Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
27 June 2010
Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio stampa e web
1 – L’Unione Sarda
Cultura - Pagina 55
Alla Pinacoteca nazionale di Cagliari dieci anni di attività di uno dei più noti progettisti strutturali
Ponteggiando con Siviero tra retabli e tavole a olio
La mostra è uno dei frutti dell'accordo tra Facoltà di Architettura e Soprintendenza
 
L'innamoramento ha avuto inizio con Jörg Schaich. Era l'ottobre 2006 e la Cittadella dei musei di Cagliari ospitò negli spazi di San Pancrazio una mostra delle sue splendide “strutture leggere”. Fu allora che tra la Facoltà di via Corte d'Appello e la Soprintendenza cominciò a prender forma un ponte ideale di cristallo e cemento, scambi e collaborazioni. L'ultima in ordine di tempo ha il nome di Enzo Siviero, ingegnere padovano, tra i più noti progettisti italiani di ponti. È stato lui a curare per l'Italia la mostra di Schlaich, lui, in questi ultimi tre anni, a promuovere con la facoltà cagliaritana una serie di workshop che hanno coinvolto gli studenti sardi, la facoltà di Architettura di Venezia, dove insegna, e due università della Cina. Adesso, e fino a metà luglio (la data di chiusura non è ancora nota), Siviero è presente in Cittadella con una mostra che da dieci anni gira l'Italia (penultima tappa Alghero, su invito della Facoltà di Architettura) e si arricchisce di nuovi progetti e nuove realizzazioni. Non a caso si intitola “Ponteggiando”: un gerundio, a indicare circolarità, continuo rinnovamento.
A ospitarne 31 pannelli è la Pinacoteca Nazionale, su, in cima al complesso della Cittadella. Un luogo magico, che i cagliaritani dovrebbero frequentare. Uno spazio su tre piani dove il percorso decennale dei ponti di Enzo Siviero si snoda tra le rigorose architetture di Gazzola e Cecchini e le opere d'arte custodite nelle sale: tele, retabli, oggetti di grande pregio. Come l'acquamanile del X secolo. Ad aprire la mostra, “La Buona Morte” di un anonimo dell'Ottocento. A garantirle protezione Sant'Antioco, raffigurato in una piccola tavola proveniente dalla Collezione Spano di Sagama.
I PANNELLI Ponti sospesi e strallati, ponti della comunicazione e ponti della memoria: come quello progettato per la diga del Vajont. Strutture leggere, alla Schlaich, e rispettose dell'ambiente. Opere d'architettura che sposano funzione, estetica ed etica. O per dirla con Vitruvio, utilitas, vetustas, firmitas (che è solidità ma anche fermezza di principii).
In questi giorni, a guidare i visitatori lungo il percorso della mostra - uno sguardo al ponte sul Brenta un altro ai retabli di Cavaro - sono gli studenti della Facoltà di Architettura presieduta da Antonello Sanna. Altri verranno coinvolti in un progetto di scambi. Molti hanno assistito entusiasti alla lezione di Siviero all'inaugurazione della mostra. «Anche questi sono ponti», commenta Marcella Serreli, che con Luigi Fenu, docente di tecnica delle costruzioni, ha organizzato la mostra.
Direttrice della Pinacoteca, progetta con passione e intelligenza nuovi spazi di crescita e intervento. Come l'apertura straordinaria del lunedì, decisa per agevolare il flusso dei turisti e proporre percorsi culturali inconsueti.
Ponteggiando. Appunto. «La mostra di Schlaich ci ha fulminato», ammette la dottoressa Serreli. «Ci ha portato a sensibilizzarci di più sull'architettura, sulla sua sperimentazione, e anche sul prodotto estetico, che ben si coniuga con le opere d'arte qui presenti».
Se la sala d'ingresso ospita solo pochi pannelli della mostra, nel piano basso si concentra la parte più importante. Ed è la raccolta del Novecento a preannunciarci i ponti. Tele di Marghinotti e Sciuti, Cabras e Delitala, Ciusa Romagna e Stanis Dessy. Parte da un suo paesaggio del 1937 la mostra di Siviero, e parte con tre pannelli che raccontano la Sardegna.
WORKSHOP Mostrano non ponti progettati o realizzati dell'ingegnere padovano, non tesi di laurea dei suoi allievi dello Iuav, ma il risultato di tre workshop da lui diretti negli ultimi tre anni che hanno avuto per protagonisti gli studenti della facoltà cagliaritana, seguiti dal professor Fenu. Il primo riguarda La Maddalena: un ponte pedonale ad arco su Cala Camiciotto che collega l'ex ospedale militare all'Arsenale. Lo firmano Valeria Cuccuru, Rocha Ibrahimi, Alessandro Ledda, Iacopo Puccio e Nicola Usai. Il secondo (una struttura a guscio in cemento armato) è un viadotto fra La Maddalena e Santo Stefano (Davide Fancello, Eleonora Solinas, Silvia Mattana, Stefania Atza gli autori).
Il terzo ci porta lontano, in Cina. Dove due allievi di Siviero, Tobia Zordan e Bruno Briseghella, docenti alla Tongji di Shangai e alla Fuzhou University, e coinvolti anche nei due workshop precedenti, hanno seguito in collegamento con Siviero allo Iuav la progettazione di un ponte sul canale di Shangai. Un ponte strallato d'acciaio, che ha coinvolto nella Facoltà cagliaritana Simone Langiu, Federico Mulanu, Giuliana Pintus, Elisabetta Sanna e Roberta Serra.
Ponti degli allievi, e ponti del maestro: un grande affabulatore, dicono di lui, in grado di coinvolgere i giovani. Un professionista innamorato della Sardegna che qui si sente a casa. Ed ecco il ponte sul fiume Pescara. O la passerella sul torrente Santerno. Una costruzione storica, con piste ciclabili e parti pedonali, da rinforzare, nel rispetto dell'ambiente. Un ponte pluripremiato e importante, come importante per l'inserimento paesaggistico è il ponte in acciaio che attraversa il fiume Taglio, dove le costolature seguono l'andamento delle canne. Opere di grande interesse, nate in un clima che per una trentina d'anni, dopo la morte dei maestri, Nervi, Musmeci, Morandi, aveva trascurato l'architettura strutturale. Siviero è stato il primo a riproporsi il problema e a buttare un ponte (ancora) tra passato e futuro.
MARIA PAOLA MASALA
 
