Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 September 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

 
L'UNIONE SARDA
1 - Università diffusa, scelta da ripensare, un editoriale di Gaetano Di Chiara 
 
LA NUOVA SARDEGNA

1 – L’Unione Sarda
Prima Pagina
Che fine faranno i corsi gemmati
Università diffusa, scelta da ripensare
di Gaetano Di Chiara
 
Tra i problemi scottanti sul tavolo della Regione Sardegna c'è quello della università diffusa. Che ne sarà dei corsi universitari, gemmati dalle Università di Cagliari e Sassari, a Nuoro, Iglesias, Oristano e Olbia?
Questi corsi devono ora soddisfare i nuovi e più rigidi requisiti ministeriali introdotti dal decreto Mussi. Secondo le Facoltà, questi requisiti non sono soddisfatti dalla maggior parte di questi corsi e quindi vanno chiusi o riportati alle sedi madre.
Ma cittadini e amministratori locali hanno difficoltà ad accettare una giustificazione così burocratica. E' solo, dicono, una questione di scelte: basterebbe chiudere i corsi "di fantasia" attivati a Cagliari e Sassari sull'onda della riforma del 3+2 e trasferire i relativi docenti sui corsi gemmati. Ma si farebbe un grosso torto all'università se si pensasse che i docenti e i corsi sono intercambiabili.
In realtà, il problema dell'università diffusa va inserito nel quadro di una globale politica regionale dell'istruzione universitaria. Non c'è dubbio che la Sardegna ha bisogno di una maggiore e più moderna offerta universitaria. Le Università sarde presentano ancora sacche di arretratezza e di oscurantismo, che hanno un nome e un cognome, dove la ricerca è ritenuta un passatempo al di fuori dei compiti, essenzialmente didattici, per i quali i docenti ricevono lo stipendio.
L'università territoriale dovrebbe essere progettata nell'ambito di un progetto globale di sviluppo regionale, a un tempo culturale ed economico. In questo progetto appare riduttivo il concetto di un'università diffusa con compiti esclusivamente didattici. Infatti, se l'università territoriale non deve servire solo a dare occupazione al suo interno ma contribuire allo sviluppo, deve diventare un'infrastruttura stabile che costituisca un punto di riferimento per attività socio-culturali e di ricerca applicata. Difficilmente questo compito potrà essere svolto da docenti pendolari che rientrano a Cagliari o a Sassari non appena espletati i compiti didattici minimi.
Forse siamo drastici, ma i corsi attuali, con qualche eccezione, servono solo a fornire un pezzo di carta, il diploma di laurea breve, a una minoranza di studenti lavoratori, il grosso dei quali studia comunque nelle sedi di Cagliari e Sassari. Questi studenti potrebbero conseguire lo stesso risultato con meno fatica e con meno spesa da parte della Regione attraverso corsi telematici. La Regione spende infatti circa 6 milioni di euro per i 500 studenti dell'università diffusa e appena il doppio per i 50.000 studenti delle Università di Cagliari e Sassari. A chi obietta che è compito dello Stato finanziare le università centrali di Cagliari e Sassari ribattiamo che le Università sarde sono una risorsa fondamentale per l'isola e che pertanto la loro buona salute dovrebbe essere comunque in cima ai pensieri e agli interessi della Regione.
Per concludere, l'università diffusa, così come è stata attuata, è uno spreco di risorse. Questo non significa che debba essere accantonata, ma piuttosto ripensata nell'ambito di una visione globale dell'istruzione universitaria e dell'alta formazione concepite come motori dello sviluppo della Sardegna.
 
