Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 March 2010
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
     
RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA
 
 
 LA NUOVA SARDEGNA

1 - La Nuova Sardegna
Pagina 34 - Sassari
Assegni di ricerca
Scadono il 29 marzo alle 13 i termini per le domande relative a sette assegni di ricerca biennali messi a disposizione dall’università di Sassari. Si tratta di materie attinenti fra l’altro alla chimica farmaceutica, alla chimica degli alimenti e alla biologia farmaceutica. Gli interessati possono prendere visione del bando all’Ufficio concorsi in via e largo Macao.
 

2 - La Nuova Sardegna
Pagina 34 - Sassari
Università All’Università sono aperti i termini per le domande di ammissione al primo anno delle Scuole di specializzazione per laureati in Medicina. La domanda (il modulo è disponibile sul sito www.uniss.it/studenti) deve essere indirizzata al magnifico rettore dell’Università degli Studi di Sassari e inviata a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento, sulla busta dovrà essere apposta la dicitura: “Domanda di partecipazione al concorso di ammissione alle Scuole di specializzazione mediche”, piazza Università 21, 07100 Sassari. Oppure presentata direttamente all’Ufficio protocollo dell’università in piazza Università 21. Le domande dovranno pervenire entro e non oltre le ore 12 del 31 marzo. Il bando di concorso può essere consultato nel sito dell’Università: www.uniss.it/studenti.
 

3 - La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Cagliari
«Un campus universitario per pagare i costi di gestione del Sardinia radio telescope» 
La proposta è stata lanciata dell’astrofisica Margherita Hack Secondo la scienziata bisogna puntare sui finanziamenti privati 
SAN BASILIO. «Sarebbe opportuno, per pagare i trenta ricercatori che dovrebbero lavorare nel Sardinia Radio Telescope in fase di completamento nell’altipiano di Pranu Sanguni, e per reperire le risorse necessarie per il suo funzionamento, puntare anche sui finanziamenti privati e costituire un campus universitario eco-sostenibile».
 Lo ha proposto l’astrofisica Margherita Hack, componente del comitato pro Sardinia Radio Telescope.
L’astrofisica è stata una delle prime persone ad aderire su facebook al gruppo e al comitato di cittadini proposto da Max Cordeddu, il signorino buonasera, insieme a sua sorella gemella Graziella specializzanda in psiconeurobiologia all’università di Cagliari. L’astrofisica di fama mondiale ha proposto una soluzione alternativa ai finanziamenti pubblici. La via privata con un campus universitario per accogliere le migliaia di persone attirate dal turismo scientifico e scolastico. La Hack prende ad esempio il radiotelescopio di Manchester, in Inghilterra, uno dei più grandi in Europa, che appartiene alla Jodrell Bank ed è gestito dall’università. Secondo l’astrofisica le banche sarde potrebbero investire nella costruzione di un campus universitario per ospitare le persone e con i ricavi finanziare l’operatività del telescopio.
Oltre che dalle banche il progetto potrebbe essere, sempre secondo la Hack, coofinanziato dall’Unione europea, dal ministero della Ricerca, dalla Regione sarda, dall’università di Cagliari e dagli enti locali. Le ricadute economiche per il Gerrei, martoriato dalla disoccupazione, sarebbero notevoli. In un campus, infatti, mediamente lavorano circa 300 persone, fra personale amministrativo, addetti, alla ristorazione, pulizia, manutenzione. In una zona con una economia disertificata sarebbe veramente una benedizione. La proposta della Hack è stata condivisa dagli amministratori dei comuni del Gerrei che si stanno attrezzando per sfruttare le opportunità che il Sardinia Radio Telescope senz’altro offrirà.
Intanto il presidente dell’Istituto nazionale di astrofisica, Tommaso Maccacaro, ha ringraziato Max Cordeddu per l’appoggio dato al Sardinia radio telescope. La Hack ha proposto il signorino buonasera come testimonial del telescopio nell’ambito soprattutto scolastico. «Ringrazio di cuore l’astrofisica Hack - ha detto Max Cordeddu - per avermi proposto di curare assieme ad altri colleghi dell’Inaf la campagna promozionale e di lancio del Sardinia Radio Telescope. E non può che farmi grande piacere un riconoscimento che viene da uno scienziato come Tommaso Maccacaro. Sono lieto di contribuire a lavorare in futuro al lancio e promozione del telescopio, il quale oltre ad essere un gioiello tecnologico utile alla scienza e alla ricerca, servirà per riscattare un territorio come il Gerrei martoriato dalla piaga della disoccupazione».
Jacopo Bulla 


