Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
07 December 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
1 – L’Unione Sarda
Prov Sulcis Pagina 49
Calasetta
Carcassa di capodoglio sugli scogli di Tonnara
 
La carcassa di un capodoglio di sette metri è stato ritrovato ieri pomeriggio in località Tonnara sulla costa di Calasetta. A scoprire la carcassa è stato un pescatore che ha avvisato i forestali del Gruppo marittimo di Sant'Antioco. Le prime notizie parlavano di due capodogli ma i ranger hanno accertato che si trattava di un solo cetaceo che si era spezzato in due urtando sugli scogli in prossimità dei quali sicuramente galleggiava da qualche giorno. Del ritrovamento è stato informato il Centro cetacei di Oristano i cui veterinari accerteranno per quale motivo il grosso capodoglio è finito sugli scogli di Spiaggia Grande. Il Comune di Calasetta dovrà provvedere al recupero e all'interramento del balenottero. Prima, però, è possibile che gli esperti provvedano a recuperare lo scheletro del cetaceo in quanto l'Università di Cagliari sarebbe intenzionata ad utilizzare le ossa per l'allestimento di un Museo del mare.
TITO SIDDI 

 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Sardegna
«Molti cognomi erano nomignoli» 
Il linguista Pittau: qualche esempio? Brundu (capelli chiari) e Murgia (salamoia) 
 
SASSARI.  «Gran parte dei cognomi sardi attuali in origine erano soprannomi»: è molto chiara la premessa di Massimo Pittau, linguista famoso, professore emerito dell’Università di Sassari e autore, fra le tante opere di pregio, anche di un accuratissimo repertorio di cognomi sardi. Per gli esempi c’è solo l’imbarazzo della scelta. «Prendiamo il cognome Brundu, dai capelli chiari - spiega Pittau - In principio questa denominazione era certamente un soprannome. Lo stesso discorso vale per Murgia (salamoia) e migliaia di altri».
 Secondo il linguista originario di Nuoro il cognome è nato «quando sono sorte le città e si doveva giocoforza distinguere tra Juanne Delogu (del luogo, un compaesano) e Juanne Bosincu (di Bosa, un forestiero)». Massimo Pittau è quel che si dice un gran vecchio nel senso migliore del termine: la sua lucidità ha del sorprendente. Intanto per l’elenco dettagliato dei numerosi termini sardi che rendono il senso del sostantivo italiano ‘soprannome’ nelle varie regioni geolinguistiche dell’Isola: «Sono venti in tutto, se vuoi te li elenco in ordine alfabetico», sorride con la sicurezza di chi conosce bene l’argomento. Ecco la lista completa del professore: «Allumingiu, annomingiu, ditzu, improverju, istinzu, istivinzu, luminzu, nominzu, paniju, paninzu, paradiciu, paralùmene, paraniju, paranillu, paranòmini, paranùmene, proegliu, proerju, proerzu, zistru». Ce n’è un altro ancora, però. Forse. Si tratta di ‘prefàssiu’, testimoniato in una satira del grande improvvisatore Remundu Piras. “Cabu e dugone fut Conca de boe/ chi cun custu prefàssiu est connotu (capobanda era ‘Testa di bue’, conosciuto con questo nomignolo). Ma secondo Massimo Pittau ‘prefàssiu’ è un nome «creato dal poeta esperto di lessico liturgico: credo sia un neologismo tutto suo, ma te ne puoi accertare controllando se risulta nella parlata di Villanova Monteleone». A una prima verifica non risulta. «La parola usata è paranùmene», dice il sindaco Bastianino Monti. Lo conferma uno del figli del poeta, Francesco: «Prefàssiu non l’ho mai sentito, nell’uso comune», osserva. Ma potrebbe trattarsi di una parola oggi caduta in disuso e forse utilizzata fino alla metà del secolo scorso. Massimo Pittau rimarca la necessità di distinguere tra loro le famiglie che hanno lo stesso cognome: «A Nuoro i Sanna erano e sono molti, di conseguenza la gente li identificava al meglio attraverso il nomignolo. E nel Goceano, se non sbaglio a Illorai, c’è un toponimo sicuramente nato da un soprannome: ‘Truvarobba’ (spingi bestiame) che in origine poteva definire solo un abigeatario».
 
 

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