Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 June 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 14
«Nuove norme per essere competitivi»
Melis: non cacciamo i fuori corso ma qui si viene a studiare
Università. Il rettore spiega il senso degli interventi su carriere e tasse degli studenti
Non tutti hanno gradito il giro di vite e le nuove regole più rigide per gli studenti
 
«Vogliamo far capire che l'Università è un posto dove si viene a studiare, non possiamo continuare a subire il danno conseguente a una valutazione negativa del nostro Ateneo». Dopo le proteste contro il nuovo regolamento che ridefinisce le carriere degli studenti, il rettore Giovanni Melis chiarisce il senso delle decisioni recentemente adottate dal Senato accademico e dal cda. Le novità riguardano sia le vecchie che le nuove leve, quindi anche le matricole che da quest'anno inzieranno a frequentare l'Università.
ISCRITTI STORICI Il primo riferimento è al giro di vite nei confronti dei fuori corso che sono 15.078, quasi la metà degli iscritti (34.439). Di questi quasi 5 mila rientrano nel Vecchio ordinamento: vuol dire che si sono iscritti prima del 1999, data in cui è entrata in vigore la prima riforma dei corsi. Per questi è previsto che si debbano laureare entro il 2012. «Stiamo parlando di persone iscritte da almeno 11 anni - spiega il rettore - ma in ogni caso non li stiamo cacciando: chi decade si potrà riscrivere rivalutando il suo piano didattico. Non è pensabile che un esame dato 15 anni fa sia ancora attuale, perché non possiamo mettere sul mercato studenti con una formazione non aggiornata: questo non vuol dire che tanti altri esami non possanno essere salvati». È innegabile che per qualcuno l'Università sia ormai diventata un parcheggio: casi-limite vengono fuori dalle segreterie di facoltà, come quello di una signora (ex giovane studentessa) per 28 anni fuori corso in Giurisprudenza o di un'altra che, dopo aver finito gli esami nel '77, si è laureata nel 2007. Si sussurra che questo succeda per via delle tasse che a Cagliari sarebbero tra le più basse d'Italia: in media circa 600 euro all'anno contro i 1100 versati nel resto d'Italia. «Noi non abbiamo toccato le tasse - sottolinea Melis - manteniamo lo stesso sistema ma chiediamo che gli studenti facciano uno sforzo per meritarselo, introducendo una serie di incentivi e disincentivi». In sostanza saranno premiati i bravi, secondo un nuovo sistema di tassazione basato sulla meritocrazia: chi renderà più della media avrà una riduzione delle tasse, chi starà sotto dovrà pagare il 10% in più.
NUOVI ISCRITTI Per gli iscritti ai nuovi ordinamenti, invece, (cioè dopo il '99) si distingue tra studente a tempo pieno (che dovrà laurearsi nel doppio della durata del corso: per esempio 6 anni nel caso di laurea triennale) e studente a tempo parziale per chi per ragioni di lavoro, salute e famiglia ritenga di non poter concludere gli studi nel tempo previsto: si potrà laureare entro un numero di anni massimo il triplo della durata normale del corso, a seconda dei crediti che si impegna ad acquisire (anziché 60, ad esempio, solo 30 all'anno).
NOVITÀ Il fenomeno è comune a tutte le Università che vedono crescere ogni anno il numero degli studenti che non riescono a concludere gli studi nel tempo prestabilito. È un pesante fardello per gli Atenei, già in affanno: più sono i fuori corso meno finanziamenti arriveranno dal Governo. «Ed è per questo che vogliamo favorire un buon inizio di carriera per le matricole, aiutando chi evidenzia delle lacune nei test d'ingresso a colmarle con corsi di recupero. Ormai - dice Melis - il ministero ci valuta per tutta una serie di parametri, didattica, ricerca, offerta formativa: l'Ateneo sta intervenendo per migliorare i servizi agli studenti, elevare gli standard formativi e preparare laureati più competitivi nel difficile mercato del lavoro di oggi». E, intanto, c'è da risolvere il problema degli organici, per coprire i “buchi” lasciati dai pensionamenti: quest'anno andranno via 146 dipendenti, tra docenti e amministrativi. «Per questo proporrò al prossimo Senato di programmare per il 2010-2011 l'assunzione, tramite concorso, di circa 80 ricercatori, 25-30 associati, 10-11 ordinari e coprire 11 posti di manager didattici». Sempre che la riforma, in dirittura d'arrivo, non metta in freezer tutti i piani.
CARLA RAGGIO
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 14
UxS: «Stanno sequestrando il nostro futuro»
La lista studentesca contesta la decisione dell'ateneo: sono scelte punitive
 
