Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
20 February 2010
Rassegna quotidiani locali
A cura dell’Ufficio stampa e web
1 – L’Unione Sarda
Cagliari – pagina 23
L'Università studia il vetro anti-calore
Presto le sperimentazioni in due edifici che ospitano uffici 
Dopo il successo degli studi di quattro ricercatori sull'utilità dei pannelli elettrocromici
Una sperimentazione consentirà di testare l'effettiva validità dei vetri elettrocromici
 
La scommessa è ambiziosa e parte dalla Sardegna: aprire le porte del settore dell'edilizia all'innovazione tecnologica di alto livello, esplorando un mercato su cui finora nessuno al mondo ha osato mettere il naso. A lanciare la sfida è un gruppo di ricercatori dell'Università di Cagliari (facoltà di Architettura e di Ingegneria) che, occupandosi da tempo di materiali applicati all'edilizia, ha pensato bene di concentrarsi su una delle ultime innovazioni del settore: i vetri elettrocromici. Sono questi la straordinaria “scoperta” su cui per un anno l'équipe dei ricercatori cagliaritani (il docente Gianraffaele Loddo e gli ingegneri Gian Piero Cossu, Marco Pittaluga e Daniela Ludoni) ha focalizzato i suoi studi, disegnando uno scenario in cui la Sardegna potrà giocare un ruolo da protagonista («il centro mediterraneo di punta nell'utilizzo di questi materiali») con le sue condizioni ambientali particolarmente favorevoli al caso.
SPERIMENTAZIONI Questo tipo di vetrate consentono, modificando il livello di trasparenza del pannello, di abbattere notevolmente la quantità di energia radiante solare che entra negli edifici riducendola, nel periodo esitivo, fino al 70 per cento. Figuriamoci se da noi, come d'altra parte in tutto il bacino del Mediterraneo, non si riuscirebbe a sfruttarle: il vantaggio immediato è quello di ottenere un notevole risparmio energetico. Purtroppo questa tipologia di vetri (provenienti dal settore aerospaziale e aeronautico) non è ancora stata “sdoganata” dall'edilizia comune, risultando pressoché inesistente la loro produzione e commercializzazione in Europa (principalmente per ragioni economiche, vista la qualità del prodotto che richiede una tecnologia molto sofisticata) e con un utilizzo molto limitato sul mercato americano, in settori di nicchia. L'unica industria al mondo che attualmente commercializza le vetrate elettrocromiche è la Sage in Minnesota. Si capisce dunque quanto valga un tale progetto di ricerca in termini di benessere, umano ed economico: iniziare dai vetri elettrocromici significa porre le fondamenta di un sistema mirato alle esigenze dell'industria, in cui la ricerca apre passo dopo passo prospettive interessanti su vari livelli (anche dal punto di vista normativo e dell'alta formazione di professionisti), talmente infinite sono le vie di esplorazione. Finora sono state fatte solo sperimentazioni teoriche (nel palazzo della Uil di via Po dove si è ipotizzato di sostituire le vetrate) ma, quest'estate, si potrà testare sul campo la validità del prodotto confrontando quel che accade in due ambienti (il Comune ha messo a disposizione due edifici di via Nazario Sauro), uno con i vetri speciali l'altro con quelli tradizionali.
LE TAPPE Il successo nei risultati della ricerca ha fatto drizzare le antenne alle industrie. «Si sapeva che molte stavano lavorando a questo tipo di vetro ma anche per ragioni di segreto industriale era molto difficile ottenere dati per il nostro studio - spiega Loddo, docente di Architettura tecnica - sicuramente è un settore all'avanguardia così interessante che siamo stati chiamati a presentare i risultati delle ricerche in convegni specialistici». Prima un convegno in Finlandia, poi i simposi internazionali a Milano, le pubblicazioni su riviste specializzate e, dulcis in fundo, un accordo siglato con la Sage. «Speriamo - spiega Loddo - di poter iniziare la sperimentazione a maggio in modo da testare i due ambienti per tutta l'estate sino a settembre: tutto dipende dai finanziamenti regionali». Lo scopo della ricerca - ricorda Pittaluga - è far capire quanto possono essere utili questi materiali e facilitarne la diffusione nel campo dell'edilizia e dell'architettura, tenendo conto che uno dei punti innovativi è testarli in ambienti del Mediterraneo». Il vetro elettrocromico è, dunque, «un punto di partenza - sottolinea Cossu - l'inizio di una sperimentazione che coinvolgerà varie professionalità e figure dell'imprenditoria: la Sardegna si può proporre come centro di ricerca nel bacino del Mediterraneo».
CARLA RAGGIO
 
