Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
08 February 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

1 – L’Unione Sarda
Cagliari – pagina 12
Solo docce fredde alla casa dello studente
Via Trentino. Il disservizio è iniziato con i lavori di ristrutturazione. Proteste dei 250 inquilini
   
Niente acqua calda nella Casa dello studente di via Trentino. Il problema si trascina ormai da di novembre ma non è stato ancora risolto e a nulla sono valse le proteste degli oltre 250 studenti che risiedono nella struttura universitaria. «Siamo costretti a lavarci con l’acqua gelida o nella migliore delle ipotesi appena tiepida», si lamenta una studentessa di Scienze della formazione primaria. «Abbiamo chiesto spiegazioni in portineria ma non è servito a niente. Ormai siamo rassegnati a concludere l’inverno così».
Il disservizio si è manifestato poco dopo l’inizio dei lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza dell’edificio. Un intervento di restyling deciso dell’Ersu, per il quale verranno spesi circa 600 mila euro. «Ogni volta che apriamo il rubinetto incrociamo le dita», dice uno studente di Iglesias. «Ma il problema dell’acqua calda non è l’unico che ci affligge. Per consentire agli operai di lavorare», spiega il giovane, «i vari piani dell’edifico devono essere a turno lasciati liberi e conseguentemente gli studenti vengono trasferiti temporaneamente in un altro livello con tutti i disagi che ne conseguono. Io sto al settimo piano insieme ad altri dieci ragazzi e presto toccherà anche a noi».
Gli impiegati che prestano servizio in portineria (al piano terra) hanno confermato i disagi ma non hanno voluto rilasciare dichiarazioni e hanno vietato al cronista l’accesso ai piani superiori. «L’unica cosa che possiamo dire è che attualmente si sta lavorando al terzo e al quarto piano e che gli studenti auspicano che ritorni presto l’acqua calda. Ci dispiace ma gli “esterni” non posso entrare nella Casa».
Gli unici commenti raccolti sono stati pertanto quelli degli inquilini di passaggio intercettati all’ingresso. Il direttore della Casa Ernesto Cugusi ha riferito al telefono che i lavori stanno procedendo a buon ritmo e che l’intervento di ristrutturazione dovrebbe concludersi a marzo. «La mancanza dell’acqua calda», ha spiegato, «è dovuta a un guasto che i tecnici non sono ancora riusciti a riparare nonostante siano già intervenuti diverse volte».
In un primo tempo si era pensato di chiudere la Casa per tutta la durata dei lavori, ma l’ipotesi è stata scartata. «Meglio che sia rimasta aperta», sostiene Cugusi, «altrimenti i disagi sarebbero stati molto più pesanti. La Casa di via Trentino, solo per fare un esempio, è l’unica adatta a ospitare gli studenti disabili che attualmente sono una quarantina. Se l’avessimo chiusa questi ragazzi sarebbero rimasti inevitabilmente senza alloggio».
PAOLO LOCHE
 
2 – L’Unione Sarda
Sassari – pagina 56
Università, tremano gli amministratori
Sassari. L’inchiesta del ministero dell’Economia e delle finanze è destinata a provocare un terremoto
   
L’inchiesta amministrativo-contabile condotta sull’Università di Sassari, disposta dal ministero dell’Economia e delle Finanze, è destinata a provocare un autentico terremoto con possibilità di risvolti penali per chi ha amministrato l’Ateneo durante la gestione Maida.
Il rapporto redatto dall’ispettore Donato Centrone al termine di un’inchiesta condotta dal 21 aprile al 10 luglio del 2009 delinea un preoccupante quadro di disordine amministrativo-contabile con decine di casi di illegittimità.
C’è solo l’imbarazzo della scelta frugando fra le 108 pagine del rapporto. Cominciamo dal caso del direttore amministrativo, Giovannino Sircana. Il dirigente, in pensione dal 1° giugno del 2002 con 58 anni di età e 40 di anzianità di servizio, nel novembre del 2006 è stato richiamato ad occupare, grazie ad un rapporto di consulenza, lo stesso posto di cui era responsabile prima del pensionamento.
Per l’ispettore ministeriale si è di fronte ad un caso totalmente illegittimo perché in contrasto, oltre che con lo Statuto dell’Ateneo, con la legge 724/1994 «che vieta alle amministrazioni pubbliche di conferire incarichi di consulenza, collaborazione, studio e ricerca a proprio personale cessato volontariamente dal servizio». Inoltre il contratto depositato presso l’ufficio del personale non risulta firmato né dal Rettore né dall’interessato.
La conclusione dell’ispettore è lapidaria: qualcuno dovrà risarcire le somme erogate indebitamente negli ultimi cinque anni del suo incarico al direttore amministrativo. Inoltre «l’inadempienza potrebbe determinare l’illegittimità degli atti sinora firmati da Sircana, con evidenti danni per l’Università».
Sugli incarichi dirigenziali l’ispettore ha rilevato diverse incongruenze (uno dei casi riguarda l’ex assessore regionale Elisabetta Pilia). Fra gli incarichi professionali nel mirino dell’inchiesta quello di Erasmo Meloni, chiamato nel 2000 a sostituire con un rapporto di consulenza il responsabile della Ragioneria, andato in pensione, con una retribuzione di 120 milioni di lire l’anno.
Poi diversi docenti a tempo pieno che hanno continuato ad esercitare la libera professione in violazione della norma che lo vieta a tutti i dipendenti pubblici, professori universitari compresi. Per questi casi, una decina complessivamente, gli atti sono già stati trasmessi alla Guardia di Finanza.
Ma la questione più grossa riguarda la contabilità relativa alla realizzazione dell’orto botanico, in costruzione da 12 anni, e i rapporti con la società Proger, che dal 2003 ha svolto il ruolo di progettista, direttore dei lavori, stazione appaltante e procacciatrice di finanziamenti. Un capitolo che potrebbe avere risvolti di natura penale.
GIBI PUGGIONI

