Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
23 May 2010
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA
01 - Addio alle sigarette, proposta di ricercatori cagliaritani
02 - Volume sulle foibe in dono al ministro Giorgia Meloni
03 - Il grande inganno per la Sardegna
04 - Disabili sì, ma universitari e atleti
05 - Cortometraggio del Centro studi relazioni Industriali 
 
LA NUOVA SARDEGNA
06 - Università di Sassari, 60mila euro per iniziative culturali
07 - Assemblea «Sanità sassarese in agonia»
08 - Ersu di Sassari, nuovo concorso «Total Art 2010»
09 - Sassari, seminario «Luoghi estranei. Come trasformarli?»
10 - Sassari, piazza Tola invasa dagli studenti per Euroversity
11 - Nuoro, corsi di lingua tedesca dell'università di Sassari

  
RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA
 

L’UNIONE SARDA
 

1 - L’Unione Sarda
Prima pagina
SE IL CERVELLO SPEGNE LA VOGLIA DI SIGARETTE
L’intervista. Il progetto sperimentale di un team di ricercatori cagliaritani     
Con le scimmie e i topi l’esperimento ha funzionato. Ora proveranno con l’uomo. Missione: dire basta alle sigarette. È il progetto di un team di ricercatori cagliaritani. Miriam Melis (dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Cagliari) e i colleghi si sono aggiudicati un concorso nazionale di idee: hanno scoperto che una molecola del cervello (Oea, in sigla) non serve solo, come si è creduto finora, a dare la sensazione di sazietà, ma può rivelarsi miracolosa per chiudere, definitivamente, col tabacco.

