Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
20 July 2010
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA
1 - Istituto dei ciechi verso la nomina di un nuovo commissario
2 - Lettere & opinioni: "Studio per una laurea inutile"
3 - Alghero. Preside soddisfatto: i tagli non fermano la facoltà di Architettura
4 - Economia sarda, dossier del Centro studi L'Unione Sarda sulle province 
  
LA NUOVA SARDEGNA
5 - Ales. Manifesto-appello per la facoltà di architettura di Cagliari
6 - Vacanza spezzatino, il mercato dominato dai low cost
7 - PortoConte Ricerche. Seminario con esperti
8 - Sassari. Sanitari per la fusione di ospedale e Aou
   
RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA
 

L’UNIONE SARDA
 
 
1 - L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 19
L’ente pubblico di viale Fra’ Ignazio verso la nomina di un nuovo commissario
«Non fate morire l’istituto dei ciechi»
I dipendenti senza stipendio da 5 mesi: l’attività è bloccata
 La paralisi dopo la nomina di un commissario che avrebbe dovuto gestire l’Ente.
È l’unico istituto per ciechi in Sardegna, punto di riferimento per gli studenti non vedenti, dalla scuola dell’obbligo all’Università. Ma da un anno a questa parte la sua sopravvivenza è appesa a un filo, anzi al senso di responsabilità di tre coordinatori, di un segretario e di due ausiliari, che da cinque mesi non percepiscono lo stipendio. L’istituto dei ciechi di viale Fra’ Ignazio rischia la paralisi, proprio nel momento in cui una legge di riforma regionale gli garantiva prospettive di più ampio respiro, con la trasformazione delle Ipab, istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, in aziende pubbliche di servizi alla persona. È da qui che hanno origine i problemi dell’antico ente, fondato a Cagliari nel 1896. Il commissario straordinario che avrebbe dovuto gestire questa fase di transizione non ha mai svolto i suoi compiti, anzi non c’è proprio. «Dal 16 aprile non abbiamo più sue notizie», dicono i dipendenti ricordando la data dell’ultimo incontro.
LA SITUAZIONE Da quando il consiglio di amministrazione è decaduto non c’è più un referente amministrativo a cui far capo per firmare e autorizzare gli atti di ordinaria amministrazione: questo vuol dire che da marzo il personale non percepisce lo stipendio e gli utenti non ricevono risposte alle loro richieste di partecipazione ai corsi, né possono ottenere certificazioni o attestati di frequenza. «Abbiamo le mani legate», dice con amarezza Paolo Mura che, con le colleghe Rosa Mereu e Maria Grazia Agus, sta mandando avanti i corsi di informatica. «Questo è il periodo in cui si lavora di più e invece siamo costretti a non accogliere nuovi iscritti perché non ci sono le autorizzazioni. Ci sono studenti che si devono laureare e stiamo provvedendo noi a comprare il materiale didattico di cui hanno bisogno. Per il momento possiamo solo seguire gli studenti che già frequentano l’istituto». Senza stipendio: «Siamo stanchi - si sfogano i dipendenti - stare senza stipendio per 5 mesi significa passare da una condizione di benessere a una di povertà. Abbiamo informato tutto il mondo della grave situazione ma finora non è arrivata alcuna risposta: siamo uno dei pochi enti pubblici che cammina con le sue gambe, l’unico rimasto in piedi dopo la soppressione di quello di Sassari e che potrebbe dare un servizio utile a tutti i ciechi della Sardegna. Non capiamo queste resistenze». Nel frattempo ci sono da pagare le bollette: la Telecom ha già disattivato una delle linee telefoniche e l’Enel minaccia di sospendere il servizio.
SOLLECITI La vicenda è ben nota anche all’assessore regionale alla Sanità, Antonello Liori, chiamato in causa dai consiglieri Pd e dalla deputata Amalia Schirru, e informato anche dall’avvocato dei dipendenti dell’istituto, Silvia Curto, che con il sindacato della Cisl segue i fatti. «In tutto questo tempo non si è fatto nulla, nonostante due diffide al commissario, per attuare quanto deciso dalla Regione», dice il legale che auspica un intervento per sbloccare «al più presto» la situazione. In effetti la Giunta regionale ci sta lavorando e potrebbe nominare («forse in settimana», fanno sapere) un nuovo commissario: il nome per ora è top secret ma l’assessore Liori l’avrebbe già segnalato a viale Trento. «Se tale situazione dovesse perdurare ancora a lungo l’istituto si vedrebbe costretto a interrompere le attività e a pagarne le conseguenze sarebbero solo ed esclusivamente gli utenti disabili - scrive il consigliere Giuseppe Cuccu, tra i firmatari di un’interrogazione - non dimentichiamo che l’ente garantisce l’integrazione scolastica, sociale e lavorativa dei disabili visivi ed è l’unico che nell’Isola opera per garantire ai non vedenti e ipovedenti la piena attuazione del loro diritto allo studio».
Le testimonianze. Gli studenti che seguono i corsi d’informatica in braille
«Senza di loro non sarei riuscita a laurearmi»
Nei corsi di informatica tenuti all’istituto di viale Fra’Ignazio si insegna a chi è cieco o ipovedente (attualmente una quarantina di ragazzi) a usare il computer utilizzando il display braille. Ma i docenti si occupano anche di produrre tutto il materiale didattico agli studenti universitari in modo che possano dare gli esami e giungere alla laurea come gli altri coetanei. «Interrompere questi corsi - dice Giovanna, studentessa in Lettere classiche - sarebbe un’ingiustizia: frequento il secondo anno, qui forniscono i libri informatici stampati in braille o plastici in rilievo di cui possiamo aver bisogno per i nostri esami. Se la situazione non verrà sbloccata non potrò più essere seguita negli studi come finora è avvenuto».
Francesca Marrosu, neolaureata in Lettere (lingua e cultura della Sardegna), lo dice chiaro e tondo: «Senza l’aiuto di questi professionisti non avrei potuto farcela: è un servizio di eccellenza che non può cadere nell’oblìo. Grazie a loro io uso il computer come se lo vedessi e ho raggiunto un’autonomia che mi ha ridato fiducia».
Stefania Cireddu, è l’unica non vedente laureata in russo in tutta Italia. «Ho iniziato a frequentare l’istituto dalle superiori. È un supporto indispensabile per poter seguire le lezioni e dare gli esami».
Carla Raggio

