Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
31 March 2010
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  

 
L’UNIONE SARDA
1 - Università. Dirigenti, al via il primo giro di valzer
2 - Ginevra, la pattuglia sarda e il quark-gluon-plasma
3 - Spiagge. La salvaguardia in dieci comandamenti
4 - Riscatto della laurea. I vantaggi e le modalità
5 - Barbagia, record di ultracentenari: segreto nel Dna
  
LA NUOVA SARDEGNA
6 - Sassari, ammissione scuole di specializzazione in Medicina
7 - Alghero. Architettura: rassicurazioni di Cappellacci
8 - Olbia. La Luiss fa ancora tappa in città
9 - Deiana, Università di Sassari: "Vino rosso e campi 100 anni"
 
RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA
 

L’UNIONE SARDA
  
1 - L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 23
Università. Proposta del rettore per la riorganizzazione delle direzioni amministrative
Dirigenti, al via il primo giro di valzer
In vista quattro pensionamenti e nuovi incarichi per altri otto
Spostamenti in vista negli uffici delle direzioni amministrative dell'Università. La proposta del rettore al vaglio del cda.
Giro di valzer dei dirigenti dell'Università. Il prossimo maggio scadono i contratti per tutti i dodici responsabili delle varie Direzioni in cui si suddivide l'attività amministrativa dell'Ateneo. Quattro andranno in pensione, mentre a lavoro resteranno in otto, oltre al direttore amministrativo. In vista di questa scadenza, il rettore Giovanni Melis sarebbe già al lavoro per definire la nuova organizzazione degli uffici anche in vista di un miglior funzionamento e snellimento della macchina amministrativa.
LA PROPOSTA Sembra che il rettore risolverà il problema del pensionamento dei 4 dirigenti (Gabriella Vallascas, Enrico Tuveri, Franco Meloni e Cecilia Atzei) proponendo al Consiglio di amministrazione qualche accorpamento delle direzioni e, contemporaneamente, la rotazione di molti dirigenti. Secondo indiscrezioni, resterebbero al loro posto solo Ninni Pillai (Lavori Pubblici), Gaetano Melis (Servizi informatici), Pina Locci (Didattica) e Marilena Bernardi (Finanze) che dovrebbe assumere anche la vice direzione amministrativa, settore che verrebbe accorpato alla direzione Affari generali e legali. Per quanto riguarda invece i movimenti dei dirigenti si dice che Fabrizia Biggio passerà dall'Orientamento (che sarà accorpato alla Didattica) al Personale, che a sua volta dovrebbe essere arricchito dalle competenze per le Risorse Umane. Un'altra dirigente, Donatella Tore, dovrebbe passare dalle Risorse Umane ai Servizi bibliotecari, mentre Angela Carreras dalla Ricerca scientifica verrebbe spostata alle Relazioni internazionali, così come Silvana Congiu dalle Biblioteche andrebbe alla Ricerca scientifica che il rettore avrebbe intenzione di accorpare alla direzione Territorio e sviluppo.
LO SCENARIO Una proposta, dunque, che prevede sia delle conferme che degli spostamenti all'interno dei vari settori, anche alla luce dei rapporti di fiducia con i singoli dirigenti. Un'ipotesi organizzativa che dovrà passare al vaglio del Consiglio di amministrazione, oltre che essere discussa con i sindacati e naturalmente con gli stessi dirigenti che avranno da dire la loro sull'assunzione di eventuali nuovi incarichi.
SINDACATI Intanto i sindacati attendono di essere convocati per discutere delle indennità previste dal contratto integrativo. «L'amministrazione sta andando per la sua strada, dando la priorità allo staff del rettore - denunciano tutti i sindacati - siamo pronti a discutere a tutto campo ma su una proposta che riguardi tutto il personale tecnico e amministrativo».
(c.ra.)
 
