Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 April 2010
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  

 
L’UNIONE SARDA
01 - Stress da lavoro, convegno oggi e domani
02 - Poker e sociologia, conferenza di Pace
03 - Senza lavoro. Al Sulcis Iglesiente il primato nell’Isola
04 - S. Basilio. Campus universitario sotto il radiotelescopio
05 - Jovanotti in cattedra ad Harvard
06 - Tempio. Incontri con gli studenti universitari
  
LA NUOVA SARDEGNA
07 - Raimondo Ciccu: "Si può ridurre l’anidride carbonica"
08 - Macomer. Il Galilei alle Olimpiadi di matematica
09 - Sassari. A settembre partono corsi gratuiti per 9 lingue
10 - Lorenzo Cherubini ad Harvard: «La musica cambia il mondo» 
  
RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA
 
 
L’UNIONE SARDA
 
1 - L'Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 22
università
Stress da lavoro, convegno oggi e domani
Lo chiamano “rischio stress lavoro correlato” e, secondo gli esperti, indica «uno stato, che si accompagna a malessere e disfunzioni fisiche, psicologiche o sociali che consegue dal fatto che nell'ambiente lavorativo le persone non si sentono in grado di superare i gap rispetto alle richieste o alle attese nei loro confronti».
Per fare il punto sul rischio, oggi e domani si terrà nell'aula magna del corpo aggiunto della facoltà di Scienze della Formazione, un convegno nazionale sul tema. Tra le sessioni tematiche previste a partire dalle 9.30 di oggi: le professioni coinvolte nella valutazione dei rischi psicosociali; il metodo e il processo nella costruzione del benessere organizzativo; il punto di vista delle organizzazioni; le forme del disagio organizzativo. 

 
2 - L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 22
Poker e sociologia, conferenza di Pace
“Il poker, la frontiera e l’americanizzazione del mondo”. È il titolo del seminario di sociologia dei processi culturali e comunicativi organizzato dal corso di laurea in Scienze della comunicazione. Al seminario, che si terrà oggi dalle 16 nell’aula 6 della facoltà di Scienze della formazione (via Is Mirrionis 1) interverranno Lanfranco Pace, giornalista de Il Foglio e Fabio Tarzia, docente de La Sapienza.
 
