Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
03 January 2010
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e redazione web
   

L’UNIONE SARDA
1. Tumori. Gavino Faa nominato responsabile del Registro regionale
2. Sviluppo tecnologico, il Governo assicura nuovi stanziamenti
3. Sms impoveriscono il nostro Italiano, la laurea non è più una garanzia
  
LA NUOVA SARDEGNA
4. Sassari. Ersu, l’ex presidente Mattone  diventa commissario
5. Ersu di Sassari, il sogno del campus a Rizzeddu
6. Assegni per gli studenti, un solo bando regionale
7. La rivincita della lista «Università per gli studenti» 
 

 
L’UNIONE SARDA
 
1 - L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 22
Gavino Faa nominato responsabile del Registro regionale
«Schederemo tutti i tumori per combattere la malattia»
Dopo anni di attesa, il Registro regionale dei tumori sta per diventare una realtà: l’ex preside di Medicina Gavino Faa ha ricevuto dall’assessore Liori l’incarico di realizzarlo. «Pronti entro l’anno».
Quanti sono i casi di tumore in Sardegna? Quali gli organi più colpiti? Quanti i casi mortali? Quali le zone in cui l’incidenza è maggiore?
Finora, a queste domande non è stato possibile dare risposte certe. In futuro, forse lo sarà: l’assessore regionale alla Sanità, Antonello Liori, ha nominato Gavino Faa, ex preside della facoltà di Medicina dell’università di Cagliari, responsabile tecnico-scientifico per la creazione di un Registro regionale dei tumori. «Uno strumento di enorme importanza - commenta Faa - che ci permetterà finalmente di conoscere la situazione dell’Isola e rapportarla a quelle del resto d’Italia e d’Europa. Ma soprattutto consentirà al Servizio sanitario regionale di impostare, su basi scientifiche, un’efficace politica di prevenzione e una rete oncologica che organizzi l’assistenza nel territorio, identificando alcuni centri di eccellenza. Se ci riusciremo, saremo all’avanguardia fra le regioni del centro-sud Italia».
GIOCO DI SQUADRA Nel registro, per la creazione del quale è impegnata la commissione oncologica regionale, incluso il gruppo per la rete oncologica guidato da Giuseppe Casula, saranno schedati, divisi per tipologie, tutti i casi di tumore registrati nei vari ospedali sardi: «Sarà fondamentale il coinvolgimento, accanto a oncologi e medici di base, degli anatomopatologi, erroneamente tenuti da parte negli anni scorsi», prosegue Faa. «Sono loro ad avere i dati, visto che sono loro a esaminare i reperti istologici e formulare diagnosi precise. È in base alle loro diagnosi, e non alle più generiche schede di dimissione ospedaliera o diagnosi di morte, che si può avere un quadro chiaro e circostanziato del problema».
ZONE A RISCHIO Col registro sarà possibile identificare eventuali “picchi anomali” in zone che finora si potevano solo presumere a rischio: stabilimenti industriali, per esempio, o insediamenti militari. «Si potranno confrontare le incidenze di patologie come linfomi e leucemie, la cui insorgenza è collegata a particolari condizioni ambientali. Potremo inoltre studiare la diffusione di tumori legati a fattori virali, e qui entra in campo il ruolo degli epidemiologi».
«ENTRO L’ANNO» Ci vorrà molto tempo? «Certo bisognerà prima omogeneizzare i sistemi informatici delle varie anatomie patologiche dell’Isola: ognuna ha un po’ fatto da sé, e spesso non è facile acquisire i dati. Contiamo di avere i primi fra sei mesi, ed entro l’anno ci sarà una conferenza di presentazione».
(m.n.)
 