 
2 - L’Unione Sarda
Cultura - Pagina 46
La mitica “particella di Dio” tra le prossime scoperte?
E ora cerchiamo il bosone di Higgs
La mitica particella di Dio, il bosone di Higgs grazie al quale esiste la massa, potrebbe essere fra le prime scoperte del superacceleratore del Cnr di Ginevra.
Tuttavia i fisici si augurano quasi che non venga fuori: se questa particella inafferrabile si rivelasse, confermerebbe in pieno tutte le previsioni fatte finora dalle teorie. Sarebbe una grandissima scoperta, ma racconterebbe ben poco di nuovo. Le sorprese arriverebbero invece se non venisse scoperta. «Se il bosone di Higgs ha una massa abbastanza grande potremo cominciare ad annusarlo già ora», spiega il direttore scientifico del Cern, Sergio Bertolucci. «Se invece la sua massa è piccola - aggiunge - bisognerà aspettare il 2013», ossia il momento in cui il Large Hadron Collider (Lhc) funzionerà alla massima energia per la quale è stato progettato, pari a 14.000 miliardi di elettronvolt (14 TeV).
«Trovarlo subito - osserva - sarebbe la cosa più noiosa. Se questa particella venisse scoperta, significherebbe che esiste una supersimmetria e il Modello Standard sarebbe confermato», sarebbero cioè confermate le principali ipotesi e il modello di riferimento generale della fisica contemporanea. «Se invece il bosone di Higgs non saltasse fuori, si aprirebbe uno scenario per certi aspetti più interessante. Potrebbero succedere cose strane».
 
La testimonianza di Sergio Serci
Ginevra, la pattuglia sarda e il quark-gluon-plasma
Anche il professor Sergio Serci del Dipartimento di Fisica dell'Università di Cagliari, che dal 1980 lavora al Cern, è impaziente di conoscere i risultati dell'esperimento: ne ha spiegato i dettagli nel corso di un convegno organizzato venerdì scorso dall'associazione Karales del giornalista Cesare Valentini.
Professore, quanti sardi lavorano al Cern?
«Siamo circa venticinque provenienti da Cagliari, dal Dipartimento di Fisica e dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Trent'anni fa era un lavoro di sacrificio, c'erano meno soldi. Adesso si iniziano a vedere i risultati, il lavoro è più gradevole e Cagliari è molto stimata nelle collaborazioni. Io sono stato il fondatore del gruppo, ma fra pochi mesi vado in pensione: il direttore, ora, è il professor Biagio Saitta».
Il 30 marzo riprenderà l'attività dell'acceleratore di particelle LHC. Per quanto tempo rimarrà in funzione?
«L'idea di base è di mantenerlo a un'energia di 7 TeV fino a fine 2011, salvo i periodi di chiusura di gennaio e febbraio. Poi la macchina si fermerà per un anno, per una serie di upgrade, fino alla fase finale, nella quale raggiungerà i 14 TeV. Ma noi speriamo di avere dei risultati già da ora».
Se potesse scegliere, fra i tanti misteri che state cercando di scoprire, quale vorrebbe risolvere?
«Vorrei avere la conferma dell'esistenza del quark-gluon-plasma (uno stato della materia che si verifica solo a temperature e densità altissime, ndr), perché è quello che sto studiando da anni. Ma ciò che mi affascina di più è la materia oscura: non si vede, ma i suoi effetti si manifestano. Se si dimostrasse la sua esistenza, si aprirebbe un campo di ricerca immenso, sarebbe una scoperta epocale. Vorremmo capire anche perché l'universo è in espansione e la velocità, anziché diminuire, sta aumentando».
Ha annunciato che un'apparecchiatura, costruita a Cagliari e utilizzata al Cern, verrà ora esposta alla Cittadella Universitaria di Monserrato. Di cosa si tratta?
«È un odoscopio, un apparecchio che ora non si usa più ed è diventato un pezzo d'arte. Serviva per intercettare particelle e vederne il punto di passaggio. È già arrivato a Cagliari ed è stato smontato, si tratta solo di decidere dove sistemarlo».
Alcuni fisici hanno criticato gli esperimenti dell'LHC, sostenendo il rischio che si possa creare un buco nero, capace di inghiottire il pianeta…
«La possibilità che accada è prossima allo zero. Ma anche se si formasse, non si svilupperebbe, si fermerebbe lì».
Ha affermato che la vita sulla Terra è il risultato di una serie di fortunate coincidenze: quindi non crede che possano esistere altre forme di vita?
«Direi piuttosto che la probabilità che ci siano altri mondi è molto più piccola di quanto in genere la gente non creda».
FRANCESCO FUGGETTA
  