Cronaca Regionale – Pagina 9
FRATELLI D’ITALIA. LE STORIE
Per dire addio alle sigarette
La proposta di un team di ricercatori cagliaritani
Scimmie e topi ci sono già riusciti: hanno smesso. Adesso bisogna passare alla fase due: l’uomo. Ce la farà anche l’uomo a chiudere, a dire basta una volta per tutte? Miriam Melis e i suoi colleghi sono sicuri di sì.
Hanno impiegato tre anni per trovare una risposta ma alla fine possono dirsi soddisfatti: l’esito della loro ricerca è apparso due anni fa sul Journal of Neuroscience e nel 2010 su Biological Psychiatry, che è ancora più selettivo e autorevole. Cosa hanno scoperto? Che una molecola del cervello dal nome impossibile (Oea in sigla) non serve solo, come si è creduto sinora, a dare la sensazione di sazietà. In determinate condizioni, può rivelarsi miracolosa anche per chiudere col tabacco. Chiudere definitivamente. E senza appesantirsi di un grammo. Sarebbe una rivoluzione.
IL PERSONAGGIO
Miriam Melis, 39 anni, due figli, lavora al dipartimento di Neuroscienze
LA SCOMMESSA
Insieme a un gruppo di colleghi ha vinto un concorso nazionale di idee
Cagliaritana di 39 anni, sposata a un americano, due figli, Miriam Melis lavora nel dipartimento di Neuroscienze dell’università di Cagliari. Guadagna millecinquecento euro al mese per passare le giornate insieme alle cavie. Topi, per capirci, che non appena scatta la crisi d’astinenza premono un tasto sistemato nella gabbietta per ricevere - tutta e subito - una dose di nicotina. E finalmente si rasserenano. Proprio come i cugini umani che dopocena fumano lentamente una sigaretta per sentirsi finalmente in armonia con l’universo: una boccata piena e un sorso di vino, conoscete qualcosa di meglio?
«Sì, riuscire a farne a meno». Da qui la ricerca e la scoperta che l’Oea, debitamente potenziata con un farmaco, può rivelarsi determinante. Definitiva per seppellire le sigarette. Funzionerà, non funzionerà? I segnali sono incoraggianti.Tant’è che Miriam fonderà una società (Neuresar, Neuroscience research Sardinia). Nel frattempo ha partecipato a un concorso nazionale sponsorizzato da una banca e dalla Confindustria. Conclusione: su oltre duecento progetti partecipanti, quello di Neuresar è arrivato alla finalissima. Ai primi di giugno si saprà se l’ha definitivamente spuntata su tutti gli altri. La squadra è compatta: il professor Marco Pistis, farmacologo di 42 anni, sarà l’amministratore delegato dell’azienda che darà gambe al progetto.
Poi c’è Anna Lisa Muntoni (farmacologa e ricercatore Cnr) e due dottorandi in Neuroscienze (Antonio Luchicchi di 29 anni e Salvatore Lecca di 27) che rappresentano il precariato in camice bianco. Questo, il gruppo. Che, par di capire, sta mettendo a punto anche un’altra sperimentazione ultra segreta: riguarda sempre l’Oea ma si resta sul generico. «Stiamo lavorando sul settore neuropsichiatrico», minimizzano.
Vuole dire che la molecola-spia della pancia piena ha un nuovo e imprevisto raggio d’azione?
Miriam Melis confessa che la ricerca le piace «perché, in fondo, è come cucinare. E a me cucinare piace moltissimo». Ha rinunciato a entrare in un laboratorio d’eccellenza a Bordeaux «per il semplice motivo che mi stavo divertendo anche qui». Qui è il palazzo di Neuroscienze al policlinico di Monserrato, postazione microscopica in una stanza straffollata di attrezzature da laboratorio.
FINANZIAMENTI
La sperimentazione si è fatta impresa per lanciare sul mercato il prodotto ottenuto dal “lavoro” sulle cavie
LA SCOPERTA
Utilizzata una molecola prodotta dal cervello che di solito segnala il senso di sazietà: servirà contro il tabacco?
Tale e quale mille altre che si spalancano sui corridoi, sulle scale coi passamano in metallo. Tutto intorno è silenzio. «Eppure questo è il mestiere che mi fa felice».
E se vincete il premio?
«Felicissima. Anche se ci è costato molto».
Perché?
«Per gente come noi non è facile spendere ore e ore nella speranza di capire i meccanismi di un bilancio aziendale, imparare l’abc delle banche e della sopravvivenza imprenditoriale».
Chi ve l’ha fatto fare?
«Volevamo andare al di là dei topi, oltre le cavie. Negli Stati Uniti lo fanno da sempre: devi rendere utile il tuo lavoro. Utile, per gli americani, vuol dire che ha una ricaduta concreta sul mercato».
In cosa consiste il premio?
«Venticinquemila euro a fondo perduto per il primo classificato, quindici per il secondo, dieci per il terzo. Poi, ognuno di noi
ci mette di suo: quattromila euro. A cui aggiungere il mutuo da accendere con una banca. E a questo punto la società è fatta».
Fatta per cosa?
«Per brevettare il prodotto, prima in Italia e poi in altri Paesi. Da noi per un brevetto bastano tremila euro ma altrove si può arrivare a centoventimila ».
Scusi, non è una diseconomia tutto questo?
«Nel senso che dovremmo occuparci di ricerca e non di procedure amministrative?»
Esatto.
«Non è più possibile. Il ministro Gelmini ha tagliato anche dove era impossibile tagliare. Prima di lei l’hanno fatto altri e oggi la ricerca è alla canna del gas».
