Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
07 January 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 18
Ricercatori sardi, scoperta spaziale
Pubblicato su “Science” uno studio su pulsar e raggi gamma
La squadra ad alta specializzazione si è avvalsa dei dati del piccolo satellite “Agile”
L’astrofisico Alberto Pellizzoni illustra la scoperta del team sardo sui raggi gamma
 
Uno dei misteri più intriganti su cui gli astrofisici di tutto il mondo si sono interrogati di recente è quello dell’origine delle emissioni di raggi gamma osservate nello spazio a partire dagli anni Ottanta. Ora, grazie a una ricerca condotta a Cagliari da un team di ricercatori dell’Istituto nazionale di astrofisica che (in attesa del completamento del potentissimo radiotelescopio in costruzione a Selargius) fanno capo all’osservatorio di Poggio dei Pini, una risposta c’è: diverse sorgenti gamma non ancora identificate nella nostra galassia potrebbero essere nebulose (cioè nuvole interstellari composte di polvere, idrogeno e plasma) che circondano delle pulsar (che sono stelle di neutroni molto compresse). La notizia, per la comunità scientifica internazionale, è rilevante: tanto che l’autorevole rivista “Science”, oltre ad annunciarne la pubblicazione nel prossimo numero cartaceo, ne ha anticipato un estratto nell’edizione on line, inserendolo fra gli argomenti in evidenza.
TEAM AGILE La scoperta è arrivata dopo sei mesi di ricerca (possibile però grazie a strumentazioni e competenze che hanno reso necessari anni di impegni) condotta da un team di otto-nove studiosi a partire dalle intuizioni di Alberto Pellizzoni, astrofisico originario del Milanese ma da un anno e mezzo a Cagliari, Alessio Trois, ingegnere cagliaritano che vive e lavora a Roma, e Maura Pilia, dottoranda di Villasalto attualmente distaccata all’università dell’Insubria, a Como. È il gruppo Agile, dal nome del satellite messo in orbita due anni fa dall’Agenzia spaziale italiana: «Un satellite grande 50 centimetri per 50 e che, considerando anche le apparecchiature esterne, arriva a essere poco più grande e pesante di una persona adulta», racconta Pellizzoni che, insieme a Trois, Agile l’ha costruito e ne studia i dati. Il gruppo nasce all’interno della squadra di ricerca cagliaritana sui pulsar: «Proprio vedendo i notevoli risultati ottenuti qui - prosegue l’astrofisico lombardo - come la scoperta della doppia pulsar alcuni anni fa, nel settembre 2008 ho deciso di trasferirmi in Sardegna».
OCCHI SULLA VELA Scelta indovinata, a giudicare dal nuovo traguardo. Sotto la lente, stavolta, c’era una particolare pulsar, la Vela, che si trova a 800 anni luce di distanza dal pianeta Terra. «Grazie alla nuova procedura messa a punto dal nostro gruppo - spiega Pellizzoni - siamo riusciti a scremare il segnale pulsato radio che proviene dalla pulsar Vela. Il problema, con i raggi gamma, che non offrono una buona risoluzione dell’immagine: noi abbiamo fatto in modo da sottrarre la parte di segnale certamente riferibile alla pulsar, riuscendo così a isolare l’emissione, molto più debole, proveniente dalla nebulosa che avvolge la Vela».
UNA BOLLA DI RAGGI «È una scoperta molto importante per capire la composizione e l’accelerazione del “vento" di particelle emesso dalle pulsar. Questo vento è come se riempisse una “bolla” che poi si svuota man mano per la pressione esercitata dalle particelle. Quando queste raggiungono il confine di questa sorta di bolla, interagiscono con il gas interstellare che si trova all’esterno producendo raggi gamma». Così l’ufficio comunicazioni dell’Istituto nazionale di Astrofisica.
FULMINI E VELCRO Ricadute per i comuni abitanti del pianeta Terra? «È interessante capire il comportamento dei raggi gamma in genere - risponde Pellizzoni - considerando che se ne liberano anche quando cade un fulmine. In campo industriale, poi, è possibile ipotizzare degli sviluppi tecnologici interessanti. La nostra è ricerca di base, ma spesso dalle ricerche spaziali di base arrivano innovazioni che riguardano la vita quotidiana di tutti: si pensi, banalmente, al velcro, sperimentato per la prima volta nelle missioni Apollo e oggi conosciuto e utilizzato da chiunque».
MARCO NOCE
 
 

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