  
3 - L’Unione Sarda
Cronaca Regionale - Pagina 7
La crisi delle industrie di Portovesme ha assestato il colpo di grazia a un territorio già depresso: trentamila a spasso nella provincia
Al Sulcis Iglesiente il primato nell’Isola
Valentina Pintus, laureata in lingue, con master in traduzione alla Sapienza di Roma, da Gonnesa ha fatto valigie e se n’è andata in Australia. Gianmarco Zucca, operaio Alcoa, potrebbe lasciare moglie e neonata a Iglesias per volare negli emirati Arabi. Il concittadino Paolo Pellegrini, scampato al tunnel della depressione (un fenomeno in allarmante crescita), dal quale è uscito a fatica, sopravvive nella speranza che il colosso americano dell’alluminio resti a Portovesme: «Perché ho due figli da mantenere, non lavorano». Ma fra chi vola via, per cercare occupazione altrove, chi resta, perché a 50 anni è difficile riciclarsi altrove in un Paese che fa i conti con la globalizzazione e la crisi, e ha famiglia da mantenere, nel Sulcis domina il popolo di nullafacenti (figli e genitori compresi), dove si registra il più alto tasso di disoccupazione rispetto alla media isolana (15,8 contro 15,4 per cento nel quarto trimestre). Mentre sono migliaia quelli che hanno perso il lavoro nel 2009: quasi 4.500 fra chi aveva un contratto a tempo determinato (3.708) e chi a termine (733).
Nel quarto trimestre dell’anno scorso, l’esercito dei senza lavoro sfiorava i 30.000 nella provincia di Carbonia Iglesias, su una popolazione di 130.209 abitanti di cui 63.778 uomini, 66.431 donne, per una densità di popolazione superiore alla media sarda: 88,2 abitanti per km quadrato contro il 69,4. Poi non fa gran differenza se la somma è fra i 20.551 “disoccupati” (in cerca) e i 9.200 “inoccupati” (fra i 15 e 74 anni), che al momento del sondaggio (sempre Istat) dichiaravano di non aver mai trovato un’occupazione. Gli uni e gli altri, secondo l’ultima analisi del mercato del lavoro in Sardegna, stilato dalla Regione, entrano di diritto nella categoria dei senza busta paga dei 23 comuni sulcitani. Le donne superano gli uomini: 15.952 (9.485 disoccupate, 6.476 inoccupate) contro i 13.799 (11.066 disoccupati - 2.733 inoccupati). Facendo la somma, la percentuale nel Sulcis è del 22 per cento, contro il 20 della provincia di Cagliari. Contando solo i “disoccupati”, con il 15,8 per cento, si supera la media dell’Isola.
Fra le 51.000 famiglie del Sulcis è dunque difficile trovare uno dei componenti con un lavoro stabile. Il mercato stenta ad offrire occasioni ai giovani (che partono), ed è molto più difficile per gli adulti trovarne un altro, dopo aver perso il posto fisso di una vita.
«Saremo costretti ad emigrare», racconta amareggiato Gianmarco Zucca. La felicità per la sua bimba appena nata, rischia di essere spezzata da una serrata «che non ci aspettavamo». «Se non presenteranno un piano industriale adeguato, sarò costretto a lasciare mia moglie e la mia piccola, per andare a cercare lavoro altrove. Ho un mutuo sulle spalle: pago 610 euro di rata. Se ci mettono in cassa integrazione, lo stipendio passa da circa 1200 euro a 800. E così non si vive». Il dramma del Sulcis si consuma soprattutto sotto i silos verdi del colosso americano d’alluminio - con 27 miliardi di dollari di fatturato - che sta lasciando tutti col fiato sospeso. Paolo Pellegrini, per esempio, da 26 anni lavora per un’impresa d’appalto. Operaio iglesiente di 47 anni - con due figli a carico - appena uscito da un lungo periodo di depressione che gli ha cambiato la vita: «L’incertezza del lavoro ci sta devastando», dice. «Io non ho un mutuo da pagare, ma due figli disoccupati da mantenere. La più grande avrebbe dovuto iscriversi all’università. Ma se l’Alcoa chiude, non avrò soldi neppure per fare la spesa».
Otto ore di fuso orario dalla famiglia, Valentina Pintus, 28 anni, di Gonnesa, non ci ha pensato due volte. Si è laureata a Cagliari, specializzata a Roma. L’anno scorso è sbarcata in Australia: «Faccio parte del popolo dei backpacker (ragazzi con lo zaino in spalla). Sono a Melbourne ma presto mi trasferisco a Brisbane, dove cercherò un lavoro fisso».
Ilenia Mura
 
 
4 - L’Unione Sarda
San Basilio Il Comitato diventa una società
Campus universitario sotto il radiotelescopio
Una personaltà giuridica per il Comitato Pro Sardinia Radiotelescope, l’organismo nato per sostenere l’installazione astronomica di San Basilio e che ora punta ad essere riconosciuto dai vari enti pubblici e privati per poter chiederà il co-finanziamento del Campus ecosostenibile intitolato a Joyce e Emilio Lussu.
Ad annunciarlo è stato il portavoce Max Cordeddu. «Il Comitato, per poter presentare l’idea originale e il progetto del Campus turistico eco-sostenibile ai vari livelli istituzionali, a partire dall’Unione europea fino ad arrivare al Comune di San Basilio - spiega - ha avuto la necessità di trasformarsi in un soggetto dotato di personalità giuridica» Nasce così la società “Progetto campus turistico eco-sostenibile Joyce ed Emilio Lussu”. Il comitato, da semplice movimento o gruppo virtuale nato su Facebook e che conta più di 3.500 iscritti, ha scelto di percorrere altre strade.
Ieri mattina Cordeddu ha incontrato il prorettore vicario dell’Universita di Cagliari, Giorgio Piccaluga a cui ha illustrato i programmi della neonata società che si farà carico di coordinare il consorzio di enti pubblici e privati, sull’esempio della facilities creata per lo stesso Sardinia Radio Telescope. Mentre nei giorni scorsi sempre Cordeddu, partecipando a un convegno a Cagliari, ha chiesto di poter incontrare l’assessore regionale alla Programmazione, Giorgio La Spisa. Per spiegare i contenuti dell’inziativa e magari trovare le disponibilità economiche. «Se il progetto è valido - ha risposto La Spisa - non vedo perché la Regione non debba co-finanziarlo». Cordeddu aveva anche chiesto all’assessore perché i 340 milioni di fondi europei che la Regione deve investire entro l’anno, non venissero utilizzati anche per il progetto Campus.
Intanto, il Comitato pro Sardinia Radio telescope ha ora un altro obiettivo. Incontro il sottosegretario Gianni Letta.
A. PI.

