Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 June 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale Pagina 5
Fuori corso, appello alla Baire
De Francisci: intervenga sull'Università di Cagliari
L'esponente del Pdl chiede di stoppare la norma anti-ritardatari
 
Gli studenti universitari di Cagliari sono sul piede di guerra per contestare il nuovo regolamento sulla carriera degli studenti, che comporterebbe la decadenza di molti fuori corso, e in Consiglio regionale il Pdl chiede l'intervento dell'assessore regionale all'Istruzione, Lucia Baire. Lo fa la vicecapogruppo Simona De Francisci, con un'interrogazione che parte da un rilievo: «Il regolamento - vi si legge - prevede l'introduzione di parametri retroattivi che produrranno la decadenza di tantissimi studenti fuori corso», e che sembrano «in palese contrasto con un decreto del 2004 dell'allora ministro Letizia Moratti», che consentiva il completamento degli studi.
In particolare, quel decreto dispone che «a seguito dell'adozione dei regolamenti didattici, le università assicurano la conclusione dei corsi di studio e il rilascio dei relativi titoli, secondo gli ordinamenti didattici previgenti, agli studenti già iscritti alla data di entrata in vigore dei regolamenti stessi e disciplinano, altresì, la facoltà per gli studenti di optare per l'iscrizione a corsi di studio previsti dai nuovi ordinamenti». Non solo: il regolamento dell'ateneo cagliaritano, prosegue De Francisci, «negherebbe il diritto allo studio a tantissimi studenti che si sono iscritti quando la decadenza dallo status di studente era regolata dal decreto rettorale 720», quello che prevede la decadenza dallo status di studente per chi «non abbia superato alcun esame di profitto o conseguito alcun credito durante un numero di anni accademici pari al doppio della durata normale del corso».
C'è anche un precedente giudiziario che sembra rafforzare le intenzioni degli studenti, pronti a organizzarsi in un comitato per contestare il nuovo regolamento facendo ricorso al Tar Sardegna (ci sono 60 giorni di tempo): l'esponente del Pdl ricorda che lo stesso Tribunale, il 12 marzo 2008, «ha accolto analogo ricorso presentato da sette studenti dell'Università di Sassari, ordinando l'annullamento degli atti che imponevano agli iscritti al “nuovo ordinamento” (ultime immatricolazioni anno accademico 1996/97) di conseguire la laurea entro la sessione di marzo 2007 ovvero transitare al “nuovissimo ordinamento” o al “corso di laurea specialistica”», mentre tutti gli iscritti al “nuovissimo ordinamento” (ultime immatricolazioni anno accademico 2000/2001) avrebbero dovuto laurearsi entro marzo 2011 o passare al corso di laurea specialistica.
Perciò De Francisci chiede all'assessore «quali iniziative intenda attivare nei confronti dell'Università di Cagliari», per riportare il nuovo regolamento «in linea col decreto ministeriale 270 del 2004».
 
Cronaca di Cagliari Pagina 19
Università
Protesta dei fuoricorso: oggi nuova assemblea
 
Continua la mobilitazione degli universitari contro il nuovo regolamento sulla carriera degli studenti. I fuoricorso, organizzati in un comitato (“Nodecadenzastudi”), hanno già annunciato un ricorso al Tar entro il 27 luglio, alla scadenza dei 60 giorni dall'emanazione del decreto del rettore Giovanni Melis. E oggi, alle 17.30, si riuniranno in assemblea nell'Aula 1 della facoltà di Economia e commercio (viale Sant'Ignazio) per proseguire con la raccolta di firme (finora circa 200).
Sull'argomento si discute anche in Consiglio regionale: la vice presidente del Pdl, Simona De Francisci, in un'interrogazione chiede all'assessore Lucia Baire di intervenire sul nuovo regolamento riportandolo in linea al decreto ministeriale dell'allora ministro Moratti. 
 
2 – L’Unione Sarda
Economia Pagina 10
confindustria
Giornata di studio a Sassari
La disoccupazione fa soffrire l'Isola ma il turismo cresce
 