 
3 - L’Unione Sarda
Cronaca Regionale - Pagina 8
I lidi oristanesi appaiono piuttosto delicati: la loro salvezza richiede particolari attenzioni e grande prudenza nell'uso del territorio
La salvaguardia in dieci comandamenti
Il fenomeno più vistoso è certamente quello dell'erosione delle rocce provocata dal lungo e intenso lavorìo dell'acqua del mare. Attenzione, però, anche a quel che accade sulla spiaggia dove i processi di modificazione si sviluppano in modo impercettibile e diventano visibili quando i danni sono diventati irreparabili, con la scomparsa di interi tratti di arenile.
LA SALVAGUARDIA Il sistema delle spiagge oristanesi è piuttosto delicato e vulnerabile. La sua salvaguardia richiede particolari attenzioni e grande prudenza nell'uso del territorio. Occorre innanzitutto evitare la realizzazione di strutture a ridosso degli arenili e, laddove esistano già, di ulteriori costruzioni, parcheggi, passeggiate a mare, strade, opere fisse, terrazze, moli, barriere: tutti interferiscono con la vita naturale della spiaggia innescando processi erosivi. È sbagliato pensare che la spiaggia sia solo quella in cui si piantano gli ombrelloni. Per spiaggia si intende, infatti, un tratto di costa sabbiosa, tra la terra e il mare, molto più ampio di quanto normalmente siamo abituati a considerare, che può comprendere zone umide, dune e il fondale sabbioso della zona sommersa antistante. A San Giovanni di Sinis le case sono state realizzate sulle dune di sabbia, così come a Torregrande e a Su Pallosu , nella zona de Sa tonnara , dove si è verificato l'arretramento della costa. «La spiaggia non è immobile, ma cambia continuamente nell'arco dei giorni, delle stagioni, degli anni, dei millenni», spiega il geologo Giovanni Defalco, del Cnr di Torregrande. «Dobbiamo considerarla un pezzo del mare e non della terra. Ricordando una cosa importante: le spiagge non sono riproducibili, l'uomo può solo fare brutte copie e il ripascimento del Poetto di Cagliari parla chiaro».
SPIAGGE A RISCHIO A Is Arutas , per esempio, da anni si manifesta “una tendenza erosiva”: la sabbia sparisce e il guaio è che non c'è ricambio. In altre parole, gli originali e candidi chicchi di sabbia perduti, restano tali per sempre. Esempio di arretramento delle spiagge a Sassu, dovuta probabilmente alla costruzione del porto industriale. L'arretramento delle coste rocciose è un fenomeno naturale: in alcuni casi non si vede, perché le alterazioni si producono lentamente negli anni, in altri è evidente: un esempio è il sistema delle falesie bianche di Su Tingiosu , che si incontrano lungo la strada che da Su Bardoni arriva a S'Anea Scoada e poi a Putzu Idu. «Particolare attenzione va messa anche nelle operazioni di pulizia che, se fatte con mezzi meccanici, sono invasive», spiega Defalco. «Altrettanto per la posidonia spiaggiata, nota come “alga”: quando si può, è meglio lasciarla. L'azione di ruspe, trattori e camion spiana le spiagge e le compatta. A Torregrande, dopo che per qualche tempo si ripuliva la spiaggia anche d'inverno, l'anno scorso si è deciso di non fare la pulizia: questo ha prodotto un cambiamento della spiaggia, che ha ritrovato la naturale pendenza, le dune».
IL DECALOGO Dieci regolette per la salvaguardia e la buona gestione della spiaggia. Sono state definite dal progetto Interreg (svolto da Gianni Defalco, del Cnr, Sandro De Muro, dell'Università di Cagliari, e Maurizio Costa, della società Criteria. Partner: Università di Cagliari, Comune di Palau, Fondazione Imc, Riserve naturelle des Bouches de Bonifacio, con il patrocinio della Regione). L'idea del decalogo nasce per diffondere alcuni suggerimenti a chi frequenta il mare e lo deve tutelare, le pratiche da adottare per gestire in modo consapevole questo patrimonio rappresentato dalle spiagge. Eccole di seguito. Non prendere sabbia e conchiglie. Non togliere le “alghe”. Non costruire sulla spiaggia. Proteggi il fondale marino. Non distruggere il retrospiaggia. La spiaggia è delicata: ha bisogno di attenzione. La pulizia va fatta senza mezzi meccanici. Insieme per difendere la spiaggia, coinvolgendo quanti la utilizzano. Attivare la prevenzione. Il decimo infine: la ricerca.
P. M.