Non si placano le polemiche per la decisione dell'Università di modificare il regolamento sui fuori corso. Gli studenti della lista UxS hanno detto no alla decadenza e ribadiscono con forza l'opposizione a questa decisione: «Siamo fortemente contrari, innanzitutto, alla retroattività del provvedimento. Lo studente quando si è iscritto ha stipulato con l'ateneo un “contratto” con regole e clausole ben diverse da quelle che vengono prospettate ora. Come lamentiamo giustamente in tutti i campi, dal calcio alla politica, non si possono cambiare le regole a partita in corso».
Secondo i rappresentanti di una parte degli studenti iscritti all'Università cagliaritana, con queste decisioni, non si vuole affrontare il «discorso sui fuori corso». La lista UxS parla infatti di scelte il cui «fine ultimo è la “punizione” per tutti gli studenti che in tanti casi pagano colpe di un'Università sempre più lontana dal proprio ruolo. Avremmo auspicato una seria e concreta politica di sostegno che non cacciasse i fuori corso dalla nostra università, ma li seguisse e accompagnasse con tutti i mezzi in possesso, verso il traguardo della laurea. In questo modo stanno sequestrando il nostro futuro. Riteniamo che la battaglia per contrastare la norma della decadenza debba essere di tutti e non solo dei singoli gruppi di rappresentanza».
 
3 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 42
A Carloforte Umberto Eco trova la rotta dell'isola perduta
E il rettore sassarese Mastino chiede un nuovo dibattito sulle Colonne d'Ercole
Ieri la giornata conclusiva di Úìze, tra i relatori della tre giorni Paolo Fabbri e Omar Calabrese
CELESTINO TABASSO
 