Tutti al capezzale dell'economia della Sardegna. A discuterne nell'aula magna dell'Università c'erano ieri studiosi della Banca d'Italia, del Crenos, dell'Istituto Tagliacarne e della Confindustria. Tutti a spiegare perché quest'isola, che ha ricevuto fra il 2000 e il 2006 finanziamenti statali, regionali e comunitari per oltre undicimila milioni (vedi dichiarazioni del Procuratore regionale della Corte dei Conti a Giorgio Pisano domenica), sia ridotta in questo stato.
DISOCCUPAZIONE I numeri della Sardegna rappresentano il record d'Italia: ogni cento persone 16 sono senza lavoro, con un incremento del 2 per cento l'anno. Tra il 2008 e il 2009 gli occupati nell'industria sono diminuiti di 11 mila unità. Altissimo il numero dei giovani laureati alla ricerca della prima occupazione e di quelli che, espulsi dal processo produttivo, cercano occupazione alternativa. Oltre il 19 per cento delle famiglie sarde vive sotto la soglia della povertà.
LE BANCHE Pesa la riduzione delle attività ma anche del fatturato e degli investimenti delle imprese. Il credito alle famiglie - si legge in una delle relazioni - continua a crescere a ritmi moderati e la contrazione dei mutui, già presente nel 2008, è proseguita nel 2009. Insomma, la recessione ha comportato un peggioramento della qualità del credito.
TURISMO Unico settore non in rosso è il turismo. Lo scorso anno - si legge nello studio Crenos - il richiamo della Sardegna è stato più forte della crisi facendo registrare rispetto al 2005 un aumento del 14 per cento di turisti nazionali a fronte però di una flessione degli stranieri del 38 per cento. Le previsioni per l'anno in corso sono di una crescita in percentuale di un punto. A una condizione, però: che non si accentuino le criticità del settore, che sono numerose. Due su tutte: la difficoltà negli spostamenti e la pulizia nei centri turistici.
CONCLUSIONI Competitività e produttività sono troppo bassi anche perché l'Isola è carente nelle infrastrutture, nel capitale umano, nella capacità tecnologica e nell'innovazione. Occorre investire in istruzione, formazione permanente, ricerca (in questo settore viene investito dalla Regione appena lo 0,5 per cento del Pil) e innovazione tecnologica, settori che non pagano nell'immediato ma che sono le risorse del futuro.
GIBI PUGGIONI
 
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari Pagina 34
La tecnologia sbarca alle Cliniche
Sassari. Maxi finanziamento regionale per l'acquisto di attrezzature sanitarie
Soldi e programmi per far uscire l'Azienda ospedaliero universitaria di Sassari dal medioevo
 
La Regione ha destinato 4 milioni e mezzo di euro per l'innovazione tecnologica dell'Azienda mista sassarese, che investirà l'intera somma per l'acquisto di nuovi macchinari in grado di diagnosticare e curare le patologie tumorali seguendo i sistemi di ultima generazione.
RIVOLUZIONE Si tratta di una rivoluzione tecnologica attesa da almeno tre lustri: «L'Azienda ospedaliero universitaria di Sassari potrà finalmente puntare verso i più efficienti sistemi di diagnostica e terapia oncologica e tornare a essere nuovamente competitiva a livello nazionale per qualità, affidabilità e precisione dei servizi sanitari offerti ai propri pazienti», annunciano trionfanti il commissario dell'AOU, Giovanni Cavalieri, e il direttore amministrativo, Piero Tamponi.
SOLDI «L'Azienda da ben quindici anni non riceveva un finanziamento di questa entità», continua Cavalieri, prima di spendere parole di ringraziamento: «Un ringraziamento particolare va naturalmente all'assessore Liori e al consigliere regionale Nanni Campus. La sanità del nord dell'Isola fino a oggi è vicina al collasso, a causa di un passato amministrativo regionale cagliaricentrico, che non ha permesso di far crescere aziende, come l'AOU di Sassari, col giusto equilibrio rispetto ad altre realtà sarde», attacca Cavalieri.
CARENZE «Certo, l'AOU presenta carenze edilizie drammatiche, ma se si andrà avanti con l'accorpamento ASL-AOU si potrà contare su un finanziamento complessivo da 180 milioni di euro che prevede 150 milioni destinati all'edilizia e ben 30 all'innovazione tecnologica. In questo modo Sassari e il nord ovest dell'Isola potrebbero contare su una strumentazioni altamente tecnologiche per terapia e diagnostica, e strutture ospedaliere nuove di zecca, conformi agli standard qualitativi massimi per l'assistenza sanitaria».
OBIETTIVI Nelle intenzioni dei vertici aziendali c'è anche la possibilità di ottenere in leasing la Pet, attualmente il macchinario più preciso e affidabile per la diagnosi di particolari patologie anche in fase molto precoce, tra le quali quelle tumorali: «l'AOU sta valutando la possibilità di dotarsi di questo strumento autonomamente. Stiamo studiando bene i conti per capire se l'azienda possa coprire i costi di noleggio attraverso il numero delle prestazioni erogate». Sarebbe un passo in avanti verso una sanità in cui il servizio al paziente è davanti a tutto. ( v. g. ) 
 