2 – L’Unione Sarda
economia - Pagina 14
innovazione Le migliori idee d'impresa
Da Pula 5 aziende vanno alla conquista della Silicon Valley
 
Cinque aziende sarde sentono profumo di Silicon Valley, il famoso distretto della baia di San Francisco dove sono nate tutte le più innovative compagnie Ict degli ultimi anni (da Hewlett-Packard a Microsoft fino ad arrivare a Google e eBay). Ieri, nel parco tecnologico di Pula, le migliori idee imprenditoriali dell'Isola sono state analizzate dagli esperti di Mind the Bridge, fondazione americana non profit, presieduta da Marco Marinucci, attuale direttore esecutivo di Google. Mind the Bridge ha visionato i piani di impresa delle cinque startup partecipanti al concorso. Si è trattato di una prima scrematura di un concorso che il 5-6 novembre a Milano decreterà (fra le migliori start up italiane) i vincitori del premio finale: un viaggio di due mesi nella baia di San Francisco per migliorare il proprio modello di business.
LE AZIENDE Fra i progetti più interessanti analizzati da Marco Marinucci spicca quello di Neuresar, spin-off in fase di costituzione del Dipartimento di neuroscienze dell'Università di Cagliari: il team di ricercatori ha realizzato un prodotto che riduce il desiderio per le sigarette e aiuta a smettere di fumare. Anche un'altra start up cagliaritana ha catturato l'interesse di Mind the Bridge: si chiama Tzente e ha sviluppato una piattaforma “open source” professionale per rendere fruibili ai disabili tutte le informazioni e i servizi via web. Concludono gli ultimi tre partecipanti alla selezione: Myot (azienda di Cagliari che ha realizzato una piattaforma aperta che consente di realizzare in maniera semplice oggetti interconnessi - internet of things), Philanthrobusiness (social network che aiuta privati ed enti pubblici a sviluppare e coordinare progetti in ambito sociale) e Porcovino (bottega virtuale focalizzata sui vini da esportare in Giappone, Europa e Stati Uniti).
IL VENTURE CAPITAL «La Sardegna riflette un dinamismo in linea con le migliori regioni italiane», commenta Marco Marinucci. «Adesso l'obiettivo è dare visibilità internazionale ai migliori progetti». Ma servirà trovare anche finanziatori. Ieri ad ascoltare le idee imprenditoriali delle giovani startup c'erano Ingenium Sardegna, fondo cofinanziato dalla Regione, e Pixel, venture capital specializzato nell'investimento in attività Ict. ( lan. ol. )
 
