Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 December 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
L'UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
IL SARDEGNA
 

1 – L’Unione Sarda
Cagliari e Provincia Pagina 17
«Uniamoci contro il taglio dei fondi»
Il messaggio del rettore: non siamo un Ateneo di serie B
Inaugurato ieri l'anno accademico 2009-2010. Gli studenti: vogliamo contare di più. Il personale: siamo molto preoccupati
Dopo 18 anni di assenza ritorna all'Università di Cagliari la cerimonia d'inaugurazione dell'anno accademico. Il rettore Melis cambia la rotta segnata dal suo predecessore e ridà il via alle danze.
 
La differenza si vede dall'inizio dell'anno. Il nuovo rettore Giovanni Melis rompe la tradizione del predecessore e rispolvera il rito che per 18 anni è rimasto in soffitta. Inaugurare il nuovo anno accademico dell'Università diventa così un evento storico per Cagliari che per tutto il tempo dell'era Mistretta ne aveva fatto a meno. L'inquilino che da ottobre occupa Palazzo Belgrano ripristina la vecchia usanza e, poco dopo le 10, concesso il quarto d'ora accademico, apre ufficialmente le danze per il 2009-2010, per la prima volta in diretta web su unica.it: sotto il segno del suo 59° mandato e con la formula di rito aggiornata nell'anno («nel 389mo anno dal Privilegio reale di Fondazione di Filippo III, re di Spagna») che non si sentiva più dal '91, cioè dai tempi di Duilio Casula. Una cerimonia che richiama nell'antica sala del rettorato di via Università le massime autorità civili, militari e religiose (sindaco, arcivescovo, qualche politico), oltre ai principali esponenti dell'Ateneo, tra i quali spicca l'assenza dei magnifici quattro che sfidarono Melis nella corsa al rettorato.
LA CERIMONIA Il rito, solenne, si apre con l'avvio del corteo accademico e l'ingresso del mazziere (il bidello più anziano dell'Università) nell'aula magna: al centro della sala, sullo scranno più alto il Magnifico, alla sua sinistra quattro prorettori, altri tre alla sua destra. Davanti a loro il Senato accademico, i presidi delle facoltà e la rappresentanza degli studenti. «Il ripristino della cerimonia d'inaugurazione dell'anno accademico - esordisce Melis nella sua relazione - vuole assumere un significato alto e irrinunciabile: un'occasione per richiamare all'unità di intenti e alla condivisione di obiettivi l'intera comunità dell'Ateneo».
LA RELAZIONE L'incubo dei tagli ai finanziamenti, il declassamento dell'Università nelle graduatorie ministeriali e le troppe incognite che pesano sul futuro sono lo scenario su cui il rettore costruisce il suo discorso. Che parte da un punto dolente: quest'anno 5 milioni in meno nelle casse dell'Università e la certezza che dal 2010 i tagli al Fondo di finanziamento ordinario si faranno più sentire. «Il nostro Ateneo - ricorda Melis - è stato collocato al 41° posto nella graduatoria della premialità ministeriale». L'obiettivo è scontato: bisogna cercare di ottenere più fondi dallo Stato migliorando i parametri della premialità. Questo perché finora non si sono considerati «i caratteri della nostra specifica realtà territoriale e i condizionamenti prodotti dall'insularità sul sistema socio-economico, sull'attrattività di studenti e docenti, sull'offerta formativa». Il rettore però si dice ottimista: «Nell'Ateneo esistono a tutti i livelli competenze e professionalità importanti da valorizzare a sostegno del processo di rinnovamento; mi auguro che i sindacati diano il loro fattivo contributo». In questo scenario, Melis trova «positivi l'attenzione e l'impegno della Giunta regionale verso gli atenei sardi: è un forte incoraggiamento per noi l'aver potenziato il fondo unico regionale e aver riconosciuto alla didattica, alla ricerca e all'innovazione il giusto risalto nel programma di sviluppo della conoscenza». Il rettore dedica alcuni passaggi della sua relazione anche all'attività sanitaria e al completamento delle strutture dell'ex Policlinico, ai progetti edilizi e, primo fra tutti, al campus urbano a cui Melis lega la risoluzione di gran parte dei problemi dei pendolari.
GLI STUDENTI Rivendica il riconoscimento dello stato di cittadinanza studentesca il presidente del Consiglio degli studenti, Andrea Coinu. «È chiaro che il primo problema da affrontare, anche per la sua
semplicità, è la carenza di fondi che permettono agli studenti di avere servizi migliori». Perché la quotidianità di chi studia è fatta di problemi concreti: mense, biblioteche strapiene, assenza di aule, difficoltà a spostarsi dentro la città.
IL PERSONALE Daniela Zedda, rappresentante del personale tecnico-amministrativo nel Senato accademico, va subito al sodo contestando il disegno di legge di riforma delle Università. «Non ci considera minimamente, non è prevista alcuna nostra rappresentanza in nessuno degli organi accademici, è chiara la volontà di volerci estromettere dalla vita dell'ateneo. La nostra preoccupazione - denuncia - è quindi grande e l'unica speranza è che in Parlamento si metta mano a questo disegno centralistico, pur ritenendo che un cambiamento di rotta dell'intero sistema universitario sia necessario».
CARLA RAGGIO
 