Bosa Marina, la spiaggia che cresce
Da anni si verifica il fenomeno dell'insabbiamento dell'arenile
Dove negli anni Settanta c'erano i grandi vivai per le aragoste oggi i bagnanti stendono i teli da bagno.
Ogni anno, un po' di più: la spiaggia si estende, il mare si ritrae. Accade a Bosa Marina, dove da decenni si verifica un fenomeno contrario rispetto a quello che per esempio succede a Is Arutas, dove l'erosione della costa e della sabbia è particolarmente significativa.
BOSA Da molti anni a Bosa Marina si assiste al costante insabbiamento. Tutto ha avuto inizio con la costruzione dell'ultimo tratto di molo a chiusura della rada che ha modificato il naturale movimento delle correnti, tanto da far retrocedere in vent'anni il mare di una quarantina di metri. Per capire di che cosa si parla basta un'immagine. Dove nel 1970 i pescatori avevano sistemato i grandi vivai per le aragoste, immergendoli a una profondità di due metri e mezzo d'acqua, oggi la gente stende i teli da bagno e prende il sole. L'arenile in alcuni tratti raggiunge una profondità di un centinaio di metri. Una spiaggia estesa e ampia in cui d'estate solo i primi trenta metri sono affollati di bagnanti mentre per il resto, in alcuni casi di cinquanta o settanta metri, non c'è nulla.
L'ESPERTO «Se avessimo lasciato fare alla natura certamente la spiaggia di Bosa Marina non avrebbe questo aspetto» spiega Sergio Ginesu, ordinario di geomorfologia alla facoltà di Scienze dell'Università di Sassari. «Da decenni l'isola Rossa è stata unita alla terra ferma con la costruzione di un molo. La spiaggia ha continuato a crescere da Turas verso nord: di questo risultato c'è chi è contento e chi invece non lo è». Che cosa è bene fare di fronte a questa singolare situazione? «Il Comune ha certamente necessità di far fruire quella spiaggia che, in questi termini, non è in crisi. Anzi: diventa una risorsa».
IL PROGETTO Quando il Comune, nei primi anni Novanta, sottolineò l'urgenza del problema, dalla Regione risposero che l'estendersi della spiaggia era funzionale al suo uso sociale. Cioè, più sabbia c'è e più gente può piazzarci ombrelloni e teli per prendere il sole. L'idea del Comune era quella di prelevare la sabbia in eccesso per ampliare l'arenile ma più in lunghezza che in larghezza, estendendolo lungo tutto il litorale di Turas. Dove invece si verifica il fenomeno dell'erosione della costa.
PORTO ALABE Nella spiaggia di Tresnuraghes il mare si è mangiato la costa. «Uno studio fatto negli anni recenti ha messo a fuoco anche la situazione di questa zona», dice Felice Di Gregorio, docente di Geologia ambientale al dipartimento di Scienze dell'Università di Cagliari. «La costa cambia nel tempo con tassi di arretramento sensibile, un metro all'anno».
IS ARUTAS Oggi è poco più di una striscia di spiaggia che richiama i colori dei Caraibi. A Is Arutas in quarant'anni il mare ha rubato circa 30 metri di spiaggia: ogni anno è sparito un metro dalla più famosa delle spiagge del Sinis. Gli studiosi dell'Area Marina Protetta Sinis-Maldiventre hanno avviato una serie di attività per monitorare costantemente l'evoluzione della fascia costiera. L'attenzione si è concentrata sulla spiaggia di Is Arutas, secondo gli studiosi la più vulnerabile. Nell'ultimo trentennio la spiaggia si è ridotta probabilmente per un'eccessiva presenza dell'uomo e oggi può contare su una riserva limitata.
SAN GIOVANNI DI SINIS «Una forte erosione si è verificata negli ultimi anni a San Giovanni e a Funtana Meiga, dove la costa si è arretrata sensibilmente», afferma Felice Di Gregorio. «In questo contesto molto dipende dalla compattezza della roccia. Per esempio a Capo San Marco, caratterizzato da formazioni argillose, il mare sta mangiando la costa e l'istmo, entro questo secolo, potrebbe essere tagliato». Un suggerimento? «Dobbiamo adattare gli interventi alle condizioni delle coste che - non va dimenticato - hanno un equilibrio dinamico, destinato ad accentuarsi nel prossimo futuro».
PATRIZIA MOCCI