 
2 - L’Unione Sarda
Economia - Pagina 15
innovazione
Sviluppo tecnologico, il Governo assicura nuovi stanziamenti
Uno stanziamento di 12,5 milioni di euro per finanziare progetti per il trasferimento tecnologico e per la creazione di nuove imprese hi-tech nelle aree sottoutilizzate. Lo prevede il decreto del ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola. «Con questa iniziativa», dice il ministro, «il governo intende porre un altro tassello a favore del tessuto delle piccole e medie imprese per favorire processi e progetti ad alto contenuto di innovazione tecnologica in aree del Paese più svantaggiate creando un volano imprenditoriale con contenuti avanzati e stimolando anche la formazione di nuova occupazione qualificata».
SOGGETTI Al bando potranno partecipare cordate composte da università, centri di ricerca pubblici, associazioni imprenditoriali e altre strutture no-profit attive nella promozione dell’innovazione e della creazione di impresa hi-tech. I progetti dovranno avere un importo complessivo compreso tra uno e due milioni di euro e una durata massima di 24 mesi. Ciascun progetto avrà a disposizione risorse finanziarie nella misura massima del 50% delle spese ammissibili finalizzate alla realizzazione di attività di marketing, diffusione e dimostrazione delle tecnologie da trasferire alle Pmi. Dieci le aree tecnologiche interessate, tra cui materiali avanzati, micro e nanotecnologie; tecnologie chimiche e separative; biotecnologie; tecnologie meccaniche e della produzione industriale.
 
