Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
30 October 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

1 – L’Unione Sarda
Pagina 21 - Oristano
Terralba. Teatro comunale
Ateneo telematico: oggi s’inaugura Giurisprudenza
   
Storico appuntamento sociale-culturale per il Terralbese. Oggi alle 10.30 presso il teatro comunale in piazza Libertà a Terralba i sindaci dell’Unione dei comuni (Gian Pietro Pili di Terralba, Gianfranco Frongia di Marrubiu, Gerardo Casciu di Uras, Emanuele Cera di Arcidano, Bepi Costella di Arborea), il preside della Facoltà di Giurisprudenza di Sassari e il responsabile amministrativo del progetto Salvatore Dore sottoscriveranno la convenzione per l’apertura in video conferenza della facoltà di Giurisprudenza. La sede inizialmente sarà posta al primo piano del Palazzo del Lavoro nella centralissima Piazza Libertà di Terralba, che diventa comune capofila del progetto. La sede della facoltà sarà ricavata nel plesso scolastico dell’Istituto superiore di via Rio Mogoro, che sarà inaugurato dopo Natale.
«Il progetto, denominato "Formazione a distanza", prevede l’istituzione dei corsi di laurea magistrale e di laurea triennale in Diritto delle amministrazioni e delle imprese pubbliche e private - comunica l’assessore comunale di Terralba alla Pubblica Istruzione Giuliano Oliva - I corsi inizieranno già a partire dalla seconda settimana di novembre. Per il momento sono interessati circa una trentina di studenti del Terralbese, ma contiamo di superare nettamente questa cifra poiché le lezioni potranno essere seguite anche dagli studenti del circondario, come Marmilla e Medio Campidano, che potranno così evitare di recarsi a Sassari o a Cagliari». Ma ci sarà una differenza fra gli studenti che frequenteranno le lezioni nell’ateneo di Sassari e quelli di Terralba? «Assolutamente no - risponde l’assessore - Gli studenti avranno gli stessi diritti-doveri sotto l’aspetto economico, giuridico e didattico. Al fine del conseguimento della laurea i crediti da conseguire saranno gli stessi. Gli alunni potranno contattare i docenti mediante e.mail o tramite il sito dell’Università di Sassari. Gli studenti del centro telematico di Terralba dovranno recarsi nella sede centrale di Sassari solo per iscriversi e sostenere gli esami».
Grazie ai locali messi a disposizione gratuitamente dal comune, la spesa sostenuta dall’Unione per l’apertura della sede universitaria è stata irrisoria: appena 13 mila euro fra iscrizione all’Università e acquisto dell’attrezzatura didattica (monitor e telecamere di ultima generazione). Per il futuro gli amministratori dell’Unione intendono aprire corsi di altre facoltà, fra cui quella di Economia.
ANTONELLO LOI

2 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Sardegna
Le case per gli studenti fuorisede 
Terremoto all’Ersu: a rischio i fondi per il nuovo campus 
ALESSANDRA SALLEMI 
 
CAGLIARI. La polemica è sotterranea, ma c’è. Il futuro dell’università è minacciato da colpi di mano come quello della delibera di agosto che toglie 15 milioni di euro per le case degli studenti fuorisede.
 Dall’Ersu trapela la preoccupazione per la perdita del finanziamento. L’ente regionale per il diritto allo studio ha pronto il piano che ricalibra il progetto per il campus universitario di viale La Plaia, bocciato dal comune di Cagliari per eccesso di volumetrie, e ha trovato edifici da ristrutturare affianco alle facoltà umanistiche ed economico-giuridiche. Milleottocento posti in tutto. E’ emerso che la giunta regionale ha stornato i 15 milioni di euro per gli studenti mentre il consiglio regionale correva a risolvere il problema denunciato dall’Ersu con una lettera inviata in luglio: il campus non è stato autorizzato, si rischia di perdere i finanziamenti che devono essere utilizzati entro il 31 dicembre. Opposti i comportamenti del consiglio e della giunta: il primo legiferava per mettere l’Ersu nella condizione di ridimensionare il campus, la seconda gli toglieva i finanziamenti, senza inviare comunicazioni ufficiali. Ieri i rettori delle università di Sassari e di Cagliari sono stati ascoltati dalla commissione Bilancio del consiglio regionale, richiesto di un quadro della situazione cagliaritana, il rettore Giovanni Melis ha toccato anche il tema case studenti. Cagliari è in ritardo di dieci anni sulla politica degli alloggi pubblici. Le borse di studio erogate dall’Ersu, circa cinquemila, pur sostenendo gli studenti, hanno provocato anche reazioni indesiderabili. Gli affitti privati sono saliti alle stelle proprio perché si sapeva che gli studenti avevano un contributo pubblico; molti studenti hanno preferito non cercare casa a Cagliari per non mangiarsi la borsa di studio e quindi sono rimasti pendolari. La carenza di alloggi pubblici ha un altro effetto negativo: è uno dei parametri nella valutazione che il ministero fa sulla qualità dell’offerta formativa per decidere premi o penalità a un ateneo. E’ urgente riqualificare il patrimonio edilizio cittadino in favore della residenzialità studentesca e la soluzione economica potrebbe arrivare da una scelta: rimodulare i fondi Fas della ristrutturazione del San Giovanni (40 milioni di euro) per le case degli studenti. L’ospedale resterà attivo almeno fino al 2013, quando saranno pronti gli edifici al policlinico di Monserrato.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
«Sarà difficile reperire i fondi» 
Il giudizio del rettore sulla riforma universitaria 
 