3 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Sardegna
Mastino dal procuratore Saieva 
Faccia a faccia tra il rettore e il magistrato: si va verso un’inchiesta penale? 
DOPO L’ISPEZIONE MINISTERIALE Sassari, la richiesta d’incontro fatta dal nuovo responsabile dell’ateneo 
PIER LUIGI PIREDDA 
 
SASSARI. L’inchiesta sull’università esce dai confini dell’ateneo e si allarga fino al palazzo di giustizia. Sabato mattina, il rettore Attilio Mastino si è presentato negli uffici della procura della Repubblica per incontrare il procuratore capo, Roberto Saieva. Un faccia-a-faccia con un solo testimone: il direttore amministrativo Guido Croci, che ha accompagnato il professor Mastino al terzo piano del tribunale. L’incontro è stato richiesto dal rettore, che ha probabilmente recepito qualche segnale fattogli arrivare in relazione alla sempre più probabile possibilità che, sul polverone sollevato dall’inchiesta interna dell’ispettore ministeriale, possa essere parallelamente aperta un’indagine dalla magistratura.
Riserbo assoluto sulla chiacchierata: sarebbe stata molto informale e più che altro basata su un approfondimento della conoscenza tra il nuovo rettore e il nuovo procuratore della Repubblica. Ma l’incontro sarebbe servito per aprire qualche spiraglio sullo scenario che potrebbe presentarsi tra qualche giorno, se veramente la procura della Repubblica avvierà un’inchiesta sull’università di Sassari.
Inchiesta che dovrebbe essere comunque aperta, visto che sarebbe stato proprio il rettore Attilio Mastino a sollecitare l’intervento della magistratura per la diffusione di documenti che, a suo parere, sarebbero dovuti restare riservati e che hanno leso l’immagine dell’università di Sassari: una richiesta di tutela per l’ateneo colpito duramente dall’indagine ministeriale.
Inoltre sembra che, sulla verifica svolta dall’ispettore ministeriale, si sia inserita la Guardia di finanza, che avrebbe già avviato accertamenti: nei prossimi giorni gli uomini delle Fiamme gialle dovrebbero presentarsi negli uffici amministrativi dell’ateneo per raccogliere la documentazione necessaria. A cominciare dal dossier di centoundici pagine predisposto dall’ispettore Donato Centrone al termine della verifica contabile fatta nell’università sassarese tra il 21 aprile e il 10 luglio 2009: trentanove le irregolarità rilevate e dettagliamente spiegate nel documento.
 Nel frattempo, l’inchiesta continua a popolare di incubi la vita di decine di consiglieri ed ex consiglieri di amministrazione dell’ateneo. Che da oggi cominceranno a sfilare in rettorato. Sono preoccupati per un loro eventuale coinvolgimento personale in seguito all’ispezione ministeriale, nonostante sia stata accantonata l’idea di una commissione d’inchiesta interna che avrebbe potuto sollevare un polverone ancora più grande.
Per il momento, a svolgere le verifiche saranno direttamente il rettore Attilio Mastino e il nuovo direttore amministrativo Guido Croci. I due andranno a spulciare tutti gli atti contestati dall’ispettore della Ragioneria generale dello Stato alla ricerca della documentazione necessaria per poter formulare le controdeduzioni dell’università: che costituiranno la reale possibilità di chiarire gli aspetti messi in discussione dal ministero. Molti dei quali riguardano l’iter procedurale adottato dai vertici dell’ateneo.
In alcuni casi i rilievi dell’ispettore hanno riguardato decisioni prese senza passare attraverso delibere del consiglio di amministrazione, ma per altri la discussione si è regolarmente svolta in assemblea e invece sono state contestate contraddizioni nei tempi, delibere irregolari e assenza di firme. Ecco perché tanti consiglieri ed ex vogliono vederci chiaro. Per tutelare la propria posizione. In questo pesante clima di sospetto, qualcuno è anche arrivato a chiedere che le registrazioni delle sedute siano messe in cassaforte per motivi di sicurezza. Comunque, c’è grande preoccupazione per il futuro di un’istituzione importante come l’università, che ora potrebbe rischiare un drastico ridimensionamento.
E intanto sull’ateneo si allunga l’ombra minacciosa di un’inchiesta della magistratura.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Fatto del giorno
Veleni tra le tombe di Tuvixeddu 
Intercettati politici e imprenditori, continua l’inchiesta su Santoni 
ROBERTO PARACCHINI 
 
