Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 July 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

1 – L’Unione Sarda
Cagliari e Provincia Pagina 17
Facoltà in agitazione permanente
Contro i tagli, il disegno di legge Gelmini e la Finanziaria
Università. Gli Stati generali, riuniti ieri, si sono conclusi con la dichiarazione di mobilitazione contro il Governo
 
Grande successo dell'iniziativa indetta dai Consigli di facoltà riuniti in seduta comune. Politici e soprattutto cittadini hanno accolto l'invito.
L'esercito dell'Università serra le file e scende in campo per affrontare la battaglia contro il Governo. L'Ateneo di Cagliari è unito: docenti, ordinari e associati, ricercatori, presidi, studenti e dipendenti amministrativi combatteranno per lo stesso obiettivo, contro i tagli all'Università pubblica e il disegno di legge di riforma che giovedì prossimo approderà nell'aula del Senato. È il primo importante risultato che esce dagli Stati generali dell'Università, in un 14 luglio che segna anche a Cagliari l'inizio di una controffensiva nei confronti del Governo e dei suoi piani «che non rispondono alla necessità non più differibile di riformare il sistema universitario». Alla fine, a dare solennità alla seduta è la proclamazione dello «stato di mobilitazione permanente». Vuol dire che non finisce qui. «Non rifiutiamo di farci carico dei sacrifici imposti dalla crisi - dice il preside di Architettura Antonello Sanna - ma aspettiamo un modello di sviluppo che investa sui giovani talenti, sulla ricerca e sull'innovazione».
LA SEDUTA L'iniziativa riscuote un grande successo di presenze. L'Aula B del Polo giuridico economico e sociale di viale Fra Ignazio, alle 19 di ieri, è stracolma. Attorno al tavolo della presidenza tutti i presidi delle undici facoltà, in prima fila anche il rettore Giovanni Melis, e tantissima gente in platea, cittadini che occupano tutti i 400 posti a sedere della sala e gli altri duecento di fronte al maxi-schermo allestito all'aperto. In tanti sono in piedi, e nella folla spiccano anche i volti dei politici ai quali i Consigli di facoltà in questa seduta comune rivolgono l'appello di intercedere presso il Governo «per salvare l'Università». Ci sono consiglieri regionali, c'è il presidente della commissione Cultura Attilio Dedoni e il suo vice Massimo Zedda (Sel), il presidente della Provincia Graziano Milia e alcuni assessori provinciali. «Il Consiglio regionale è compatto nel sostenere la vostra protesta - assicura Dedoni -non c'è destra né sinistra, non siamo d'accordo con questo disegno di legge: in quest'ultimo anno la Regione ha ripianato i tagli statali, a riprova che la riforma va fatta in modo diverso non pensando solo a tagliare i fondi». È uno dei punti dolenti: le risorse che arrivano da Roma per il Fondo di finanziamento ordinario scendono da 150 milioni del 2008 a circa 110.
LA DENUNCIA È Paola Piras, preside di Scienze politiche, a dare il là alla protesta: «Siamo qui per manifestare la preoccupazione per il futuro dei giovani e aprire l'Università al territorio per farla conoscere - dice - vogliamo sfatare il mito dei dipendenti universitari fannulloni, l'esperienza nell'Ateneo è totalizzante per la maggior parte delle persone che la vivono con passione e pazienza». Uno dei concetti che il capo d'istituto di Ingegneria Giorgio Massacci riprende per far capire che è in atto «un tentativo di smantellamento dell'Università pubblica» e far sapere che «lo Stato destina all'istruzione superiore solo lo 0,8% del Prodotto interno lordo contro l'1,3% dei paesi Ocse». In prima fila gli studenti (di tutte le sigle), che corrono il rischio di ritrovarsi con un'offerta formativa che di anno in anno si assottiglierà sempre di più. Massimo Deiana, preside di Giurisprudenza, dice a nome di tutti i colleghi che «si sta facendo il massimo per garantire gli studenti e le matricole: siamo qui per dire che noi vigiliamo per non essere trascinati in questo processo di smantellamento».
CARLA RAGGIO
 
Cagliari e Provincia Pagina 17
«Non ci fermiamo: il ministro cambi i piani»
 
