Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
21 January 2010
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
a cura dell’ufficio stampa e redazione web

  
 

 
L’UNIONE SARDA 
 
1. L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 1018
Nuove proteste dopo l’analisi delle singole voci del bilancio 2010 appena approvato
«Rettore, così fai morire l’Università»
All’attacco studenti, docenti, ricercatori e amministrativi
Fanno scalpore i tagli di alcune voci e in particolare di quelle legate ai servizi e alle attività degli studenti, alla ricerca e ai Dipartimenti. Ma anche gli incrementi assegnati ad alcune poste del bilancio.
I primi cento giorni del governo Melis si chiudono con un bilancio di previsione che per il 2010 è in pareggio ma che, a prescindere da entrate e uscite, non riesce a far quadrare i conti con tutta l’Università. Né a far tacere le voci di dissenso (a dare il là erano stati gli studenti di UxS) sull’operato del primo inquilino di Palazzo Belgrano nel dopo-Mistretta. Chi protesta (nel gruppo studenti, docenti, personale amministrativo) vuole far arrivare la propria voce al rettore «per capirne di più», per farsi una ragione sul perché certe poste di bilancio siano state tagliate al contrario di altre, per capire insomma se la sensazione, che si avverte un po’ in tutte le facoltà cagliaritane, di un distacco tra il Magnifico e il popolo universitario corrisponda alla realtà.
LA PROTESTA Dall’Ateneo si fanno sentire le voci dei precari tecnici «messi alla porta dopo 15 anni di lavoro», degli studenti «privati nell’ultimo bilancio dei fondi per i loro servizi essenziali», dei ricercatori «che continuano a ricercare nelle voci di bilancio una voce di ricerca che non corrisponda allo zero», dei docenti «che hanno visto l’azzeramento dei fondi alla didattica», dei direttori di dipartimento «privati di gran parte dei finanziamenti», dei direttori delle scuole di specializzazione «che hanno visto più che dimezzati i loro già miseri bilanci». Le loro preoccupazioni hanno preso corpo in una «lettera a Gesù Bambino» fatta girare per l’Ateneo a Natale: chiedono che si favorisca «il dialogo tra rettore e società», che si dia una speranza alle famiglie «che affidano all’Università i 40 mila loro figli», un segnale «ai ricercatori seri, ai docenti onesti, ai tecnici, agli amministrativi ai quali oggi nessuno pensa». Sono convinti che il rettore «dovrebbe iniziare a parlare con la gente e confrontarsi». Ma è davvero «un bilancio di previsione senz’anima, troppo lontano dalle esigenze degli studenti» come si dice? Gavino Faa, il candidato che ha sfidato il rettore sino all’elezione finale, vuole evitare ogni polemica. Ma poi sbotta: «L’immagine che esce fuori è quella di un’Università statica, sempre più stipendificio e sempre meno innovazione nella didattica e ricerca - dice l’anatomopatologo, già preside di Medicina - si impoveriscono, ad esempio, i Dipartimenti a cui il Governo lega i finanziamenti futuri e si penalizzano gli studenti più meritevoli. Un’Università sempre più legata a condizionamenti esterni, come risulta dai finanziamenti regionali. Al rettore Melis dico: convincici che le nostre preoccupazioni sono ingiustificate».
LE CIFRE La protesta poggia sulle rigide poste del bilancio 2010 che - come evidenzia il collegio dei revisori dei conti che ha espresso parere favorevole - compensa i cospicui tagli dei finanziamenti statali (quasi 15 milioni in meno) con un incremento dei fondi regionali che saliranno dal 20 al 28% delle entrate. Le voci in discesa segnalate dagli universitari, bilancio alla mano, sono Servizi agli studenti (-481.775, pari a 406.800, «contro i 364 mila di Trasporti e facchinaggi»), Programmi comunitari (-424.619), collaborazioni internazionali (-1.200.000 euro), Cus. Quindi i tagli ai dipartimenti: il budget scende «a 19 milioni dai 42 previsti nello scorso anno». Per i prof a contratto 662.474 euro (-1.254.035) e per le oltre 40 scuole di specializzazione 52.450 euro (-473.972) «a fronte di 809.700 di tasse». Chi protesta fa notare che sui corsi di laurea (-444 mila) «ci sono zero euro, idem per finanziamento ricerca e progetti per i giovani ricercatori», meno 506.483 euro per le ricerche finanziate dall’Università. Nello stesso foglio della protesta, le voci che salgono: spese per l’informatizzazione dell’Università (+ 3 milioni e mezzo), progetti di Ateneo (+ 2.281.025) e progetti finanziati dall’Università (+ 5.581.970). Sulle attività istituzionali le riduzioni più cospicue sono gli stipendi del personale, gli assegni di ricerca e le collaborazioni internazionali.
Carla Raggio
 