 CAGLIARI. Nuove sentenze, politica e veleni su Tuvixeddu. I fantasmi della necropoli del colle forse avranno qualche difficoltà a capire i nostri tempi. L’ultimo risultato di una saga politico ambientale vede, da un lato, l’ennesimo pronunciamento della magistratura (amministraiva in questo caso) che annulla due autorizzazioni paesaggistiche per la lottizzazione targata Coimpresa; e, dall’altro, la comparsa di una serie di intercettazioni telefoniche che, seppure non di rilevanza penale, sono significative in termini di costume politico.
 L’antefatto. L’odissea dei fantasmi inizia da lontano e riguarda il modo di tutelare e valorizzare la necropoli punico-romana più ampia del Mediterraneo, che si trova a Tuvixeddu. L’oggetto del contendere è la lottizzazione integrata della Coimpresa che si sta realizzando nel colle. E la cui storia parte da un accordo di programma, firmato nel 2000 dalla Regione, dal Comune e dall’impresa interessata. Questa intesa prevedeva sia un parco di 23 ettari (per la zona archeologica), che una edificazione di 400 appartamenti in un’altra parte del colle, a lato di via Is Maglias, e ai piedi di Tuvumannu. Ma dagli anni Novanta ambientalisti e intellettuali (tra cui Giovanni Lilliu) avevano chiesto la tutela integrale di Tuvixeddu perché «valore unitario paesaggistico e memoria storica».
 Il contenzioso. Nel 2004 c’è stato il Codice Urbani che, tra le altre cose, ha precisato il valore culturale del paesaggio («non commercializzabile») e nel 2007 l’intervento della giunta di Renato Soru, che ha bloccato l’intervento della Coimpresa. Poi esposti e contro esposti hanno portato la questione nelle aule dei tribunali. I vincoli imposti da Soru sono stati cassati e i lavori della Coimpresa ripresi.
 L’ultima sentenza. In questo quadro, nell’agosto del 2008, Fausto Martino (l’allora responsabile della sovrintendenza per i beni architettonici) ha annullato le due autorizzazioni paesaggistiche date dal Comune alla Coimpresa per altrettante licenze edilizie. Alcuni mesi dopo il Tar, a cui aveva fatto ricorso la società di costruzioni, ha depennato la decisione di Martino, mentre il Consiglio di Stato (la cui motivazione è stata resa pubblica tre giorni fa) ha ripristinato l’atto del soprintendente.
 Il nuovo quadro. La sentenza, disconoscendo come fondante l’autorizzazione paesaggistica del 1999, impone che per ogni concessione edilizia si abbia l’autorizzazione paesaggistica: non come un atto automatico, ma con una istruttoria che passa per il Ppr regionale.
 Le intercettazioni. In ultimo sono comparse una serie di intercettazioni telefoniche legate all’inchiesta penale conclusasi recentemente con la richiesta di archiviazione delle accuse alla giunta regionale guidata da Renato Soru, mosse dalla Coimpresa e la continuazione delle indagini per l’ex soprindentente Vincenzo Santoni. In questo materiale, che non ha rilevanza penale ma di costume politico, vi sono diverse telefonate, comprese quelle tra l’imprenditore Gualtiero Cualbu (a cui fa capo Coimpresa) e il consigliere regionale Paolo Maninchedda, e di Cualbu con Giulio Steri, controparte del costruttore in un processo davanti al Tar. Tutte conversazioni legate alle vertenze della Coimpresa.
 I commenti. Sull’argomento il parlamentare del Pd Guido Melis è netto: «Comportamenti inammissibili, quelli di Steri e di Maninchedda. Per motivi diversi avrebbero dovuto mantenere un distacco decisamente diverso». Renato Soru preferisce non parlare e annuncia un suo intervento in consiglio regionale. Mentre il sindaco di Cagliari, Emilio Floris, liquida come «crastulate, o petegolezzi, che lasciano il tempo che trovano» i commenti negativi da parte di Cualbu.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Sardegna
ALLEANZA
Università e Mezzogiorno
 
Le Università di Cagliari e Sassari hanno aderito alla Rete degli atenei meridionali, che deve diventare un «vero e proprio laboratorio di programmazione comune». I Rettori hanno spiegato che i lprogetto nasce «dall’esigenza di attivare forme sistematiche di collaborazione e intende sviluppare lo specifico ruolo svolto dalle Università meridionali nello sviluppo del Mezzogiorno, messo in crisi dalle recenti misure in materia di distribuzione delle risorse». 

Questionnaire and social

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