Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 October 2009

Rassegna stampa quotidiani locali
A cura dell’Ufficio Stampa e web


L’UNIONE SARDA
1 - Una rivoluzione trasforma l’Università
2 - Università di Cagliari: rettore ’’impossibile riforme senza fondi
3 - I fondi per il campus a musei e chiese Baire: nessuno scippo 
4 - Tecnologie informatiche, confronto con le aziende 
5 - Scienza per tutti, fra Galileo e Darwin
 
LA NUOVA SARDEGNA
1 - Atenei già in ebollizione
2 - Università, varata la riforma: codice etico e rettori in carica per otto anni
 
IL SARDEGNA
1 - Quella tassa sulla lode che fa pensare al ‘68
2 - Si alla riforma dell’Università






1 – L’Unione Sarda
Pagina 1
La riforma Gelmini
Una rivoluzione trasforma l’Università
di Gaetano Di Chiara

Venti anni dopo l’ultima vera riforma, quella del 1989 del ministro Ruberti, il consiglio dei ministri ha varato la tanto attesa riforma Gelmini dell’università. La presenza, accanto al ministro dell’Università, del detentore dei cordoni della borsa, il ministro Tremonti, dovrebbe dare alla riforma il marchio della compatibilità finanziaria.
Una riforma corposa e ambiziosa, che si declina attraverso tre modalità principali: merito, responsabilità, trasparenza. Alcuni aspetti della riforma, come l’agganciamento degli scatti stipendiali dei docenti alla qualità della ricerca e dell’insegnamento, sarebbero addirittura rivoluzionari, se dovessero essere effettivamente attuati. Dubitiamo tuttavia che questa modalità potrà essere effettivamente attuata, e in realtà non la auspichiamo. Avremmo infatti preferito che la ricaduta economica del merito dei docenti avvenisse su una quota dei fondi dell’università da destinare al dipartimento a fini di ricerca, piuttosto che sugli stipendi dei docenti.
In ogni caso l’efficacia di questa impostazione dipenderà, aldilà della sua validità programmatica, dai criteri che si utilizzeranno per valutare il merito. Spesso anche i migliori e più giusti propositi falliscono nella loro attuazione pratica. Per questo motivo, per esprimere un giudizio realistico sarà necessario conoscere una serie di dettagli che non sono ancora stati definiti.
Un discorso analogo si applica ai criteri di valutazione al fine dell’attribuzione delle risorse statali agli atenei. I criteri finora utilizzati da questo governo hanno finito per privilegiare gli atenei del nord a spese di quelli del sud. Ci auguriamo che criteri influenzati da condizioni geo-economiche come l’occupazione dei neolaureati o il numero di fuoricorso, vengano aboliti e siano sostituiti da criteri che valutino la produttività scientifica di ciascun docente o dei gruppi di ricerca di cui fanno parte, così da identificare, anche all’interno di realtà mediocri, isole di qualità da premiare ed implementare.
Alcuni aspetti della riforma sono sicuramente positivi, come la riduzione del numero dei settori scientifico disciplinari e delle facoltà. Positiva anche l’abolizione del posto fisso per il ricercatore e la possibilità, allo scadere di due contratti triennali, di accedere a un posto fisso di professore, un percorso simile a quello esistente nei paesi anglosassoni. Ovviamente ci si chiede che fine faranno gli attuali ricercatori. C’è il rischio infatti che i nuovi ricercatori precari diventino professori prima dei vecchi (spesso non solo di nome ma anche di fatto) a tempo indefinito.
Ultimi e fondamentali aspetti della riforma: sacrosanto il termine retroattivo di due mandati di 4 anni per i rettori, il che significa che chi ha già totalizzato 8 anni deve essere sostituito da un nuovo rettore. Ma la vera novità è la composizione del consiglio di amministrazione, costituito per il 40% da membri esterni all’università. Nell’intenzione del legislatore questo dovrebbe costituire la terapia di un male endemico dell’università italiana, l’autoreferenzialità.
Non c’è dubbio che questa riforma ha luci e ombre ma almeno costituisce un passo importante e deciso di questo governo sulla strada di quelle riforme strutturali che il Paese chiede e di cui ha bisogno.
 