 «Invitiamo la classe politica sarda a farsi portavoce del disagio dell'Ateneo presso il Governo e il Parlamento. E gli studenti e la cittadinanza a condividere le iniziative di opposizione al disegno di legge 1905, al fine di proteggere la qualità, l'efficienza e la dignità dell'Università e della ricerca pubblica». Ecco la voce dei ricercatori cagliaritani che rimbomba nell'Aula A: sono qui per spiegare, ancora una volta, le ragioni della protesta che, il 23 luglio, li vedrà ancora protagonisti di un presidio in rettorato, in concomitanza con la discussione del Manifesto degli Studi in Senato accademico.
Nel mirino una serie di provvedimenti, dal disegno di legge “1905” del 2009 alle leggi “133” del 2008 e “1” dello scorso anno che nel 2011 porteranno gli Atenei «al dissesto finanziario», mentre la manovra Finanziaria attualmente in discussione riduce del 32,7% gli stipendi di ricercatori e professori più giovani. Motivi che hanno portato alla mobilitazione della categoria in tutta Italia e nell'Ateneo di Cagliari di 325 dei 469 ricercatori, tanti sono quelli che ribadiscono di non essere più disponibili a farsi carico di insegnamenti, in qualità di supplenti, fintanto che non ci sarà un'inversione di rotta da parte del Governo.
«La protesta avrà delle inevitabili ripercussioni sull'avvio del prossimo anno - sottolineano i ricercatori - con un sostanziale blocco della didattica e un grave disservizio per le matricole e gli studenti. Disagi che saranno da attribuire alle politiche dissennate del Governo che sottofinanzia il sistema universitario, e non alla legittima posizione dei ricercatori che per anni hanno prestato la loro attività ben oltre i propri doveri e non vogliono ora essere complici dello sfascio verso cui l'Università pubblica viene condotta». Sono tante le ragioni per le quali si contesta il disegno di legge di riforma. Perché «cancella la ricerca come funzione fondante dell'Università, non prevede alcun finanziamento della ricerca, non introduce trasparenti criteri di merito nelle progressioni di carriera, non garantisce il diritto allo studio e per quanto riguarda i ricercatori non ne definisce il ruolo giuridico negandone anche le funzioni finora svolte e mettendo il ruolo ad esaurimento fin dal 2011».
Quel che i ricercatori si aspettano lo riassume Guido Mula (dipartimento di Fisica): «Se l'Università l'anno prossimo rischia di chiudere sarebbe saggio dire che non siamo in grado di garantire l'offerta formativa: noi abbiamo chiesto di non farla partire, ma è stata fatta una cosa a metà, con corsi segnalati con gli asterischi. Deve essere chiaro a tutti, soprattutto a chi si iscrive, cosa devono aspettarsi». (c.ra.)
 
2 – L’Unione Sarda
Cagliari e Provincia Pagina 17
Fuoricorso, duecento studenti si rivolgono al Tar
«La norma non può essere retroattiva: la decadenza dagli studi è illegale»
Il caso. Rivolta contro la decisione del rettore di fissare un tetto temporale alla carriera universitaria
 