 
2 - L’Unione Sarda
Lettere & Opinioni - Pagina 37
ANGOSCIATA DAL FUTURO
Studio per una laurea inutile
Il ministro Gelmini ha detto che la laurea triennale non funziona, sarà cambiata. Faccio parte dell’esperimento malriuscito. Sono pure fuori corso. Per demerito, sicuramente. Ma anche vittima di un sistema che non funziona. Nella mia triennale, Beni Culturali, ci sono solo esami da 5 crediti. E invece l’esame di latino ne vale almeno 10 rispetto ad altri per i quali ho studiato qualche settimana. Nella mia facoltà non ci si può iscrivere agli esami attraverso Internet. Se il docente cambia orario di ricevimento, non lo comunica sul sito della Facoltà, ma appende un foglietto alla porta dello studio. Per giunta, quando avrò finito, il mio titolo non varrà niente, come dicono giornali, docenti, studenti. Eppure mi sono spaccata la schiena sui libri! Come si fa ad avere ambizioni? Ce lo dica il ministro Gelmini... A che cosa dovrei aspirare? Lo sa con che stato d’animo mi pongo verso il futuro? Ansia, angoscia. Paura. Che cosa farò, a 26 anni, con una laurea triennale che non vale niente? Non aspiro al premio Nobel, vorrei solo avere un posto di lavoro sicuro, la possibilità di andare via di casa, di fare le mie esperienze, di sposarmi e avere dei figli. I miei genitori hanno lavorato alla Regione. Ci sono entrati con un concorso, senza la laurea. Io, rispetto a loro, rischio di diventare povera, seppure laureata.
F. M. - Cagliari
 