2 – L’Unione Sarda
Nuoro e Provincia Pagina 17
Università, missione impossibile a Cagliari
Una delegazione di studenti accompagnata dal sindaco Zidda ha incontrato il rettore Mistretta
 
La trasferta cagliaritana fino a via Università, dove ieri mattina si stava tenendo la riunione del senato accademico (l'ultima con l'ormai ex rettore Mistretta che lascia il testimone al suo successore Giovanni Melis) degli studenti nuoresi in Scienza dell'amministrazione tiene accese le speranze per riportare, almeno in tempi brevi, i corsi in città. Al momento appare difficile che si riesca già a partire da questo anno accademico, ma la mobilitazione degli studenti, che si spera si estenda al territorio e alle sue forze politiche, potrebbe portare ad avere dei risultati concreti nei i prossimi mesi. Intanto, un nutrito gruppo di universitari barbaricini è partito all'alba di ieri da Nuoro a bordo di un pullman noleggiato per l'occasione per manifestare la propria delusione al rettore Pasquale Mistretta e agli altri componenti del senato accademico. A metà mattinata una delegazione è stata ricevuta dal rettore, che ha temporaneamente interrotto la riunione in corso con i suoi ben tredici i punti all'ordine del giorno, mentre sull'università nuorese era prevista soltanto una comunicazione.
«Non ci hanno dato grosse speranze, ma non possiamo arrenderci e la nostra azione continuerà nel sollecitare soprattutto la Regione affinché prenda finalmente una posizione nei confronti dell'università a Nuoro», ha detto la rappresentante degli studenti Laura Melis.
«Ci è stato confermato che chi vorrà seguire le lezioni e sostenere gli esami nelle varie sessioni, dovrà farlo nella facoltà di Scienze politiche di Cagliari - ha continuato la rappresentante degli studenti - però ci pare anche di capire che uno spazio di trattativa rimanga in piedi e che può essere gestito solo dai rappresentanti politici del territorio con la Regione e l'Università. Da parte nostra quella di oggi voleva essere una decisa presa di posizione da parte di chi in questi anni ha fatto tanti sacrifici per formarsi a Nuoro, così come era stato promesso, e oggi vede mutare improvvisamente quell'indirizzo». All'incontro di ieri mattina con il senato accademico ha partecipato anche il sindaco di Nuoro Mario Zidda che ha voluto ribadire al rettore l'importanza strategica dell'università a Nuoro. Il primo cittadino ha anche affermato di continuare ad attivarsi per l'apertura di un tavolo che consenta nuovamente un confronto a Università, Regione e amministratori del territorio per rafforzare l'offerta formativa nella Sardegna centrale, che non è affatto un'idea di questi ultime stagioni, ma il frutto di un impegno quarantennale di diverse istituzioni. «In particolare la Regione deve impegnarsi - ha ribadito Zidda - a riattivare i fondi destinati all'università a Nuoro».
LUCA URGU
 
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 21
Aria nuova, cambiano anche i presidi
Università. Il primo ottobre si insediano i neoeletti in Architettura, Farmacia e Scienze. Deiana fa il bis
 
È l'anno dei cambiamenti all'Università di Cagliari. Non solo perché arriva un nuovo rettore, Giovanni Melis, il cui ingresso a Palazzo Belgrano è previsto il 5 ottobre (sempre che il predecessore Pasquale Mistretta mantenga la promessa di lasciare la poltrona prima del 1° novembre, data fissata nello statuto). Aria nuova tira anche nei piani più bassi, nelle Facoltà, dove da giovedì primo ottobre si insedieranno i nuovi presidi, eletti quest'estate tra i professori ordinari alla scadenza del mandato dei loro predecessori. Un mandato che dura tre anni, stranamente uno in meno rispetto a quello del rettore.
DOVE SI CAMBIA Tre “new entry” e una riconferma. Quest'ultima è quella del docente di Diritto della navigazione Massimo Deiana , per altri tre anni a Giurisprudenza. Nuovo incarico, invece, per il professore Antonello Sanna in Architettura: sostituisce il primo preside della giovane facoltà, Carlo Aymerich che, concluso il mandato di tre anni, va in pensione. Arriva in Farmacia Filippo Maria Pirisi , docente di Chimica degli alimenti, già assessore al Traffico nel Comune di Cagliari: prende il posto del preside Paolo Cabras, che ha affiancato come vice nel precedente triennio. A guidare Scienze sarà sino al 2012 Luca Fanfani , docente di Mineralogia che succede al professor Roberto Crnjar.
PUZZLE COMPLETO Nulla cambia nelle altre Facoltà, dove il mandato dei presidi non è ancora giunto a termine. In Economia, ancora per un altro anno, c'è Aldo Pavan, in Ingegneria Giorgio Massacci , in carica da maggio 2008, in Lettere e Filosofia è al suo secondo anno Roberto Coroneo, in Lingue il romano Massimo Arcangeli è da un anno alla guida di una Facoltà tradizionalmente presieduta da donne (l'ultima Ines Loi Corvetto). Attualmente l'unica preside donna è a Scienze politiche, Paola Piras, che dallo scorso anno occupa la poltrona che fu di Raffaele Paci, uno dei cinque candidati al rettorato. In Medicina governa da giugno 2008 il professor Mario Piga subentrato a Gavino Faa, protagonista dell'ultimo testa a testa col nuovo rettore Melis. Nessun cambio a Scienze della Formazione, che ancora per un altro anno sarà governata da Antonio Cadeddu .
C.RA. 
 