Rischiano di veder spazzato via il loro curriculum scolastico perché non hanno concluso gli studi nel tempo previsto, per questa ragione hanno chiesto l'intervento dei giudici del Tar Sardegna. Prima un gruppo, poi alla fine sono 216 gli universitari firmatari della procura consegnata agli avvocati Carlo Tack, Mauro Barberio e Stefano Porcu che ha spianato la strada al ricorso presentato nei giorni scorsi alla cancelleria del tribunale amministrativo di piazza del Carmine. «Contestiamo», ha spiegato l'avvocato Tack, «la regola introdotta dal Rettore della decadenza automatica dello studente fuoricorso, soprattutto perché si tratta di una norma retroattiva che dunque colpisce anche chi ha iniziato a studiare con un quadro normativo differente».
IL RICORSO Già dall'aprile 2012 - spiegano i legali - alcuni universitari fuori corso che non si sono ancora laureati potrebbero essere dichiarati decaduti, vedendosi così costretti a iscriversi a un nuovo corso di studi e perdendo, almeno in teoria, una parte degli esami che hanno già dato. Ma se in qualche caso si tratta di studenti che hanno impiegato anni a passare gli esami, magari perché lavoravano per pagarsi gli studi oppure hanno avuto problemi di salute incompatibili con la carriera universitaria, in qualche altro caso il corso è addirittura scomparso. «Non esiste», ha proseguito l'avvocato, «una norma di legge che possa consentire al Rettore di far decadere gli studenti in forma retroattiva, ovvero che colpisca anche chi ha già iniziato con un altro ordinamento. Diverso è se fosse stata introdotta per chi doveva ancora iniziare, ma in questo caso riteniamo questo principio illegittimo».
IL PRECEDENTE Tempo fa, a quanto pare, il Tar Sardegna già si espresse bocciando una procedura simile che voleva essere introdotta dall'Università di Sassari. Saranno dunque i giudici amministrativi della prima sezione a decidere la sorte del regolamento sulle carriere amministrative degli studenti. Un primo verdetto sulla questione potrebbe già arrivare dalla prossima settimana: i legali degli universitari, infatti, hanno presentato anche un'istanza cautelare che verrà discussa il mercoledì, mentre è già stato formato il collegio chiamato a pronunciarsi. A presiederlo sarà Alessandro Maggio, supportato da Gianluca Rovelli (relatore) e Grazia Flaim. «Siamo fiduciosi e certi dei motivi che fondano il nostro ricorso», ha ribadito Pierpaolo Batzella, uno dei promotori del comitato “No decadenza studi”, «vogliamo difendere il diritto allo studio di tutti gli universitari, compresi i fuoricorso, che viene riconosciuto dalla Costituzione e contro cui stanno andando queste norme emanate sulla carriera degli studenti. Ora confidiamo nei giudici che esamineranno il ricorso».
FRANCESCO PINNA
 
3 – L’Unione Sarda
Estate Pagina 10
Per uno sviluppo a misura d'uomo
 
 Parte dall'Alto Oristanese, da Seneghe, dove 50 anni fa iniziò il progetto pilota per la Sardegna dell'Oece (1958-1962), la Summer School 2010 per lo sviluppo locale rurale, quest'anno dedicata al “Cibo e Territorio”. È già un lustro che per le stradine del centro storico montiferrino, terra di prodotti alimentari d'eccellenza (carne del Bue Rosso e Casizolu), accademici, studiosi, addetti ai lavori, amministratori pubblici e studenti studiano, discutono e scovano soluzioni per uno sviluppo futuro sostenibile che superi quel “familismo individuale” tipico del Mezzogiorno Italiano, coniato da Edward Banfield e mutuato ed elaborato poi dal sociologo Benedetto Meloni, direttore della Summer School seneghese intitolata a Sebastiano Brusco, economista e sociologo negli atenei di Sassari e Modena.
Quest'anno si affronta il tema dello “Sviluppo locale, cibo e territorio”, ossia una declinazione del paradigma dello sviluppo locale attraverso la cifra delle produzioni agroalimentari. Proprio il cibo, quindi, come medium di estrema potenza anche espressiva dello sviluppo, perché nel Montiferru il Casizolu e la carne del Bue Rosso ormai dovrebbero fungere da volano economico per tutto il territorio. In questi anni la scuola estiva seneghese «ha costituito una comunità scientifica, un invisible college, con forte connessione internazionale che coinvolge un numero ormai elevato di docenti e di alumni, un soggetto collettivo capace di produrre e costruire sviluppo, forte della formazione acquisita», spiega Meloni. «La Scuola ha declinato la problematica dello sviluppo locale in maniera originale, per la varietà di approcci teorici e di esperienze pratiche di riferimento. Attraverso lo studio dei sistemi produttivi locali e il confronto con operatori e policy maker, l'esperienza scientifico-didattica seneghese ha funto da spazio fisico del confronto tra narrazioni di casi di sviluppo locale, rappresentando una comunità che si è andata via via consolidando».
In collaborazione con gli atenei di Cagliari, Torino, Alessandria, Piacenza, Calabria e Piemonte Orientale, Comune di Seneghe e Slow Food, la scuola estiva propone un programma ricco di convegni, seminari, insomma studi specialistici. Alla Casa Aragonese tra il 19 e il 24 luglio, una settimana densa tra analisi teorica e pratica, laboratori per studenti, dirigenti e funzionari della pubblica amministrazione, operatori di sviluppo locale dei Gal, delle Camere di commercio, delle Agenzie di sviluppo, aziende, corsisti, addetti ai lavori, operatori commerciali e del turismo per cercare di capire e trovare le ricette giuste per uno sviluppo rurale integrato e sostenibile del territorio.
«Un'occasione da non perdere per la nostra comunità, perché avremo la possibilità di elaborare nuove strategie di sviluppo sfruttando l'agroalimentare e il nostro capitale umano locale», spiega il sindaco di Seneghe Antonio Luchesu. Gli fa eco Meloni: «l'obiettivo della Scuola, tra ricerca scientifica e pratiche territoriali di sviluppo, è creare una comunità di esperti disponibile a incontrarsi ogni anno per discutere di percorsi di sviluppo già compiuti, ma anche per negoziare come progettare strategicamente e attuare le politiche legate al territorio, con una lungimiranza simile a quella che animò il Progetto Oece».
JOSEPH PINTUS 
 
