Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
13 May 2010
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 
RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA
 
L’UNIONE SARDA
 
1 - L’Unione Sarda
Prima pagina
Dopo il piano europeo di salvataggio
Ma la speculazione è sempre in agguato
di Beniamino Moro  
Il piano americano di emergenza salva-banche da 700 miliardi di dollari, comunemente noto come Tarp (Troubled asset relief program), fece molto scalpore quando venne proposto, perché diede al mondo l’informazione sull’entità e la gravità della crisi finanziaria in corso. In una drammatica riunione di giovedì 18 settembre 2008, l’allora ministro del Tesoro Henry Paulson e il presidente della Fed Ben Bernanke spiegarono a un gruppo di deputati e senatori di maggioranza e opposizione che il piano doveva essere approvato in fretta perché altrimenti, dissero, l’economia di mercato americana si sarebbe dissolta il lunedì successivo con la riapertura dei mercati. L’argomentazione fu convincente e la legge sul programma Tarp venne approvata definitivamente il 3 ottobre successivo, imprimendo la svolta decisiva per il superamento della crisi finanziaria innescata dallo scoppio della bolla nel mercato subprime.
Qualcosa di drammaticamente analogo è successo domenica scorsa nel susseguirsi delle riunioni della Commissione europea, del G-7 e dei capi di Stato e di governo dell’Ue, dove un ruolo decisivo è stato svolto da Sarkozy, dalla Merkel e da Berlusconi e con il presidente della Bce Jean Claud Trichet nella veste, come Bernanke in America, di garante monetario affinché il piano europeo di salvataggio dell’euro e del debito sovrano degli stati Pigs (Portogallo, Irlanda, Grecia, Spagna) andasse in porto, ammonendo anche lui che sarebbe scoppiato il diluvio universale se il lunedì successivo, 10 maggio, i mercati si fossero aperti senza alcun piano di salvataggio. L’annuncio dell’accordo è arrivato sul filo di lana, alle 2 del mattino ora europea, corrispondenti alle 9 di lunedì, ora di Tokio, quando la Borsa nipponica stava aprendo i battenti.
Sappiamo come è andata lunedì scorso, con le Borse di tutto il mondo in forte recupero, segno che il piano di salvataggio europeo è stato giudicato credibile. La speculazione contro i titoli greci e degli altri paesi Pigs ha ripiegato e il timore di una rottura traumatica dell’intero Eurosistema, uno scenario fino a poco tempo fa semplicemente inconcepibile, è stato allontanato, con gran sollievo di tutti i paesi europei.
La situazione, tuttavia, non resta tranquilla. I problemi veri della crescita (buono il +0,6% del 1° trimestre 2010 dell’Italia annunciato dall’Istat) e della disciplina di bilancio dei paesi fortemente indebitati, tra cui rientra anche l’Italia, sono stati solo temporaneamente accantonati, ma non risolti. Al riguardo, occorre andare ben oltre la fragile disciplina del trattato di Maastricht e del patto di stabilità, assoggettando direttamente le leggi di bilancio degli stati membri dell’Unione a limiti comunitari più vincolanti. E’ proprio in questa direzione che la Commissione europea ha ritenuto opportuno muoversi, proponendo di adottare un sistema di controllo preventivo sulle manovre di bilancio e sulle riforme strutturali degli Stati membri e di imporre loro un "deposito fruttifero" nel caso di politiche fiscali inadeguate, nonché una stretta sorveglianza sui provvedimenti di correzione del debito, e non solo del deficit, dei Paesi che non rispettano i parametri.
 