Carloforte. Da una parte l'Isola Che Non C'è, anche se tutti si ostinano a cercarla. Dall'altra un'isola mitologica che ci sarebbe pure, in realtà, ma nessuno ammette di vederla.
In mezzo, tra la perduta insula di Umberto Eco e l'Atlantide di Sergio Frau, è un mare di spunti storici e letterari, passaggi autobiografici e antiche mappe a comporre la conclusione di Úìze, la tre giorni culturale che ha debuttato quest'anno su iniziativa del semiologo Franciscu Sedda. Il festival-convegno venerdì e sabato ha visto «impelagarsi ed arcipelagarsi» al cineteatro Mutua intellettuali come Paolo Fabbri e Omar Calabrese, fluttuando tra semiotica, urbanistica e storia dell'arte mediterranea. Ieri ha assunto una netta fisionomia sarda, riaprendo il dibattito sulle Colonne d'Ercole, per poi lanciarsi nelle brume suscitate da Eco che ha tracciato una linea d'orizzonte dove storiografia e fumetti, astronomia e poesia si lambiscono e si fondono.
IL TASSELLO Prima dell'autore del Nome della Rosa, ieri mattina il rettore dell'Università di Sassari Attilio Mastino era stato il primo a giocare con le mappe e i portolani, sovrapponendo la carta del mito a quella della Sardegna. E allora ecco che i convegnisti scoprono di essersi riuniti sull'Insula Accipitrum, l'Isola degli Avvoltoi. Superato il braccio di mare tra San Pietro e l'Isola maggiore, si può percorrere in poche ore la terra “dalle vene d'argento” e arrivare a Olbia: per noi contemporanei è terra di imprese edilizie, per gli antichi fu teatro di gesta mitologiche. Basta dire che a fondarla furono i gemelli Antileone e Ippeo: il padre era Ercole, la madre era la penultima di cinquanta sorelle con le quali il semidio giacque per quarantanove notti convinto (o almeno così disse) che fosse sempre la stessa donna. Ne nacquero cinquanta figli: uno da ciascuna delle prime quarantotto e i gemelli, appunto, dalla quarantanovesima. Alla cinquantesima spettò, in quanto vergine, il dubbio privilegio di potersi consacrare al culto eracleo.
Da Olbia ancora un passo ed eccoci a Santa Teresa di Gallura o meglio Lungoni, dal termine greco che indicava i porti. Lo striminzito e irrequieto tratto di mare che la separa da Bonifacio era il regno di Forco, divinità ancestrale detronizzata da un golpe culturale. Le Gorgoni Steno, Eurialo e Medusa erano sue figlie, e se stavolta alla mappa del Mediterraneo sovrapponiamo le Storie Incredibili di Palefato le vediamo coincidere con le Baleari, indicate come tre isole a occidente, al di là delle Colonne d'Ercole.
Un intervento che Mastino ha definito «un tassello alle tesi di Frau», e non è certo un tassello da poco. Lo spostamento a oriente dei confini del Mondo conosciuto, e la conseguente identificazione della Sardegna con Atlantide, è una rilettura che dal 2002 scandalizza o entusiasma a seconda di chi la ascolta, e molti archeologi, storici, antropologi e geologi sardi l'hanno bocciata duramente. Per questo ieri è stato significativo sentire dal rettore sassarese la proposta di tornare a «una discussione più laica sui miti» e la richiesta agli archeologi sardi di contemplare «una seria revisione» sul tema delle Colonne. Quanto ad Atlantide, Mastino non controfirma la tesi di Frau ma registra una nuova apertura al dialogo da parte del giornalista e saggista. In realtà Frau ieri ha spiegato che non gli interessa essere «l'autore numero 74 mila che dice la sua su Atlantide»: più che interpretare il continente sommerso gli interessa localizzarlo. Anche attraverso la decorazione mitologica di un piatto etrusco conservato nei Musei Vaticani: quella scena di Prometeo incatenato, con l'avvoltoio che gli divora eternamente il fegato, sovrapposta alla carta del Mare Nostrum fa coincidere il titano sofferente con il Caucaso, e Atlante - che osserva la scena - con la Sardegna.
LO ZATTERONE Cioè con un'isola - per fare un balzo di millenni e accompagnare Franciscu Sedda nella sua analisi della nostra scarsa autostima - «che da sempre è al centro della storia mitica ma che pure noi percepiamo come periferica, fino a definirla “uno zatterone sperduto alla deriva nel mare del sonno” come fecero nel '49 gli intellettuali di Ichnusa».
E se la nevrosi di non credersi nazione sfocia nella megalomania di pretendersi “quasi un continente”, allora è consigliabile volgere lo sguardo su altre isole e altre storie. Quelle viste e vissute da Massimo Loche, già direttore dell'Unione Sarda e corrispondente da New York del Tg3, che da Manhattan alla città-arcipelago Hanoi, da quelle rocciose del Tirreno a quella mediatica di Al Jazeera, ha raccontato le “sue” isole per concludere ribaltando frittata e metafora, e rivolgendo lo sguardo oltre il Mediterraneo ha esplorato il deserto, mare di sabbia dove le oasi diventano sparse e preziose isole d'acqua. E poi Ventotene e l'Asinara, che nell'intervento dello scrittore Gianni Marilotti si riscattano dal loro destino storico e simbolico di isole-prigione per diventare la prima piattaforma di lancio dell'utopia europeista, la seconda incubatrice della speranza di un parco tanto naturale quanto culturale.
E infine le mille terre emerse evocate da Eco nella sua conferenza sul “Perché l'isola non viene mai trovata”. La tecnica narrativa potremmo definirla “shock and amuse”: l'ascoltatore si becca una secchiata dottissima di citazioni in latino e francese, riferimenti al Prete Gianni e a Louis Antoine de Bougainville, e poi rassicuranti citazioni pop dell'Isola del Dottor No «con 007 e Ursula Andress col coltello legato alla coscia».
LA BALLATA Poi il gioco si inverte ed ecco una lettura casual di una disputa cosmologica, con Lattanzio che vuole il mondo a forma di tabernacolo «e Sant'Agostino che lo manda a farsi fottere», ed una lettura accuratissima di “Una ballata del mare salato”. Eco analizza le splendide tavole d'esordio di Corto Maltese, spulcia divertito la biblioteca di bordo del catamarano di Rasputin e contesta la rotta del sottomarino di Sütter: troppo breve rispetto alla tabella di marcia. Molto più ampia la navigazione del Professore, che da Ceylon allo Scoglio di Giuda, dagli strampalati businness olandesi di Galileo all'oro di Salomone, approda all'Isola Perduta. Una terra fascinosa, che fa spesso capolino nella nostra cultura fino all'ideazione della longitudine. Cioè fino a quando il modo di pensare il mondo si incastra in due assi, e le terre in cui ci si imbatte vagando per mare possono essere identificate, localizzate con precisione. E così di vaga, indefinita e ineffabile rimane solo l'isola di Gozzano, “La più bella”. Quella che “se il pilota avanza, / rapida si dilegua come parvenza vana, / si tinge dell'azzurro color di lontananza...”.