Cagliari e Provincia Pagina 17
La protesta
«Tasse più alte e corsi cancellati: chi pensa a noi?»
 
L'eco delle urla degli studenti risuona dentro il rettorato mentre, in pompa magna, si inaugura il nuovo anno accademico. «Buffoni, buffoni», rilanciano alcune voci da dietro lo striscione che eloquentemente spiega il motivo della protesta di questo drappello “trasversale” che unisce un po' tutte le facoltà. “Siete la vetrina di un negozio in fallimento”, è scritto a inchiostro blu inciso su un telone bianco, in bella mostra di fronte al portone di via Università dove entrano gli invitati della cerimonia. Contro chi ce l'hanno? «Contro il rettore e tutti quelli che stanno dentro, compresi i molti rappresentanti degli studenti complici di questo sistema». In un volantino si spiegano ancora meglio: «Ma cosa c'è da inaugurare? Forse il dimezzamento dei fondi per la ricerca? O l'eliminazione di numerosi corsi di laurea? Vogliamo inaugurare, per caso, il continuo aumento delle tasse da un paio d'anni a questa parte? O il processo di privatizzazione dell'Università? Vogliamo inaugurare per caso tutte le nuove riforme con annesso il silenzio di rettore, presidi e corpo docente?». Al posto della cerimonia di inizio d'anno avrebbero preferito riunirsi tutti, «dai professori agli studenti e al personale amministrativo, per cercare di affrontarli questi problemi: insomma l'Università sta fallendo e loro sono qui a far celebrazioni».
Nel gruppo di studenti si coglie la voce di protesta verso il progetto di federalismo dei due atenei sardi. «Penalizzerà gli studenti e molti saranno costretti a trasferirsi a Sassari, visto che a Cagliari siamo tanti e ci sono pochi docenti». (c.ra.)
 
2 – L’Unione Sarda
Commenti Pagina 43
E se dopo il processo arrivasse anche la diagnosi breve?
 