  
4 - L’Unione Sarda
Economia - Pagina 15
IL RISCATTO DELLA LAUREA
I vantaggi e le modalità
Non riesco ad aver una risposta esauriente sul riscatto della laurea. Come posso riscattare gli anni di università e soprattutto questo investimento sarà per me vantaggioso? Sto svolgendo un dottorato di ricerca e sono nato nel 1982.
S.E. (Cagliari)
Innanzitutto per ottenere il riscatto deve presentare domanda sugli appositi moduli Inps anche tramite internet (www.inps.it). L'importo che dovrà pagare corrisponderà all'incirca al 26,27% degli stipendi attuali moltiplicata per gli anni di riscatto. Prima presenta la domanda più risparmia in quanto il calcolo si baserà su stipendi modesti rispetto a quelli che sicuramente lei raggiungerà in futuro. Circa la convenienza, in linea teorica lei potrà andare in pensione tra 35 anni e per ora non sappiamo come sarà articolato il sistema pensionistico. Di certo, quanti più anni di studio lei riscatta tanto meno saranno i contributi che le mancheranno per raggiungere il diritto.
 
 
5 - L’Unione Sarda
Provincia di Nuoro - Pagina 20
Provincia. Università
In Barbagia record di ultracentenari: il segreto è nel Dna
A kent'annos e prusu è l'augurio che alla luce dei risultati del progetto Akea bisognerebbe rivolgere agli abitanti della provincia di Nuoro.
Su un totale di 361 centenari in tutta la Sardegna, ben 53 sono nati o residenti in Barbagia. Il leader del gruppo di ricerca che opera all'interno del dipartimento di Scienze biomediche dell'università di Sassari, Luca Deiana, ha illustrato gli ultimi risultati degli studi condotti nei 377 comuni dell'isola nella sala consiliare della Provincia di Nuoro, che insieme alla Regione sostiene anche finanziariamente le onerose ricerche sul segreto della longevità dei sardi.
Una rete istituzionale che si rivelerebbe preziosa nel caso in cui i ricercatori arrivassero a scoprire quali siano i geni e le proteine responsabili di un primato che farebbe gola a numerose case farmaceutiche e multinazionali.
«Il motivo che ha spinto la Provincia a finanziare la ricerca va oltre il risultato scientifico - ha spiegato Roberto Deriu, presidente della Provincia - significa valorizzare il nostro ambiente e stile di vita». I centenari in Sardegna sono sempre esistiti come appunto conferma il detto a kent'annos diffuso in tutti i 377 comuni, ma alla provincia di Nuoro spetta il primato. Di Tiana era l'uomo più vecchio del mondo, Antonio Todde, quasi 113 anni, di Orroli era invece l'uomo più vecchio d'Europa, Giovanni Frau, 112 anni e mezzo.
La nonnina dei sardi è thia Giuseppina Deiana, classe 1900, che vive a Birori, mentre Ovodda è arrivato ad avere sei centenari viventi su 1600 abitanti. Il dizionario Angius-Casalis attesta nel periodo 1833-1856, quattro ultracentenari di 103, 106, 112 e addirittura 124 anni, tutti individui sui quali si stanno facendo accertamenti negli archivi delle parrocchie. Contrariamente ad altre parti del mondo le donne sarde risultano più longeve degli uomini (rapporto di 2 a 1), anche se i maschi che superano gli 85 anni sono più favoriti a raggiungere i kent'annos.
Finora, tra deceduti e viventi sono stati censiti 1701 centenari. Alla base del fenomeno influisce il Dna, ma anche l'ambiente naturale e sociale, il cibo, l'affetto dei familiari. Sentirsi amati e gustare quotidianamente, in giusta misura, un pezzo di formaggio accompagnato da buon vino rosso, tiene le cellule sane e lo spirito appagato. Ma quali geni e proteine siano favoriti da questi fattori resta ancora un mistero che il laboratorio mobile di Akea in giro per la Sardegna a prelevare campioni di sangue, sta tentando di svelare.
MARIA B. DI GAETANO