3 – L’Unione Sarda
Nuoro e Provincia - Pagina 43
Nuoro
Quattrocento avvocati a lezione di mediazione civile e commerciale
 
Risolvere le controversie in ambito stragiudiziale evitando le lungaggini e le insidie del processo.
È questa la finalità del nuovo istituto della mediazione civile e commerciale approvato dal Governo con il decreto legislativo numero 28 di quest'anno in attuazione di una precisa direttiva comunitaria. Una procedura che potrebbe ridurre enormemente i tempi e costi della macchina giudiziaria snellendo la gran mole di fascicoli che continuano ad accumularsi in Tribunale. Intorno a questo argomento si sono confrontati in una due giorni iniziata venerdì, quasi 400 avvocati di tre fori dell'isola (Nuoro, Tempio e Oristano). Tutti riuniti al teatro Eliseo in un appuntamento organizzato dall'ordine e dalla scuola forense del capoluogo. L'evento è così riuscito a stimolare lo studio e la riflessione sull'istituto della mediazione e della conciliazione che entrerà in vigore nel marzo del prossimo anno diventando obbligatorio per una serie di controversie.
L'appuntamento dell'Eliseo si è così dimostrato un momento di assoluto rilievo a livello nazionale anche per la qualità degli apprezzati giuristi provenienti da ben cinque università italiane (Sassari, Pisa, Firenze, Bari e Genova) che sono intervenuti. Delle vere e proprie lezioni le loro capaci di soffermarsi con puntualità sull'importante attualità dell'argomento.
Non sono comunque mancati nella due giorni dubbi e critiche nei confronti della riforma soprattutto sulle concrete possibilità che la mediazione possa effettivamente conseguire la finalità di snellire la procedura e ridurre le spese di lite. Intanto, in attesa che il decreto entri in vigore gli avvocati dell'ordine di Nuoro si stanno muovendo per attrezzare all'interno del Tribunale un'apposita sede e avviare dei corsi, che formino con competenza e professionalità i futuri conciliatori.
LUCA URGU
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Sardegna
Sassari, domani convegno sull’economia regionale nell’aula magna dell’università
Sardegna, reddito e occupazione a picco
Maglia nera in Italia e anche in Europa
PASQUALE PORCU
 
