Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
14 December 2009
 

   
L’UNIONE SARDA
 
1- L’Unione Sarda
Provincia di Oristano - Pagina 51
Soldi per l’Università
«L’ATENEO RISCHIA LA CHIUSURA»
Lavoratori in rivolta
Oristano. I soldi della Regione non sono sufficienti per la soppravvivenza dell’università di Oristano. Questo denunciano i lavoratori del Consorzio Uno (ente gestore dei corsi formato da Provincia, Comune, Camera di commercio, Ascom, Industriali e partner privati). E in una lunga quanto dura lettera fanno il punto della situazione. «La delibera regionale per la suddivisione del Fondo per le sedi universitarie decentrate sarde è stata pubblicata ma non contiene ciò che (in campagna elettorale ed anche successivamente) ci era stato promesso». Questa la premessa delle nota in cui si puntualizza anche di aver ricevuto «dall’assessore Bayre grandi elogi», dal consigliere regionale del Pdl Oscar Cherchi «una promessa di una fantomatica integrazione di 500 mila euro e la convinzione di avviare una battaglia per trovare nuove risorse e potenziare la sede» o le rassicurazione «dell’onorevole Attilio Dedoni sull’esistenza di fondi sufficenti per Oristano». «E che dire del Comune? Dichiarazioni di solidarietà e impegno per salvare l’Università salvo poi non stanziare un euro. L’unica voce fuori dal coro è stata la Provincia, dove il presidente Onida ha stanziato 300 mila euro». Dopo aver preso atto che per la sede di Olbia il contributo è aumentato, che per Nuoro (pur avendo meno immatricolazioni) è stato confermato il finanziamento del 2008 mentre per Iglesias «per il Corso di scienze dei materiali che non esiste più», i soldi sono arrivati lo stesso, i lavoratori pongono una serie di domande alle quali dovrebbero rispondere gli onorevoli citati, la Regione e il Comune. «Come mai Oristano rimane sempre fuori dagli interessi di tutti? Come mai ci si ricorda del nostro territorio solo durante una campagna elettorale?».
 
 
2 - L’Unione Sarda
Cultura - Pagina 57
Il tesoro dell’Autonomia: la lezione di Pigliaru
Secondo Norberto Bobbio l’intellettuale doveva essere soprattutto un “seminatore di dubbi”. Nessuno, nella Sardegna dell’Autonomia, è riuscito meglio di Antonio Pigliaru ad incarnare la definizione del grande filosofo torinese. Eppure quella dell’autore de “La vendetta barbaricina come ordinamento giuridico” fu un’esistenza breve, iniziata ad Orune nel 1922 e conclusasi prematuramente a Sassari nel 1969.
A quarant’anni dalla morte il grande intellettuale verrà ricordato oggi a Cagliari in un convegno organizzato dalla facoltà di Giurisprudenza in collaborazione con l’Elsa, l’associazione che riunisce gli studenti e i neolaureati in legge di tutta Europa. Dalle ore 16 si confronteranno, nell’aula Arcari in viale Sant’Ignazio 86, giuristi e uomini politici che di Pigliaru sono stati allievi e hanno avuto modo di riflettere sul suo lascito intellettuale. Dopo i saluti del Rettore e del preside di Giurisprudenza, interverranno fra gli altri Francesco Cocco e i giuristi Giuseppe Lorini, Michelina Masia ed Andrea Pubusa.
In un periodo di crisi profonda delle culture politiche la lezione di Pigliaru appare di una straordinaria attualità soprattutto rispetto alla sua concezione dell’Autonomia come partecipazione continua e collettiva del popolo sardo in vista di una vera rifondazione dello Stato. Soltanto attraverso il coinvolgimento della cittadinanza democratica era infatti possibile a suo avviso creare le condizioni per la nascita e la maturazione di una classe dirigente realmente capace di guidare e ispirare una concreta opera di rinnovamento della politica.
Per fare questo era necessario sprovincializzare la cultura non “negando il contenuto”, ma superando “alcune sue forme tradizionali di espressione”. L’importanza strategica della discussione come fattore di crescita civica fu del resto dimostrata dal suo impegno assiduo all’interno del gruppo di lavoro che si raccolse attorno alla rivista “Ichnusa”, una delle più feconde esperienze di riflessione sulla Sardegna della Rinascita.
Quest’opera di organizzatore e suscitatore di cultura, che si affiancava alla sua attività di docente di Dottrina dello Stato nell’ateneo sassarese, rappresentò un’azione di impegno finalizzata alla maturazione di una consapevolezza di pensiero capace di andare oltre gli interessi particolari dei singoli partiti senza scadere in quello che egli definiva il “cosmopolitismo chiuso”, ovvero la tendenza, dietro un’attenzione spiccata per la storia più generale, a manifestare un certo disinteresse per la realtà isolana.
Pigliaru fu tra i primi a capire come la lotta politica in Sardegna dovesse superare qualsiasi dimensione particolaristica o di “regionalismo chiuso”, legata alla tutela di privilegi individuali o territoriali, per assumere invece una valenza collettiva e partecipativa che doveva iniziare dalla scuola. In quest’ottica era compito dello Stato modificare la propria presenza sul territorio valorizzando la prospettiva unitaria nazionale e cercando contemporaneamente di garantire le autonomie locali, prima espressione di una democrazia diffusa a tutti i livelli.
Un processo storico e politico basato sulla critica e la continua verifica sui fatti, che non doveva esimere gli intellettuali dal rivedere le proprie posizioni sulla base delle modificazioni intercorse nel cammino della Storia. Atteggiamento che egli dimostrò di mettere in pratica quando ritornò criticamente su alcune questioni della giustizia barbaricina, come nell’intervista concessa nel 1963 a due giovani redattori del periodico “Rinascita Sarda”, Sandro Maxia e Francesco Cocco, dove sembrò ripensare la sua analisi sul diritto delle zone interne all’interno di un discorso che non evitava di fare i conti con le modificazioni imposte dal miracolo economico alla società sarda.
Gianluca Scroccu
 