 
LA NUOVA SARDEGNA

6 - La Nuova Sardegna
Pagina 40 - Sassari
Università
All’Università sono aperti i termini per le domande di ammissione al primo anno delle Scuole di specializzazione per laureati in Medicina. La domanda (il modulo è disponibile sul sito www.uniss.it/studenti) deve essere indirizzata al magnifico rettore dell’Università degli Studi di Sassari e inviata a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento, sulla busta dovrà essere apposta la dicitura: “Domanda di partecipazione al concorso di ammissione alle Scuole di specializzazione mediche”, piazza Università 21, 07100 Sassari. Oppure presentata direttamente all’Ufficio protocollo dell’università in piazza Università 21. Le domande dovranno pervenire entro e non oltre le ore 12 del 31 marzo. Il bando di concorso può essere consultato nel sito dell’Università: www.uniss.it/studenti.
 
 
7 - La Nuova Sardegna
Pagina 43 - Sassari
Il presidente della Regione ha incontrato il sindaco Tedde e il preside della facoltà Maccioco 
Architettura: rassicurazioni di Cappellacci 
ALGHERO. Si è tenuto l’annunciato incontro tra il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, il sindaco Marco Tedde e il preside della facoltà di Architettura, Vanni Maccioco. Il presidente della Regione ha fatto tappa ad Alghero al rientro dall’Asinara. L’incontro e avvenuto in tarda serata.
 Il motivo dell’incontro è noto: la facoltà soffre di problemi finanziari a causa di un provvedimento legislativo della precedente giunta regionale che da sede gemmata la riconosce come suburbana con conseguente riduzione delle risorse a carico completamente dell’Università di Sassari. L’incontro è durato poco meno di un’ora e al termine c’era aria di soddisfazione generale. Nessuna dichiarazione ufficiale da parte del presidente se non quella riferita dallo staff, secondo la quale sono al vaglio alcune ipotesi di sostegno alla facoltà. Cappellacci ha rassicurato il sindaco e il preside Maccioco sulla attenzione della Regione per il futuro della facoltà, riconoscendo alla istituzione universitaria algherese di aver raggiunto un ruolo di grande professionalità al punto da inserirla al vertice della classificazione delle 25 facoltà italiane di Architettura. Una ragione in più per dare continuità a un percorso che in pochissimi anni si è rivelato di particolare prestigio per tutta la Sardegna.
 
 
8 - La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Gallura
La Luiss ha fatto ancora tappa in città
Anche quest’anno la Luiss ha fatto tappa in città alla ricerca di cervelli per il suo ateneo. Ieri si è svolto un incontro per i giovani delle province di Olbia-Tempio, Sassari e Nuoro. Prova d’ammissione ai corsi di laurea in giurisprudenza, scienze politiche ed economia il 14 aprile anche a Cagliari e Sassari. (al.pi.)
 