4 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 44
Letteratura L'annuncio al Premio Ozieri
Alleanza tra atenei per il fondo autografi degli scrittori sardi
 
Il professore Aldo Maria Morace, preside della Facoltà di Lettere all'Università di Sassari, annuncia un evento di grande interesse culturale che verrà realizzato fra non molto: la sua Facoltà, associandosi a quelle delle Università di Pavia, Firenze, Roma e Napoli, darà vita a un organismo culturale, un progetto di ricerca di respiro nazionale (“Fondo autografi scrittori sardi”) che raccoglierà le opere, in lingua italiana e sarda, degli scrittori e dei poeti isolani. Cinque centri, dice Morace, che lavoreranno in sintonia e in programmazione continua fra di loro in vista di un inserimento in rete di un materiale cartaceo e digitale che resterà a disposizione di tutti. Sarà anche un lavoro di storia e di filologia. È chiaro che in questo progetto il Premio Ozieri, con tutto il suo materiale di archivio, avrà il posto che gli spetta. Basterà mettersi intorno a un tavolo e parlarne. E sarà, aggiunge Morace, anche la realizzazione del sogno, della vittoria del professor Nicola Tanda che tanto ha fatto perché il compito della letteratura, soprattutto della poesia, diventi fonte di comunicazione.
Ecco, questo potrebbe essere un po' la novità dell'incontro, nella sala Milella dell'Università di Sassari, che ha celebrato in questi giorni la cinquantesima edizione del Premio Ozieri. La presenza e le parole del pro-Rettore, professor Attilio Mastino, hanno creato fra i presenti una certa atmosfera di sollievo e di fiducia nell'Accademia, alla quale lo stesso Tanda non aveva risparmiato qualche appunto di poca attenzione.
«Nella nuova consapevolezza che abbiamo oggi - ha affermato il professor Mastino rivolgendosi agli organizzatori del premio - di una diversità della Sardegna, occorre, con una mentalità nuova che deve essere recepita anche nelle scuole, lavorare per rendere questo premio sempre più capace di coinvolgere l'elite intellettuale della Sardegna. In questo senso io credo che l'università debba essere ancora più attenta e più decisa nel sostenerlo. Troveremo le occasioni, nelle prossime edizioni, per lavorare accanto a voi».
Ma anche nel discorso del professor Tanda si nota qualcosa di rassicurante. Perché il Premio Ozieri, dice, è importante? È importante perché l'intuizione di Tonino Ledda ha coinciso con il momento in cui si sentiva l'esigenza di stare attenti a quello che si muoveva nel territorio, nella famiglia, nel mondo in cui la necessità di “fare” (nel senzo artigianale del termine) era un'esigenza di prim'ordine; mentre gli intellettuali sardi avevano rinunciato anche alla lingua nella ricerca di una modernità a tutti i costi. Una modernità che si sarebbe rivelata poi fallimentare. Inventandosi, nel 1956, questo Premio Tonino Ledda ha catalizzato la volontà dei sardi a salvare la propria lingua legandola al fare dell'artigiano, del contadino, dell'uomo appena sfuggito all'oralità primaria. Mettendo in versi la lingua e il fare si garantiva la comunicazione. Lo sviluppo della poesia nasce da queste radici.
Un altro documento importante dell'incontro è la puntuale prolusione di Antonio Canalis, l'amico poeta che Tonino Ledda scelse come segretario e che ancora si dedica in modo straordinariamente efficiente a questo compito, spesso arduo, ma sempre gratificante. Assieme a Vittorio Ledda, figlio di Tonino, ha ripercorso tutti i cinquant'anni e più del Premio fin da quando concorrevano quasi soltanto artigiani, pastori e contadini, esaminati da giurie paesane.
FRANCO FRESI
 
