Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
20 March 2010
Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio stampa e web
 
1 – L’Unione Sarda
Cagliari e Provincia - Pagina 21
Assegni di ricerca prorogati sino al 31 dicembre
Università. Il rettore firma il decreto per la prosecuzione di quelli in scadenza
 
Una proroga sino al 31 dicembre: è la soluzione adottata dall'Università in soccorso degli assegnisti di ricerca che non avrebbero più potuto continuare a collaborare con l'Ateneo per la scadenza del contratto. Il rettore ha firmato ieri un decreto che fa salvo il diritto dei ricercatori a concludere il biennio in corso (anche se si tratta del terzo e del quarto) garantendo a tutti un congruo termine, sino alla fine dell'anno, per concludere la ricerca in corso. Una sorta di preavviso che regala una boccata d'ossigeno a quanti sarebbero stati costretti, di punto in bianco, a interrompere la loro collaborazione con l'Ateneo, dopo la decisione degli organi collegiali di non rinnovare più gli assegni oltre il limite massimo di quattro anni. Una scelta, legata alla difficile situazione finanziaria, che cambia le regole del gioco per il futuro, introducendo limiti più rigorosi rispetto al passato, quando era possibile rinnovare il contratto anche per otto anni.
IL DECRETO In particolare, gli assegnisti con il biennio in scadenza avrebbero dovuto lasciare subito l'incarico, spiazzati dalle nuove norme senza avere neppure il tempo di ammortizzare il colpo. «È uno sforzo che l'Ateneo sostiene in un periodo delicatissimo a causa dei tagli ministeriali - spiega il rettore Giovanni Melis - l'abbiamo fatto per alleggerire la decisione dei giorni scorsi, prevedendo una sorta di preavviso, pur di non interrompere le ricerche in corso. Stiamo lavorando per dare ai nostri giovani realistiche e ragionevoli prospettive - dice Melis - anche attraverso i concorsi in svolgimento e i nuovi che bandiremo entro l'anno: solo così si potranno garantire forme stabili, e non più precarie, di occupazione, ma dobbiamo risparmiare per poter proseguire su questa strada nel 2011».
PRIME REAZIONI Gli assegnisti potranno accedere ad altre opportunità, ricorda il rettore, come i progetti di ricerca e le borse regionali. Nell'incontro di ieri, organizzato in Rettorato per illustrare il decreto, alcuni assegnisti si son detti soddisfatti. «Il rettore ci ha detto di considerarci allievi di una squadra - commenta Carla Ardau, assegnista di Scienze della terra - persone sulle quali l'Ateneo ha investito e sulle quali continua a puntare». Anche per Andrea Barra (Chimica degli alimenti) «l'Università sta intervenendo in nostro favore con una norma transitoria che garantisce la prosecuzione del nostro lavoro sino alla fine dell'anno. Contiamo sui concorsi per ricercatore a tempo determinato che saranno banditi entro il 2010». (c.ra.)
 
2 – L’Unione Sarda
Oristano e Provincia     Pagina 21
sant'antonio
“Monumenti aperti”, conferenza su Aristanis
 
Proseguono gli appuntamenti di “Monumenti aperti 2010 - Le identità locali, città e paesi si raccontano”. Dopo il primo ciclo di conferenze, che si sono svolte a Cagliari e in altre città sarde, adesso la manifestazione fa tappa anche a Oristano. L'appuntamento è fissato per giovedì all'Auditorium di Sant'Antonio. Alle 16 Raimondo Zucca, docente della Facoltà di lettere e filosofia dell'Università di Sassari, terrà un convegno sulla “Formazione urbana di Aristanis”. Alle 17 invece Salvatore Sebis, curatore del Museo civico di Cabras, illustrerà l'itinerario “Le ville medievali della campagna attorno ad Aristanis”.
«Nel corso dei due incontri le tematiche trattate riguarderanno la formazione urbanistica della città che si compie in età giudicale a partire da una nuova struttura bizantina denominata Aristianis - si legge in una nota - Questa iniziativa, così come le altre che si sono svolte, ha come obiettivo principale quello di fornire non solo ai docenti, ma anche agli appassionati di storia, spunti e contenuti sull'excursus storico della Sardegna». Per maggiori informazioni ci si può rivolgere alla segreteria organizzativa di Cagliari “Monumenti aperti” info@monumentiaperti.com o al Centro comunale d'arte e cultura “Il Ghetto” (070 6402115). ( m. f. )
 
3 - La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
FINO AL 31 DICEMBRE
L’ateneo compie uno sforzo e proroga gli assegni di ricerca
 
 CAGLIARI. Gli assegni di ricerca, dei quali è in scadenza il secondo biennio, saranno prorogati fino al 31 dicembre. E’ quanto stabilisce un decreto firmato oggi dal rettore Giovanni Melis. «La decisione è uno sforzo che l’Ateneo sta assumendo in un periodo delicatissimo - ha detto Melis ricordando i tagli ministeriali - con l’intenzione, con un utilizzo razionale delle risorse, di mantenere adeguati spazi di concorsualità per i giovani attraverso forme stabili, e non più precarie, di occupazione». Nei giorni scorsi gli organi collegiali dell’Ateneo avevano fissato in quattro anni il limite di durata massima degli assegni di ricerca, stabilendo di non procedere ad ulteriori rinnovi. Il decreto fa salvo il diritto degli assegnisti a concludere il biennio in corso.
 