 
2 - DA L’UNIONE SARDA ONLINE:
Università di Cagliari: rettore ’’impossibile riforme senza fondi’’
"Le riforme a costo zero non sono possibili": lo sottolinea il Rettore dell’Università di Cagliari, Giovanni Melis, commentando a caldo l’avvio di riforma degli Atenei italiani, dopo l’approvazione del disegno di legge da parte del Consiglio dei Ministri. "Ritengo un fatto positivo che sia stato predisposto un ddl organico sulla materia complessa di Università e Ricerca - ha spiegato all’Ansa - e auspico che ora si apra una stagione di riforme e che il Parlamento possa svolgere una consultazione capillare, che porti a un miglioramento del testo proposto". L’Ateneo di Cagliari, però, è inserito in un contesto socio-economico non propriamente favorevole per trovare sostegni esterni pubblici e privati locali. "A Cagliari stiamo affrontando una situazione difficilissima - spiega Melis - per fortuna sembra che la Regione sarda sia disponibile a darci un aiuto concreto nell’ambito del Programma di Sviluppo. Il nostro obiettivo è di arrivare a un accordo quadro Regione-Università sarde".
Mercoledì 28 ottobre 2009 19.59
 
 
3 – L’Unione Sarda
Pagina 19 – Cronaca di Cagliari
Università Polemica con il Psd’Az
I fondi per il campus a musei e chiese Baire: nessuno scippo
Finanziamenti a rischio? Potrebbe riaprirsi la battaglia sui fondi per gli studenti universitari fuorisede e per la realizzazione del campus in città. È stato il Psd’Az a sollevare il problema in commissione Bilancio del Consiglio regionale, denunciando una «rimodulazione» dell’Accordo di programma quadro. «Quindici milioni per gli studenti universitari non ci sono più - ha detto Paolo Maninchedda - sono stati destinati a musei e chiese che entro dicembre vedranno aggiudicarsi i lavori».
FONDI A RISCHIO? Su quei soldi, naturalmente, l’Università ci contava, anzi ci conta. Ma sono a rischio? No, secondo l’assessore regionale alla Pubblica Istruzione Maria Lucia Baire che, in una nota, nega lo scippo di risorse nei confronti degli studenti sardi e spiega che c’è stata «solo una riprogrammazione degli interventi per evitare di perdere finanziamenti, in attesa che vengano rilasciate dagli enti competenti tutte le autorizzazioni necessarie per la realizzazione del campus». L’esponente della Giunta Cappellacci precisa che «è un intervento che volevamo finanziare per aiutare nello studio i tanti studenti fuori sede che frequentano l’Ateneo del capoluogo, ma lo stesso Ersu di Cagliari, nello scorso luglio, ci ha segnalato una battuta d’arresto nel cronoprogramma per la realizzazione della struttura a causa della mancanza delle autorizzazioni del Comune di Cagliari al progetto di variante».
LA REPLICA I 15 milioni di euro, inizialmente previsti nell’Accordo di programma quadro per il potenziamento delle strutture residenziali che ospitano gli studenti dell’Università di Cagliari, sono stati perciò, con delibera approvata dalla Giunta regionale lo scorso 6 agosto, ridistribuiti in altri settori per evitare la perdita dei finanziamenti che dovevano essere impegnati entro il 31 dicembre 2009. Secondo il Psd’Az i beneficiari sarebbero il Museo dell’arte nuragica, il Museo dell’identità di Nuoro, il museo delle bonifiche, il museo della Sardegna giudicale. Un’altra parte dei finanziamenti servirà al restauro di 15 chiese, di cui otto a Cagliari, per un totale di quasi sei milioni.
FONDI SOSPESI «Quanti intravedono in questa rimodulazione un disinteresse della Regione Sardegna per i suoi studenti universitari», ha sottolineato l’assessore Baire, «sono completamente fuori strada». Lo conferma il fatto che, al ministero dello Sviluppo Economico, non sia stato chiesto l’annullamento dell’intervento «ma anzi, opportunamente, solo una sospensione per consentirci, in futuro, di riprendere il progetto del campus con la nuova programmazione». Quanto alle risorse che si ipotizzano «stornate» a favore di musei e chiese, l’assessore precisa che gli stanziamenti previsti dalla delibera Cipe del 2006 riguardavano inizialmente cinque interventi, poi annullati per l’impossibilità di rispettare i termini per impegnare le risorse che sono state trasferite a 19 nuovi interventi. 
 
 
4 – L’Unione Sarda
Pagina 22 – Cronaca di Cagliari

Università
Tecnologie informatiche, confronto con le aziende

Università, Ibm e Guide Share Europe (GSE) si confrontano per discutere di “infrastrutture dinamiche: dalla virtualizzazione al cloud computing” in un convegno che si terrà oggi, dalle 15, alla Cittadella di Monserrato (aula magna di Scienze).
L’Università attenta a cogliere gli aspetti emergenti delle nuove tecnologie informatiche, ritiene che la sinergia tra mondo accademico e industriale non possa prescindere dall’intuire le potenzialità dei nascenti filoni di ricerca sui quali misurarsi e investire per tempo. Il docente Gianni Fenu, presidente del corso di laurea in Tecnologie informatiche, parlerà del rapporto tra ricerca e didattica. Interverrà il preside di Scienze Luca Fanfani ed esperti nazionali e internazionali del settore. 
 