La prossima legge che il Parlamento si appresta a discutere riguarderà la Diagnosi Breve. La direttiva, proposta dal governo, dovrà essere approvata in tempi rapidissimi, e impone che gli accertamenti e le diagnosi per qualunque malattia debbano essere completati entro un massimo di una settimana. In caso contrario il paziente tornerà a casa e non potrà rivolgersi ad altro ospedale. Non si potrà fare più nulla. Saranno affari suoi.
Del resto è quello che vuole la gente: diagnosi veloci. Una Sanità lenta è una non-Sanità, come una Giustizia lenta è una non-Giustizia. Così ragiona giustamente un governo che sta dalla parte dei cittadini. Se possiamo avere il processo breve per legge, perché non anche la Diagnosi Breve, sempre per legge. Si passerà poi alla disposizione sulla lista d'attesa breve, che, nella sostanza, dirà questo: se per una radiografia si rimane in lista d'attesa per più di dieci giorni, l'esame non si potrà più fare; da nessuna parte. Nessuna lista d'attesa potrà durare più dieci giorni; così, con un semplice decreto, il governo risolverà un altro grave problema che affligge la gente da tempo immemorabile. Proprio con la stessa logica con la quale si sta affrontando l'annosa questione della durata troppo lunga dei processi: dopo un certo termine (due anni per ogni grado di giudizio) se non si è arrivati a una sentenza, si va tutti a casa, e il reato contestato non sarà mai esistito.
La simmetria tra Diagnosi Breve e processo breve non è senza fondamento. La Medicina e la Giustizia viaggiano su binari paralleli e non è sicuramente un caso se, nei diversi Paesi, un buon livello di assistenza sanitaria si associ, in genere, a una buona amministrazione della Giustizia, o viceversa. Entrambe, Medicina e Giustizia, basano il loro operare su un percorso che è fatto di conoscenze, di preparazione professionale, ma anche di intuito e di molta capacità di sintesi, cioè la capacità di stabilire un nesso logico tra un insieme di dati e di fatti, per trarne le conclusioni più probabili. Entrambe poi si avvalgono sempre più di strumenti tecnici sofisticati per la raccolta dei dati, degli indizi e di tutto quello che può aiutare a formulare una diagnosi o una sentenza. Più mezzi efficenti si avranno a disposizione, più le diagnosi o le sentenze saranno attendibili e corrette.
È evidente che ci sono dei casi molto semplici e dei casi molto difficili da risolvere, sia nell'ambito della Medicina che in quello della Giustizia. Per cui alcuni richiederanno più tempo, altri meno. Ed è anche chiaro come l'efficienza del sistema sanitario e di quello giudiziario dipendano in larga misura dal modo in cui sono organizzate le diverse strutture che concorrono a fornire il servizio.
Occorre per questo garantire che chi eroga assistenza abbia i mezzi e gli strumenti necessari per poterlo fare. Occorre fare in modo che chi chiede assistenza lo faccia solo quando ne ha realmente bisogno, così da non intralciare il servizio. Occorre proteggere la salute dei cittadini, in modo che le richieste di assistenza siano il più limitate possibile. Occorre quindi lavorare e investire sulla prevenzione, sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, degli alimenti e dell'ambiente in generale. Occorre evitare per quanto è possibile i fattori di rischio di malattia.
A ben guardare, sono le stesse cose che occorre fare, più o meno, per diminuire la durata dei processi. Mettere a disposizione più mezzi, per esempio, se è vero che spesso nei tribunali manca anche la carta per fare le fotocopie. In questo senso suona amaramente ironico che il governo dichiari di voler rendere i processi più brevi e contemporaneamente proponga di limitare l'utilizzo delle intercettazioni telefoniche durante le indagini; uno strumento che tutti riconoscono ormai come essenziale a fini investigativi. È come se si pretendesse di accorciare i tempi delle diagnosi e allo stesso tempo si vietasse l'uso della TAC per scoprire le patologie. Sarebbe lecito avere dubbi sui reali obiettivi che si vogliono perseguire. Proprio come nel caso della legge sul processo breve.
EZIO LACONI
(Prof. Ass. di Patologia e Fisiopatologia Generale Università di Cagliari) 
 
3 – L’Unione Sarda
Iglesias Pagina 23
Università, incognita sui finanziamenti
Ancora non si conosce l'entità dei fondi destinati al Sulcis
Monteponi. Il Consorzio Ausi sta predisponendo il materiale richiesto dalla Regione
Grande attesa nel polo universitario di Monteponi per conoscere l'entità dei finanziamenti destinati dalla Regione al Consorzio Ausi.
 
La ripartizione del fondo unico per l'Università, perfezionata ieri dalla Giunta regionale, rilancia le incognite sul futuro del Polo di Monteponi. Gli 11 milioni e 800 mila euro disponibili sono stati ripartiti dalla Regione assegnando poco più di sette milioni e mezzo all'Università di Cagliari e circa quattro milioni all'ateneo di Sassari. Ma quanto verrà destinato, e quando, per l'Università diffusa sarda?
I FONDI Per il momento l'unica cosa certa è che il finanziamento sarà nel complesso meno ingente di quanto ipotizzato finora: la somma dovrebbe aggirarsi intorno ai 5 milioni e mezzo di euro, circa un milione in meno del previsto. Un contributo che andrà poi suddiviso tra le varie sedi periferiche delle Università isolane, in ragione del numero di iscritti e dei corsi attivati. «Al momento - ha dichiarato Pierfranco Gaviano, presidente dell'Ausi, il consorzio che gestisce la sede decentrata di Monteponi - stiamo predisponendo tutto il materiale richiestoci dalla Regione e dall'Università di Cagliari, che già nei prossimi giorni dovrebbero essere in grado di determinare il finanziamento che arriverà al Polo universitario di Monteponi». Una cifra verosimilmente inferiore agli scorsi anni, visto la diminuzione complessiva dei fondi stanziati, e considerato che il corso che fino al 2008 ha fatto registrare il maggior numero di iscritti, quello in Scienze dei Materiali, è stato trasferito a Cagliari da una recente decisione del Senato Accademico, su proposta del Consiglio della facoltà di Scienze, che ha accolto le istanze dei docenti del Consiglio di corso.
GLI INCONTRI Già domani, comunque, dovrebbe sapersene di più, visto che da ieri si stanno tenendo degli incontri tra i rappresentanti della Regione, degli enti che gestiscono le sedi periferiche e degli atenei sardi, dai quali dovrebbero emergere le decisioni e le intenzioni di ciascun soggetto in merito al futuro dell'Università diffusa. Una realtà che negli anni passati ha dato prova - e Monteponi ne è stata una delle dimostrazioni più brillanti - di grandi potenzialità di crescita, ma che necessita di un forte impegno politico e istituzionale per consolidarsi. Un impegno che, almeno per ciò che riguarda Monteponi, i docenti hanno finora lamentato insufficiente, ma che gli esponenti dell'attuale maggioranza alla Regione, in primis la presidente del Consiglio Claudia Lombardo, hanno garantito di profondere in misura molto maggiore del passato.
PAOLO MOCCI
 