 
3 - L’Unione Sarda
Provincia di Sassari - Pagina 32
Alghero. Preside soddisfatto
Migliore ateneo d’Italia: i tagli non fermano la facoltà di Architettura
I finanziamenti dati con il contagocce non sono riusciti a fermare il successo della facoltà di Architettura, per il secondo anno consecutivo al primo posto nella classifica Censis-Repubblica sui migliori atenei d’Italia. «Un traguardo impossibile», dice il preside Vanni Maccioco, raggiunto nonostante le mille difficoltà economiche di una sede considerata decentrata e per questo spesso a corto di fondi. Già nel 2009 il corso di studi aveva ottenuto il massimo riconoscimento: ora la conferma del primato, ancora più robusto.
I parametri considerati sono la produttività, la didattica, la ricerca e l’internazionalizzazione. E proprio su questo ultimo aspetto la piccola comunità di apprendimento di Alghero ha ottenuto il punteggio superiore. Trentacinque docenti di ruolo, più di cinquecento studenti e quattro filoni disciplinari: architettura, urbanistica, design e paesaggio. Una leadership che tanto deve anche alla collaborazione dei partner stranieri per i tirocini, gli Erasmus, le attività didattiche (lauree e corsi internazionali congiunti, scuole estive, laboratori, convegni, seminari e conferenze, scambi di docenti e studenti).
Il motto della facoltà, "imparare facendo", non è rimasto sulla carta. Il Censis ha tenuto conto della produttività e della regolarità del percorso di studi degli studenti, in termini di tempo e numero di crediti. I laboratori di ricerca, inoltre, altro fiore all’occhiello della facoltà, continuano a essere fucine di brevetti internazionali. Infine, da segnalare, la modernizzazione tecnologica «molteplici attività - spiega il preside - vengono gestite attraverso un sistema di comunicazione telematica».
Un risultato quasi insperato, «che dobbiamo alle nostre studentesse e ai nostri studenti, al nostro corpo docente, ai nostri tutores, ai colleghi professori a contratto, spesso prestigiosi docenti, architetti, urbanisti, paesaggisti e designer di tutto il mondo che sono stati con noi soprattutto perché "gli piaceva"». La comunità algherese e gli amministratori hanno sempre appoggiato la facoltà, soprattutto quando si è trovata in cattive acque. Raccolte di firme e manifestazioni in piazza non sono mancati durante lo scorso inverno: c’era da combattere per salvare il corso di studi da un possibile tracollo causato dalla mancanza di adeguate risorse. «Un risultato che parte dalla convinzione che una buona scuola pubblica è possibile - conclude Maccioco - ma occorre investire nella didattica, costruire un rapporto forte con il territorio e nello stesso tempo realizzare un ambiente internazionale». (c. fi.)
 