 
2 - L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari - Pagina 26
unione dei comuni
La storia del paese in “Settimo Atlante”
Sabato alle 10, nell’aula consiliare del Palazzo municipale di Settimo, l’Unione dei Comuni del Parteolla e del Basso Campidano presenta il libro “Settimo Atlante”. Nel volume si narra, con immagini e documenti, dell’insediamento e della forma di Settimo San Pietro. Il libro sviluppa una ricerca svolta nell’ambito delle attività legate alla stesura del piano strategico comunale Por 2000-2006. I lavori saranno introdotti da Antonello Sanna, preside della facoltà di Architettura dell’Università di Cagliari. Interventi di Enrico Corti, docente ordinario di composizione architettonica e urbana, Fausto Pani, geologo, e Alfonso Stiglitz, archeologo. L’assessore comunale alla Cultura, Gigi Puddu, parla «di un incontro-dibattito estremamente interessante. Sarà un’occasione per approfondire le conoscenze della nostra storia attraverso il volume che si presenterà sabato mattina». (ant. ser.)
 
 
3 - L’Unione Sarda
Iglesias - Pagina 23
Le idee degli studenti di Architettura per Campo Romano
Skate e graffiti: tre idee per un parco
Ve lo immaginate uno skatepark a Campo Romano? Gli studenti della facoltà di architettura di Cagliari sono andati oltre e hanno messo nero su bianco le loro proposte per il concorso “Nuovi spazi per nuovi fenomeni urbani: skating e writing”. Il progetto è un’idea elaborata due anni fa dall’associazione “CultArch” che, insieme all’assessorato alle Politiche giovanili, ha coinvolto l’ateneo cagliaritano. Il risultato sono sette ottime idee di riqualificazione dell’area, fra via Tenente Cacciarru e via Laconi, che attualmente ospita i giochi per bambini. Fra i progetti, ne sono stati selezionati due e a uno è andata una menzione speciale fuori concorso.
Sul primo gradino del podio Alessandro Pusceddu e Andrea Spanu. «Nel rimodulare gli spazi - spiegano - abbiamo pensato alle diverse sensibilità delle culture che si vanno a incontrare. L’idea era di andare oltre il ghetto urbano per skaters e writers e costruire un luogo vivibile per tutti». Nel progetto lo skatepark è stato collocato in basso, verso la via d’accesso principale. La pista è pensata come la serie di cerchi concentrici che si propagano nell’acqua quando si tira un sasso: «Queste onde coinvolgono lo spazio intorno: abbiamo previsto delle aree verdi, un baby park, un punto di ristoro e un internet point». Nella zona infatti sarà messo a disposizione il wi fi. Fra il futuro e il passato gli arredi: nelle piazze ci saranno le “muropanchine”, sul cui schienale sarà possibile disegnare graffiti; l’idea in più è la cornice nera nel bordo esterno che dà ordine e alle espressioni libere del writing. Una serie di “lampioni-miniera” alimentati da un sistema fotovoltaico formerà una rete simile alle galleria della vicina Campo Pisano. Tutti i progetti resteranno come patrimonio a disposizione dell’amministrazione comunale.
MIRIAM CAPPA
 