 
3 - L’Unione Sarda
Cultura - Pagina 46
Gli sms impoveriscono il nostro Italiano, l’Inglese fiorisce a sproposito e la laurea non è più una garanzia
Ma di chi è la colpa se si effettuano panini?
Accenti sbagliati, abusi di gergo, neoanalfabetismo: le responsabilità dei media e i possibili antidoti
Sain dai invece di sine die o absaid per l’abside di una chiesa, o, addirittura, Bitoven per Beethoven ma anche Thomas Men in luogo di Thomas Mann. Pare sia un impulso irrefrenabile quello dei cultori della lingua inglese a leggere tutto con la pronuncia di quell’idioma pur se ancora cittadini della lingua italiana. Fino a quando non si sa. E questi sopra riportati sono solo alcuni degli esempi riferiti da Antonio D’Orrico su un Magazine del Corriere della Sera.
Su un altro versante è forse meno divertente, ma altrettanto significativo, l’erroruccio in cui è incorsa Mariastella Gelmini nell’aula del Senato. In quell’occasione il ministro della Pubblica Istruzione parlò dell’egìda del governo Prodi, evidentemente più comoda da riferire dell’ègida di un lontano e, ahimè, sepolto passato linguistico. A leggere l’introduzione di Massimo Arcangeli al vocabolario Zanichelli 2010 sembra che, insieme a lei, gli italiani proprio non ce la facciano ad accentare nel modo giusto tante parole e così ìcona sta per icòna, circuìto per circùito così come Nuòro per Nùoro e Ìstanbul o Istanbùl per Istànbul.
In ogni caso, chi avrebbe il coraggio, a fronte dell’uso ormai imperante, di accentare esattamente monòlito piuttosto che monolìto, élevo, péroro o càrisma?
Ma già Antonio D’Orrico era rimasto basito davanti a un cartello della stazione di Firenze in cui si recitava: “Questo sportello rimane impresenziato dalle 13 alle 15”. Di burocratese si trattava in quel caso, per Italo Calvino minaccia incombente sull’italiano corretto; di anglitaliano, viceversa, nell’insegna “Occhial House” di un ottico milanese.
E qual è stata la sorpresa del professor Gianluigi Beccaria, autore di testi sulla lingua italiana, nel leggere dentro un negozio di cioccolatini l’invito seguente rivolto ai tanti golosi abituali: “Per chi vuol conoscere l’ingredientistica”. Si può star certi che il professore in quell’occasione abbia strabuzzato gli occhi per poi pensare che l’incubo continuava di fronte alla successiva “Frullateria” e quindi davanti a un bar munito di un cartello con su scritto “Si effettuano panini”.
Ma chi usa questi termini? E chi sottostà allegramente alla pronuncia inglese a discapito dell’italiano e di ogni altra lingua: dal latino al francese? Per Stefano Bartezzaghi i “rifiuti linguistici indifferenziati” testimoniano di un’ignoranza collettiva. Su Repubblica Michele Smargiassi alza il tiro. Racconta di un episodio accaduto al linguista Luca Serianni che in preda a un intollerabile mal di denti si era rivolto ovviamente a un dentista, ovviamente provvisto di laurea e parlante italiano. Ma quale fu la sua sorpresa, e l’orrore conseguente, di fronte al verbo “diramare” in luogo di “dirimere” che quello usò nel chiedere un consiglio al telefono. Il linguista rapidamente si interrogò sulla qualità delle letture del medico e via via sulle competenze inerenti al suo campo. Non si sa come andò a finire. Si può star certi che passò un brutto quarto d’ora sotto ai ferri incerti, si fa per dire, di quel mestiere.
Laureati che non sanno parlare. Ma quanto leggono? Quanti fra l’8, 8% dei nostri laureati? Si sa che 7 laureati su 100 non leggono mai. L’altra domanda è d’obbligo: quanti sanno scrivere? La risposta è nei corsi di italiano che le Università hanno già inaugurato o intendono avviare prima di ammettere gli studenti agli studi specialistici.
Sempre nell’articolo di Smargiassi il professor Pallotti dell’Università di Modena riferisce di “e mail e biglietti affissi alle bacheche” in cui “l’esito” si dichiara “profiquo” o si chiede “una prologa” o si attende “una subitanea risposta”. Ma il punto non è solo questo, il problema è che i giovani escono dall’università «sapendo solo trascrivere la propria oralità, ovvero un flusso di idee disordinato e difficilmente comunicabile». Non più di lessico, dunque, si tratta, ma di sintassi, di ordine del pensiero, di capacità logiche.
Di chi la responsabilità? Rispondere alla domanda è fin troppo facile: dalla televisione a Internet, passando per la telefonia mobile, per tacere di tanta cattiva scuola. Con il cellulare in particolare si è inaugurata la tachigrafia per cui bn corrisponde a buonanotte, xiodo a periodo, cmq a comunque, 10x a thanks. Ma anche certa narrativa ha contribuito a cambiare il modo di parlare a causa di molti scrittori che aderiscono quanto più si può al parlato, per non dire delle espressioni vernacolari entrate stabilmente nel tessuto dell’italiano.
Qual è allora il rischio di una lingua di cui si sente il bisogno di salvare almeno 2800 parole, come invoca il vocabolario Zingarelli? E le 1200 parole di vecchio conio, ma di nuova accoglienza, sono significative solo di un inevitabile mutamento linguistico o sono spia di un cambiamento del pensiero? Aveva forse ragione George Orwell, lo scrittore visionario, quando in “1984” scrisse che nel 2050 nessuno sarebbe stato in grado di capire il significato d’una conversazione come quella che tenevano allora i protagonisti del suo romanzo? E ciò che egli riferiva all’inglese può ragionevolmente valere per l’italiano?
La soluzione? Massimo Arcangeli propone «un osservatorio permanente sullo stato di salute della nostra lingua» insieme allo «svolgimento annuale di olimpiadi di grammatica italiana» e a «un monitoraggio delle parole italiane da salvare». Basterà questo a tutelare la lingua italiana dall’irrefrenabile immiserimento? Basterà a consentire che le sfumature indugino ancora a raccontare la complessità dei sentimenti?
Angela Guiso
 