 
9 - La Nuova Sardegna
Pagina 46 - Nazionale
«Bevi vino rosso e campi 100 anni» 
Luca Deiana dell’Università di Sassari svela i «segreti» della longevità 
Medici e biologi da dieci anni lavorano per scoprire l’elisir della giovinezza L’impegno di Deriu: «Sosterremo la ricerca» 
NADIA COSSU 
NUORO. «Un bicchere di vino rosso aiuta a star bene». Suggerimento inflazionato. Ma vivere a lungo si può e la Sardegna ne è la dimostrazione. Stavolta a dirlo sono i ricercatori del dipartimento di scienze biomediche dell’Università di Sassari che, sotto la guida del professor Luca Deiana, stanno portando avanti il progetto AkeA, acronimo del più celebre augurio sardo «A kent’annos».
Nell’isola ci sono 363 centenari, 149 maschi e 215 femmine. La ricerca portata avanti dall’équipe ha dimostrato che, su quel dato complessivo, 139 maschi bevono vino buono e dieci no, 133 femmine sì e 82 no. Altri alimenti «salutari» sono latte e formaggio: mangiano latticini 132 maschi e 17 no, 198 femmine sì e 17 no. I dati sono stati illustrati ieri mattina nell’aula consiliare della Provincia di Nuoro che cofinanzia il progetto AkeA con un contributo annuo di 50mila euro. AkeA da oltre dieci anni porta avanti uno studio sulla longevità in Sardegna dove sono presenti 22 centenari ogni 100mila abitanti. Del gruppo di ricerca fanno parte demografi, medici, biologi: i dati raccolti vengono collocati all’interno dell’archivio della longevità delle famiglie centenarie.
«Scoprire il segreto della longevità dei sardi - ha detto Roberto Deriu in apertura della conferenza stampa - significa anche dedurre il valore del nostro ambiente e della qualità di vita soprattutto nelle zone interne del nostro territorio». La domanda più frequente non può che essere la seguente: perché si è longevi? La risposta arriva proprio da Deiana: «Ad influire sono sicuramente il carattere genetico ma anche altri fattori come l’equilibrio del nostro ambiente, la nutrizione, il supporto sociale e il livello culturale». Lo spiega in parole semplici professor Deiana: «Sentirsi sicuri, vivere tra familiari che ti assistono e si prendono cura di te con amore, il fatto di sentirsi a proprio agio è importantissimo e aiuta a vivere di più e meglio».
Il progetto AkeA sta portando a dei risultati straordinari ma, ovviamente, la ricerca non può subire battute d’arresto. «La ricerca in Italia è in sofferenza eppure chiunque ne conosce l’importanza e il valore. Quello dei centenari (e degli ultracentenari) in Sardegna, e in provincia di Nuoro, è un patrimonio che esiste da sempre e non possiamo rischiare di buttare all’aria il lavoro fatto in questi anni». Oltre alla Provincia anche due comuni del Nuorese sostengono il progetto, si tratta di Tiana e Ovodda. «L’apporto alla ricerca scientifica sulla longevità promosso dalla Provincia di Nuoro e da alcune amministrazioni comunali con il dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Sassari - conferma Luca Deiana - è la dimostrazione di una sensibilità politica intelligente e futuristica. Per noi è fondamentale che piccole realtà come gli enti locali credano nella ricerca e la sostengano recuperando i valori, il patrimonio e la originalità della sardità anche nel campo scientifico». Le parole di Roberto Deriu, in questo senso, sono state rassicuranti per i ricercatori di Sassari.
«La Provincia di Nuoro - sono state ieri le parole del presidente - continuerà a sostenere l’équipe del professor Deiana, il nostro impegno futuro sarà quello di sostenere e promuovere la ricerca e il prezioso lavoro di un gruppo di lavoro qualificato che, grazie alla sensibilità e all’impegno dimostrato in questi anni, oggi ci consente di andare ben oltre il risultato tecnico e scientifico».
Se la Sardegna, e Nuoro in particolare, riuscissero a svelare agli altri Paesi il segreto della longevità sarebbe un traguardo eccezionale. Anche perché, come ha puntualizzato professor Deiana, «lo schema, una volta trovato, sarebbe applicabile ovunque». La Sardegna, quindi, scopre come e perché si arriva a campare cento e più anni e poi lo dice al resto del mondo.
   
 

Questionnaire and social

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