Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
26 September 2009
Rassegna quotidiani locali
a cura dell’ufficio stampa e web

L'UNIONE SARDA
 
LA NUOVA SARDEGNA

1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 22
Università
Per comunicatori scientifici
Senza raccomandata il master non si fa: delusione a Scienze
 
Per una raccomandata (che non c'è) salta il master in Comunicazione della scienza. La delusione è palpabile tra i docenti e gli studenti che hanno portato a battesimo il corso in Sardegna, il 20 ottobre 2008. Un'esperienza che quest'anno, nonostante il successo della prima edizione (in collaborazione con Ordine dei giornalisti, Istituto nazionale di astrofisica e Crs4) non si potrà ripetere per un piccolo disguido che ha mandato a monte i programmi dell'Ateneo cagliaritano.
LO STOP Tutto per una lettera che, anziché essere spedita per raccomandata - come prevedeva il bando della Regione che finanzia il master - è stata consegnata brevi manu agli uffici competenti. Poco importa a questo punto sapere come siano andate esattamente le cose, nessuno ha voglia di puntare il dito contro o di fare polemiche, soprattutto dopo la proficua collaborazione tra Università e Regione che ha portato alla nascita dei primi comunicatori scientifici in Sardegna. «Noi speriamo nel prossimo bando - dice la professoressa Elisabetta Marini, direttrice del master - quest'anno ci siamo ritrovati nell'impossibilità di attivare il master a causa di questo pasticcio burocratico ma svolgeremo comunque attività di comunicazione scientifica per tenere vivo l'interesse della facoltà di Scienze e degli allievi che hanno conseguito il titolo: non ci sarà un master ma altre forme, magari dei seminari, per mantenere attivo il nostro impegno in un campo interessante per la società».
OCCASIONE MANCATA «Imparare a divulgare la scienza al pubblico è l'aspetto più importante del nostro lavoro - spiega così il rammarico dei docenti la professoressa Anna Musinu - l'Università ha perso un'occasione: sono soldi che si perdono, e dispiace anche perché con il primo master siamo riusciti a qualificare 13 comunicatori scientifici ottenendo la divulgazione di informazioni sulle ricerche in corso nei quotidiani locali, dando un'immagine positiva dell'Università e facendo conoscere alla gente quello che si fa nei laboratori».
Per celebrare il successo della prima edizione, giovedì si è svolta la cerimonia conclusiva alla Cittadella di Monserrato: i 13 studenti (tutti già laureati in varie discipline) diventati comunicatori scientifici hanno raccontato le loro esperienze durante i tirocini svolti nell'ufficio stampa dell'Università e del Brotzu e in altre strutture come l'Arpas, il Crs4, il museo di zoologia dell'Università, la Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano. Da non trascurare: un'allieva ha già trovato lavoro presso un'azienda di Milano. Il master, oltre a essere stato il primo in Sardegna, ha avuto la specialità di essere inserito nel Catalogo interregionale di Alta formazione: pertanto i dipendenti di imprese private hanno potuto usufruire di voucher formativi per la copertura delle spese di iscrizione.
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 22
Tre studenti in Scienze dell'amministrazione hanno discusso ieri in rettorato le loro tesi
Cagliari e Sassari, prove di matrimonio
Primi laureati nel corso promosso insieme dai due atenei
 