 
  
2. L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 18
La replica. La lettura delle entrate e delle uscite secondo il Magnifico
«Niente tasse o tagli sui servizi: più soldi per didattica e ricerca»
Il rettore Giovanni Melis replica ai rilievi dei “dissidenti” ribadendo, per l’ennesima volta, che non ci sono tagli, in particolare sui servizi agli studenti.
«Come già chiarito a fine dicembre - spiega Melis, professore di Economia aziendale - i finanziamenti ministeriali all’Ateneo hanno subìto un taglio di circa 12 milioni di euro, fronteggiato grazie alla collaborazione con l’amministrazione regionale». Un dettaglio che Melis invita a non sottovalutare: «Ci ha consentito di non ridimensionare in alcun modo i servizi agli studenti e alle attività didattiche». Il risultato così ottenuto, senza peraltro aumentare le tasse - sottolinea Melis - è che la cifra prevista per i servizi agli studenti è la stessa che è stata effettivamente spesa nel 2009. Anzi, fa notare il rettore, il complesso dei capitoli di spesa per “didattica e servizi agli studenti” è passato dai circa 35 milioni del 2009 agli oltre 39 del 2010, e il complesso dei capitoli per “Ricerca” è passata dai 15 milioni del 2009 ai 19 del 2010”. Insomma, facendo la somma di tutti i capitoli di un settore (vedi appunto Ricerca) si ottiene un risultato. Analizzando e scorrendo nel dettaglio le singole voci del bilancio se ne ottiene un altro. Possibile? «Il capitolo sui servizi agli studenti - si fa notare - era una sorta di calderone che conteneva di tutto. L’ottica del rettore è invece quella di dividere la somma in capitoli specifici. È una operazione di ordine e ripulitura del bilancio. Scrivere “miglioramento dei servizi agli studenti” può significare tutto e niente, se invece si destina una cifra a “informatizzazione” tutti sanno che sarà spesa per computer o attrezzature informatiche, non per libri». C’è una parte degli studenti, quelli di Unica 2.0, che è col rettore. «Noi abbiamo votato a favore del bilancio - spiega Andrea Coinu, presidente del Consiglio degli studenti - di fronte ai tagli del ministero è molto difficile per l’Università confermare certe poste. E nonostante questo il bilancio è in pareggio, non taglia grosse voci e non lede la struttura generale, né crea disagi concreti agli studenti, incarnando le linee programmatiche che il rettore aveva presentato all’inizio del suo mandato e su cui tutti gli studenti erano d’accordo».
  
 
3. L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 18
Consiglio regionale
La presidente Lombardo incontra Giovanni Melis
La presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo, ha incontrato ieri mattina, in visita ufficiale, il rettore dell’Università di Cagliari Giovanni Melis. Al centro del colloquio la situazione degli atenei della Sardegna.
La situazione per le università dell’Isola - ha detto il rettore - non è facile. I nuovi criteri introdotti dal Ministero (sulla potenzialità dell’occupazione dei giovani e sulla capacità di acquisire fondi sui progetti europei) hanno fatto scivolare l’ateneo di Cagliari dal 23° al 42° posto in Italia. Questo comporta - è detto in una nota - che i fondi statali a favore delle università sarde siano decurtati.
Quest’anno per gli atenei sono stati stanziati 12 milioni di euro in meno. I tagli determineranno che dei 150 docenti, che entro il 2010 sono andati in pensione, ne saranno sostituiti solo la metà. Ma l’Università pensa comunque al futuro: sono allo studio nuovi progetti che, anche grazie alle reti telematiche, consentiranno agli studenti di seguire le lezioni dalla loro città.
  

4. L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 21
Espa: «Subito il presidente dell’Ersu»
«Anche noi riteniamo opportuno che venga nominato il Presidente dell’Ersu e che venga insediato il componente del consiglio di amministrazione designato dalla maggioranza di centrodestra in Consiglio regionale». Lo sostiene il consigliere comunale e regionale del Pd Marco Espa, che invita il presidente della Regione a considerare, in fase di scelta, l’importanza «della missione dell’ente».
 
