietà verso i docenti e le preoccupazioni per il futuro prossimo dell’università. Al ritorno nelle aule, gli studenti potrebbero trovarle chiuse.
Il 1º luglio i ricercatori avevamo occupato simbolicamente il rettorato, già allora il Magnifico aveva espresso al ministro le riserve sulle linee della riforma mettendole nero su bianco. Ora ci riprova per la seconda volta, in attesa di una risposta che precedentemente non è arrivata da Roma.
Sono 254 su un totale di 731 i docenti in stato d’agitazione. Un terzo della «forza lavoro» dell’ateneo turritano, una forza appunto indispensabile per seguire i 16.700 studenti che lo frequentano. Se poi si considera che sessanta docenti di prima e seconda fascia hanno chiesto di poter andare in pensione, per non ritrovarsi con la liquidazione scaglionata, ecco numeri che hanno messo in allarme il Senato Accademico ed il Consiglio di Amministrazione, che si sono riuniti nei giorni scorsi per valutare la situazione. E che hanno voluto «informare» la Gelmini.
Scrive Mastino al ministro che «i ricercatori hanno dichiarato lo stato di agitazione e intendono attenersi alla normativa che prevede per loro forme di didattica integrativa e di supporto all’interno dei corsi ufficiali. Di conseguenza molti di loro dichiarano di non essere disposti ad assumere la titolarità di insegnamento». D’altra parte «si è registrato il rifiuto da parte di una netta maggioranza di professori ordinari e associati a coprire con incarichi aggiuntivi gli insegnamenti lasciati vacanti dai ricercatori in agitazione». Di qui la possibile paralisi dei corsi.
Il rettore ribadisce che la legge di riforma dell’Università, «potrebbe infliggere un grave vulnus al sistema universitario, dal momento che non riconosce la terza fascia di docenza ed il contributo che i ricercatori hanno assicurato in passato in termini di impegno didattico, collocando i ricercatori in un binario morto, prevede come forma di accesso al mondo universitario solo la figura di ricercatore a tempo determinato ripristinando il precariato e non istituisce un numero adeguato di procedure di reclutamento di professori associati riservate ai ricercatori del ruolo ad esaurimento».
Ma la lettera denuncia che arriva da Sassari è un grido contro un disegno di legge che «demotiva soprattutto i più giovani, danneggia l’Università pubblica e in nome di una malintesa efficienza introduce il principio di concorrenza tra Atenei, investendo negativamente anche le altre fasce di docenza». E poi ci sono, a peggiorare le cose «le risorse che si riducono drasticamente». Così «le Università rischiano di andare a picco, si limita il principio costituzionale dell’autonomia universitaria, si proclama il modello aziendalista che scoraggia i soggetti coinvolti, in particolare gli studenti ed i giovani ricercatori».
Sono dettagliati gli appunti che l’ateneo sassarese presenta alla Gelmini. Un cahier de doleances arrivato dagli atenei di tutta Italia. Mastino li elenca al ministro e lo dice apertamento che così non può andare, che ogni università ha la sua storia e le sue radici di cui bisogna tenere conto. «Sono convinto che ciò non significa che è meglio lasciare le cose come stanno, ma occorre avviare un percorso riformista positivo e concentrarsi sulla complessità dei problemi in campo». La Gelmini ascolterà?
Paoletta Farina 