4 – L’Unione Sarda
Ogliastra Pagina 33
Villagrande
Gli studenti universitari gratis a bordo dei bus
 
Ora è ufficiale. Gli studenti universitari di Villagrande potranno tornare in paese e ripartire a Cagliari gratis, il fine settimana, su un pullman messo a disposizione dal Comune.
L'idea, promossa dal consigliere comunale di maggioranza Federico Porcu, diventa realtà. Dal 1 al 24 luglio tutti gli studenti interessati possono ritirare copia del bando e compilare il modulo d'iscrizione allo sportello di via Roma 173 a Cagliari (orari d'apertura, ogni martedì e giovedì dalle 15 alle 17), e, a Villagrande, all'ufficio Pubblica istruzione del Comune, nella biblioteca comunale, anche di Villanova, all'ufficio Informagiovani. Agli universitari verrà rilasciata una tessera abbonamento che consentirà di usufruire del servizio di trasporto durante tutto l'anno accademico.
«Il servizio - dice Federico Porcu - consente di riavvicinare i giovani al paese, ravvivare il fine settimana dal punto di vista sociale, venire incontro agli studenti in maniera confortevole, garantendo un risparmio a giovani e famiglie e facendo star tranquilli i genitori che sapranno con chi e come viaggiano i propri figli».
Il servizio sarà garantito attraverso una linea diretta «che al momento - fa rilevare Porcu - non esiste né in forma pubblica né in forma privata».

 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 11 - Sardegna
«Lo scienziato manager trova fondi per la ricerca anche in tempi di crisi» 
Cagliari, la lezione di Federico Rosei, docente nel Quebec per non scoraggiarsi di fronte ai tagli delle Finanziarie 
Comunicazione e squadra sono i due elementi senza i quali il nostro lavoro non può esistere 
di Roberto Paracchini 
 
CAGLIARI. Quando il neuroscienziato Gian Luigi Gessa racconta dei primi passi nel mondo della ricerca internazionale del virologo Bernardo Loddo (tra i precursori di questa disciplina) ricorda che il suo apporto fu quello di insegnargli a pubblicare nelle riviste che contano, Nature e Science. «Se fai delle cose bellissime e nessuno ti vede, hai perso in partenza», spiega il capo scuola di uno dei centri di neurofarmacologia più accreditati al mondo. Fare lo scienziato può essere veramente bello, ma «non è facile e non basta essere bravi».
 Comunicare. La ricerca è un lavoro di squadra e di comunicazione. «Senza si è tagliati fuori», ha spiegato ieri mattina Federico Rosei, docente di Materiali nanostrutturali organici e inorganici nell’univeristà del Quebec. Di fronte al professore, nell’aula magna della facoltà di Lettere di Cagliari, un pubblico attento di laurendi e studiosi. Tutti interessati al «Corso di sopravvivenza per giovani scienziati e ricercatori» tenuto da Rosei e organizzato da Fabio Roli (docente di Ingegneria elettrica ed elettronica a Cagliari).
 Difficoltà. Fare il lavoro di chi sta dentro un laboratorio o prepara progetti di sviluppo non è facile. Per molti aspetti l’Italia, è stato detto, è un caso a sè: avere finanziamenti è difficilissimo e le gerarchie sono ferme. E ne sanno qualcosa le decine di migliaia di ricercatori nazionali a cui la carriera è stata bloccata dall’annullamento del ricambio (dei docenti che andranno in pensione) e dal blocco delle assunzioni. «Ma fare questo mestiere fuori dall’Italia è diverso - ha spiegato Rosei - in questo caso dovete essere imprenditori di voi stessi».
 Osare. Messi da parte alcuni discorsi, dati per scontati, come la preparazione e il rigore, occorre «sapere navigare in internet e accedere ai centri di ricerca internazionali, accademici, governativi e industriali». In questi casi bisogna anche osare. Rosei, ad esempio, è diventato docente nel Quebec in questo modo. E oggi è un giovane ricercatore autorevole e qualificato con cento pubblicazioni nelle riviste che contano e millecinquecento citazioni.
 Pubblicare. Posto che la ricerca delle accademie e delle università americane è diversa da quelle dei centri privati, quando ci si presenta è importante avere lavori scienticifici e citazioni del proprio operato in altre pubblicazioni. Come fare? «Quando si manda un articolo a una rivista - ha precisato Rosei - bisogna sapere quali sono quelle più autorevoli del proprio settore, avendo coscienza anche delle proprie capacità». Detto questo è necessario avere coscienza «che in ognuna di queste riviste il vostro articolo, prima di essere pubblicato, viene affidato ad alcuni revisori, specialisti del settore, che analizzano quello che avete scritto e che rimandano all’editore lo scritto con una serie di giudizi o suggerimenti. A quel punto voi dovrete rispondere». Rosei suggerisce di farlo «sempre in modo diplomatico anche quando le critiche sono sbagliate».
 Finanziamenti. Uno dei punti centrali è come avere finanziamenti? «Senza non si fa ricerca. In questo caso va tenuto presente che vi rivolgerete, col vostro progetto, a manager che daranno da esaminare il vostro lavoro ad altri ricercatori. Con in più il fatto che di queste proposte a loro ne arrivano tantissime. Allora è importante tenere presente che chi vi esamina, legge in genere il titolo, l’abstract, l’introduzione e la conclusione. Ed è in queste che dovete attirare l’attenzione e convincere».
 Chiarezza. Ma non basta, «non dovrete essere troppo specialistici, ma conquistare anche i non esperti. Mostrare cioè che si tratta di un progetto in grado di avere sviluppi in diversi settori». Importanti anche i congressi, «non tanto per pubblicare negli atti, quanto per capire come si presenta e, soprattutto, come non si presenta una comunicazione scientifica. Poi questi posti sono momenti di confronto e di contatti».
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 25 - Sassari
Un finanziamento da 4 milioni e mezzo per rinnovare le apparecchiature tecnologiche dell’Aou 
Nuove attrezzature per le diagnosi 
Sarà acquistata la Tac multistrato, in vista un leasing per la Pet 
Intanto è stata preannunciata la proroga per i commissari delle aziende sanitarie dell’isola 
GABRIELLA GRIMALDI 
 
