Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
16 June 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 39
Agenda Ultimo weekend di giugno
Eco e Calabrese a Carloforte per parlare di isole
 
 “Le isole tra mito, storia, progetto”: è l'argomento portante del festival Úìze che si terrà a Carloforte dal 25 al 27 giugno e che avrà come protagonista della sessione conclusiva Umberto Eco, autore tra i tanti altri titoli della sua carriera di semiologo e romanziere di “L'isola del giorno prima”, e dunque isolano honoris causa. Tra gli altri relatori del festival ideato dal docente di Semiotica Franciscu Sedda anche Paolo Fabbri, Omar Calabrese, Jorge Lozano. Il festival, realizzato con l'aiuto del Comune di Carloforte, vede il patrocinio dalla LUMs (Libera Universidade Mediterranea sarda) e dell'Aiss (Associazione italiana studi semiotici). Il punto di partenza - spiegano gli organizzatori - è «la volontà di cogliere l'essere-isola nella sua potenza identificativa, nella sua fecondità per l'immaginario, nelle sue complessità socio-antropologiche, nelle potenzialità e nei rischi insite nella trasformazione paesaggistica del territorio».
NUORO Per “Storie di emigrati sardi”, concorso per progetti cinematografici, serata di proiezione dei film premiati domani alle 18,30 nell'Auditorium della Biblioteca Satta di Nuoro. In programma “Arturo torna dal Brasile” di Marco Pani, “Marie - Maria” di Nicola Contini e “Io sono qui” di Mario Piredda.
LIBRALBERI” L'associazione di promozione sociale Libriforas, che si occupa di promozione della “Lettura ad alta voce”, ha organizzato in collaborazione con l'Orto Botanico, Università di Cagliari, e con la libreria per ragazzi “Tuttestorie” il progetto “Nell'orto dei Libralberi - Racconti animati all'aperto”. Rivolto ai bambini dai 4 ai 10 anni, il progetto prevede la possibilità di un doppio percorso di animazioni, studiate e suddivise in due fasce d'età: 3-6 anni e 7-10 anni. Il momento della narrazione sarà sempre associato ad un laboratorio di creatività ed espressività sulla tematica trattata nella giornata. Tutti i lunedi a partire dal 21 giugno, dalle 17,30 alle 19, nell'Orto Botanico di Cagliari, in via Sant'Ignazio da Laconi. Contatti: libriforas@gmail.com, http://libriforas.blogspot.com. Per informazioni e iscrizioni, telefono 349/ 7205171 e 347/ 0056112.
ARCHITETTURA La facoltà di Architettura di Cagliari si è aggiudicata un concorso internazionale in Cina. Nel quadro di un accordo internazionale - siglato dal ministero degli Affari esteri, dalla Conferenza dei presidi di Architettura e dalle autorità cinesi - il laboratorio cagliaritano “Offi-cina Unica” ha partecipato ad una consultazione internazionale ad invito per la riqualificazione di una vastissima area (185mila mq) nel centro della città di Zhaoqing, compresa tra il lago-parco dei “Seven Stars Crags” e il centro direzionale. Lo studio risultato vincitore è firmato da Giovanni Marco Chiri, docente di Composizione architettonica e urbana dell'ateneo cagliaritano, con la collaborazione dei docenti del Politecnico di Torino Liliana Bazzanella, Michele Bonino, Gustavo Ambrosini e Pierre Alain Croset. Gli elaborati della ricerca sardo-piemontese sono stati completati la scorsa estate in poco più di un mese d'intenso lavoro del gruppo, coadiuvato da dieci giovani laureati e dottorandi cagliaritani. 
 
2 – L’Unione Sarda
Cagliari – pagina 19
Energie rinnovabili e nuove frontiere
   
Domani dalle 15, nell'aula magna della Facoltà di Ingegneria, convegno su “Nuove frontiere delle energie rinnovabili e del risparmio energetico in Sardegna”. L'evento è organizzato dalle associazioni studentesche Jan Palach e Jennas.