2 – L’Unione Sarda
Cagliari – pagina 22
“Vietato non toccare”, mostra sabato 27
  
È in programma sabato 27 e non oggi, come erroneamente riportato nel giornale di ieri, l'inaugurazione della mostra “Vietato non toccare” organizzata dall'ufficio disabilità dell'Università alla Cittadella dei musei in piazza Arsenale. La rassegna resterà aperta sino al 28 marzo e sarà visitabile dal martedì alla domenica dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19.
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
Mastino a Liori: «Dateci la Pet»
Il rettore scrive all’assessore: «La diagnosi precoce qui è un sogno»
SILVIA SANNA
 
SASSARI. Due a Cagliari, una in arrivo a Olbia, all’ospedale privato San Raffaele. A Sassari il bando è pronto, ma senza l’ok dell’assessore regionale alla Sanità non è possibile mandarlo in gara. Ad Antonello Liori si appella il rettore Attilio Mastino: spiega che senza la Pet, da queste parti la lotta ai tumori resterà una battaglia persa.
 C’è un piano, ancora in vigore, che stabilisce quanti tomografi Pet-Tc servano in Sardegna e come debbano essere distribuiti. Il piano è datato 2003, allora l’assessore alla Sanità era Giorgio Oppi (centrodestra). Nel documento c’è scritto che due Pet devono trovare posto a Cagliari, una a Sassari. Le previsioni sono state confermate nel piano sanitario regionale firmato dall’assessore Nerina Dirindin (centrosinistra). Nel 2005 la prima Pet è arrivata all’ospedale Brotzu di Cagliari, un anno fa la seconda ha trovato posto all’Oncologico. Sassari è rimasta a bocca asciutta. Dopo lo stop al primo bando di gara datato 2006, l’Azienda mista ospedaliero-universitaria ha preparato il secondo. Ma senza il via libera dell’assessore regionale, non può essere avviata la procedura di gara per l’affidamento sotto forma di service a prestazione (come già accade a Cagliari): nessun esborso di fondi da parte della struttura sanitaria, che gira alla società aggiudicataria i rimborsi per le prestazioni per un certo numero di anni, scaduti i quali diventa proprietaria dei macchinari.
 La Pet-Tc è l’arma più efficace nella diagnostica dei tumori e nella radioterapia: attraverso la Tac, infatti, è possibile circoscrivere in maniera esatta il tessuto tumorale più attivo, limitando le complicanze per irraggiamento di tessuto sano. Ma sono molto importanti anche le applicazioni in cardiologia, con la possibilità di diagnosticare la cardiopatia ischemica a rischio d’infarto e in neurologia (vasculopatie cerebrali a rischio ictus, epilessia e morbo di Parkinson).
 A tutto questo fa riferimento il rettore Attilio Mastino nella lettera inviata all’assessore alla Sanità Antonello Liori. Come hanno già sottolineato in alcune interrogazioni diversi consiglieri regionali, anche il rettore evidenzia «l’esigenza di riequilibrare la disomogenea distribuzione regionale delle Pet-Tc e di aggiornare il parco tecnologico del Nord Sardegna particolarmente obsoleto. Con l’acquisizione della Pet-Tc la facoltà di Medicina e Chirurgia potrà dare una risposta ai numerosi pazienti del Nord Sardegna affetti dalle più frequenti malattie, in particolare in campo oncologico, cardiologico e neurologico». Alla richiesta di Mastino si associa Giuseppe Madeddu, preside della facoltà di Medicina e professore ordinario di medicina nucleare: «È paradossale - dice - il fatto che proprio a Sassari, città sede della scuola di specializzazione in medicina nucleare, la Pet-Tc non sia ancora arrivata. Mentre a Cagliari, dove questa scuola non c’è, ne hanno addirittura due». Madeddu la battaglia sulla Pet l’ha iniziata molti anni fa. Nel 1986, quando era presidente dell’Associazione italiana di Medicina nucleare, provò a spiegare all’allora assessore Billia Pes le straordinarie potenzialità di un macchinario che a quei tempi veniva utilizzato solo in America: «Se mi avessero ascoltato - dice il preside - la Sardegna avrebbe avuto la prima Pet-Tc in Italia e l’isola sarebbe diventata centro nazionale di riferimento e di formazione. Invece, non solo la mia richiesta è caduta nel vuoto, ma ventiquattro anni dopo il Sassarese subisce ancora gli effetti di un ritardo inspiegabile». Mentre, da altre parti, la sanità continua a viaggiare più veloce. Anche Olbia, nell’ospedale San Raffaele, avrà la Pet-Tc. E trattandosi di una struttura privata, non ci sarà bisogno di alcun tipo di autorizzazione o lasciapassare. «Nulla in contrario - dice il sindaco Gianfranco Ganau - ma credo che verso la sanità pubblica si debba avere un occhio di riguardo. In un futuro molto vicino, se la Regione non sbloccherà la situazione, il Sassarese sarà l’unico territorio sprovvisto di uno strumento fondamentale per la diagnostica. E per ottenere un’assistenza adeguata, i pazienti dovranno continuare a bussare ad altre porte».
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
Un collegamento tra gli studenti universitari e il mondo delle imprese
È nato il «Polo delle identità»
MARCO DELIGIA
 