 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Sassari
L’Ersu ricomincia da Mattone 
L’ex presidente diventa commissario: dovrà affrontare le emergenze 
SASSARI. Lui accetta, spinto da un forte spirito di servizio nei confronti di quella barca che ha guidato per molto tempo e che da dieci mesi naviga a vista. Un mese, tanto durerà il nuovo incarico di Antonello Mattone all’Ersu: prima presidente, ora commissario, come già agli inizi del 2009, quando portò avanti l’ordinaria amministrazione in attesa che la politica assicurasse stabilità e certezze. Ma questo, passati molti mesi, ancora non è successo. Dal 1º marzo l’Ersu non ha un consiglio di amministrazione, non ha un presidente e neppure un commissario. Le nomine dovevano arrivare in autunno, periodo tradizionalmente caldo per l’ente per assegna gli alloggi e le borse di studio agli universitari. Ora si ricomincia con Antonello Mattone.
Una telefonata il 31 dicembre, il rettore Attilio Mastino che gli annuncia la volontà della giunta regionale di centrodestra. Che, per risolvere questioni che non possono più essere rimandate, sceglie di affidarsi a una figura esperta. Che, se pure non ha in tasca la tessera di alcun partito, non ha mai nascosto un orientamento politico opposto. A Mattone, scelto anni fa dall’ex presidente Renato Soru, chiede aiuto oggi il governatore Ugo Cappellacci. Un incarico a tempo determinato, appena un mese, a differenza di quanto stabilito per la Asl e l’Azienda mista: qui i commissari, indicati dal centrodestra, resteranno in sella sino alla nomina del prossimo direttore generale e manager. Tra 30 giorni, invece, Antonello Mattone dovrà togliere il disturbo. A meno che non venga stabilita una proroga o la Regione, ma questa è fantapolitica, non decida che, in barba alle spartizioni di poltrone, quella dell’Ersu può essere affidata anche a chi non è allineato ma in passato ha lavorato bene: l’anno scorso l’università di Sassari è stata eletta reginetta tra gli atenei medi (dai 15 ai 30mila iscritti) per la qualità dei servizi erogati agli studenti.
Il neo commissario pensa poco a quel che accadrà tra un mese. Antonello Mattone si concentra sulle poche cose che il suo ruolo gli consente di fare nel breve lasso di tempo. Due le questioni più urgenti, che hanno già provocato le proteste degli studenti e l’indignazione di una fetta del mondo universitario.
Al primo posto nell’agenda di Mattone ci sono le borse di studio non assegnate agli studenti idonei: sono circa 600 gli universitari che, in virtù di diversi parametri, hanno diritto a ottenere un contributo economico in molti casi indispensabile per proseguire gli studi. Per dare risposte a chi è rimasto a bocca asciutta, è indispensabile licenziare l’assestamento di bilancio 2009 dell’ente: con i residui, saranno pagate le borse di studio. L’altra questione cruciale riguarda i finanziamenti assegnati dall’ex giunta Soru per interventi nell’edilizia universitaria. Un tesoretto di 12milioni 500mila euro che deve essere deliberato al più presto, per evitare che evapori prima di arrivare nelle casse dell’Ersu. Se così fosse, bisognerebbe dire addio al sogno dei 1000 posti letto.
Silvia Sanna 
 
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Sassari
Il sogno del campus a Rizzeddu   
L’ente voleva acquistare tre palazzine dalla Asl 
SASSARI. La Asl li aveva proposti, l’Ersu aveva fiutato l’occasione ghiotta e aveva detto si. Un anno e mezzo fa, da parte del consiglio d’amministrazione dell’ente, il consenso era stato unanime: maggioranza e opposizione (a rappresentare il centrodestra c’era l’attuale consigliere regionale del Pdl Antonello Peru) avevano accolto con entusiasmo l’ipotesi di acquisto di tre palazzine nell’area di Rizzeddu, già sede dell’ospedale psichiatrico. Edifici di grande valore storico e architettonico di cui la Asl era intenzionata a disfarsi, non sapendo che farne. Sui quali, invece, il cda dell’Ersu aveva le idee chiarissime: trasformarle in case dello studente, inserite all’interno di un campus universitario nel cuore della città, dotato di palestra, sale letture, spazi ricreativi e impianti sportivi, con il recupero delle oasi di verde da aprire al pubblico. Una cittadella a misura di studente nel cuore della città, a due passi dalle aree ospedaliere, dalle sedi di diverse facoltà, ben servita dai mezzi pubblici.
Il costo dell’acquisto era stato sommato in circa 4,5 milioni di euro, almeno il doppio sarebbe servito per la ristrutturazione delle palazzine. Per i fondi, nessun problema: la giunta Soru aveva destinato 12milioni e mezzo di euro all’edilizia universitaria. Sembrava quasi fatta, poi la crisi in Regione e il ritorno alle urne ha rimesso tutto in discussione. Tra l’Ersu e la Asl non esiste alcun atto formale e, al momento, la questione non può essere portata avanti dai rispettivi commissari, in particolare da Mattone che resterà in carica per un mese. Chiudere la partita, se ci sarà la volontà, spetterà ai prossimi direttori e presidenti dei due enti. Di sicuro, all’Ersu faceva gola la possibilità di realizzare a Rizzeddu almeno 250 posti letti nuovi di zecca, che si aggiungerebbero agli attuali 550. Sino a un anno fa, il traguardo dei 1000 alloggi sembrava a portata di mano. Almeno una cinquantina troveranno posto in via Lamarmora, all’incrocio con via Rosello, pieno centro storico: qui sono in fase avanzata i lavori nella “Casa Ledà”, palazzina ceduta all’ente universitario. Altri 90 posti letto, invece, ospiterà l’ex sede della Brigata Sassari in via Carlo Felice. Ma qui la storia è più complicata, dopo un ricorso al Tar che ha portato all’esclusione dello studio di architetti che si era aggiudicato la progettazione. Il compito è passato a uno studio di Palermo.
(si.sa.)
  