5 – L’Unione Sarda
Economia Pagina 14
Università a caccia di ricercatori
L'ateneo cagliaritano vuole assumere 34 persone
I posti saranno ripartiti in 12 facoltà. Le domande devono essere presentate entro dopodomani
L'Università di Cagliari ha indetto il concorso per la copertura di 34 posti da ricercatore per dodici facoltà. Il termine per la presentazione delle domane scade giovedì
 
L'università di Cagliari intende assumere 34 ricercatori universitari per le facoltà di Giurisprudenza, Economia, Scienze Politiche, Lettere e Filosofia, Scienze della Formazione, Lingue e Letterature Straniere, Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Medicina e Chirurgia, Farmacia, Ingegneria e Architettura.
FIGURE RICHIESTE Nel dettaglio si tratta di 3 posti in Giurisprudenza (nelle discipline diritto tributario, commerciale o penale), 2 in Economia (economia politica o aziendale), 3 in Scienze Politiche (diritto amministrativo o storia delle relazioni internazionali o sociologia generale), 3 in Lettere e Filosofia (preistoria e protostoria o letteratura italiana o estetica), 3 in Scienze della Formazione (logica e filosofia della scienza o didattica e pedagogia speciale o psicometria), 3 in Lingue e Letterature Straniere (lingua e traduzione francese o spagnola o tedesca), 4 in Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali (botanica ambientale e applicata o chimica organica o fisica sperimentale o informatica), 3 in Medicina e Chirurgia (fisiologia o malattie dell'apparato visivo o scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche), 2 in Farmacia (biologia applicata o geometria), 5 in Ingegneria (idraulica, ingegneria sanitaria - ambientale, fisica sperimentale, sistemi per l'energia e l'ambiente o elettrotecnica) e 3 in Architettura (architettura tecnica o composizione architettonica e urbana o tecnica e pianificazione urbanistica).
REQUISITI La partecipazione alla procedura di valutazione è libera e non ha limiti di cittadinanza o titolo di studio. Sono esclusi coloro che non godono dei diritti civili e politici, che sono stati dispensati dall'impiego in una Pubblica Amministrazione per insufficiente rendimento o ne siano decaduti; i professori ordinari, associati o ricercatori inquadrati nello stesso settore scientifico disciplinare per cui è indetta la procedura e coloro che abbiano già presentato nel 2009 quindici o più domande di partecipazione per ricercatore nell'ateneo di Cagliari o in altre sedi.
DOMANDE Le richieste devono essere effettuate in carta libera (secondo lo schema disponibile nel sito web www.unica.it/concorsi/index.php?page=valutazione) entro giovedì prossimo e indirizzate al Magnifico Rettore dell'Università degli studi di Cagliari (settore concorsi personale docente) in via Università 40, 09124 Cagliari. Oltre che a mano, le domande potranno essere spedite con raccomandata o posta celere con avviso di ricevimento. Il candidato dovrà allegare in un unico plico anche una fotocopia del documento d'identità e del codice fiscale, un curriculum vitae firmato in duplice copia che descriva l'attività scientifica e didattica svolta, un elenco in duplice copia delle pubblicazioni, titoli e pubblicazioni.
INFORMAZIONI Il referente è la signora Maria Bonaria Puddu, Direzione per la Gestione e lo Sviluppo delle Risorse Umane (settore concorsi) telefono 070. 6752320 e-mail: mpuddu@ amm.unica.it. Il bando è consultabile sul sito www.unica.it/concorsi/valutazione/bandi_doc/materiale/995-09.zip
ALESSIA CORBU 