 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Cronaca
I ricercatori rinunciano alla didattica 
«La riforma Gelmini e la Finanziaria ci affossano danneggiando l’università» 
In oltre 450 hanno dato la loro «indisponibilità»: le facoltà rischiano la paralisi e molti corsi potrebbero saltare 
Domani il senato accademico deciderà il manifesto degli studi 
 
CAGLIARI. Alcuni ricercatori hanno pubblicazioni da docente ordinario, ma con la riforma Gelmini «la nostra carriera viene definitivamente bloccata». Allora in 466 hanno dato la loro «indisponibilità» all’attività didattica. E questo bloccherà una grossa fetta degli insegnamenti 2010-11.
Quasi tutti i ricercatori universitari svolgono da anni funzioni di supplenza come professori aggregati, ricoprendo da uno a quattro insegnamenti (pur con uno stipendio che è circa la metà dei titolari). Ma ora la riforma Gelmini e i tagli della Finanziaria non solo hanno bloccato il loro futuro, affermano i componenti del coordinamento dei ricercatori, ma non creeranno benefici nè per la didattica, nè per la ricerca. Entro il 2012, ad esempio, dovrebbero andare in pensione da 120 a 130 professori ordinari, ma non saranno reintegrati. Mentre la figura del ricercatore sarà «ad esaurimento». Il dopo riforma, infatti, prevede solo assunzioni a tempo: per tre anni, eventualmente rinnovabili per altri tre. La commissione specifica del Parlamento (la settima) ha precisato che per il prossimo anno l’università avrà, complessivamente, un miliardo e trecento milioni in meno. E questo significa che rischiano di non esserci i fondi nemmeno per gli stipendi. Per l’ateneo cittadino, la settimana che si apre oggi sarà decisiva: domani infatti si terrà il senato accademico, che dovrà stabilire il «manifesto degli studi», ovvero il numero dei corsi disponibili per il prossimo anno accademico. Ma se tutti i 466 ricercatori (il 69 per cento del totale) manterranno la loro «indisponibilità» alla didattica, molti insegnamenti non potranno essere programmati. Oltre Cagliari, la protesta riguarda 29 dei 66 atenei nazionali. Il coordinamento dei ricercatori afferma che «la situazione è pesantissima: non è più possibile stare a guardare senza fare niente».(r.p.)
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 13 - Sassari
All’Aou in arrivo i premi per la dirigenza medica 
 
SASSARI. In arrivo i premi di risultato per la dirigenza medica ospedaliera nell’Azienda ospedaliero universitaria. Il direttore amministrativo Piero Tamponi e i sindacati di categoria hanno raggiunto un accordo che mette la parola fine alla vertenza che coinvolge duecento medici. Il fondo, che sarà liquidato a breve, riguarda il biennio 2008/09. L’accordo è stato commentato con soddisfazione dai i vertici dell’Aou «che sanano così un’altra controversia tra azienda e lavoratori - si legge in una nota -. A maggio l’Azienda aveva chiuso un altro accordo con il comparto infermieristico per la distribuzioni dei premi per la produttività». «La volontà dei vertici aziendali - si legge ancora nella nota - è di lavorare nel massimo rispetto dei diritti del propri dipendenti cercando, nei limiti del possibile, di ripianare le pendenze maturate nei loro confronti per guardare al futuro con uno spirito collaborativo».
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Sardegna
RICERCA
Da Boston a Cagliari
 
Due laureande in biologia e ingegneria biologica del Mit di Boston, lavoreranno a Cagliari su un progetto di ricerca sul trattamento dei tumori con le nanotecnologie. Stephanie Yoon e Minmin Yen saranno ospiti della Facoltà di farmacia dell’università di Cagliari. La collaborazione con il Mit è nata l’anno scorso quando la ricercatrice Biancamaria Baroli era stata invitata a Boston a tenere due seminari, al Mit e alla Tufts University, sulle ricerche condotte nel laboratori di Cagliari.
 
 

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