SASSARI. Un protocollo d’intesa tra Comune e Università è la cornice del progetto ratificata ufficialmente in un convegno tenuto all’Hotel Vittorio Emanuele con i promotori e sottoscrittori del ribattezzato Polo delle identità. Un passo prioritario per l’ufficiale e concreto avvio di un’iniziativa pensata dal gruppo consiliare sardista e poi estesa alla commissione consiliare alla Cultura, presieduta da Michele Pinna, e alla giunta comunale e approfondita dall’ateneo sassarese. Michele Pinna ha introdotto e coordinato l’incontro sul progetto di Polo delle identità - nato con il Piano strategico comunale - del sindaco Gianfranco Ganau, del rettore dell’ateneo sassarese Attilio Mastino, del preside di Lettere e Filosofia Aldo Maria Morace e dell’assessore comunale alla Cultura Angela Mameli, con le osservazioni conclusive di Giacomo Sanna, consigliere regionale e presidente nazionale del Psd’Az.
 L’università vede in prima linea, in questa fase iniziale, la facoltà di Lettere e Filosofia, e anche tre dipartimenti: Teorie e ricerche dei sistemi culturali, Storia e Scienze dei linguaggi, legato alla facoltà di Lingue e Letterature straniere, oltre alla Scuola di dottorato in Scienze dei sistemi culturali. Si va in direzione di un Centro interdipartimentale sulle identità, con un progressivo coinvolgimento di tutte le facoltà e dipartimenti in modo da sviluppare tematiche scientifiche su valori, tradizioni e saperi della Sardegna. «L’obiettivo strategico è arricchire la dimensione urbana, collegando studenti e ricercatori al mondo delle imprese - viene sottolineato nel documento programmatico -, favorendo il reperimento delle risorse, agganciando la programmazione comunale e provinciale attraverso intese e accordi con le commissioni Cultura di Comune, Provincia e Regione». La sede è stata individuata nell’area dell’ex Mattatoio, nelle immediate vicinanze delle facoltà di Lettere e Lingue, in cui è tra l’altro previsto il Polo della Cultura e della Creatività.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Aula di giurisprudenza intitolata a Nando Basciu
 
CAGLIARI. La facoltà di Giurisprudenza martedì pomeriggio, alle 18.30, intititolerà una delle sue aule di viale Fra’ Ignazio all’avvocato Antonio Ferdinando Nando Basciu, fino agli anni ottana ordinario di diritto tributario. Nel dopoguerra è stato lui il primo cagliaritano a salire in cattedra nella facoltà di Leggi, per poi affermarsi in campo nazionale come avvocato tributarista, giurista e autore di innumerevoli saggi e monografie.
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
UNIVERSITÀ, NUOVI CONTRATTI
Il 3 marzo scadono i termini per presentare la domanda di partecipazione alla selezione pubblica che conferirà l’incarico a ventidue contrattisti (lavoro autonomo) che saranno di supporto alle presidenze delle facoltà.
 
 

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