 
3 - L’Unione Sarda
Cultura - Pagina 57
Agenda
AREA 3
Domani alle 16 nel centro Area 3 (via Carpaccio 14/16) di Cagliari si terrà un forum sul tema della qualità della vita. Partendo da una ricerca a Mulinu Becciu svolta dall’associazione ArCoEs con l’Università di Cagliari, il forum vuole riflettere sulle possibilità di sviluppo del territorio. Relatori Marina Mura e P. Luigi Caddeo del Dipartimento ricerche economiche e sociali dell’Università; Antonello Mosso ed Enrica Serra di ArCoEs. Interverranno Anselmo Piras, assessore comunale alle Politiche sociali, e Ada Lai, dirigente dell’assessorato.
 
 
4 - L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 1014
Via Trentino. Nello spazio regna la sporcizia: da un mese non vengono effettuate le pulizie
CASA DELLO STUDENTE, CORTILE ABBANDONATO
Nel giardino della Casa dello Studente in via Trentino sembra che sia appena terminato un concerto rock: bottiglie di birra, piatti e bicchieri di plastica, cartacce ovunque. Invece è così da un mese. I cestini, piccolissimi, sono tutti pieni, il vento disperde la spazzatura per il cortile, e gli aghi di pino formano un tappeto scuro che ricopre l’erba.
Una situazione che ha fatto indignare molti studenti che frequentano la struttura. Come Francesco Pispisa, 28 anni, laureando in Lettere. «Fino ad un mese fa era un bel giardino, curato. Poi la ditta che si occupava della pulizia, la Verdearredo, ha perso l’appalto. Se aggiungiamo l’inciviltà delle persone, questo è il risultato». Lo conferma anche una dipendente dell’Ersu, che vuole restare anonima: «Ora se ne occupano due donne, ma solo il lunedì: devono pulire tutta la struttura, e fanno quello che possono». La Casa dello Studente, gestita dall’Ersu, ospita 250 ragazzi. Il cortile è uno dei luoghi più frequentati dagli studenti, che lo attraversano per raggiungere il bar, la mensa universitaria e il cineteatro Nanni Loy.
LA BIBLIOTECA Ma i problemi non riguardano solo il cortile: da maggio, gran parte della biblioteca è inutilizzabile. Una fila di sedie delimita l’area, e un foglio di quaderno avverte: “Lavori in corso, non sedersi”. Cavi elettrici scendono dal soffitto, e una pila di veneziane è accatastata in un angolo. «Per usare internet», continua Pispisa, «bisogna pagare una tassa di nove euro: solo così si può avere la password». Il presidente dell’Ersu, Giancarlo Nonnoi, promette di verificare. «Purtroppo, però, non abbiamo risorse sufficienti, e i costi di manutenzione aumentano: siamo costretti ad effettuare dei tagli. Ogni spesa in più, significa una borsa di studio in meno».
Francesco Fuggetta
  
  
5 - L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari - Pagina 16
Pula
Borsa di studio Neppure un candidato
Il Comune aveva stanziato cinquemilaseicento euro per premiare i neolaureati che nelle loro tesi avessero parlato del territorio di Pula: per ottenere la borsa di studio intitolata a Giacomo Pisu però non si è presentato nessuno. La quinta edizione del premio dedicato a giovani studenti autori di una tesi a carattere socio-antropologico, storico-artistico-culturale, ambientale-naturalistico, o economico-produttivo, capace di raccontare Pula e il suo territorio, non ha assegnato nessun vincitore: infatti al concorso che negli ultimi anni aveva visto partecipare numerosi concorrenti non è arrivata nemmeno una richiesta di partecipazione. "Lo scorso anno il premio fu assegnato alla neolaureata Cinzia Lecca, scelta tra diversi partecipanti - spiega l’assessore alla Cultura, Augusto Porceddu - quest’anno stranamente non si è presentato nessuno. Nonostante la borsa di studio in onore di Giacomo Pisu quest’anno non sia stata assegnata, il concorso verrà riproposto anche il prossimo anno".
(i.m.)


 
LA NUOVA SARDEGNA
 
6 - La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Nazionale
UNIVERSITÀ 
Mano bionica, bioingegneri al lavoro 
Un gruppo di ricercatori cagliaritani partecipa al progetto Lifehand promosso dalla scuola superiore Sant’Anna di Pisa e dell’università Campus Biomedico di Roma nell’ambito del quale è stata impiantata (per la prima volta in Europa) una mano bionica controllata direttamente dal sistema nervoso del paziente. Il gruppo guidato dal docente Luigi Raffo presidente del corso di studi in Ingegneria biomedica di Cagliari è impegnato nella realizzazione di un microchip in grado di sostituirsi alla complessa strumentazione da laboratorio utilizzata in questa fase dell’esperimento. La miniaturizzazione dell’interfaccia elettronico costituisce un requisito indispensabile per rendere l’arto portatile e per trasformarlo in una protesi sentita dal paziente come un’appendice del corpo. Una prima versione del dispositivo sarà testata nei prossimi mesi. I cagliaritani sperimentano il sistema per percepire l’intenzione del movimento da parte del paziente attraverso l’analisi dei segnali neurali.
 

Questionnaire and social

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