Perché non ve ne andate?
«Preferiamo star qui e resistere. Alla lunga, come dimostra il concorso nazionale, qualcosa arriva. E noi siamo molto felici di questo».
Avete chiesto finanziamenti locali?
«Il professor Pistis ha bussato alle porte della Fondazione Banco di Sardegna. Non gli hanno neppure risposto».
Forse non aveva i santi giusti.
«Può darsi, il risultato non cambia. Dobbiamo stare in piedi da soli. L’idea di costituire una società non ci avvilisce. A conti fatti, stiamo seguendo un itinerario completo: dalla materia grezza (che è il progetto) fino al consumatore».
Avete idea di come funzionano le banche?
«Sì. Grazie a un funzionario dell’Unicredit group che ha mostrato una pazienza infinita a spiegarmi un linguaggio sconosciuto.
Ci ha incoraggiato, sostenuto, mostrato tutte le carte da giocare per farcela».
Quindi oggi siete ricercatori-imprenditori.
«Certo. Oltre il topo, finalmente. È un modo nuovo di vedere che fine fa il nostro lavoro».
Veniamo al dunque: la piazza è piena di prodotti anti-fumo.
«Certo, ma spesso non funzionano. Cerotti e pastiglie sono terapie sostitutive: la nostra è un’altra cosa. Noi utilizziamo una molecola endogena, cioè prodotta dal nostro organismo, per arrivare a un bersaglio».
Ci sono le sigarette elettroniche per questo.
«Sono sempre nicotina, rilasciata senza la complicanza del fumo. Che disturba gli altri, mai il fumatore. Bisogna considerare inoltre che molti di questi prodotti hanno effetti collaterali pesanti».
Per esempio?
«Crisi depressive, depressioni maniacali, propensione al suicidio».
Vuol dire che uno s’ammazza per smettere di fumare?
«Assumere un farmaco comporta un prezzo. Non a caso tutte le confezioni devono contenere, per legge, il bugiardino. Che spiega, sia pure in caratteri lillipuziani, eventuali effetti indesiderati».
E l’Oea invece?
«Tutt’altra storia. Siamo partiti da una molecola in corso di brevetto, che negli Usa viene prescritta contro l’obesità. L’abbiamo studiata a lungo...».
Su topi e scimmie?
«Certo. Su cani e gatti non si può più. È vietato. Ma la ricerca sugli animali è indispensabile per salvare vite umane. Bisogna avere il coraggio di scegliere. Non siamo sadici».
Avete semplicemente reso le cavie dipendenti da nicotina.
«Esatto. Ne abbiamo fatto l’equivalente di tanti come noi, quelli che senza sigaretta non vivono, che provano a smettere e ricominciano cento volte».
Cosa avete scoperto?
«Ampliando l’Oea, cioè favorendo la produzione di un maggiore numero di molecole, si ottiene una sorta di senso di sazietà verso la nicotina. In pratica, non si sente il bisogno di prenderne, non se ne avverte la mancanza».
Avete disintossicato le cavie.
«Certo. Le abbiamo fatte passare da una totale dipendenza alla assoluta indifferenza verso la nicotina».
Eventuali effetti collaterali?
«Per il momento non ne abbiamo rilevato ma dobbiamo ancora studiare a fondo la tossicità della terapia».
Come fate a garantire che non si ingrasserà?
«Non lo garantiamo affatto. Lo supponiamo perché l’Oea è una molecola virtuosa che frena i riti consumatori compulsivi».
Che significa?
«Così come dà un senso di sazietà, punta anche a far spegnere la sigaretta. Cancella, in buona sostanza, un bisogno: che può essere di cibo o di tabacco, se si segue la nostra proposta».
L’astinenza non può essere peggiore del consumo?
«Mai. I danni provocati dalla nicotina sono scientificamente comprovati: la crisi di astinenza è una via verso la liberazione,
proprio come avviene nella disintossicazione da una droga pesante».
Quando concluderete la ricerca?
«Non si può fare sperimentazione con l’orologio in mano. In linea di massima possiamo dire che avremo pronta la nostra specialità nell’arco di tre-cinque anni».
Servirà la prescrizione medica, mille cautele, mille noie.
«Se non siamo fuori strada, e alla luce delle pubblicazioni sulle riviste internazionali direi proprio di no, il nostro sarà un prodotto da banco. Quindi non ci sarà bisogno di ricetta per acquistarlo».
Probabilità di successo?
«I risultati ottenuti con le cavie ci hanno premiato al concorso nazionale come idea innovativa. C’è da essere ottimisti ma non ha senso azzardare ipotesi a casaccio».
Avete provato a farvi sponsorizzare dall’industria?
«L’industria farmaceutica italiana ha smesso da tempo di sostenere la ricerca. Non c’è denaro a sufficienza. I dipartimenti universitari devono essere finanziariamente autosufficienti e dunque non ci resta che tentare».
Mai pensato che potreste diventare ricchi?
«Lavoriamo con apparecchiature che hanno minimo dieci anni. Che oggi, nell’era delle tecnologie, vuol dire un secolo. Mantenere competitività nella comunità scientifica internazionale sarebbe più che sufficiente».
Basterà diventare dipendenti imprenditori?
«Non è la voglia di ricchezza a spingerci su questa strada ma un destino obbligato: vincere per sopravvivere».
di GIORGIO PISANO
pisano@unionesarda.it
 