CAGLIARI. «Le riforme a costo zero non sono possibili»: lo ha detto il rettore Giovanni Melis, nel commentare a caldo l’avvio di riforma degli Atenei dopo l’approvazione del disegno di legge da parte del Consiglio dei ministri. Nel 2009 l’Università ha subito un taglio di 4,5 milioni di euro, che saliranno a 12 il prossimo anno.
 «Ritengo positivo che ci sia un progetto organico su Università e Ricerca, - ha detto - auspico che adesso cominci una stagione di riforme e chiedo al Parlamento di svolgere una consultazione capillare, che porti a un miglioramento del testo proposto». Sarà comunque difficile, nel contesto socio-economico Cagliaritano, trovare finanziamenti esterni pubblici e privati. «Per fortuna sembra che la Regione sia disponibile a darci un aiuto concreto - ha detto ancora Melis - all’interno del suo programma di sviluppo. Il nostro obiettivo è di arrivare ad un accordo quadro Regione-Università».
 Per il rettore è essenziale, in questo momento, una collaborazione tra le università di Cagliari e Sassari.
 «Bisogna creare un sistema universitario regionale», ha affermato Giovanni Melis.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 44 - Cultura e Spettacoli
Astronauti per un giorno simulazioni di volo con il progetto Spaceland 
A Olbia il primo campus pubblico aerospaziale per l’addestramento e i voli in «gravità lunare» 
STEFANIA PUORRO 
 
 OLBIA. Lezioni per aspiranti astronauti? Beh, forse è esagerato. Non si tratta infatti di un corso per andare in orbita (costo: decine di milioni di dollari). Qui si parla di voli parabolici, su un Airbus 300 adattato, a bordo del quale si ottiene una gravità ridotta o nulla. Un «gioco» divertente, per «sbarcare» su Marte e sulla Luna e per inaugurare il turismo scientifico aerospaziale. Fatto di test, prove fisiche e di simulazioni. E chi lo vorrà, potrà provare il brivido anche ad alta quota. Pagando, naturalmente. Dai 4mila ai 6mila euro.
 Di questa opportunità si è parlato all’hotel Melià, dove è stato aperto il primo campus pubblico aerospaziale per l’addestramento e i voli in “gravità lunare”, “gravità marziana” e in “assenza di peso”. Il progetto è di Spaceland, la società nata nel 2000 contemporanenamente alla candidatura di Carlo Viberti come cosmonauta-ingegnere di bordo per la missione scientifica Italia-Mir, ed è sostenuto da supporter di un peso: Agenzia spaziale italiana, Anno Europeo della Creatività e dell’Innovazione, Università di Cagliari e Sassari, Regione sarda. E poi i partner futuri: Geovillage, Melià ed Eccelsa, con i quali si creeranno i pacchetti-vacanza da abbinare alle lezioni.
 «Tanti protagonisti perché ci sono importanti risvolti medico-scientifici - spiegano alla Spaceland - ma anche grossi vantaggi per il tessuto socio-economico, turistico e culturale del territorio». Ieri, al Melià, è cominciato il primo corso di due giorni (con allievi selezionati da tempo), ma i futuri candidati potranno essere turisti, scienziati, medici, industriali e anche studenti. Per questi ultimi, con l’aiuto dell’Agenzia spaziale italiana, si sta pensando a soluzioni gratuite. «Perché si può arrivare al volo parabolico, ma si può anche fare solo una esperienza di addestramento». L’ingegnere Carlo Viberti ha anticipato «che l’idea è di fare, a Olbia, dei corsi mensili. E posso già dire che a maggio, grazie alla collaborazione di Eccelsa, decollerà dall’aviazione generale l’Airbus 300 sul quale si potrà vivere il brivido del volo parabolico. Come si fa partecipare ai nostri corsi? Basta inviare una mail (www.SpaceLand.it). Dai 10 ai 99 anni, il grande pubblico potrà così diventare protagonista sia nelle fasi di addestramento subacqueo e di terra sia a bordo di missioni ai confini con la fantascienza».
 Dalle Università di Cagliari e Sassari, intervenute con alcuni esperti, arriva l’appoggio al progetto, ma si fa anche il punto su sperimentazioni e ricerca. «Stiamo lavorando anche noi - ha spiegato il professor Giacomo Cao, dell’Università di Cagliari - per incrementare i tempi delle missioni nello spazio. Più si trasporta ossigeno, più si può stare sui pianeti. Sempre nell’ottica di realizzare strutture permanenti su Marte e sulla Luna grazie alle tecnologie in fase di sviluppo». Non solo. «Continuiamo le ricerche in laboratorio - ha aggiunto il professor Proto Pipia, dell’Università di Sassari - anche in un’altra direzione: gli esperimenti nello spazio sono utili per studiare meglio la cura di alcune patologie».
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 11 - Cagliari
Nuovi pericoli per l’università 
Tagli alle sedi gemmate dalla riforma del Governo 
Il presidente della Provincia annuncia: «Metteremo a disposizione 200 mila euro Vedremo chi ci sta» 
ROBERTO PETRETTO 
 
