Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
03 July 2010
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA
01 - Dottorati, dalla Regione 27 milioni per la ricerca degli atenei sardi
02 - Scienze politiche, presentazione libro di Benedetta Tobagi
03 - Morto Zuffardi, docente e scienziato di fama internazionale
04 - Tavolara. Gli effetti del clima: ricerca nell'area marina 
 
LA NUOVA SARDEGNA
05 - Regione, nuovi fondi per avviare i dottorati a Cagliari e Sassari
06 - Ricercatori contro la Gelmini: «La nostra figura è stata abolita»
07 - Buggerru, campagna di ripopolamento dell’aragosta
08 - Tredicesima a rischio per professori e ricercatori
09 - Sassari. Stalking: ieri convegno nell’aula magna dell’università
10 - Elisa, allieva dello Spano di  Sassari genio della matematica
11 - Archeologia. Monte Sirai svela i suoi tesori nascosti da millenni
12 - Golfo Aranci. Viaggio in traghetto sulle rotte dei cetacei 
 
 
RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA
 

L’UNIONE SARDA
 
1 - L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 19
L'assessorato alla Pubblica istruzione sostiene l'alta formazione dei giovani laureati
Dottorati, 27 milioni per la ricerca
Sono soldi regionali che dovranno spartirsi i due Atenei sardi
Saranno finanziate le borse di dottorato, triennali, per giovani laureati residenti in Sardegna e che fanno ricerca.
Ventisette milioni di euro per i corsi di dottorato di ricerca delle due Università sarde. In tempi di crisi e di tagli, ci pensa l'assessore regionale alla Pubblica Istruzione Maria Lucia Baire a dare un po' di respiro agli Atenei in affanno e a investire le risorse nel settore dell'istruzione e, in questo caso, dell'alta formazione. I soldi sono fondi Por (2007-2013) e verranno suddivisi tra Cagliari e Sassari che, rispettivamente, incasseranno un importo di 17.550.000 e 9.450.000 di euro per il finanziamento di borse di dottorato, triennali, afferenti a settori della ricerca ad alto contenuto innovativo e tecnologico e destinate a laureati, residenti in Sardegna o figli di emigrati sardi o di genitori residenti nell'Isola da almeno 5 anni.
LA REGIONE «L'istruzione e la formazione sono una priorità della Giunta regionale - ha sottolineato la Baire - che vuole assicurare il diritto allo studio ai giovani sardi e creare opportunità per l'accrescimento delle loro competenze». Con lei a presentare il bando da 27 milioni c'era il rettore di Cagliari Giovanni Melis e il delegato per la ricerca dell'Ateneo di Sassari Donatella Spano. «La Regione - ha spiegato - intende perseguire il duplice obiettivo di valorizzare e qualificare le giovani generazioni e gli studiosi impegnati in diversi filoni della ricerca contribuendo a incrementare le opportunità di sviluppo del sistema economico e di occupazione, creando competenze tecnico-specialistiche che rispondano alle esigenze del mercato del lavoro».
UNIVERSITÀ Entro il 3 agosto gli Atenei sardi dovranno presentare i loro progetti sia nelle discipline scientifiche che umanistiche più strettamente collegate all'innovazione tecnologica e, in particolare, nei settori più innovativi, delle nanotecnologie e delle biotecnologie, dell'energia e dello sviluppo sostenibile, dell'agroalimentare e dei materiali tradizionali. L'assessore ha poi ricordato l'impegno della Regione per innalzare il livello qualitativo dell'istruzione e della didattica nell'Isola, all'interno di un programma di azioni e d'intesa con le due Università, per creare delle eccellenze e professionalità altamente competitive». Le risorse stanziate, serviranno a garantire i tre cicli di dottorato, compreso il periodo di soggiorno all'estero dei borsisti.
IL RETTORE «Il finanziamento consentirà alle due Università sarde - ha specificato il rettore Giovanni Melis - di stare in prima fila, a livello nazionale, per l'alta formazione dei giovani laureati che avranno così un positivo potenziamento delle prospettive di ricerca». Cagliari avrà la possibilità di finanziare ulteriori 100 borse per ogni ciclo, mentre Sassari riuscirà a coprire almeno 120 borse che gravano sull'Ateneo. L'assessore ha anche garantito il suo impegno ad aprire un tavolo con le rappresentanze degli studenti per affrontare il problema dei fuoricorso, e ha confermato l'apertura di un confronto con Roma sul fronte dei tagli ai finanziamenti.
 