 
2 - L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 19
domani all’Alfieri
Un volume sulle foibe sarà donato al ministro Giorgia Meloni
Un dono al ministro delle Politiche giovanili Giorgia Meloni. A consegnarlo, domani alle 17 al teatro Alfieri, sarà una ricercatrice dell’Università di Cagliari. Al ministro sarà donata la prima copia della ricerca “Il confine orientale italiano: l’armistizio, le foibe e l’esodo”, patrocinata dal Ministero della Gioventù e realizzata dall’Associazione Caravella col contributo del Comune, della Provincia e della Regione.
La pubblicazione è l’atto finale di un progetto che ha previsto, a febbraio 2010, una serie di iniziative tra cui un seminario e un cineforum su un tema molto discusso: la storia del confine orientale italiano, in particolare la questione delle foibe e degli infoibati nella Venezia Giulia, che portarono all’esodo dei fiumani e giuliano-dalmati.
 
  
3 - L’Unione Sarda
Commenti - Pagina 50
dal vecchio regno alla repubblica
IL GRANDE INGANNO PER LA SARDEGNA
di Gianfranco Sabattini, Università di Cagliari
Francesco Cesare Casula, autorevole studioso di Storia medioevale, nel volume recentemente pubblicato ( Italia. Il Grande Inganno 1861-2011 ) sostiene che per narrare il modo in cui i singoli popoli si sono organizzati statualmente occorra fare riferimento alla dottrina della statualità. Questa, anziché essere fondata su elementi estrinseci, quali il territorio geografico o gli eventi cronologicamente ordinati che in esso si sono svolti, sarebbe fondata su elementi intrinseci che costituirebbero i veri valori storici in base ai quali dovrebbe essere narrata la formazione degli Stati. Il non aver seguito i canoni della teoria della statualità, secondo Casula, avrebbe sviato la narrazione della storia patria italiana sino al “fatidico” 17 marzo 1861, allorché al Regno di Sardegna, vecchio di 537 anni, è stato cambiato il nome con quello di Regno d’Italia sino al 1946 e di Repubblica Italiana successivamente. In tal modo sarebbe stato consumato ai danni della Sardegna un “grande inganno”. Col cambio del nome sarebbe stata, cioè, cambiata anche la storia istituzionale, politica e sociale dell’intero Stato italiano. Nel senso che l’“inganno” sarebbe valso ad affermare il mito che tutto quanto era accaduto prima del 1861 nella penisola italica facesse parte da sempre “di un’unica vicenda territoriale, di un unico idem sentire, di un’unica cittadinanza e nazionalità” che nella sostanza avrebbe falsato il “percorso statuale oggi detto italico”.
Dopo la sua lunga digressione sulle vicende del processo di unificazione, Casula non avanza alcuna pretesa a titolo di risarcimento dei guasti che, sul piano istituzionale, economico e sociale, sarebbero derivati alla Sardegna di oggi. Pur rispettando la personale soddisfazione estetizzante che Casula rinviene in una narrazione del processo di unificazione istituzionale e nazionalitaria sulla base della dottrina della statualità, viene, però, naturale chiedersi: che senso ha precisare che il processo di unificazione istituzionale e nazionalitario dell’Italia moderna è avvenuto per incorporazione all’interno del Regno di Sardegna dei restanti Stati insistenti sul territorio? Cioè, che senso ha precisare tutto ciò se poi il processo reale di unificazione poteva risultare, se fosse stato adottato un impianto istituzionale federalista del nuovo Stato, del tutto ininfluente rispetto alla capacità autonoma delle singole unità sub-statali federate di crescere e di svilupparsi in modo reciprocamente equilibrato? Solo con un’interpretazione sostanziale e non formale del processo unitario è possibile pervenire a una descrizione verosimile degli accadimenti che sono all’origine dello stato presente in cui versa la comunità regionale al pari di molte altre comunità che, come la Sardegna, sono entrate con il Risorgimento a far parte del nuovo Stato. Quest’ultimo, inoltre, prescindendo, senza giustificarli, dai molti difetti costitutivi che lo caratterizzeranno, non poteva assumere un nome che lo avesse legato in modo esclusivo ad una sola delle diverse nazionalità che in esso venivano aggregate.
La denominazione “super partes” della nuova realtà statuale, tuttavia, non ha ostacolato il consolidamento, dopo la costituzione del Regno d’Italia, di rapporti tra le diverse comunità regionali che hanno impedito che si realizzasse un’equa distribuzione delle opportunità di crescita e sviluppo. Capire le ragioni originarie dei gravi squilibri sociali ed economici che dal 1861 caratterizzano le diverse comunità regionali e le cause politiche e istituzionali che sono valse a conservarli e ad approfondirli costituisce oggi l’obiettivo prioritario rispetto ad ogni intento revisionista del processo di formazione dello Stato italiano.
A tal fine, alla Sardegna non serve una revisione della narrazione che l’ha condotta a far parte dello Stato. Serve, invece, acquisire attraverso un approccio analitico interdisciplinare un’ipotesi di crescita e di sviluppo che segni una reale discontinuità rispetto al passato e che sia l’esito della capacità dei suoi gruppi sociali innovatori di far valere, col sostegno della solidarietà nazionale, la propria progettualità. A tal fine, sarebbe determinante l’acquisizione di una più approfondita autonomia decisionale che la società politica della Sardegna dovrà essere in grado di valorizzare, respingendo e sconfiggendo quanto vi è di negativo nella logica dilagante del leghismo. Sarebbe sicuramente questo il miglior viatico, non solo per i sardi, ma anche per tutte le altre comunità regionali, cui Casula, con sottintesi intenti disgregatori della loro unità statuale, dedica il suo presunto “inganno”.
 