 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
L’architettura sarda sbarca in Cina 
L’intervento interessa una zona grande cinque volte piazza San Pietro 
Saranno realizzati dei giganteschi portici con teatri e mercati 
Vinto dalla facoltà dell’ateneo il progetto di riqualificazione ambientale di un’erea di Zhaoqing 
ROBERTO PARACCHINI 
 
 CAGLIARI. Zhaoqing è una delle città ambientali cinesi e la riqualificazione dell’area di collegamento col lago è stata vinta da un architetto della facoltà di Cagliari.
 Circa trecentotrentamila abitanti, la città cinese ha molte analogie anche col capoluogo dell’isola, soprattuto per la presenza di importanti zone umide. Il laboratorio cagliaritano Offi-Cina Unica ha partecipato a una consultazione internazionale a invito nell’ambito di un accordo internazionale (siglato dal ministero degli Affari esteri, dalla Conferenza dei presidi di Architettura e dalle autorità cinesi). Il tema era la riqualificazione di una vasta area di 185mila metri quadrati (cinque volte piazza San Pietro) di Zhaoqing, compresa fra il lago-parco dei Seven Stars Crags e il centro direzionale. Lo studio, risultato vincitore, è firmato da Giovanni Marco Chiri (responsabile del progetto e docente di Composizione architettonica a Cagliari), realizzato con la collaborazione dei colleghi del Politecnico di Torino Liliana Bazzanella, Michele Bonino, Gustavo Ambrosini e Pierre Alain Croset.
 «Gli elaborati - spiega Chiri - sono stati realizzati la scorsa estate con la collaborazione di un grupoo di giovani laureati e dottorandi cagliaritani. Le autorità cinesi avevano chiesto che quell’area fosse progettaoto sulla stile delle piazze italiane. Da qui l’idea di dividerlo con dei grandi portici in modo da creare diversi percorsi». Si tratta di strutture ripensate in chiave moderna con moderni materiali (acciaio e altro) realizzati in modo da creare spazi ombreggiati e percorribili in modo trasversale». All’interno dell’industrializzata Guangdong (la maggior parte dei prodotti cinesi in commercio provengono da quest’area) e a 130 da Kanton, per Zhaoqing le autorità cinesi hanno pensato «al potenziamento delle caratteristiche ambientali - informa Chiri - e a un incremento della popolazione sino a due milioni di abitanti. Da qui l’idea di un intervento per la riqualificazione dell’area vicino al lago». Il lavoro si inserisce all’interno dei rapporti e dei progetti della cosiddetta «Piattaforma Tirrenica» di architettura, che interessa le facoltà di Firenze, Alghero, Genova e Torino: tutte coinvolte in altre iniziative urbanistiche nella provincia di Guangdong.
 
Pagina 2 - Cagliari
PER IL FUTURO 
Un museo in ricordo di Matteo Ricci 
 
 CAGLIARI. Quattrocento anni fa moriva Matteo Ricci, il gesuita matermatico ed esploratore che ha soggiornato per molti anni a Zahaoquin dando un importante apporto alla conoscenza della cultura cinese e al rapporto con l’oriente (riteneva che la cultura greca fosse quella più vicina al confucianesimo) contribuendo a far conoscere la scienza occidentale. Adottò anche nome e vestiti cinesi, e contribuì al recupero dei villaggi rurali e al lungofiume. Ora le autorità cinesi hanno deciso di ricordare l’opera di Ricci anche con la realizzazione di un grande museo a lui dedicato. «Si parla di una struttura molto importante, di dimensioni simili a quella che avrebbe avuto il Betile a Sant’Elia - informa Giovanni Marco Chiri - questo intervento è stato affidato alla Piattaforma Tirrenica delle facoltà di Architetture di Genova, Firenze, Cagliari e il politecnico di Torino, con quest’ultima capofila del progetto». (r.p.)
 
Pagina 2 - Cagliari
IL PIANO 
 
 CAGLIARI. «I cinesi sono molto precisi - spiega l’architetto Giovanni Marco Chiri, docente nella facoltà di Cagliari e vincitore del progetto di riqualificazione - le autorità di Zhaoqing avevano chiesto elaborati specifici. Noi abbiamo presentato un video di venti minuiti, otto tavole e un libro con la spiegazione di tutto quello che avremmo voluto fare».
 La realizzazione della riqualificazione (progettata da Cagliari) dell’area che si trova di fronte al lago costerà circa quaranta milioni di euro. E comprende una serie di grandi portici realizzati in acciaio e altri materiali con all’interno diverse attività. «Sono previsti, tra le altre cose - spiega Chiri - un centro intermodale, un mercato di prodotti alimentri, un club per le canoe, un palco, un teatro e un centro congressi».
 La spiazzo diventerà un punto di collegamento col lago in una prospettiva di sviluppo ambientale.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 39 - Inserto Estate
Le virtù del pane sardo 
In un libro la biotecnologia dei prodotti da forno 
Al volume ha contribuito la facoltà di Agraria di Sassari con uno studio sulla lievitazione naturale 
PASQUALE PORCU 
 
