Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
08 January 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
Prov Sulcis Pagina 23
Sulcis 2010, Università addio
Iglesias. La Regione condanna l'Ausi nonostante le ripetute assicurazioni di un rilancio dell'Ateneo
Negate le risorse per finanziare i corsi di studio
 
IL 2010 potrebbe segnare il declino dell'Università del Sulcis. La Regione, infatti, ha tagliato drasticamente le risorse destinate all'Ausi che non riuscirà che a gestire l'ordinaria amministrazione portando a compimento solo corsi già iniziati.
È appena cominciato l'anno più difficile per l'Università del Sulcis Iglesiente. Se nel 2010 non arriveranno le tanto attese novità, e un nuovo scatto di volontà da parte della Regione e dell'Ateneo di Cagliari per ridare linfa al Polo universitario di Monteponi, la chiusura della sede decentrata iglesiente è più che una probabilità.
Da quando il corso più gettonato di Monteponi, quello in Scienze dei Materiali, è stato riportato a Cagliari per volontà del Consiglio di corso e di quello della Facoltà di Scienze, più di una nube incombe sul futuro del Polo.
LE RISORSE Come ogni anno la Regione ha ripartito il fondo destinato all'Università diffusa, e all'Ausi sono spettati 390 mila euro, praticamente lo stretto necessario per far fronte all'ordinaria amministrazione. Neanche un decimo di quanto è stato complessivamente stanziato per le sedi periferiche di Oristano (un milione e 933 mila euro al Consorzio Uno), Nuoro (980 mila all'Ailun), e a favore del neonato consorzio che punta a riunire in un unico Polo universitario della Sardegna centrale le sedi dei due capoluoghi, che ha ricevuto 2 milioni e 700 mila euro.
Numeri che parlano chiaro, da un lato, della volontà di tutelare l'esistenza dei corsi di laurea attivati a Nuoro e Oristano, rafforzando la presenza dell'Università nel territorio e potenziandone l'offerta formativa; dall'altro (quello del Sulcis Iglesiente), di un destino forse già segnato, e in senso del tutto opposto.
GLI ESCLUSI «Quello che ci attendiamo e continuiamo a sollecitare - ha dichiarato il presidente del Consorzio Ausi Pierfranco Gaviano - è una maggiore determinazione dei politici regionali del nostro territorio, a tutela di una risorsa dalla valenza fortemente strategica per lo sviluppo del Sulcis Iglesiente». Lo scorso anno, parziali rassicurazioni erano arrivate all'Ausi sia dall'ex assessore e consigliere regionale Giorgio Oppi che dalla presidente della massima assemblea sarda Claudia Lombardo, la quale si era detta convinta di «trovare nella Giunta regionale le sensibilità adeguate» per garantire i necessari stanziamenti per la tutela e il rilancio del Polo di Monteponi, anche «in considerazione della fondatezza delle ragioni del Consorzio e dell'importante ruolo che riveste per l'economia e la cultura del territorio».
CONDANNATI Ragioni evidentemente non sufficienti, e che sarebbe stato auspicabile coincidessero con quelle dell'ateneo cagliaritano, il quale, nonostante le resistenze di tutte le rappresentanze studentesche e delle comunità locali, non sembra intenzionato a rimettere in discussione le decisioni già ratificate dal Senato accademico. Quasi una condanna senza appello, dunque, per il Polo universitario di Monteponi, decollato grazie a un'offerta formativa d'eccellenza, cresciuta proprio intorno al corso in Scienze dei Materiali, al quale si sono nel tempo affiancati i master post-laurea organizzati dal Forgea International e diverse altre iniziative legate al mondo della ricerca nel campo delle Georisorse, delle bonifiche ambientali e dell'energia. Non ultima, l'apertura di una sede di Sardegna Ricerche, nella prospettiva - incentivata anche dal Masterplan di Monteponi, oggi accantonato, della creazione di un Polo scientifico d'eccellenza.
PAOLO MOCCI
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 21
azienda mista
Bando per rientri Master and back
 