Tre laureati in Scienze dell'amministrazione che possono vantare un piccolo record: sono i primi ad aver frequentato un corso promosso insieme dagli atenei di Cagliari e Sassari.
L'età media è decisamente più alta rispetto a quella dei classici studenti con jeans e libri in mano: i primi tre laureati in Scienze dell'amministrazione, corso realizzato congiuntamente dagli atenei di Cagliari e Sassari, hanno dai quaranta ai cinquantadue anni. E infatti gli esami di ieri mattina, nell'aula magna del rettorato di via Università, sono stati diversi da quelli celebrati nel polo di viale Fra Ignazio: sia per l'onore di ricevere il diploma a Palazzo Belgrano, sia perché a proclamare dottori Maria Teresa Cilloco, Luigi Minerba e Pierina Muceli, tutti funzionari pubblici, è stato il rettore uscente Pasquale Mistretta. Sono i primi tre a terminare il corso triennale che li ha visti studiare con l'aiuto di Internet: il programma prevede un «apprendimento integrato» fatto di lezioni on line, formazione a distanza, e insegnamento tradizionale.
I LAUREATI Luigi Minerba, presidente del nucleo di valutazione della Asl 8 di Cagliari, non a caso ha discusso una tesi sulla “Valutazione delle performance nelle istituzioni sanitarie pubbliche”. Un lavoro che lo ha portato ad analizzare il piano strategico aziendale: «molti obiettivi non sono stati ancora raggiunti», mentre altri sono in via di realizzazione. Il lavoro più importante deve essere fatto sul tasso di occupazione dei posti letto, cresciuto di due punti negli ultimi due anni («è passato dal 70, 9 al 73 per cento, ma altre regioni sono al 76»), discorso ascoltato con attenzione anche dal presidente della Commissione regionale Bilancio Paolo Maninchedda. Pierina Muceli, dipendente del comune di Macomer, ha parlato invece della sua ricerca sulla legge 15 del 2009. Cioè la “anti fannulloni” del ministro Renato Brunetta. Maria Teresa Cillocco, funzionaria dell'Ersat, ha discusso invece della riforma degli enti agricoli in Sardegna. Tutti hanno ottenuto ottimi voti per una laurea che sulla carta dovrebbe aiutarli a trovare «impieghi presso imprese private, gestori di pubblici servizi, organizzazioni di volontariato, società di consulenza, centri di ricerca pubblici e privati, associazioni di categoria, organizzazioni non-governative internazionali», ma che nel loro caso aiuterà una carriera già avviata.
IL RETTORE Pasquale Mistretta, in uno dei suoi ultimi interventi pubblici (la prossima settimana lascerà, in anticipo di un mese, l'incarico di Rettore) ha ricordato che i corsi di questo tipo potrebbero diffondersi sempre di più in futuro: «È un'esperienza che si rafforzerà nel tempo, soprattutto quando verranno rivisti i numeri dei docenti, dell'offerta formativa e ci sarà una riorganizzazione del territorio». Insomma: si farà di necessità virtù, anche perché la riforma del mondo universitario non lascerà molti margini di manovra. Virgilio Mura, preside della Facoltà di scienze politiche di Sassari e rappresentante dell'ateneo (il rettore Alessandro Maida era assente), ha aggiunto: «Questo corso deve essere considerato un esempio di cooperazione, non di competizione. La gara noi dobbiamo farla con le università della penisola. Il lavoro comune non si deve limitare solo alle lezioni su Internet: bisognerebbe strutturare dei corsi in tutte e due le città. Tre mesi di lezioni a Cagliari, altri tre a Sassari. Il futuro si giocherà sulla mobilità degli studenti». Un concetto ribadito anche da Paola Piras, preside della Facoltà cagliaritana di scienze politiche, e da Raffaele Paci, presidente della commissione di laurea e del corso in scienze dell'amministrazione, che ha concluso: «Anche se sono studenti lavoratori, nessun corso può vantare performance di questo tipo: è uno dei primi a seguire il progetto di long life learning», una formazione lunga quanto una vita.
MICHELE RUFFI
 
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 23
Malati terminali, fra il dubbio e la legge
Esperti a confronto sulla delicata problematica di fine vita
Alla Cittadella universitaria si discute di accanimento terapeutico e testamento biologico
 