 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Via i campus da mille posti
Nuova ipotesi, ma dimezzata 
L’Ersu sta studiando anche lo «studentato diffuso» nel centro 
Universitari, in viale La Plaia la Regione ha cassato i vecchi progetti 
di Roberto Paracchini
 
CAGLIARI. I progetti preesistenti della casa dello studente di viale La Plaia sono stati depennati. Al loro posto si è ipotizzata una struttura di 500 posti letto. Questa la decisione presa dalla Regione, che ha rimodulato gli interventi anche in termini di studentato diffuso.
Su queste indicazioni l’ente strumentale della Regione per il diritto allo studio (Ersu) ha attivato una commissione tecnica «che coinvolge i tre settori interessati», spiega Gian Carlo Nonnoi, presidente dell’Ersu. «Il nostro obiettivo - continua Nonnoi - è quello di mettere assieme le esigenze della Regione (che traccia il quadro), del Comune (per i riflessi urbanistici e sociali) e dell’Ersu (per le esigenze degli universitari fuori sede). Per quanto riguarda, poi, il discorso della nuova casa dello studente (di cinquecento posti) per viale La Plaia, i tempi sono legati ai fondi. Dei finanziamenti precedenti, solo una parte è ancora disponibile in quanto erano legati a determinanti tempi, ormai scaduti. La parte di stanziamento mancante dipende dalla volontà politica».
La commissione tecnica è al lavoro e sta operando sulla base di indicazioni che hanno sottolineato l’esigenza di creare i posti letto per gli universitari (ma anche gli altri servizi, come mense, biblioteche ecc.) in prossimità dei luoghi della didattica. Il che significa che queste strutture dovrebbero essere realizzate attorno ai poli umanistico (Lettere e Sienze della formazione), tecnico scientifico (palazzo delle Scienze e Ingegneria) e giuridico-economico (facotà di Economia, Scienze politiche e Giurisprudenza), che si trovano nell’area che va da viale Buoncammino a Tuvixeddu-Tuvumannu. Andrà, poi, tenuto conto della cittadella universitaria di Monserrato dove vi sono diversi corsi di laurea in Scienze e quasi tutta la facoltà di Medicina e Odontaoriatria. «Questo polo - precisa Nonnoi - vive sino a una certa ora, poi scompare proprio perchè non vi sono servizi collaterali di alcun tipo». Il discorso, quindi, coinvolgerà anche l’hinterland.
Nei mesi scorsi si è parlato di una riconversione in funzione degli universitari del San Giovanni di Dio e dell’ospedale militare, e di studentato diffuso nel centro storico. «La commissione tecnica - spiega Nonnoi - ha proprio questa funzione: di verificare le esigenze dei soggetti interessati. Tra l’altro in quell’area vi sono anche altre strutture militari in via di dismissione, che potrebbero essere utilizzate per i servizi. Ma va detto, però e se ci sarà la volontà politica, l’interveneto in viale La Plaia può essere realizzato in tempi più celeri».
Come accennato, nell’ex semoleria la Regione pensa a una struttura di circa cinquecento letti e non ai circa mille dei progetti precedenti. In particolare le ipotesi prevedevano 914 posti nella prima versione, quella dell’architetto Di Martino, e 1.008 nella versione del brasiliano Da Rocha. L’antefatto della storia racconta di una delibera del 2008 del consiglio comunale che respinse il progetto di campus di Da Rocha, voluto dall’allora presidente della Regione Renato Soru, per «eccesso di volumetria» (di 43.560 metri quadrati), oltre il doppio dell’ipotesi di Di Martino. Ma ora entrambi i progetti sono stati accantonati a favore di un’idea che riduce del 50 per cento la capienza della nuova struttura, però ancora da progettare.
 
