Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
23 January 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
Prima pagina
Blatta proveniente dall’Asia colonizza le strade cittadine
 
Pagina 22 – Cronaca di Cagliari
Università. I primi esemplari vennero catturati circa due anni fa nella zona del porto
Una nuova blatta colonizza la città
Scoperta dai ricercatori del Dipartimento di biologia animale  
 
Una nuova blatta, tipica delle zone desertiche dell'Asia medio orientale, si sta diffondendo nelle strade della città.
«Una nuova specie di blatta di origine asiatica, mai vista prima in Italia, si sta diffondendo rapidamente in alcuni quartieri della città, a cominciare da Marina e Stampace». A lanciare l'allarme sono gli esperti del Dipartimento di Biologia animale ed ecologia dell'Università di Cagliari. «Si tratta», spiega Francesco Fois, il ricercatore del Dipartimento che per primo ha effettuato la scoperta, «della shelfordella lateralis , tipica delle zone desertiche e semidesertiche dell'Asia medio orientale». È molto simile alla blatta comune che siamo abituati a vedere, solo un po' più piccola.
LA SCOPERTA I primi esemplari sono stati individuati e catturati due anni fa vicino al porto e per studiarne la distribuzione e l'espansione sul territorio si è proceduto a un monitoraggio a cui ha partecipato la ditta cagliaritana Green System. «Lo studio», afferma Anna Maria Deiana, zoologa del Dipartimento, «ha consentito di riscontrare la presenza dell'insetto per quasi tutto l'anno (tranne che nei mesi invernali) prima soltanto nei quartieri antistanti il porto, poi anche in altre zone della città fino al Poetto». Si tratta di una specie particolarmente prolifica che sembra localizzarsi nelle isole verdi, aiuole e spaccature dei marciapiedi. «Il numero elevato degli esemplari catturati o semplicemente avvistati nei due anni di osservazione», riprende la zoologa, «ci fa ritenere che la specie si stia acclimatando finendo per occupare, per ora, una nicchia ecologica differente rispetto alle altre blatte già presenti nel capoluogo che attualmente sono di quattro tipi diversi. C'è la periplaneta americana , la più comune, poi la blatta orientalis , la blatella germanica e infine la selpugella , che è la più rara».
L'ARRIVO I ricercatori ipotizzano che la nuova specie possa essere giunta nella nostra isola a seguito di convogli militari in rientro dalle missioni di pace in Medio Oriente o attraverso l'importazione di merci dai paesi asiatici oppure tramite il commercio dello stesso insetto come alimento per l'allevamento di rettili. «È possibile», conclude la professoressa Deiana, «che la shelfordella lateralis continui la sua espansione, ma non è il caso di ingenerare allarmismi di tipo igienico-sanitario dato che in fin dei conti si tratta di una blatta come le altre che siamo ormai abituati a vedere». La specie in questione venne accidentalmente introdotta negli Usa alla fine degli anni '70 probabilmente da personale militare in rientro dai paesi medio orientali e attualmente viene segnalata in Africa nord orientale, Medioriente e in alcuni paesi asiatici fino al Kashmir. La notizia del ritrovamento cagliaritano è emersa durante un corso di aggiornamento per operatori del settore sulle emergenze parassitarie, organizzato nei giorni scorsi in città dalla ditta Green System, a cui hanno aderito anche i Servizi antinsetti delle province di Cagliari, Carbonia-Iglesias, Medio Campidano e Ogliastra.
PAOLO LOCHE

 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
«Qui le statue di Monte Prama» 
Nel progetto per riallestire tutte le sale anche le terracotte di Santa Gilla 
Il museo è invecchiato ci vuole un percorso intuitivo, multimediale con una grafica interamente rinnovata 
ALESSANDRA SALLEMI 
 