4 – L’Unione Sarda
Economia Pagina 15
Regione Sardegna
Lingua sarda e diritto: cinquanta borse di studio
 
La Regione Sardegna ha bandito 50 borse di studio. Nel dettaglio si tratta di 40 borse per favorire l'alta specializzazione giuridica e 10 per ricerche sulla lingua e cultura sarda.
Nel settore giuridico, le borse sono rivolte a giovani laureati in giurisprudenza che abbiano frequentato il secondo anno di scuola di specializzazione per le professioni forensi negli atenei della Sardegna e siano iscritti al registro degli avvocati praticanti di uno degli ordini forensi della Regione per il secondo anno di pratica. Come requisito è inoltre richiesto che i candidati siano stati ammessi a un dottorato di ricerca in materie giuridiche delle università isolane. I vincitori potranno frequentare un tirocinio di alta specializzazione giuridica negli uffici giudiziari della Corte d'appello della Sardegna. L'importo è di dieci mila euro lordi ciascuna. Nel caso il numero delle borse sia insufficiente si procederà a una distribuzione proporzionata al numero dei magistrati. Gli interessati devono consegnare la domanda entro lunedì 21 dicembre alla Presidenza della Regione, Servizio affari generali e istituzionali viale Trento 69, 09123 Cagliari.
Per lo studio della lingua sarda, le borse sono finanziate per una ricerca in lingua e letteratura della Sardegna (7 borse), storia della Sardegna (1 borsa), storia dell'Arte della Sardegna (1 borsa), diritto, con specifico riferimento alle norme consuetudinarie locali e all'ordinamento della Regione Autonoma della Sardegna (1 borsa). Anche in questi caso l'importo è di dieci mila euro lordi ciascuna. Possono partecipare i residenti in Sardegna, i laureati in materie letterarie, lingue e letterature straniere, conservazione dei beni culturali, storia dell'arte, giurisprudenza, scienze politiche ed economia. Tutte le informazioni sono consultabili sul sito web www.regione.sardegna.it. ( al.co. ) 

 
5 – La Nuova Sardegna
Prima pagina - Cagliari
L’università ritorna all’antico: passerella in tocco e toga 
La cerimonia contestata dagli studenti: «Fermiamo la privatizzazione della cultura» 
Il rettore Giovanni Melis, all’esordio, legge una relazione burocratica 
 
CAGLIARI. Toghe, pellicetta, discorso generico del rettore e prolusione sul funzionamento del cervello negli adolescenti da parte di un big delle neuroscienze: l’anno accademico dell’università è stato inaugurato. Impossibile approfondire gli argomenti appena, perché dopo l’uscita in processione col mazziere ad aprire la fila, il rettore Giovanni Melis, al suo esordio ufficiale, non si è concesso alle domande. E sotto le finestre del rettorato, vestito a festa, gli studenti hanno protestato contro la riforma Gelmini («Basta con le privatizzazioni») e l’aumento delle tasse.
 