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Assegni per gli studenti, un solo bando regionale
CAGLIARI. Nuovi assegni di merito per gli universitari. L’assessorato regionale della Pubblica istruzione ha pubblicato il bando per il 2009, quest’anno unico per le tre categorie di destinatari: diplomati dell’anno scolastico 2008-2009, universitari già iscritti nel 2008-2009 (che abbiano conseguito la laurea triennale) e studenti che nell’anno accademico 2008-2009 si siano iscritti ad una annualità successiva alla prima. L’importo del contributo è di 6.000 euro per gli studenti fuori sede e 3.000 per gli altri. In considerazione dell’elevato numero delle domande e dell’esigenza di rispondere alle informazioni, la direzione generale della Pubblica istruzione ha istituito il numero verde 800-906310 dedicato agli studenti, in funzione dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18. La domanda di partecipazione al bando dovrà essere compilata e inviata online, esclusivamente tramite il documento predisposto dall’assessorato e disponibile sul sito istituzionale della Regione www.regione.sardegna.it/assegnidimerito, a partire dal 15 gennaio 2010. La scadenza per la presentazione delle domande online è fissata per le ore 13 del 5 febbraio 2010, mentre il termine per la presentazione cartacea della domanda, già inoltrata online, è previsto il 12 febbraio 2010 alle 19.
 
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
La rivincita della lista «Università per gli studenti» 
Prima nelle elezioni per i corsi di laurea dopo essere stata battuta ad aprile da «Unica 2.0» 
CAGLIARI. La lista «Università per gli studenti» si è presa la rivincita sul gruppo «Unica 2.0» nelle ultime elezioni dei rappresentanti degli studenti nei corsi di laurea. Comunque, ha vinto quella che può essere definita l’anima della sinistra, che con «Unica 2.0» (nei fatti la rappresentanza ufficiale del Movimento Onda, quello delle grandi manifestazioni contro la riforma Gelmini) aveva conquistato la maggioranza dei seggi nel voto di aprile per il consiglio d’amministrazione dell’università e dell’Ersu.
Adesso è la volta di «UxS» - Università per gli studenti, molto vicina ai gruppi giovanili del Partito Democratico - a conquistare il primo posto, con 101 rappresentanti eletti nei corsi di laurea. Al secondo posto. con 85 rappresentanti, il gruppo Ichnusa (riconducibile a Comunione e Liberazione) e solo al terzo, 73 eletti, i vincitori di aprile, «Unica 2.0».
Il commento della lista che ha stavinto le ultime elezioni è stato affidato a Lorenzo Espa, coordinatore di «UxS» e anche rappresentante della stessa lista nel consiglio di amministrazione dell’università: «Siamo soddisfatti - si legge nel comunicato - per questo straordinario risultato che premia la nostra presenza e il nostro operato in tutti questi anni nei vari corsi di laurea. Corsi che rappresentano il luogo in cui la rappresentanza può incidere più concretamente sulle questioni che riguardano più da vicino gli studenti».

Questionnaire and social

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