L'Azienda ospedaliero-universitaria ha bandito le selezioni pubbliche per il Master and back . Le selezioni, per titoli e colloquio, offrono la possibilità di inserimento nelle strutture aziendali. I posti sono per 1 fisico sanitario; 2 psicologi terapeutici specialisti; 2 medici specialisti in neuropsichiatria infantile; 1 farmacista specialista in farmacologia clinica; 1 ingegnere esperto in elettromedicali; 1 tecnico di laboratorio per l'anatomia patologica; 1 tecnico di laboratorio per la medicina legale; 1 psicologo esperto in consueling dell'emergenza; 1 psicologo esperto in disturbi di identità di genere. I bandi sono consultabili sul sito www.aoucagliari.it , nella sezione "Concorsi e selezioni". Info: 070/51092479-070/51092482. 
 
3 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 43
Malattie rare: talmente rare da essere invisibili
 
Costituiscono un gruppo di circa ottomila patologie, ma in Italia oltre cento associazioni non sono riconosciute
 Sono rare ma sono tante. Alcune addirittura invisibili. Alle patologie scarsamente diffuse, in Italia, fanno riferimento circa 350.000 persone, rappresentate da 270 associazioni, ma alcune (precisamente 109) non sono state inserite nell'allegato A del decreto ministeriale 279/0. Per questa ragione molti malati non possono ricevere piano terapeutico e rimborsi. In un appello rivolto al Ministro della Salute le associazioni denunciano di essere totalmente invisibili al Sistema Sanitario Nazionale. Le Malattie Rare costituiscono un gruppo di circa 8 mila patologie, molte delle quali croniche invalidanti o fatali, pari nel complesso al 10% delle malattie che colpiscono l'umanità. Per la Commissione Europea si definiscono rare quelle patologie la cui incidenza non è superiore a 5 su 10.000 abitanti. In Europa si stima che le persone affette siano circa 30 milioni (il 9% dei quali in Italia). L'80% di queste malattie è di origine genetica. Per il restante 20% dei casi si tratta di malattie acquisite. Ma che importanza riveste la ricerca delle malattie rare? E l'informazione?
Lo abbiamo chiesto a due dei principali esperti in Sardegna.
Per il genetista Francesco Cucca, direttore dell'Istituto di Neurogenetica e Neurofarmacologia del CNR di Cagliari e docente di genetica medica all'Università di Sassari: «Le malattie rare sono più comunemente condizioni serie, clinicamente complesse che spesso non vengono prontamente riconosciute e colpiscono una fascia debole della società, i bambini. Sono condizioni individualmente rare o rarissime ma collettivamente colpiscono una fetta tutt'altro che trascurabile della popolazione. Esiste una sostanziale assenza di terapie efficaci per molte di esse».
A cosa serve la ricerca sulle malattie rare?
«Delucidare le basi di queste malattie crea i presupposti per la messa a punto di nuovi farmaci, attraverso un approccio basato sulla conoscenza. Ciò ha spesso una rilevanza che va oltre la singola malattia in quanto consente di capire importanti meccanismi alla base del corretto funzionamento o malfunzionamento di organi chiave per lo stato di salute di una persona. Le malattie rare hanno quindi un impatto notevole sulla vita dei pazienti e dei loro familiari e sull'intera società e la ricerca su di esse è importante se si vuole mettere la persona e i suoi bisogni al centro degli interessi della società».
Servirebbe una maggiore conoscenza di queste malattie?
«L'informazione si può diffondere in vari modi e a diversi livelli. Tra i medici che dovranno fare la diagnosi, promuovendo la conoscenza, il rigore e il merito nelle sedi adeguate: corsi di medicina, scuole di specializzazione, ospedali. Bisogna studiare molto e studiare bene. A livello della popolazione generale facendo capire che il problema riguarda tutti. Qui giocano un ruolo chiave le associazioni dei malati che sensibilizzano la società civile e danno voce alle istanze dei malati. A livello politico-istituzionale in quanto per queste condizioni è essenziale un'organizzazione socio-sanitaria ottimale che tra l'altro deve svolgere un ruolo chiave anche nella diffusione dell'informazione stessa. Serve una cultura diffusa in ambito medico ma anche centri di riferimento e figure chiave che si "prendano in carico" i malati sia per la diagnosi iniziale che per la gestione della malattia, incluso l'accesso ai farmaci e le procedure burocratiche non sempre semplicissime».
Per Laura Crisponi, ricercatrice dell'Istituto di Neurogenetica e Neurofarmacologia del CNR di Cagliari (Premio Fondazione Gaslini per il miglior lavoro pubblicato nel triennio 2006-2008 di rilevante interesse in Pediatria: la scoperta del gene implicato nella Sindrome di Crisponi, pubblicato nel maggio 2007 su American Journal of Human Genetics): «La ricerca nel campo delle malattie rare è importante perché aiuta a comprendere meccanismi complessi alla base di eventi fisiologici e patologici ben più comuni aprendo nuove strade alla ricerca di base e alla terapia».
Quante persone sono interessate da queste patologie?
«È vero che le malattie rare per definizione affliggono meno di uns persona su 2000, ma è anche vero che al momento sono note circa 7000 malattie rare, pertanto l'impatto collettivo è importante. Si stima che circa il 7% della popolazione ne sia affetto, che tradotto significa circa 30 milioni di persone solo nell'Unione Euopea».
Andrebbero conosciute maggiormente? E come?
«Sicuramente il ruolo delle associazione dei familiari è fondamentale nel sopperire ad alcune mancanze, anche istituzionali, ma soprattutto nel "dar voce" ai bisogni dei pazienti e dei loro familiari, non più "singoli" ma parte integrante di un insieme e quindi più forti. Le associazioni di pazienti hanno il merito di aver evidenziato come solo "apparentemente" ogni patologia rara sembri unica nei suoi "bisogni" e come, invece, tutte siano accomunate dalle medesime questioni socio-assistenziali, mediche e terapeutiche. Le Associazioni, pertanto, prospettandosi come un importante punto di riferimento, potenziano e sviluppano un sistema di comunicazione e informazione attraverso un costante confronto di esperienze. E poi sicuramente nella scuola dove i bambini e ragazzi sono i più ricettivi e possono portare a casa informazioni utili per diffondere la conoscenza e la sensibilizzazione».
ANDREA MAMELI
 