Pagina 1 - Cagliari
L’inaugurazione super dell’ateneo declassato 
«Positiva l’attenzione della classe politica su conoscenza e ricerca nel programma di sviluppo» 
Università. Docenti in toga ed ermellino per una cerimonia dismessa da una ventina d’anni, discorso del rettore Melis e lezione magistrale sul cervello 
 
CAGLIARI. Toghe, pellicetta, discorso generico del rettore e prolusione sul funzionamento del cervello negli adolescenti da parte di un big delle neuroscienze: l’anno accademico dell’università è stato inaugurato. Impossibile approfondire gli argomenti toccati a volo d’uccello perché dopo l’uscita in processione col mazziere ad aprire la fila, il rettore non si è concesso alle domande.
Nel discorso di inaugurazione gli argomenti sono stati presentati senza priorità. Sfiorato il tema della bassa considerazione di cui gode l’università di Cagliari presso il ministero (con «la perdita di 5 milioni di euro per gli atenei regionali»,), un accenno alla necessità di valutare l’ateneo con parametri diversi e adeguati, è stata richiesta «particolare attenzione al potenziamento delle condizioni di ricettività degli studenti», con l’invito a «superare le difficoltà burocratiche perché vengano impiegate le risorse disponibili per l’edilizia residenziale universitaria». Inutile chiedersi quale sia il punto di vista del rettore sulle scelte da fare per favorire gli studenti e sul fatto che per un po’ si resterà in attesa, causa la perdita di 15 milioni di euro per la casa dello studente di Cagliari. Il discorso del rettore impaginato nella brochurina di buona carta è andato per capitoli e uno riguardava l’internazionalizzazione. Cagliari deve mandare il maggior numero possibile di studenti fuori e deve accogliere sempre più studenti stranieri: «è importante potenziare l’offerta formativa in lingua inglese... incoraggiare le co-tutele e l’adozione del dottorato europeo». Il nuovo assetto organizzativo interno dell’università: «... la moderna università di massa, non più basata soltanto sulla comunità di maestri e discenti, richiede al personale tecnico amministrativo un contributo professionale significativo per il pieno svolgimento delle attività istituzionali... sono ottimista, nell’ateneo esistono a tutti i livelli competenze e professionalità importanti... mi auguro che le organizzazioni sindacali diano il loro fattivo contributo». Un dialogo da avviare: i sindacati ci avevano provato il 17 novembre invitando il rettore a partecipare al convegno dove si parlava di quali risorse il territorio di Cagliari potesse schierare per promuovere sviluppo, l’università era considerata una di queste, ma l’ateneo aveva disertato. A proposito di assenze: ieri non c’erano i candidati rettori Faa, Del Zompo, Sassu. Dunque il nuovo rettore ha valutato positivamente l’attenzione della classe politica verso gli atenei sardi, «costituisce un forte incoraggiamento la sensibilità dimostrata nel potenziare il fondo unico regionale ed il ruolo riservato nel programma di sviluppo alla conoscenza e, più in particolare, alla didattica, a ricerca e innovazione». Una preoccupazione sono i risultati non positivi dei test d’ingresso degli studenti: bisogna rafforzare il rapporto con le scuole. Crescerà il policlinico di Monserrato, si farà il campus tra palazzo delle Scienze e Sa Duchessa, Architettura vorrebbe allestire laboratori didattici nell’ex manifattura tabacchi. (a. s.)
LA CERIMONIA. Un modo per richiamare l’attenzione sui pesanti problemi dell’università in Italia, stato che non fa ciò che altri stati hanno fatto per fronteggiare la crisi: investire in cultura e ricerca. Invece «l’impegno finanziario rischia di scendere sotto l’1 per cento del Pil».
LA PROTESTA. Al di là dei toni e dei coretti dai contenuti un po’ qualunque, gli studenti ieri hanno manifestato contro un fatto: lo studente non è al centro del progetto universitario. Logistica, edilizia, servizi sono ancora lontani dagli standard necessari.
 
Pagina 1 - Cagliari
«Ma cosa c’è da inaugurare, questo è un altro fallimento» 
Studenti giù in strada compatti: «Basta con la privatizzazione» 
 