 SASSARI. Ci vorranno tre mesi, forse quattro ma finalmente il «parco macchine» delle cliniche sarà rinnovato. E nell’aria c’è l’acquisizione della Pet, strumento fondamentale per le diagnosi precoci.
 Sono quasi quattro milioni e mezzo gli euro messi a disposizione dalla Regione per l’acquisto di apparecchi tecnologici da parte dell’azienda ospedaliero universitaria. Una cifra capace almeno di coprire le vere e proprie emergenze dei reparti sassaresi. Finalmente sarà bandita la gara d’appalto per comprare una Tac multistrato, una delle urgenze, ma si procederà ad acquistare una serie di macchine che consentiranno di effettuare diagnosi ancora più attendibili e, si spera, di abbattere in qualche misura le liste di attesa.
 A dare la notizia è stato ieri proprio lo stresso commissario affiancato dal direttore amministrativo Piero Tamponi. «L’azienda - ha detto Cavalieri - potrà finalmente puntare verso i più efficienti sistemi di diagnostica e terapia oncologica». Dei 33 milioni di euro complessivi disponibili per la regione, l’assessore Antonello Liori ha stanziato quattro milioni e quattrocento ottanta mila euro per l’acquisto di macchinari di ultima generazione destinati all’Aou.
 «Una notizia molto positiva - ha aggiunto il commissario - se si considera che le cliniche da ben quindici anni non ricevevano un finanziamento di questa entità». E riguardo al futuro Cavalieri ha le idee chiare: «Certo, l’Aou presenta carenze edilizie drammatiche - ha dichiarato - ma se si andrà avanti con l’accorpamento Santissima Annunziata-Aou si potrà contare su un finanziamento complessivo da 180 milioni di euro che prevede 150 milioni destinati all’edilizia e ben 30 all’innovazione tecnologica».
 Intanto nelle intenzioni dei vertici aziendali c’è la possibilità di ottenere in leasing la Pet, attualmente il macchinario più preciso e affidabile per la diagnosi di particolari patologie.
 Il commissario ha anche annunciato la possibile riconferma da parte della Regione fino al 31 dicembre di tutti i commissari delle aziende sarde in scadenza di contratto.
 
7 – La Nuova Sardegna
Prima Pagina
Confindustria: in Sardegna ripresa solo dopo il 2013 
 
 SASSARI. In Sardegna la ripresa la vedremo solo nel 2013. Ma ci sono già timidi segnali di crescita. Emerge dal convegno sull’economia della Sardegna svoltosi all’università.
 