 
2 - L’Unione Sarda
Estate - Pagina 11
Benedetta, storia e sentimento
Lo si potrebbe raccontare come uno scontro di poeti.
Da una parte Conrad, convinto che si vive come si sogna: perfettamente soli. Dall'altra la Szymborska, che invece non si rassegna: “Dunque ci sei ? Dritto dall'attimo ancora socchiuso? / La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì?”.
In mezzo c'è Benedetta Tobagi: ossessionata dalla paura che avesse ragione Conrad, decisa ad aprire un buco nella rete per far passare almeno la memoria, ha scritto un libro sulla storia di suo padre Walter, giornalista e storico ucciso dal terrorismo rosso il 28 maggio 1980, a 33 anni. Lo ha intitolato “Come mi batte forte il tuo cuore”, come l'ultimo verso di “Ogni caso”, la poesia della Szymborska. E ieri ha presentato il volume (Einaudi, 308 pagine, 19 euro)in Sardegna: di mattina a Gavoi, al festival l'Isola delle Storie, e di sera a Cagliari, nella facoltà di Scienze Politiche, su invito della fondazione Luca Raggio.
A sentirle rievocare quella vicenda di inchiostro e sangue, diventava nitidissimo il confine tra sentimento e sentimentalismo da lei stessa evocato. Il sentimento, una figlia che rende omaggio a un padre ucciso non può negarselo: «sarebbe intellettualmente disonesto». Il sentimentalismo invece non c'è, perché insieme a un cognome illustre, a uno studio pieno di libri e a una nostalgia precoce, l'autrice ha ereditato dal padre un potente vaccino antiretorico. È il metodo dell'analisi storica: uno strumento intellettuale che Benedetta ha affilato sulle carte del padre: «Walter Tobagi era uno storico straordinario, la sua ricostruzione dell'attentato a Togliatti è ancora un punto di riferimento per chi studia quell'evento», spiegava ieri il ricercatore Gianluca Scroccu, che ha presentato il libro e l'autrice insieme alla preside di Scienze Politiche Paola Piras.
Il rigore dello storico per Benedetta significa immergersi nei documenti, metabolizzare gli articoli di Walter, apprezzarne a fondo la qualità dell'azione giornalistica. In particolare «la capacità di mediazione», che può significare “farsi medium”, diventare voce dei fenomeni osservati. E anche mediazione tra la complessità dell'Italia anni Settanta e le esigenze di stile, di spazio e di ristrettezza dei tempi che il giornalismo impone. Una mediazione che Tobagi risolveva con uno stile inconfondibile, con un talento esercitato nel fondere le voci, le istanze, le dissonanze in un quadro d'insieme suggestivo e potente. Non è un caso se le sue analisi dell'industrializzazione pugliese, con l'epopea dell'Ilva e la nascita dei metal-mezzadri , hanno dato materiale ai sociologi per i dieci anni successivi. E in fondo è proprio col rigore di chi fa ricerca che Benedetta trova, soppesa e pubblica la lettera che suo padre scrisse a sua moglie Maristella per spiegare che sì, il lavoro lo teneva lontano dai suoi ruoli di marito e padre ma scrivere, e scrivendo battersi per una società migliiore, era un modo prezioso di essere padre e marito.
Il sentimento Benedetta Tobagi se lo consente più in tipografia che in studio: acquisiti i documenti, rievocati i fatti e composti i testi, eccola impaginare il libro e abbinare gli sguardi rivelati dalla foto di Walter con i suoi pensieri, con i brani del suo diario. Oppure (ed è il sentimento potentissimo e sacro che chiamiamo pudore) eccola che impone all'editore una pagina bianca, per rappresentare la morte del padre in un modo più decente delle tante, troppe immagini di cronaca macellaia. E in quel bianco risuonano ancora più veri i versi della Szymborska. “Dunque ci sei ? Dritto dall'attimo ancora socchiuso? / La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì? / Non c'è fine al mio stupore, al mio tacerlo. / Ascolta / come mi batte forte il tuo cuore”.
CELESTINO TABASSO
 
 
3 - L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 19
Esperto in giacimenti minerari
Morto Zuffardi, docente e scienziato di fama internazionale
Il 28 giugno è deceduto a Milano il professor Piero Zuffardi, illustre studioso e insigne maestro nel campo della Giacimentologia. Era nato a Torino nel 1916 e si era trasferito in Sardegna, nel 1947, alle dipendenze della Società Montecatini, sia come vice direttore della miniera di Montevecchio, sia come dirigente del Servizio Geologico della Società di Montevecchio. In questo ruolo realizzava un sistema razionale di ricerca fra i più avanzati nel campo minerario, mantenendo contemporaneamente uno stretto legame con il mondo universitario.
Nel 1962, vinse la cattedra di Giacimenti minerari presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università di Cagliari dove non tardò a sviluppare una fiorente scuola di ricercatori nel campo della giacimentologia e della prospezione geomineraria.
Nel 1973 fu chiamato dall'Università di Milano a ricoprire la cattedra di Giacimenti Minerari della Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali. Anche in questa nuova sede fece fiorire la locale scuola giacimentologica, fino al 1987, quando andò fuori ruolo, non cessando tuttavia di operare nel campo scientifico, anche in qualità di membro dell'Accademia dei Lincei.
 
