Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
09 February 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

1 – L’Unione Sarda
Commenti – pagina 42
Cervelli in fuga verso ovest
Le nostre intelligenze fanno ricca l'America
di Leonardo Tondo*  
 
Troppo semplice parlare di cervelli in fuga (generalmente sulle rotte statunitensi) dal disastro dell'Università italiana di cui si può parlare solo male, a partire dall'indecente reclutamento dei docenti e nonostante le continue leggi di riforma (il solito disfattista che non va di moda di questi tempi). Sì, va bene, ci sono delle eccezioni, ma proprio perché tali non sono la regola.
Se un genio della lampada risolvesse il problema dei concorsi universitari (sono troppi quelli che lo vogliono così com'è), è l'organizzazione stessa a essere incartapecorita, con poche speranze di modifiche e minima voglia di farle. Le innovazioni sono poche e di facciata, il dialogo studenti-docenti vicino all'inesistenza e i continui cambiamenti degli ordinamenti dell'ultimo decennio hanno reso impossibile il lavoro di chi insegna e lo studio di chi dovrebbe apprendere. Per questo centinaia di ricercatori potenziali non trovano a casa loro un locus poetae dove sviluppare le loro idee. Però gli Stati Uniti non sono esattamente il Paese dove tutto diventa semplice e le storie toccanti di orgoglio italiano su importanti scoperte fatte da nostri ricercatori sono delle infrequenti e improbabili eccezioni a uso e abuso mediatico nazional-popolare.
È rassicurante, però, che al di là dell'Atlantico vi sia una Mecca della ricerca e della meritocrazia, dove il valore di un individuo, quando c'è, viene subito apprezzato: “Mi vai bene, vieni a lavorare con me”, senza concorso o altro rito burocratico di iniziazione. Già, nella semplicità pragmatica del posto, non ci sono concorsi e tutti devono essere raccomandati. Orrore! No, la differenza sta nello spirito universitario di scegliere il migliore per attrarre più studenti e finanziamenti. Semplice, no? Allo stesso tempo bisogna fare i conti con un'America dove trionfa il precariato più spinto in un ingranaggio virtuoso in cui devi dare il meglio di te proprio perché non hai garanzia che continuerà (bastone e carota). Gli interessati trovano lavoro inizialmente con una modesta borsa di studio che consente pochi vizi e solamente dopo un certo sforzo si può accedere a qualche grant (finanziamento) per i quali la competizione è forsennata e che ha durata limitata da uno a cinque anni, in cui buona parte del tempo è dedicata all'ottenimento dei prossimi fondi. Ancora una volta, tutto è oliato e razionale perché per ottenere il prossimo grant è necessario fare molta ricerca, che è quello che si voleva fin dal principio. Soltanto al livello di full professor (mitica posizione raggiunta da pochi dopo anni di lavoro duro e continuato) si percepisce uno stipendio universitario; nelle fasi precedenti, il mantenimento arriva attraverso i fondi che ognuno si procura, da solo o in gruppo, partecipando ai vari grant che, comunque, devono passare attraverso l'attento vaglio di commissioni serie. Se si vuole è il paradiso della sopravvivenza del migliore che aderisce tanto alla nostra idea di raggiungimento del bene attraverso dolore e sofferenza, ma non è necessariamente l'unica o migliore prospettiva di vita. Infatti, molti non ci riescono. Nel frattempo si sono abituati alla vita americana o magari sposati (spesso per ottenere l'altrimenti irraggiungibile green card ) con figli, lasciano i templi della ricerca i cui nomi intimidiscono tutti (Columbia, Harvard, MIT, Palo Alto, Princeton, Stanford), trovano lavoro in qualche impresa, ospedale decentrato, compagnia con una limitata sicurezza sul lavoro e non necessariamente nelle metropoli del glamour che pochi possono permettersi. Difficile che se la passino proprio male, ma devono riporre i loro sogni di gloria in un cassetto dove rimarranno sepolti. Certo in Italia non avrebbero avuto un destino migliore, ma sarebbero rimasti accanto ai loro parenti o amici che mancano molto, soprattutto quando si supera l'entusiasmo giovanile iniziale di questa terra hollywoodiana e a una certa età si vorrebbe avere una vita tranquilla nei luoghi dove si è cresciuti. Per non dire della sicurezza economica.
Le pensioni americane sono da tempo quelle che gli italiani avranno fra venti anni, cioè più o meno la metà dell'ultimo stipendio e senza trattamento di fine rapporto, tanto che pochi possono permettersi di lasciare il lavoro appena hanno raggiunto il limite con i figli magari ancora al college e la voglia tutta italica di continuare ad aiutarli. Se si vuole, però, tentare di soddisfare i propri sogni, il biglietto della lotteria è quello del primo volo in direzione ovest.
*Psichiatra, psicoterapeuta