 
4 - L’Unione Sarda
Cronaca Regionale - Pagina 6
Lo stato di salute dell’economia sarda
Dossier del Centro studi L’Unione Sarda sulle otto province
Lo studio passerà al setaccio i dati sulla Sardegna: dalla crescita demografica alla crisi delle aziende.
Qual è lo stato di salute dell’economia sarda? Cresce la popolazione? È il suo reddito? Come stanno le imprese dell’Isola? A tutti questi interrogativi, e a molti altri, darà una risposta il focus realizzato dal Centro studi L’Unione Sarda, in uscita da domani con il quotidiano. Un approfondimento articolato in nove numeri (uno per ogni provincia più una sintesi conclusiva), con frequenza settimanale, che per la prima volta fornirà anche il quadro sulla solvibilità (rating tecnico) delle aziende isolane: la vera chiave per lo sviluppo imprenditoriale. L’aspetto è di particolare attualità visto il difficile rapporto di molte imprese con il sistema bancario che influenza la vita e la sopravvivenza di una società. La prima uscita riguarderà la Gallura.
L’ANALISI I dossier analizzeranno nel dettaglio gli aspetti del territorio ma forniranno anche un confronto con il resto della regione (mettendo in evidenza i dati che risultano essere non in linea con la media sarda). I numeri di tutte le province saranno poi confrontati tra loro, per mettere in evidenza le peculiarità dei singoli territori. L’analisi è riferita alle otto province, mentre l’ultima pubblicazione della studio, la nona, offrirà un approfondimento sul rating tecnico delle aziende, curato dalla società Eu-Ra (Europe rating spa).
Diverse le sezioni in cui sarà articolata l’analisi. Alcune, sempre corredate da tabelle e grafici, saranno dedicate allo stato di salute del territorio, con particolare riguardo all’andamento della popolazione e agli altri aspetti demografici nei diversi Comuni. «Lo scopo dei dossier provinciali», ha commentato Lucia Schirru del Centro studi L’Unione Sarda, «è di raggruppare in un unico documento informazioni provenienti da varie fonti per offrire un quadro sintetico della situazione socio-economica. I dati proposti, tratti da fonti ufficiali quali l’Istat, il Cerved e altre, considerati congiuntamente, mettono in evidenza le relazioni esistenti tra le variabili economiche e quelle demografiche». Per citare un esempio su tutti, dallo studio emerge in maniera chiara quanto una florida situazione economica influenzi poi anche l’andamento demografico. In altri termini, le province che mostrano un ciclo economico meno colpito dalla crisi fanno segnare anche un saldo migratorio positivo. «Viceversa le province in crisi», ha aggiunto, «si stanno spopolando. Dove c’è lo sviluppo imprenditoriale è maggiore anche l’offerta di lavoro».
A commentare il quadro economico di ciascuna provincia sarà inoltre chiamato ogni volta un esperto, conoscitore del territorio, proveniente dal mondo accademico o delle professioni.
RATING TECNICO La sezione più corposa della ricerca sarà comunque dedicata al sistema delle imprese. Studio che parte dall’analisi del rating tecnico delle aziende, ovvero la valutazione sulla situazione economico-patrimoniale e sull’andamento del business delle società di capitali per definirne il grado di affidabilità quando le aziende si presentano al sistema del credito. L’analisi riguarderà solo le società di capitale (sono le uniche obbligate a presentare il bilancio) che superano i 100 mila euro di fatturato annuale. Il dato è particolarmente importante perché traccia il quadro della solvibilità delle imprese in relazione ai parametri di Basilea 2 (che impone alle banche accantonamenti ogni qualvolta si concede un prestito, sulla base del grado di solvibilità dell’impresa). «Con questo studio abbiamo voluto avvicinare la middle class imprenditoriale della regione alla cultura del rischio», ha sottolineato Maurizio Fanni, docente di Finanza aziendale all’Università di Trieste e presidente di Eu-Ra, «in modo che vengano sempre più rispettati gli standard richiesti a livello europeo». L’obiettivo è quello di garantire maggiore «trasparenza, neutralità dell’informazione e individuazione del merito creditizio, per interpretare lo stato di salute del sistema delle imprese». Le aziende devono cioè essere preparate per interagire con le banche e ottenere il credito. «Ci si augura che la marcia verso i nuovi parametri di Basilea 3 non conduca a fenomeni di razionamento ulteriore del credito verso le imprese minori», ha concluso Fanni. «Ma è certo che dal processo di cambiamento introdotto e dettato da Basilea 2 non si torna indietro».
IMPRESE Lo studio, infine, analizzerà su ogni territorio il valore aggiunto prodotto dalle oltre 163 mila aziende sarde. L’approfondimento riguarderà l’andamento dei diversi comparti, dall’agricoltura e la pesca, all’industria, alle costruzioni, al commercio e al turismo. In particolare, il Centro studi L’Unione Sarda ha analizzato la crescita dei settori, l’indice di imprenditorialità, gli occupati e il peso dei diversi tipi di società. Tutti i dossier, inoltre, sono arricchiti da tabelle di sintesi che offrono l’opportunità di un confronto, quando è possibile, tra i dati attuali e quelli riferiti alla situazione precedente la crisi economica.
Il programma Pubblicazione divisa in 9 numeri
Domani la prima uscita: si parte con la Gallura
Un approfondimento per ogni provincia, più uno speciale che mette a confronto i singoli territori tra loro. Da domani, e per nove settimane, con il quotidiano saranno pubblicati i dossier curati dal Centro Studi L’Unione Sarda sullo stato di salute dell’economia regionale.
Si parte con l’approfondimento sulla provincia di Olbia-Tempio, che sarà commentato da Giorgio Garau, docente di Statistica economica all’Università di Sassari. La settimana successiva sarà invece la volta del Nuorese, corredato dall’analisi dell’avvocato Antonino Menne. Il mondo accademico sarà poi chiamato a esprimere il proprio parere sui dati che riguardano le province di Sassari e Oristano, oggetto della terza e quarta uscita. Il commento sarà affidato rispettivamente a Franco Nuvoli, docente di Estimo rurale nella Facoltà di Agraria dell’Università di Sassari, e Vittorio Dettori, docente di Economia nell’ateneo cagliaritano. A seguire si parlerà dell’Ogliastra, analizzata dal responsabile del Centro studi Api sarda, Gilberto Marras. A tirare le somme sulla situazione del Medio Campidano sarà invece Paolo Mattana, docente di Economia politica all’Università di Cagliari. Seguirà il quadro economico della provincia di Carbonia-Iglesias che sarà commentato dall’economista, nonché assessore regionale del Lavoro, Franco Manca.
SINTESI L’ultima uscita monografica sarà quella su Cagliari, i cui dati saranno preceduti dall’analisi di Maurizio Fanni, docente di Finanza aziendale all’Università di Trieste e presidente di Eu-Ra (Europe rating spa), la società che ha curato anche l’approfondimento sul rating tecnico delle aziende. Aspetto che sarà anche oggetto della nona e ultima uscita della pubblicazione. Una sintesi che permetterà di approfondire ulteriormente gli aspetti principali della ricerca mettendo in rilievo anche le differenze o le analogie tra le otto province.
Annalisa Bernardini
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
5 - La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Oristano
Ales. Convocato per le 15 di oggi: seduta a rischio 
Viabilità in Consiglio 
ALES. Visto l’insolito orario di convocazione, le 15, con tutta evidenza la riunione del consiglio comunale che il sindaco Simonetta Zedda ha chiamato per oggi passerà in seconda convocazione, fissata per giovedì alle 18. Comunque sia l’assemblea civica si aprirà con le comunicazioni del sindaco alle quali faranno seguito l’approvazione del programma dei servizi e degli interventi socio assistenziali gestiti in forma singola dal Comune e l’approvazione conto di bilancio esercizio 2009; a seguire l’approvazione dello schema d’accordo di programma per la realizzazione di interventi di acquisto e recupero di alloggi da assegnare poi a canone sociale, l’approvazione della convenzione per il trasferimento all’Unione dei Comuni Alta Marmilla del servizio di promozione dell’immagine dell’Unione e l’adozione definitiva di due varianti: la prima per la copertura dell’area deposito nell’ex carcere e la seconda per i lavori di sistemazione nella strada comunale Ales-Zeppara-Ss 442. In chiusura l’adozione di un manifesto-appello per il sostegno e lo sviluppo dell’alta formazione in architettura in Sardegna e nell’ateneo di Cagliari. (t.s.)