Welby, Eluana e Nuvoli, ma non solo. Convegno sulle problematiche di fine vita.
Sono 250 mila, ogni anno, gli italiani che vivono la fase terminale della loro malattia: pazienti oncologici, in gran parte (solo in Sardegna, nel 2006, erano quasi 4.300, di cui poco meno di 1.300 fra Cagliari e hinterland), ma anche malati di Sla o politraumatizzati. Uomini e donne che affrontano la morte. A prendersene cura sono mogli, mariti, figli, amici, ma anche medici e infermieri: una vasta umanità chiamata, per legami affettivi o dovere professionale, ad affacciarsi sull'abisso e prendere decisioni intorno a questioni drammatiche, come ventilazione, alimentazione o idratazione forzate, cure palliative, diritto all'autodeterminazione, accanimento terapeutico.
Welby, Eluana e Giovanni Nuvoli sono stati i “casi” capaci di sollevare attorno a questi problemi l'interesse dell'opinione pubblica e di chiamare il legislatore allo sforzo di dettare norme. Da ieri, nell'aula magna della Cittadella universitaria di Monserrato sono riuniti per discutere del tema medici, infermieri, avvocati, magistrati, docenti universitari, religiosi, giornalisti. L'occasione è il convegno “Le problematiche di fine vita: aspetti medici, infermieristici e giuridici”, promosso dalle associazioni Kama, In progress e Ecm. I lavori entreranno nel vivo oggi (si comincia alle 8,30, chiusura prevista per le 19) ma già ieri sono stati toccati alcuni dei nodi più importanti.
TAR E TESTAMENTO L'avvocato Renato Chiesa ha chiarito il senso del recente pronunciamento del Tar del Lazio «spesso presentato come una “bocciatura” del Disegno di legge sul testamento biologico già approvato dal Senato e in discussione alla Camera dei deputati». In realtà, ha spiegato il legale, i giudici amministrativi hanno rigettato un appello contro i provvedimenti assunti dal ministro Sacconi nei confronti delle cliniche coinvolte nel caso Eluana. E però, ha sottolineato l'avvocato Giacomo Doglio, hanno anche confermato l'orientamento già manifestato a suo tempo dalla corte di Cassazione: «Se dal Senato uscirà, come pare, una legge che riterrà non vincolanti le direttive di fine vita espresse dal singolo cittadino, si apriranno le porte a un giudizio di incostituzionalità. Al primo ricorso, si dovrà affrontare la questione».
CONSENSO INFORMATO Il medico legale Roberto Demontis ha messo in luce i nodi del “consenso informato” («Si tratta di interrogarsi sulla qualità del consenso e dell'informazione. Il problema principale è che le indicazioni sul volere del paziente vengono di norma espresse in un periodo diverso da quello in cui si effettua il trattamento») e della classificazione della nutrizione e dell'idratazione forzata come «atti di sostentamento vitale» nonostante avvengano tramite impianti medici.
IN PRIMA FILA A Graziano Lebiu, presidente della società scientifica “In progress”, il compito di ricordare le cifre del problema: a fronte dei circa 1.300 malati terminali di tumore maligno registrati nell'area vasta di Cagliari tre anni fa, oggi il territorio offre un hospice con 18 posti letto in cui trovano assistenza circa 200 pazienti l'anno, cui vanno aggiunte le residenze sanitarie assistite. Un centinaio gli operatori (fra medici, infermieri e assistenti) che seguono i pazienti a fine vita.
E proprio sul ruolo degli infermieri, le figure a più stretto contatto con il paziente, si è soffermata Beatrice Tessadori, docente di Principi di etica e deontologia al corso di laurea infermieristica dell'università di Pavia: la studiosa ha analizzato i meccanismi di «difesa dall'angoscia» messi in atto dai curanti («per esempio l'accanimento terapeutico, un modo per dire “stiamo facendo di tutto”, oppure il distacco emotivo, o ancora la rigida applicazione dei protocolli») e sull'importanza della riflessione e del pensiero per chi è chiamato ad assumere «decisioni di fronte ai problemi e ai dilemmi etici».
MARCO NOCE
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Misteri del testamento biologico 
Confronto tra esperti e c’è il registro della Provincia 
 