 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Sassari
Università, il rettore ha avviato la verifica degli atti contestati 
 
SASSARI. Ha mosso i primi passi l’inchiesta interna all’Università. Dopo l’incontro informale di sabato negli uffici della procura della Repubblica, tra il procuratore capo Roberto Saieva e il rettore Attilio Mastino e il nuovo direttore amministrativo Guido Croci, i due amministratori dell’ateneo sassarese hanno cominciato la verifica interna, andando a spulciare tutti gli atti che sono stati contestati dall’ispettore della Ragioneria generale dello Stato nella sua verifica-urgano. Il rettore e il direttore amministrativo stanno riordinando gli atti e predisponendo la documentazione necessaria per formulare le controdeduzioni, che dovrebbero costituire la possibilità di chiarire gli aspetti messi in discussione dal ministero. Molti dei quali riguardano l’iter procedurale adottato dai vertici dell’ateneo. I rilievi dell’ispettore hanno riguardato decisioni prese senza passare attraverso delibere del consiglio di amministrazione, ma per altri atti discussi in aula, l’ispettore ha rilevate delle contraddizioni. Sulle quali molti consiglieri ed ex consiglieri di amministrazione vogliono vederci chiaro. (plp)
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 14 - Gallura
Bocciato il nucleare al dibattito 
Santa Teresa: l’appuntamento è stato organizzato dai Rossomori 
 
SANTA TERESA. La campagna contro il nucleare fa tappa alla stazione marittima e fa il pieno di pubblico. Il dibattito “Nucleare, oltre il danno la beffa?” organizzato dal movimento Rossomori teresino in collaborazione con il Wwf cittadino attira molti cittadini, incuriositi ma anche impauriti dall’ipotesi di una centrale nucleare in Sardegna. A spiegare i pro e i contro l’esperto Vincenzo Migaleddu e Michele Saba, docente del dipartimenti di fisica dell’Università di Cagliari. «Il dibattito sul nucleare nasce dall’esigenza di trovare fonti di energia non inquinanti come il carbone o il petrolio - ha spiegato Saba -. La grande preoccupazione è che il surriscaldamento del pianeta faccia sciogliere l’Antartide e la Groenlandia. Se accadesse il mare si solleverebbe di 75 metri. Si pensa al nucleare, sicuramente dai prezzi contenuti, ma le centrali producono le scorie. Ma si può pensare anche a una centrale fotovoltaica. Per colmare la fama di energia della Sardegna basterebbero 60 Km quadrati di fotovoltaico, ossia una centrale grande quanto Porto Rotondo con due vantaggi, i costi sono contenuti e una volta smantellati i pannelli l’area non resta avvelenata dalle scorie nucleari». (se.lu.)
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
Carmen Consoli incontra gli studenti 
 
SASSARI. Domani alle 16 nell’aula magna della facoltà di Lettere (via Roma) Carmen Consoli incontra gli studenti universitari. Ci sarà spazio per rivolgere domande alla cantante siciliana che nei suoi testi propone tematiche molto impegnative.
L’appuntamento si inserisce all’interno del cartellone della XII edizione del festival Abbabula, organizzato dalla cooperativa le Ragazze Terribili.
Sempre domani l’artista catanese si esibirà al teatro Verdi. L’inizio del concerto è previsto per le ore 21.
 
 
 

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