4 – L’Unione Sarda
Prov Medio Camp Pagina 28
San Gavino
Servizi Ersu: sportello per le domande
 
Le domande per la richiesta di accesso ai servizi dell'Ersu per l'anno 2010/11 potranno essere presentate presso lo sportello Cesil del Comune entro e non oltre le 13 del 18 agosto 2010, pena l'esclusione. Per usufruire del servizio è necessario presentare l'attestazione rilasciata dal Caaf e riferita ai redditi 2009 che viene rilasciata senza oneri per lo studente dai centri di assistenza fiscale (CAAF) convenzionati con l'E.R.S.U. di Cagliari. (g.pit.)

 
5 – La Nuova Sardegna
Prima pagina - Cagliari
«Stati generali» dell’università a difesa della cultura 
Per la prima volta gli 11 presidi hanno tenuto un consiglio di facoltà unificato e aperto al pubblico 
L’aula A di Scienze politiche gremita di persone: altoparlanti per chi non ha trovato posto 
 
CAGLIARI. Ieri era una data simbolica, il 14 luglio, giorno della presa della Bastiglia, nel 1789. Ma la scelta per indire gli «Stati generali» dell’università non è stata casuale, come ha ricordato il preside Massimo Deiana. Per la prima volta gli undici presidi hanno tenuto un consiglio di facoltà unitario e aperto alla città. Deiana, il responsabile di Giusrispurdenza (che ha coordinto l’assemblea nella facoltà di Scienze politiche) ha ricordato la gravità della situazione dell’università a seguito del disegno di legge del ministro Mariastella Gelmini e dei tagli imposti dalla Finanziaria.
 
PARACCHINI a pagina 19
 
Pagina 1 - Cagliari
L’università in rivolta, i presidi in guerra 
«Senza ricerca non c’è futuro» è stato lo slogan dell’affollata manifestazione di ieri sera 
Per la prima volta un consiglio allargato alle undici facoltà e aperto agli enti locali, alle forze politico-sociali e ai cittadini 
ROBERTO PARACCHINI 
 