6 - La Nuova Sardegna
Pagina 31 - Altre
L’ESPERTO 
«La vacanza spezzatino ora orienta il mercato dominato dai low cost» 
OLBIA.  Ombrelloni chiusi. La conferma di un mercato con qualche nube all’orizzonte arriva da Carlo Marcetti. Lui del turismo ha fatto una scienza. Una disciplina che studia con attenzione i flussi che si muovono nell’isola, gli aspetti economici e psicologici che spostano le masse alla ricerca di un posto al sole. «La vacanza si fa sempre più breve - spiega il padre del corso di laurea in economia del turismo, Carlo Marcetti -, la causa non è solo la crisi. I tempi della vacanza vengono dettati dai voli low cost. Viaggiare in aereo è diventato molto più economico. Le vacanze vengono frazionate, divise. Si sono frammentate. Tanti piccoli blocchi con mete differenti. Non c’è più la scelta dell’unica località». Marcetti parte da un’altra riflessione e mostra ottimismo nel sistema, al di là del periodo di difficoltà. «Il settore turistico è l’unico che tiene - afferma -, l’unico su cui si può costruire qualcosa per sostenere l’economia. Non si può che ripartire dal turismo per dare ossigeno al territorio. Ma il sistema non può prescindere da due aspetti. La promozione e i trasporti. Basta agli appuntamenti fatti con inutile ritualità, come borse e fiere. Bisogna poi lavorare per abbattere i costi dei trasporti. Tutta da capire e da pensare anche la stagione per i periodi di spalla. I turisti non sono spesso attirati da un territorio che non sa organizzarsi e per primo sembra non credere nell’allungamento della stagione». (l.roj)
 