9 - La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Sassari
IL PORTAVOCE 
«Non vogliamo diventare una razza in estinzione» 
«Non potremo fare carriera e avere un futuro» 
SASSARI. «Dovevamo rappresentare la forza giovane dell’università, ora noi ricercatori siamo diventati una figura in via d’estinzione e che è man mano invecchiata. Ma sia ben chiaro, siamo decisi ad andare avanti: riconfermiamo la nostra indisponibilità a fare didattica». Alberto Alberti, uno dei portavoce della protesta diffusa in tutti gli atenei, commenta con amarezza ma con grinta la situazione in cui si ritrova con i suoi colleghi. Ed è confortato dall’iniziativa del rettore Attilio Mastino, «che si è preso in carico il problema». Ha 43 anni, in pratica l’età media, che è sui quaranta, della bistrattata categoria. Dopo dieci anni di lavoro (in Malattie infettive alla facoltà di Veterinaria), ha uno stipendio di duemila euro, «ma la regola è 1600-1800 euro». Stipendi che, per i tagli alla spesa pubblica resteranno bloccati. «Con la riforma Gelmini, poi, ci impediscono di fatto anche di fare carriera visto che il nostro ruolo giuridico non esisterà più - afferma -. Non chiediamo certo avanzamenti automatici, ma almeno che ci garantiscano di poter provare le nostre qualità, dandoci una corsia per accedere agli altri livelli di docenza. Invece i concorsi sono bloccati e noi ci troviamo senza prospettive. Eppure si continua a parlare di meritocrazia, sulla quale noi siamo totalmente d’accordo. Peccato, però - conclude Alberti - che la riforma dell’università non garantisca affatto il reclutamento sulla base del merito».


10 - La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Cagliari
La rotonda di viale Marconi: comincia la sperimentazione 
QUARTU. Sarà aperta al traffico domani la rotonda tra viale Marconi e viale Colombo. Si tratta di un intervento sperimentale la cui funzionalità sul piano del miglioramento della circolazione sarà oggetto di un costante monitoraggio da parte dei tecnici dell’amministrazione comunale.
«Sono stati fatti diversi studi in collaborazione con l’Università di Cagliari - spiega Stefano Lilliu, assessore alle Politiche infrastrutturali e della mobilità e ai Trasporti - ma, considerato l’intenso traffico automobilistico che interessa quel tratto di strada, le valutazioni sull’efficacia dell’intervento potranno essere formulate in base alle verifiche sul campo. Solo allora - prosegue l’assessore - potremo stabilire le modalità di impiego permanente dell’opera. In funzione dei dati di traffico che rileveremo nelle prossime settimane verranno prese le decisioni finali, le quali potrebbero anche annoverare un funzionamento della stessa rotonda parzialmente regolata dai semafori a seconda delle fasce orarie».
L’opera rientra nell’ambito delle attività per la messa in sicurezza di viale Marconi, teatro continuo di incidenti. (p.s.)
 
 
11 - La Nuova Sardegna
Pagina 26 - Sassari
IN BREVE
Biblioteca universitaria La Biblioteca universitaria, fino a data da destinarsi, osserverà i seguenti orari: dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 17,15 e il sabato dalle 8 alle 14.
Medicina Dal 17 al 21 agosto nella facoltà di Medicina, l’associazione «Alfa elica medicina» organizza i pre-corsi formativi “Fuori di test ’10” per la preparazione ai test di ammissione a medicina, odontoiatria e professioni sanitarie, iscrizioni fino a esaurimento posti non oltre il 10 agosto, info: 3485919636, 3209368973 e www.alfaelica.org
 


E POLIS - IL SARDEGNA
 
 
12 - E Polis / Il Sardegna
Grande Cagliari – Pagina 20
Medicina. Finanziato il progetto di Loi
Ricerca sulla fibrosi cistica
sostegno a un cagliaritano
La Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica sosterrà un progetto diretto da Roberto Loi, ricercatore della sezione di Oncologia e patologia molecolare del dipartimento di tossicologia dell’università di Cagliari. Obiettivo della ricerca biennale, finanziata con 50mila euro, è ottenere un particolare tipo di cellule staminali da cellule epiteliali respiratorie, una via che la fondazione considera vicina alla cura definitiva della fibrosi cistica. Il nostro è un approccio sperimentale, cellulare e non farmacologico, spiega Loi, 44 anni, originario di Terralba (Oristano), ricercatore confermato di patologia generale con una lunga esperienza negli Stati Uniti. Gravi complicanze polmonari colpiscono la quasi totalità dei pazienti affetti da questa patologia: la strategia del nostro progetto è la somministrazione di cellule staminali prelevate dallo stesso paziente, opportunamente curate in vitro e riprogrammate, che potrebbero riparare il danno all’epitelio polmonare. La fibrosi cistica è la malattia genetica grave più diffusa in occidante. Nel mondo ne soffrono 70mila persone.
 
 
RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA

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