  
4 - L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 19
DISABILI SÌ, MA UNIVERSITARI E ATLETI
Cresce continuamente il numero di studenti e di sportivi
L’inchiesta. La svolta è del Duemila, con la legge che consente percorsi personalizzati
La 162 finanzia piani di recupero e di inclusione che hanno consentito passi in avanti imprevedibili nel passato anche sul fronte del lavoro
«Negli anni Cinquanta tanti si vergognavano dei bimbi disabili. Molti li nascondevano, e comunque i genitori venivano invitati a istituzionalizzarli in istituti. Talora- ricorda Elisabetta Nannini, presidente dell’Anfaas, associazione nata per occuparsi di persone affette da sindrome di Down arrivata a 51 anni di vita - i nostri ragazzi venivano addirittura deportati sul Continente».
Da vent’anni in qua una svolta radicale ha portato le famiglie a chiedere di essere protagoniste del destino dei disabili, rivendicando i servizi necessari alla loro integrazione e inclusione sociale. E i risultati si vedono. «Uno dei nostri, Carlo, 45 anni lavora alla mensa universitaria come cuoco, Renata ci dà una mano all’Anfaas. Non mancano i problemi, a partire dalla mobilità per passare alla scuola e al lavoro. Ma qualcosa si muove».
Soprattutto, i genitori si sentono protagonisti, insieme ai medici, ai tecnici, agli insegnanti. «Ci prendiamo cura dei nostri figli», spiega Luisanna Loddo, presidente di Abc, associazione dei bambini cerebrolesi, tremila fra soci e sostenitori. Rilevante quanto Anfaas e Centro down, altra importante associazione presieduta da Antonietta Porrà, Abc è stata protagonista di una svolta. «Non è stato semplice - soggiunge Ada Anchisi - anche perché eravamo ventenni quando sono nati i bambini e vivevamo la situazione con grande difficoltà. A me lo specialista predisse addirittura il divorzio se non avessi lasciato mia figlia in istituto».
Tanti hanno scelto di tenersi i bimbi. «E oggi siamo molto soddisfatte - dice Rita Polo - perché abbiamo dimostrato nei fatti che i ragazzi stanno meglio, e anche medici, docenti, specialisti sono cresciuti con noi». La grande svolta è del 2000, quando la Regione vara una legge, la 162, che ha consentito a un numero impressionante di disabili di potersi costruire un percorso personale. «La Sardegna è all’avanguardia in Italia - spiega Francesca Palmas, dirigente Abc - con ben 28.351 progetti personalizzati, messi a punto insieme da famiglie e istituzioni. Siamo partiti nel 2000 con 123 progetti e 1.337.964 euro di finanziamenti, oggi siamo a 116 milioni di euro, tenuti insieme con fatica in tempi di crisi».
È anche grazie a questa scelta, difesa con forza dalla minaccia di tagli alla spesa pubblica, che a Cagliari e in Sardegna ci sono atleti che vincono alle Paralimpiadi, ragazzi come Luca Ferreli di Tortolì campione italiano di ginnastica artistica o come Luca Parodi, di Porto Torres, campione di atletica. Cresce poi il numero degli studenti, anche all’Università. È il caso di Davide che, grazie a un progetto personalizzato organizzato insieme al Comune di Capoterra (è seguito da due assistenti), studia Diritto Internazionale alla Statale di Milano. Sonia, affetta da sindrome di Down, studia Scienza della comunicazione. E non sono i soli.
«I risultati dell’impegno di tanti si vedono - dice Luisanna Loddo - e posso garantire che vivere con un disabile non è necessariamente un peso, né, tantomeno, una disgrazia. Talvolta si tratta di un vero e proprio arricchimento, sappiamo divertirci ed essere ironici».
«I disabili - insiste Rita Polo - non sono da considerare una difficoltà o un costo, ma una risorsa per una società alla quale regalano una migliore qualità della vita».
Si sta raggiungendo quello che Sandrino Porru, presidente della Consulta cittadina delle associazioni, definisce uno dei traguardi più importanti: la conquista da parte dei disabili dell’autostima necessaria per sé e le proprie famiglie. E lo sport, insieme alla scuola, rappresenta uno dei terreni più importanti di questa crescita. «Dal 1981 ho gareggiato con la Saspo - dice Porru - ma oggi siamo in Sardegna a 30 società sportive con 600 atleti. E non ci fermeremo».
GIANCARLO GHIRRA