CAGLIARI. Le grandi statue di Monte Prama scoperte nel 1973 e le piccole terracotte di Santa Gilla trovate negli ultimi dieci anni dell’Ottocento prossimi ospiti del museo archeologico della cittadella. Lo immagina il soprintendente ai beni archeologici di Cagliari e Oristano, Marco Minoja, nominato pochi mesi fa, ma già al lavoro per ripensare l’unico museo archeologico nazionale della Sardegna. Nei giorni scorsi era a Roma per cominciare i molti ragionamenti necessari a un’operazione del genere. Secondo Minoja, che ha 45 anni, nasce a Milano ed è un etruscologo, il museo di Cagliari ha bisogno di un profondo rinnovamento comunque, e «pur nella ricchezza delle collezioni esposte» Minoja ritiene che un riallestimento dovrebbe essere l’occasione per tirar fuori «alcuni contesti al momento senza una giusta valorizzazione». Un suo collaboratore spiega che Minoja «sa già moltissimo della Sardegna» e infatti il soprintendente non si stupisce della perplessità suscitata dall’ipotesi di un trasferimento nella cittadella di Cagliari dei Giganti del Sinis (le statue di Monte Prama superano i due metri di altezza). «Il Comune di Cabras è interessato ad avere le statue - dice Minoja - e ci sono legittime perplessità di smembrare un complesso così straordinario. Ma io ritengo che il problema non sia dove collocarle, bensì quale progetto culturale si vuole mettere in piedi, cosa vogliamo raccontare con questo monumento. Queste statue possono dirci tanto, attraverso due grandi discorsi: uno che nasce dalla contestualizzazione storico-artistica del complesso, con l’inserimento nel quadro culturale di riferimento che è il Mediterraneo coi suoi altri complessi; l’altro ‘discorso’ nasce dal racconto del rinvenimento, dal reinserire le statue nel significato di pertinenza. Queste statue provengono da una necropoli con sepolture in cista litica (contenitori, tipo scatole, di pietra) e a pozzetto che, con una tale estensione, non ha altri paragoni in Sardegna. Ecco perciò che da un lato è di estremo interesse collocare il monumento nell’excursus delle culture dell’isola e dall’altro è senz’altro interessante l’esaltazione del luogo di rinvenimento. Una cosa non esclude l’altra, anzi. Io credo che l’unitarietà del complesso, che va mantenuta, e che ciascun elemento la denuncia comunque tutta, non venga meno avviando questi progetti». Ci vorrà ancora un anno perché il restauro condotto nel laboratorio di Li Punti a Sassari sia concluso: «Hanno fatto un lavoro meraviglioso - commenta Minoja - un restauro accurato che ha permesso di ricostruire 23 statue dagli oltre 5 mila frammenti rinvenuti». Le figure sono di guerriero, pugilatore e arciere, è noto che, pur con un’altezza inedita nei manufatti di origine archeologica, abbiano molto a che fare con tutto ciò che è stato rappresentato attraverso i bronzetti. L’aspetto delle statue ha alcuni connotati particolari: come le capigliature definite di tipo celtico, gli occhi rotondi (due cerchi), la bocca a fessura. Una somiglianza immediata c’è: col robot saggio e simpatico della saga cinematografica di Guerre Stellari.
 Tornando al museo archeologico: Giganti del Sinis o no, va riallestito. «Museologicamente parlando ha vent’anni - spiega Minoja - gli strumenti di comunicazione sono cambiati e sono multimediali. Oggi non c’è allestimento recente che non tenga conto della comunicazione con immagini, musica, suoni. La stessa grafica delle didascalie è da rinnovare. Questo - sottolinea il soprintendente - è un museo particolare. E’ una struttura interessante dal punto di vista architettonico, ma il tipo di archittettura rende complessa la visita e nel tempo si è chiarita la necessità di una comunicazione più immediata. Piacerebbe pensare a un percorso più intuitivo, più comprensibile, ma anche più ricco vista l’importanza del materiale esposto». Oltre i Giganti di Monte Prama, secondo Minoja il museo nazionale della Sardegna dovrebbe accrescere la collezione con le teste e i busti di terracotta di età punico-romana «tipici di un contesto votivo» emersi da Santa Gilla. «Sono state studiate, ma l’insieme di questi reperti avrebbe bisogno di una ricerca rinnovata, l’insieme è importante - conclude il soprintendente - sia perché testimonia della Cagliari lagunare e sia perché la laguna è un ambiente diverso dai canoni dei contesti archeologici finora considerati tipicamente sardi».
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Università/1. È stata indicata dal centrodestra 
L’ex assessore Daniela Noli futuro presidente dell’Ersu 
 
 
CAGLIARI. Daniela Noli, ex assessore comunale alle Politiche giovanili, è stata indicata come prossimo presidente dell’Ersu dal presidente della Regione, Ugo Cappellacci, e dai segretatari della maggioranza di centrodestra. Adesso la candidatura passerà al vaglio della giunta ma prima dovrà ottenere il via libera anche dall’università. I due passaggi dovrebbero essere superati senza sorprese: l’indicazione è stata unanime.
Daniela Noli è stata assessore comunale fino a quando è durata l’intesa con l’uomo forte del gruppo «Lista Giovani», Carlo Sanjust, consigliere regionale del Pdl, che l’aveva designata. Poi sono arrivate le liti fino alle dimissioni di Daniela Noli.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Università/2. Il finanziamento è dell’assessorato regionale alla Cultura 
«Impariamo le lingue» 
I corsi saranno organizzati dai centri linguistici 
 