4 - La Nuova Sardegna
Pagina 27 - Sassari
Lido Iride, orologio fermo a 30 anni fa 
Burocrazia lenta: non ha ancora stabilito se si tratta di ruderi o di opera d’arte 
L’Università sta predisponendo uno studio e la Regione ha garantito le risorse per il risanamento 
SASSARI. Il Lido Iride è ancora immobile nel suo limbo esistenziale, a metà tra il rudere e l’opera d’arte. Se l’occhio profano percepisce la prima impressione, la legge si sofferma invece sul secondo aspetto. Quindi, dopo decenni di abbandono, siamo ancora in questa fase: è un ammasso di calcinacci da radere al suolo o un bene da tutelare?
In questo momento la palla in mano ce l’ha l’Università. Una equipe di studiosi della Facoltà di Architettura sta studiando attentamente quei reperti di un turismo che fu. Dovrà pronunciarsi nero su bianco e inviare il documento al Ministero dei Beni culturali. «Il Lido Iride è un bene di pregio o il Lido Iride è solo un’area degradata». Fortunatamente non ci vorrà molto tempo per la sospirata sentenza: in meno di un mese la Soprintendenza avrà il suo materiale sul quale meditare. Tecnicamente si chiama «procedura di verifica», ed è un passaggio essenziale per capire di che morte deve morire il vecchio stabilimento balneare di Platamona.
A dire il vero i buoni propositi della politica parlavano di una tempistica ben più celere. L’ultimo summit istituzionale risale al 18 novembre, quando la commissione urbanistica regionale e gli amministratori di Sorso si sono incontrati proprio davanti ai ruderi.
La promessa del direttore generale al patrimonio Giovanni Carta fu questa: «Mi attiverò immediatamente e nell’arco di due settimane incaricheremo l’università di avviare gli studi».
Di settimane in verità ne è trascorsa qualcuna in più, e la Facoltà di Vanni Macciocco ha firmato l’accordo solo ai primi di febbraio. Ma ormai non c’è quasi da stupirsi, il lento scorrere del tempo è fisiologico e fa parte del destino del Lido Iride. Così tra un mese la relazione dell’Università approderà a Cagliari, da lì verrà rispedita al Ministero dei Beni Culturali, verrà spulciata dagli esperti della Soprintendenza e chissà quando ritornerà indietro con una risposta. Senza quest’ultimo responso la Regione ha le mani legate e non può decidere alcun intervento.
Dice il consigliere Antonello Peru: «Da parte del presidente Cappellacci abbiamo il massimo impegno per garantire le risorse. Si possono reperire dal collegato alla Finanziaria o dal piano regionale di sviluppo».
Ma il futuro prossimo non è il verbo più adatto per Platamona. Inutile ipotizzare adesso dei possibili scenari: museo del mare? risanamento e restauro dell’esistente? Demolizione e ricostruzione di fabbricati identici al vecchio progetto, oppure una struttura ricettiva del tutto nuova, più moderna e competitiva, che rispetti l’attuale cubatura? Gestione da parte del pubblico o coinvolgimento di privati? Cessione totale del bene da parte del Demanio o affidamento temporale? Canone d’affitto esorbitante, oppure declassamento e canone ridotto? Sono tutte incognite aperte, che vengono riproposte ogni volta che si discute di rilancio del Lido Iride. Conviene stare con i piedi per terra: la «procedura di verifica», quando sarà pronta, sarà un enorme passo avanti. Per ora è meglio mettersi il cuore in pace: quest’estate la cartolina non cambierà. I ruderi continueranno a guardare il mare, come pietre pazienti, che non hanno alcuna voglia di scomparire.
Luigi Soriga

 

 

 
 
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