Pagina 1 - Cagliari
Il dramma degli studenti fuori sede 
Anche 250 euro per l’affitto di una camera 
 
CAGLIARI. Il problema degli studenti fuori sede è in città molto sentito, soprattutto dagli interessati che devono sobbarcarsi costi molto elevati, dai 170 ai 250 euro per avere una camera dove alloggiare. I posti disponibili nelle case dello studente esistenti sono infatti del tutto insufficienti.
 Nell’ateneo di Cagliari su una popolazione studentesca di oltre 38mila universitari vi sono dodicimila studenti fuori sede che risiedono oltre la provincia di Cagliari. Mentre le attuali stutture di alloggio dell’Ersu (l’ente regionale per il diritto allo studio) permettono di ospitare solo 924 persone, a fronte di 2.000 universitari aventi diritto a un posto letto. E questo per merito e per condizione familiare (con un reddito lordo che va da 8.000 a 20.000 euro). Il che significa che circa 1.100 studenti bravi non possono frequentare l’università in quanto non hanno la possibilità di pagare una camere nel mercato privato.
Da qui la necessità, sottolineata più volte da Giancarlo Nonnoi, presidente dell’Ersu, che la questione dei nuovi posti letto venga risolta al più presto. (r.p.)
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Sardegna
Sassari, l’esito dei test a Medicina: 40 tra i primi 100 non sono sardi 
Anche a Cagliari si conferma inadeguata la preparazione media dei ragazzi dell’isola 
di Pier Giorgio Pinna
 