 
4 - L’Unione Sarda
Cronaca di Olbia - Pagina 37
tavolara
Gli effetti del clima: ricerca nell'area marina
La ricercatrice Fiorenza Micheli, dell'università americana di Stanford, ha coordinato una serie di ricerche sull'ambiente dell'Area marina Protetta di Tavolara - Punta Coda Cavallo insieme ad altri scienziati di Firenze, Genova, Nizza e dell'università di Santa Barbara, in California. Gli studi effettuati dall'equipe di ricercatori si stanno svolgendo proprio in questi giorni e hanno l'obiettivo di verificare gli effetti dei cambiamenti climatici, dell'inquinamento costiero, delle specie invasive e della pesca sugli ambienti rocciosi superficiali, sulle praterie di Posidonia marina e sui coralli della riserva naturale gallurese.
Le conclusioni che verranno tratte dalle analisi potranno contribuire a una migliore gestione delle Amp in termini di benefici sia per la biodiversità sia per la sostenibilità delle attività legate al mare. ( c. c. )

 


 
LA NUOVA SARDEGNA

5 - La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Sardegna
Università, arrivano 27 milioni 
Nuovi fondi dalla Regione per avviare i dottorati a Cagliari e Sassari 
«La crisi generale non deve ricadere sulla formazione» 
ROBERTO PARACCHINI 
CAGLIARI. È di 27 milioni la cifra stanziata dalla Regione per la formazione post universitaria. Lo ha reso noto ieri l’assessore alla Pubblica istruzione Lucia Baire.
La somma stanziata dal governo dell’isola sarà utilizzata per i dottorati di ricerca dei due atenei sardi. A Sassari, ad esempio, vi sono fondi interni per 120 interventi, mentre per gli altri 75 già programmati, il ministero (il Miur) ha stanziato cifre in grado di coprirne solo 12. «Ora con questo finanziamento regionale sarà possibile portare avanti la stessa programmazione precedente per tutti e tre gli anni del dottorato», ha spiegato Donatella Spano, pro rettore dell’università di Sassari con la delega per la ricerca scientifica, presente ieri alla conferenza dell’assessore.
I dottorati. A Cagliari la cifra disponibile permetterà di avviare 300 nuovi dottorati per i tre cicli. Dei 27 milioni, 17 e 550mila andranno per l’ateneo cagliaritano, 9 e 450mila per quello sassarese. Potranno accedere al programma i laureati residenti in Sardegna e, in genere, i figli di genitori abitanti nell’isola da almeno cinque anni, nonché i parenti degli immigrati. «Con questo intervento - ha spiegato l’assessore Baire - noi cerchiamo di evitare che il peso della crisi che stiamo vivendo in questo periodo ricada anche sulla formazione. È nostra intenzione aiutare a superare questo tipo di problemi».
Iscrizioni. «Noi stiamo attraversando alcuni momenti di particolare difficoltà - ha sottolineato Giovanni Melis, rettore dell’ateneo di Cagliari, presente alla conferenza - che derivano dalla riforma Gelmini e dai tagli previsti dalla Finanziaria. In particolare avremo questioni nella governance dell’ateneo, nella articolazione del diritto allo studio e nel reclutamento dei docenti necessari per avviare i corsi di laurea. Ed è per questo che le iscrizioni, che si sarebbe dovute aprire il 19 di questo mese, sono state rimandate al 27».
I ricercatori. Nell’università del capoluogo 466 ricercatori hanno dato la loro «indisponibilità» alla didattica e questo significa, ha precisato ieri Melis, «che cinque facoltà su undici potrebbero avere dei problemi nell’articolare i loro corsi di laurea che, complessivamente, sono 93». Il senato accademico ha ugualmente varato il «manifesto degli studi», in cui sono indicati i vari insegnamenti, ma diversi sono contrassegnati da un asterisco che indica che sono in dubbio. A Sassari, invece, ha spiegato il pro rettore Spano, non vi sono difficoltà di questo tipo e le iscrizioni «saranno aperte senza ritardi».
La lettera. Inoltre martedì scorso il senato accademico ha approvato una lettera aperta di protesta per i tagli alla università, che è stata poi spedita al ministero. «Ad ogni modo - ha continuato Melis - noi prevediamo per i prossimi anni di bandire concorsi per 80 ricercatori, 25 associati e 10 professori ordinari. Anche se per il momento non sappiamo se potremo farli. Ma speriamo di poter intervenire con alcune deroghe, grazie al supporto della Regione».
I «tavoli». Da parte sua l’assessore Baire ha informato di essere stata anche giovedì a Roma, al ministero, dove «si è deciso di aprire una serie di “tavoli” sulle varie criticità che sta affrontando il mondo universitario sardo. Il nostro obiettivo è quello di continuare un rapporto con i due atenei: la ricerca e la formazione non possono essere trascurate, soprattutto quando si vive un momento di crisi generalizzato».
I progetti. Ora i due atenei dovranno presentare le loro richieste tenendo presente che alle aree scientifiche verrà data la priorità: il 75 per cento delle domande dovranno riguardare questi settori. Il resto andrà a quelle umanistiche. «Le differenti specializzazioni dei due atenei - ha precisato Spano - permetteranno di avviare una serie di iniziative senza contrapposizioni. Noi punteremo anche sull’agraria, la veterinaria e altri comparti biologici». L’intervento della Regione, ha affermato Melis «coinvolgerà non solo l’università ma anche i centri tecnologici di ricerche, il mondo produttivo e istituzionale con particolare attenzione alla promozione della ricerca e dell’innovazione».
I fuori corso. A Cagliari gli universitari fuori corso sono 15mila su 38mila iscritti. Da qui, ha informato l’assessore, la decisione di «verificare la carriera scolastica di ogni singolo studente non in regola e agire, caso per caso». In pratica, per chi non dà esami da molti anni, vi sarà probabilmente l’annullamento della carriera universitaria. Una ipotesi già contestata da molti studenti.
 