CAGLIARI. Ieri era una data simbolica, il 14 luglio, giorno della peresa della Bastiglia, nel 1789. Ma la scelta per indire gli «Stati generali» (altro riferimento alla rivoluzione francese) dell’università non è stata casuale, come ha ricordato il preside Massimo Deiana.
 Stati generali. Per la prima volta gli undici presidi delle facoltà cittadine hanno tenuto un consiglio di facoltà unitario e aperto alla città. Deiana, responsabile di Giurisprudenza (che ha coordinato l’assemblea che si è tenuta nella facoltà di Scienze politiche), ha ricordato la gravità della situazione dell’università a seguito del disegno di legge del ministro Mariastella Gelmini e dei tagli imposti dalla Finanziaria. E la folta partecipazione (sala stracolma e altoparlanti esterni per chi non è riuscito a entrare) han mostrato quanto il problema sia sentito.
 Il crollo. In Italia si spende una media di 6.900 euro all’anno per studente, contro i 9.600 dei Paesi dell’Osce (che comprende trenta tra i maggiori Paesi mondiali) come ha precisato Giorgio Massacci, preside della facoltà di Ingegneria. A Cagliari dai 148 milioni del 2008 si passerà ai 111 del 2011. E ancora: in campo nazionale si investe nella ricerca lo 0,8 per cento del prodotto interno lordo, contro l’1,3 per cento nell’Osce. In Germania, dove si sta adottando un programma di forti restizioni, «l’unica voce che non è stata tagliata è la ricerca». L’ateneo del capoluogo perderà in cinque anni 421 tra docenti e non. Gli insegnanti dal 2007 a oggi sono già passati da 1.262 a 1.125 unità.
 Il futuro negato. «Senza università, nessun futuro» è stato lo slogan dell’incontro di ieri. In questi ultimi mesi «vi è stata una campagna pretestuosa sull’università, volta a farla sembrare un posto dove si lavora solo 60 ore all’anno e dove vi sono corsi di laurea risibili - ha affermato Paolo Piras, preside di Scienze politiche - mentre non si dice che solo grazie al volontariato molti corsi universitari possono andare avanti».
 Gli enti locali. Molte le presenze anche da parte del mondo politico. E tutti «molto preoccupati - ha affermato Graziano Milia, presidente della Provincia - perché è proprio vero: senza università non c’è futuro». Ma il problema, ha spiegato Piras, «è che questi tagli vengono fatti senza un progetto», solo in termini ragionieristici». Prima di «togliere i fondi alla ricerca - ha detto Masssimo Zedda, consigliere regionale, La sinistra - si intervenga sulle cose inutili come il ponte sullo stretto di Messina».
 Gli studenti. Era presenta anche il presidente del Pd Valentina Sanna e il responsabile dell’Ersu Daniela Noli, che ha raccomandato all’università di fare rete col territorio. Un passo avanti «importante» è stato l’incontro di ieri, ha affermato Andrea Coino, presidente del consiglio degli studenti dell’ateneo), che ha chiesto che tutti i componenti dell’ateneo si esprimano e si muovano in modo unitario.
 I ricercatori. Per i ricercatori, la riforma Gelmini è un de profundis. Al posto di un riconoscimento per il fatto che reggono il quaranta per cento degli insegnamenti (a Cagliari), gli si blocca la carriera e si pone la categoria in liquidazioine. Da qui l’indisponibilità di 325 ricercatori locali su 466 a proseguire la didattica anche per il 2010-11, come ha ricordato Valentina Onnis, del movimento «La rete 29 aprile».
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Sassari
CONVEGNO A LETTERE
I servizi alla persona
 
 Le riforme attuate nel settore delle politiche sociali nazionali durante quest’ultimo decennio hanno portato l’attenzione su alcune riflessioni in merito ai percorsi di mutamento nel settore dei ‘servizi alla persona’. Riflessioni che verranno proposte nel convegno scientifico nazionale su “Sistema formativo e servizi socio-educativi per le famiglie, per le scuole e per la comunità”, che si tiene oggi (ore 9.00-19.00) nella Sala Umanistica della Facoltà di Lettere e Filosofia, in via Zanfarino 62. Parteciperanno studiosi e ricercatori delle Università di Padova, Milano Bicocca, Pisa, Sassari e Tokyo.
7 – Il Sardegna
Grande Cagliari – pagina 19
Gli Stati generali degli Atenei:
senza università nessun futuro
La protesta. Assemblea pubblica con tutti i presidi di Cagliari per dire “no” ai tagli della manovra del Governo
Piras: “Dobbiamo difendere il futuro dei giovani”. I 325 ricercatori: “Non insegneremo più”
 