4 - La Nuova Sardegna
Pagina 36 - Sassari
«Architettura, facoltà da salvare»
Il sindaco chiederà alla Regione lo stanziamento di fondi dedicati
GIANNI OLANDI
 
 ALGHERO. I corsi universitari fin dalla loro istituzione sono stati accolti dalla collettività algherese con entusiasmo e grande attenzione. Il Comune ha messo a disposizione alcuni dei pezzi pregiati del proprio patrimonio.
 Comprensibile quindi lo sconcerto quando la legge regionale del 2008 sottrae la facoltà di Architettura dalla ripartizione dei fondi per l’università diffusa facendo così gravare i costi sull’ateneo sassarese. Di fatto la facoltà da sede gemmata diventa suburbana. L’argomento è stato affrontato in consiglio comunale dove è stato presentato un ordine del giorno sottoscritto da tutti i capigruppo di maggioranza e opposizione. Il contenuto della proposta assegna al sindaco Marco Tedde lo svolgimento di ogni azione necessaria affinchè vengano assegnate all’ateneo sassarese adeguate risorse per sostenere la facoltà di Architettura e, aspetto ancora più importante «norme che reintroducano la facoltà nell’ambito dell’università diffusa».
 Il consiglio comunale chiede quindi, all’unanimità, una inversione di rotta sul provvedimento adottato dalla precedente amministrazione regionale. «La città è sempre stata vicina alla facoltà - commenta il sindaco Marco Tedde -, impegnandosi per farla nascere già nel lontano 2001 e contribuendo in modo concreto mettendo a disposizione locali prestigiosi del centro storico. Oggi la facoltà è una parte importante della città, è cresciuta anche sul piano professionale al punto da aver raggiunto prestigiosi risultati come riferisce la classificazione del Censis che le ha attribuito il primo posto tra le 25 facoltà di architettura in Italia». Tra l’altro oltre agli aspetti di ordine culturale, indubbiamente importantissimi, gli oltre 500 studenti che la frequentano rappresentano nel contesto locale un vero e proprio fenomeno di tipo economico. Peccato che a tutt’oggi non possano disporre di una casa dello studente che allevierebbe i costi per le famiglie fornendo contestualmente servizi adeguati per la frequenza dei corsi. Un atteggiamento quasi punitivo nei confronti di tanti giovani.
 
5 - La Nuova Sardegna
Pagina 10 - Sardegna
UNIVERSITÀ, ISCRIZIONI A PICCO
Meno 3.700 negli atenei sardi
 
Oltre 3.700 iscritti in meno nelle università sarde: 2.600 a Sassari, 1.130 a Cagliari. In un anno c’è stata la più alta contrazione degli ultimi decenni. Il calo riguarda tutta l’Italia e appare soprattutto nel Centro-Sud. In questi ultimi sei anni gli iscritti gli atenei è passata da quasi 340mila studenti a poco più di 285mila. E se in passato, dopo l’esame di Stato alla fine della scuola, s’immatricolavano sette maturi su dieci, oggi si superano di poco i cinque. Un dato preoccupante. Soprattutto se si considera che tra i Paesi della Ue l’Italia continua ad avere uno degli indici più bassi nei livelli d’istruzione, con un numero di laureati inferiore (in qualche caso di 10-15 punti) alle medie europee.
 
6 - La Nuova Sardegna
Pagina 10 - Sardegna
«Così i servizi dell’Ersu attireranno a Sassari studenti da altre regioni»
PIER GIORGIO PINNA
 