Papassinas, pane carasau, moddizzosu. Ma anche pane ferrarese, di Altamura, di Sanluri, spianate, babà, panettone, pandoro, Baicoli e Doriano. Che cosa hanno in comune? Si tratta di prodotti definiti comunemente prodotti da forno. Nel senso che nascono dall’impasto di farine di cereali, lievitate e cotte in forno. Poi assumono forme diverse e contenuti (ad esempio di zuccheri) diversi a seconda che si vogliano usare come pane o come dolci.
 Un bel volume (356 pagine, 41,50 euro) edito dalla casa editrice Ambrosiana, intitolato «Biotecnologia dei prodotti lievitati da forno», curato da Marco Gobbetti e Aldo Corsetti, raccoglie «in un solo progetto editoriale- spiegano le note di copertina- i vari aspetti della biotecnologia dei prodotti lievitati da forno, uno dei settori alimentari che vanta una delle più antiche e vaste tradizioni nella cultura agro-alimentare del nostro Paese». Nel libro, un contributo importante è quello dei microbiologi agrari della Facoltà di Agraria dell’università degli studi di Sassari. Il tema trattato dagli studiosi sardi è quello del lievito naturale, un argomento nel quale il gruppo di ricerca coordinato dal professor Giovanni Antonio Farris è, da anni, un punto di riferimento autorevole a livello nazionale e internazionale.
 Nel Logudoro il lievito naturale è «su fremmentalzu» o «sa madrighe». È l’impasto acido l’agente lievitante dei pani tradizionali della nostra isola. Il pane che hanno mangiato i nostri avi e i nostri genitori era fatto lievitare attraverso questo, leggiamo a pagina 171 del volume, «impasto costitituito da farina (di grano o di segale), acqua ed eventualmente sale, fermentato senza l’intervento di di microorganismi volontariamente aggiunti e ottenuto grazie a una serie successiva di rinfreschi che hanno ottimizzato la capacità di acidificazione e lievitazione». «La fermentazione- prosegue la definizione del libro- è opera di di lieviti e batteri lattici endogeni della farina, ai quali si possono aggiungere quelli di derivazioni ambientali».
 La preparazione e l’uso del lievito naturale in panificazione hanno origini che si perdono nella notte dei tempi. Gli Egizi 3500 anni fa, giusto per fare un esempio, conoscevano la tecnica di preparare i pani da impasti di farina di cereali lievitati naturalmente. Una tecnica che un secolo prima della nascita di Cristo era nota e diffusa in tutto il mondo antico. Ma è intorno al 1800 circa che si fa strada un altro lievito, quello di birra. E oggi, dopo una ampia sperimentazione di lievito commerciale di birra, si fa ricorso ancora al lievito naturale in considerazione dei numerosi vantaggi rispetto al lievito di birra. Vantaggi di carattere sensoriale ma anche nutrizionale.
 Una sperimentazione clinica recente condotta dai microbiologi della facoltà di Agraria di Sassari e di ricercatori della Clinica medica dell’ateneo sassarese, ha dimostrato come l’alimentazione a base di pane prodotto col lievito naturale presenti indubbi vantaggi nei pazienti celiaci e diabetici. Il volume passa in rassegna i diversi metodi di panificazione adottati in diversi paesi del mondo con la descrizione puntuale dei processi sia sul piano microbiologico che su quello biochimico con una trattazione approfondita dei diversi pani: da quello di Altamura a quello di segale, dal “pain au levain” allo white pan bread, dal panettone al pane di San Francisco.
 Molto interessante il capitolo dedicato ai prodotti dolciari lievitati italiani: dal buccellato siculo al babà campano, dai liguri biscotti del lagaccio alla pigna molisana, fino ai papassini sardi. Ma la parte più affascinante del volume è quella dedicata ai pani tipici italiani alcuni dei quali tutelati dal marchio Dop (denominazione di origine protetta) o Igp (indicazione geografica protetta) e Stg (specialità tradizione garantita).
 E in questo capitolo la Sardegna presenta campioni sul piano storico-culturale e su quello sensoriale con diversi prodotti: spianata, zichi, pane carasau, pistoccu, pistoccu e Moddizzosu (con riferimenti al Civraxiu e alle pagnotte di Sorso e Osilo). Ma sappiamo che la Sardegna, in questo campo, è una autorità indiscussa (come dimostrano gli studi dell’équipe diretta dal professor Giovanni Antonio Farris) grazie al fatto che l’isola conta la più alta varietà di pani a livello mediterraneo.
 
 

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