 
5 - L’Unione Sarda
Cronaca di Tempio - Pagina 21
Incontri con gli studenti universitari
Tempio
Proseguono gli incontri per universitari, presso la sala congressi dell’Istituto Euromediterraneo di viale Don Sturzo. Venerdì 30, alle ore 18, si terrà l’incontro sulla “Lectio Divina per universitari”. Come sempre l’incontro sarà curato da don Gian Franco Saba, direttore dell’Istituto Euromediterraneo, coadiuvato da alcuni esperti. (s.d.)

  
6 - L’Unione Sarda
Spettacoli e Società - Pagina 46
Personaggi. Jovanotti sale in cattedra, ad Harvard, e parla di musica, politica, amore
«Il mio nome è Lorenzo Cherubini»
Lo spirito del tempo per Lorenzo Jovanotti va molto al di là dei confini italiani, riguarda «il mondo globale e interconnesso». Ma se il suo rap esce dall’Italia e arriva a tanta gente nel mondo lo deve a quel valore aggiunto tutto italiano «che ha a che fare con l’amore, la melodia, l’energia, il ritmo, il senso positivo della vita. Io sono così, chiamatemi Lorenzo».
Agli studenti dell’università di Harvard il professor Lorenzo Cherubini ha spiegato in questi termini quale sia il segreto della sua musica. E il suo debutto americano nei panni di docente è stato un successo pari a quello dei suoi concerti: ad Harvard l’aula in cui ha parlato (in inglese) di “Music and Human Rights” è andata esaurita in ogni ordine di posti. Prima due ore di domande e confronti. Poi per lui sono stati solo applausi e fotografie con richiesta d’autografo.
Che impressione fa essere accolto così ad Harvard, sapendo che nell’aula a fianco c’è l’ex direttore dell’Aiea, Mohammed El Baradei, che tiene una conferenza sul disarmo nucleare? «A sì? Non lo sapevo. Bè, bene, sono cose belle. Significa che la musica è potente come l’energia nucleare. A parte gli scherzi: mi sento un privilegiato a essere qui. Ma che sia Harvard non fa differenza, in queste cose non bisogna pensarci troppo».
Quello che conta è parlare di diritti umani. A tutti, giovani e premier.«I ragazzi hanno l’energia, capiscono; i premier hanno il potere di muovere molto denaro. Quando con Bono andammo da D’Alema a chiedere di ridurre il debito con l’Africa ottenemmo un grande risultato. Perchè la riduzione del debito ci fu davvero, e 20 milioni di bambini africani hanno potuto andare a scuola. Se questo significa scendere a compromessi con la politica, è un compromesso che accetto volentieri».
Quanto alla situazione italiana, Jovanotti preferisce non entrare nel merito: «Sono stato in Iran, e ho visto che i ragazzi ascoltano il rock di nascosto. In Italia non siamo in questa situazione, non c’è un’emergenza democratica. Ci sono segnali preoccupanti, ma se uno fa una bella canzone, per fortuna la possono ascoltare tutti».
Secondo Jovanotti, nel mondo di oggi soffermarsi sulla situazione italiana, su Bossi-Fini-Berlusconi, sarebbe come porsi dei limiti. «Berlusconi brutto e cattivo? Non lo so e non mi interessa. Il problema di questo Governo per me è che non stimola la gente, non coinvolge le persone nella costruzione della società. Il contrario di quanto avviene qui in Usa».
È per questo che è contento di cantare in America e di parlare ad Harvard. Per Lorenzo Cherubini, 43 anni, cattolico nato a Roma e residente a Cortona, essere cittadino del mondo significa questo. «Credo in Garcia Marquez quando dice che la vera rivoluzione è fare al meglio ciò che sai fare. Io canto».
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
7 - La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Fatto del giorno
RAIMONDO CICCU 
Si può ridurre l’anidride carbonica 
Ci sono tecniche che consentono di limitare già oggi anche gli ossidi di zolfo e azoto 
«Qualsiasi produzione di energia comporta problemi: l’impatto zero non esiste. Ma nel caso del carbone si sono fatti passi avanti per cercare di ridurre l’anidride carbonica e di limitare gli ossidi di zolfo e azoto». Raimondo Ciccu, docente d’ingegneria degli scavi, opera nel dipartimento di geoingegneria e tecnologie ambientali ed è prorettore per l’innovazione e le attività produttive all’università di Cagliari. A suo parere il fatto che la nuova centrale da costruire a Fiume Santo sarà di ultima generazione, basata su un ciclo chiamato ultrasupercritico, permetterà di risparmiare il 40% delle emissioni di CO2.
Il professore fa una premessa generale: «Dal metano ai combustibili fossili, dall’uranio all’eolico sino al solare: tutti i sistemi, comprese le fonti rinnovabili, creano conseguenze per l’ambiente. L’impatto può essere visivo, sonoro, causare potenziali radiazioni, stravolgere il territorio come le ultime centrali idroelettriche in Cina. Ed essere più o meno contenuto. Però gli effetti non sono mai eliminabili del tutto». «Venendo al carbone esistono due ordini di questioni - prosegue - La prima è legata alle polveri, l’altra agli stoccaggi». E spiega: «Il combustibile viene trasportato nelle centrali in grosse quantità e accumulato nei carbonili, ossia i punti di deposito. Che in genere sono all’aria aperta perché il materiale è distribuito su un’area troppo vasta per essere ospitata in capannoni (senza considerare le gigantesche dimensioni dei macchinari che fanno le miscele di carbone). Ma per evitare che il maestrale o la tramontana lo facciano volare si usano barriere frangivento e lo si umidifica».
Le contromisure successive riguardano la produzione. Quando il carbone brucia, genera l’anidride carbonica responsabile dell’effetto serra, ossidi di zolfo (ora abbattibili con desolforatori che evitano le piogge acide) e ossidi di azoto (emissioni risolte diminuendo il regime di combustione). «Oggi si lavora per catturare la CO2 e metterla sottoterra allo stato liquido - informa ancora Raimondo Ciccu - Un progetto del genere vede per esempio impegnata la Carbosulcis. E l’università di Cagliari, sulla scia di sperimentazioni fatte con molti più mezzi negli Usa, studia un’altra tecnica innovativa: fare assorbire la CO2 da rocce silicatiche che in sua presenza diventano carbonati e quindi “fissano” l’anidride carbonica». «Un’altra procedura consiste nel catturare CO2 con sostanze chimiche, come l’ammoniaca, per separarla dai gas - conclude il docente - Ma siamo sempre in fasi di sperimentazione».
Pier Giorgio Pinna 
 