SASSARI. Il primo classificato ai test sassaresi per Medicina? Arriva da Benevento, in Campania. Il secondo è di Sulmona, nella provincia dell’Aquila. Il terzo, nato ad Agrigento, per risultare tra i migliori in Sardegna ha dovuto prendere il traghetto da un’altra isola.
I tre studenti guidano il piccolo esercito sbarcato da ogni parte d’Italia nella facoltà: in tutto sono 40 sui 100 ammessi nel numero programmato per il capoluogo. A Cagliari, invece, non parlano in limba appena 12 dei 165 selezionati positivamente: due trentini, un emiliano, nove siciliani. Molti i palermitani e i catanesi anche a Sassari. Dove c’è un nutrito gruppo giunto da Treviso, Varese, Vicenza, Pinerolo, Milano. «È l’ennesima conferma che i nostri, alle Superiori, si preparano peggio dei ragazzi di altre aree del Paese», commentano, d’accordo, i professori Giuseppe Delitala e Giovanni Massarelli (il primo dopo 13 anni ha lasciato al secondo il coordinamento delle selezioni a Sassari).
 Ma l’«invasione» fa discutere. Non certo in chiave leghista, però. Nessuno, nelle due università dell’isola, si sogna di condividere tesi xenofobe a parti incrociate. Anzi: «Gli scambi interculturali fanno parte della sostanza stessa del lavoro e della ricerca negli atenei», spiegano parecchi. «Atenei che - aggiungono - sono del resto statali, pubblici. Qualsiasi cittadino può dunque partecipare a prove, esami, concorsi: come fanno altrove i nostri fuorisede». No, qui il problema si pone in termini diversi. E, secondo molti specialisti, nasce da una questione non secondaria: la necessità di rimodulare le prove seguendo criteri più adeguati, sia in generale sia per le esigenze differenti delle realtà territoriali.
A lungo andare, infatti, uno sbarco così massiccio farà nascere disfunzioni e anomalie. Nel giro di breve tempo numerosi studenti chiederanno, e prima o poi otterranno, di tornare nelle università dei luoghi d’origine: il filtro di sbarramento rigido esiste solo per le matricole. In questo modo le due facoltà sarde (strutturate per formare 275 iscritti all’anno più gli extracomunitari, con corsi, professori e fondi in proporzione) rischiano un impoverimento.
«Né si può pensare di rimediare con un’unica graduatoria nazionale», fanno notare numerosi docenti. Statistiche alla mano lo dimostra l’ingegner Andrea Casanova, dell’ateneo di Cagliari, che sui test a Medicina ha fatto un’analisi imponente ed efficacissima, con raffronti tra tutti gli atenei italiani sul sito internet unica.it. I giovani dell’isola sarebbero infatti penalizzati comunque.
Quattro le basi di partenza per capire questo passaggio. Il primo punto è che i quiz sono uguali ovunque. Il secondo che le prove si svolgono sempre nello stesso giorno. Il terzo che i punteggi sono ugualmente omogenei in tutt’Italia. Il quarto è legato alla la posizione in classifica raggiunta dagli studenti piazzati ai primi posti. Fanno tutti parte di élites capaci di affrontare prove impegnative (quest’anno sostenute in Italia da 50.397 candidati per 7.562 posti in 38 diverse facoltà), ma tra loro esistono considerevoli differenze. Un ragazzo iscritto ai test a Milano può aver preso un punteggio (supponiamo di 64/centesimi) superiore a un collega cagliaritano (per esempio di 54/ centesimi) eppure essere lo stesso tagliato fuori, al contrario del ragazzo sardo che con la votazione più bassa invece ce la farà.
 Da qui la scelta di tanti studenti di altre regioni di presentarsi ai quiz non nelle facoltà più prestigiose e dall’accesso più affollato, ma in quelle dov’è più elevata la probabilità di superare le prove rispetto alla presumibile preparazione media dei candidati. Esattamente com’è successo in Sardegna. Un meccanismo spiegato bene in un articolo sul «Sole 24 Ore» da Roberto Perotti, l’economista autore del saggio «L’università truccata». E confermato dallo studio curato da Casanova. Che infatti chiarisce: «Cagliari peggiora passando dal 34º posto del 2008 al 36º. Ma nell’ipotesi di graduatoria nazionale solo 80 su 165 ce l’avrebbero fatta. Sassari si colloca al 34º posto rispetto al 37º dello scorso anno. Eppure, in una virtuale classifica nazionale, avrebbe piazzato appena 57 candidati su 100».
L’esigenza di correttivi nei test e di un più adeguato orientamento per superare i quiz appare evidente da altre valutazioni. Durante i test di Cagliari sono state presentate 1.284 schede valide, con un rapporto posti/iscritti alle prove pari a 7,78. A Sassari 893, con un quoziente di 8,93. I punteggi medi per tutti i concorrenti, poi, pongono Sassari (34,46/centesimi) al 35º posto, appena dietro Cagliari, che è al 33º, con 34,74/centesimi. La questione di fondo rimane dunque la preparazione media dei ragazzi sardi che aspirano all’iscrizione in Medicina. Non può essere solo un caso se a Cagliari il punteggio massimo è stato di 60,25 (contro il record nazionale di Firenze pari a 73,75). E se Sassari è arrivata a 62,00, ma solo grazie a un bravissimo studente arrivato da Benevento.
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 33 - Inserto Estate
Salvare le città del Novecento 
Da giovedì a Carbonia un convegno su tutela e riqualificazione 
Iniziativa promossa dal Comune e dal Dipartimento di Architettura dell’Università di Cagliari 
 