 CAGLIARI. «Inaugurazione dell’anno accademico, inaugurazione di un fallimento»: sopra il rettore, il rappresentante degli studenti e la delegata del personale non docente parlavano con accenti diversi dei problemi dell’università e molto, studente e delegata, hanno criticato la riforma Gelmini, sotto, in strada, davanti all’ingresso, un gruppetto di studenti scandiva slogan e distribuiva volantini. Cosa c’è da inaugurare? Non si faceva più da 20 anni, ricominciare quest’anno è sembrato quantomeno curioso. «Vogliamo inaugurare per caso il dimezzamento dei fondi per la ricerca? Vogliamo inaugurare l’eliminazione dei corsi di laurea? Il continuo aumento delle tasse da un paio d’anni a questa parte? Il processo di privatizzazione dell’università? Vogliamo inaugurare per caso tutte le nuove riforme con annesso il silenzio di rettore, preside e corpo docente? Per noi - si continua nel volantino - c’è da inaugurare solo un nuovo fallimento. Contestiamo tutti i partecipanti a questo evento, compresi i molti rappresentanti degli studenti, diamo solidarietà a tutti coloro che, seppure invitati, per manifestare il proprio dissenso non si sono presentati. Esortiamo i partecipanti, le studentesse e gli studenti a mobilitarsi per una università migliore, anziché farsi abbagliare da false vetrine mediatiche». Poi i coretti che accompagnavano l’uscita delle diverse autorità. Ma al piano di sopra gli studenti attraverso il rappresentante Andrea Coinu non mandavano a dire quanto grave fosse il fatto che in un disegno di legge, a proposito di atenei, non si affacci mai il tema della cultura e si parli soltanto di peso delle università sul bilancio dello Stato. 
6 - Il Sardegna
Prima pagina
Cronache
Anno accademico
Il neorettore Melis annuncia il nuovo corso: “Una cultura diversa”
 
Pagina 20 Grande Cagliari
Università. Al via l’anno accademico 2009-2010, il primo dopo l’era Mistretta. Contestazione degli studenti
Il neorettore rompe col passato
“Nuova cultura nella direzione”
Il Magnifico chiede con urgenza alla Regione i fondi per la residenza universitaria
Ennio Neri
 
Il nuovo Rettore Giovanni Melis rompe col passato e guarda al futuro. Annuncia una nuova stagione culturale nella direzione e nelle «logiche comportamentali », ma non distoglie lo sguardo dai conti di via Università, dopo tagli del Governo. Come fronteggiarli? Tagliando i corsi, razionalizzando il patrimonio edilizio e orientando la ricerca verso le esigenze del mercato. Questa la ricetta annunciata dal Magnifico, all'inaugurazione dell'anno Accademico 2009-2010, la prima dopo l'era Mistretta.
Sotto le finestre dell'aula magna una folta delegazione di studenti contestava la riforma dell'Università e dentro palazzo Belgrano sfilava, dopo una sosta di 19 anni (c'era Duilio Casula) il corteo accademico. L'ha deciso Giovanni Melis che nella relazione inaugurale si scaglia contro i tagli del Ministero. In base alla classifica del Miur, l’Università cagliaritana si piazza al 41 posto: ma secondo il Rettore i criteri ministeriali adottati, penalizzano l’ateneo cagliaritano, perché non tengono «nel dovuto conto le specificità economiche e sociali in cui operano gli atenei». Inoltre «una rivisitazione effettuata dall’università di Parma, che coniuga merito didattico e scientifico degli atenei con i caratteri della specifica realtà territoriale », ha rilevato Melis, «la colloca al 13esimo posto».
Questo declassamento, ha aggiunto «ha comportato la perdita di circa 5 milioni di euro per gli atenei regionali. I parametri», ha osservato il Rettore, «non considerano i condizionamenti prodotti dall’insularità sul sistema socio- economico, sull'attrattiva di studenti e docenti, nonchè l'esigenza della comunità isolana di poter usufruire di una congrua articolazione dell’offerta formativa». Veloce passaggio sulla Regione: valutato positivamente l’impegno dell'esecutivo verso gli atenei, Melis ha sottolineato l'esigenza di impiegare le risorse disponibili per l'edilizia residenziale universitaria (campus e�� Sem).
Riferendosi all'Azienda mista ospedaliero-universitaria, ha auspicato che si recuperino i ritardi nell’applicazione del protocollo, che si completino i lavori per il trasferimento del nuovo blocco assistenziale dal San Giovanni di Dio e si avvii il completamento dell’ex Policlinico. L'ospedale civile potrebbe ospitare il patrimonio museale dell’ateneo, mentre la facoltà di Architettura si candida a realizzare laboratori didattici di progettazione nell’ex Manifattura tabacchi. L’attività delle facoltà di Medicina, Scienze e farmacia sarà concentrata a Monserrato: obiettivo di fondo per razionalizzare per il prossimo decennio gli assetti delle diverse facoltà.  
 

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