8 - La Nuova Sardegna
Pagina 11 - Oristano
Altri due studenti saranno a Milano per i giochi organizzati dalla Bocconi 
Il Galilei alle Olimpiadi di matematica 
MACOMER. Il liceo “G. Galiei” di Macomer parteciperà anche quest’anno alle fasi nazionali delle Olimpiadi di matematica che si svolgeranno a Cesenatico dal 6 al 9 maggio. Uno studente si è qualificato nei giorni scorsi alle fasi provinciali. Il 15 maggio altri due saranno a Milano per partecipare ai Giochi matematici dell’Università Bocconi.
Il Liceo di Macomer ha partecipato nel mese di novembre alle selezioni locali dei Giochi di matematica. Poi ha preso parte alle selezioni provinciali delle Olimpiadi di matematica assieme ai licei di Bosa, Nuoro, Sorgono e Bitti, al Liceo pedagogico di Nuoro e all’Istituto tecnico di Aritzo. Giorgio Masala di Macomer, che frequenta la Terza A, si è classificato primo alle selezioni per le Olimpiadi e rappresenterà il Liceo e le scuole di tutta la provincia alla gara nazionale in calendario a Cesenatico dal 6 al 9 maggio. Ai Giochi matematici della Bocconi, che si terranno a Milano il 15 maggio, andranno invece Samuele Gai di Sindia, che frequenta la Prima A, e Alessandro Caria di Sedilo, studente della Quinta A.
Ma non sono questi gli unici studenti del Liceo di Macomer che si distinguono nello studio di materie difficili come la matematica e la fisica. Daniele Poddighe di Dualchi della Quinta A, si è distinto su un altro fronte inventando e costruendo per il concorso bandito dal Dipartimento di matematica dell’Università di Cagliari. Ha vinto il concorso realizzando dei profili per visualizzare le “superfici minime” con l’utilizzo di acqua saponata. Per le Olimpiadi della Fisica, invece, Alessandro Caria ha fatto il bis: per il secondo anno consecutivo ha rappresentato la Sardegna alle gare che si sono svolte a Senigallia. «La nostra scuola - dicono gli insegnanti - cerca di supportare gli studenti che mostrano passione e capacità per materie tanto temute e odiate come la matematica e la fisica. Quest’anno due docenti dell’Università di Roma hanno tenuto un corso intensivo di tre giorni in preparazione alle Olimpiadi interamente finanziato dall’Unione matematica italiana».
(t.g.t.)
 

