Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
06 June 2010
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA
1 - Miracolo cinese, alla base enorme investimenti nella formazione
2 - Quella voglia (sarda) di riscatto
3 - Appuntamenti. Domani incontri culturali
4 - Lettere, convegno su etica e diritto all'informazione con Luisella Battaglia
5 - All'università esame di spagnolo per i ragazzi delle Medie
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 - Sassari, l'Università si mobilita per la chimica
 
  
RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA
 

L’UNIONE SARDA
 
1 - L’Unione Sarda
Commenti - Pagina 50
Secondo round del miracolo cinese nella crisi globale
Mentre la crisi globale continua a far sentire le sue pesanti ricadute nei Paesi industrializzati (Usa, Europa, Giappone), in quelli emergenti - Cina, India, Indonesia, Brasile, Africa del Sud - la crescita economica viaggia a ritmo sostenuto. Nei Paesi industrializzati, invece, la crescita economica è non solo lenta e fragile ma è caratterizzata dall'aumento massiccio della disoccupazione, in primis quella giovanile, soprattutto nell'Unione europea (Ue). Con la crisi della Grecia, i sedici Stati dell'Eurogruppo sono stati chiamati congiuntamente ai Ventisette dell'Ue a far fronte con una dura battaglia alla speculazione contro l'euro, la cui tenuta dovrebbe via via consolidarsi grazie anche alle decisioni prese recentemente a Bruxelles dai capi di Stato e di governo europei. La strategia dell'Ue in difesa dell'euro ha inoltre beneficiato del supporto (interessato) degli Stati Uniti e della Cina: il presidente Obama è intervenuto personalmente presso i maggiori capi di Stato e di governo europei così come le autorità finanziarie cinesi hanno agito in favore dell'euro. Molti addetti ai lavori ritengono che la ripresa nell'Ue continuerà ad essere lenta quest'anno e nel prossimo e che la crescita maggiore sarà data dall'export extra-comunitario, favorito dalla svalutazione dell'euro rispetto al dollaro e allo yuan cinese.
Relativamente al secondo miracolo economico cinese, esso poggia via via su regole contrattuali e aumenti salariali più consoni ad uno sviluppo sostenibile, contrariamente al primo che traeva maggiore forza dal brutale sfruttamento della manodopera proveniente dal mondo contadino. Data, infatti, di pochi giorni la conquista operaia dello stabilimento automobilistico della Honda giapponese nella sua più grande fabbrica di Foshan nella Cina meridionale. In seguito ad una disputa durata due settimane, le maestranze hanno ripreso il lavoro dopo aver ottenuto un aumento medio salariale del 24 per cento. Altri importanti parametri che hanno contribuito al secondo miracolo economico da prendere in considerazione sono quelli relativi agli enormi investimenti pubblici che il governo cinese ha consacrato all'istruzione a tutti i livelli scolastici e formativi (scuole medie inferiori e superiori, licei classici e scientifici, istituti tecnici, istituti universitari e post-universitari, istituti di ricerca in scienze e tecnologie). La portata e l'importanza di questi investimenti pubblici nell'istruzione e nella ricerca sono state messe in luce in un recente articolo dell'ex premier Romano Prodi (Il Messaggero del 17 marzo) che riportiamo in sintesi: «... Pur avendo ormai “pascolato” per le sedi universitarie di tutto il mondo, non trovo infatti paragone con gli ultimi campus cinesi costruiti dal nulla, dove decine di migliaia di studenti alloggiano vicino alle aule e a immensi laboratori all'avanguardia in tutti i settori della scienza e ormai in rete con le migliori università del mondo... Fa davvero impressione visitare uno di questi nuovi insediamenti universitari, con quarantamila studenti, tremila professori e vedere tutto in piena attività in un pomeriggio di sabato. Non ci si deve perciò stupire se più di metà della crescita cinese viene attribuita all'enorme aumento dell'istruzione a tutti i livelli... Entrando in contatto con questa realtà e vedendo il livello di eccellenza raggiunto e la profondità dei rapporti con le strutture produttive non vi è alcun dubbio che sia già cominciato un secondo tempo della concorrenza cinese. Un secondo tempo fondato sulla scienza e l'innovazione...». Tutto ciò conferma che oggi la Cina è una potenza industriale ed è un serio concorrente di Usa, Giappone e Ue nei prodotti manifatturieri derivanti da scienze e tecnologie avanzate e applicate. A titolo d'esempio, nell'ambito dei super computer nel mondo, quello cinese “Nebulae-Dawning” del centro nazionale di supercalcolo di Shenzhen ha superato 1,27 milioni di petaflop al secondo (pari a un milione di miliardi di operazioni matematiche al secondo), preceduto solo dal supercomputer statunitense, il “Jaguar Grey” del Tennessee (1,75 di petaflop al secondo). In molti altri comparti di tecnologia avanzata, quali le energie rinnovabili (eolico, solare fotovoltaico e termodinamico) e nei motori ibridi ed elettrici degli autoveicoli nella lotta alle emissioni dei gas serra e contro il surriscaldamento globale, la Cina ha raggiunto livelli di eccellenza visibili nell'Expo universale di Shanghai che è stata inaugurata il 1° maggio, con la previsione di accogliere 80 milioni di visitatori attesi per fine anno nei 242 padiglioni.
ANTONIO MARONGIU
(marongiuantonio@tiscali.it)
 