 
6 - La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Sardegna
«La nostra figura è stata abolita» 
Ricercatori contro la Gelmini: ci ipoteca la vita 
Sono partita per l’America e ci sono rimasta Chi ha le competenze non resta disoccupato 
NADIA COSSU 
SASSARI. Una cosa tengono a precisarla: «Noi siamo con l’Università», ma non si nascondono dietro un dito quando si tratta di “attaccare” un sistema che palesemente ha qualcosa che non va.
Quelle di Alberto Alberti, Maria Filippa Addis e Alessandra Blasina, sassaresi di 43, 40 e 46 anni sono tre storie diverse. Accomunate, però, dalla stessa passione: fare ricerca nell’Università e per l’Università.
Chi ha scelto di tornare in Sardegna dopo un’esperienza di dottorato all’estero si trova oggi a dover vivere una situazione di precarietà. Qualcuno, invece, ha lasciato l’isola, ha continuato a studiare negli Stati Uniti e lì ha trovato lavoro e ha quindi deciso di stabilirsi.
«Quella del ricercatore universitario è diventata oggi una figura facilmente ricattabile, con le novità del decreto Gelmini gli si stanno praticamente ipotecando sei anni di vita». Alberto Alberti è da dieci anni ricercatore nella facoltà di Veterinaria di Sassari, «strutturato» spiega. Uno dei pochi fortunati che non vivono il dramma dell’incertezza. Ma che conosce molto bene le novità che il ministro sta introducendo nel sistema Università e che - per usare le sue stesse parole - è «molto sensibile alla protesta». «Abbiamo aspettato per anni questa riforma - dice oggi con un pizzico di rammarico - ma l’attesa è stata delusa perché alla fine la figura del ricercatore è stata abolita. La formula del tre più tre (i sei anni di ricerca complessivi dentro l’ateneo) non dà garanzie. Perché dopo il sesto anno o vieni assorbito come associato oppure hai finito di lavorare. Non c’è più la figura a tempo indeterminato che dà continuità alla ricerca». Alberti ha vinto il concorso nel 2000, ha lavorato in Inghilterra, poi è stato per due anni negli Stati Uniti, come visiting professor, dove ha fatto ricerca nell’ambito della virologia tumorale. «Alla fine ho deciso di rientrare in Sardegna e mi occupo di caratterizzazione e identificazione di patogeni infettivi, i virus che causano i tumori negli animali». E lo dice chiaramente: «In America lavori con finanziamenti molto più consistenti e in strutture organizzate».
Cosa che, evidentemente, non accade in Sardegna. «Sono dovuta andare via dall’Università - racconta Maria Filippa Addis, oggi tecnico alla Porto Conte ricerche, un consorzio scientifico - Per due anni ho avuto l’assegno di ricerca nella facoltà di Veterinaria, mi occupavo di un progetto sulla biodiversità. Ma poi non c’è stato seguito, sono rimasta disoccupata per un anno e poi sono stata assunta alla Porto Conte. E la realtà è che ho tra le mani un dottorato universitario di ricerca e mi trovo però a fare un lavoro da diplomata». Anche lei è stata negli Stati Uniti e anche lei, come il collega Alberti, a un certo punto ha scelto di tornare. Ha un compagno, convive ma non si sposa. Per il momento. «Il precariato non ci consente di fare programmi. Per noi donne avere un figlio oggi significa stare fermi minimo un anno. Non me lo posso permettere».
Chi invece ha fatto i bagagli - la bellezza di 18 anni fa - e ha mollato tutto per «cercare fortuna» in America è Alessandra Blasina. Laurea in Biologia a Sassari, borsa di studio del Cnr, nel 1992 viaggio verso l’università di San Diego (California) e in quell’ateneo è rimasta per quattro anni. Oggi Alessandra lavora nella prestigiosa casa farmaceutica Pfizer e in particolare si occupa di ricerca sul cancro in un dipartimento che testa i composti sugli animali. Felice della scelta fatta anni fa. «Molte biologhe come me - dice - in Sardegna e nel resto d’Italia hanno dovuto ripiegare sull’insegnamento. Io lavoro anche dieci ore al giorno ma la soddisfazione è davvero tanta». A San Diego, un milione e mezzo di abitanti, le possibilità di fare ricerca all’ Università sono tante. «Se sei bravo vai avanti. Anche a me manca la mia terra - spiega - ma sono sicura che qui non avrei trovato ciò che cercavo. Ecco perché consiglio ai giovani ricercatori di partire. È un’esperienza che va fatta, è sempre possibile rientrare d’altronde, ma ritengo sia importante se non altro guardarsi intorno e capire quali opportunità ti offre un Paese come gli Stati Uniti». Sicuramente molte. «Non potrai mai avere l’assillo di perdere il lavoro - spiega Alessandra Blasina - Non è un pensiero che spaventa neppure me. Perché oggi lavori per un’azienda e domani, nel caso arrivasse sfortunatamente un licenziamento, trovi posto in un’altra. Chi ha le competenze non sarà mai disoccupato».
 