 
LA NUOVA SARDEGNA
 
4 - La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Sardegna
Aragosta, via al ripopolamento nei mari sardi 
Cagliari, presentato il progetto: l’isola suddivisa in 5 aree protette e 14 sottozone 
PABLO SOLE
CAGLIARI. Favorire il ripopolamento dell’aragosta rossa, combattere il mercato nero del prelibato crostaceo, salvaguardare le risorse ittiche e creare nuove opportunità economiche per i pescatori attraverso l’istituzione di cinque aree protette, composte da 14 sottozone.
Sono questi i principali obiettivi del progetto promosso dalla Regione e attivato dal dipartimento di biologia marina dell’università di Cagliari in collaborazione di Argea, Conservatoria delle coste e marinerie della Sardegna. In sostanza, gli esperti del dipartimento saliranno a bordo dei pescherecci impiegati per la pesca all’aragosta. Tirate su le reti, calate rigorosamente al di fuori delle aree protette, le aragoste sotto taglia saranno prese in consegna dai biologi, marchiate e “trasferite” all’interno delle 14 sottozone per favorire il ripopolamento. Una volta raggiunte le dimensioni previste dalle norme comunitarie, potranno quindi essere ripescate e vendute. «Abbiamo già chiuso gli accordi con tutte le marinerie isolane, esclusa Calasetta - ha ricordato ieri durante una conferenza stampa, l’assessore regionale all’Agricoltura e pesca Andrea Prato -. Per il progetto abbiamo stanziato un milione e 250 mila euro, saranno impiegati in particolar modo per ripagare i pescatori attraverso un meccanismo di compensazione, sia per l’utilizzo delle imbarcazioni che per il pagamento dei salari degli addetti». Le macro aree, come detto, sono cinque: costa settentrionale (Asinara, Isola rossa e Castelsardo), costa nord-occidentale (Alghero, Bosa nord e Bosa sud), costa centro-occidentale (Cabras, Oristano 1 e Oristano 2), costa sud-occidentale (Buggerru, Carloforte e Sant’Antioco) e costa sud-orientale (Capo Ferrato e Arbatax). «Il progetto - ha aggiunto Prato - intende far convergere due esigenze solo apparentemente contrastanti: quelle del mare e quelle dei pescatori. Vogliamo contribuire a ripopolare il nostro mare, sempre più povero e malato, non solo con l’aragosta ma di riflesso con tutte le specie ittiche non antagoniste, innescando un circolo virtuoso. Solo così i nostri pescatori potranno avere assicurato il loro futuro economico e solo così potremo contare in un mare di nuovo pieno di vita». Il progetto durerà trenta mesi e ciò permetterà, come sottolineato dal direttore del dipartimento di biologia animale dell’università di Cagliari Angelo Cau, «di preservare diversi cicli produttivi. Se si dovesse proseguire secondo queste direttrici virtuose, si può tranquillamente affermare che potremmo avere risorse pressoché infinite, posto che già in trenta mesi gli esemplari arriveranno a decuplicarsi». Soddisfatto anche l’assessore regionale all’Ambiente Giuliano Uras.
 
 
5 - La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Cagliari
Sono stati presentati i progetti che dovranno far cambiare volto alla zona di via Laconi 
Un mix tra parco urbano e skate park per uno spazio tutto dedicato ai giovani 
LAURA SANNA 
IGLESIAS. Un mix tra il parco urbano e gli spazi avveniristici per skaters e writers: nelle immagini degli studenti della facoltà di architettura che hanno partecipato al concorso «Nuovi spazi per nuovi fenomeni urbani» lo spiazzo adiacente a via Laconi cambia volto. Il concorso di idee - nato dalla collaborazione tra Comune, associazione CultArch e facoltà di Architettura di Cagliari - è stato bandito a fine gennaio e ieri sono stati presentati i tre progetti sul podio dei 7 partecipanti. Per il momento sono lavori su carta e su file e starà ai prossimi amministratori decidere se trasformarli in opera pubblica: gli utenti ci sono, fanno parte di un gruppo e hanno partecipato come esperti alla selezione dei progetti vincitori. «Non volevamo il progetto di uno spazio dedicato solo a skaters e writers - spiega l’assessore alle politiche giovanili Daniele Reginali - ma uno che, partendo da questa esigenza specifica, disegnasse un luogo di aggregazione più completo, per il quartiere e per la città». Questa la classifica: al terzo posto si sono classificati Massimo Congiu e Claudio Martis, al secondo Giorgia Cadeddu, Marco Cocco e Giulia Iancu, al primo Andrea Spanu e Alessandro Pusceddu. La commissione giudicatrice, che si è riunita la scorsa settimana, era composta da un docente della facoltà di architettura, un rappresentante dell’associazione CultArch, da Reginali e, appunto, da alcuni skater. I progetti sono stati presentati in forma anonima e i commissari hanno valutato sulla base di diversi parametri: la qualità progettuale, la fattibilità economica dell’intervento (anche se non c’era un budget di riferimento), il tipo di materiali usati, la funzionalità dell’opera e la capacità di rappresentare il progetto. «Per gli studenti è molto importante avere a che fare con un luogo reale su cui intervenire e confrontarsi con le amministrazioni che poi saranno le loro committenti - hanno detto il presidente di CultArch, Marco Piras, e il docente Giorgio Peghin - e i progetti emersi sono tutti validi sul fronte della fattibilità». I vincitori, Spanu e Pusceddu, hanno proposto uno spazio «non da attraversare ma da percorrere», non tagliato da diagonali viarie ma fatto da spazi che si susseguono a cerchi concentrici, dallo skate-park alla zona verde per utenti diversi: «Siamo intervenuti il meno possibile sull’orografia del terreno per rispettare le forme originarie dell’area ma anche per ridurre i costi di smaltimento dei detriti». Mentre, per richiamare gli impianti minerari si sono disegnati particolari lampioni (il richiamo al contesto industriale era presente nei tre progetti sul podio) e le panchine sono diventate spazio per i writers. Le hanno battezzate «panchine-muro», perchè la seduta circonda un pannello decorato con grafiti.
 