 
2 - L’Unione Sarda
Commenti - Pagina 50
dal vecchio regno alla repubblica/3
Quella voglia (sarda) di riscatto
di Gianfranco Sabattini, Università di Cagliari
In un recente intervento di Gianfranco Pintore (L'Unione Sarda di domenica scorsa), è emersa una presa di distanza da alcune osservazioni critiche al libro di carattere storico sulla Sardegna di Francesco Cesare Casula ( Il grande inganno ) apparse su queste pagine lo scorso 23 maggio. Per Pintore, quelle osservazioni sarebbero state svolte secondo esigenze di “utilità” piuttosto che di “verità”. E, a sostegno dei suoi argomenti, afferma che le tesi di Casula non possono non essere apprezzate se non si considera che esse non sono altro che una compiuta applicazione dell'approccio alla storia che lo stesso Casula ha indicato come “terza via”. Come dire che chi esprime perplessità circa il modo di fare storia secondo Casula dovrebbe dimostrare che questo approccio storico porti ad una “storia falsa o, almeno, infondata”. Al riguardo, pare però utile osservare che le note critiche alla storia recente della Sardegna di Casula non intendevano evidenziare una sua presunta erroneità, semmai solo una sua debolezza sul piano narrativo.
In La terza via della storia , Casula sostiene che la narrazione delle vicende dei singoli popoli statualmente organizzati sarebbe stata fatta sulla base del metodo estrinseco del “territorio geografico e del riferimento cronologico...: due vie su cui inserire l'elencazione (quantitativa o selettiva o esplicativa o ragionata) degli avvenimenti umani”. Sottolinea perciò la necessità di sottrarsi ai limiti del metodo estrinseco di fare storia, proponendo, in sua vece, il metodo intrinseco del riferimento ai veri valori storici, da narrare, appunto, attraverso la terza via, fondata sulla dottrina della statualità. Ciò sarebbe tanto più necessario, in quanto avrebbero sbagliato tutti ad indicare “l'epopea risorgimentale come l'atto procreativo di una nuova entità statuale unitaria, falsando il dato acquisito di uno Stato preesistente da cinquecentotrentasette anni, originato in Sardegna nel 1324 con attributo di regno, e, per fortuna, ampliatosi fino a fagocitare col tempo quasi tutte le statualità isolane e continentali, dandosi, alla fine, la forma costituzionale repubblicana”.
Pintore, dal canto suo, valuta negativamente le considerazioni critiche che possono essere rivolte ad una narrazione della storia della Sardegna sulla base della teoria della statualità. Egli, infatti, valuta “utilitaristico” il chiedersi se per caso per i sardi sia più opportuno accontentarsi della contezza di aver prestato il “contenitore” attraverso il quale è stato costruito lo Stato nazionale italiano moderno; oppure se non sia più importante, per i sardi che hanno a cuore il futuro dell'Isola, conoscere i processi istituzionali, economici e sociali che hanno reso possibile il processo di unificazione nazionale dell'Italia malgrado gli esiti negativi di ricaduta da essi provocati.
Per capire davvero le cause dello stato in cui versa al presente una determinata comunità, regionale o statuale, è necessario disporre di una “griglia” interpretativa dei fatti accaduti, costruita sulla base di considerazioni prima sostanziali e solo successivamente formali. In altre parole, occorre capire come sono nati gli interessi originari e le corrispondenti propensioni psicologiche dell'insieme dei soggetti che insistono in un dato momento su un dato territorio (l'idem sentire); in secondo luogo, capire quando gli interessi originari si sono espansi sino ad includere quello a darsi un'organizzazione formale (o statuale); in terzo luogo, capire quando l'organizzazione statuale, originariamente sorta per consentire la progettazione e il perseguimento di interessi trascendenti quelli originari, è diventata strumento di conservazione e quando, invece, di crescita e di sviluppo. Solo dopo aver acquisito una “griglia” interpretativa che dia una risposta a tutti questi interrogativi, è possibile pervenire ad una spiegazione verosimile del come si sono manifestati gli accadimenti che sono all'origine dello stato presente in cui versa una specifica comunità.
A tal fine, perciò, appare prioritaria la necessità di riflettere ancora e più in profondità sulla dinamica delle istituzioni della Sardegna e sulla storia della dinamica sociale che si è svolta nel tempo al suo interno, che ha concorso a definire il sistema politico, sociale ed economico attuale dell'intera regione. In altre parole, occorre capire perché, come dice Casula, i sardi sono sempre stati vittime della loro “autoctonia”. Perché tutto ciò che è risultato nuovo li ha sempre agitati e disturbati, giungendo a respingere ogni novità anche se favorevole, solo perché considerata non indigena. Porsi questi interrogativi non significa rimuovere, perché considerata eretica, la storia della Sardegna, chiunque sia il sui autore, solo in ossequio a una fideistica accettazione di una presunta epopea risorgimentale, ma solo contribuire ad alimentare un dibattito pubblico per riscattare la Sardegna dalle pastoie politiche, sociali ed economiche che l'affliggono.
 