7 - La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Cagliari
Campagna di ripopolamento dell’aragosta 
Un’area protetta nel tratto di mare di fronte alla costa di Buggerru 
BUGGERRU. È partita la campagna di ripopolamento dell’aragosta sarda. Nei giorni scorsi i primi crostacei sono stati liberati nell’area antistante la costa di Buggerru. Le aragoste ritornano in mare dopo che gli esperti dell’università del dipartimento di biologia animale dell’università di Cagliari le hanno dotate di apposite targhette che ne permetteranno l’individuazione se ripescate. I pescatori locali e l’amministrazione comunale ci hanno fortemente creduto, adesso l’area marina di ripopolamento dell’aragosta sarda lungo la costa di Buggerru è diventata una realtà. L’area di ripopolamento è delimitata con le boe e all’interno, con l’emanazione di un decreto dell’assessorato agricoltura della regione sarda, è vietata la pesca per tre anni. E’ ammessa soltanto la traina di superficie. Il ripopolamento oltre che con il divieto di pesca verrà conseguito con il rispetto dell’apposito regolamento che prevede incentivi ai pescatori per il rilascio nell’ara delle aragoste fuori misura. Le aragoste rosse sottomisura potranno essere pescate dai pescatori autorizzati che le dovranno cedere alla regione sarda che le acquisterà per immetterle nelle aree di ripopolamento. L’operazione iniziata nei giorni scorsi permetterà di concretizzare il piano di ripopolamento, che punta a salvaguardare la pregiata risorsa ittica e al contempo garantisce importanti risorse economiche ai pescatori locali. «L’obiettivo è quello di non permettere che l’ambiente venga depredato, così come in passato, con marinerie che arrivavano da ogni parte del Mediterraneo pescando indiscriminatamente - ha dichiarato l’assessore alle attività produttive, Achille Rombi».(f.c.)

