Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
02 September 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari  - Pagina 18
Università, 20 mila iscritti ai test
Cresce il numero delle domande: rispetto all'anno scorso ne sono arrivate mille in più
Oggi le prove per il corso di medicina: in 1.865 per 165 posti
Il test per conquistare un posto nella facoltà di medicina è in programma alle 11 nella cittadella universitaria di Monserrato
 
Sono complessivamente 19.682 le iscrizioni ai test preliminari obbligatori predisposti dalle varie facoltà dell'ateneo cagliaritano. Un numero elevato che è cresciuto di quasi mille unità rispetto all'anno scorso, quando le domande furono 18.734. Le prove sono di due tipi: uno è per le facoltà e per i corsi a numero chiuso (come Medicina), l'altra, obbligatoria dall'anno scorso, è quella di verifica della preparazione iniziale. Non vincolante, ma obbligatoria per tutti. Serve per capire se lo studente abbia raggiunto un livello di base almeno sufficiente a sostenere con profitto le lezioni.
I DEBITI Nei corsi a numero chiuso l'esame è da “dentro o fuori”: se lo studente non lo supera, deve cercarsi un'altra facoltà. Nel caso della verifica della preparazione, si vuole dare un avvertimento: se il risultato non sarà brillante ci si può comunque iscrivere, sapendo però di avere dei debiti formativi che dovranno necessariamente essere recuperati durante l'anno (le modalità variano da facoltà a facoltà).
I NUMERI Questo meccanismo permette agli studenti di iscriversi a più test (di più facoltà) contemporaneamente. Per questo il numero degli iscritti alle prove è di molto superiore rispetto a quello degli iscritti alle facoltà (c'è tempo fino al 5 ottobre prossimo, dopo aver sostenuto il test). Solo dopo si potranno conoscere i dati reali degli iscritti. Nel 2009-2010 furono 4.265, nel 2008-2009 4.428 e nel 2007-2008 4.934. Dunque in costante calo.
LE FACOLTÀ L'esercito dei neodiplomati sembra aver metabolizzato il nuovo sistema. Lo dimostra il fatto che ogni studente si iscrive in media a 3-4 test diversi (per avere più alternative in caso di uno o più insuccessi iniziali). L'esempio emblematico è quello del test di Medicina, tentato ogni anno da un'infinità di studenti nonostante i posti disponibili siano appena 165. Attualmente i numeri degli iscritti ai test predisposti dalle varie facoltà sono i seguenti: Architettura 570, Economia e commercio 1.108, Farmacia 855, Giurisprudenza 851, Ingegneria 1.822, Lettere 955, Lingue 894, Medicina e chirurgia 6.600 (il numero è così elevato perché comprende sia il corso classico di Medicina - a cui si sono iscritte ben 1.865 persone - che i corsi di laurea per le professioni sanitarie, come ad esempio infermiere o ostetrico). E ancora: Odontoiatria 743 iscritti per soli 20 posti, Scienze della Formazione 2.534, Scienze matematiche, fisiche e chimiche 2.007, Scienze politiche 1.062. Il test obbligatorio per tentare di accedere a Ingegneria si è svolto ieri mattina mentre quello di Medicina è in programma per oggi. Appuntamento alle 11 nella cittadella universitaria di Monserrato.
PAOLO LOCHE

 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 12 - Attualità
Al via oggi i test della discordia
Il ministero li difende, i rettori sono divisi, gli studenti in rivolta
di Annalisa D’Aprile
 
ROMA. Un futuro in camice bianco affidato a 80 quiz a risposta multipla da risolvere in due ore. I test d’ingresso alle facoltà più ambite, quelle sanitarie, partono oggi con medicina: 90mila aspiranti medici in tutte le università italiane si contendono gli 8.775 posti a disposizione. Ma il quizzone generale non piace agli studenti né ai presidi di facoltà, tanto che il ministero metterà in cantiere una riforma che potrebbe entrare in vigore fin dall’anno prossimo.
 L’«inutile» test di medicina, bocciato da sindacati universitari, ma anche da professori e rettori, per non parlare dei diretti interessati, i ragazzi, da giorni alle prese con le loro rivolte sul web, è così suddiviso: 18 domande di biologia, 11 di chimica, 11 di fisica e matematica, 40 di logica e cultura generale. Proprio queste ultime sono sott’accusa, considerate «ridicole», «assurde», soprattutto inadeguate per valutare preparazione e attitudini dei candidati.
 «Dei test d’ammissione penso tutto il male possibile» afferma Renato Lauro, rettore dell’Università Tor Vergata di Roma. «Domande come “quanto dista l’equatore da...” non hanno senso. Questi test vogliono dire poco» aggiunge l’accademico che, come molti colleghi, sostiene la necessità di una valutazione meritocratica basata sulla carriera degli studenti. Non è d’accordo il preside della facoltà di Medicina e chirurgia della Bicocca di Milano, Andrea Stella: «Se c’è il numero chiuso occorre un criterio di selezione. I test sono migliorabili. Ma prima di eliminarli bisognerebbe forse pensare a delle alternative». E spiega: «Non condivido la possibilità di valutare la carriera pregressa degli studenti, perché non c’è unifomità di giudizio nelle scuole medie superiori. Il vero problema è che i test dovrebbero essere fatti da professionisti veri».
 Eppure, per quanto strampalate, le domande del quizzone di medicina (sul quale la commissione del ministero assicura di aver diminuito il nozionismo in favore dei quesiti di logica), sembra non abbiano scoraggiato le migliaia di ragazzi che ambiscono alla professione. Ogni ateneo, da Roma a Milano, da Napoli a Bologna, registra per l’anno 2010-2011 un boom di iscrizioni ai test d’ingresso per le facoltà di medicina e odontoiatria, e per le professioni sanitarie, da scienze infermieristiche a fisioterapia, da logopedia a dietistica e tecniche di radiologia.
 Un vero fenomeno, soprattutto se si considera quanto, secondo l’Ocse, gli studenti italiani siano poco preparati nelle materie scientifiche. Un «fatto positivo» secondo il professor Lauro. Mentre Stella sottolinea che «l’aumento di iscrizioni è un segno del clima di incertezza. Le facoltà di medicina e chirurgia danno una certa garanzia di occupazione, sebbene il percorso di studi sia lungo, alla fine non ci vogliono anni per trovare lavoro».
 Intanto, oggi, in 90mila si giocano la possibilità di avere accesso a questo lungo percorso di studi. Ma solo uno su dieci ce la farà. «Criteri penalizzanti» secondo Rita Guariniello del sindacato Flc. «Il numero chiuso ha fallito» è la critica dell’Unione universitari. Mentre Andrea Lenzi, presidente del Consiglio universitario nazionale, si appella alla «vocazione» degli aspiranti medici.
 

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