9 - La Nuova Sardegna
Pagina 23 - Sassari
Tutti a lezione di cinese e arabo 
A settembre partono corsi gratuiti della Regione per 9 lingue 
All’EX MAGISTERO Ci si può iscrivere dai 18 ai 65 anni 
SASSARI. Tutti a scuola di... cinese. Partono il 1º settembre i corsi gratuiti di lingue straniere finanziati dalla Regione con fondi comunitari che saranno gestiti dal Centro linguistico dell’ateneo sassarese. Requisiti: dai 18 ai 65 anni di età, cittadinanza italiana e residenza in Sardegna. Ma sono ammessi alle lezioni anche coloro che si trovino nell’isola per motivi di studio o di lavoro, compresi gli immigrati con regolare permesso di soggiorno. Incomincino gli aspiranti studenti a prepararsi al «click day»: la selezione avverrà secondo l’ordine cronologico di iscrizione che va fatta con procedura online. Nove le lingue prescelte: inglese, francese, spagnolo, tedesco, russo, portoghese, arabo, cinese e italiano per gli stranieri: l’obiettivo è che i sardi si «internazionalizzano» migliorando le proprie capacità linguistiche per reggere il confronto con il mondo globale e trovare maggiori opportunità di lavoro. «Si ripete l’esperienza, ma allargandola, di «Sardegna speaks English» - spiega con soddisfazione il professor Giuseppe Serpillo, direttore del Centro linguistico di ateneo (Cla) -. Un’esperienza che ci invidiano in tutte le regioni, tanto che riceviamo continue richieste d’informazione. Soltanto nel nostro centro abbiamo alfabettzzato 3500 persone». Consistente la dotazione finanziaria a disposizione: 3 milioni e mezzo di euro per un progetto che andrà avanti fino al 2013. Stessi fondi anche per il Cla dell’università cagliaritana, l’altro polo coinvolto dalla Regione nell’ambito del Por-Fse (Fondo sociale europeo) «Obiettivo competitività regionale e occupazione». Già pubblicati i bandi per i docenti, le domande scadono domani.
Le sedi dei corsi Si terranno nel centro linguistico dell’ex Magistero (a settembre verranno inaugurati i nuovi uffici nell’ex Bipiesse di via Zanfarino) che può contare su altri poli dislocati nelle facoltà di Medicina, Agraria e Scienze. E poi nelle sedi periferiche di Nuoro, Oristano, Olbia e Alghero. «Contiamo di differenziare i corsi: per esempio abbiamo molte richieste per il russo a Olbia, per arabo e cinese a Sassari e per la lingua portoghese ad Alghero, in forza dei rapporti che la facoltà di Architettura ha con docenti stranieri».
Le lezioni  Sono previste due tipologie di corsi. La prima prevede 100 ore di didattica (con sei ore settimanali distribuite su 3 giorni) per l’insegnamento di ciascun livello di lingua eccettuato l’inglese per principianti. «La Regione - afferma il professor Serpillo - ha ritenuto che con «Sardegna speaks English» si fosse già raggiunta una buona fetta della popolazione. Quindi, ma non a settembre, avvieremo corsi d’inglese ma di livello superiore». La seconda tipologia prevede 50 ore di didattica per la preparazione alla certificazione linguistica internazionale, articolate secondo una frequenza di 4 ore settimanali distribuite in 2 giorni.
Ammissione Dovranno sostenere il test d’ingresso (uno solo perché l’iscrizione è consentita per un solo corso) coloro che intendono iscriversi ai corsi di inglese, francese, spagnolo, tedesco, arabo e italiano per stranieri a meno che non dichiarino di essere assoluti principianti. La prenotazione dovrà essere fatta online sul sito cla.uniss.it dal 17 al 23 maggio. Non dovranno sostenere il test nemmeno quanti scelgano cinese, portoghese e russo perchè per questa prima fase verranno attivati solo corsi per principianti. L’iscrizione con procedura online deve essere fatta invece dal 15 al 24 giugno sul sito cla.uniss.it. «Per facilitarla la facoltà di Lettere mette a disposizione una propria postazione informatica», fa sapere il direttore del Cla.
Paoletta Farina 
 