5 - L’Unione Sarda
Spettacoli e Società - Pagina 55
Cinema. A Cagliari presentazione di “Benvenuto Khalid”
IL LAVORO “NERO” SECONDO MARCIAS
Domani alle 18,30 nella sala della Cineteca Sarda (viale Trieste 126) a Cagliari presentazione ufficiale del film cortometraggio Benvenuto Khalid , diretto dal regista sardo Peter Marcias. La serata, all’insegna dei problemi legati alla sicurezza sul lavoro, verrà introdotta dal direttore dell’Agenzia regionale lavoro Sardegna Marco Tunis, da alcuni esponenti dell’ispettorato del lavoro, dell’Inail, Inps, coordinati da Antonello Zanda e Salvatore Cubbeddu.
Sarà proiettato in apertura Il canto delle cicale , un’opera di Marcias del 2003 che ha vinto numerosi premi internazionali, a seguire il nuovo cortometraggio Benvenuto Khalid , prodotto in questi mesi dal Centro studi relazioni Industriali e Fondazione Banco di Sardegna, girato interamente a Cagliari, che vede tra i protagonisti Nino Nonnis e Andrea Dianetti, giovane attore uscito dalla scuola di “Amici” di Maria De Filippi, show in cui è arrivato secondo. Nel film si racconta la vicenda di un uomo che, lavorando in un cantiere edile, scoprirà con l’aiuto di suo figlio alcune irregolarità di lavoro “nero” che riguardano immigrati clandestini.
Il film cortometraggio scritto da Gianni Loy, docente di Diritto del lavoro all’Università di Cagliari, andrà in onda su La7 in questi mesi, farà parte della collana Dvd edita dalla Regione Sardegna “Il cinema racconta il lavoro” e sarà protagonista in numerosi festival in giro per il mondo. Interverranno alla serata anche il regista Peter Marcias, gli attori Nino Nonnis e Andrea Dianetti.
 
 
 


 
LA NUOVA SARDEGNA

6 - La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
Università, 60mila euro per iniziative culturali 
SASSARI. L’università di Sassari destinerà 60mila euro alle iniziative ricreative, culturali e sociali attinenti alla realtà universitaria 60mila euro. Le domande di finanziamento relative all’anno finanziario 2011 potranno essere presentate da: associazioni studentesche universitarie, gruppi di studenti universitari composti da almeno quaranta studenti regolarmente iscritti. Domande entro il 30 giugno 2010, alle 13.

 
7 - La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
ASSEMBLEA 
«Sanità sassarese in agonia» 
SASSARI. Domani alle 12 nella biblioteca dell’ospedale civile Santissima Annunziata si terrà un’assemblea generale, alla quale sono invitati i cittadini, per dire basta all’azione di «cannibalismo sanitario» in atto nel territorio, da parte dell’assessorato regionale alla Sanità, con l’accorpamento dell’ospedale civile con l’azienda ospedaliero universitaria, e con il blocco dell’assunzione di medici, infermieri e amministrativi. L’assemblea è sostenuta dagli operatori dell’ospedale, dal sindaco e dal consiglio comunale di Sassari, dal sindaco di Alghero, dal presidente della Provincia, dall’Udc, dai Riformatori, dal Pd, da numerosi esponenti del Pdl, da tutte le sigle sindacali della dirigenza medica e non medica della Asl di Sassari e da numerosi docenti della facoltà di Medicina di Sassari.
 

8 - La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
Universitari protagonisti dell’arte 
È stato bandito dall’Ersu il nuovo concorso «Total Art 2010» 
SASSARI. Dopo il successo del concorso “Primavera in arte” realizzato due anni fa dall’Ersu di Sassari ancora una volta gli studenti universitari sono invitati a partecipare a un’iniziativa in cui potranno utilizzare i linguaggi dell’arte per raccontare le loro passioni ed esternare la loro intelligenza più creativa.
E’ stato bandito infatti “Total Art 2010” il nuovo concorso organizzato dall’Ersu e riservato agli studenti dell’Università, dell’Accademia e del Conservatorio di Sassari.
Le numerose associazioni studentesche lavoreranno insieme al personale dell’Ersu per coordinare i tanti eventi che dal 17 al 28 giugno animeranno diversi spazi cittadini ancora da definire. L’Ersu di Sassari, ha indetto inoltre un concorso musicale a premi “Unimusic Live 2010” che si svolgerà parallelamente a “Total art” nel periodo dal 15 al 30 giugno 2010.
La scadenza dei bandi è prevista per il 10 giugno. I bandi completi e la domanda di partecipazione si possono scaricare sul sito: www.ersusassari.it.
 