CARBONIA. «Quartieri, città e paesaggi del Novecento: strumenti per la tutela e la riqualificazione dei patrimoni diffusi». E’ questo il titolo del convegno che si terrà il 1º e il 2 ottobre per fare il punto sui progetti di tutela e di valorizzazione dei patrimoni diffusi del Novecento.
 La prima giornata prevede una sessione dedicata alla stipula del protocollo d’intesa per la valorizzazione del patrimonio architettonico e ambientale delle Città di fondazione in Sardegna, con la presenza degli amministratori che hanno attivato questa iniziativa.
 La seconda giornata, dedicata al recupero e alla riqualificazione della città del Novecento e più in generale del patrimonio diffuso dell’architettura moderna, è articolata come un laboratorio-convegno, nel quale si avvicenderanno singoli interventi e riflessioni tematiche che avranno come centro esperienze in corso in diversi territori. In particolare, saranno messi a confronto gli interventi realizzati, o in fase di progetto, nei villaggi industriali di Schio e di Crespi d’Adda, a Ivrea e a Lione e nella città di fondazione di Carbonia.
 
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 32 - Nazionale
Sit-in di protesta degli studenti barbaricini a Cagliari 
Il rettore Melis: «Il corso non è più attivo» 
di Nino Bandinu
 
NUORO. Università nuorese, il corso «scippato» di Scienze dell’Amministrazione è sempre più lontano. E lontanissima appare anche la mitica «autonomia» di un ateneo che si fa sempre più debole. La manifestazione degli studenti nuoresi ieri mattina a Cagliari, davanti al rettorato, non ha prodotto grandi risultati in questo senso, ma solo qualche disponibilità ad alleviare i disagi degli universitari barbaricini iscritti a Scienze politiche nel capoluogo sardo. Il resto sono solo impegni a creare le condizioni per un rilancio e risorse con fondi «non più indistinti e unici» ma mirati solo su Nuoro. Così com’era un tempo. Il Sit-in davanti al rettorato ha visto come protagonista una nutrita e rumorosa delegazione di universitari nuoresi. Con loro c’era anche il sindaco di Nuoro, Mario Zidda. Mentre mancavano i rappresentanti della Provincia di Nuoro, il commissario Tore Cocco, e i consiglieri regionali e il deputato del Nuorese.
Dopo una breve ma intensa protesta la delegazione è stata ricevuta dal nuovo rettore Giovanni Melis e dalla preside di Scienze politiche Paola Piras. Ma il rettore ha detto subito che sul corso scippato da Cagliari ormai non c’è più niente da fare, almeno per quat’anno. Anche perchè il tempo se n’è anadato via e ora mancano tutte le condizioni per ripristinarlo a Nuoro. Il corso, che il rettore ha definito «disattivato», potrebbe comunque rinascere in Barbagia il prossimo anno. Ma a queste precise condizioni: che la Regione sarda preveda le risorse necessarie per l’ateneo di Nuoro che non può finire come le altre università periferiche nel mare magnum del fondo unico e indistinto. La preside di Scienze Politiche, Paola Pala, si è invece impegnata ad «alleviare i disagi» dei nuoresi, prevedendo eventuali esami anche a Nuoro. Niente di più, almeno per il momento. Se non il fatto che il 3º anno di Amministrazione e Sviluppo Locale continuerà a tenersi nell’ateneo barbaricino.
A spostare l’attenzione politica sul versante regionale è stato il sindaco di Nuoro, Mario Zidda, che nel suo intervento ha continuato a sostenere il valore dell’Accordo di programma siglato nei primi anni Novanta. Zidda ha anche richiamato a un ruolo particolare della Regione sarda, insieme alle due università isolane, perchè si garantisca al Nuorese una università degna di questo nome. A tal fine il sindaco ha chiesto l’apertura di un «tavolo» con la Regione. Ma a sostenerlo non c’erano i politici nuoresi, in particolare i consiglieri, i parlamentari, e la Provincia di Nuoro. Il fronte unico si è già dissolto? Ora la paura è anche questa. Mentre la crisi avanza inesorabile col rischio di travolgere ciò che resta dell’università morente. Solo gli studenti nuoresi cercano ancora una via d’uscita, puntando anche loro a un vertice con la Regione sarda.
 
 
 
 

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