“Senza università nessun futuro”. È il messaggio forte e chiaro che ieri gli Stati generali degli Atenei di Cagliari, ricercatori, studenti e personale amministrativo hanno mandato alla classe politica regionale e nazionale per dire “no” ai tagli previsti del Governo all'Università e alla ricerca. Nell'aula magna di Scienze politiche, ieri sera, davanti a una platea di oltre 700 persone hanno parlato tutti i presidi di Cagliari. Tutti presenti, un fronte unito unico, anche con suddivisione degli argomenti da trattare. C'era Giorgio Massacci (Ingegneria), Massimo Deiana (Giurisprudenza), Aldo Pavan (Economia), Filippo Pirisi (Farmacia), Luca Fanfani (Scienze), Paola Piras (Scienze Politiche), Roberto Coroneo (Lettere), Carlo Carcassi (in rappresentanza del preside di Medicina), Massimo Arcangeli (Lingue), Antonio Cadeddu (Scienze della Formazione). Insieme per spiegare alla gente cosa sta succedendo al mondo della formazione e della cultura, uscendo dall'autoreferenzialità di cui sono sempre stati accusati, dalla nomea di “baroni” o di dipendenti pubblici scansafatiche, e per difendere il futuro dell'Università e contestualmente dei giovani. “La situazione è molto preoccupante per i nostri giovani talenti di oggi e di domani - ha affermato il preside di Scienze politiche, Paola Piras - che vedono nell'università pubblica il loro futuro. La maggior parte di noi lavora moltissimo e con passione per offrire ai ragazzi una didattica di qualità. Dobbiamo reagire a questa politica di tagli del governo restando tutti uniti e aperti al mondo esterno». Poi i dati forniti dal preside Massacci: «Nonostante la gravissima crisi in Germania l'unico ministero che non ha subito tagli anzi aumenti è quello dell'Istruzione, così come negli Stati Uniti. In Italia passeremo dai 148 milioni di euro di fondi del 2008 ai 111 del 2011: una riduzione del 25 per cento, e un taglio di organico in 5 anni a Cagliari di 421 tra docenti e personale amministrativo. L'Italia è il paese che investe meno nella ricerca, lo 0,8 per cento del Pil, contro la media dei paesi Ocse del 1,3. Questi tagli bloccheranno la vita degli Atenei». Sul piede di guerra i 325 ricercatori su 458: dal prossimo anno si rifiuteranno di insegnare. Preoccupazione espressa anche dagli studenti: «Non è garantito il nostro diritto allo studio», ha affermato Andrea Coinu. Per il presidente della Provincia, Graziano Milia «nessun Paese ha un futuro senza Università». Mentre per Valentina Sanna, presidente regionale del Pd: «Questo governo ha una strategia: togliere la libertà ai cittadini, non dando loro la possibilità di accedere alla conoscenza». ■
 
8 – Il Sardegna
Grande Cagliari – pagina 18
L’attacco
Sanjust: “Studentjob, un inutile doppione”
 
«Il nuovo servizio di orientamento Student Jobs, nato dalla collaborazione fra Ersu e Agenzia regionale per il lavoro, il cui costo, stando a quanto riportato sulla stampa è di 285.000 euro, ritengo indispensabile proporre alla attenzione dei lettori alcune considerazioni che, in un periodo di ristrettezze economi penso possano rappresentare un utile contributo nella non facile ricerca del miglior modo possibile di spendere i soldi pubblici». Lo sostiene Carlo Sanjust, consigliere regionale del PdL. «Indubbiamente - prosegue - l’iniziativa dell’Ersu con l’Agenzia regionale per il lavoro ha il merito di porre l’attenzione sulle politiche a favore dei giovani e della ricerca di uno sbocco lavorativo al termine degli studi. Tuttavia non posso non rilevare che un servizio di questo genere a Cagliari esiste già e perciò ritengo che questa iniziativa rappresenti, oggi, un costoso doppione». «Mi viene in mente, ad esempio, l’Informagiovani comunale che opera da anni a Cagliari. Un servizio che ha centinaia di contatti al giorno ed è conosciuto da tutti i giovani e da tutti gli studenti ». «Le analogie sono numerosissime - sostiene il Consigliere regionale - compreso il numero delle ore di apertura. I due servizi però non hanno lo stesso costo. Infatti, se sono vere le cifre comunicate, il nuovo servizio costa molto di più rispetto a quello offerto dal Comune».■  
 

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