 
3 - L’Unione Sarda
Cultura - Pagina 52
Appuntamenti. Domani incontri culturali
Reading dal libro di Olita, A Roma il saggio su Laconi
Domani alle 19, nel foyer di platea del Lirico di Cagliari, reading musicale del romanzo di Ottavio Olita “Il futuro sospeso”, edizioni Cuec. La serata, intitolata “Fiori di Iacaranda”, avrà per relatori i giornalisti Serena Schiffini e Celestino Tabasso. L'attore Giancarlo Buffa proporrà i brani più significativi, accompagnato al pianoforte dal compositore Romeo Scaccia. Ingresso libero.
BIBLIOTECA DEL SENATO Domani alle 17 a Roma, Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini”, in piazza della Minerva, si presenta il saggio “Renzo Laconi. Per la Costituente - Scritti e discorsi”, a cura di Maria Luisa Di Felice (Carocci). Partecipano Antonello Arru, Francesco Atzeni, Luigi Ferrajoli, Guido Melis, Giuseppe Vacca. Verrà donato alla Fondazione Istituto Gramsci l'Archivio Renzo Laconi.
ALL'ERSU “Conflitti e Modificazioni” è il titolo dello spettacolo teatrale che sarà rappresentato domani alle 18 a Cagliari nella Sala Cosseddu dell'Ersu, in via Trentino. A realizzarlo un gruppo composto interamente da studenti della facoltà di Lingue e uno misto, con studenti di Lingue e di altre facoltà, che hanno frequentato i laboratori teatrali “TdO” condotti da Patrizia Corvino e coordinati da Francesco Asole. Ingresso libero.
 