 
8 - La Nuova Sardegna
Pagina 13 - Attualità
Tredicesima a rischio per gli statali 
Possibile taglio per poliziotti, magistrati, professori, ricercatori e vigili del fuoco 
L’entità della sforbiciata (fino all’80%), sarà stabilita sulla base dello stato dei conti pubblici 
LUIGI IRDI 
ROMA. Il governo se la prende con le tredicesime. Un emendamento alla manovra del ministro dell’Economia Giulio Tremonti prevede che la presidenza del Consiglio possa ridurre la tredicesima mensilità a una serie di categorie di lavoratori delle amministrazioni pubbliche.
Ad essere colpiti sarebbero il personale dirigente delle forze armate e della polizia, dirigenti e non dirigenti dei vigili del fuoco, professori e ricercatori universitari, i magistrati (ordinari, amministrativi e contabili), il personale della carriera prefettizia e i dirigenti dei penitenziari.
L’emendamento, non ancora ufficializzato dal governo, era stato ventilato per sommi capi da Tremonti la scorsa settimana durante un incontro riservato con l’Associazione Nazionale Magistrati. Ai magistrati che si lamentavano dei tagli che colpiscono soprattutto i giudici più giovani e appena entrati in carriera, Tremonti aveva promesso di rivedere la sua posizione e di cercare un sistema per arrivare ugualmente agli obiettivi di risparmio previsti.
Ora il sistema sarebbe stato trovato. A copertura di una nuova norma che prevede di escludere promozioni, straordinari e arretrati dai tagli della pubblica amministrazione (il blocco degli stipendi per i prossimi tre anni) ci si potrà «rivalere» sulla mensilità aggiuntiva.
L’emendamento del governo, se approvato in Parlamento, consentirà quindi a ogni ministro di determinare l’entità del taglio alla tredicesima da applicare al personale dipendente. Maria Stella Gelmini dovrà decidere quanto tagliare ai professori universitari, il ministro dell’ Interno Maroni, quanto tagliare ai prefetti e ai dirigenti della polizia, il ministro della Giustizia Angelino Alfano quanta parte della tredicesima sottrarre ai magistrati.
La nuova disposizione ha però almeno due punti non chiari: il prelievo sulle tredicesime permetterà di ripristinare nella loro totalità gli aumenti e gli scatti automatici di stipendio fino al 2013, o se invece si tratta di una disposizione che semplicemente si aggiunge alle altre. In secondo luogo, non sono affatto definite le percentuali delle possibili riduzioni. La decisione è lasciata ai singoli ministri e al capo del governo. Si potrebbe andare dunque dal 5 per cento della tredicesima, all’80 per cento. Il testo dell’emendamento aggiunge che l’intervento sulle tredicesime deve essere deciso dal governo per le varie categorie di dipendenti pubblici entro il 31 ottobre del 2010.
Il ministero dell’Economia fa solo intuire quale potrebbe essere la logica che governerà la riduzione delle mensilità di fine anno. L’idea spiegata nel testo in arrivo, è che la sforbiciata potrà essere decisa nel caso in cui gli obiettivi generali di contenimento della spesa pubblica non dovessero essere raggiunti. In questo caso i soldi mancanti verrebbero prelevati nella busta paga di dicembre dei dipendenti pubblici delle categorie sotto tiro.
L’emendamento, firmato dal relatore della manovra, verrà depositato nelle prossime ore in commissione Bilancio del Senato che sta esaminando il decreto legge Tremonti. Non è difficile prevedere reazioni immediate da parte dei lavoratori che ora vedono a rischio anche la tredicesima.