 
5 – L’Unione Sarda 
Pagina 43 – Cultura

Rassegne. Dal 5 al 12 novembre all’Exmà di Cagliari il Festival dedicato quest’anno al fisico e al biologo: incontri, spettacoli, animazione
Scienza per tutti, fra Galileo e Darwin

Nel 2009, in tutto il mondo si festeggiano due anniversari di grande importanza, per la scienza ma non solo: i quattrocento anni dalle prime osservazioni del cielo (1609) compiute con il cannocchiale da Galileo Galilei (ricorrenza che ha spinto l’Onu a battezzare il 2009 Anno internazionale dell’astronomia); e i centocinquant’anni dalla pubblicazione de L’origine della specie (1859) da parte di Charles Darwin (nato proprio due secoli fa, nel 1809). Due avvenimenti ma soprattutto due uomini che, nel tempo, hanno trasformato il modo di pensare dell’umanità e che tra pochi giorni, di diritto, saranno i protagonisti della seconda edizione del Festival della scienza, la manifestazione organizzata dall’associazione “Scienza società scienza” con il contributo di numerosi enti pubblici (tra cui Regione, Provincia e Comune) e privati (in primis la Fondazione Banco di Sardegna), in programma all’Exmà di Cagliari dal 5 al 12 novembre.
Una lunga settimana in cui la rassegna, per onorare il fisico toscano e il biologo britannico, proporrà al pubblico un vasto ventaglio di allestimenti, conferenze, spettacoli e animazioni per i più piccoli. In un percorso che si snoderà tra l’Exmà, il Piccolo Auditorium di piazza Dettori e il liceo artistico di via Sant’Eusebio e servirà proprio per ricordare, tra il serio e il giocoso, tra il teorico e il pratico, i passi da gigante che la ricerca ha fatto negli ultimi decenni, anche attraverso gli spunti di quei due suoi maestri.
A Galilei, in particolare, sarà rivolta l’intera giornata d’apertura del festival (giovedì 5), con tre appuntamenti ad hoc: la conferenza “Galileo e l’evoluzione della cultura” (alle 11), tenuta dal fisico Enrico Bellone; lo spettacolo “Sidereus Nuncius: il primo rendiconto scientifico sulle osservazioni del cielo” (alle 16), curato da Rosaria Vassena ed Ettorina Montisci con gli studenti del liceo scientifico Pacinotti; e il dibattito su “Galileo: il nuovo cielo del Sidereus Nuncius” (alle 18,30), affidato a Michele Camerota, storico della scienza dell’Università di Cagliari.
Al padre del moderno evoluzionismo, invece, saranno dedicate, tra le altre cose, la conferenza “Darwinismo ed evoluzione della vita: una sfida alla creazione?”, tenuta dall’antropologo Fiorenzo Facchini; la mostra “Il viaggio di Darwin sul Beagle”, realizzata con la collaborazione delle allieve dell’Eleonora d’Arborea di Cagliari; e la pièce teatrale “Buon compleanno Mr Charles Darwin”, messa in scena con il contributo degli studenti della scuola media Zuddas di Dolianova.
Oltre a Galileo e Darwin, però, al festival non mancheranno altri “ospiti illustri”. Nella settimana all’Exmà non si parlerà solo di astronomia e biologia, ma anche di bioetica, matematica, nanotecnologie, alimentazione, animali. E a discuterne saranno divulgatori come l’etologo Danilo Mainardi, il fisico Carlo Bernardini o l’astrofisico Andrea Possenti. Scienziati capaci di fornire al pubblico, di ogni età e grado d’istruzione, quegli “occhiali per vedere il mondo” che la scienza, come recita il sottotitolo del festival (tratto dal romanzo di Calvino Palomar ), può contribuire a fabbricare.
L’obiettivo della rassegna, come ha chiarito durante la presentazione Carla Romagnino, presidente di “Scienza società scienza”, «è di far capire a tutti, soprattutto ai più giovani, che la scienza è ormai dappertutto e non può essere considerata come qualcosa di lontano o astruso». Per questo alle conferenze (organizzate con il sostegno della Biblioteca provinciale) si uniscono i laboratori, gli spettacoli e perfino i caffè scientifici, ogni domenica di novembre (per informazioni www.scienzasocietascienza.eu). In attesa che «anche Cagliari possa avere il tanto promesso Museo della scienza, in cui portare avanti tutto l’anno quelle iniziative che già ora riscuotono un grande successo di pubblico».
LORENZO MANUNZA

 