 
5. L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari - Pagina 1057
San Basilio Dopo i tagli del Governo
Sindaci mobilitati per il futuro del radiotelescopio
L’immensa parabola poggiata sulla terra di Pranu Sanguini, mostro d’acciaio di 64 metri di diametro, è quasi pronta. Nel suo telaio, tra breve, saranno assemblati mille pannelli, i mille attuatori meccanici di precisione, come li chiamano gli esperti. Praticamente il cuore pulsante del mega radiotelescopio che da qui a breve, una volta completati i lavori di costruzione, dovrebbe spiare le stelle. I pianeti. Far piena luce su quel che avviene nello spazio. Magari andando a frugare dentro i buchi neri del cielo.
Il condizionale è d’obbligo. Almeno in questi giorni, dopo l’allarme lanciato dagli studiosi e scatenato dai tagli alla ricerca fatti dal governo che potrebbero far mancare i tre, quattro milioni di euro necessari per la gestione del gigante. Dalle parti di San Basilio, il comune che ospita il radiotelescopio più sofisticato e potente d’Europa, il secondo nella classifica mondiale, c’è allarme e preoccupazione. Un timore che non scaccia comunque le speranze di un territorio e di scienziati illustri coinvolti nel progetto. Nessuno, tra sindaci e studiosi, crede che davvero quei pochi milioni per ora mancanti all’appello non possano essere recuperati per tempo (il radiotelescopio sarà “acceso” entro la fine dell’anno), tra l’altro dopo un investimento di oltre 67 milioni di euro messo in campo per la costruzione del radiotelescopio.
«La preoccupazione c’è eccome per via dei tagli finanziari, ma sono anche fiducioso», taglia corto Nichi D’Amico, professore di Astrofisica all’Università di Cagliari, direttore dell’Osservatorio dell’Istituto nazionale di fisica. Sarà lui a dirigere il progetto-Sardegna e proseguire quegli studi condotti in questi anni in Australia e che gli hanno fruttato, insieme ad Andrea Possenti e Marta Burglay il premio Cartesio per la scoperta della prima "pulsar doppia".
«Entro quest’anno mi aspetto che i grossi enti, in testa il ministero della Ricerca, l’Agenzia spaziale e la Regione, si riuniscano per definire quel baget su cui oggi non possiamo contare e allocarlo all’Inaf, il nostro istituto nazionale di astrofisica», dice D’Amico. «Ho già ricevuto la lettera allarmata degli amministratori locali, appena arriverò in Sardegna chiederò un incontro per tentare di far chiarezza».
«Ci troviamo davanti ad una vicenda paradossale. Da una parte il ministero decide di investire in Sardegna fior di quattrini. Se la situazione dovesse essere davvero questa, l’Italia farebbe una figura meschina. Basti pensare che su questo gioiello tecnologico ci sono puntati gli occhi di mezzo mondo. Dodici anni fa la Nasa ha deciso di rinunciare al radiotelescopio che stava costruendo negli Stati Uniti in previsione di quello che sarebbe sorto in Europa. Un impianto che gli garantisce una completa copertura sulla lunghezza d’onda dei voli dello Space Shuttle sui quali, proprio in Europa, esiste ancora uno “spicchio di buio”».
Andrea Piras
 