 ORISTANO. E ora che la riforma dell’università voluta dal ministro Gelmini prende corpo, che prospettive si aprono per i corsi di laurea oristanesi? Probabilmente sono più le prospettive che si chiudono rispetto a quelle che si aprono.
La riforma approvata dal Governo Berlusconi punta a diminuire drasticamente il numero delle cosiddette sedi decentrate, ovvero i mini atenei attivati in Comuni diversi da quello che ospita la sede centrale.
 Nel testo licenziato dal Governo l’articolo 3 si occupa proprio della Federazione e fusione di atenei e razionalizzazione dell’offerta formativa.
 In questo passo della legge si stabilisce che «ai fini di migliorare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dell’attività didattica di ricerca e gestionale, di razionalizzare la distribuzione delle sedi universitarie e di ottimizzare l’utilizzazione delle strutture e delle risorse, due o più università possono federarsi, anche limitatamente a alcuni settori di attività o strutture ovvero fondersi». Si usa il termine «possono», che è cosa ben diversa da «devono».
 Sono previsti incentivi a fusioni e federazioni. E Oristano non naviga nell’oro. Anzi, ha un disperato bisogno di soldi per sopravvivere. Il presidente della Provincia, Pasquale Onida, vaveva lanciato l’idea di una sorta di mega colletta tra i soci del Consorzio Uno. proposta caduta nel vuoto: «Ma la Provincia farà ugualmente questo passo - annuncia Onida -. Credo che riusciremo a mettere insieme tra i 150 e i 200 mila euro.. Certo, qualcuno dovrà rinunciare a qualcosa perchè faremo delle economie. E lo annunceremo, così chi non avrà dei soldi che attendeva saprà dove sono finiti».
 Onida non si pronuncia sulle possibili conseguenze della riforma Gelmini sull’università oristanese: «È solo una questione di scelta politica, il resto sono fandonie - dice -. Il punto è: si ritiene che l’università a Oristano aiuti lo sviluppo, non sia un optional? Allora va salvata, almeno nella parte dei corsi legati al territorio. Io mi batterò perchè questo avvenga e la Provincia farà dei passi concreti. Poi si vedrà chi realmente vuole salvare l’università oristanese e chi no».
 Si dice che almeno il 30 per cento delle sedi decentrate potrebbe chiudere e lo stato di salute del mini ateneo oristanese non lascia molto spazio all’ottimismo. Nella recente assemblea pubblica da più parti si è detto che i soldi li deve mettere la Regione. Impegni concreti non se ne sono ancora visti. E pensare che solo pochi mesi fa il nemico pubblico numero 1 dell’università a Oristano era Renato Soru. Oggi che Soru non ha più potere decisionale, l’ateneo oristanese non se la cava molto meglio.
 I dipendenti del Consorzio Uno hanno sempre maggiori timori e sperano che le tante promesse ricevute, almeno in parte, trovino qualche conferma.
 
 
 
 
 

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