Pagina 7 - Sardegna
Il treno della ripresa è ripartito ma nell’isola passerà solo dopo il 2013 
di Pasquale Porcu 
 
SASSARI. La ripresa economica c’è. Lo dimostrano i dati che vengono dall’Oriente, ma anche dalla Germania. In Sardegna, però, ha detto Stefano Lubrano, presidente della Confindustria del Nord Sardegna, dovremo attendere almeno fino al 2013 per avere la percezione che il peggio è passato. «Nel 2010- ha detto Lubrano- il Pil aumenterà del 1,2% e il 2011 del 1,6%. Dovremo attendere il 2013 per avere un ritmo di crescita pari a quello del 2007». E’ questo il messaggio lanciato dal convegno sull’«Econonia della Sardegna, Analisi, confronti e prospettive».
 Il convegno è arrivato, quest’anno, alla terza edizione. Lo ha organizzato la Confindustria del Nord Sardegna, insieme al Crenos, la Banca d’Italia e l’istituto Tagliacarne (era presente anche il neopresidente Gavino Sini). Importante per qualità e quantità i dati forniti ieri al convegno nell’aula magna dell’università. Con un approccio molto interessante: per la prima volta la situazione sarda è stata messa direttamente a confronto con quella degli altri paesi europei.
 In platea i vertici delle banche sarde, i ricercatori, il mondo dell’università e della ricerca e quello delle imprese. I lavori sono stati introdotti da Gennaro Giganti, direttore della sede di Sassari della Banca d’Italia. Il rettore, Attilio Mastino, nel portare il saluto ha richiamato l’importanza strategica che riveste la cultura come catalizzatore dello sviluppo economico. Un discorso ribadito più volte nelle relazioni proposte nel convegno. Soprattutto quando si è parlato del decadimento in Sardegna della qualità dell’istruzione scolastica e universitaria, di accesso a Internet e uso della banda larga: nel grafico mostrato da Roberto Rassu (responsabile del nucleo di ricerca economica della sede di Cagliari della Banca d’Italia) la nostra isola era in fondo a una lunga lista nella quale primeggiavano i paesi scandinavi.
Un Master A questo proposito, però, Marco Vannini dell’università di Sassari ha annunciato che per sopperire alla continua richiesta di competenze specifiche di finanza al servizio delle imprese del territorio, a settembre, nell’università di Sassari, prenderà il via un Master di primo livello. L’iniziativa nasce in collaborazione con il Banco di Sardegna e con la Banca di Sassari. Il bando per la iscrizione al Master viene pubblicato in questi giorni.
 La situazione economica Nel 2009, ha osservato nella sua relazione Roberto Rassu della sede cagliaritana della Banca d’Italia, «la fase recessiva dell’economia regionale iniziata nell’anno precedente si è fortemente aggravata, in connsessione col dispiegarsi nel Paese degli effetti della crisi economico-finanziaria mondiale». I segnali di recupero «osservati a livello nazionale all’inizio del 2010- ha detto Rassu- rimangono in Sardegna particolarmente deboli: le prospettive risultano caratterizzate da un elevato grado di incertezza». Le difficoltà della specificità della nostra regione sono diversi: dalla accentuata debolezza della domanda interna al forte calo della produzione industriale. Contemporaneamente le imprese hanno diminuito gli investimenti. Nell’occhio del ciclone, a causa della congiuntura internazionale, ci sono soprattutto l’industria chimica e dei metalli di base. Ed è in questi settori, in particolare che si è fatto ricorso agli ammortizzatori sociali. Attività in calo anche nel settore delle costruzioni con una flessione nell’edilizia residenziale e nelle opere pubbliche e con una tenuta, invece, nella realizzazione di opere destinate a strutture produttive e commerciali. Della crisi, ha detto Rinaldo Brau dell’università di Cagliari, hanno sofferto soprattutto soprattutto le famiglie sarde. Mentre se c’è stata una tenuta del turismo, ha specificato Stefano Lubrano, il merito va soprattutto alle strutture del Sud dell’isola. Desta preoccupazioni, invece, la situazione del turismo nel Nord Sardegna. «Nella nostra regione- ha detto Lubrano- a fronte di 12 milioni di presenze, c’è un sommerso di 25 milioni di presenze, fondamentalmente di seconde case». Drammatica la situazione sanitaria isolana: ogni anno si spendono 62 milioni di euro, ha detto Rinaldo Brau, per la mobilità dei pazienti sardi verso altre regioni italiane.
Un’anomalia Lo storico sassarese Sandro Ruju, durante il convegno, ha posto una domanda alla quale nessuno ha dato una risposta:«Come mai, nel 2009, anno nero della crisi, nella provincia di Sassari (senza la Gallura) l’Istat dice che l’occupazione è aumentata di mille unità?»
 
 

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