 
9 - La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
Stalking: ieri nell’aula magna dell’università un convegno organizzato dall’Ugl-Polizia di Stato 
«MAI SOTTOVALUTARE I SEGNALI» 
Medici, giudici e avvocati a confronto sul fenomeno 
SASSARI. L’unico modo per difendersi è non sottovalutare i segnali. A partire dal pressing, magari un corteggiamento pesante quanto sgradito, le telefonate continue, i regali inopportuni. L’ossessione per qualcosa di irraggiungibile o che si è persa, il risentimento forte per un torto subìto, vero o presunto: lo stalker può agire per tanti motivi e le vittime spesso se ne accorgono troppo tardi.
A volte dietro l’azione dello stalker c’è una patologia psichiatrica, che può fare riferimento a un trauma o un disagio affettivo che risale all’età della prima infanzia. Ma più spesso chi mette in atto lo stalking, quegli «atti persecutori», continuati e reiterati, è una persona apparentemente senza problemi, ma con dei tratti caratteriali che oggi gli psichiatri cominciano a mettere insieme per tracciarne un profilo. E indicano anche le strategie più appropriate per combattere molestie e minacce. La vittima di stalking deve, prima di tutto, evitare i contatti con lo stalker e poi informare subito la polizia e le persone più vicine, a casa e sul posto di lavoro, attuando una serie di accorgimenti di sicurezza. Degli aspetti dello «Stalking, dalla patologia alla norma», si è parlato ieri in un convegno organizzato nell’aula magna dell’università di Sassari dall’ Ugl-Polizia di Stato. Moderatore dell’incontro Daniele Sechi, coordinatore nazionale del sindacato. È proprio la polizia il primo referente delle vittime, sono i commissariati che raccolgono i racconti di donne (ma non solo) che diventano oggetto ossessivo e bersaglio di molestie e minacce. Ed è il questore, che prima di arrivare alla querela può, su richiesta della vittima e dopo una serie di indagini, formulare un «ammonimento» nei confronti del molestatore. «Uno strumento utilissimo - ha sottolineato il nuovo questore di Sassari Antonello Pagliei - perché a volte lo stalker blocca la sua condotta molesta». Un punto, quest’ultimo, sostenuto anche da Simonetta Sotgiu, giudice presso la Corte di Cassazione e da Alessandra Delrio, patrocinante legale, che hanno parlato dei risvolti processuali del reato di atti persecutori e dell’introduzione della tipologia di reato con la legge 38 del 2009. «Il vero problema è che la sensibilità per questo reato è un fatto culturale - ha detto Simonetta Sotgiu - che nasce dal modo in cui i giudici affrontano il problema. Ancora in troppi casi si finisce per valutare e giudicare i reati riferibili allo stalking come reati minori». E l’elemento culturale ritorna anche nelle analisi degli psichiatri. Veronica Dessì, neuropsichiatra infantile all’Istituto di Neuropsichiatria infantile di Sassari e Martino Brandano, psichiatra del Centro di salute mentale di Alghero, oltre a descrivere gli aspetti patologici e psicologici e le tipologie di stalking, hanno sottolineato l’esigenza di un approccio multidisciplinare, che coinvolga non soltanto la giustizia e i medici ma anche le istituzioni, a partire dalla scuola e dai servizi sociali. (a.re.)
 
 
10 - La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
Elisa, genio della matematica 
All’allieva dello Spano la borsa di studio Pilosu 
SASSARI. È stata assegnata a Elisa Fonsa, brillante allieva del Liceo scientifico Spano la borsa di studio intitolata al professor Nino Pilosu, illustre docente di matematica dell’istituto, sotto la cui guida si sono formate intere generazioni di studenti. Il professor Pilosu viene ricordato ogni anno con l’attribuzione di una borsa di studio di 1500 euro.
E viene destinata allo studente o alla studentessa della quinta classe che consegue la migliore media in matematica nei cinque anni di corso fra tutti gli studenti della scuola e che sia sempre stato promosso senza debito formativo.
Quest’anno il premio è andato a Elisa Fonsa, allieva brillante e di particolare talento nella matematica, che ora continua a coltivare la sua passione per la disciplina frequentando la facoltà di Matematica dell’Università di Pisa.
Il dirigente scolastico dello Spano, Francesco Accardo, ha sottolineato «come sia importante che nella scuola i giovani talenti siano seguiti con attenzione e incoraggiati nell’impegno grazie anche all’attribuzione di premi che siano riconoscimento delle eccellenze». Il Liceo Spano rivolge una particolare attenzione allo studio della matematica sia attraverso la cura e la formazione degli studenti, che partecipano distinguendosi nei risultati alle manifestazioni regionali e nazionali, e il dirigente ha ricordato il recente impegno degli studenti del Liceo Spano alle Olimpiadi della Matematica in rappresentanza della Sardegna sia nel girone a squadre che in quello individuale, sia attraverso il premio delle eccellenze.
 