 
10 - La Nuova Sardegna
Pagina 43 - Cultura e Spettacoli
«La musica cambia il mondo» 
Lorenzo Cherubini ad Harvard parla delle sue canzoni e dei diritti civili 
Successo della popstar italiana nelle vesti di docente universitario «I giovani hanno grande energia» 
BOSTON. Lo spirito del tempo per Lorenzo Jovanotti va molto al di là dei confini italiani, riguarda «il mondo globale e interconnesso». Ma se il suo rap esce dall’Italia e arriva a tanta gente nel mondo lo deve a quel valore aggiunto tutto italiano «che ha a che fare con l’amore, la melodia, l’energia, il ritmo, il senso positivo della vita. Io sono così, chiamatemi Lorenzo». Agli studenti dell’università di Harvard il professor Cherubini ha spiegato in questi termini quale sia il segreto della sua musica. E il suo debutto americano nei panni di docente è stato un successo pari a quello dei suoi concerti: ad Harvard l’aula in cui ha parlato (in inglese) di «Music and Human Rights» è andata esaurita in ogni ordine di posti. Prima due ore di domande e confronti. Poi per lui sono stati solo applausi e fotografie con richiesta d’autografo. «Mi sento un privilegiato - dice Lorenzo - a essere qui. Ma che sia Harvard non fa differenza, in queste cose non bisogna pensarci troppo».
Quello che conta è parlare di diritti umani. A tutti, giovani e premier. «I ragazzi hanno l’energia, capiscono; i premier hanno il potere di muovere molto denaro. Quando con Bono andammo da D’Alema a chiedere di ridurre il debito con l’Africa ottenemmo un grande risultato. Perchè la riduzione del debito ci fu davvero, e 20 milioni di bambini africani hanno potuto andare a scuola. Se questo significa scendere a compromessi con la politica, è un compromesso che accetto volentieri». Quanto alla situazione italiana, Jovanotti preferisce non entrare nel merito: «Sono stato in Iran, e ho visto che i ragazzi ascoltano il rock di nascosto. In Italia non siamo in questa situazione, non c’è un’emergenza democratica. Ci sono segnali preoccupanti, ma se uno fa una bella canzone, per fortuna la possono ascoltare tutti».
Secondo Jovanotti, soffermarsi su Bossi-Fini-Berlusconi, sarebbe come porsi dei limiti. «Il problema di questo Governo per me è che non stimola la gente, non coinvolge le persone nella costruzione della società. Il contrario di quanto avviene qui in Usa». E’ per questo che è contento di cantare in America e di parlare ad Harvard.
«Credo in Garcia Marquez quando dice che la vera rivoluzione è fare al meglio ciò che sai fare. Io canto. E so che per i diritti umani ha avuto più effetto «Twist and Shout» che non «Imagine». Perchè era nuova, rompeva le regole, liberava energia. Questa è la musica che voglio fare io, dall’Italia. Io lo so perchè arriva alla gente: perchè parla agli’individui’. Quando siamo andati a Cuba, per noi c’erano un milione e mezzo di persone. Quando c’è andato il Papa ce n’erano 600mila. Vorrà pure dire qualcosa, no?».
 
 

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