 
6. L’Unione Sarda
Prov Sulcis - Pagina 21
Iglesias. Assunti dall’azienda Sar.med nella zona industriale
Sedici laureati hanno trovato lavoro in città
Non solo chiusure, licenziamenti e cassa integrazione. Dall’Iglesiente possono arrivare anche altre storie. In verità rare, ma senz’altro contro corrente. Come quella della Sar.med, una società con sede legale e stabilimento nella zona industriale di Iglesias. Produce attrezzature e strumenti bio-medicali. Ebbene, nei giorni scorsi la Sar.med ha assunto 16 giovani laureati, tutti sardi, a tempo indeterminato. Un fatto insolito nel desolante panorama economico e occupazionale del Sulcis Iglesiente, caratterizzato da attività che si interrompono, aziende che chiudono, centinaia di lavoratori che tornano a casa in cassa integrazione. Tra l’altro la società che opera ad Iglesias riesce a prosperare nonostante sia costretta a confrontarsi sul mercato con grandi e potenti multinazionali.
Il segreto sta probabilmente nel fatto che la società ha deciso di puntare su ricerca, tecnologia e innovazione, e su progetti di formazione e specializzazione. In questo ha chiesto e ottenuto il supporto dell’Università. Le nuove assunzioni alla Sar.med arrivano a conclusione di un programma di studio, ricerca e formazione coordinato da Promea - società presieduta dal fisico Franco Meloni che si occupa di fare da tramite tra il mondo accademico e quello imprenditoriale - con la direzione scientifica dei docenti universitari Giorgio Piccaluga e Pierluigi Priolo. Il programma è stato articolato in diverse fasi, una delle quali - quella relativa alle Tecniche sperimentali di caratterizzazione dei materiali - è stata realizzata in collaborazione con l’Università del Sulcis Iglesiente e con Sardegna Ricerche, che a Iglesias - nonostante le note vicende che stanno portando allo smantellamento del Polo universitario e di ricerca di Monteponi - mantiene ancora una sede.
«Quello della Sar.med - considera Franco Meloni - è un esempio virtuoso di come, anche in contesti difficili dal punto di vista socio-economico, è possibile fare impresa in modo vincente puntando su ricerca e innovazione, e su una collaborazione efficace con le università». Sottoscrive Luigi Zilli, amministratore delegato per il personale Sar.med, che sottolinea il «ruolo centrale della tecnologia e dei processi produttivi, grazie ai quali le nostre aziende possono mettere sul mercato prodotti eccellenti a prezzi fortemente concorrenziali». Attualmente la Sar.med ha 170 dipendenti. Singolarmente il mercato nel quale vende i suoi prodotto parasanitari è esclusivamente nella Penisola e in Europa. Tutta la rete della sanità dell’isola, infatti, preferisce approvvigionarsi altrove. Anche per la fabbrica di Sa Stoia, comunque, non mancano i problemi del costo dell’energia e dei trasporti, gli stessi che hanno determinato la fuga di numerosi imprenditori dalla Sardegna.
Paolo Mocci
 

 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
7. La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
L’intervista. Giancarlo Nonnoi è il consigliere anziano dell’ente per il diritto allo studio al centro delle polemiche 
«Cambino il presidente, ma non l’Ersu» 
Replica secca alle accuse: «Basta con attacchi pretestuosi alla mia persona» 
CAGLIARI. «Il presidente dell’Ersu può benissimo venire cambiato, quando si vuole. Ma quello che più importa è che si parli di politica del diritto allo studio con decisioni conseguenti», afferma Giancarlo Nonnoi, consigliere anziano dell’ente regionale per il diritto allo studio, subentrato al presidente Cristian Solinas (dimessosi per candidarsi - è stato poi eletto - al consiglio regionale). Ma Nonnoi non ci sta ad essere oggetto di «forsennati e pretestuosi attacchi alla mia persona. Ho sollecitato più volte sia il presidente della Regione, che il rettore per la nomina del nuovo presidente».
Il governatore Ugo Cappellaci, «a quasi un anno dal suo insediamento, non ha ancora esercitato tale facoltà a causa di laceranti dissidi all’interno della maggioranza al governo e più specificamente in seno al partito di maggioranza realtiva». Detto questo e precisato che «prima o poi la questione della presidenza sarà risolta», Nonnoi sottolinea che «ben più difficili da superare saranno le crescenti difficoltà nelle quali si è venuto a trovare l’Ersu, il principale strumento di promozione, sostegno e accompagnamento agli studi universitari della Sardegna».
Innanzi tutto c’è la questione della residenzialità. A Cagliari vi sono circa ventimila universitari fuori sede più sei-settemila pendolari, mentre le cinque case dello studente possono ospitare poco meno di mille studenti. «Un fatto - spiega Nonnoi - che taglia fuori almeno mille universitari che, per reddito e merito, avrebbero diritto al posto letto». Nello stesso tempo «per i programmi della residenzialità erano stati predisposti dalla Regione quasi settanta milioni (comprensivi anche degli immobili che sarebbero dovuti essere a disposizione dell’Ersu)».
Poi per un anno si è parlato del campus universitario di viale La Plaia, per il quale erano stati stanziati i finanziamenti accennati, e tutti i tempi disponibili sono stati superati. «A questo punto - informa Nonnoi - si sono rimasti, come disponibili, solo quindici milioni e una parte dovrà essre utilizzata per inteventi di manutenzione di sicurezza dell’esistente».
Ma non è tutto. I soldi diminuiscono: in rapporto al 2006, precisa Nonnoi, «quando l’ente ebbe 14 milioni di trasferimenti dalla Regione, oggi abbiamo raggiunto il minimo storico con solo 12 milioni». Una situazione che fa sì, ad esempio, che vi «siano un milione e trecentomila euro in meno da destinare a borse di studio. E quindi circa cinquecento famglie non potranno avere questo importante supporto, con una gravissima penalizzazione del diritto allo studio».
Il tutto in un quadro che vede l’ente perdere negli ultimi cinque anni il venti per cento del personale (da 133 a 107 unità) e dover sostenere una spesa di 4,5-6 milioni di euro per «importanti interventi di manutenzione di sicurezza».
 