 
7 - La Nuova Sardegna
Pagina 29 - Sassari
Quali risultati dalla ricerca 
A Tramariglio un seminario con esperti 
ALGHERO. La Porto Conte Ricerche, la struttura tecnico scientifica che si affaccia sulla baia di Tramariglio, nel programma di attività ravvicinate ha organizzato per giovedì, dalle 10 alle 13, un seminario allo scopo di diffondere i risultati delle attività di ricerca svolte nei progetti per cluster di imprese ed enti di ricerca della Sardegna.
Il seminario, aperto a tutti e naturalmente gratuito, si terrà in sala Nettuno del parco scientifico della Riviera del Corallo e prevede un ricco programma di interventi. Alle 10 comincerà Sergio Uzzau, della Porto Conte Ricerche, introdurrà i lavori, quindi sarà Luca Pretti, sempre della Porto Conte Ricerche, a intervenire sul progetto “Green Chemistry”. Le relazioni ed esperienze proseguiranno con Bruno Marongiu, Università degli Studi di Cagliari, sul tema della estrazione con fluidi supercritici di molecole di interesse farmaceutico/alimentare da matrici naturali.
Sarà poi la volta di Annamaria Posadino, Università degli Studi di Sassari, che interverrà sull’attività biologica di estratti in CO2, mentre Sebastiano Banni, della Nutrisearch srl, esporrà sul ruolo protettivo degli olii essenziali di lentisco in un modello sperimentale di danno cerebrale. Le prospettive del laboratorio di chimica verde allestito a Tramariglio saranno oggetto di una relazione di Tonina Roggio, della Porto Conte Ricerche. Sulle relazioni e gli argomenti esposti in sala, alcuni dei quali decisamente innovativi e di grande rilevanza tecnico scientifica, si procederà poi a un dibattito che sarà moderato da Sandra Ennas di Sardegna Ricerche e che si concluderà nella tarda mattinata.
 