 SASSARI. «L’economia della Sardegna, analisi, confronto e prospettive». E’ il tema della terza edizione del convegno in programma domani, a iniziare dalle ore 10, nell’aula magna dell’università di Sassari. L’iniziativa è organizzata dalla Confindustria del Nord Sardegna, dalla filiale di Sassari della Banca d’Italia, il Crenos e l’Istituto Tagliacarne. Dopo i saluti del rettore dell’università, Attilio Mastino, del presidente dell’Istituto Tagliacarne, Gavino Sini e del presidente della Confindustria del Nord Sardegna, Stefano Lubrano, ci sarà l’introduzione ai lavori del direttore della filiale sassarese della Banca d’Italia, Gennaro Gigante. Coordina Marco Vannini dell’università di Sassari e Crenos. La presentazione del rapporto 2010 sulla economia della Sardegna della Banca d’Italia sarà affidata a Roberto Rassu. Mentre Rinaldo Brau dell’università di Cagliari e Crenos, presenterà il diciassettesimo rapporto Crenos sull’economia della Sardegna. Seguirà la relazione del direttore dell’ufficio studi di Confindustria, Luca Paolozzi, di Alessandro Rinaldi, dell’Area Studi e Ricerche dell’istituto Tagliacarne e Luigi Cannari del Servizio studi della Banca d’Italia.
 La situazione L’anno trascorso viene considerato uno dei più pesanti della storia economica recente. La riduzione del reddito nelle economie occidentali ha battuto tutti i record: -3,3% nei paesi Ocse e -5,1% in Italia. «Si tratta- dice il Rapporto Crenos- di una “correzione” della dimensione dell’attività produttiva di entità impressionante, esemplificabile con la considerazione che il prodotto interno lordo dell’Italia in termini reali è tornato ad essere quello del 2001 (ed in termini procapite) quello di 10 anni fa». La crescita dell’economia della Sardegna, nota il Rapporto, si mostra in linea con le altre regioni italiane, ma di molto inferiore alla media europea delle regioni con un reddito comparabile. Nel confronto del reddito procapite dell’Europa a 27 paesi, calcolato alla parità dei poteri d’acquisto, passiamo dall’89,4% della media europea nel 1995 al 78,4% nel 2007.
 Un aspetto molto interessante del convegno risiede nel confronto tra la situazione sarda e quella delle altre regioni. «Guardando nel medio periodo- dice il Rapporto Crenos - sappiamo che l’economia regionale è arrivata “all’appuntamento” con l’esplosione della crisi mondiale in condizioni molto preoccupanti: la Sardegna ha fatto peggio del Mezzogiorno e dell’Italia in termini di produzione di reddito e di consumi delle famiglie».
 Le province sarde Il confronto fra i dati relativi al reddito prodotto nelle diverse province mostra un forte divario tra le aree più ricche (Cagliari e Olbia-Tempio) e le altre province. Eppure tra il 2001 e il 2007 si registrano tassi di crescita superiori alla media in Ogliastra, Oristano e Medio Campidano.
 Salute e spesa sanitaria Le politiche di contenimento della spesa sanitaria regionale nel periodo 2004-2008 hanno permesso alla Sardegna di collocarsi tra le regioni più parsimoniose in termini di spesa procapite. Ma nel 2008 sia la spesa procapite sia l’incidenza della spesa sanitaria sul PIL sono in aumento rispetto al resto d’Italia. «Il contenimento della spesa dell’ultimo quinquennio- dice il Rapporto Crenos- è accompagnato da un miglioramento dell’efficienza in termini di posti letto e da una efficienza non ottimale in termini di degenza media. Il dato più preoccupante è la crescita dei ricoveri fuori regione».
 Mercato del lavoro Segnali sempre più preoccupanti e negativi emergono dall’analisi del mercato del lavoro. Gli andamenti negativi degli ultimi due anni annullano gli importanti passi in avanti che emergevano dall’analisi negli anni passati. Cresce la disoccupazione, passata dal 12,2% del 2008 al 13,3% del 2009, e la riduzione del tasso di attività: dal 59,9% al 58,7%. In Sardegna le probabilità di transizione dalla disoccupazione alla inattività per la popolazione tra i 45 e i 54 anni è del 64% (nel Mezzogiorno è del 51%).
 Altri indicatori La spesa delle imprese è praticamente nulla (0,08%), inferiore a quella delle imprese in Bulgaria, Polonia, Grecia, Romania, Lituania e Lettonia. Per quanto riguarda la scuola, la Sardegna mostra di aver fatto bene nel medio periodo per quanto riguarda la riduzione della dispersione scolastica, passando dal 30,1% nel 2004 al 22,9% nel 2008. Ma con una preoccupante inversione di tendenza nel 2008. Negativi infine il dato sulla quota di laureati rispetto alla popolazione in età da lavoro.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 45 - Inserto Estate
Cercando la città felice
Esperti a confronto su progetti e realtà
L’incontro trae spunto dal libro «Tra Dedalo e Icaro La nuova domanda di città» di Amendola
Domani alle 17,30 nell’aula Eleonora d’Arborea al Palazzo dell’Università di Sassari è in programma una tavola rotonda dal titolo «Conversazioni sulla città: desideri e progetti di una “città universitaria”» durante la quale sarà presentato il libro edito da Laterza «Tra Dedalo e Icaro. La nuova domanda di città» di Giandomenico Amendola, docente di Sociologia Urbana all’Università di Firenze. Partecipano, assieme all’autore, in un dibattito condotto da Antonietta Mazzette, coordinatrice del Centro Studi Urbanio, il rettore Attilio Mastino, il sindaco Gianfranco Ganau, l’attore Sante Maurizi, l’architetto Sandro Roggio, il sociologo Camillo Tidore.
di Antonietta Mazzette
 