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro Pagina 20
Università
Lunedì nuovo incontro con i politici
 
Salvare con l'università anche la possibilità di crescita e di sviluppo del territorio. Con questo spirito lunedì mattina, alle 9.30, nell'aula magna del consorzio universitario di via Salaris si terrà un incontro-dibattito a cui sono stati invitati i politici rappresentanti il territorio ai diversi livelli istituzionali.
Ad organizzare l'assemblea, che arriva dopo un momento di preoccupante silenzio sulla questione dell'ateneo barbaricino, è il comitato di sostegno dell'università nuorese. Ci sarà un nuovo faccia a faccia con le forze politiche del territorio, alle quali si chiede ancora una volta un intervento diretto e concreto per contribuire a difendere e a rafforzare l'offerta formativa delle zone interne. A chiedere maggiori certezze sono i tanti giovani che in questi anni scegliendo di iscriversi ai corsi (gemmati dalle Università di Cagliari e Sassari) hanno deciso di inseguire il sogno di laurearsi sotto casa scegliendo facoltà utili ad assecondare lo sviluppo del territorio come scienza dell'amministrazione e scienze forestali. Per il consorzio universitario, guidato dal commissario liquidatore Salvatore Cocco, questo è il periodo di maggiori difficoltà. ( l. u. ) 

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