 
9 - La Nuova Sardegna
Pagina 47 - Cultura e Spettacoli
Nuova socialità, una exit strategy dalle città-deserto 
COSTANTINO COSSU 
Coordinatrice del Centro di studi urbani dell’Università di Sassari, Antonietta Mazzette ha da poco pubblicato un libro, «Estranee in città» (Franco Angeli Editore), che muove da un duplice assunto: da un lato la città, nella sua frammentarietà, è diventata estranea a chi ci vive, dall’altro dentro questo processo le donne sono tra i soggetti sociali che incontrano maggiori difficoltà, «perché vivono da mancine in un mondo popolato solo da gente che scrive con la destra». Partendo dal libro, che raccoglie saggi di diversi studiosi, l’ateneo sassarese ha organizzato un seminario intitolato «Luoghi estranei: come trasformarli?». Ad Antonietta Mazzette abbiamo chiesto di raccontarci dove condurrà il viaggio nell’estraneità che comincia domani (vedi il programma nel pezzo qui accanto).
- Quali sono gli scopi del seminario?
«Parliamo di estraneità per capire le ragioni che stanno minando le basi stesse della nostra società, in termini di disgregazione sociale, di indifferenza ai luoghi, di poco rispetto delle regole più comuni di convivenza civile. Il senso di estraneità è strettamente collegato al fatto che vivere in città è sempre più difficile e ciò per una serie di fatti sociali che hanno a che vedere con dinamiche strettamente connesse ai più recenti processi di riorganizzazione urbana».
- Come stanno cambiando le città?
«I mutamenti in atto seguono tre linee di tendenza: una auto-segregazione fisica che induce gli individui a stare solamente con i propri simili; un processo di individualizzazione che ha reso il senso del “noi” e della comunità un ingombro da rimuovere; una progressiva privatizzazione degli spazi pubblici che riflette una fase storica in cui la città da bene comune si è trasformata in una sommatoria di beni privati».
- Martedì 25 il seminario diventa itinerante. Andrete all’Asinara. Perché?
«Sì, abbiamo coinvolto studiosi, giornalisti e studenti della nostra Università che frequentano corsi di alta formazione. Abbiamo scelto di andare all’Asinara perché è una metafora di tutta la Sardegna, per le contraddizioni che storicamente l’hanno attraversata ma anche per la crisi politica e sociale di cui è scenario. Ma dei destini dell’intera comunità regionale parla anche la fatica di rendere l’Asinara a tutti gli effetti un parco, nonostante la presenza di unicità ambientali di grande bellezza e gli sforzi per farne un luogo di produzione culturale. Ma ci interessa anche analizzare i messaggi contraddittori che con assiduità portano l’Asinara al centro delle comunicazioni di massa: dal ministro di turno che vorrebbe riaprire il carcere di massima sicurezza alla proposta, sempre a livelli governativi, di costruire sull’isola hotel a cinque stelle da vendere ai migliori offerenti».
- In questo quadro si sono inserite le tute blu della Vinyls, che hanno scelto l’Asinara come location e l’hanno trasformata in «Isola dei cassaintegrati...
«Gli operai di Porto Torres seguono le regole sceniche dei reality show: diari, “confessionali”, nomina del leader, partecipazione ai momenti clou della spettacolarizzazione mediatica, come i talk show televisivi o i festival di musica leggera. Da una parte l’isola continua ad accogliere stati di (nuova) sofferenza, dall’altra conferma la forza della tv, che trasforma i luoghi estranei, come l’Asinara è, in fondali per fare spettacolo».
IL PROGRAMMA
L’analisi sociale a confronto coi conflitti sociali 
SASSARI. Domani a partire dalle 16 nell’aula magna dell’Università si terrà un seminario su «Luoghi estranei. Come trasformarli?». L’iniziativa è organizzata dal Centro studi urbani a partire dal volume «Estranee in città» (a cura di Antonietta Mazzette (Franco Angeli Editore) ed è articolato in tre momenti racchiusi in tre espressioni: 1. la città è sempre più un luogo sconosciuto, come esperienza di vita e come oggetto di studio; 2. non condividere regole significa accettare che prevalga la logica del più forte; 3. ci sono luoghi che, più di altri, sono produttori di estraneità e perciò significativi di condizioni di vita difficili. In questo senso, il carcere appare una metafora della vita urbana.
Dopo i saluti di Attilio Mastino, rettore dell’Università, e di Antonietta Mazzette, coordinatrice del Centro studi urbani, il seminario si svilupperà in tre momenti riflessivi.
Nel primo, «Intitolato «La città, questa sconosciuta», interverranno Antida Gazzola, Università di Genova; Anna Longo, giornalista di Radio Rai; Thierry Ramadier, Università di Strasburgo; Camillo Tidore, Università di Sassari. Coordinerà i lavori Nicla Vassallo, Università di Genova.
Nel secondo, «Che cosa succede quando le regole saltano», interverrà Sante Maurizi, regista e attore, su: «Aprile 2000: i fatti di Sassari. Un promemoria» (sul pestaggio dei detenuti a San Sebastiano).
Nel terzo, «Dai luoghi della reclusione ai luoghi dell’inclusione», interverranno Maria Grazia Giannichedda, Università di Sassari; Teresa Mascolo, direttrice della carcere di San Sebastiano; Sandro Roggio, architetto; Antonio Turco, direttore dell’«Area pedagogica» di Rebibbia; Antonella Vertaldi, presidente del Tribunale di sorveglianza di Sassari. Coordinerà i lavori Patrizia Patrizi, Università di Sassari.
Dopodomani, martedì, il «viaggio nell’estraneità diventa materiale, perché condurrà all’isola dell’Asinara, nel tentativo di costruire una sorta di simposio itinerante che vedrà coinvolti, insieme con i relatori invitati al seminario di domani, anche gli studenti della Scuola di dottorato in Scienze sociali, dei corsi di laurea magistrale di Scienze politiche e del master di giornalismo.
 