«La città è da considerarsi felice solo se sa rispondere alla domanda di chi la vive». Da questa frase si coglie, fin dalle prime pagine, l’essenza stessa del libro di Amendola che si domanda: «Quando una città si può quindi, oggi, definire felix? Quando è in grado di rispondere alla domanda della sua gente che è sempre più variegata, mutevole, elusiva e, nello stesso tempo, perentoria. Costruire una città che dia risposta alla domanda significa, perciò, quantomeno due cose: comprendere la domanda e mediare tra domande non immediatamente comparabili».
 Conoscere e ascoltare sono, dunque, le condizioni per aspirare alla costruzione di una città felix. Compito apparentemente facile, ma Amendola avverte quanto questo sia difficile sia perché alle domande vecchie se ne sono sommate tante altre del tutto inedite e imprevedibili, sia perché quando pensiamo alla popolazione urbana tendiamo a sottovalutare che questa è composta di residenti, di un universo vario e composito di immigrati, di city users. I primi quantificabili e classificabili; il secondo solo in minima parte individuabile e comunque di difficile comprensione perché portatore di culture lontane dal luogo di accoglienza; i terzi provvisori e sfuggenti, ma pesanti sul piano dell’incidenza sulle trasformazioni. Valgano per tutti due esempi: Firenze e Venezia. I residenti dell’una, se vogliono svolgere ordinarie attività, come entrare a Santa Maria Novella o a Palazzo Pitti, sostare su una panchina del Giardino di Boboli, devono esibire un documento di riconoscimento che attesti il loro essere cittadini fiorentini. Gli abitanti veneziani sono, invece, per lo più scomparsi dalla città lagunare e si sono spostati nella terraferma. Ed oggi, se vogliono ricucire la frattura che si è creata tra loro e la città, lo possono fare esperendo nuovi percorsi “di conciliazione”, come quello portato avanti dal gruppo di Geografia di Genere e che fa parte della Consulta delle Cittadine del Comune di Venezia.
 Amendola nel suo volume tratta di 10 “modelli o tipi ideali” di città, che non sono riferibili a “utopie” ma ad esperienze concrete che sono sempre il portato di domande sociali. Ognuna di queste città è da considerarsi un aspetto della città ideale del “futuro possibile prossimo venturo” e rappresenta una “qualità considerata importante e fondamentale tanto dal senso comune che dalla pratica di progettazione e di governo”. Queste 10 città non si escludono a vicenda, non si sa dove inizi l’una e finisca l’altra e sono: 1. La città sostenibile; 2. La città impresa; 3. La città spettacolo; 4. La città cosmopolita; 5. La città alla carta; 6. La città ubiqua; 7. La città bella; 8. La città sicura; 9. La città amica; 10. La città dei cittadini.
 Amendola dà conto degli elementi di ambiguità e di contraddizione presenti in ogni tipo di città sopra elencati, ma superabili o limitabili con l’adozione di buone pratiche di Governance, ovvero a condizione che una pluralità di attori pubblici e privati entri in gioco per il raggiungimento di un fine comune.
 Differenze, desideri, possibilità di accedere al mondo vasto grazie alle nuove tecnologie, dimensione estetica, sicurezza, competitività, creatività, e molto altro ancora, sono gli ingredienti necessari per creare, alla fin fine, una città amica, nella quale tutti possano coltivare e “alimentarsi” degli elementi essenziali di convivialità, anche al di fuori della sfera del consumo, diventata sempre più l’unico “luogo” dove appare risolta l’esigenza dello stare insieme.
 Il bisogno della convivialità appartiene a tutti, a prescindere dal genere, generazione, provenienza sociale ed etnica, capacità di inclusione, etc. Ma una città amica non è, in definitiva, una città di cittadini?
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Oristano
Quattro giovani assunti con il Master and Back per ambiente e turismo
L’assessore Ruiu si dice molto soddisfatto «Per due anni lavoreranno su musei e territorio»
NINO MUGGIANU
 
DORGALI. Col Master and Back al comune di Dorgali arrivano 4 giovani con laurea e specializzazione. Figure che a costo zero per il Comune: per due anni potranno operare e dare un contributo altamente qualificato alla progettazione e programmazione futura nel campo culturale ambientale e turistico. Il programma Master and Back voluto dall’amministrazione regionale di Renato Soru, ma che oggi si pensa di ridimensionare, punta a creare opportunità occupazionali di elevato livello, favorendo l’inserimento professionale dei giovani sardi.
 Una opportunità che il Comune di Dorgali tramite l’assessore alla cultura e pubblica istruzione, Giuseppe Ruiu non si è lascito sfuggire. Uno dei pochi comuni che ha saputo approfittare dell’iniziativa della Regione. Incomprensibilmente la maggior parte dei comuni isolani non ha fatto nemmeno richiesta, l’amministrazione di Dorgali ha ottenuto ben 4 figure altamente specializzate che per due ani anidaranno il loro prezioso contributo al comunale.
 «Una opportunità lavorativa per i giovani locali e un impulso notevole all’attività dell’amministrazione - commenta con malcelato orgoglio l’assessore Ruiu - grazie al programma regionale abbiamo presentato domanda ottenendo l’inserimento di quattro giovani di Dorgali altamente specializzati due dei quali si occuperanno in particolare di beni culturali, per dare un impulso al sistema museale e al territorio nel suo insieme».
 

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