 
4 - L’Unione Sarda
Cultura - Pagina 52
Il dibattito. Il membro del Comitato italiano ha partecipato a Cagliari, facoltà di Filosofia, a un incontro multidisciplinare
Bioetica, contro certezze e silenzi devono prevalere il dubbio e il confronto
Sacralità e qualità della vita, sensazionalismo dei mass media, ambiguità della politica: Luisella Battaglia e la sua assenza di dogmi
Etica e diritto all'informazione in materia di bioetica. A Cagliari ne ha parlato giovedì scorso Luisella Battaglia, ordinario di Filosofia morale all'ateneo di Genova, direttore dell'Istituto italiano di bioetica e membro del Comitato italiano di bioetica.
L'ha chiamata nella facoltà di Lettere di docente di etica Vanna Gessa Kurotschka per la lezione “Ricreare la vita in laboratorio?”. Un incontro con diversi esperti: il medico legale Ernesto D'Aloia, la farmacologa Maria Del Zompo, i biologi Micaela Morelli e Roberto Mezzanotte, il costituzionalista Gianmario Demuro e la filosofa del diritto Anna Pintore. Oltre il tema del giorno, l'occasione è buona per un recente silenzio mediatico. Il 28 maggio il Comitato nazionale per la bioetica ha diffuso un documento intitolato “Il segreto nelle procedure riguardanti il sistema regolatorio dei farmaci”.
DATI SEGRETATI Si tratta del parere elaborato dal gruppo di lavoro coordinato da Silvio Garattini sugli aspetti etici sollevati dalla secretazione dei dati, sia nella procedura relativa all'autorizzazione dei nuovi farmaci sia nelle informazioni concernenti l'evoluzione del farmaco dopo l'immissione sul mercato. «Le autorità regolatorie sono obbligate al segreto in base a disposizioni legislative europee», recita il testo, «e si limitano perciò a rendere pubblici solo documenti riassuntivi riguardanti la documentazione e le procedure in base alle quali viene autorizzato un nuovo farmaco all'immissione in commercio. Le industrie farmaceutiche ritengono che sia un loro diritto mantenere il segreto per evitare la diffusione di informazioni che potrebbero essere utili alla competizione dato l'importante investimento che devono sostenere per lo sviluppo di un nuovo farmaco». Non se ne parla, evidente. Ma come discutere su grandi interrogativi sulla vita se non si ha la piena disponibilità delle informazioni? Eppure sono dati che, a patto di regole ben definite, dovrebbero essere restituiti a società scientifiche o associazioni di pazienti e consumatori, limitatamente ai dati farmaco-tossicologici e agli studi clinici. A maggior ragione per la partecipazione dei pazienti che partecipano gratuitamente e con rischio alla sperimentazione. Quello che il Comitato chiede è l'eliminazione del segreto per far prevalere l'interesse degli ammalati rispetto a quelli degli industriali.
ETICA Assordante, il silenzio della politica. La salute è sbandierata sia in campagna elettorale che nel mantenimento del consenso. E l'etica? Tantissimi i temi ma «la politica appiattisce tutto, mentre il problema è far emergere la complessità e non la complicazione che non può essere risolto da una sola parte politica. Occorre aprire un dibattito ampio, come succede in molti paesi coinvolgendo tutti gli attori sociali», spiega Battaglia che si chiede anche se sia eticamente lecito realizzare tutto ciò che è tecnicamente possibile. L'antefatto recente sta nella cellula artificiale del gruppo di Craig Venter. E la riflessione necessaria a partire dai mass media? Più semplice puntare sul sensazionalismo, sulla titolazione del "giocare a fare Dio" e così via. Ossia spaventare anziché dialogare, mantenere l'ignoranza. Auspicabile invece l'atteggiamento del vero ricercatore, come testimonia Battaglia: «La mia bioetica non è dogmi e verità con la v maiuscola. L'incertezza deve essere la nostra compagna e il dubbio la nostra alleata». E aggiunge: «Nelle scelte bioetiche non ho verità da dimostrare ma argomenti della ragione, un conflitto che non è violenza ma confronto di opinioni per aiutare a capire chi sono gli altri e a rispettarli». Forse è necessario un "compromesso", un punto di incontro tra sacralità della vita e qualità della vita, suggerisce.
DIBATTITO Resta punto prioritario far circolare le informazione, creare il dibattito tra scienziati di tutte le scienze. Per lo stesso progresso della scienza. Al proposito Maria Del Zompo si dice contraria a porre limiti alla conoscenza: «Fermarsi per paura di cosa si possa fare di quella conoscenza è deleterio. La consapevolezza e autodeterminazione possono far fare passi avanti con l'etica». Troppo poco il tempo per la molteplicità di argomenti e di sguardi. Eppure i semi fecondi germogliano, con l'interrogativo lecito di una studentessa di Farmacia che, al di là di convinzioni personali, si interroga sul futuro ruolo dei farmacisti e del loro servizio pubblico nella somministrazione della Ru486. Dibattito da sviluppare. Per ogni argomento l'approccio di Battaglia è laico e interdisciplinare, perché «l'etica riguarda tutte le scienze». L'innocenza della scienza è ormai andata con Hiroshima, Nagasaki e Auschwitz e «lo scienziato è chiamato a interfacciarsi con il politico sulle questioni della scienza», sostiene la filosofa.
MANUELA VACCA
 