 
10 - La Nuova Sardegna
Pagina 25 - Sassari
Piazza Tola invasa dagli studenti in festa per la serata Euroversity 
Spettacoli e musica fra gli stand delle associazioni Giovani di ogni età e nazione per celebrare l’Europa 
DANIELE GIOLA 
SASSARI. Una festa così a Sassari non si era mai vista, con oltre un migliaio di studenti assiepati in ogni angolo di piazza Tola tra musica, giochi e un buon umore contagioso. La risposta dei giovani a chi dubitava sullo stretto legame tra Università e vita cittadina è arrivata venerdì (sera e notte) con tutta la sua dirompenza. Tutti in piazza per “Euroversity”, con animazione fino a notte fonda.
La manifestazione “Euroversity”, il cui tema centrale era la ricorrenza del sessantesimo anniversario dalla dichiarazione di Robert Schuman, ha visto giovani di ogni età e nazione affollare i colorati stand predisposti dalle associazioni studentesche, prima di scatenarsi sotto il palco per le esibizioni di diversi gruppi musicali. Gli stand, ognuno dei quali approfondiva un tema “europeo” con esposizioni o dimostrazioni, proponevano divertenti e originali giochi da risolvere. Pena, in pieno stile universitario, l’obbligo di bere un cicchetto di vino, birra a anche qualche superalcolico. Tra le postazioni espositive, molto originale è stata quella dell’Associazione studenti odontoiatria, che ha proposto un ping-pong diverso dal solito (la palline dovevano centrare dei bicchieri) e un tirassegno a forma di bocca. Sulle pareti del gazebo, erano appesi cartelloni che spiegavano il fenomeno del turismo odontoiatrico che spinge molti italiani a farsi curare i denti nelle cliniche dell’est con la convinzione di risparmiare denaro. Lo spirito di festa multietnico ha coinvolto indistintamente tutti e il successo dell’Esn Sassari (associazione che facilita l’inserimento degli studenti stranieri, come la ricerca dell’alloggio e l’inserimento con i propri cotanei) lo ha dimostrato. Nel loro gazebo i tanti visitatori dovevano risolvere un quiz internazionale: osservando la bandiera, bisognava indovinare lo Stato e la relativa capitale. In caso di errore, manco a dirlo, si doveva bere un bicchierino di vino, rigorosamente locale però. Le altre associazioni che hanno contribuito ad animare la serata sono state l’ associazione goliardica turritana, Eureka (Scienze naturali), Elsa (Giurisprudenza), associazioni studenti agraria e studenti economia, Segretariato studenti medicina.
E mentre il divertimento impazzava tra uno stand e l’altro, sul palco allestito sotto palazzo d’Usini si avvicendavano i musicisti: prima si sono esibiti i finalisti del concorso MarteLive University rock contest; poi è stato il turno degli Scekinà, e infine degli Tzoku (ex Kenze Neke).
 
 
11 - La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Nuoro
NUORO. Corsi di lingua tedesca
Il centro linguistico dell’università di Sassari organizza corsi di lingua tedesca gratuiti a Nuoro. I corsi si rivolgono a tutta la popolazione residente in Sardegna tra i 18 e i 65 anni e avranno una durata di 100 ore ciascuno. L’inizio delle lezioni è previsto per settembre. Per ulteriori informazioni è possibile vedere il bando sul sito internet http://www.cla.uniss.it/por/por.htm oppure chiamare a uno dei seguenti numeri: 079/229642 o 079/229871.
INPDAP. Borse di studio
L’Inpdap ha pubblicato il bando di concorso di borse di studio, in favore dei figli e orfani di iscritti e pensionati e di iscritti, per la formazione universitaria, post universitaria e professionale. Le domande devono essere redatte su apposito modello, da ritirare presso la sede provinciale Inpdap o scaricabile dal sito internet www.inpdap.gov.it Potranno essere presentate personalmente o inviate alla Direzione provinciale in via La Marmora 177 Nuoro, entro il 5 giugno, complete complete di tutta la documentazione indicata nel bando, compresa l’attestazione Isee valida alla data di scadenza del bando.
 
 
 
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