 SASSARI. «Le prospettive? Buone. Ma a due condizioni: rafforzare la capacità di appeal internazionale e, nel mercato sardo, attrarre l’attenzione dei giovani». Il viatico che Antonello Mattone lascia al successore nella guida dell’Ersu sassarese (il medico nuorese Gianni Poggiu, appena nominato dalla giunta Cappellacci) tiene conto delle difficoltà degli atenei sardi negli ultimi anni.
 E l’elenco è lungo. Calo d’iscrizioni. Troppi abbandoni negli studi. Tagli dei fondi pubblici. Risorse bloccate. Nepotismi e clientelismi. Ricorrenti deficit nella didattica. Ricerca spesso al palo. Scarse eccellenze.
 Ma naturalmente, dal 2006 a oggi, il docente sassarese si è occupato soprattutto delle strategie di servizi e supporto per gli studenti.
 Compiti ereditati dalle Opere universitarie nella prima metà degli anni ’80. E ora che negli Ersu le cose cambiano, a Sassari come a Cagliari, una chiacchierata con Mattone consente di capire meglio il futuro di questi settori nell’isola.
 Sessantadue anni, ordinario di Storia delle istituzioni politiche, direttore del dipartimento di Storia, ai vertici redazionali d’importanti periodici specialistici, come la Rivista storica italiana, il professore cesserà il suo mandato a fine settimana. Quattro anni fa designato dalla Giunta Soru alla presidenza dell’Ersu sassarese, in gennaio si è visto prorogare in carica da Cappellacci per tre mesi nella nuova veste di commissario.
 - Perché questa decisione da parte di un esecutivo con un altro orientamento rispetto al suo?
 «Bisognerebbe domandarlo agli amministratori regionali. Personalmente ringrazio Nanni Campus. Credo che il mio nome, per superare l’impasse che ha preceduto la nomina di Poggiu, sia stato fatto da lui. Nonostante le posizioni differenti, con l’ex sindaco di Sassari oggi consigliere regionale del Pdl siamo legati da un lungo rapporto di stima e rispetto»
 - Che cosa pensa della scelta alla base della successione?
 «Preferirei non rispondere. Farlo mi creerebbe un po’ d’imbarazzo, dato che sono stato chiamato a svolgere questo ruolo suppletivo finale. Un ruolo limitato a garantire l’ordinaria amministrazione dell’ente per approvare i bilanci».
 - Avete potuto assicurare tutte le prestazioni?
 «Negli ultimi anni ogni domanda per i presalari è stata esaudita. Nella fase attuale, dopo l’approvazione da parte della giunta regionale del bilancio 2010, i circa 600 presalari rimasti esclusi dalla graduatoria nell’autunno 2009 saranno in pagamento nei prossimi giorni».
 - Quali altri risultati sono stati raggiunti?
 «L’oculata gestione dei residui dei bilanci ha permesso all’Ersu di Sassari di conquistare la premialità del ministero dell’Università e della ricerca, che aveva classificato il nostro ateneo come il primo per i servizi tra le sedi di medie dimensioni. Per il resto ritengo di lasciare un ente sano, in buona salute. Con un apparato tecnico e amministrativo fortemente ringiovanito».
 - Soldi in cassa?
 «Dodici milioni e mezzo. Da destinare all’edilizia. Erano stati concessi a suo tempo dalla Giunta Soru».
 - Su quanti posti letto Ersu contano gli studenti a Sassari?
 «Oggi sono 540. Ma se ne aggiungeranno presto 50 nella Casa Ledà, in via Rosello, presumibilmente disponibile a fine anno. Oltre ai 90 nell’ex fondazione Brigata Sassari. Con Soru e il sindaco Ganau abbiamo inteso rivitalizzare il centro e mettere i ragazzi in contatto con nuove fasce sociali».
 - Le mense?
 «Ce ne sono in funzione due. Quella di via dei Mille è stata rinnovata, con un’area di ritrovo aperta anche nelle ore intermedie tra le lezioni mattutine e le pomeridiane».
 - Quali obiettivi andrebbero rivisti alla luce della sua esperienza?
 «In primo luogo, sarebbe fondamentale avere un aumento cospicuo della dotazione ordinaria dell’ente, ferma a una quindicina di anni fa. L’Ersu infatti non è più in condizione di far fronte alle numerose spese».
 - Poi?
 «In questi anni, all’università di Sassari, c’è stata una progressiva riduzione degli iscritti. Si è passati dai 19mila del 2007 ai 17.500 del 2009 sino ai 14.760 del 2010. Questo calo andrebbe interpretato a fondo, ma emerge innanzitutto la difficoltà economica del territorio del Sassarese».
 - E allora?
 «La mancanza di sbocchi per i giovani laureati e la fine dell’ateneo come area di parcheggio per molti obbligano a rivedere le scelte per il futuro. I mille posti letto a suo tempo valutati dall’Ente con la Giunta Soru, per esempio, andrebbero ridimensionati. Nel complesso, già raggiungibili con i fondi a disposizione, credo che ormai ne basterebbero ottocento».
 - Prospettive finali?
 «Lo ripeto. Una deve fondarsi sull’interscambio: da un lato Sassari deve attirare studenti da altre regioni e dall’estero, magari intensificando i processi legati a Erasmus, e dall’altro lato deve dare più chance in uscita ai ragazzi sardi. Un ultimo traguardo è la riqualificazione della didattica per evitare gli abbandoni e i fuoricorso».
 

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