 
6 - La Nuova Sardegna
Pagina 41 - Sport
All’università di Sassari 
Giustizia e sport, corso universitario già a regime 
SASSARI. Ha preso il via il corso universitario dedicato a “giustizia e sport”, organizzato dalla facoltà di Giurisprudenza dell’Università, in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Sassari e dei comitati regionale e provinciale della Federazione Italiana Pallacanestro, e con il patrocinio della Fondazione Banco di Sardegna. Numerosi i partecipanti alle prime lezioni, che sono iniziate nei giorni scorsi nell’aula Germania, nel complesso di Viale Mancini. L’iniziativa è una novità per Sassari, mentre a Cagliari il corso si fa già da tre anni, anche se è stato istituzionalizzato da uno.
Le lezioni, accreditate dall’Ordine Forense per la formazione permanente degli avvocati, andranno avanti fino a tutto giugno, e saranno tenute da Stefano Scoca, ricercatore dell’Università di Roma, Claudio Franchini. vice presidente vicario della commissione disciplinare nazionale della Figc, Roberto Alabiso, Guido Valori, componente del Tribunale di Losanna, Enrico Lubrano, consulente e legale di diverse società sportive e di diversi atleti nel settore professionistico, Marco Squiquero, vice procuratore federale Figc, Carlo Porceddu, vice presidente della Corte di Giustizia della Figc, ed Andrea Crismali, sperto di questioni pubblicistiche, commerciali e bancarie.
Fra i temi trattati l’ordinamento sportivo e sua autonomia dall’ordinamento statale, l’organizzazione in Italia e internazionale, Coni e federazioni sportive, sportiva, ol diritto amministrativo dello sport, la clausola compromissoria e vincolo sportivo. A fine corso le due migliori tesine degli studenti, saranno premiate con una borsa di studio di 1.000 euro. (f.f.)
 
 
7 - La Nuova Sardegna
Pagina 26 - Sassari
BREVI
Università
L’Università degli studi di Sassari - Dipartimento di protezione delle Piante - deve procedere a una selezione per l’assunzione di 1 raccoglitore di insetti per la durata di 104 giornate. Gli interessati dovranno recarsi al Centro dei servizi per l’impiego, via Bottego, il 18 maggio. Avviso integrale all’albo del Centro servizi per l’impiego di Sassari e all’albo dell’Università.
Biodiversità monocolture
Oggi alle 16, nella facoltà di Scienze, conferenza della giornalista Sylvie Coyaud, l’attività è promossa dalla Direzione didattica del 2º Circolo di San Giuseppe con il progetto “Tra coltura e cultura” finanziato dalla Provincia.
 