 
5 - L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari - Pagina 32
Maracalagonis
Esame di spagnolo per i ragazzi delle Medie
L'Istituto comprensivo di Maracalagonis è fra le poche scuole secondarie di primo grado della Sardegna che ha partecipato nell'ultima decade di maggio all'esame di certificazione D.E.LE. (Diploma de Español como lengua extranjera) di livello A1 e A2. Lo ha fatto sotto il patrocinio dello “Instituto Cervantes” di Roma, con alcuni alunni selezionati e guidati dalla docente Paola Balducci.
Inizialmente i ragazzi hanno sostenuto presso l'Università di Cagliari (Facoltà di Lingue e Letterature straniere) una prima prova orale in maniera pregevole e un secondo test scritto. Quest'ultima prova avrà un iter un po' più lungo. Infatti la certificazione finale si avrà solo fra qualche mese a seguito di una valutazione che sarà effettuata presso l'antica e prestigiosa Università spagnola di Salamanca. Un evento di sicuro prestigio per i ragazzi e per la scuola di Maracalagonis che tenta di imporsi oltre le mura di casa. (ant.ser.)
 


 
LA NUOVA SARDEGNA

6 - La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Sardegna
«Il governo salvi la chimica» 
Si mobilita l’università: sì alla riconversione e al porto franco energetico 
ANTONIO MELONI 
SASSARI. La vertenza sulla chimica sarda è un problema politico che il governo può affrontare solo puntando i piedi e convincendo l’Eni a investire ancora su un settore ritenuto strategico. L’appello lanciato ieri durante i lavori del convegno, promosso dal neonato “Gruppo per la chimica” nell’aula magna dell’università di Sassari, è chiaro: l’industria di Porto Torres deve essere salvata a ogni costo.
In gioco ci sono la conservazione dei posti di lavoro e il futuro produttivo del Nord Ovest dell’isola. Serve una mobilitazione a più livelli, la convergenza di tutte le componenti di un territorio che non può perdere la partita più importante per lo sviluppo. Che la vertenza debba essere ormai affrontata sul piano politico è opinione non solo del sindacato, come è logico, ma anche del mondo accademico, che non si è limitato a esprimere un vago sentimento di solidarietà, ma ha messo in campo esperti e ricercatori per fornire alla politica le basi tecniche di una soluzione che va trovata a ogni costo. A pochi giorni dall’incontro fissato a Roma per il 15 giugno, l’intento dell’iniziativa, promossa dall’università di Sassari, è proprio questo: chiedere al governo, dati alla mano, di far sentire tutto il suo peso nella soluzione di un’emergenza. La presenza a Sassari di Ferruccio Trifirò (università di Bologna), ritenuto uno dei massimi esperti di chimica industriale a livello mondiale, è la risposta all’esigenza di capire quale sarà il futuro della chimica e il possibile destino dell’industria turritana. La strada da imboccare è quella della sostenibilità, ma non solo. La proposta avanzata da Trifirò è il risultato di una serie di interventi il cui obiettivo è il riavvio degli impianti fermi da mesi.
«Per fare questo - spiega - è necessario intervenire sul costo dei trasporti e dell’energia, potenziare i siti, ma avviare anche un programma di razionalizzazione per individuare quelli inutili». Mauro Marchetti, direttore del Cnr (Centro nazionale delle ricerche), ha parlato di riconversione degli impianti per avere prodotti di filiera e ha lanciato la proposta di ottenere da Roma una specie di porto franco per le produzioni energetiche. C’è poi il capitolo delle bonifiche, da realizzare preferibilmente con il ricorso a specialisti già esistenti. Su questo fronte Ugo Azzena (università di Sassari), uno degli animatori del gruppo per la chimica, si è detto convinto della necessità di salvaguardare un patrimonio prezioso di professionalità maturate in tanti anni di attività: «Gli operai del petrolchimico - ha detto Azzena - discutono di chimica con una competenza che lascia sbalorditi, questo sapere non può essere disperso soltanto perché l’Eni ha deciso di orientare altrove i propri investimenti».
Durissima la posizione del sindacato espressa da Tore Corveddu e Massimiliano Muretti, per i chimici della Cgil: «La soluzione è politica, il conto di questa situazione deve essere presentato a Roma, perciò il presidente Cappellacci chieda una volta per tutte quali sono le intenzioni del governo su questa partita». Dal canto suo il commissario straordinario di Vinyls, Franco Appeddu, ha annunciato la prossima pubblicazione di una relazione «per spiegare, comunque vada a finire, come si sono svolti i fatti evitando di dare spazio alla dietrologia». Tirando le fila dell’incontro, il rettore Attilio Mastino ha rimarcato l’importanza di salvare un patrimonio prezioso di professionalità formate nel tempo e mettere al centro delle politiche di sviluppo la sostenibilità e la salute del cittadino «senza le quali - ha concluso il rettore - nessuna azione è possibile». 