 
11 - La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Cagliari
Campagna di scavi internazionale nel sito archeologico 
Monte Sirai svela i suoi tesori nascosti da millenni 
Venuto alla luce un piatto fenicio del 750 avanti Cristo 
GIANFRANCO NURRA 
CARBONIA. Alcuni pestelli in pietra, una brocca, un forno, un piatto «red slip», ceramica fenicia colorata di rosso, e una mirade di frammenti. Reperti che forse non scatenano la fantasia del grosso pubblico, ma che rivestono un rilievo scientifico rilevante.
Sono i primi «tesori» che la campagna di scavo archeologico di quest’anno, iniziata pochi giorni fa, sta iniziando a portare alla luce. Si scava nella parte più meridionale dell’acropoli, in una zona adiacente ad una piazza, sulla quale si affaccia un passaggio pedonale per la valle sottostante, quella dove si trova il nuraghe Sirai. Un’area quasi ignorata nelle campage di scavo precedenti, e sulla quale puntano gli archeologi per nuove scoperte che consentano di continuare a scrivere la storia del sito. Un elemento appare importante. Mentre il resto della vasta area mostra di fatto la situazione di Sirai nel terzo secolo avanti Cristo, in questa parte il tempo potrebbe essersi fermato. I muretti che affiorano, e che poggiano su enormi basi di pietra pietrasbozzate per renderle orizzontali e servire da fondazioni paiono essere quelli realizzati dai fenici arrivati nella prima ora. A mostrarlo un pezzo di ceramica emerso già dai primi saggi. Il piatto red slip ha una datazione che porta al 750 avanti Cristo. Solki era appena nata, e già i fenici avevano scoperto la collina di Monte Sirai. «È una conferma di un dato già emerso - ha spiegato Michele Guirguis, l’archeologo che segue sul campo gli scavi, che sono affidati alla direzione scientifica del prof Piero Bartoloni, Ordinario dell’Università di Sassari, l’archeologo che studia Sirai da quaranta anni e ne conosce tutti i segreti -. Lo scavo interessa un’area di circa cento metri quadrati nei quali sono compresi una decina di vani che stanno mostrandosi di rilevante interesse. Ci sono anche alcune situazioni «anomale». Un muro perimetrale curvilineo, tipologia che non è fenicia o punica e che potrebbe forse indicare la preesistenza di una struttura nuragica».
La campagna di scavo, condotta dall’Università di Sassari in collaborazione con la sovrintendenza di Cagliari, durerà fino alla fine di luglio. Collabora il personale del parco geominerario e sono presenti studenti di Sassari, Alicante, Tunisi, Sant’Antioco.
 
 
12 - La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Gallura
Tirreno da scoprire: viaggio in traghetto sulle rotte dei cetacei 
TIZIANA SIMULA 
GOLFO ARANCI. Il mondo della ricerca e quello della navigazione insieme, per studiare i cetacei. Anche quest’estate, per la terza stagione consecutiva, la formazione scientifica sale a bordo delle navi gialle, piattaforme di osservazione privilegiata per i ricercatori impegnati nel monitoraggio degli abitanti del mare. L’attività di avvistamento ha preso il via a giugno e si concluderà a settembre: ad essere maggiormente avvistata in questi anni sulla tratta Civitavecchia-Golfo Aranci, la balenottera comune.
La collaborazione tra la Corsica Sardinia Ferries e i ricercatori ha preso il via nel 2007 quando l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) si avvalse per la prima volta delle navi della compagnia sulle tratte Livorno-Bastia e Civitavecchia-Golfo Aranci, per un progetto di monitoraggio dei cetacei con l’utilizzo dei traghetti di linea. Ora il progetto - a cui partecipano anche l’Accademia del Leviatano e l’Università di Pisa - si è ulteriormente consolidato e sviluppato con la partecipazione di due nuovi partner: la Fondazione Cima (Centro internazionale in monitoraggio ambientale) e il Dipartimento di Biologia dell’Università di Genova. L’attenzione è rivolta al Santuario Pelagos, il Santuario internazionale dei mammiferi marini del Mediterraneo, un’area protetta che si estende dalla costa francese a quella toscana fino al nord della Sardegna. A bordo del traghetto sono presenti 4 osservatori specializzati, studenti universitari con una preparazione mirata all’attività. Posizionati ai due lati del ponte di comando, osservano il mare con i binocoli per tutta la traversata, raccogliendo dati sulle specie avvistate. Nel 2008 e 2009 sulla linea Civitavecchia-Golfo Aranci e sulle altre tre interessate dal progetto (Savona-Bastia, Nizza-Calvi, Livorno-Bastia) sono state individuate le 8 specie di cetacei regolarmente presenti nel Santuario. Quella più diffusa è la Stenella striata di cui sono stati avvistati, nei due anni, 326 gruppi. Segue la Balenottera comune, con 201 avvistamenti: i più numerosi, proprio nella tratta Civitavecchia-Golfo Aranci che si trova al di fuori dei confini del Santuario. Dal 2008, oltre 150 balenottere sono state registrate in questa zona del Mar Tirreno, un’area considerata importante per la conservazione della specie. «La compagnia ha sempre prestato attenzione al tema partecipando a studi e monitoraggi fin dal 1989 - dice l’amministratore delegato per l’Italia, Euan Lonmon -, e continuerà a supportare le attività di ricerca per contribuire a promuovere e a creare una coscienza collettiva di salvaguardia di queste specie marine».
 
 
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