CAGLIARI. Ogni anno in Italia sono 250 mila i pazienti costretti nel tunnel tremendo di una malattia allo stato terminale. Milletrecento di loro sono cagliaritani, in bilico tra una vita scandita dalle sofferenze e quello che il legislatore oggi chiama “fine vita”. Tre casi su tutti, per capire: Eluana Englaro e Piero Welby, e in Sardegna Giovanni Nuvoli. Drammi che hanno rilanciato un interrogativo antico e angosciante: l’uomo può scegliere quando morire, o da solo può mettere fine a quello che per lui è diventato solo un accanimento terapeutico?
 Le problematiche sul “fine vita” sono state il tema del seminario organizzato ieri e oggi dalla società scientifica “In progress” al policlinico universitario. La questione è quantomai attuale. Il Senato sta per discutere il disegno di legge, già approvato dalla Camera, ma bocciato dal Tar del Lazio, che stabilisce la possibilità per ogni persona di lasciare un testamento biologico. La Provincia di Cagliari è stata la prima in Italia a istituire (la notizia è di ieri) il relativo registro.
 «Il testamento biologico», ha detto Roberto Demontis, professore di Medicina legale all’Università, «porta due problematiche: quella del consenso informato e quella di come considerare l’idratazione e la nutrizione artificiale del paziente in stato terminale».
 «Per quanto riguarda il consenso - ha continuato Demontis - il disegno di legge che sarà presto esaminato dal Senato prevede che, perché il testamento sia valido, la scelta del malato debba essere recente e informata». Ed è proprio su quel recente (quanto dovrà essere recente?) che il confronto tra maggioranza e opposizione, chiesa e laici s’è fatto da subito asporo. Il confronto è ancora aperto.
 «Sulla idratazione e la nutrizione artificiale - ha concluso il medico - il punto è capire se queste devono essere considerate una terapia (interpretazione accolta dal Tar del Lazio) o come una semplice somministrazione di sostanze vitali, come sostiene la maggioranza di centrodestra in Parlamento».
 Beatrice Tessadori, docente di etica e deontologia all’università di Pavia, ha spiegato che «il nuovo codice di comportamento degli infermieri, che sono da sempre più vicini al malato terminale, e il disegno di legge sull’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore impongono agli operatori sanitari una scelta morale, attraverso una riflessione, e portano in primo piano la bioetica». L’obbiettivo dovrebbe essere questo: far passare il malato da soggetto passivo a individuo attivo e consapevole. «Dovrà essere come accompagnato alla morte», ha detto ancora Beatrice Tessidori, «e in questo modo sarà evitato qull’accanimento terapeutico, che avviene quando il paziente è idratato e alimentato al solo fine del mantenimento in vita, senza la speranza di una guarigione».
 Il convegno terminerà questa sera, con gli interventi di Giacomo Doglio per gli aspetti giuridici e di padre Umberto Burroni su quelli etico-morali.
Paolo Camedda 
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Sassari
Master Architettura, nuovo bando 
Le domande online per i voucher entro il prossimo 2 ottobre 
 
SASSARI. Importanti novità per gli interessati al Master Internazionale di secondo livello “Mediterranean Landscape Urbanism Mmlu@aa” organizzato dalla facoltà di Architettura. Dopo l’inserimento del corso nel catalogo interregionale dell’alta formazione l’ateneo turritano riapre il bando di ammissione al master a partire da ottobre. La riapertura dei termini consentirà di poter richiedere i voucher (contributo economico a copertura delle tasse di iscrizione) anche per il master Mmlu@aa. Le domande di voucher dovranno essere inviate online attraverso il sito www.altaformazione.it entro il 2 ottobre con successiva conferma cartacea alla Regione entro il 10 ottobre. L’assegnazione dei voucher è tuttavia subordinata alla verifica dei requisiti. Le domande di iscrizione al master potranno essere avanzate per tutta la durata della riapertura. Modulistica e bando sul sito www.uniss.it/studenti.
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Lauree in sinergia tra Cagliari e Sassari 
Cerimonia in rettorato per i neo dottori in Scienze dell’amministrazione 
 
CAGLIARI. I fiori, le telecamere, i fotografi e qualche lacrima, per festeggiare le prime tre lauree rilasciate insieme dalle università di Cagliari e Sassari. L’atmosfera ieri in rettorato era davvero speciale. E lo ha è stata soprattutto per Maria Teresa Cilloco, Luigi Minerba, Pierina Miceli, neo dottori in Scienza dell’amministrazione, grazie alla sinergia Cagliari-Sassari e al progetto «Sofia», l’università a distanza. A ben guardare, le lauree in tandem sono la strada maestra di quello che già si intravede nelle direttive ministeriali: formazione avanzata prodotta da consorzi più o meno allargati. «È un segno positivo e importante dei tempi che mutano», ha detto il rettore uscente Pasquale Mistretta, parlando anche a nome del parigrado sassarese, Alessandro Maida. Dal 107 al 110 e lode le votazioni ottenute dagli studenti interrogati dalla commissione presieduta da Raffaele Paci. «La laurea congiunta è un passo significativo di un’università che cambia pelle e si appresta a unire le forze per essere più competitiva», ha detto Paci a nome della commissione formata da Alberto Asquer, Fabrizio Bano, Giovanni Duni, Sergio Lodde, Giuliana Mandich, Francesco Soddu.

Questionnaire and social

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