IL DIARIO
A Cala d’Oliva turisti preoccupati: «Ma è stato riaperto il carcere?» 
Ore 8.10. L’isola è tutta rossa o quasi. L’euforbia, la pianta caratteristica dell’Asinara, la sta colorando di questo colore.
Ore 9. La Torre è stata ripulita e rimessa a nuovo, ci dicono i ragazzi dell’antico avamposto aragonese. Le bandiere sventolano, la lapide del lavoro è un quadro bianco nel prato verde che la gente guarda incuriosita, una lapide al lavoro che sta muorendo in questo territorio.
Ore 10. Una delegazione di nostri colleghi partecipa nell’aula magna dell’Università a un convegno sul futuro della chimica e dei cloro derivati. Emanuele Manca addirittura fa il relatore. Parla con competenza.
Ore 12.50. È importantissima la presenza dell’Università, aperta verso il territorio e il mondo del lavoro. Una svolta decisa dal Magnifico Rettore Attilio Mastino, che ci dà tutto il suo appoggio, dichiarandosi inoltre immediatamente disponibile ad accordi di programma con istituzioni ed enti locali per salvare la chimica e il tessuto industriale del territorio sardo.
Ore 13.30. Ringraziamo gli altri relatori del convegno, da Ugo Azzena al responsabile dell’Università e rapporti con il territorio dottor Tolu, a dottor Marchetti ma anche il nostro amico Piero Sanna.
Ore 15. L’isola inizia ad avere qualche presenza in più, sta arrivando l’estate. Qualche turista ignaro della nostra vertenza vedendoci dentro il carcere chiede: «Ma l’hanno riaperto?». Non preoccupatevi, siamo solo cassintegrati in trasferta.
Ore 16. Battuta del nostro collega in pensione, Vittorio Cocco, ex grande sindacalista. Ci dice: «Tutti gli interessamenti dei politici e del governo sono stati eccezionali ma quand’è che tornate a lavorare negli impianti, qualcosa non mi quadra». Neanche a noi.
Ore 17. Ci dicono che al convegno oltre Emanuele hanno partecipato Michele Cossu, Romano Chessa, il ministro degli esteri Tino Tellini e Fabrizio Fancellu. Hanno rimarcato il ruolo della stampa sarda sulla vicenda e della Nuova Sardegna in particolare. Un caro saluto ai lettori.
 
 
RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA

Questionnaire and social

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