 
8. La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Cagliari
Sarmed, dalla ricerca nuova occupazione 
Progetto con l’università per l’azienda che assume 21 giovani laureati 
IGLESIAS. Sarmed, la fabbrica di dispositivi medicali monouso con due impianti in Sardegna (Iglesias e Villacidro) investe in formazione e tecnologia.
Ieri si è concluso il programma di formazione voluto dall’azienda per disporre di personale laureato da inserire nella ricerca e nel ciclo produttivo. Quello che si è concluso ieri è il terzo e ultimo ciclo del programma “Studio, ricerca e formazione” che ha consentito alla fine del progetto di avere ben 21 giovani laureati nell’organico dei due stabilimenti dove operano 190 dipendenti. Nei laboratori di ricerca, nelle linee di produzione di Sarmed il 10 per cento degli addetti ai lavori è personale laureato. Giovani neolaureati provenienti dagli atenei sardi e soprattutto da Monteponi dove alcuni hanno consentito la laurea in scienza dei materiali.
L’assunzione, a scaglioni e a tempo indeterminato, per ben 21 giovani laureati, in tempo di crisi occupazionale così diffusa, non può che destare scalpore in un territorio che vede abbassate le tendine di numerose fabbriche di Iglesias e di Portovesme. L’intervento formativo è stato concepito facendo intervenire Promea e l’università di Cagliari fornendo il supporto scientifico e conoscenze di eccellenza.
«Del resto - spiega il presidente di Sarmed, ing. Luciano Fecondini - le nostre produzioni sono altamente sofisticate ed occorre personale adeguato. La nostra linea di produzione ha concorrenti di livello mondiale e particolarmente agguerrita. Siamo però in grado di fronteggiarli adeguatamente».
La collaborazione tra azienda, Promea e Università potrebbe diventare di lunga vita soprattutto nel campo della ricerca. «Indubbiamente - spiega il prof. Giorgio Piccaluga, docente di chimica - la soluzione adottata da Sarmed ha consentito all’azienda di avere a fine corso dipendenti qualificati e facilmente inseribili nel ciclo produttivo perché si sono formati nei reparti dove andranno ad operare e quindi hanno una perfetta conoscenza degli impianti. In altre esperienze invece vediamo molti giovani che bivaccano». Gli ultimi cinque assunti sono: Roberta Puddu (Decimomannu), Paolo Aru (Villacidro), Andrea Mameli (Sardara), Elio Mascia (Villacidro) e Luigi Cuccu (Sanluri) che contestualmente all’attestato di formazione professionale hanno ricevuto la lettera di assunzione. «La collaborazione tra i tre soggetti - spiega il prof. Franco Meloni (Promea) - promuove questi risultati e siamo convinti che questa joint venture debba continuare». Per Sarmed produrre in Sardegna non è un’impresa facile: i costi di trasporto sono altissimi soprattutto nella spedizione del prodotto finito. Ancora una volta si reclama a livello imprenditoriale la continuità territoriale delle merci. Sarmed è leader in Italia nella produzione di filtri per emodialisi, filtri per ultrafiltrazione linee ematiche venose e arteriose e cateteri urologici e membrane capillari per uso medicale.
«In Emilia Romagna - sostiene Luciano Fecondini - hanno approvato la legge 7 che consente alle imprese che collaborano con le università di ottenere contributi e finanziamenti».
Erminio Ariu 
 

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