CAGLIARI. I centri linguistici delle università di Cagliari e Sassari apriranno, tra marzo e aprile, 130 nuovi corsi di lingua dal costo di cento euro ciascuno grazie a un finanziamento di quattro milioni stanziato dall’assessorato regionale alla Cultura.
Tra le lingue insegnate figurano: inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, arabo, cinese e russo. Inoltre i centri garantiranno anche corsi di lingua italiana per gli immigrati regolari.
«È un’attività - ha detto l’assessore regionale alla Cultura Lucia Baire (nella foto) - in linea col programma che punta sull’alta formazione e sull’internazionalizzazione dell’offerta formativa».
 I corsi saranno a beneficio non solo di studenti universitari, assegnisti, dottorandi, specializzandi o iscritti a master di primo e secondo livello, ma anche di laureati sardi, cittadini adulti e immigrati con regolare permesso di soggiorno e residenti in Sardegna. (ps)
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
RICERCA 
Il rientro dei cervelli è possibile col programma “Levi Montalcini” 
 
CAGLIARI. Il rientro dei cervelli, che poi non sono altro che i ricercatori all’estero, è possibile con il programma “Rita Levi di Montalcini” del ministero dell’Università, che prevede la stipula di contratti con gli atenei. La scadenza per la presentazione delle proposte è il 29 gennaio. Informazioni in via San Giorgio 12 o sul sito www.unica.it
6 – Il Sardegna
Grande Cagliari – pagina 18
La scoperta. Catturati molti esemplari alla Marina e Stampace. I biologi: arriverà anche negli altri quartieri
Una blatta dal Medio Oriente
Spazi verdi a rischio invasione
Vive tra le aiuole e si nutre di piante. I ricercatori: sopravvive perché il clima è surriscaldato
 
È nuova del posto ma si sta già acclimatando e, per il momento, si fa vedere solo nei vicoli della Marina, a Stampace e in zona Poetto. Come se ce ne fosse bisogno, in città è sbarcata “Blatta lateralis”, pronta a dar filo da torcere, negli incubi dei cagliaritani, alla specie più diffusa da queste parti, “Periplaneta americana”, cioè la blatta rossa che sa pure volare. “Blatta lateralis” -conosciuta anche come “Shelfordella lateralis”- preoccupa, e non poco, perché sembrerebbe anche più resistente delle cugine autoctone: non vive nelle fogne ma sta benissimo tra le isole verdi, aiuole e crepe di marciapiedi, dove ama riprodursi, dando vita a colonie numerose. In più, non ha difficoltà particolari nel procurarsi di che vivere. Erbe spontanee, datteri di palma e detriti organici di vario genere. In pratica, si nutre di qualsiasi cosa. «In genere - spiega uno degli autori della scoperta e collaboratore del Dipartimento di Biologia animale, Francesco Fois - queste specie che arrivano dai paesi caldi, una volta da noi, muoiono. Non in questo caso: ciò vuol dire che il nostro clima si sta tropicalizzando». L'ultima arrivata, più piccola rispetto alla temutissima blatta volante che risiede a Cagliari, proviene dal Medio Oriente, e ora i ricercatori del dipartimento di Biologia animale dell'università ipotizzano che possa essere giunta nell’Isola al seguito dei convogli militari in rientro dalle missioni di pace in Medio Oriente, o di merci importate dai paesi asiatici. Il nuovo esemplare si aggiunge a quelli esistenti sulla piazza, con l'aggravante che non si conosce e non va cercato, perché solito scorrazzare, indisturbato, tra le piante verdi. E siccome è nuovo, preoccupano i danni di natura igienico sanitaria che il suo contatto con l'uomo potrebbe arrecare. Per questo il dipartimento ha ritenuto opportuno monitorarne la presenza e ha dato l'incarico di provvedere alla ditta Green System di Gianluca Scano: ebbene, in due anni è stato catturato un numero di esemplari molto alto, la maggior parte nei mesi estivi, da giugno a settembre, all'inizio solo davanti al porto, poi anche a Stampace e al Poetto. Ma, a detta dei ricercatori dell'università, “blatta lateralis” «sta ampliando il suo areale ed è plausibile che continui la sua espansione in altri quartieri della città e nei comuni limitrofi». ■ R. M.
 
L’opinione
“Prima volta nel Paese”
 
Il valore della scoperta di “Blatta lateralis” è importante perché si tratta di una specie che arriva in Italia per la prima volta. È ancora prematuro sostenere che riuscirà ad adattarsi al nuovo habitat. Ma è plausibile: forse si espanderà riuscendo ad occupare nicchie ecologiche importanti. L’attività di monitoraggio costante fa parte della routine della nostra Sezione di entomologia e parassitologia. È un lavoro che, anni fa, per conto della provincia di Cagliari era stato portato avanti in alcuni siti considerati a rischio, poi si è esteso ad altre zone della città e dell’hinterland cagliaritano. Niente allarmismi, comunque, dai primi studi non siamo ancora in grado di sostenere quali malattie potrebbe veicolare la nuova specie scoperta. Certo è che, grazie al monitoraggio, sono stati catturati parecchi esemplari.
Anna Maria Deiana
Dipartimento Biologia animale
 
 
 

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