 
8 - La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Sassari
L’INTERVENTO 
Solo con la fusione di ospedale e Aou si potrà avere una sanità di eccellenza 
Una sola grande struttura sanitaria sarebbe la scelta ideale per razionalizzare i servizi al pubblico e la spesa sanitaria 
In questi mesi si sta discutendo anche nel giornale sul futuro della Sanità a Sassari e, in particolare, sulla fusione dei due grandi ospedali sassaresi: Ospedale civile e Azienda ospedaliero universitaria.
Questo accade perché l’assessore regionale alla Sanità da tempo sta chiedendo ai sassaresi, e in particolare alle diverse competenze che operano nella sanità del territorio, un parere in base al quale riprogrammare la Sanità della provincia di Sassari, sia nella prospettiva di un miglioramento dell’offerta assistenziale, sia per la razionalizzazione della spesa sanitaria regionale, che ha raggiunto un deficit molto grave.
L’assessore informa che, per tutta la provincia di Sassari, sono previsti circa 1250 posti letto per acuti (più 220 posti letto per i post-acuti), che in pochi anni dovranno scendere a circa 1100 posti letto per acuti.
Se analizziamo la situazione in città, dobbiamo ammettere che i nostri due grandi ospedali da troppo tempo stanno dando un’offerta assistenziale non sempre ottimale e chiaramente migliorabile, anche perché nessuno dei due è “autosufficiente” e non sempre operano in maniera funzionalmente integrata, pur avendo all’interno delle professionalità di eccellenza.
L’Ospedale civile è il solo in cui è presente un Pronto soccorso, il quale però è carente di alcuni servizi medici fondamentali, che si trovano nella Aou.
Infatti mancano: Pediatria, Neonatologia-Terapia Intensiva neonatale, Ostetricia e ginecologia, Chirurgia pediatrica, Neuropsichiatria infantile, Urologia, Neurologia, Oculistica, Orl, Chirurgia maxillo-facciale, Endocrinologia, Ematologia, Malattie infettive, Chirurgia vascolare, Radioterapia, Anatomia patologica, Medicina nucleare, Laboratorio di analisi (alcuni laboratori specialistici: virologia, Tubercolosi, etc).
La Aou è invece carente di: Pronto soccorso, Terapia intensiva cardiologica, Laboratorio di analisi generale, Centro trasfusionale, Neurochirurgia, Cardiochirurgia, Nefrologia-Dialisi, Rianimazione pediatrica.
A questo si aggiungono i gravi degradi strutturali e logistici, presenti in entrambi i due ospedali.
Il risultato di questo “Ospedale diffuso”, distribuito fra viale San Pietro e viale Italia, diviso dal “trenino di superficie” (in viale San Pietro non hanno tracciato neanche le “strisce pedonali”), è un’offerta sanitaria fortemente carente.
Chi ha vissuto l’esperienza di un ricovero urgente per una patologia di competenza di una struttura medica presente solo nell’Aou, sa cosa significhi il trasferimento “in emergenza” dal Pronto soccorso alla Aou, cioè i gravi disagi ma soprattutto i rischi per la salute legati alla complessità tecnica del trasferimento con autolettiga in un servizio medico distante centinaia di metri.
Alla carente qualità dell’assistenza sanitaria si sommano gli enormi costi di gestione dovuti a questa irrazionale distribuzione dell’offerta sanitaria.
Da questa analisi appare evidente che, per dare a Sassari un’Azienda ospedaliero universitaria di rilievo regionale, la soluzione più logica, semplice ed economica, sia la fusione dei due grandi ospedali cittadini, con la contestuale costruzione di un unico ospedale di circa 1000-1100 posti letto per acuti, integrato con la facoltà di Medicina, soluzione peraltro auspicata dall’assessore alla Sanità che ne garantisce la copertura economica.
La nostra città merita sicuramente un ospedale moderno e competitivo, proiettato nel futuro.
Un’Azienda ospedaliero-universitaria competitiva è fondamentale anche per la facoltà di Medicina in quanto solo così potrà continuare a dare una qualificata “formazione universitaria anche post laurea” ai nostri studenti.
Un nuovo ospedale potrebbe tecnicamente richiedere intorno ai 3-4 anni per la sua realizzazione, se solo i “tempi della politica” lo volessero.
Nel frattempo bisognerebbe: 1) Completare con urgenza gli interventi strutturali non procrastinabili sia nell’Ospedale civile che nell’Azienda ospedaliero-universitaria.
2) Iniziare l’acquisto delle più moderne tecnologie mediche, di cui siamo da tempo fortemente carenti (Tac, rm, etc.), che sarebbero poi utilizzate anche nella nuova struttura.
3) Formulare e promulgare l’Atto aziendale della Aou.
Questi anni inoltre sarebbero utili per completare l’integrazione delle professionalità mediche presenti nei due ospedali, sulla base di accordi che definiscano regole chiare e condivise per la suddivisione delle varie competenze.
Quello che noi chiediamo sono delle decisioni rapide e chiare, per poi lavorare perché quanto deciso venga realizzato il più in fretta possibile.
Il tempo dei veti politici incrociati deve finire.
Continuare a discutere a vuoto, come stiamo facendo da mesi, da solo lo spazio a chi ha interesse a che niente cambi. E’ tempo di smettere di piangerci addosso, addossando tutte le colpe alla politica “Cagliari-centrica”.
In questi anni sono stati sprecati dei soldi in una edilizia sanitaria senza un progetto a lungo termine, dove il centro del problema non era “il malato e l’organizzazione sanitaria”.
Un politico anni fa, rivolgendosi ai sassaresi, aveva detto: “ Sassari svegliati”. Questo invito era e resta tremendamente valido e pressante.
I medici dell’Aou  Prof. Isidoro Aiello; dott. Cristian Altana; dott. Federico Attene; dott. Silvana Bonfigli; prof. Piero Cappuccinelli; dott. Maria Grazia Careddu; prof. Giacomo Carru; prof. Giacomo Chessa; prof. Carlo Corbu; prof. Francesco Cucca; dott. Salvatore Denti; dott. Giacomo De Riu; prof. Antonio Dessanti; prof. Salvatore Dessole; dott. Claudio Fozza; prof. Leonardo Gaspa; dott. Antonio Geromino; dott. Diana Giangrande; dott. Barbara Giannico; prof. Nicola Glorioso; dott. Marco Iannuccelli.
Prof. Maurizio Longinotti; prof. Elena Mazzeo; dott. Graziella Mela; prof. Francesco Meloni; prof. Andrea Montella; dott. Maria Mulas; dott. Rosa Maria Nieddu; dott. Carlo Pala; dott. Panagiotis Paliogiannis; dott. Luigi Pozza; dott. Fabio Pulighe; prof. Paola Rappelli; prof. Corrado Rubino; prof. Andrea Satta; dott. Fabrizio Scognamillo; dott. Anna Rita Tanca; prof. Francesco Tanda; dott. Carlo Torre; prof. Mario Trignano; dott. Michele Ubertazzi 
 
RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA

Questionnaire and social

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