1 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 – Attualità

Atenei già in ebollizione
«È l’ultimo attacco all’istruzione pubblica» No delle opposizioni, perplessità anche nel Pdl

ROMA. Studenti in rivolta, rettori preoccupati per i pochi fondi, opposizione sul piede di guerra e perplessità anche in casa Pdl sulla riforma dell’Università. Per l’Unione degli universitari (Udu) è l’«ultimo attacco del governo all’università pubblica» ed è tesa «a consegnare gli atenei ai privati». Così ieri in diverse città gli studenti hanno organizzato sit-in davanti alle prefetture, un gruppo delle superiori ha occupato per alcuni uffici del ministero dell’Istruzione e per il 6 novembre è stata organizzata una manifestazione nazionale.
Pollice verso anche dall’associazione dottorandi e dottori di ricerca che teme «altra precarietà», come pure dalla Flc-Cgil che punta il dito contro «un modello organizzativo fortemente centralistico e gerarchico» che punta «agli atenei-azienda». Per i rettori, invece, la «riforma sarà credibile se sostenuta da adeguate risorse» ha dichiarato il presidente della Crui (conferenza dei rettori), Enrico Decleva.
Sul fronte politico spicca poi le perplessità del presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri: «Personalmente ritengo sbagliato - ha detto - far eleggere il presidente del Consiglio di amministrazione dai componenti stessi piuttosto che dal rettore». Il Pd parla dal canto suo di «vere e proprie polpette avvelenate, come l’abolizione del ruolo dei ricercatori, a cui il governo paga un biglietto di sola andata per l’estero». Anche l’Italia dei valori condanna «le scelte di un governo irresponsabile che sbarra l’accesso agli atenei e che ragiona con la sola logica dei costi».
La riforma incassa, invece, il plauso di Gianfelice Rocca, vicepresidente di Confindustria per l’Education: «Risponde - ha detto - all’esigenza di porre l’Università in condizione di competere ad armi pari con i migliori Atenei del mondo». (m.v.)

Gli studenti valuteranno i prof
Università, varata la riforma: codice etico e rettori in carica per otto anni

ROMA. Dai ricercatori a tempo ai rettori in carica per non più di 8 anni, dagli scatti di stipendio solo per i professori «migliori» al codice «anti-parentopoli», dai docenti valutati dagli studenti alla fine dei finanziamenti a pioggia. Ecco la nuova Università italiana così come la prevede il disegno di legge che è stato varato ieri mattina dal consiglio dei ministri.
Una delle novità della riforma è l’adozione di un «codice etico» con regole per «garantire trasparenza nelle assunzioni» e per «evitare incompatibilità legate a parentele». Chi lo violerà si vedrà ridurre i finanziamenti del ministero. I rettori non potranno poi rimanere in carica per più di 8 anni. I docenti saranno invece valutati dagli studenti con «pagelle» determinanti per l’attribuzione dei fondi ministeriali, avranno l’obbligo di certificare la loro presenza a lezione e solo i migliori otterranno scatti di stipendio. Per diventare associati e ordinari servirà inoltre un’abilitazione nazionale che sarà attribuita da una commissione nazionale. Si abbassa inoltre l’età in cui si entra in ruolo (da 36 a 30 anni) con uno stipendio che passa da 1.300 a 2.100 euro.
E i ricercatori? Si prevedono contratti a tempo determinato di 6 anni (3+3), al termine dei quali se il ricercatore sarà ritenuto valido dall’ateneo sarà confermato a tempo indeterminato come associato. Tra le novità anche l’aumento degli importi degli assegni di ricerca e l’abolizione delle borse post-dottorali. Ci sarà la possibilità per chi lavora nelle università di prendere 5 anni di aspettativa per andare nel privato senza perdere il posto.
Per quanto riguarda i ruoli di Senato e Consiglio d’amministrazione: il primo avanzerà proposte scientifiche, ma sarà il secondo (che non sarà elettivo e avrà il 40% di membri esterni) ad avere la responsabilità chiara di spese e assunzioni. Prevista, inoltre, la figura di un direttore generale, un vero e proprio manager di ateneo. I bilanci dovranno rispondere a criteri di trasparenza e gli atenei in rosso non eviteranno il commissariamento.
Non mancheranno i tagli: oltre alla possibilità di unire università vicine per abbattere i costi, sono previsti meno settori scientifico-disciplinari (dagli attuali 370 alla metà) e meno facoltà (al massimo 12 per ateneo). (m.v.)
 
 

 

1 - Il Sardegna
Pagina 7
Quella tassa sulla lode che fa pensare al ‘68 
 
 
2 - Il Sardegna
Pagina 12

Si alla riforma dell’Università
pugno duro sui conti in rosso



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