 
8 - La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
Giornate di studio dedicate ad Haiti 
Le cause della povertà nell’isola devastata dal recente terremoto 
SASSARI. Inizia oggi una due giorni di approfondimento dedicata ad Haiti, per riflettere sulle cause della povertà di una popolazione duramente provata dal terremoto che il 12 gennaio scorso ha raso al suolo gran parte di Port-au-Prince, capitale di Haiti, e altre città e villaggi dell’isola, provocando la morte di oltre 230 mila persone.
L’iniziativa «Haiti, dov’è», promossa da ProgettoMondo Mlal, comincia stasera alle 18 all’Università con gli interventi dei responsabili della organizzazione non governativa di volontariato nazionale e internazionale e quelli di Antonio Marongiu, ex ambasciatore dell’Unione Europea nei Paesi in via di sviluppo, e di Suzy Castor, sociologa e direttrice Cresfed Haiti.
Domani, venerdì 14 maggio, alle 11 è in programma un incontro-dibattito con gli studenti universitari nell’aula magna dell’ateneo. Interverranno Giovanni Lobrano, preside della facoltà di Giurisprudenza, Enrico Vagnoni, ex cooperante ProgettoMondo Mlal nella Repubblica Dominicana/Haiti, che presenterà un quadro su geografia e storia di Haiti, e la sociologa haitiana Susy Castor che parlerà del ruolo dei giovani nello sviluppo di Haiti, mettendo in luce i diritti umani negati nel presente e le aspirazioni del futuro.
 
 
9 - La Nuova Sardegna
Pagina 27 - Sassari
Il ritorno della malaria 
La malaria. La malaria, per i sardi, è stata un incubo di tremila anni. Tremila e forse più, perché non sappiamo quando ha cominciato a perseguitarci. 254 anni prima di Cristo il pretore romano Publio Cornelio e molti suoi soldati, dice Cassio Dione, “furono decimati da un morbo micidiale”. Era una presenza così frequente che si ha l’impressione, certe volte, che i nostri nonni e ultranonni ci avessero fatto una specie di abitudine. Si coprivano, non uscivano di sera, non andavano in giro bagnati, temevano un po’ tutto. Molti vescovi avevano due sedi, una come sede principale e una, di aria più buona e altitudine più confacente, per passarci la stagione delle febbri, che durava dalla fine di maggio ai primi d’ottobre. Il ricordo che ne conserva ancora la mia generazione - l’ultima ad averne sofferto, prima che l’Erlaas e gli americani la estirpassero, pare definitivamente - era il grande freddo che ti troncava le ossa ogni tre giorni e ti costringeva a letto, sepolto sotto le soffocanti coperte del tempo di guerra, tutte in orbace ispido e maleodorante. A Sassari chiamavano “La malaria” quella striscia di piazza d’Italia che sale dall’attuale Credito Sardo sino all’angolo superiore: sempre umida per via dell’(inesistente) esposizione al sole, evocava solo a vederla quel terribile freddo nelle ossa. Nessuno ci passeggiava, neppure nel tempo in cui chi non passeggiava in Piazza d’Italia rischiava di passare per cagliaritano. Siamo stati fortunati. Sappiamo tutti (Eugenia Tognotti ha ricostruito la storia in un libro di qualche anno fa) che la Sardegna sarebbe stata inimmaginabilmente diversa se non ci avessero irrorato da capo a piedi col Ddt. Ancora oggi la malaria - è un calcolo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità - colpisce 500 milioni di persone l’anno. Solo a pensare che noi non ci siamo ci dovrebbe egoisticamente far fare festa ogni giorno. Alla sua storia medica e sociale ha dedicato un libro, “Sardegna e malaria”, un gruppo di studiosi delle due Università sarde, guidato da Ugo Carcassi e Ida Mura, che l’hanno presentato la settimana scorsa nell’Aula magna dell’Ateneo. Delle molte cose nuove che si potevano imparare, due colpivano in particolare: primo, che una serie di fattori (l’immigrazione da paesi “malati” di lavoratori e di turisti a casaccio non meno che il riscaldamento del globo) può far tornare la malattia, e se non la malattia il suo pericolo; secondo, la scomparsa della malaria - in qualche senso la lotta degli organismi sardi contro la malattia - ha prodotto l’aumento di tante altre malattie variamente legate alla malaria e già esistenti (come il diabete mellito di tipo 1) e addirittura l’insorgere di nuove. Un bel problema per gli epidemiologi e gli altri scienziati. Meno male che gli ultimi cento anni di lotta contro l’antica nemica ci hanno insegnato a stare allerta, come questo libro raccomanda a ogni pagina.
  
RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA

Questionnaire and social

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